Cassio (Terenzo)
Cassio frazione | |
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La via centrale del borgo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Parma |
Comune | Terenzo |
Territorio | |
Coordinate | 44°35′13.3″N 10°02′07.2″E |
Altitudine | 815 m s.l.m. |
Abitanti | 130[2] |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 43040 |
Prefisso | 0525 |
Fuso orario | UTC+1 |
Patrono | santa Maria Assunta |
Cartografia | |
Cassio è una frazione del comune di Terenzo, in provincia di Parma.
La località dista 5,10 km dal capoluogo.[1]
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Salti del Diavolo
[modifica | modifica wikitesto]A valle del borgo sorgono i Salti del Diavolo, affioramenti di rocce sedimentarie derivanti dalla disgregazione di antiche rocce eterogenee;[3] i materiali che li costituiscono, prevalentemente graniti, gneiss, porfidi, calcari, arenarie e diaspri, sono disposti granulometricamente con dimensioni decrescenti dal basso verso l'alto; alla base sono cementati grandi ciottoli, che diventano più piccoli e arrotondati al centro; la sommità è infine costituita da un amalgama compatto di colore biancastro, chiamato localmente "mass ladéin", molto utilizzato fino al XX secolo nelle decorazioni architettoniche degli edifici della zona.[4]
Disposti in perfetto allineamento, i Salti del Diavolo tagliano ortogonalmente la val Baganza collegando gli abitati di Cassio e Chiastre di Ravarano, sul versante opposto; le formazioni, risalenti al Cretacico, si presentano come una serie lunga circa 5 km di strette guglie che a tratti si elevano fino a un'altezza di 10 m rispetto al terreno circostante.[3]
Le rocce derivano il loro nome dalla leggenda secondo la quale esse costituirebbero le orme lasciate in epoca remota dal diavolo in fuga, scacciato da un eremita.[3]
Origini del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il toponimo della località, di origine prediale, è associabile alla gens Cassia, probabilmente assegnataria di terre nella zona in epoca romana.[5]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il primo insediamento umano fu fondato probabilmente in epoca romana, quale possedimento della gens Cassia.[5]
In età medievale il borgo, posto lungo la via Francigena, apparteneva ai conti da Cassio, che vi edificarono un castello oggi scomparso.[6]
Verso la metà del XVI secolo i conti Rossi acquistarono il feudo, che annetterono ai vicini possedimenti di Bardone e Corniana.[6]
Nel 1635 Troilo IV de' Rossi fu dichiarato reo di ribellione dal duca di Parma Odoardo I Farnese, che confiscò tutte le sue terre, comprendenti tra gli altri i feudi di San Secondo, Berceto, Roccaprebalza, Roccalanzona e Corniana.[7] Il fratello Scipione I, che servì a lungo il regno di Spagna, nel 1657 riuscì con l'aiuto del re Filippo IV a convincere il duca Ranuccio II ad annullare il decreto del 1635, a fronte tuttavia di un pesantissimo indebitamento,[8] che nel 1666 lo costrinse a cedere tutti i feudi appenninici alla Camera ducale di Parma. In seguito Cassio fu assegnata ai conti Pavesi di Pontremoli,[6] che la mantennero fino all'abolizione dei diritti feudali sancita dai decreti napoleonici del 1805.[9]
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Chiesa dell'Assunzione di Maria Vergine
[modifica | modifica wikitesto]Edificata entro il XII secolo, la chiesa romanica, menzionata per la prima volta nel 1230, fu quasi completamente ricostruita intorno al 1600; pesantemente danneggiata dai bombardamenti alleati della seconda guerra mondiale nel 1944, fu riedificata nella zona absidale nel 1950; ristrutturata tra il 1960 e il 1970 , fu restaurata e consolidata strutturalmente tra il 2010 e il 2012. Il luogo di culto, quasi interamente rivestito in pietra, conserva a lato del presbiterio un pregevole affresco raffigurante i Santi Giovanni Battista e Benedetto, dipinto tra il 1425 e il 1430.[5][10][11]
Xenodochio
[modifica | modifica wikitesto]Esistente già nell'XI secolo, lo xenodochio, oggi scomparso, fu gestito fino al 1213 dai monaci benedettini dell'abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma e successivamente dai frati dell'abbazia di Leno; intitolato a sant'Ilario di Poitiers, l'ospedale fu in seguito assegnato alla diocesi di Parma ai tempi del vescovo Ugolino de' Rossi e infine all'Ospedale della Misericordia a partire dal 1471.[5]
Borgo
[modifica | modifica wikitesto]Sviluppato lungo l'antica via Francigena, il borgo conserva l'originaria struttura medievale, caratterizzata dalla presenza di edifici in pietra, sopraelevati nel XV e nel XVI secolo, addossati fra loro ai lati della strada, lastricata in arenaria.[5]
Via degli Scalpellini
[modifica | modifica wikitesto]Sviluppato accanto ai Salti del Diavolo, il sentiero riprende l'antico tracciato percorso fino al 1950 dagli scalpellini per estrarre le pietre utilizzate per le decorazioni architettoniche degli edifici del circondario; la via pedonale e ciclabile collega gli abitati di Cassio e Chiastre,[12] superando il Baganza con uno stretto ponte sospeso realizzato tra il 2005 e il 2007,[13] ma distrutto da una piena del torrente nell'ottobre del 2014;[14] nel 2021 fu decisa la ricostruzione della passerella metallica[15] lunga 60 m, che fu completata nel giugno 2023.[16]
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]La località è attraversata dalla strada statale 62 della Cisa, che lambisce il centro storico sviluppato ai lati dell'antica via Francigena.[17]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b La Frazione di Cassio, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 13 agosto 2016.
- ^ [1]
- ^ a b c I Salti del Diavolo, su ravarano.it. URL consultato il 13 agosto 2016.
- ^ I Salti del Diavolo, su prolococalestano.it. URL consultato il 13 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2016).
- ^ a b c d e Cassio, su web-b.ltt.it. URL consultato il 13 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2016).
- ^ a b c Molossi, p. 66.
- ^ Cherbi, pp. 173-174.
- ^ Approfondimento storico, su webalice.it. URL consultato il 13 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2016).
- ^ L'eredità napoleonica. Il Codice (PDF), su treccani.it. URL consultato il 13 agosto 2016.
- ^ Chiesa dell'Assunzione di Maria Vergine "Cassio, Terenzo", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 20 settembre 2018.
- ^ Cassio, su sixia.it. URL consultato il 13 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2016).
- ^ La Via degli Scalpellini e i Salti del Diavolo, su comune.calestano.pr.it. URL consultato il 13 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2016).
- ^ Un ponte sospeso sul Baganza per La Via degli Scalpellini, su notizie.parma.it. URL consultato il 3 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2016).
- ^ Leggenda - Montagna e Natura, su saltideldiavolo.it. URL consultato il 14 febbraio 2020.
- ^ Emily Capozucca, Salti del Diavolo, Comune di Terenzo e Bonifica Parmense per restituire il ponte tibetano alla sua valle, in corriere.it. URL consultato il 30 ottobre 2022.
- ^ Valentino Straser, Il ponte sul Baganza è realtà: inaugurata la nuova passerella, in Gazzetta di Parma, 22 giugno 2023, p. 18.
- ^ Cassio, su turismo.comune.parma.it. URL consultato il 13 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2016).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Cherbi, Le grandi epoche sacre, diplomatiche, cronologiche, critiche della chiesa vescovile di Parma, Tomo III, Parma, Tipografia Ferrari, 1839.
- Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei ducati di Parma Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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