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Discussione:Norma Barbolini

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Copio e incollo del testo su Norma Barbolini dalla voce Repubblica di Montefiorino (si veda la cronologia per vedere gli autori). Non ho inserito tutto nella voce per mancanza di fonti. --Jaqen l'inquisitore 03:34, 2 apr 2008 (CEST)[rispondi]

Fra questi è la singolare figura dell'operaia comunista Norma Barbolini, che fu effettivamente partigiana combattente e non staffetta partigiana (cioè portaordini o comunicazioni) come fu la maggioranza delle donne poi riconosciute come partigiane combattenti, anche se solo occasionalmente avevano svolto il ruolo di staffetta o avevano avuto l'occasione di contatti con unità partigiane.

Nell'immediato dopoguerra vi fu infatti una corsa a farsi riconoscere dallo Stato la qualifica di partigiano per godere delle annesse facilitazioni ai concorsi statali, bastando a ciò una semplice dichiarazione del comandante di una unità partigiana.

Norma Barbolini con il fratello Giovanni, che era a capo di un gruppo di partigiani modenesi e reggiani, prese parte ai primi scontri armati con i militari fascisti o tedeschi. In uno di questi il fratello rimase ferito e lei assunse il comando del gruppo continuando poi a farlo fino alla fine della guerra, anche quando il gruppo prese il nome di "Brigata Barbolini" e fece parte della Divisione Modena Armando. È certamente uno dei pochi casi in cui una donna non solo partecipò alla lotta partigiana (col nome di "Norma") ma fu addirittura capo di una brigata formata anche da uomini. Dopo la guerra Norma ritornò al lavoro in fabbrica e partecipò alla vita politica e sindacale raggiungendo anche incarichi a livello nazionale. È stata decorata al valore militare con medaglia d'argento e le è stato riconosciuto il grado di capitano.