Cubo gelatinoso
Il cubo gelatinoso (in inglese gelatinous cube) è uno dei mostri più iconici del gioco di ruolo fantasy Dungeons & Dragons[1]. Si tratta di una creatura di forma cubica interamente composta di gelatina acida, che assorbe e digerisce materiale organico.
Creazione e sviluppo
[modifica | modifica wikitesto]A differenza di altri mostri presi a prestito da mitologia e folclore, il cubo gelatinoso è stato creato appositamente per Dungeons & Dragons; le sue dimensioni combaciano perfettamente con quelle dei classici corridoi da 3×3 metri, assai comuni nei primi moduli del gioco di ruolo[1][2].
Il cubo gelatinoso fa la sua prima comparsa, seppur embrionale e senza statistiche, in Original Dungeons & Dragons (1974), per poi essere sviluppato nell'espansione Greyhawk (1975); è incluso nel Manuale dei Mostri e nel Dungeons & Dragons Basic Set sin dalle loro prime edizioni del 1977, e continua ad apparire in gran parte dei manuali pubblicati successivamente (tra questi, Monstrous Compendium Volume 1 1989, Dungeons and Dragons Rules Cyclopedia 1991, Monster Vault 2010). Ed Greenwood ne dà una descrizione approfondita in Dragon Magazine #124 dell'agosto 1987[2].
Al di fuori della manualistica, il cubo gelatinoso appare in vari videogiochi ispirati a D&D, nei film Onward - Oltre la magia (2020)[3] e Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri (2023)[4] e nel gioco di carte collezionabili Magic: l'Adunanza[5].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Nell'ecologia di Dungeons & dragons, il cubo gelatinoso fa parte della categoria delle "melme" (oozes), ed è per l'appunto un grande essere fatto di gelatina acida, dalla forma cubica di circa tre metri per lato (che può modificare temporaneamente per adattarsi a spazi più stretti) e dal peso di 7 500 kg, quasi completamente trasparente. È privo di intelletto, ma dispone di sensi che gli permettono di orientarsi analoghi a quelli delle muffe, evitando le zone fredde e cercando quelle calde. Tipicamente, un cubo gelatinoso vaga nei cunicoli del sottosuolo assorbendo tutto ciò con cui entra in contatto: il materiale organico (piante, rifiuti, cadaveri o creature viventi) al suo interno viene gradualmente sciolto e quindi digerito, mentre il materiale inorganico non viene intaccato dall'acido e resta dentro al cubo fino a che questo non lo espelle. Fintanto che ha cibo a disposizione, un cubo gelatinoso non ha limiti di età; se invece rimane per oltre sei mesi senza alimentazione deperisce, iniziando a colare e infine disfacendosi in muco liquido. Un cubo gelatinoso può naturalmente essere distrutto da altre creature, e in particolare è vulnerabile al fuoco[2][6].
Se due cubi si incontrano possono fondersi in cubo più grande, che resta unito per circa una settimana prima di dividersi nuovamente. Il metodo di riproduzione di un cubo varia a seconda della pubblicazione: in Dragon Magazine Greenwood scrive che ogni sei anni circa un cubo si divide come per mitosi in due cubi più piccoli che in circa tre mesi raggiungeranno le dimensioni dell'originale, mentre nei manuali della seconda edizione di D&D si afferma che un cubo genera delle escrescenze cubiche sulle sua superficie, che deposita lungo il tragitto e che col tempo diventeranno altri cubi[2].
Altre creature senzienti riescono talvolta a intrappolare i cubi gelatinosi e usarli a proprio vantaggio, come spazzini (ad esempio, collocandoli in una grande buca con funzione di letamaio) e/o come trappole all'interno di qualche dungeon[6][2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Weinstock, pp. 193-194.
- ^ a b c d e (EN) Deep Dive - The Gelatinous Cube, su Dump Stat. URL consultato l'8 novembre 2024.
- ^ (EN) Brandon Zachary, Onward Features an Infamous Dungeons & Dragons Monster, su CBR, 6 marzo 2020. URL consultato l'8 novembre 2024.
- ^ (EN) Michelle Boyar, How The Gelatinous Cube Works In D&D: Honor Among Thieves (& Why It Burns), su Screen Rant, 12 aprile 2023. URL consultato l'8 novembre 2024.
- ^ (EN) Gelatinous Cube, su Gatherer. URL consultato l'8 novembre 2024.
- ^ a b Cubo Gelatinoso, su Golarion. URL consultato l'8 novembre 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Jeffrey Andrew Weinstock, The Ashgate Encyclopedia of Literary and Cinematic Monsters, Ashgate, 2014, ISBN 9781409425625.