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Federico Cesi (scienziato)

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Federico Cesi, II duca di Acquasparta
Federico Cesi, II duca di Acquasparta, in un ritratto del XVII secolo, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Roma
II Duca di Acquasparta
Stemma
Stemma
In carica24 giugno 1630 –
1º agosto 1630
PredecessoreFederico I
SuccessoreGiovanni
Altri titoliPrincipe di Sant'Angelo e San Polo
Marchese di Monticelli
NascitaRoma, 26 febbraio 1585
MorteAcquasparta, 1º agosto 1630 (45 anni)
Luogo di sepolturaChiesa di Santa Cecilia, Acquasparta
DinastiaCesi
PadreFederico I Cesi
MadreOlimpia Orsini
ConsorteArtemisia Colonna
Isabella Salviati
FigliOlimpia
Teresa
Federico
Federico
ReligioneCattolicesimo

Federico Cesi, II duca di Acquasparta, II principe di Sant'Angelo e San Polo, II marchese di Monticelli (Roma, 26 febbraio 1585Acquasparta, 1º agosto 1630), è stato un nobile, scienziato e naturalista italiano, fondatore dell'Accademia dei Lincei.

Acquasparta: palazzo dei duchi Cesi

Appartenente ad una nobile famiglia umbro-romana che aveva annoverato tra i propri membri cinque cardinali e tre rami, di Bartolomeo, di Pierdonato e di Angelo, originari del piccolo borgo di Cesi (Terni). Il futuro scienziato fece parte di quest'ultimo e visse tra Roma (nacque nel palazzo Cesi-Gaddi, in via della Maschera d'oro, dove fonderà l'Accademia e creerà un ricco orto botanico) ed Acquasparta, dove trasformò, secondo le tendenze del tempo, l'assetto urbanistico del paese, soprattutto con la ristrutturazione e la decorazione interna del palazzo.[1]

Tomba di Federico Cesi (Santa Cecilia, Acquasparta)

Federico manifestò giovanissimo un forte interesse per il rinnovamento della cultura tradizionale. Tale impegno lo espresse soprattutto nella fondazione e nel sostegno che prestò all'Accademia dei Lincei, da lui istituita nel 1603, con il medico e naturalista olandese Johannes van Heeck, con il matematico Francesco Stelluti, e con l'erudito Anastasio De Filiis. Dopo il 1609 aumentò il numero dei membri dell'Accademia nominando eminenti personalità straniere ed italiane come Galileo Galilei, (associato nel 1611) con cui ebbe rapporti particolarmente intensi, al quale prestò notevole sostegno soprattutto nello scontro dello scienziato pisano con le autorità ecclesiastiche, facendo leva anche sulla sua posizione influente nel patriziato romano.[2]

Quale emblema dell'Accademia fu presa la Lince, «animale creduto di vista acutissima» e il motto identificativo «Sagacius ista (Questa vede più sagacemente). (...) I giovani presero a portare la figura del felino sul petto, pendente da una collana d'oro. Successivamente la Lince fu scolpita in uno smeraldo che si dette per anello agli Accademici, con l'obbligo di non separarsene mai, così come era fatto obbligo ad ognuno di aggiungere al proprio nome l'appellativo di Linceo».[3]

Il Cesi si dedicò con profitto agli studi di botanica e naturalistici in genere, progettando anche una sua enciclopedia botanica, le Tabulae Phytosophicae.[4] Nella ricerca botanica, in particolare, Federico e gli altri Lincei anticiparono di decenni la metodologia scientifica comparativa della moderna morfologia vegetale.[5] Nella ricerca botanica dei primi Lincei acquistano un'importanza metodologica fondamentale le campagne di osservazione e raccolta e l'uso del microscopio galileiano. Teatro delle campagne botaniche di Cesi e dei primi Lincei sono i Monti Lucretili, infeudati alla famiglia Cesi insieme all'abitato di San Polo (oggi San Polo dei Cavalieri), e in particolare il Pratone di Monte Gennaro, conseguentemente ribattezzato "Anfiteatro Linceo".[6]

Notevole è anche il suo scritto Indicatio sulla opportunità di procedere a una radicale riforma del sapere. Nel 1618 si ritirò ad Acquasparta fino alla morte, sopraggiunta improvvisamente, che portò alla dissoluzione dell'Accademia e lasciò Galileo solo di fronte alle sovrastanti forze dei suoi avversari.

Si deve al Cesi la denominazione di telescopio per lo strumento messo a punto da Galileo. Più tardi (1624), Cesi approverà la denominazione di microscopio escogitata dal Faber per l'occhialino inventato da Galileo. Lo si ricorda anche per la sua opera principale che fu Theatrum totius naturae, che comunque rimase incompleta.

Federico il Linceo, morì, dunque, nel palazzo che aveva fatto degnamente restaurare, all'età di 45 anni, per febbri acute, il I agosto 1630 e fu tumulato nella chiesa acquaspartana di Santa Cecilia, nella cappella gentilizia fatta realizzare dalla seconda moglie Isabella.

