Coordinate: 37°34′32.52″N 15°04′23.52″E

Tremestieri Etneo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Tremestieri Etneo
comune
Tremestieri Etneo – Stemma
Tremestieri Etneo – Veduta
Tremestieri Etneo – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Catania
Amministrazione
SindacoLoredana Torella (Commissario straordinario) dal 18-04-2024
Territorio
Coordinate37°34′32.52″N 15°04′23.52″E
Altitudine400 m s.l.m.
Superficie6,52 km²
Abitanti19 517[1] (30-6-2022)
Densità2 993,4 ab./km²
FrazioniCanalicchio, Piano
Comuni confinantiCatania, Gravina di Catania, Mascalucia, Pedara, San Giovanni la Punta, San Gregorio di Catania, Sant'Agata li Battiati
Altre informazioni
Cod. postale95030
Prefisso095
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT087051
Cod. catastaleL369
TargaCT
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona C, 1 250 GG[3]
Nome abitantitremestieresi
PatronoMadonna della Pace e Santa Barbara
Giorno festivolunedì successivo alla domenica in albis
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Tremestieri Etneo
Tremestieri Etneo
Tremestieri Etneo – Mappa
Tremestieri Etneo – Mappa
Posizione del comune di Tremestieri Etneo nella città metropolitana di Catania
Sito istituzionale

Tremestieri Etneo (Ṭṛimmisteri in siciliano[4]) è un comune italiano di 19 517 abitanti[1] della città metropolitana di Catania in Sicilia.

L'attuale territorio di Tremestieri Etneo, per le sue favorevoli condizioni ambientali e la centralità della sua posizione geografica, posta tra l'Etna e la città di Catania, è stato sede di nuclei abitati sin da tempi remoti. Di tale evenienza restano solo sparute tracce essendo state le altre, nella maggior parte, cancellate dai numerosi e ricorrenti eventi calamitosi, soprattutto di natura vulcanica e tellurica, che si sono abbattuti in ogni tempo sul territorio.

Confermano tale tesi i pochi ma significativi reperti archeologici, casualmente rinvenuti nel territorio, costituiti da spezzoni di sepolcri di terracotta, lucerne, vasellame, monete e piccoli utensili in metallo o in pietra, riferentisi, per lo più, al periodo romano e bizantino e, più raramente, a quello ellenistico.

Le prime citazioni scritte del toponimo "Tria Monasteria" si trovano in scritture pubbliche risalenti al periodo della dominazione normanna in Sicilia; la più antica è contenuta nel testo di un diploma del 1198, custodito nella biblioteca dei Benedettini di Catania.

Frequenti sono stati i terremoti e le lave che sin dalla preistoria hanno sconvolto e distrutto il territorio e l'abitato di Tremestieri. Per la violenza e gli ingenti danni provocati si ricordano le lave del 122 a.C., del 1381 e del 1444 ed i terremoti del 1169, del 1693 e del 1818.

Nonostante le frequenti e ripetute calamità dovute alle eruzioni, ai terremoti, alle micidiali epidemie ed alle ricorrenti avversità atmosferiche, alle quali seguivano spesso lunghi periodi di carestia, la piccola comunità di Tremestieri è sempre riuscita a risorgere ed a proliferare grazie alla indomita volontà di rinascita e allo spirito di attaccamento ai luoghi dei suoi abitanti perennemente corroborati da una radicata e profonda fede religiosa.

La crescita e l'importanza assunta dalla comunità tremestierese è indirettamente comprovata dalla bolla papale, emanata nel 1446 da papa Eugenio IV, con la quale la chiesa " de tribus monasteriis", che da tempo accoglieva anche i fedeli delle contrade circonvicine, fu elevata alla dignità parrocchiale.

Nei primi anni del XVII secolo l'abitato di Tremestieri contava una popolazione di oltre 1.200 persone e aveva ben sette chiese.

