Abu Zakariyya Yahya
Abu Zakariyya Yahya | |
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Dinar aureo di Abu Zakariya Yahya coniato a Tlemcen | |
sultano del sultanato hafside | |
In carica | 1229 – 1249 |
Predecessore | titolo istituito |
Successore | Muhammad I al-Mustansir |
Nascita | 1203 |
Morte | sultanato hafside, 5 ottobre 1249 |
Dinastia | hafsidi |
Padre | Abu Muhammad Abd al-Wahid ibn Abi Hafs |
Religione | islam |
Abū Zakariyyāʾ Yaḥyā ibn ʿAbd al-Wāḥid (Arabo أبو زكريا يحيى بن عبد الواحد; 1203 – 1249) è stato il primo sultano indipendente della dinastia hafside dell'Ifriqiya. Era fratello del precedente governatore della regione Abū Muḥammad ʿAbd Allāh, quindi figlio di ʿAbd al-Wāḥid b. Abī Ḥafṣ ʿUmar al-Hintātī, compagno dell'autoproclamato Mahdi Ibn Tūmart e primo governatore dell'Ifriqiya per conto degli Almohadi.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Origini
[modifica | modifica wikitesto]Durante il periodo di governo del padre e del fratello servì come governatore di Gabès e poi di Tunisi per conto degli Almohadi di Marrakesh, la dinastia che controllava tutto il Maghreb e al-Andalus.
Salita al potere e indipendenza
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1228 detronizzò il fratello Abū Muḥammad ʿAbd Allāh.
Era uno strenuo osservatore della dottrina del Mahdi fondata da Ibn Tūmart, e, quando il califfo almohade Idrīs al-Maʾmūn rigettò tale dottrina a favore di quella sunnita, Abū Zakariyyāʾ dichiarò la propria indipendenza da Marrakesh e, nel 1229, smise di far dire la khuṭba in nome del califfo almohade.
Consolidamento del potere
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1230 conquistò Costantina e Béjaïa, e, nel 1234 espulse i discendenti dei Banū Ghāniya a sud di Costantina e nella Tripolitania.
Nel 1242 attaccò e conquistò Tlemcen, capitale del Regno di Tlemcen della dinastia zayyanide, con un esercito poderoso (secondo le fonti dell'epoca solo gli arcieri erano 30.000) costringendo il sultano zayyanide Yaghmurāsan ibn Zayyān a fuggire nei territori delle tribù dei Banu Ournid. Abū Zakariyyā, constatando però la popolarità di cui godeva Yaghmurāsan presso la popolazione di Tlemcen, oltre al fatto che i notabili locali filo-Zayyanidi si rifiutavano di collaborare con gli Hafsidi, decise di riconsegnare Tlemcen a Yaghmurāsan e di allearsi con lui contro il nuovo califfo almohade al-Ḥasan al-Saʿīd.
Nel 1238 in al-Andalus Valencia era assediata da Giacomo I, e Abū Zakariyyāʾ rispose alla richiesta di soccorso del Zayyān ibn Mardanish, il governatore della città, inviando verso Valencia una flotta che non riuscì nemmeno a sbarcare in città perché gli Aragonesi avevano bruciato il porto.
La sua astuzia e abilità gli permisero, entro la fine del suo regno, di avere uno Stato forte, dove la dinastia merinide del Maghreb al-Aqsa (attuale Marocco), gli Zayyanidi del Regno di Tlemcen e i Nasridi del Sultanato di Granada lo avevano riconosciuto formalmente come loro signore.
Politica, economia e opere architettoniche
[modifica | modifica wikitesto]Abū Zakariyyāʾ stabilì la propria capitale a Tunisi, facendovi edificare moschee, madrase, suq e altri edifici. Sue opere furono la madrasa al-Shammāʿiyya[1]. e la moschea della Qasba.[2]
Avviò relazioni diplomatiche e commerciali con l'imperatore Federico II di Svevia, con l'Aragona, la Provenza, la Linguadoca, con Venezia, Pisa e Genova. Grazie all'aumento del commercio marittimo Tunisi divenne un importante centro economico e culturale. Nella città durante il suo regno si rifugiarono molti andalusi in fuga dalla Reconquista, accogliendo nella sua corte molti notabili e letterati andalusi.
Abū Zakariyyāʾ permise agli ebrei che erano stati convertiti con la forza all'islam in epoca almohade di tornare al giudaismo, tornando a vivere in condizioni relativamente normali. Le sinagoghe chiuse o distrutte in epoca almohade furono riaperte e ricostruite. Gli ebrei giocarono un ruolo molto importante nella politica economica di Abū Zakariyyāʾ, occupandosi del commercio estero sviluppato dal sultano.[3]
Morì nel 1249 e gli succedette al trono il figlio Muḥammad I al-Mustanṣir.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cioè "madrasa dei fabbricanti di candele". Si veda (FR) Médersa Ech Chamaiya
- ^ (FR) Mosquée de la Kasbah de Tunis
- ^ Jews in Tunisia 03: Arab rule 1229-1543, su www.hist-chron.com. URL consultato il 26 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2023).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Julien, Charles-André. Histoire de l'Afrique du Nord, des origines à 1830, Payot, Parigi, 1994.