Foreste di latifoglie celtiche

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Foreste di latifoglie celtiche
Celtic broadleaf forests
Foresta mista sulle alture del Galles
EcozonaPaleartica (PA)
BiomaForeste di latifoglie e foreste miste temperate
Codice WWFPA0409
Superficie209 100 km²
ConservazioneIn pericolo critico
StatiIrlanda (bandiera) Irlanda, Regno Unito (bandiera) Regno Unito
Cartina dell'ecoregione
Scheda WWF

Le foreste di latifoglie celtiche sono un'ecoregione dell'ecozona paleartica, definita dal WWF (codice ecoregione: PA0409), costituita principalmente dai querceti delle regioni collinari e pedemontane di Gran Bretagna e Irlanda. L'ecoregione comprende anche piccole zone di foreste di betulle boreali, di paludi e di acquitrini, nonché la vegetazione d'acqua dolce delle pianure alluvionali, degli estuari, dei polder e delle torbiere del nord dell'Inghilterra e del sud della Scozia[1].

La regione è caratterizzata da intense precipitazioni: piove in ogni periodo dell'anno, e l'aria è sempre umida. Quest'ecoregione è situata alla stessa latitudine di Terranova, ma la corrente del Golfo apporta una sorprendente quantità di calore e di umidità, rendendola una delle più verdeggianti del pianeta. Essa comprende la maggior parte del territorio di Irlanda e Gran Bretagna[1].

I livelli costanti di umidità e calore di questa ecoregione forniscono condizioni di crescita ideali per le foreste di latifoglie. Le farnie (Quercus robur) sono la specie dominante di queste foreste, ma vi prosperano anche la betulla pelosa (Betula pubescens) e la betulla bianca (Betula pendula). All'ombra degli agrifogli (Ilex aquifolium), il sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) e il caprifoglio atlantico (Lonicera periclymenum) crescono accanto a felci appartenenti ai generi Dryopteris e Thelypteris. Nelle aree dove il terreno è particolarmente impermeabile, si sono sviluppati gli sfagneti. Grazie all'effetto mitigatore dei mari circostanti, nella regione vi sono poche fluttuazioni di temperatura. Le gelate si registrano solamente durante poche settimane dell'anno. Questo clima consente la crescita di comunità di piante di origine mediterranea, alpina e artico-alpina[1].

Questa ecoregione fornisce habitat a tutta una serie di uccelli e altri animali. Il mare e gli altri specchi d'acqua sono la dimora di strolaghe maggiori (Gavia immer), merli acquaioli (Cinclus cinclus), svassi maggiori (Podiceps cristatus), berte minori atlantiche (Puffinus puffinus), cigni selvatici (Cygnus cygnus), oche colombaccio (Branta bernicla), beccapesci (Thalasseus sandvicensis), gazze marine (Alca torda) e pulcinella di mare (Fratercula arctica). Le montagne, le brughiere, le foreste e le falesie ospitano albanelle reali (Circus cyaneus), smerigli (Falco columbarius), pellegrini (Falco peregrinus), pernici bianche nordiche (Lagopus lagopus), gufi comuni (Asio otus), forapaglie macchiettati (Locustella naevia), luì verdi (Phylloscopus sibilatrix), corvi imperiali (Corvus corax) e gracchi corallini (Pyrrhocorax pyrrhocorax). Gran Bretagna e Irlanda ospitano due terzi delle foche grigie (Halichoerus grypus) esistenti al mondo, metà delle lontre (Lutra lutra) di tutta Europa e consistenti popolazioni di tassi (Meles meles), di ferri di cavallo minori (Rhinolophus hipposideros) e maggiori (Rhinolophus ferrumequinum) e di gatti selvatici (Felis silvestris). Queste specie sono quasi estinte in gran parte dell'Europa, quindi la loro conservazione su queste isole è di vitale importanza. I mammiferi svolgono un ruolo cruciale per la sopravvivenza di alcune altre specie. Per esempio, il barbagianni (Tyto alba) si nutre quasi esclusivamente di piccoli mammiferi e può sopravvivere solamente dove le prede sono abbondanti. Altri mammiferi qui presenti sono il riccio europeo (Erinaceus europaeus), lo scoiattolo comune (Sciurus vulgaris), la lepre variabile (Lepus timidus), la puzzola (Mustela putorius), la martora (Martes martes), la volpe (Vulpes vulpes), il capriolo (Capreolus capreolus) e il cervo (Cervus elaphus). Entrambe le due ultime specie di Cervidi sono originarie della Gran Bretagna, mentre in Irlanda sono state introdotte[1].

Conservazione

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Foresta di Sherwood, Nottinghamshire

Le condizioni climatiche di questa ecoregione sono ideali per l'agricoltura. Di conseguenza, gran parte dell'ecoregione è stata convertita in campi coltivati e in pascolo per il bestiame. Se si eccettuano le aree protette, le foreste ancora allo stato naturale sono poche. Inoltre, le specie introdotte hanno invaso l'ecoregione e iniziato a rimpiazzare molte forme native. A causa di queste specie aliene e della distruzione dell'habitat, un certo numero di piante dell'ecoregione è a rischio di estinzione. Oltre a questo, gli sfagneti di questa ecoregione devono ancora fronteggiare la minaccia causata dall'estrazione di torba per ricavare combustibile e ammendanti del terreno[1].

  1. ^ a b c d e (EN) Celtic broadleaf forests, in Terrestrial Ecoregions, World Wildlife Fund. URL consultato il 5 febbraio 2017.

Voci correlate

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