Castello di Trois Fontaines
Castello di Trois Fontaines Château de Trois-Fontaines | |
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Il castello nello stato attuale | |
Ubicazione | |
Stato attuale | Belgio |
Regione | Regione di Bruxelles-Capitale |
Città | Auderghem |
Indirizzo | Chaussée de Wavre 2241 e Waversesteenweg 2241, Oudergem |
Coordinate | 50°48′23.4″N 4°26′44.16″E |
Informazioni generali | |
Inizio costruzione | XIV secolo |
Primo proprietario | Duca di Brabante |
Condizione attuale | in rovina |
Proprietario attuale | Regione di Bruxelles-Capitale |
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Il castello di Trois Fontaines (in francese château de Trois-Fontaines, in olandese Kasteel Dry Borre) è un castello, oggi in rovina, della Regione di Bruxelles-Capitale in Belgio, situato a Auderghem, chaussée de Wavre, n. 2241, al margine della foresta di Soignes, nella zona a sudest di Bruxelles.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Nel XVI secolo il maniero si componeva di una torre e di due piccoli corpi destinati agli alloggi con fondamenta in pietra e a singolo piano. Anche la torre del maschio era in pietra e il suo portale d'accesso aveva un arco ogivale. Le sue piccole finestre avevano forma quadrata e, sopra di esse, si vedeva una freccia. Un ponte a singola arcata e un ponte levatoio permettevano l'accesso al castello, che era circondato su tutti i lati da un fossato con acqua.
Al massimo del suo sviluppo, il castello assunse una forma a L.
La facciata posteriore, la gran sala e il suo camino gotico, ancora visibili, datano al XV secolo.
Wauters nel 1855 descriveva così il castello:
«Vu de la chaussée de Wavre qui le domine d'assez haut le Clabots vyver se présente de la manière la plus pittoresque; sa belle nappe d'eau se détache vivement des solitudes ombragées qui l'entourent. Vis-à-vis de cet étang de l'autre côté de la route une carrière, un four à chaux et une vieille habitation indiquèrent longtemps l'emplacement de l'ancien château de Dryen Borren (Drie Borne, 1373) ou Trois Fontaines»
«Visto dalla strada di Wavre, che domina dall'alto il Clabots-Vyver, si presenta in maniera molto pittoresca; il suo bello specchio d'acqua si stacca vivamente dalle solitudini ombrose che lo circondano. Di fronte a questo stagno dall'altra parte della strada una cava, un forno per la calce e una vecchia abitazione indicarono per lungo tempo il sito dell'antico castello di Dryen Borren (Drie Borne, 1373) o Trois Fontaines»
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Questa sezione è principalmente basata sul testo di Alphonse Wauters[2]. Le ricerche di Alphonse Wauters trattano solo fino al 1786.
XIV secolo: le origini
[modifica | modifica wikitesto]La prima citazione del castello, già con il nome di Trois-Fontaines (Dryen Borren o Drie Borne) risale al 1329. Fu la dimora del gruyer[3] del ducato di Brabante, incaricato di supervisionare le casse del duca Giovanni II (morto nel 1312), dei suoi vassalli, di ecclesiastici e degli ospizi.
Costruito principalmente come prigione per i bracconieri e i colpevoli di reati di giurisdizione del Tribunal de la Foresterie[4] o del Consistoire de la Trompe[5].
Il sabato, vigilia della nascita di San Giovanni Battista[6], nel 1355, il duca Giovanni III fondò in questo castello (in cappella seu oratorio castri nostri de Tribus Fontibus) una cappellania in onore della Nostra Signora e di Santa Caterina. Il beneficiario doveva celebrare la Messa quattro volte alla settimana e risiedere in un'abitazione prossima alle mura del castello (in domo cum attinentiis suis ante mœnia castri), che in precedenza era stata occupata dal cuoco del duca Godefroid. Giovanni III dotò questo beneficio di una rendita consistente in 15 scudi vecchi, 10 piccoli fiorini di Firenze, 12 moggi di segale, 50 misure di legna, 25 moggi di carbone e concesse al possessore il diritto di fare pascolare nella foresta 4 vacche o 4 giumente.
