Coordinate: 40°41′21.15″N 74°02′39.93″W

Statua della Libertà

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Statua della Libertà
Localizzazione
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Stato federatoNew York
LocalitàNew York
Coordinate40°41′21.15″N 74°02′39.93″W
Informazioni generali
CondizioniIn uso
StileNeoclassico
Realizzazione
ArchitettoEugène Viollet-le-Duc
IngegnereGustave Eiffel e Majin Bu
ProprietarioNational Park Service
CommittenteÉdouard René de Laboulaye
 Bene protetto dall'UNESCO
Statua della Libertà
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(i) (vi)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal1984
Scheda UNESCO(EN) Statue of Liberty
(FR) Scheda

La statua della Libertà (in inglese Statue of Liberty), inaugurata nel 1886, è un simbolo di New York e degli interi Stati Uniti d'America, uno dei monumenti più importanti e conosciuti al mondo. Situata all'entrata del porto sul fiume Hudson al centro della baia di Manhattan, sulla rocciosa Liberty Island, il nome dell'opera è La Libertà che illumina il mondo (Liberty Enlightening the World in inglese, La Liberté éclairant le monde in francese).

Dono del popolo francese al popolo degli Stati Uniti, fu realizzata dal francese Frédéric Auguste Bartholdi, con la collaborazione di Gustave Eiffel, che ne progettò gli interni; la statua è costituita da una struttura reticolare interna in acciaio e all'esterno rivestita da 300 fogli di rame sagomati e rivettati insieme, poggia su un basamento granitico grigio-rosa che si è a lungo pensato fosse di provenienza sarda[1], benché recenti ricerche abbiano smentito la provenienza della roccia dall'isola della Maddalena e l'abbiano ricondotta alla cava di Stony Creecy nel Connecticut[2].

Con i suoi 93 metri d'altezza (incluso il basamento), che dominano l'intera baia di Manhattan a New York, essa risulta perfettamente visibile fino a 40 chilometri di distanza. Raffigura una donna che indossa una lunga toga e sorregge fieramente nella mano destra una fiaccola (simbolo del fuoco eterno della libertà), mentre nell'altra tiene una tavola recante la data del giorno dell'Indipendenza americana (il 4 luglio 1776); ai piedi vi sono delle catene spezzate (simbolo della liberazione dal potere del sovrano dispotico) e in testa vi è una corona, le cui sette punte rappresentano i sette mari e, in origine, i sette continenti.

La statua rappresenta la dea Ragione.

Origine

Nel 1865, in una conversazione a casa propria a Versailles, l'intellettuale Edouard Laboulaye, ardente sostenitore dell'Unione nella Guerra di secessione americana, disse: «Se un monumento deve sorgere negli Stati Uniti come un ricordo della loro indipendenza, devo credere che sia naturale realizzarlo con sforzi comuni – un lavoro comune delle nostre due nazioni: Francia e America.»[3] Il commento di Laboulaye non era evidentemente una proposta, ma ispirò un giovane scultore, il francese Frédéric Auguste Bartholdi, che era presente al pranzo[3].

Stampa in cromolitografia realizzata un anno prima che la statua venisse eretta: in questa immagine la statua è rivolta a sud mentre nella realtà è rivolta ad est

A causa del regime repressivo di Napoleone III, Bartholdi non intraprese alcuna azione in merito, salvo il parlarne con Laboulaye. Invece egli contattò Isma'il Pascià, Chedivè d'Egitto, per progettare un grande faro in forma di una popolana egiziana fellah (contadina), vestita e portante in alto una torcia, all'ingresso settentrionale del canale di Suez a Porto Said. Schizzi e modelli della proposta vennero approntati, sebbene il faro non sia poi mai stato realizzato. Vi era un precedente classico, per questa proposta di Suez: il Colosso di Rodi, un'antica statua in bronzo rappresentante Elio, il dio del sole. Si ritiene che questa statua fosse alta oltre 30 m, posta all'ingresso del porto di Rodi.

