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Guglielmo Scognamiglio

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Guglielmo Scognamiglio
NascitaNapoli, 4 ottobre 1891
MorteCoriza, 21 aprile 1941
Cause della morteFerite riportate in combattimento
Luogo di sepolturacimitero di Assisi
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
GradoColonnello in servizio permanente effettivo
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Campagna italiana di Grecia
BattaglieSeconda battaglia della Marna
Battaglia delle Alpi Occidentali
Comandante di4º Reggimento bersaglieri
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Guglielmo Scognamiglio (Napoli, 4 ottobre 1891Coriza, 21 aprile 1941) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Nacque a Napoli il 4 ottobre 1891, figlio di Salvatore e Eugenia Fiorani.[2] Arruolatosi nel Regio Esercito all'età di diciotto anni, entrò in servizio nel 94º Reggimento fanteria "Messina", partecipò alla guerra italo-turca conseguendo la nomina a sottotenente in servizio permanente effettivo il 4 gennaio 1914 in forza al 39º Reggimento fanteria "Bologna".[1] Ritornato in Libia nel luglio successivo, venne promosso tenente nel 1915 e capitano nel 1916. Rientrato in Italia in quello stesso anno, partecipò alla prima guerra mondiale prima sul fronte italiano con l'87º Reggimento fanteria "Friuli"e dall'aprile 1918, su quello francese con il II reparto d’assalto della Brigata Alpi, venendo insignito con una medaglia d'argento e una di bronzo al valor militare, con la Croix de guerre e citato all'ordine del giorno[N 1] del V Corps d'armée francese.[1] Rimasto ferito gravemente a Bligny, riprese servizio attivo nel novembre 1919 ritornando in Libia nel corso del 1920 per prestare servizio in forza ai battaglioni libici IV e V.[1] Rientrato in Italia nel 1923 prestò servizio dapprima al 71º Reggimento fanteria "Puglie", poi al Comando Presidio di Venezia, e infine al 7º Reggimento bersaglieri con la promozione a maggiore avvenuta il 16 maggio 1927.[1] Nel 1929 è trasferito al 3º Reggimento bersaglieri, dove rimane sino al 1933.[1] Da quell'anno e fino alla promozione a tenente colonnello, avvenuta il 10 dicembre 1934, fu in servizio presso l'Ufficio Informazioni del Ministero della guerra del Regno d'Italia.[1] Nel marzo 1935 partì volontario per l'Africa Orientale in vista dello scoppio della guerra d'Etiopia. In Africa Orientale fu aiutante maggiore in prima del colonnello Carlo De Simone, al 3º Reggimento bersaglieri, imbarcandosi a Napoli il 18 giugno. Partecipò ai combattimenti, venendo insignito di una medaglia di bronzo e tre croci di guerra al valor militare. il 2 dicembre del 1936 si imbarcò sul piroscafo Sicilia per rientrare in Patria, arrivando a Livorno il 12 dello stesso mese insieme al reggimento.[1] Dal 15 luglio 1937, con la trasformazione del 3º Reggimento bersaglieri in 2ª Brigata corazzata, fu nominato aiutante di campo del generale Americo Coppi.[1] Promosso colonnello nel 1939, nel marzo dell'anno successivo assunse il comando del 4º Reggimento bersaglieri con il quale entrò in guerra il 10 giugno successivo.[1] Combatté sul fronte occidentale contro i francesi, e dal mese novembre su quello greco–albanese.[1] Rimasto gravemente ferito il 19 aprile 1941 sulle alture di Borova, si spense due giorni dopo presso l'ospedale da campo 74 a Coriza.[1] Sepolto inizialmente in un cimitero di guerra a Coriza, dopo la fine delle ostilità la salme venne traslata in quello di Assisi.