Nel 1373, il sindaco di Lovanio vi condusse Arnoul Van Redingen[7], che era stato arrestato a Vorde bij der Loo, ma la città di Lovanio si lamentò perché i suoi borghesi non potevano essere imprigionati al di fuori delle sue mura e il duca Venceslao non ebbe altra scelta, il giorno di San Giorgio nel 1373, che ordinare al sindaco di rilasciare Arnoul. Tuttavia, nel 1377, per ordine dello stesso duca, fu commessa la stessa infrazione ai privilegi di Lovanio e questo non poté ottenere giustizia[8].
XV secolo
[modifica | modifica wikitesto]Il 13 settembre 1446 Filippo il Buono unì questa cappellania alla mensa conventuale dei religiosi della Chiesa di Saint Jacques-sur-Coudenberg su richiesta del prevosto Gilles Strael[9] anche per compensare le importanti perdite finanziarie subite dal convento a causa della fluttuazione di valore della moneta. Inoltre, quando la cappella del castello cadde in rovina (ob ruinæ cappellæ), il duca dichiarò che le messe che fino ad allora erano qui state celebrate, in seguito sarebbero state celebrate nella cappella della sua dimora di Boitsfort (in cappella domus nostre de Boutsfort) fino a quando non fosse stato restaurato il primo di questi oratori o fosse stato disposto diversamente della cappellania[10].
XVI secolo
[modifica | modifica wikitesto]Sotto il regno di Filippo II, la prigione fu completamente désolée, brûlée et ruinée (devastata, bruciata e ridotta in rovina). Un sergente della foresta, Philippe De Meestere, ottenne in questo periodo l'autorizzazione a edificare un rifugio fino a nuovo ordine e con la condizione di sorvegliare i materiali restanti affinché potessero in seguito essere riutilizzati (13 dicembre 1585).
XVII secolo
[modifica | modifica wikitesto]In virtù di lettere di brevetto del 6 agosto 1680, concesse al gruyer Madoets[11] che questo ufficiale sarebbe stato di diritto concierge o castellano di Trois Fontaines, che doveva mantenere, così come determinò il Consiglio delle Finanze il giorno 25 dello stesso mese. Negli ultimi tempi il gruyer fu ordinariamente anche il tenente del gran cacciatore.
XVIII secolo: abbandono della struttura
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1730, la nuova chaussée de Wavre terminava all'altezza del castello (solo dopo il 1736 fu prolungata fino a Jezus-Eik). La si vede chiaramente indicata sulla carta di de Ferraris[12].
Dopo il XVI secolo, il castello fu utilizzato come prigione, principalmente per bracconieri e ladri di legname, ma, il 6 maggio 1786, gli arciduchi Alberto e Maria Cristina ordinarono che i prigionieri ivi detenuti fossero trasferiti e detenuti nelle prigioni della porta di Laeken a Bruxelles.
Charles Théodore de l'Escaille fu dunque l'ultimo warantmaître (guardiacaccia) a occupare questo luogo; la sua funzione fu soppressa da Joseph II nel 1793. Trois Fontaines fu quindi abbandonata e cadde in rovina.
XIX secolo: la privatizzazione
[modifica | modifica wikitesto]Il castello continuò a essere danneggiato. Nel 1822, la tenuta fu inclusa nelle proprietà della Société générale de Belgique, che allora acquisì l'intera foresta di Sognes. Questa società vendette poi i resti del maschio e gli edifici rimanenti divennero un'azienda, che appartenne a Josse Devisser nel 1832, ai Marnix nel 1845 e ai Vinck a partire dal 1882.