Descrizione

Realizzazione e trasporto

Consultata la fonderia francese di Gaget & Gauthier, Bartholdi concluse che sarebbe stato conveniente realizzare il rivestimento della statua in fogli di rame battuto con la tecnica a sbalzo[4]. Uno dei vantaggi nell'utilizzare tale tecnica era quello di alleggerire in modo enorme il peso della statua, ottenendo un peso per unità di volume incredibilmente basso, soprattutto per i metalli costosi (il rame non doveva superare lo spessore di 2,4 mm). A seguito di tali considerazioni, si decise per un'altezza dell'opera pari a 46 m, doppia di quella della statua italiana del Colosso di San Carlo Borromeo (detto anche San Carlone) e del monumento tedesco Hermannsdenkmal di Detmold, dedicato al condottiero dei Germani Cherusci, Arminio, realizzati con la medesima tecnica[5].

Bartholdi interessò al progetto in proposito uno dei suoi ex insegnanti, l'architetto francese Eugène Viollet-le-Duc, il quale progettò per la statua un sostegno in mattoni, al quale il rivestimento sarebbe stato ancorato[6]. Tuttavia Le Duc morì subito dopo senza lasciare istruzioni su come connettere sostegno e rivestimento[7]. La realizzazione del sostegno venne quindi affidata all'ingegnere francese Gustave Eiffel (il creatore dell'omonima torre), che abbandonò l'idea della struttura in mattoni, optando per una a colonne e travi a struttura reticolare.

Eiffel decise di non utilizzare una connessione rigida del rivestimento in rame alla struttura di sostegno in acciaio, poiché avrebbe indotto tensioni nel rivestimento dovute alle dilatazioni termiche differenti tra parte esterna (fortemente riscaldata nelle estati e raffreddata negli inverni) e parte interna, enormemente più rigida. Tali tensioni avrebbero reso problematico qualsiasi vincolo ristretto. Per consentire alle parti di rivestimento piccoli spostamenti relativi, previde un collegamento più elastico di tali parti alla struttura, realizzato mediante una serie di nastri metallici rivettati, che pur assicurando un buon sostegno del rivestimento mediante le cosiddette "selle", ne permettevano in maniera apprezzabile piccoli spostamenti.

Data la forma complessa del rivestimento, ogni singola sella dovette essere forgiata singolarmente con un minuzioso lavoro artigianale[8]. Per prevenire la corrosione galvanica dovuta al contatto di metalli diversi, Eiffel isolò il rivestimento con amianto impregnato di gommalacca[9]. Il cambiamento nella struttura del materiale dalla muratura al metallo permise a Bartholdi di modificare i suoi piani per l'assemblaggio della statua: egli pensava inizialmente di installare in posto il rivestimento non appena la struttura in mattoni fosse stata pronta, decise invece di far costruire la statua in Francia, struttura e rivestimento, in un apposito cantiere, quindi smontarla per il trasporto negli Stati Uniti, e riassemblarla nel luogo definitivo a Bedloe's Island (oggi Liberty Island)[10].

Il progetto di Eiffel rese la statua uno dei primi esempi di costruzione a facciata continua (Mur-rideau in francese), nella quale la struttura non è autoportante ma è sostenuta da un'altra che sta all'interno. Egli incluse due scale a chiocciola interne per rendere più facile l'accesso ai visitatori che potevano così recarsi sul punto di osservazione nella corona[11]. L'accesso invece alla piattaforma che circondava la torcia venne previsto, ma lo spazio limitato intorno al braccio consentì la costruzione di una sola stretta scala, lunga 12 m[12]. Man mano che la struttura cresceva, Eiffel e Bartholdi coordinavano il loro lavoro accuratamente in modo che i segmenti del rivestimento si adattassero perfettamente alla struttura di sostegno[13].

La statua fu donata dai francesi agli Stati Uniti d'America in 1883 casse trasportate a New York per mezzo di una piccola nave (che dovette effettuare numerosi viaggi) e ivi assemblata, in segno di amicizia tra i due popoli e in commemorazione della dichiarazione d'Indipendenza di un secolo prima (1776). La statua venne trasportata via mare, naturalmente senza basamento. In mancanza di fondi per costruire quest'ultimo (oltre un milione di dollari dell'epoca) il New York Times lanciò una sottoscrizione pubblica. La gente rispose prontamente e la somma necessaria all'inizio dei lavori fu depositata in pochi giorni.