Non avendo avuto prole maschile (i due bambini battezzati con lo stesso suo nome morirono subito dopo la nascita) subentrò nei feudi il fratello Giovanni Federico e così fino all'ultimo della stirpe, Federico V di Rignano (1771-1799).[7]

Famiglia e discendenza

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Sposò in prime nozze il 14 maggio 1614[8] Artemisia Colonna, figlia di Francesco Colonna, principe di Palestrina, e di Ersilia Sforza. Artemisia morì nel dicembre 1615[9] senza lasciare figli.

Il 29 gennaio 1617[9] sposò in seconde nozze Isabella Salviati (?-29 giugno 1642[10]), figlia di Lorenzo Salviati, marchese di Giuliano, e di Maddalena Strozzi, dalla quale ebbe quattro figli[8][11]:

  • Olimpia (22 aprile 1618-?), sposata in prime nozze il 3 settembre 1639 al marchese Ludovico Lante, e in seconde nozze nel 1642 a Paolo Sforza, marchese di Proceno;
  • Teresa (20 luglio 1619-?), prese i voti fra le Carmelitane scalze del monastero di S. Teresa in Quirinale;
  • Federico (29-31 maggio 1623);
  • Federico (7-10 gennaio 1626)
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giangiacomo Cesi Angelo Cesi  
 
Francesca Cardoli  
Angelo Cesi, signore di Monticelli  
Isabella Liviana d'Alviano Bartolomeo d'Alviano  
 
Pentesilea Baglioni  
Federico Cesi, I duca d'Acquasparta  
Bonifacio Caetani, IV duca di Sermoneta Camillo Caetani dell'Aquila, III duca di Sermoneta  
 
Beatrice Caetani dell'Aquila d'Aragona  
Beatrice Caetani dell'Aquila  
Caterina Pio di Savoia Alberto III Pio di Savoia, conte di Carpi  
 
Cecilia Orsini  
Federico Cesi, II duca d'Acquasparta  
Camillo Orsini, signore di Lamentana Paolo Orsini, marchese di Atripalda  
 
Giulia Santacroce  
Giovanni Orsini, marchese di Lamentana  
Elisabetta Baglioni Giampaolo Baglioni, conte di Bettona  
 
Ippolita Conti  
Olimpia Orsini  
Giampaolo dell'Anguillara, signore di Ceri, Vico, Caprarola, Capranica, Vetralla, Carbognano e Ronciglione Renzo dell'Anguillara, signore di Ceri, Vico, Caprarola, Capranica, Vetralla, Carbognano e Ronciglione  
 
Lucrezia Orsini  
Porzia dell'Anguillara  
Margherita Orsini Gentile Virginio Orsini, conte dell'Anguillara  
 
Giustiniana Orsini  
 
  1. ^ Umbria, p. 513
  2. ^ Maria Teresa Biagetti, p. 9
  3. ^ Rinaldo Panetta, I Lincei, sta in L'Universo, Rivista bimestrale di divulgazione geografica edita dall'Istituto Geografico Militare, anno LIII N. 3, maggio - giugno 1973, p.545.
  4. ^ Luigi Guerrini, I trattati naturalistici di Federico Cesi, Roma, Accademia Naz.le dei Lincei, 2006, pp. 153-231.
  5. ^ Romualdo Pirrotta, L'opera botanica dei primi Lincei, R. Accademia Naz.le dei Lincei, Roma, 1904.
  6. ^ Sui rapporti tra il Cesi, la sua ricerca scientifica e filosofica e il territorio dei Monti Lucretili è fondamentale l'opera di Gilberto De Angelis, in gran parte raccolta nel volume Monti Lucretili: un Parco naturale nel Lazio. Invito alla lettura del territorio, a cura dello stesso De Angelis e di Lanzara, 4ª ed., Roma, 2010.
  7. ^ Umbria, p. 514
  8. ^ a b A. Battistini, G. De Angelis, G. Olmi, All'origine della scienza moderna. Federico Cesi e l'Accademia dei Lincei, Il mulino, 2007, p.475.
  9. ^ a b Acta Pontificiae academiae scientiarum Novi Lyncaei Volumi 87-88, Pontificia Accademia delle Scienze, 1934, p.178.
  10. ^ Roma sacra. Guida alle chiese della città eterna · Volume 17, Elio De Rosa, 1995, p.6
  11. ^ Atti della Reale Accademia Nazionale dei Lincei. Ser. 6., Memorie della classe di scienze morali, storiche e filologiche, R. Accademia Nazionale dei Lincei, 1942.
  • Angelo Biagetti, Federico Cesi il Linceo e il palazzo ducale di Acquasparta, in "Bollettino della Deputazione di storia patria per l'Umbria", vol. LXI, 1964, pp. 57–107.
  • Luigi Guerrini, I trattati naturalistici di Federico Cesi, Roma, Accademia Naz.le dei Lincei, 2006.
  • Maria Teresa Biagetti, La biblioteca di Federico Cesi, Roma, Bulzoni, 2008, ISBN 8878703427.
  • Umbria (Guida d'Italia), Touring Club Italiano, Milano 2004.
  • Augusto De Ferrari, CESI, Federico, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 24, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1980. URL consultato il 6 giugno 2016. Modifica su Wikidata

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Altri progetti

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