Elezioni parlamentari in Polonia del 1947

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Elezioni parlamentari in Polonia del 1947
StatoBandiera della Polonia Polonia
Data19 gennaio
LegislaturaI
Leader Bolesław Bierut Stanisław Mikołajczyk Tadeusz Michejda
Partiti Blocco Democratico Partito Popolare Polacco Partito del Lavoro
Voti 9.003.682
80,1%
1.154.847
10,3%
530.979
4,7%

Le elezioni parlamentari in Polonia del 1947 si tennero il 19 gennaio e furono le prime consultazioni dopo la fine della seconda guerra mondiale[1]. Il Blocco Democratico, che includeva il Partito dei Lavoratori Polacco, il Partito Socialista Polacco, il Partito Popolare, il Partito Democratico e vari candidati indipendenti, ottenne l'80,1% dei voti e 394 seggi su 444 al Sejm. Al maggiore partito d'opposizione, il Partito Popolare Polacco, furono assegnati 28 seggi. Tuttavia, le elezioni furono caratterizzate da episodi di violenza da parte della Milizia Volontaria di Riserva[2].

Le elezioni permisero al governo la dichiarazione del nuovo Stato "libero e democratico" e la firma della Carta delle Nazioni Unite[3].

Contesto

Nel 1946, la Polonia era in larga parte sotto il controllo delle truppe sovietiche, ed il governo aveva falsificato i risultati del triplo referendum istituzionale e proibito i partiti di destra accusati di collusione col fascismo. Nel 1947, il principale partito di opposizione era il Partito Popolare Polacco di Stanisław Mikołajczyk[4][5].

Secondo gli accordi di Jalta, il governo avrebbe dovuto garantire "elezioni libere e senza intrusioni" in Polonia[6] , ma Stalin temeva che se le elezioni fossero state libere avrebbe vinto lo schieramento antisovietico. Memore dei risultati del Partito Comunista Ungherese alle elezioni del 1945, il Partito dei Lavoratori Polacco propose di presentare agli elettori un'unica lista che comprendesse candidati di tutti i partiti legali. La proposta fu accolta dal Partito Socialista Polacco, dal Partito Popolare e dal Partito Democratico, che costituirono il Blocco Democratico, ma non dal Partito Popolare Polacco[7].

Nel gennaio del 1947, il segretario generale del Partito dei Lavoratori, Wladislaw Gomulka, avviò una spietata campagna per annientare il Partito Popolare Polacco e gli altri partiti di opposizione[7]. Le leggi elettorali introdotte dal governo, che sin dalla sua nascita nel 1944 ad opera del Comitato Polacco di Liberazione Nazionale era guidato dai comunisti, permisero la rimozione di 409 326 persone accusate di essere "banditi antigovernativi" dalle liste elettorali. Tra di esse, vi erano anche Armja Krajowa ed altri gruppi della resistenza polacca fedeli al governo polacco in esilio. Oltre 80 000 membri del Partito Popolare Polacco furono arrestati[8], circa cento furono uccisi dalla Urzad Bezpieczeństwa, la polizia segreta polacca[9], e 98 candidati dell'opposizione furono esclusi dalle liste. In alcune regioni, principalmente quelle in cui il Partito Popolare Polacco era più forte, il governo cancellò per motivi tecnici intere liste elettorali[9].

La polizia segreta polacca collaborò con quella sovietica, e in particolare con Aron Palkin e Siemon Dawidow, su esplicita richiesta di Bolesław Bierut, Presidente del Consiglio Nazionale di Stato e Presidente provvisorio[10]. Oltre il 40% degli scrutatori fu reclutato dai servizi segreti polacchi[11].

Svolgimento

Solo ai candidati del Blocco Democratico fu permessa la propaganda ed i risultati furono falsificati[12].

I risultati reali non furono rivelati a nessuno. Dove il governo esercitava un controllo notevole, le urne furono distrutte senza che i voti fossero contati[9], altrove i voti furono sostituti da schede compilate in precedenza[10].

Un articolo del Time scrisse che le elezioni erano avvenute in uno spirito partigiano che mescolava esuberanza e terrore e che la maggior parte dei candidati del Partito Socialista e del Partito Polacco dei Braccianti era stata arrestata. Il governo aveva previsto una vittoria schiacciante[13]. Lo storico Piotr Wrobel scrisse che le elezioni del 1947 videro il più alto livello di repressione e terrore della storia polacca[7].