La prima pietra della statua della Libertà viene posata su Bedloe's Island, a New York, il 5 agosto 1884, per poi essere completata entro il 1885 e inaugurata il 28 ottobre 1886, dieci anni dopo la ricorrenza per la quale era stata progettata. Nel 1886, durante l'inaugurazione, furono distribuite alcune miniature della statua, fabbricate dalla società francese Gaget, Gauthier & Co.

Nel corso delle celebrazioni per l'inaugurazione, si formò spontaneamente la prima ticker-tape parade, evento divenuto tipico della cultura statunitense e legato particolarmente alla città di New York. Nel 1924 la statua divenne monumento nazionale insieme all'isola sulla quale è posta. Sul piedistallo vi è inciso un sonetto intitolato The New Colossus, scritto dalla poetessa statunitense Emma Lazarus, fatto che fu enfatizzato dalla stampa al fine di completare la raccolta dei fondi per finanziare il completamento dell'opera:

(EN)

«Keep, ancient lands, your storied pomp! - cries she With silent lips. "Give me your tired, your poor, Your huddled masses yearning to breathe free, The wretched refuse of your teeming shore. Send these, the homeless, tempest-tost to me, I lift my lamp beside the golden door![14]»

(IT)

«Tenetevi, o antiche terre, la vostra vana pompa - grida essa [la statua] con le silenti labbra - Datemi i vostri stanchi, i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare liberi, i rifiuti miserabili delle vostre coste affollate. Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata.»

Il sonetto non fu ispirato alla Lazarus dal concetto di libertà, ma dalla sua presa di coscienza, in seguito ad una sua visita coinvolgente nei miseri quartieri di quarantena degli immigrati, in attesa nel porto di New York.

La vecchia torcia della statua della Libertà situata all'ingresso del basamento che porta al museo e al piedistallo. La torcia originale venne sostituita con l'attuale nel 1986, in occasione del 100º anniversario del monumento.

La pubblicazione del sonetto fu l'occasione della ripresa della raccolta dei fondi necessari al completamento (crowdfunding), che si era arenata.

Ispirazione del progetto e modello

Pare che le forme generali della statua, opera di Frédéric Auguste Bartholdi, siano state ispirate, tra gli altri modelli di derivazione illuministico-massonica[15], in particolare dalla statua della Libertà della Poesia, presente sul monumento funebre di Giovanni Battista Niccolini nella basilica di Santa Croce a Firenze, ad opera dello scultore Pio Fedi. Questa teoria è avvalorata dal fatto che Bartholdi in quel periodo viaggiò in Italia, Firenze compresa, e dal fatto che la sua statua fu inaugurata appena 3 anni dopo quella fiorentina.

Per il volto della statua Bartholdi ebbe probabilmente come modello quello della madre, anche se altre fonti (l'autrice Elizabeth Mitchell[16]) ipotizzano che si sarebbe ispirato al fratello malato che spesso aveva lo sguardo perso nel vuoto.

La statua della Libertà presenta anche una notevole somiglianza con un'opera marmorea di Camillo Pacetti, collocata a sinistra sulla balconata sovrastante il portale maggiore del Duomo di Milano; la scultura di Pacetti si intitola La Legge Nuova e fu collocata, dove ancora oggi si trova, nel 1810[17].

Secondo Will Gompertz, direttore per sette anni della Tate Gallery, nonché personaggio inserito tra i cinquanta intellettuali più creativi del mondo dalla rivista newyorkese Creativity, il dipinto di Eugène Delacroix La Libertà che guida il popolo, ora esposto al Louvre, avrebbe fornito un'ulteriore ispirazione da cui è nata la statua della Libertà. Il personaggio principale è una donna impetuosa che impersona la libertà.

Il primo modello della statua, in scala ridotta (11,50 m), fu costruito nel 1870. Si trova a Parigi, vicino al ponte Grenelle, sull'Île aux Cygnes, un'isola sulla Senna, nelle vicinanze del vecchio laboratorio di Bartholdi. Donato alla città il 15 novembre 1889, guarda verso l'Oceano Atlantico, verso la sua "sorella maggiore" nel porto di New York, eretta tre anni prima. Prima di diventare il simbolo della città, la statua, tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, fungeva da faro. Fu anche il primo faro a elettricità, visibile in un raggio di circa 40 chilometri.