Nel 1641 il casale di Tremestieri, essendo stato venduto al ricco mercante genovese Giovanni Andrea Massa, venne staccato dalla giurisdizione demaniale di Catania a cui apparteneva sin dal periodo aragonese ed acquistò una propria autonomia amministrativa, seppure alquanto condizionata da un anacronistico sistema di governo di tipo feudale.

Nel 1817, per effetto della riforma amministrativa introdotta in Sicilia dalla restaurata monarchia borbonica, fu abolito il sistema feudale e Tremestieri divenne Comune.

Le prime amministrazioni comunali, superando non poche difficoltà, soprattutto di ordine finanziario, riuscirono a realizzare un modesto programma di opere pubbliche volto, tra l'altro, a migliorare i collegamenti con i paesi confinanti ed alla costruzione del cimitero.

Nel 1874 al toponimo Tremestieri, la cui etimologia sembra derivare dalla corruzione del latino "Tria Monasteria", venne aggiunto l'aggettivo "Etneo" per distinguerlo da una omonima località nei pressi della città di Messina[5].

A partire dagli anni sessanta Tremestieri, (prima nella frazione Canalicchio, un'isola amministrativa posta a ridosso di Catania, e poi nel capoluogo e nella frazione Piano, distanti 9 chilometri circa dalla città), ha registrato un eccezionale sviluppo edilizio con conseguente aumento della popolazione da duemila abitanti degli anni cinquanta agli oltre 22.000 attuali.

Il fenomeno è stato determinato dalla concomitanza di una serie di fattori socioeconomici, quali la espansione urbanistica della città di Catania e la crisi del settore agricolo che ha fatto definitivamente tracollare la tradizionale economia del paese basata originariamente sulla viticoltura ed olivicoltura e, negli ultimi anni, sulla agrumicoltura.

«Troncato semipartito: nel primo di campo di cielo, all'Etna al naturale, innevato sulla cima, fumante, col fumo posto in sbarra, di bianco; nel secondo di verde, alle tre chiese d'argento, ordinate in sbarra, munite di campanili posti due a sinistra, e quello della Chiesa in capo, a destra, la chiesa mediana più grande; nel terzo di rosso, all'ovale d'azzurro, caricato della lettera M della Beata Vergine Maria d'oro, ornata da dodici stelle d'oro, poste in cerchio, l'ovale accompagnato in punta da due rami di olivo verde, in decusse. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose

[modifica | modifica wikitesto]
  • Chiesa madre di Santa Maria della Pace, risalente con molta probabilità al XII secolo (la campana piccola nel campanile presente, incisa, la data del 1196) e ricostruita dopo il terremoto del 1693. Anticamente, l'attuale salone parrocchiale era l'oratorio di "Sancta Maria Mater Pacis" ed era sede della Cappella della Madonna Regina della Pace, antica Patrona di Tremestieri. L'interno della Chiesa Madre è suddiviso in tre navate e presenta diversi altari: Madonna del Carmelo e Santa Barbara (patrona del paese), San Michele Arcangelo, S.s Crocifisso (1637), S.s Sacramento, Cappella della Madonna della Pace, Madonna del Rosario, S. Maria della Purità e l'altare del purgatorio (o S. Maria del Suffragio). Vi sono diverse opere tra cui le due splendide statue lignee che raffigurano le protettrici del paese: la Madonna della Pace (fine del XVI secolo) e Santa Barbara vergine e martire (primi anni del XVII secolo). L'organo della Chiesa Madre è della scuola di D. Del Piano (F. Puglisi - 1846) ed è stato restaurato recentemente ed inaugurato il 3 Dicembre 2022 con un Concerto d'organo. Il Fercolo della Chiesa Madre (settecentesco) è custodito nella "Casa del fercolo" (comunemente chiamata "Casa da Vara"). Altre opere: tele degli altari minori databili al XVII e XVIII secolo di pregevole fattura (alcuni di scuola acese), simulacro di San Giuseppe, simulacro del Cristo Risorto (di recente fattura), fonte battesimale (di recente fattura), acquasantiera (datata 1630, in marmo e di pregevole fattura).


