Battaglia di Tertry
Battaglia di Tertry | |
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Mappa della Francia nel 714 (in verde l'Austrasia) | |
Data | 687 |
Luogo | Tertry |
Esito | Vittoria austrasiana |
Schieramenti | |
Comandanti | |
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La battaglia di Tertry fu un'importante battaglia nella Gallia merovingia tra le forze dell'Austrasia di Pipino II da un lato e quelle di Neustria e Borgogna dall'altro.[1] La battaglia si svolse nel 687 a Tertry,[2] ed essa è presentata come un racconto eroico negli Annales Mettenses priores. Dopo aver ottenuto la vittoria sul campo di battaglia di Tertry, gli austasiani dettarono il futuro politico dei Neustriani.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il potente maestro di palazzo austrasiano, Pipino II, aveva concluso la pace con il suo omologo neustriano, Warattone, nel 681. Tuttavia i successori di Warattone avevano rinnovato il conflitto tra Austrasia e Neustria, fatto comune in tempi di disunione. Il regno franco fu poi unito sotto il re Teodorico III, che ereditò l'Austrasia nel 679. Teodorico III - nato e cresciuto in Neustria e neustriano fino al midollo -, assieme ai nobili di Neustria e Borgogna, sotto il loro maggiordomo di palazzo, Bertario, invasero il territorio dell'Austrasia. Bertario e Teodorico furono indirizzati a Tertry da Pipino nel 687, ove gli austrasiani vinsero la battaglia.[3] Lo storico Michael Frassetto afferma che la guerra durante la quale ebbe luogo la battaglia di Tertry era essenzialmente il risultato di una lunga faida tra i leader austrasiani e neustriani, oltre che il risultato di un conflitto civile all'interno della Neustria stessa.[4] Secondo il testo degli Annales Mettenses priores- probabilmente scritto nel monastero di Chelles - Pipino II aveva portato gli austasiani a una grande vittoria durante la battaglia di Tertry.[5]
I vincitori costrinsero quindi Bertario a lasciare la sua carica e Pipino nominò Nordeberto ad agire per suo conto in Neustria e Borgogna, che come primo merovingio in questa posizione, non era altro che un re fantoccio per Pipino.[6] Il re fu costretto a riconoscere Pipino come maggiordomo di palazzo su Austrasia, Neustria e Borgogna.[7] Eclissando i maggiordomi di palazzo neustriani, la vittoria di Pipino determinò l'effettiva fine della vecchia sede del potere merovingio, consentendo ai maggiordomi Arnolfingi di controllare gli sviluppi politici neustriani.[8] Secondo la storica Rosamond McKitterick, la battaglia di Tertry costituisce uno dei momenti "decisivi" per la dinastia carolingia e la sua storia.[9] Nonostante l'importanza di Tertry nel rafforzare la posizione di Pipino, passarono altre due generazioni prima che Pipino il Breve rivendicasse la regalità dei Franchi.[10][nota 1]
La battaglia fece sì che:
- ci fosse un'ulteriore diminuzione dell'autorità reale, poiché ancora una volta un reale merovingio era stato definitivamente sconfitto in battaglia;
- l'Austrasia assumesse la supremazia sul resto del regno, regione centro delle successive conquiste a est e, con l'impero carolingio, facente capo ad Aquisgrana;
- il diritto indiscusso al dominio del clan arnolfingio, e Pipino assunse persino il titolo di dux et princeps Francorum;
- Pipino regnasse, come diceva una cronaca, da allora in poi su tutti i Franchi per altri ventisette anni. Pipino trascorse il resto del VII secolo e i primi anni dell'VIII secolo ristabilendo la supremazia franca in Germania, durante la quale costrinse i frisoni, i sassoni, gli alemanni, i suebi, i turingi e i bavaresi a riconoscere la loro subordinazione ai franchi.[11]
Dalla battaglia di Tertry in avanti, il maggiordomo di palazzo del clan pipinide rimase la figura di spicco all'interno della Francia.[12] Sotto l'erede di Pipino - il figlio illegittimo Carlo Martello - si delineò inoltre l'inizio del potere carolingio.[13]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Esplicative
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La vittoria a Tertry non fu sufficiente di per sé a portare a Pipino il controllo immediato della Neustria e per costruire il sostegno politico, poiché ciò fu portato a compimento anche da fattori non militari come i matrimoni appropriati e gli intrighi di corte - caratteristiche della dinastia carolingia.
Bibliografiche
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Frassetto (2013), pp. 506–507.
- ^ Bachrach (2013), p. 2.
- ^ McKitterick (1983), pp. 27–28.
- ^ Frassetto (2003), p. 329.
- ^ McKitterick (2008), p. 63.
- ^ James (1995), p. 97.
- ^ Frassetto (2013), p. 507.
- ^ Wallace-Hadrill (2004), p. 82.
- ^ McKitterick (1983), p. 28.
- ^ Frassetto (2003), p. 328.
- ^ Smith-Clare (1897), p. 1205.
- ^ Wickham (2016), p. 37.
- ^ Wallace-Hadrill (2004), pp. 82-83.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Bernard Bachrach, Charlemagne's Early Campaigns (768–777): A Diplomatic and Military Analysis, Boston e Leida, Brill Publishers, 2013, ISBN 978-9-00424-477-1.
- (EN) Marios Costambeys, Matthew Innes e Simon Maclean, The Carolingian World, Cambridge and New York, Cambridge University Press, 2012, ISBN 978-0-52156-366-6.
- (EN) Michael Frassetto, Encyclopedia of Barbarian Europe: Society in Transformation, Santa Barbara, CA, ABC-CLIO, 2003, ISBN 978-1-57607-263-9.
- (EN) Michael Frassetto, The Early Medieval World: From the Fall of Rome to the Time of Charlemagne, Vol 1. (A–K), Santa Barbara, CA, ABC-CLIO, 2013, OCLC 931447923.
- (EN) Edward James, The Northern World in the Dark Ages, 400–900, in George Holmes (a cura di), The Oxford History of Medieval Europe, New York, Oxford University Press, 1995, ISBN 978-0-19280-133-3.
- (EN) Rosamond McKitterick, The Frankish Kingdoms under the Carolingians, 751–987, Londra, Longman, 1983, ISBN 0-582-49005-7.
- (EN) Rosamond McKitterick, Charlemagne: The Formation of a European Identity, New York, Cambridge University Press, 2008, ISBN 978-0-521-71645-1.
- (EN) Bernard Peale, Charlemagne's Early Campaigns (768–777): A Diplomatic and Military Analysis, Boston e Leida, Brill Publishers, 2013, ISBN 978-9-00424-477-1.
- (EN) Israel Smith-Clare, Mediæval History, Vol. IV., New York, R. S. Peale & J. A. Hill, 1897.
- (EN) J.M. Wallace-Hadrill, The Barbarian West, 400–1000, Malden, MA, Wiley-Blackwell, 2004, ISBN 978-0-63120-292-9.
- (EN) Chris Wickham, Medieval Europe, New Haven e Londra, Yale University Press, 2016, ISBN 978-0-30020-834-4.