Grande provincia ignea dell'Alto Artico
Localizzazione |
Estensione (km2) |
Età (Ma) |
---|---|---|
Isole Svalbard (Diabasodden Suite) |
750 000 | 124,5 |
Terra di Francesco Giuseppe | 116,5 | |
Mare di Barents | 15–20 000 | non nota |
Arcipelago artico canadese, Isole Regina Elisabetta (Provincia magmatica del bacino Sverdrup) |
550 000 | 90-130 |
Terra di Peary, Groenlandia settentrionale (Kap Washington Group) |
80 000 | 130–80 |
Dorsale Alfa, Bacino amerasiatico | 200 000 | 97–79 |
Isole De Long/Isola di Bennett | 228 | 124–109 |
La Grande provincia ignea dell'Alto Artico (in lingua inglese: High Arctic Large Igneous Province e abbreviata in "HALIP") è una grande provincia ignea risalente al Cretaceo e situata nella regione artica.
L'HALIP si estende su un'area di oltre 1000000 km², il che la rende uno dei più estesi e intensi complessi magmatici del pianeta. Tuttavia, i sedimenti vulcanici erosi presenti nelle stratificazioni sedimentarie delle Isole Svalbard e della Terra di Francesco Giuseppe, suggeriscono che una porzione estremamente vasta delle emissioni vulcaniche dell'HALIP è già stata erosa.[2]
Data la sua notevole estensione, l'area è normalmente suddivisa in parecchie sotto-province magmatiche di dimensioni inferiori. Le sotto-province più importanti sono: le Isole Svalbard, la Terra di Francesco Giuseppe, la Provincia magmatica del bacino Sverdrup, il bacino amerasiatico e la Terra di Peary nella parte settentrionale della Groenlandia.
Evoluzione geologica
[modifica | modifica wikitesto]L'evento che ha creato la Grande provincia ignea dell'Alto Artico (HALIP) si è sviluppato tra 130 e 60 milioni di anni fa, con due fasi distinte di attività vulcanica.
La prima fase è iniziata 130 milioni di anni fa e ha continuato fino a 80 milioni di anni fa ed è stata caratterizzata da un vulcanismo che ha prodotto emissioni di basalto tholeiitico. Nel corso del periodo si sono formati numerosi dicchi e sill accompagnati da eruzioni di colate basaltiche. I basalti formatisi in questo periodo sono relativamente ricchi di TiO2 e hanno una composizione simile ai plateau basaltici continentali.
La seconda fase durò dagli 85 a 60 milioni di anni fa e fu caratterizzata da un'attività magmatica debolmente alcalina e da eruzioni di colate basaltiche. Le rocce magmatiche formatesi in questa seconda fase hanno una struttura geochimica simile alla composizione intra-placca.[3]
Il Mar Glaciale Artico ha un'età di alcune centinaia di milioni di anni, il che lo rende il più giovane tra gli oceani terrestri. Nel Precambriano, quando l'Artide era localizzato a sud dell'equatore, il continente Arctica (o Arctida) riempì lo spazio tra i cratoni che oggi contornano la regione artica. Il continente Arctica si fratturò verso la fine del Precambriano (950 milioni di anni fa) e si riassemblò in una nuova configurazione nel Paleozoico superiore (255 milioni di anni fa).[4].
Questo secondo supercontinente chiamato Pangea, si fratturò a sua volta durante il Giurassico-Cretacico provocando l'apertura del Bacino amerasiatico e la formazione del Mar Glaciale Artico. La HALIP disperse i componenti del supercontinente attorno ai margini dell'Oceano Artico dove ora essi si presentano come terrane e microplacche inserite nelle cinture rocciose o ricoperte dai sedimenti. Con l'apertita dell'Oceano Atlantico e Artico durante il Mesozoico e il Cenozoico, la regione artica andò incontro a una serie di stadi di rifting, sedimentazioni e magmatismo.[5]
I diabase raccolti nelle Svalbard e in altre zone artiche sono basalti tholeiitici femici e intraplacca caratteristici della HALIP, il che indica che la grande provincia ignea si formò durante l'apertura dell'Oceano Artico tra 148 e 70 milioni di anni fa. Le analisi sismiche e magnetiche del fondale marino indicano un'età compresa tra 118 e 83 milioni di anni fa.[6]
C'è ampio consenso sul fatto che la HALIP abbia avuto origine da un pennacchio del mantello e che l'attività magmatica della provincia abbia avuto un decorso similare a quello del punto caldo dell'Islanda.[3]
Impatto climatico
[modifica | modifica wikitesto]Si ritiene che le grandi province ignee, come la HALIP, abbiano causato cambiamenti climatici a livello globale. I fossili dei vertebrati del Cretacico superiore (92-86 milioni di anni fa) trovati nell'Artico canadese, incluso il champsosaurus, un rettile simile a un coccodrillo e lungo fino a 2,4 m, suggeriscono che il clima polare era molto più caldo durante il Cretacico, con temperature medie annue che dovevano superare i 14 °C.[7]
Le intrusioni basaltiche potrebbero aver rilasciato 9 milioni di tonnellate di carbonio dalle aureole di contatto, che potrebbero aver innescato l'evento anossico dell'Aptiano (OAE1a) circa 120 milioni di anni fa.[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Senger Tveranger Ogata Braathen, 2014, Table 5, p. 137.