Risultati

Liste Voti % Seggi
Blocco Democratico 9.003.682 80,1 394
Partito Popolare Polacco 1.154.847 10,3 28
Partito del Lavoro 530.979 4,7 12
Partito Popolare Polacco "Nowe Wizwolenie" 397.754 3,50 7
Altre liste locali 157.611 1,40 3
Schede bianche/nulle 96.610 - -
Totale 11341483 100 444

L'affluenza fu dell'89,3%. Nel suo rapporto a Stalin, Palkin stimò che il Blocco Democratico avesse ricevuto circa il 50% dei voti[12]. L'opposizione affermò che aveva il sostegno del 63% della popolazione[7] e che avrebbe ricevuto circa l'80% dei voti se le elezioni fossero state libere[14]. L'unico documento ufficiale riguarda il Voivodato di Kielce, dove il Partito Popolare Polacco ottenne il 54% dei voti ed il Blocco Democratico il 44%[7].

Conseguenze

Molto membri dei partiti di opposizione, tra cui Mikolajczyk, abbandonarono il Paese. I governi occidentali si limitarono a proteste formali, mentre gli anticomunisti polacchi gridavano al "tradimento occidentale". Il nuovo Sejm adottò la Piccola Costituzione del 1947, e Bierut, che era anche cittadino dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, fu eletto Presidente.

Nel 1948, il Partito dei Lavoratori Polacco ed il Partito Socialista Polacco si unirono nel Partito Operaio Unificato Polacco[6][15].

Gomulka voleva adattare il socialismo alle caratteristiche polacche e riteneva che fosse possibile essere comunisti e patrioti al tempo stesso. Preoccupato dal Cominform, egli si oppose alla collettivizzazione forzata e per questo fu espulso dal partito per deviazionismo nazionalista e di destra[7][16].

Nel 1949, il Partito Popolare Polacco ed il Partito Popolare si unirono nel Partito Popolare Unito[17], che entrò nella coalizione di governo ed accettò il ruolo guida del Partito Operaio Unificato Polacco[18].

Note

  1. ^ Dieter Nohlen & Philip Stöver (2010) Elections in Europe: A data handbook, p1491 ISBN 978-3-8329-5609-7
  2. ^ (PL) Piotr Osęka, Jak ORMO czuwało, in Historia, Polityka.pl, 20 febbraio 2011. URL consultato il 2 settembre 2013.
  3. ^ (EN) Commanding Heights : Poland Overview, su pbs.org, PBS, 1º gennaio 1990. URL consultato il 22 agosto 2009.
  4. ^ (EN) Poland, su bartleby.com. URL consultato il 15 maggio 2006 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2006).
  5. ^ (EN) The Historical Setting: The Polish People's Republic, su info-poland.buffalo.edu. URL consultato il 22 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2009).
  6. ^ a b Poland, in Encyclopedia Britannica.
  7. ^ a b c d e f (EN) Piotr Wrobel, Historical Dictionary of Poland 1945-1996, Routledge, 2014, ISBN 9781135927011.
  8. ^ https://web.archive.org/web/20150408154348/http://ipn.gov.pl/kalendarium-historyczne/sfalszowane-wybory-19-stycznia-1947-roku/pelna-tresc-artykulu
  9. ^ a b c (PL) Barbara Polak, Do wyborów w 1947 r. PSL wchodzi już mocno osłabione., in Biuletyn IPN, n. 1, 2002 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2005).
  10. ^ a b (EN) Nikita Pietrow, Wprost 24 - Wybory Pałkina, su wprost.pl. URL consultato il 22 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2011).
  11. ^ (EN) Co to jest RSS?, Kalendarium wydarzeń - Kalendarium - Polska.pl, su wiadomosci.polska.pl. URL consultato il 22 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2008).
  12. ^ a b (EN) Pułkownik Pałkin raportuje: Sfałszowanie wyborów w Polsce nie zbulwersowało opinii Zachodu, su konstytucje.pl. URL consultato il 22 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2006).
  13. ^ (EN) POLAND: Free Election, in TIME, 13 gennaio 1947. URL consultato il 18 gennaio 2019.
  14. ^ (EN) Dariusz Baliszewski, Wprost 24 - Demokracja urn, su wprost.pl. URL consultato il 22 agosto 2009 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2009).
  15. ^ (EN) Polish History - Part 13, su poloniatoday.com. URL consultato il 22 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2008).
  16. ^ Boleslaw Bierut, in Encyclopedia Britannica.
  17. ^ David Ost, Solidarity and the Politics of Anti-Politics, pp. 34-36, 1990 Philadelphia, Temple University Press, ISBN 0-87722-655-5
  18. ^ Poland: a country study, su countrystudies.us, Library of Congress Federal Research Division, dicembre 1989.