XX secolo
[modifica | modifica wikitesto]Dal 1901 al 1906, la tenuta appartenne a François Sombrijn. Lo Stato belga acquistò la proprietà nel 1906, nell'ottica di proteggerla e vi alloggiano degli operai.
La società Conseil de Trois-Fontaines fece restaurare il castello tra il 1973 e il 1976 e vi organizzò mostre attorno al tema della foresta di Soignes. Dal 1973 il castello fu gestito dall'Institut bruxellois pour la gestion de l'environnement. Nel 1986, i ruderi del castello furono classificati come monumento storico con il Decreto reale del 19 novembre 1986 Archiviato l'8 novembre 2014 in Internet Archive. (ref. 2232-0010/0)[13].
Dal 1991, il castello è di proprietà della Regione di Bruxelles-Capitale.
XXI secolo
[modifica | modifica wikitesto]A partire dal marzo 2014, la proprietà fa parte della Région des bâtiments della Regione di Bruxelles-Capitale.
Iconografia
[modifica | modifica wikitesto]- circa 1532. La più antica rappresentazione conosciuta del castello compare sull'arazzo dedicato al mese d'aprile della serie detta Les Belles Chasses de Maximilien[14][15].
- 1659. Lucas Vorsterman il Giovane (1624-1667)[16], Castrum trium fontium, vulgo Dry Borren, incisione, rappresentazione del castello nel 1659.
- 1659. Antica incisione pubblicata da Antoine Sandérus (1586-1664).
- XIX secolo. Paul Vitzthumb (1761–1838, figlio di Ignaz Vitzthumb), Vue du chastel dit Dry Borren.
Collegamento con mezzi pubblici
[modifica | modifica wikitesto]- Linea bus 41, fermata Sacré-Cœur/Heilig-Hart.
- Linea bus 72, fermata ADEPS.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Alphonse Wauters, Histoire des environs de Bruxelles, vol. 3, Vanderauwera, 1855, p. 360.
- ^ Testo pubblicato in: Histoire des environs de Bruxelles, vol. 3, Vanderauwera, 1855, p. 360-361
- ^ A partire dal XIII secolo, il gruyer era un pubblico ufficiale incaricato di occuparsi delle foreste demaniali per conto di un'autorità legale sovrana.
- ^ (...) le tribunal de la foresterie qui avait été institué vers 1400, pour la conservation des forêts domaniales et surtout des bois de Soignes (...), P. Le Roy, 1885, p. 278); M. Van Haegendoren, Inventaire des Archives de la Foresterie de Brabant, Bruxelles, Archives de l'État.
- ^ (...) le consistoire de la Trompe avait pour mission de surveiller l'exécution des règlements sur la chasse et la pêche et de protéger les droits de la couronne des corporations et des propriétaires. (...) Il était composé du Grand veneur de Brabant, toujours choisi dans une des principales familles du pays, du Gruyer, appelé aussi maître des garennes ou Warantmeester, et de sept juges ou hommes de fief de la Trompe., A. Wauters, La maison du Roi ou la Maison au pain à Bruxelles, Messager des sciences historiques de Belgique, Gand, imp. de Léonard Hebbelynck, 1842, p. 17. Si veda anche: Th. Aug. Mann, Abrégé de l'histoire ecclésiastique, civile et naturelle de le ville de Bruxelles et de ses environs (...), parte II, Lemaire, Bruxelles, 1785, p. 99.
- ^ Questa festa casca il 24 giugno.
- ^ Si trattava di questo mercante di Lovanio?
- ^ Divæus, Annales oppidi Lovanensis libri, I, III, p. 27.
- ^ Si veda l'impornta del suo sigillo risalente al 1463 negli Archivi di Stato del Belgio, Bruxelles, I 347 - 10956.
- ^ Historia ms ecclesiæ B. Jacobi, in Caldenberga. - Registro dei carteggi della Corte dei Conti, n. 1, foglio 90, e n. III, foglio 16.