- ^ Døssing Jackson Matzka Einarsson, 2013, Abstract.
- ^ a b S. M. Jowitt, M.-C. Williamson e R. E. Ernst, Geochemistry of the 130 to 80 Ma Canadian High Arctic Large Igneous Province (HALIP) Event and Implications for Ni-Cu-PGE Prospectivity, in Economic Geology, vol. 109, n. 2, 1º marzo 2014, pp. 281-307, DOI:10.2113/econgeo.109.2.281, ISSN 0361-0128 .
- ^ Vernikovsky Dobretsov, 2015, pp. 206–208; fig. 2, p. 208.
- ^ Corfu Polteau Planke Faleide, 2013, Introduction, pp. 1127–1128.
- ^ Nejbert Krajewski Dubińska Pécskay, 2011, Discussion and conclusions, pp. 16, 20.
- ^ Tarduno Brinkman Renne Cottrell, 1998b, Abstract; Fig. 4, p. 2243.
- ^ Polteau Planke Faleide Svensen, 2010
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- K. L. Buchan e R. E. Ernst, The High Arctic Large Igneous Province (HALIP): Evidence for an Associated Giant Radiating Dyke Swarm, su largeigneousprovinces.org, Large Igneous Provinces Commission, 2006. URL consultato il marzo 2016.
- F. Corfu, S. Polteau, S. Planke, J. I. Faleide, H. Svensen, A. Zayoncheck e N. Stolbov, U–Pb geochronology of Cretaceous magmatism on Svalbard and Franz Josef Land, Barents Sea Large Igneous Province, in Geological Magazine, vol. 150, n. 6, 2013, pp. 1127-1135, Bibcode:2013GeoM..150.1127C, DOI:10.1017/s0016756813000162. URL consultato il marzo 2016.
- A. Døssing, H. R. Jackson, J. Matzka, I. Einarsson, T. M. Rasmussen, A. V. Olesen e J. M. Brozena, On the origin of the Amerasia Basin and the High Arctic Large Igneous Province—results of new aeromagnetic data, in Earth and Planetary Science Letters, vol. 363, 2013, pp. 219-230, Bibcode:2013E&PSL.363..219D, DOI:10.1016/j.epsl.2012.12.013. URL consultato il marzo 2016.
- C. A. Evenchick, W. J. Davis, J. H. Bédard, N. Hayward e R. M. Friedman, Evidence for protracted High Arctic large igneous province magmatism in the central Sverdrup Basin from stratigraphy, geochronology, and paleodepths of saucer-shaped sills, in Geological Society of America Bulletin, B31190-1, 9–10, 2015, pp. 1366-1390, Bibcode:2015GSAB..127.1366E, DOI:10.1130/B31190.1.
- J. Golonka e N. Y. Bocharova, Hot spot activity and the break-up of Pangea (PDF), in Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology, vol. 161, n. 1, 2000, pp. 49-69, Bibcode:2015GSAB..127.1366E, DOI:10.1130/B31190.1. URL consultato il marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2017).
- S. M. Jowitt, M. C. Williamson e R. E. Ernst, Geochemistry of the 130 to 80 Ma Canadian High Arctic large igneous province (HALIP) event and implications for Ni-Cu-PGE prospectivity, in Economic Geology, vol. 109, n. 2, 2014, pp. 281-307, DOI:10.2113/econgeo.109.2.281. URL consultato il aprile 2016.
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- K. Nejbert, K. P. Krajewski, E. Dubińska e Z. Pécskay, Dolerites of Svalbard, north-west Barents Sea Shelf: age, tectonic setting and significance for geotectonic interpretation of the High-Arctic Large Igneous Province, in Polar Research, vol. 30, 2011, p. 7306, DOI:10.3402/polar.v30i0.7306. URL consultato il marzo 2016.
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- J. A. Tarduno, D. B. Brinkman, P. R. Renne, R. D. Cottrell, H. Scher e P. Castillo, Late Cretaceous Arctic volcanism: tectonic and climatic consequences, AGU Spring Meeting, 1998a.
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