Vai al contenuto

Caionvico

Coordinate: 45°31′28″N 10°17′31″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Caionvico
quartiere
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Comune Brescia
Territorio
Coordinate45°31′28″N 10°17′31″E
Altitudine150 m s.l.m.
Abitanti2 308[1] (2018)
Altre informazioni
Cod. postale25135
Prefisso030
Fuso orarioUTC+1
Cod. catastaleB373
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Caionvico
Caionvico
Caionvico – Mappa
Caionvico – Mappa

Caionvico è un quartiere di Brescia della città di Brescia. Fu comune autonomo fino al 1928, quando fu soppresso e annesso prima nel comune di Botticino e poi in quello cittadino.

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere si sviluppa ai piedi del Monte Mascheda verso la val Verde di Botticino. Il suo territorio è delimitato: a ovest e a nord, dalle pendici del monte; a est, dal comune di Botticino e a sud dal quartiere di Sant'Eufemia e dalla ferrovia Milano-Venezia[2].

In pianura, il territorio è solcato dal vaso Rudone e dal Naviglio Grande Bresciano. Da quest'ultimo, proprio a Caionvico si diramano altre seriole come la Comuna, la Caionvica e la Vescovada[3].

Origine del nome

[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo è di origine romana: dal latino vicus, agglomerato di case priva di Municipium, di cui era proprietario Callio. Letteralmente "Villaggio di Callio"[4].

Di origine romana, come rivela il toponimo, era posto al crocevia della strada che collegava Brescia alla Valverde di cui fu probabilmente il primo centro abitato da cui in seguito si svilupparono Botticino, Rezzato e Sant'Eufemia[4].

Nel medioevo, finì sotto i possedimenti della Diocesi di Brescia. Il vescovo Ramperto distribuì le terre al monastero di San Faustino Maggiore che iniziò un processo di bonifica dei terreni. A partire dai secolo X e XI, le terre furono assegnate ai monasteri di Sant'Eufemia e di Serle probabilmente a causa della decadenza del monastero faustino[5].

Nel Trecento acquistò autonomia comunale: nel 1385 è riportato nell'Estimo visconteo[6]. Nel 1438, Niccolò Piccinino riunì il suo esercito proprio a Caionvico per attaccare Brescia; tentativo fallito in seguito all'intervento di Scaramuccia da Forlì. Nel corso della guerra fra la Repubblica di Venezia e il Regno di Francia, Caionvico ospitò il Consiglio provvisorio di Brescia formato dagli esuli fedeli a Venezia[7].

L'economia di Caionvico fu prettamente rurale, ma nel Seicento e Settecento si sviluppò l'industria della produzione di calce, grazie alla presenza della roccia calcarea presente nell'area collinare e delle numerose seriole che rifornivano le fornaci della forza necessaria[8].

Alla fine del Settecento, l'arrivo dei rivoluzionari francesi nel bresciano portò alla costituzione di una repubblica autonoma (1797) che fu presto sostituita dalla Cisalpina (1797-1802) e dall'Italiana (1802-1805). Nel maggio 1797, Cajonvico fu indicato come comune appartenente al Cantone di Garza Orientale[9]. L'anno dopo fu assegnato al distretto del Garza Orientale[10], mentre a settembre passò al Distretto Centrale, entrambi appartenenti al Dipartimento del Mella[11].

Dopo una parentesi dovuta all'occupazione militare austro-russa e con la riorganizzazione della Seconda repubblica cisalpina, Cajonvico fu inserito nel Distretto I di Brescia, sempre del Dipartimento del Mella[12]. Nel giugno 1805, nel corso del riassetto amministrativo del napoleonico Regno d'Italia fu assegnato al cantone IV di Brescia del I distretto del capoluogo[13].

Nel 1807, nel comune fu aperta una fabbrica di cannoni[14]. Nel 1810, fu soppresso e annesso al comune di Botticino Sera[15].

Riottenne l'autonomia comunale il 1º maggio 1816, con la riorganizzazione amministrativa del Regno Lombardo-Veneto prevista dalla notificazione 12 febbraio 1816. Appartenne al I Distretto della Provincia di Brescia[16].