- ^ Jacques Louis Madoets, signore di Boetsfaert, capitano di fanteria, poi assessore, sovrintendente e tesoriere della città di Bruxelles, graduato con il grado di tenente Grand veneur, castellano di Trois Fontaines, di Gruyer, Watergrave e Pluymgrave del Paese e del Ducato di Brabant grazie a tre lettere di brevetto del 6 agosto 1680. V. Christophe Butkens, Trophées tant sacrés que profanes du duché de Brabant, tomo II, Chrétien Van Lom, L'Aia, 1726, p. 250
- ^ Si veda qui per la carta de Ferraris.
- ^ Si veda anche il Registre du patrimoine immobilier protégé dans la Région de Bruxelles-Capitale, p. 11 Archiviato l'8 novembre 2014 in Internet Archive..
- ^ Si tratta di una serie di 12 arazzi rappresentanti scene di caccia nel Ducato di Brabante, ciascuna associata ad un mese e a un segno dello zodiaco. I cartoni furono disegnati da Bernard van Orley (1488-1541) e gli arazzi furono realizzati tra il 1531 e il 1533; al 2014 gli arazzi sono di proprietà del Louvre. Si veda: Véronique Van de Kerckhof, Le peintre et l'arpenteur: images de Bruxelles et de l'ancien duché de Brabant, p. 273; Joséphine Schouteden Wery, L'art et la vie dans les tapisseries des "Belles chasses de Maximilien", 1937.
- ^ (FR) Frammento di uno degli arazzi con descrizione, su encrypted-tbn0.gstatic.com. URL consultato il 1º giugno 2022 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2014).
- ^ Da non confondere con suo padre, Lucas Vorsterman.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Vanessa Lhuillier, Le château des Trois Fontaines en ruines, Le Soir, 23 ottobre 2014, p. 26 (disponibile on-line).
- Didier Gosuin, La gestion du château des Trois Fontaines, interpellanza alla ministra, 22 ottobre 2010 (disponibile on-line Archiviato il 24 settembre 2015 in Internet Archive.).
- Louis Schreyers, Irène Arquin, Les cinq châteaux d'Auderghem, Demeures Historiques & jardins, 2008, n. 160.
- Philippe Farcy, 100 châteaux de Belgique connus et méconnus, volume 4, éditions Aparté, 2005.
- Sander Pierron, Château des Trois-Fontaines, in: Histoire de la forêt de Soigne [sic], Bruxelles, Imp. scientifique Charles Bulens, 1905, pp. 280-286.
- Théodore Augustin Mann, Abrégé de l'histoire ecclésiastique, civile et naturelle de la ville de Bruxelles et de ses environs (...), volume 2, Bruxelles, Lemaire, 1785, p. 234.
- Jean-Claude Vitoux, Le château des Trois Fontaines, disponibile online.
- ReflexCity, Ancien château Les Trois-fontaines, disponibile online
- Légendes et symboles des arbres au Château des Trois-Fontaines, Auderghem, Conseil des trois Fontaines asbl, Bruxelles, 1993, 87 p., ill.
- Les amis de la forêt de Soignes ardents défendeurs d'une prison médiévale unique au cœur de la forêt, Vues sur Soignes, automne-hiver 2014, p. 5.
- Michel Maziers, Histoire d'une forêt périurbaine. Soignes sous la coupe de la Société générale, 1822-1843, éditions de l'Université libre de Bruxelles, 1994, 144 pp.
- L. Everaert, La construction des chaussées pendant l'Ancien régime dans la forêt de Soignes [catalogue d'exposition], Bruxelles, La royale belge et Conseil de Trois-Fontaines, 1987.
- Alphonse Wauters, Histoire des environs de Bruxelles, 1855.
- Roland Mortier, Hervé Hasquin (a cura di), Parcs, jardins et forêts au XVIIIe siècle, éditions de l'Université libre de Bruxelles, 1997.
Voci correlate
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Collegamenti esterni
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