  • Chiesa Santa Maria Immacolata (1630) - voluta dal Can. della Cattedrale di Catania, Don Francesco Di Stefano, che veniva a villeggiare spesso a Tremestieri. All'interno, ad un unica navata, vi sono diversi affreschi e opere tra cui il vetusto simulacro della Madonna Immacolata (di pregevole e antica fattura).


  • Chiesa Sant'Antonio di Padova (prima metà del XVII secolo) - L'unico edificio di culto del paese ad aver resistito al terribile terremoto del 1693 che distrusse interamente Tremestieri. Ebbe la funzione di "Matrice" fino alla seconda metà del 1700 (la Chiesa Madre venne aperta al culto solo alla fine del 700). L'interno, ad unica navata, presenta un altare recante l'antico simulacro di Sant'Antonio di Padova (1600 - in cartone romano).


  • Chiesa Santa Maria dell'Idria, esistente già dal XVII secolo - Facciata a capanna con croce sommitale recante la data del 1648 (probabilmente, l'anno di fine lavori). All'interno, ad unica navata, presenta un altare recante un affresco settecentesco della Madonna dell'Itria.


  • Chiesa Sant'Antonio Abate, risalente al XVI secolo, non più esistente.


  • Chiesa Santa Maria dell'indirizzo, non più esistente.


  • Chiesa San Vito Martire, testimoniata già nel XVII secolo - facciata a capanna con portale e rosone in pietra lavica. All'interno, ad unica navata, presenta un altare con l'immagine di San Vito Martire


  • Chiesa Santa Maria delle Grazie, situata nella frazione Piano - anticamente, la Chiesa era dedicata a San Rocco (infatti, già l'edificio di culto esisteva da prima del XVII secolo, periodo in cui è stato intitolato alla Madonna delle Grazie). L'interno, ad unica navata, presenta numerosi affreschi (anche se ormai rovinati) della scuola di Giovanni Lo Coco (di Acireale, vissuto tra la fine del XVII e il XVIII secolo). Vi sono diverse opere tra cui: una Tela raffigurante l'antico titolare, San Rocco (1600), Tela raffigurante la Madonna delle Grazie con Sant'Agata e Santa Lucia (1600 - ubicata sull'altare maggiore della Chiesa), l'antico simulacro di pregevole fattura della Madonna delle Grazie (databile al XVII secolo e che venne sostituito negli anni '80 del XX secolo dall' attuale simulacro che viene annualmente portato in processione per le vie della frazione l'8 Settembre). Anticamente, la Chiesa presentava un tetto a cassettoni di legno affrescato che fu tolto a causa di restauri inopportuni. La facciata della Chiesa (a capanna con campanile a sinistra) è in pietra bianca e presenta un pregevole portale. Il Campanile presenta della aperture scandite da archi in pietra lavica e presenta, all'interno, diverse campane (la campana più grande risale al 1730). La facciata presentava dei colori diversi rispetto agli attuali (cancellati da ulteriori restauri negli anni '80 del XX secolo).

Architetture civili

[modifica | modifica wikitesto]
  • Ville padronali ottocentesche lungo la via Etnea (Villa Licciardello, Villa Bertuccio, Villa Fondacaro, Villa Valenti e tante altre).
  • Palazzo Paternò Toscano (nel quartiere San Vito) - sec. XIX
  • Palazzo Mazza (in via Roma) - sec. XVIII
  • Palazzo Valenti (ai quattro canti) - sec. XIX
  • Il Municipio (in piazza G. Mazzini) - 1963
  • Scuola Elementare T. Di Calcutta (in piazza Dante) - 1933 e antica sede del comune
  • Antichi palmenti

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[6]

Tradizioni e folclore

[modifica | modifica wikitesto]

Festa patronale della Madonna della Pace: domenica in albis e lunedì successivo: la festa si svolge nei giorni del sabato (con la processione dell'offerta della cera e la "Svelata" del simulacro della Regina della Pace), della domenica (con la prima processione con il Fercolo recante il simulacro della Madonna) e il lunedì.