Dopo l'esito della Battaglia di Solferino e San Martino e secondo quanto previsto dalla legge Rattazzi, Caionvico mantenne l'autonomia comunale sia sotto il Regno di Sardegna (1859-61) sia sotto il Regno d'Italia. Nella nuova riorganizzazione amministrativa fu inserito nel III Mandamento e del I Circondario della nuova Provincia di Brescia[17].

La parrocchia aveva giurisdizione su un territorio molto più vasto di quello comunale: nel 1916, la chiesa di Buffalora, frazione del comune, chiese e ottenne di essere separata dalla principale[14].

Nel 1928, il comune di Caionvico fu nuovamente soppresso e assieme ai comuni di Botticino Mattina e di Botticino Sera costituì il nuovo comune di Botticino[18]. Tuttavia, dopo solo pochi mesi, Caionvico e Buffalora furono scorporati da questo comune e aggregati a quello di Brescia assieme a Sant'Eufemia[19].

L'amministrazione cittadina sviluppò l'ambito residenziale della frazione[20]. Nel 1967, l'autolinea 7, proveniente da Sant'Eufemia, fu estesa a Caionvico, fino al confine con il comune di Botticino[21].

L'istituzione del consiglio di quartiere di Caionvico risale al luglio 1972, quando il consiglio comunale di Brescia votò per la costituzione di organismi di rappresentanza di prossimità[22]. Le prime elezioni si tennero il 7 aprile 1974[23]. Tre anni dopo, la Giunta Trebeschi recepì la legge 278/1976 e istituì le nuove circoscrizioni. Il quartiere fu assegnato all'Ottava circoscrizione, assieme a Porta Venezia e Sant'Eufemia[24].

Nel 2007, la giunta Corsini ridusse il numero delle circoscrizioni portandole da nove a cinque e Caionvico fu assegnata alla nuova Circoscrizione Est[24].

Nel 2014, a seguito dell'abolizione delle circoscrizioni per i nuovi limiti imposti dalla legge 191/2009, la Giunta Del Bono decise di ricostituire gli organi consultivi di rappresentanza dei quartieri. Le prime elezioni del consiglio di quartiere si tennero in tutta la città il 14 ottobre[25].

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose

[modifica | modifica wikitesto]

Aree naturali

[modifica | modifica wikitesto]
  • giardino Vento del Mascheda[26]

Nell'abitato di Caionvico è presente la sede della scuola primaria e secondaria della circoscrizione est della città di Brescia. Nelle vicinanze di queste ultime sorge anche la scuola dell'infanzia comunale.

Infrastrutture e trasporti

[modifica | modifica wikitesto]

Caionvico è servito dalle autolinee 8 (Sanpolino-Serle) e 11 (Collebeato-Botticino) della rete dei trasporti urbani di Brescia e hinterland[27].

A partire dal giugno 1881, Caionvico fu servita da una fermata della tranvia Brescia-Salò-Gargnano che passava lungo la Padana superiore. La linea fu soppressa nel 1954[28].