Modifiche e limiti di accesso

L'accesso al pubblico al balcone che circonda la torcia è stato chiuso per ragioni di sicurezza nel 1916. Nel 1984 la statua venne chiusa al pubblico per due anni e ristrutturata in occasione del 100º anniversario. La torcia originale, ormai vecchia e corrosa, venne sostituita da una nuova placcata in oro a 24 carati. In seguito la vecchia torcia venne anch'essa restaurata ed esposta all'entrata principale del basamento. La cerimonia di riapertura della statua ebbe luogo il 4 luglio 1986 (giorno ricorrente alle celebrazioni dell'Indipendenza americana) e in tale occasione vi fu la presenza dell'allora presidente degli Stati Uniti d'America, Ronald Reagan. A seguito degli attentati dell'11 settembre 2001, la statua e Liberty Island sono state immediatamente chiuse al pubblico. L'isola e l'accesso al basamento sono stati riaperti solo agli inizi di dicembre 2001 in occasione del periodo pre-natalizio, mentre l'accesso al piedistallo e alla corona della statua sono rimasti chiusi.

Il piedistallo venne riaperto ufficialmente il 3 agosto del 2004, su approvazione dell'amministrazione di George W. Bush. Il 17 maggio 2009, il presidente Barack Obama e il segretario degli Interni, Ken Salazar, annunciarono che come "dono speciale" per gli Stati Uniti, la statua sarebbe stata riaperta al pubblico a partire dal 4 luglio (giorno della festa dell'indipendenza americana), ma con un afflusso quotidiano limitato, e prenotando online con largo anticipo il biglietto direttamente sul sito ufficiale Statue of Liberty Cruises.com o direttamente alle biglietterie dei moli di Battery Park a New York o Liberty Harbor a Jersey City. La statua, compreso il piedistallo e l'accesso fino alla corona, sono stati nuovamente chiusi il 29 ottobre 2011 (il giorno dopo le celebrazioni per il 125º anniversario della statua), per l'installazione di nuovi ascensori e della nuova struttura della scala a chiocciola interna. Anche se la statua della Libertà è rimasta chiusa al pubblico, Liberty Island e il museo all'interno del basamento sono rimasti comunque aperti.

A un anno esatto dalla chiusura per restauri e l'installazione di una nuova e sofisticata scala mobile all'interno a partire dal 28 ottobre 2012, l'accesso completo ma pur sempre "limitato" alla statua dal piedistallo fino alla corona è stato nuovamente riaperto al pubblico. Tale annuncio è stato fatto ufficialmente da David Luchsinger, il sovrintendente di Ellis Island[18].

A causa del blocco del congresso americano, causato dalla bocciatura da parte del partito repubblicano al pacchetto della riforma Obamacare, dal 1º al 13 ottobre 2013, tutti i parchi nazionali e quindi federali inclusa Liberty Island sono stati chiusi al pubblico, scatenando diverse polemiche. In seguito l'amministrazione Obama ha raggiunto un accordo con tutti gli Stati coinvolti, incluso quello di New York, per riaprire i propri parchi nazionali a spese degli stessi Stati, con previsto rimborso da parte della amministrazione dei parchi alla risoluzione del blocco, risoluzione che è avvenuta ufficialmente il 17 ottobre 2013.

Galleria d'immagini

Nella cultura di massa

La statua della Libertà è uno dei monumenti e simboli più celebri e in oltre 125 anni d'esistenza è apparsa in tante opere d'ogni genere, soprattutto cinematografiche e videoludiche[19].

