Stazione di Mirandola FSMMF
Mirandola FSMMF stazione ferroviaria | |
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La facciata esterna della vecchia stazione (anno 1900 circa) | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Mirandola |
Coordinate | 44°52′55.16″N 11°04′13.76″E |
Linee | ferrovia Modena-Mirandola/Finale |
Storia | |
Stato attuale | dismessa |
Attivazione | 1883 |
Soppressione | 1932 |
Caratteristiche | |
Tipo | stazione di testa/terminale (1883-1932) fermata passante (1932-1964) |
Dintorni | Carrozzeria Barbi |
La stazione di Mirandola FSMMF, chiamata un tempo stazione vecchia (per distinguerla da quella aperta nel 1932), fu la prima stazione ferroviaria realizzata a Mirandola, in provincia di Modena. La stazione si trovava circa a metà dell'attuale viale Libertà.
Funse da capolinea della ferrovia Modena-Mirandola fino al 1932, quando dopo l'ammodernamento della linea (che fu elettrificata e portata allo scartamento standard), venne sostituita dalla nuova stazione di Mirandola SEFTA[1].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La stazione venne costruita all'ingresso meridionale della città dalla Società anonima Ferrovia Sassuolo-Modena-Mirandola e Finale (FSMMF) alla fine del XIX secolo ed ufficialmente inaugurata il 16 settembre 1883 con l'apertura della linea Modena-Mirandola a scartamento ridotto.
Nel 1917 la società privata FSMMF venne acquisita dalla Società Emiliana di Ferrovie Tranvie ed Automobili (SEFTA).
Il 26 settembre 1932 venne inaugurata la nuova linea elettrificata a scartamento normale e la nuova stazione SEFTA a nord del centro storico di Mirandola[2][3][4], cosicché la vecchia stazione rimase un posto di movimento per lo scalo merci, ad uso principale dello stabilimento automobilistico della vicina Carrozzeria Barbi (aperto nel 1927).
Dopo la decisione della amministrazione provinciale di Modena di smantellare il collegamento ferroviario con il capoluogo modenese, la struttura venne abbandonata dal 6 settembre 1964.
L'edificio ristrutturato è oggi una residenza civile privata, situata nell'angolo tra viale della Libertà e via Jacopo Barozzi.
Strutture e impianti
[modifica | modifica wikitesto]Movimento
[modifica | modifica wikitesto]Servizi
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Fabio Casini, Le tre stazioni di Mirandola, in L'Indicatore Mirandolese, n. 12, Comune di Mirandola, giugno 2016, p. 19. URL consultato il 22 marzo 2017 (archiviato il 2 febbraio 2017).
- ^ Pietro Alberghi, Modena nel periodo fascista (1919-1943), su books.google.it, Mucchi, 1998, p. 137. URL consultato il 22 marzo 2017 (archiviato il 23 marzo 2017).
- ^ Vanni Cleri ci, La ferrovia, su Al Barnardon, 23 giugno 2016. URL consultato il 22 marzo 2017 (archiviato il 2 febbraio 2017).
- ^ Delio Bellodi, La storia dal Trenen dal Cucc, su Al Barnardon, 2 giugno 2016. URL consultato il 22 marzo 2017 (archiviato il 22 marzo 2017).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fabio Casini e Fabio Montella, Quando la Bassa viaggiava in tram, Finale Emilia, CDL Edizioni, 2012, p. 84, ISBN 88-97120-37-7.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Ferrovie modenesi
- Stazione di Mirandola
- Stazione di Mirandola SEFTA
- Tranvia di Mirandola
- Ferrovia Modena-Mirandola
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Mirandola FSMMF
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Stefano Maugeri, Ricostruzione della locomotiva a vapore N° 9 "PICO" della SEFTA [collegamento interrotto], su maulicante. URL consultato il 23 marzo 2017.
- Stefano Maugeri, Biellismo Locomotiva SEFTA, su maulicante. URL consultato il 23 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2017).
- Stefano Maugeri, Particolare del gruppo destro delle bielle e cilindro della locomotiva Nº 9 della SEFTA, su maulicante. URL consultato il 23 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2017).