  1. ^ Popolazione e famiglie residenti nel comune di Brescia per Zone e Quartieri nel 2018 (PDF), su comune.brescia.it, p. 5 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2022).
  2. ^ Comune di Brescia - Mappa della città con visualizzazione dei quartieri (PDF), su comune.brescia.it, 2018 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2022).
  3. ^ Piano Generale del Territorio di Brescia - Reticolo Idrico, su comune.brescia.it.
  4. ^ a b Lisa Cesco, Diego Serino, p. 23.
  5. ^ Lisa Cesco, Diego Serino, pp. 23-24.
  6. ^ comune di Caionvico sec. XIV - 1797, su lombardiabeniculturali.it.
  7. ^ Lisa Cesco, Diego Serino, p. 24-25.
  8. ^ Lisa Cesco, Diego Serino, p. 25.
  9. ^ Atti Repubblica Bresciana. Vol. II, p. 8.
  10. ^ Atti Repubblica Cisalpina. Vol. V, p. 61.
  11. ^ Atti Repubblica Cisalpina. Vol. VI, p. 39.
  12. ^ Atti Seconda Repubblica Cisalpina. Vol. II, p. 160.
  13. ^ Bollettino Regno d'Italia 1805, p. 225.
  14. ^ a b Lisa Cesco, Diego Serino, p. 26.
  15. ^ comune di Caionvico 1798 - 1809, su lombardiabeniculturali.it.
  16. ^ Atti Lombardo-Veneto 1816, p. 56 e p. 90.
  17. ^ Leggi Regno d'Italia 1859, p. 1370.
  18. ^ Regio decreto 16 febbraio 1928, n. 392
  19. ^ Regio decreto 27 settembre 1928, n. 2383
  20. ^ Lisa Cesco, Diego Serino, p. 27.
  21. ^ Gianpiero Belotti, Mario Baldoli, p. 190.
  22. ^ Lisa Cesco, Diego Serino, p. 51.
  23. ^ Maurilio Lovatti, Marco Fenaroli, p. 35.
  24. ^ a b Lisa Cesco, Diego Serino, p. 52.
  25. ^ Elezioni Quartieri 2014, p. 5.
  26. ^ Lisa Cesco, Diego Serino, p. 39.
  27. ^ Brescia Mobilità - Mappa delle linee bus e della Metropolitana (PDF), su bresciamobilita.it, 2023. URL consultato il 5 gennaio 2024 (archiviato il 13 marzo 2023).
  28. ^ Mauro Oliva, p. 49 e pp. 225-226.

Storia locale

[modifica | modifica wikitesto]
  • Gianpiero Belotti, Mario Baldoli, Una corsa lunga cent'anni - Storia dei trasporti pubblici di Brescia dal tram a cavalli al progetto Metrobus, Brescia, Fondazione Civiltà Bresciana, 1999.
  • Lisa Cesco, Diego Serino, 30 anni di partecipazione: l'esperienza delle circoscrizioni a Brescia. Circoscrizione Est, Brescia, Comune di Brescia, 2010.
  • Maurilio Lovatti, Marco Fenaroli, Governare la città. Movimento dei quartieri e forze politiche a Brescia 1967-77, Brescia, Nuova ricerca editrice, 1978.
  • Mauro Oliva, Tram extraurbani a Brescia. Dalla «Compagnie Générale» alla «Tranvie Elettriche Bresciane», Brescia, Trenidicarta.it, 2022.
  • Le elezioni dei Consigli di Quartiere a Brescia nel 2014 (PDF), su comune.brescia.it. URL consultato il 5 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2022).

Storia amministrativa

[modifica | modifica wikitesto]
  • Caionvico, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.
  • Raccolta dei decreti del Governo provvisorio bresciano e di altre carte pubblicate a quell'epoca colle stampe. Volume secondo, Brescia, Tipografia dipartimentale del Mella, 1804.
  • Raccolta delle leggi, proclami, ordini ed avvisi nell'anno VI Repubblicano. Tomo V, Milano, Luigi Velandini, 1798.
  • Raccolta delle leggi, proclami, ordini ed avvisi nell'anno VII Repubblicano. Tomo VI, Milano, Luigi Velandini, 1798.
  • Raccolta delle leggi, proclami, ordini ed avvisi. Pubblicati in Milano dal giorno 13 Pratile anno VIII, epoca del ritorno dell'Armata Francese in questa città. Tomo II.
  • Bollettino delle leggi del Regno d'Italia. Parte Prima. Dal I gennaio al 30 giugno 1805, Milano, Stamperia Reale, 1805.
  • Atti del Governo di Lombardia. Parte Prima. Dal 1° Gennajo al 30 Giugno 1816, Milano, Imperial Regia Stamperia, 1816.
  • Collezione celerifera delle leggi, decreti, istruzioni e circolari pubblicate nell'anno 1859, Torino, Stamperia Reale, 1860.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Brescia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Brescia