22 Piscium
| 22 Piscium | |
|---|---|
  | |
| Classificazione | Gigante arancione[1] |
| Classe spettrale | K4IIIa C ~[1] |
| Distanza dal Sole | 1181 anni luce (361,68 parsec)[1] |
| Costellazione | Pesci |
| Coordinate | |
| (all'epoca J2000[1]) | |
| Ascensione retta | 23h 51m 57,83986s[1] |
| Declinazione | +02° 55′ 49,3885″[1] |
| Dati osservativi | |
| Magnitudine app. | 5,59[1] |
| Magnitudine ass. | -2,21[1] |
| Parallasse | 4,36 ± 0,36 mas[1] |
| Moto proprio | AR: 16,51 mas/anno Dec: -13,86 mas/anno[1] |
| Velocità radiale | 4,32 km/s[1] |
| Nomenclature alternative | |
22 Piscium è una stella gigante arancione situata a circa 1181 anni luce dalla Terra nella costellazione dei Pesci, di magnitudine apparente 5,59 e assoluta -2,21, quindi molto distante dal sistema solare ma altresì molto brillante.
Caratteristiche fisiche
[modifica | modifica wikitesto]La stella è una gigante arancione di classe spettrale K4 III; possiede una temperatura superficiale che va da un minimo di 3930 K[2] a un massimo di 4209 K[3] a seconda delle fonti. la luminosità è 782,62 volte superiore a quella solare[4]. Anche il valore della metallicità varia a seconda delle fonti: secondo Anderson l'abbondanza relativa è di [Fe/H]=-0,15[4], secondo Soubiran è ancora minore ([Fe/H]=-0,24[2]).
La sua velocità radiale positiva indica che la stella si sta allontanando dal sistema solare.
Occultazioni
[modifica | modifica wikitesto]Per la sua posizione prossima all'eclittica, è talvolta soggetta ad occultazioni da parte della Luna e, più raramente, dei pianeti, generalmente quelli interni.
La prossima occultazione lunare sarà visibile il 26 ottobre 2012[5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l * 22 Psc -- Star, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 15-10-2012.
- ^ a b The PASTEL catalogue (Soubiran+, 2010-)
- ^ Teff and metallicities for Tycho-2 stars (Ammons+, 2006)
- ^ a b Extended Hipparcos Compilation (XHIP) (Anderson+, 2012)
- ^ Luna occulta 22 Piscium (2012-10-26 19:55 CEST) [collegamento interrotto], su oato.inaf.it. URL consultato il 15-10-2012.