  • Nel film i Sabotatori del 1942, diretto da Alfred Hitchcock, i due protagonisti inseguono il vero sabotatore; trasportati da una carovana carica di artisti da circo arrivano in una città del sale disabitata e, successivamente, a una festa di beneficenza in una ricca casa di New York, per giungere infine in cima alla torcia della statua della Libertà. Nonostante gli sforzi del protagonista, il colpevole farà un salto nel vuoto dalla stessa torcia, ma almeno Barry riuscirà a provare la sua innocenza.
  • Nel film Il pianeta delle scimmie del 1968, dei ruderi della statua hanno ruolo tanto breve quanto determinante per il significato dell'intera narrazione.
  • Nella storica pellicola Il Padrino del 1972, tratta dall'omonimo romanzo di Mario Puzo e diretto da Francis Ford Coppola, la statua è visibile di schiena e in lontananza, direttamente dai campi paludosi che vi erano fino al 1976 nella periferia di Jersey City, nel New Jersey, nella scena in cui il caporegime della famiglia Corleone Peter Clemenza e il suo soldato fidato Rocco Lampone uccidono il traditore Paulie Gatto (le scene sono state girate nel 1971 e quindi precedentemente alla costruzione e apertura del parco "Liberty State Park" nel 1976).
  • Nel secondo capitolo cinematografico della saga, la statua appare in primo piano nelle scene ad inizio del film, quando il giovane Vito Corleone arriva a New York nel 1901 con la nave d'immigrati dall'Italia, venendo messo poi in quarantena ad Ellis Island. Poiché il film fu girato nel 1973 ma le sequenze dell'arrivo di Vito in America sono ambientate nel 1901, la statua della Libertà nel film appare già di colore verde acqua. In realtà nei primi anni del 1900 era di color nativo bronzo e divenne color verde acqua in seguito alle piogge e soprattutto a causa dell'effetto di ossidazione, dovuto principalmente alla convivenza di posizione con acque del fiume Hudson.
  • Nel film Splash - Una sirena a Manhattan del 1984 di Ron Howard, la sirena Madison, tramite il portafoglio perso da Alan, rintraccia il suo indirizzo e si dirige, via acqua, verso Manhattan. Approda a Liberty Island ai piedi della statua della Libertà, nuda, in mezzo ai turisti, creando scalpore. La polizia telefona ad Alan, che accorre.
  • Nel film Superman IV del 1987 di Sidney J. Furie, il pericoloso Uomo Nucleare (Mark Pillow) solleva l'intera statua della Libertà e cercherà di farla precipitare nel centro della città di New York. Verrà fermato dallo stesso Superman, che salverà la statua e la riposizionerà sul proprio piedistallo a Liberty Island.
  • In Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II del 1989 di Ivan Reitman, i protagonisti usano una melma particolare all'interno del monumento, rendendo così viva e in grado di muoversi la stessa statua della Libertà, in modo che la sua stessa torcia possa accendersi e con il cosiddetto "fuoco della libertà" sconfiggere il pericoloso fantasma Vigo.
  • Nel film Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York del 1992 di Chris Columbus, il piccolo protagonista Kevin visita New York e, una volta arrivato a Battery Park, con il binocolo osserverà in lontananza la statua della Libertà.
  • In Titanic del 1997 diretto da James Cameron, la statua è visibile nel finale, quando i pochi sopravvissuti alla tragedia tra cui la protagonista Rose Dawson (interpretata da Kate Winslet), arrivano in America e passano dal porto sul fiume Hudson.
  • Nel cinecomic del 2000 X-Men, diretto da Bryan Singer e basato sui mutanti della Marvel Comics, Magneto decide di intrappolare Rogue in una macchina d'energia situata nel punto più alto del monumento, ovvero la torcia, decidendo di sfruttare il potere mutante della ragazza per dare energia alla macchina stessa, in modo da mutare il DNA degli esseri umani presenti quella sera, alla conferenza internazionale dei diritti umanitari, presso Ellis Island. Sempre nella pellicola della 20th Century Fox, Sabretooth e Wolverine ingaggiano anche un pericoloso scontro situato sopra la corona della statua.
  • In Men in Black II del 2002, K attiva un gigantesco "neuralizzatore" nella statua della Libertà che colpisce tutta la città.
  • Nel film A.I. - Intelligenza artificiale diretto da Steven Spielberg, uscito nel 2001 e ambientato nel 2125, la parte del braccio della statua che sorregge la torcia è visibile nei resti di una New York abbandonata e completamente allagata, a causa dell'effetto serra e dell'innalzamento degli oceani.
  • Nel film del 2004 The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo diretto da Roland Emmerich, Liberty Island viene sommersa dalle onde dell'oceano, a causa al distacco di una porzione immensa di banchisa dall'Antartide, pari alla superficie del Rhode Island.
  • Nel monster movie del 2008 Cloverfield, diretto da Matt Reeves e co-prodotto da J.J. Abrams, parte della città rimane al buio e segue una forte esplosione. Successivamente i ragazzi protagonisti escono dall'appartamento e vedono la testa della statua della Libertà scagliata in strada di fronte ad essi.
  • Nel videogioco Grand Theft Auto IV uscito nel 2008, la città di Liberty City è una fedele caricatura della reale New York e vi è l'isola Happiness Island (caricatura di Liberty Island) e vi è la statua della Felicità, che a differenza dell'originale ha il volto della ex-first lady Hillary Clinton e sorregge in mano un bicchiere, invece della classica torcia. Sotto la storica dicitura "4 luglio 1776" presente nel libro, la statua della Felicità riporta anche il seguente discorso:
(EN)