Geografia antropica

[modifica | modifica wikitesto]

Le due frazioni più importanti di Tremestieri Etneo sono Canalicchio (isola amministrativa) e Piano.

La produzione tipica locale consiste principalmente nei prodotti dell'agricoltura quali agrumi, olive e uva da mosto ed artigianali costituiti da ricami e prodotti in pietra lavica.

Negli ultimi anni il settore edilizio ha subito un fortissimo impulso.

Amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
24 febbraio 1989 30 ottobre 1989 Salvatore Giuffrida Democrazia Cristiana Sindaco [7]
21 marzo 1990 10 luglio 1990 Giancarlo Manenti Comm. straordinario [7]
2 agosto 1990 7 maggio 1991 Andrea Messina Democrazia Cristiana Sindaco [7]
29 maggio 1991 22 maggio 1992 Natale Basile Democrazia Cristiana Sindaco [7]
22 maggio 1992 15 maggio 1993 Sebastiano Battaglia Democrazia Cristiana Sindaco [7]
15 maggio 1993 13 giugno 1994 Guido Costa Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale Sindaco [7]
18 giugno 1994 8 giugno 1998 Guido Costa Alleanza Nazionale Sindaco [7]
8 giugno 1998 10 giugno 2003 Guido Costa centro-destra Sindaco [7]
10 giugno 2003 1º marzo 2008 Salvatore Giuffrida Unione di Centro, Forza Italia Sindaco [7]
1º luglio 2008 8 novembre 2011 Antonino Basile centro Sindaco [7]
8 novembre 2011 7 maggio 2012 Giovanni Puglisi Comm. straordinario [7]
7 maggio 2012 23 giugno 2014 Concetta Rapisarda Basile lista civica Sindaco [7]
25 luglio 2014 14 giugno 2015 Antonino Lutri Comm. straordinario [7]
14 giugno 2015 17 aprile 2024 Santi Rando Fratelli d’Italia, Forza Italia, Tremestieri Viva, Popolari e Autonomisti, Movimento Forza Tremestieri, Tremestieri in primo piano Sindaco [8]

[9]

18 aprile 2024 in carica Loredana Torella Comm. straordinario [7]

Altre informazioni amministrative

[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Tremestieri Etneo fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.7 (Colline litoranee di Acireale)[10].

Nel campionato italiano di beach soccer milita dal 2012 in serie A il Canalicchio Catania Beach Soccer, rappresentante la frazione di Canalicchio. Sempre a Canalicchio, gioca l'A.S.D. Canalicchio, che milita nel campionato di seconda categoria.

Tremestieri Etneo ha anche una squadra di volley femminile, la Messaggerie Orizzonte Tremestieri, che milita nel campionato nazionale di Serie B1. La squadra maschile di volley, Algoritmi Tremestieri, milita nel campionato nazionale di Serie B2.

A Tremestieri Etneo gioca la squadra di pallanuoto maschile Muri Antichi, che milita in Serie B.

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 9 settembre 2022. URL consultato il 18 settembre 2022.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 1990, p. 666.
  5. ^ Variazioni di Nome o di Territorio dei Comuni dal 1º Gennaio 1872 al 11 Aprile 1880, in Popolazione. Movimento dello Stato Civile. Anno 1878. Parte Seconda, Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Direzione di Statistica, Roma, Tipografia Cenniniana, 1879, p.288. (copia digitale su Google Libri).
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ a b c d e f g h i j k l m n http://amministratori.interno.it/
  8. ^ Dimessosi a seguito del suo arresto per voto di scambio politico mafioso.
  9. ^ Voto di scambio e corruzione, sospeso il vice governatore della Sicilia Luca Sammartino, su www.rainews.it. URL consultato il 17-04-2024.
  10. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 5 luglio 2011.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Sicilia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Sicilia