Castel Delfino
Castel Delfino | |
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Ubicazione | |
Stato | Marchesato del Bosco |
Stato attuale | Italia |
Regione | Liguria |
Città | Pontinvrea |
Coordinate | 44°26′02.7″N 8°27′28.37″E |
Informazioni generali | |
Tipo | castello-fortezza |
Inizio costruzione | XIII secolo |
Primo proprietario | Delfino del Bosco |
Condizione attuale | ruderi |
Informazioni militari | |
Utilizzatore | Marchesato del Bosco |
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Il Castel Delfino era un castello fatto costruire dal marchese aleramico Delfino del Bosco tra Giovo Ligure e Pontinvrea in provincia di Savona, poi occupato dai del Carreto e dai Grimaldi. Di esso non restano che pochi ruderi appena affioranti dal terreno[1].
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]All'inizio del XIII secolo fu il marchese Delfino del Bosco ad erigere una prima torre d'avvistamento lungo la strada che dalla costa permetteva il raggiungimento del Basso Piemonte attraverso il colle del Giovo. Il successivo castello fu edificato su una collina appartenuta al suocero di Delfino, Enrico di Ussecio, che gli fu concessa in dote in usufrutto vitalizio nel 1206[2] insieme ai suoi diritti sulle consignorie aleramiche di Celle e di Stella, restituiti ai marchesi di Ussecio dopo la morte di Delfino nel 1223, poi presi da Ugo del Carreto nello stesso anno, e dai genovesi nel 1227[3].
Attualmente del castello non rimane quasi nulla. I pochi resti visibili riguardano i basamenti di una torre centrale circondata da alcuni edifici più bassi, il tutto circondato da mura. L'area interessata dai ruderi è modesta e occupa una estensione massima di circa metri 30 x 15. All'esterno si scorge il segno di alcuni terrapieni probabilmente sormontati in origine da palizzate in legno, materiale con il quale doveva essere costituito gran parte del fortilizio.
Tradizione
[modifica | modifica wikitesto]Castel Delfino è circondato da una tradizione savonese sul suo abbattimento che poco dopo si verificò ad opera dei soldati genovesi. La tradizione racconta che alla morte di Delfino del Bosco, durante una battaglia, la vedova Giovanna di Ussecio fu costretta al matrimonio con Ugone del Carretto che occupò il castello.
Durante il banchetto di nozze, l'attenzione della castellana fu però rivolta ad un giovane cantastorie, nel mentre di una esibizione canora, che fece infuriare il neo marito Ugone e che lo portò ad uccidere il giovane. Seppellito dal padre nel convento, l'uccisione fu vista dagli abitanti del castello come segno di sventura e di premonizione a qualche gravoso episodio. Poco tempo dopo il maniero fu assediato dalle truppe genovesi che lo espugnarono con danni e scontri dove perirono, tra gli altri, gli stessi castellani Ugone del Carretto e la moglie Giovanna[4][5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Archeologia Medievale, IX, 1982, All’Insegna del Giglio, 1º dicembre 1982, ISBN 978-88-7814-723-2. URL consultato il 1º aprile 2023.
- ^ "I Registri della Catena del Comune di Savona". Registro I. p. 65. Archivio di Stato di Savona. Società Ligure di Storia Patria. Genova. 1986. (PDF), su storiapatriagenova.it.
- ^ Comune di Stella - Guida turistica - Storia di Stella - Storia, su www.comunestella.it. URL consultato il 1º aprile 2023.
- ^ Pontinvrea: la leggenda di “Castel Delfino”, Giovanna, Ugone e Naldo, su La Voce di Genova, 2 maggio 2020. URL consultato il 1º aprile 2023.
- ^ Tutte le fortificazioni della provincia di Savona in sintesi, Castelli della Liguria, su www.mondimedievali.net. URL consultato il 1º aprile 2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Parola, Mioglia storia e ricordi, Edizione del Comune di Mioglia, 1999