«Send us your brightest, your sharpest, your most intelligent. Yearning to breathe free and submit to our authority; Watch us trick them into wiping rich people's asses, While we convince them it's a land of opportunity»

(IT)

«Mandateci i vostri [uomini] più splendenti, più acuti, più intelligenti. Bramosi di respirare liberamente e sottomettersi alla nostra autorità; Guardateci ingannarli nel ripulire i ricchi dei loro beni, Mentre noi li convinciamo che è il paese delle opportunità»

una parafrasi sarcastica del sonetto The New Colossus, scritto dalla poetessa Emma Lazarus e riportato nella realtà in una lapide incisa sul piedistallo della statua della Libertà. È inoltre possibile raggiungere l'interno della statua, in cui si trova un cuore pulsante sospeso da catene, il "cuore della città".

  • Nel videogioco arcade Chelnov, il protagonista omonimo e il boss finale si affrontano sulla statua della Libertà.
  • Nella serie televisiva I Soprano prodotta da HBO dal 1999 al 2007, e ambientata negli anni novanta a Belleville nel New Jersey, la statua della Libertà appare sempre nella sigla d'apertura e viene vista di schiena nelle sequenze che vedono il protagonista Tony Soprano tornare a casa dopo essere passato nei pressi dell'Aeroporto Internazionale di Newark-Liberty. Sempre nell'omonima serie televisiva, la statua della Libertà appare vista sempre dal retro nella scena iniziale del penultimo episodio della sesta stagione, dove Christopher Moltisanti e Tony Soprano si trovano in riunione con il capo della famiglia mafiosa newyorkese dei Lupertazzi Phil Leotardo e suoi due capiregime, presso il parco di "Liberty State Park" a Jersey City.
  • Nella serie televisiva True Blood, prodotta da HBO dal 2008 al 2014, il vampiro Eric Northman possiede nell'ufficio del suo night club Fangtasia un riquadro con all'interno un dipinto che raffigura l'ex-presidente degli Stati Uniti George W. Bush mordere il collo della statua della Libertà, con dei canini da vampiro. Nelle stagioni successive, in seguito all'elezione a presidente degli Stati Uniti d'America di Barack Obama nel 2009, lo stesso dipinto è presente nello studio di Northman, ma con raffigurato il successivo presidente statunitense.
  • Nel videogioco Assassin's Creed: Unity, ambientato a Parigi in Francia durante la Rivoluzione francese, la statua della Libertà appare in fase di costruzione situata in una piazza della città non molto distante dalla Tour Eiffel.
  • Nel videogioco Deus Ex, ambientato nel 2052, il livello della prima missione si svolge in Liberty Island e si può vedere la statua della Libertà decapitata a causa di un attacco terroristico. Proseguendo nella Missione si ritroverà la testa ai piedi della stessa statua.
  • Nella serie TV Fringe, la statua viene ripresa più volte lungo il corso della serie, in particolare durante la fuga della protagonista, l'agente Olivia Dunham, dalla prigione di Liberty Island nel mondo alternativo dove addirittura la statua stessa sarebbe stata realizzata in oro e non in rame come l'originale.
  • In un fumetto della rivista Topolino, s'immagina che anche Paperopoli, per emulare New York, innalzi una propria statua della Libertà nello stesso anno della "consorella"; un secolo dopo, Zio Paperone si offrirà di restaurare la statua a sue spese, ed essendo l'unico finanziatore, la modificherà a sua immagine e somiglianza[20].
  • Nella serie televisiva The Man in the High Castle prodotta da Amazon e basata sul romanzo La svastica sul sole di Philip K. Dick, l'ambientazione è un universo storico alternativo in cui le potenze dell'Asse hanno vinto la Seconda guerra mondiale e dominano gran parte del mondo. Gli Stati Uniti non esistono più e il loro territorio è stato spartito tra Germania e Giappone: ad ovest si trovano gli Stati Giapponesi del Pacifico; ad est sorge il Grande Reich Nazista; i due territori sono divisi dagli Stati delle Montagne Rocciose, noti anche come Zona Neutrale. La statua della Libertà appare in una locandina promozionale e in alcune scene di alcuni episodi, ma invece di reggere con il braccio destro la famosa torcia, porge il gesto del saluto romano.
  • In Avengers: Endgame dei Marvel Studios . La statua della Libertà è visibile di schiena nelle sequenze iniziali del film, che mostrano una New York in parte desolata a seguito dello "schiocco delle dita" di Thanos, avvenuto cinque anni prima durante la battaglia in Wakanda.

