Roberto del Palatinato

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Versione del 15 ago 2024 alle 15:07 di Talmid3 (discussione | contributi) (Biografia)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Roberto del Palatinato (disambigua).
Roberto di Wittelsbach
Gisant di Roberto del Palatinato nella Chiesa dello Spirito Santo di Heidelberg
Re dei Romani
Stemma
Stemma
In carica21 agosto 1400 –
18 maggio 1410
Incoronazione6 gennaio 1401
PredecessoreVenceslao di Lussemburgo
SuccessoreJobst di Moravia
Elettore e Conte palatino del Reno
come Roberto III
In carica6 gennaio 1398 –
18 maggio 1410
PredecessoreRoberto II
SuccessoreLudovico III
Stefano su Simmern
NascitaAmberg, 5 maggio 1352
MorteOppenheim, 18 maggio 1410 (58 anni)
Luogo di sepolturaChiesa dello Spirito Santo, Heidelberg
DinastiaWittelsbach
PadreRoberto II del Palatinato
MadreBeatrice d'Aragona
ConsorteElisabetta di Norimberga
FigliRoberto
Margherita
Federico
Ludovico
Agnese
Elisabetta
Giovanni
Stefano
Ottone
ReligioneCristianesimo cattolico

Roberto di Germania, elettore palatino dal 1398 col nome di Roberto III della casa dei Wittelsbach palatini (Amberg, 5 maggio 1352Oppenheim, 18 maggio 1410), è stato rex Romanorum dal 1400 alla morte.

Roberto con la moglie Elisabetta.

Roberto era l'unico figlio del principe elettore Roberto II del Palatinato e di Beatrice d'Aragona. Il 27 giugno 1374 sposò Elisabetta di Norimberga, figlia del burgravio Federico V di Norimberga e di Elisabetta di Meißen.

Con l'arcivescovo di Magonza si pose alla testa dei principi che il 20 agosto 1400 a Oberlahnstein deposero l'imperatore Venceslao di Lussemburgo. Roberto venne quindi eletto re a Rhens il 21 agosto e fu incoronato a Colonia il 6 gennaio 1401, perché né Aquisgrana, né Francoforte vollero accoglierlo. Nell'impero la sua elezione venne riconosciuta rapidamente, anche se Venceslao, almeno formalmente, non volle mai accettare la rinuncia alla corona.

Non appena insediato dovette confrontarsi con diversi problemi: il patrimonio imperiale era andato sempre più disperdendosi nei decenni precedenti e le sue risorse dinastiche non erano sufficienti a coprire le spese. Per questi motivi, tra il 1401 e 1402, tentò una spedizione in Italia, che però non ebbe successo. Roberto non poté radunare un esercito di grandi dimensioni e i Visconti erano un nemico troppo potente per lui: le entrate annuali del ducato superavano, all'epoca, il milione di fiorini, mentre Roberto disponeva solamente di una frazione di tale cifra. L'appoggio che Roberto si attendeva da Firenze fu di molto inferiore a quanto egli pensasse e così non riuscì raccogliere nella penisola i fondi di cui necessitava per poter condurre con successo una politica imperiale, né tantomeno a ottenere l'incoronazione a imperatore. Fu perciò costretto a rinunciare ai propri propositi e, sconfitto già prima di Brescia da Gian Galeazzo Visconti, nell'aprile del 1402 fece ritorno in Germania.

La sua situazione finanziaria restava catastrofica e anche il sostegno al suo regno iniziò a vacillare: molti dei suoi sostenitori non apprezzarono il fallimento della spedizione italiana. Ciò nonostante riuscì a tenere a bada le pretese di Venceslao di riottenere la corona e raccolse anche qualche successo: riuscì a stringere un'alleanza matrimoniale con il regno d'Inghilterra, che, almeno per qualche tempo, gli portò denaro e prestigio. Tentò anche di promulgare un Landfrieden. La sua cancelleria fu la base dell'amministrazione del regno e godeva di ottima fama. Nella questione dello scisma d'Occidente appoggiò Roma senza esitazioni e promosse l'idea di un concilio, anche se non gli riuscì una riforma della Chiesa. Nell'ottobre del 1403 venne riconosciuto dal papa Bonifacio IX (Pietro Tomasello-Cybo).

Infine si trovò coinvolto in un conflitto territoriale con l'arcivescovo di Magonza e diverse città della lega di Marbach. Le tensioni perdurarono per alcuni anni e, prima che il conflitto trovasse un esito, nel castello di Landskron presso Oppenheim Roberto morì e venne sepolto a Heidelberg.

Il medievalista tedesco Bernd Schneidmüller inserisce Roberto nella sua lista dei "re-conti", gli imperatori o re dei Romani dei secoli XIV e XV anteriori al definitivo passaggio del titolo imperiale alla Casa d'Asburgo.

Palatinato
Wittelsbach

Roberto I
Roberto II
Figli
Roberto III
Figli
  • Margherita
  • Ludovico III
  • Agnese
  • Elisabetta
  • Giovanni
  • Stefano
  • Otto
Ludovico III
Figli
Ludovico IV
Figli
Federico I
Figli
  • Luigi
Filippo
Figli
Ludovico V
Federico II
Ottone Enrico
Modifica

Roberto sposò nel 1374 Elisabetta di Norimberga, figlia di Federico V di Norimberga, dalla quale ebbe:

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Rodolfo I di Baviera Ludovico II del Palatinato  
 
Matilde d'Asburgo  
Adolfo del Palatinato  
Matilde di Nassau Adolfo di Nassau  
 
Imagina di Isenburg-Limburg  
Roberto II del Palatinato  
Ludovico VI di Oettingen  
 
 
Irmengarda di Oettingen  
Agnese di Württemberg Eberardo I di Württemberg  
 
Irmengarda di Baden-Baden  
Roberto del Palatinato  
Federico III d'Aragona Pietro III d'Aragona  
 
Costanza II di Sicilia  
Pietro II di Sicilia  
Eleonora d'Angiò Carlo II di Napoli  
 
Maria d'Ungheria  
Beatrice d'Aragona  
Ottone III del Tirolo Mainardo II di Tirolo-Gorizia  
 
Elisabetta di Wittelsbach  
Elisabetta di Carinzia  
Eufemia di Slesia-Liegnitz Enrico V di Slesia  
 
Elisabetta di Kalisz  
 
  • Alois Gerlich, Habsburg-Luxemburg-Wittelsbach im Kampf um die Deutsche Königskrone. Studien zur Vorgeschichte des Königtums Ruprechts von der Pfalz, Wiesbaden 1960.
  • Enciclopedia dei personaggi storici, Storia Illustrata, Arnoldo Mondadori Editore, 1970, pag. 689-690

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Imperatore del Sacro Romano Impero
(Re dei Romani)
Successore
Venceslao 14001410 Sigismondo

Predecessore Elettore palatino Successore
Roberto II 13981410 Ludovico III
Stefano (solo su Simmern)
Controllo di autoritàVIAF (EN290793753 · ISNI (EN0000 0003 9594 994X · BAV 495/82457 · CERL cnp00873555 · LCCN (ENno2018000536 · GND (DE118750410 · BNE (ESXX5183219 (data) · BNF (FRcb180490635 (data) · J9U (ENHE987007291383805171