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Giuseppe Angelino

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Giuseppe Maria Angelino
NascitaEnvie, 25 aprile 1816
MorteEnvie, 15 maggio 1901
Luogo di sepolturaCimitero di Envie
Dati militari
Paese servito Regno di Sardegna
Italia (bandiera) Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Anni di servizio1833-1877
GradoTenente generale
GuerrePrima guerra d'indipendenza italiana
Seconda guerra d'indipendenza italiana
Terza guerra d'indipendenza italiana
BattaglieBattaglia di Novara (1849)
Battaglia di Confienza
Battaglia di Magenta
Decorazionivedi qui
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Giuseppe Maria Angelino (Envie, 25 aprile 1816Envie, 15 maggio 1901) è stato un generale italiano, decorato con la Croce di Cavaliere e quella di Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia nel corso della seconda guerra d'indipendenza italiana.

Nacque a Envie, provincia di Cuneo, il 25 aprile 1816, figlio di Giuseppe e di Maria Antonietta Morra.[1] Arruolatosi nell'Armata sarda come soldato il 3 maggio 1833, fu promosso sottotenente nel 1837 e tenente nel 1846. Divenuto capitano nel 1848, partecipò alla prima guerra d'indipendenza italiana in forza nel 7º Reggimento fanteria della Brigata Cuneo, rimanendo ferito al braccio destro da colpo d'arma da fuoco nella battaglia di Novara del 23 marzo 1849.[1] Divenuto maggiore nel 1854, partecipò successivamente alla seconda guerra d'indipendenza italiana in forza al 9º Battaglione bersaglieri, inquadrato nella 2ª Divisione del generale Manfredo Fanti.[2][3] Si distinse nel corso della battaglia di Confienza e in quella successiva di Magenta del 4 giugno 1859, venendo per questo decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, e poi con quella di Ufficiale.[4]

Tenente colonnello nel 1860, divenne colonnello assumendo il comando del 63º Reggimento fanteria,[5] Decorato con due medaglie d'argento al valor militare fu promosso maggior generale nel 1864.[5] partecipando successivamente alla terza guerra d'indipendenza italiana nel 1866 al comando della Brigata Bologna, inquadrata nella 13ª Divisione del tenente generale Luigi Mezzacapo. Quattro anni dopo, sempre al comando della Brigata bologna in forza alla 12ª Divisione al comando di Gustavo Mazè de la Roche, prese parte all'occupazione di Roma, distinguendosi nella presa di Porta Pia dove condusse i suoi soldati in combattimento sciabola in pugno.[6][7][8] Promosso tenente generale nel 1874, venne collocato a riposo nel 1877. Morì a Envie dove fu tumulata la sua salma, il 15 maggio 1901.

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Per l'intelligenza e la bravura dimostrata a Confienza nel condurre il suo battaglione, e pei risultati ivi contenuti, nonché per l'ardore e il coraggio con cui condusse alla corsa il battaglione a Magenta e penetrò con esso nel villaggio, combattendo unitamente alle truppe francesi. Fatti d'arma di Confienza, 31 maggio, e Magenta, 4 giugno 1859.[9]»
— Regio Decreto 19 giugno 1859.
Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Per l'intrepidezza e con cui condusse il battaglione al passaggio del ponte del Redone, che egli passò alla testa del medesimo inseguendo il nemico ed attaccandolo qundi col massimo impeto alle difficili alture ove erasi stabilito oltre il ponte. Fatto d'armi sulla alture del Redone presso Pozzolengo 24 giugno 1859.[9]»
— Regio Decreto 12 luglio 1859 .


  • Vincenzo Bortolotti, Storia dell'esercito sardo e de' suoi alleati nelle campagna di guerra 1848-49, Torino, Fratelli Pozzo, 1869, p. 245.
  • Rodofo Puletti e Franco Dell’Uomo, L'Esercito e i suoi corpi. Sintesi storica, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito, 1973.
  • Edoardo Scala, Storia della Fanterie italiana. Vol. VIII, in Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito, 2020.

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