Liberty Island

Lo stesso argomento in dettaglio: Liberty Island.

Liberty Island è stata di proprietà del Governo federale degli Stati Uniti dal 1800 fino al 1944. Dal 1937 è gestita dal National Park Service.

L'isola, pur trovandosi nelle acque di pertinenza del New Jersey, rientra nello stato di New York (borough di Manhattan), del quale costituisce pertanto un'exclave. Una situazione quasi analoga a quella che riguarda Ellis Island; entrambe le isole distano pochissimo dal parco nazionale di Liberty State Park, inaugurato nel 1976 e situato a Jersey City.

Repliche

Lo stesso argomento in dettaglio: Repliche della statua della Libertà.

A Parigi, sulla Senna, si trova una copia della statua. Altre copie sono a Tokyo, a Las Vegas e in varie altre parti del mondo. Degna di nota la replica della statua della Libertà costruita nel 2004, alta 12 metri e posta all'ingresso settentrionale della città natale di Bartholdi, Colmar.

Note

  1. ^ Distretto Industriale del granito della Gallura, su Osservatorio Nazionale dei Distretti Italiani. URL consultato il 12 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2015).
  2. ^ Barbara Calanca, Peccato, quel granito non è maddalenino, 23 gennaio 2005.
  3. ^ a b Harris, pp. 7-9.
  4. ^ Khan, pp. 118, 1125.
  5. ^ Harris, p. 26.
  6. ^ Khan, p. 120.
  7. ^ Khan, pp. 136-137.
  8. ^ Khan, pp. 139-143.
  9. ^ Harris, p. 30.
  10. ^ Khan, p. 144.
  11. ^ Harris, p. 33.
  12. ^ Harris, p. 32.
  13. ^ Harris, p. 34.
  14. ^ David Lehman (curatore), The Oxford Book of American Poetry, Oxford University Press, 2006, p. 184, oclc 62697134
  15. ^ Marcello Fagiolo, Architettura e massoneria: l'esoterismo della costruzione, Gangemi, 2007, p. 169.
  16. ^ What they are saying about LIBERTY’S TORCH, su elizabeth mitchell. URL consultato il 7 luglio 2016.
  17. ^ Marco Dell'Acqua, Giuliano Pavone, 101 perché sulla storia di Milano, cap. 30, Newton Compton Editori, 2015.
  18. ^ Statua della Libertà riapre al pubblico il 28 ottobre, in Yahoo! Notizie, LaPresse, 12 settembre 2012. URL consultato il 30 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2014).
  19. ^ Filmato audio (EN) WatchMojo.com, Top 10 Film Appearances of The Statue of Liberty, su YouTube, 27 ottobre 2010. URL consultato il 30 maggio 2104.
  20. ^ Zio Paperone e l'altra statua della libertà, su inducks.org.

Bibliografia

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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