al-Qāʿida nella Penisola Arabica

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Al-Qāʿida nella Penisola Arabica
AttivaGennaio 2009 – presente
NazioneYemen, Arabia Saudita
ContestoInsurrezione di al-Qaida in Yemen, Rivolta yemenita, Guerra civile dello Yemen (2015)
IdeologiaJihadismo salafita
Fondamentalismo islamico, Qutbismo, Panislamismo
AlleanzeAffiliato a:
Al-Qaida, Ansar al-Shari'a (Yemen)
Altre alleanze:
Al-Nusra, Al-Shabaab, Al Qaeda nel Maghreb Islamico
Componenti
FondatoriNasir al-Wuhayshi
Componenti principaliSa'id al-Shihri †, Nasser bin Ali al-Ansi †, Anwar al-Awlaki †, Qasim al-Raymi
Attività
Azioni principaliAttentato alla sede di Charlie Hebdo
[1]
Voci su organizzazioni terroristiche in Wikipedia

Al-Qāʿida nella Penisola Arabica, conosciuta anche come Ansar al-Sharia nello Yemen (abbreviato AQAP, in Arabo: تنظيم القاعدة في جزيرة العرب), è un'organizzazione terroristica islamista affiliata ad Al-Qaida che opera principalmente nello Yemen e in Arabia Saudita.

È un gruppo di stampo jihadista salafita formato nel 2009 dalla fusione delle branche yemenita e saudita di Al-Qaeda[2][3]. È stato diretto da Nasir al-Wuhayshi (nato il 1º ottobre 1976), assassinato il 12 giugno 2015 da un bombardamento di un drone statunitense[4]. L'attuale capo dal 2015, Qasim al-Raymi, è stato ucciso da un drone statunitense il 29 gennaio 2020.

Situazione militare nell'ottobre 2022:

     Controllato dagli Huthi del Consiglio politico supremo

     Controllato dal governo di Hadi

     Controllato da al-Qāʿida nella Penisola Arabica (AQAP) e Ansar al-Shari'a

     Controllato dal Consiglio di Transizione del Sud

In Yemen, in seguito alla rivolta yemenita del 2011 e allo scoppio della guerra civile in Yemen nel 2015, AQAP, che controlla alcune porzioni di territorio nella regione centrale del Paese, si oppone al governo di Hadi, al gruppo sciita degli Huthi e ai rivali jihadisti sunniti affiliati allo Stato Islamico (ISIS)[5][6][7]. Dal 2009, gli Stati Uniti, sostenitori dei governi yemeniti di Saleh e Hadi, conducono una campagna di attacchi aerei con droni contro i membri di AQAP[8]. L'organizzazione è responsabile della pianificazione di diversi attentati contro obiettivi occidentali, tra cui l'attentato alla sede di Charlie Hebdo a Parigi del 7 gennaio 2015.[9].

AQAP è da tempo attiva nella promozione del cosiddetto "terrorismo fai da te" da parte di homegrown terrorist, giovani che vivono da anni, se non dalla nascita, in Occidente e mediante l'utilizzo di materiale online, senza dover compiere alcun viaggio, si radicalizzano e si addestrano direttamente da casa, per attaccare i Paesi cui non si sentono di appartenere. Uno dei principali mezzi utilizzati da AQAP a tale scopo è il magazine in lingua inglese Inspire, ideato da al Awlaki e pubblicato sin dal 2010.[10]

  1. ^ LA RIORGANIZZAZIONE DI AL-QAEDA NELLA PENISOLA ARABICA (PDF).
  2. ^ Profile: Al-Qaeda in the Arabian Peninsula, in BBC News, 16 giugno 2015.
  3. ^ Al-Qaeda in the Arabian Peninsula (AQAP), in Council on Foreign Relations, 19 giugno 2015. URL consultato il 18 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2017).
  4. ^ Yemen: ucciso numero due di al Qaida Nasir al Wuhayshi, su archivioradiovaticana.va. URL consultato l'8 agosto 2022.
  5. ^ Al-Qaeda in the Arabian Peninsula Rejects Isis 'Caliphate', Ending Fears of Deadly Terror Alliance, in International Business Times, 21 novembre 2014.
  6. ^ In Yemen chaos, Islamic State grows to rival al Qaeda, in Reuters, 30 giugno 2015. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2015).
  7. ^ Al-Qaeda dispute with Isis devolves to name-calling, in The Independent, 3 novembre 2015.
  8. ^ Charting the data for US airstrikes in Yemen, 2002 - 2015, in The Long War Journal.
  9. ^ Al Qaida ha rivendicato l’attentato contro Charlie Hebdo, su Il Post, 14 gennaio 2015. URL consultato l'8 agosto 2022.
  10. ^ Laura Quadarella Sanfelice di Monteforte, Il terrorismo “fai da te”. Inspire e la propaganda online di AQAP per i giovani musulmani in Occidente, Roma, Aracne, 2013. URL consultato il 1º luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2016).

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN169624067 · LCCN (ENno2011035608 · J9U (ENHE987007427281105171