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale dotato delle più elette virtù militari, trasfondeva nei dipendenti la propria anima ardente e battagliera, facendo del suo reggimento un ferreo strumento di guerra che, in lungo ciclo operativo e attraverso dure prove e largo tributo di sangue, dimostrava superba tenacia, magnifico slancio ed inesauribile volontà di vittoria. Durante l’ultima fase delle operazioni contro l’esercito greco, mentre con l’animo proteso alla vittoria, lanciava i suoi bersaglieri al decisivo attacco contro posizioni formidabilmente apprestate a difesa, cadeva colpito a morte alla testa del reggimento. Spirava poco dopo volgendo ai suoi reparti l’ultimo pensiero, fiero del loro superbo contegno di fronte al nemico. Fulgido esempio di eroismo e di fede, consacrava col supremo sacrificio, un’esistenza tutta dedicata alla Patria ed al dovere . Fronte greco albanese, 12 novembre 1940-20 aprile 1941.[3]»
— Regio Decreto del 26 febbraio 1943.[4]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Fulgido esempio di valore, combatté da prode, coi suoi arditi, per tutta la durata dell'offensiva tedesca. Assunto il comando di un battaglione di fanteria rimasto senza comandante, infondendo il suo entusiasmo negli uomini affaticati e provati dalla lotta e dal bombardamento, attaccò posizioni ostinatamente difese dal nemico, catturando mitragliatrici, cannoni e prigionieri. Fu di esempio impareggiabile, finché dovette lasciare la lotta perché gravemente ferito. Bosco di Bligny, 23 luglio 1918
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Alla testa di una compagnia d'assalto, travolgendo con irriducibile slancio i difensori di una importante posizione nemica se ne impadroniva con somma celerità e perizia. Montagna di Bligny, 3 luglio 1918
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Aiutante maggiore in prima di un reggimento bersaglieri che costituiva la parte prevalente della colonna autocarrata destinata all'occupazione di Gondar, si spingeva a più riprese e di propria iniziativa, avanti e sui fianchi della colonna stessa per rendersi conto, direttamente, della incerta situazione, scegliere posizioni convenienti alla sosta e alla difesa, incitare i bersaglieri al lavoro estenuante e alla vigilanza, dando prova continua di sprezzo del pericolo, tenacia e volontà, grande capacità organizzativa, abnegazione e indomabile fede. . Om Ager-Gondar, 20 marzo-1 aprile 1936
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Aiutante maggiore in prima di un reggimento bersaglieri facente parte di una colonna speciale cui era affidato un compito rischioso, difficile ed importante, dava prova di sprezzo del pericolo, tenace volontà, grande capacità organizzativa, concorrendo in modo lodevole alla buona riuscita dell'operazione. Om Ager-Gondar, 1 aprile 1936
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Aiutante maggiore di un reggimento d'avanguardia divisionale, attaccato con violenza dal fuoco nemico, provvedeva con sereno sprezzo del pericolo, ad assicurare il regolare funzionamento dei vari organi del comando, cooperando con la sua coraggiosa azione all'esito vittorioso del combattimento. Lago Tana, 2 aprile-2 luglio 1936
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Aiutante maggiore di un reggimento di avanguardia divisionale attaccato con violenza dal fuoco nemico, provvedeva con sereno sprezzo del pericolo, ad assicurare il regolare funzionamento dei vari organi del comando, cooperando con la sua coraggiosa azione all'esito vittorioso del combattimento. Alture di Belesat-Amba Aradam, 16 febbraio 1936
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 24 maggio 1935[5]

Onorificenze estere

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  1. ^ La citazione diceva testualmente: Veritable entraineur d'hommes, a porsuivi quelque blesse, la conquête des obiectifs qui avaient été assignés à sa Compagnie.
  • Amedeo Chiusano e Maurizio Saporiti, Immagini della seconda guerra mondiale, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito, 1985.
  • Manlio Garofalo, Pio Langella e Antonio Miele, I Bersaglieri - le origini, l'epopea e la gloria, Reana del Rojale, Cartostampa, 1997.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 658.
  • Sergio Quaglino, Con il 4° Bersaglieri nella seconda guerra mondiale, Chieri, 1985.
  • Nino Tramonti, I Bersaglieri dal Mincio al Don, Milano, Scuole Arti Grafiche Artigianelli, 1956.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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