02 Pendulum

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA

TOR VERGATA

Macroarea di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali

Corso di Laurea in Matematica

Laboratorio di esperienze di sica


Prof. Vincenzo Caracciolo

Guida alla preparazione dell'esperienza


Pendolo Semplice

Anno Accademico 2022-2023


1 Scopo dell'esperienza

Scopo dell'esperienza è la misura del modulo dell'accelerazione gravitazionale


mediante la misura del periodo di oscillazione di un pendolo semplice. Il
valore ottenuto è da confrontare con quello atteso pari a (9.81 ± 0.01) m/s2
(nel seguito parte I). Inoltre si intende vericare qualitativamente che le
misure del periodo di oscillazione di un pendolo seguano una distribuzione
gaussiana (nel seguito parte II).

2 Cenni di teoria: oscillazioni libere unidimensio-


nali

Un tipo di moto molto diuso nei sistemi meccanici è descritto dalle co-
siddette piccole oscillazioni che un sistema compie in prossimità della sua
posizione di equilibrio stabile.
L'equazione del moto, nel caso unidimensionale, rispetto ad una variabile
θ è:

d2 θ(t)
+ ω 2 θ(t) = 0, (1)
dt2
o equivalentemente in forma compatta:

θ̈(t) + ω 2 θ(t) = 0 .

Tale equazione dierenziale lineare ha due soluzioni indipendenti la cui


combinazione lineare è:

θ(t) = c1 cos(ωt) + c2 sin(ωt),

la quale si può riscrivere nella forma:

θ(t) = a cos(ωt + α), (2)

c21 + c22 e tan α = − cc21 , avendo


p
con a = cioè imposto cos(ωt + α) =
cos α cos(ωt) − sin α sin(ωt). Un tale sistema, detto anche oscillatore armo-
nico lineare, compie variazioni armoniche intorno alla posizione di equilibrio
con pulsazione ω, ampiezza massima a e fase iniziale α, che può dipendere,
ad esempio, dalla scelta dell'origine dei tempi.

2.0.1 Il caso del pendolo semplice

Consideriamo un oggetto puntiforme di massa m sospeso ad un polo sso O


mediante un lo inestensibile, di massa trascurabile, di lunghezza l e libero di
ruotare intorno al polo O (si veda la gura 1). L'oggetto nella posizione ver-
ticale si trova in equilibrio stabile; spostandolo leggermente e poi lasciandolo
libero esso viene richiamato verso la posizione di equilibrio dalla forza peso

2
Figura 1: Esempio di schema semplicato di un pendolo semplice (si veda
testo).

cominciando ad oscillare: pendolo semplice. Nel caso in cui le deviazioni


angolari rispetto alla posizione di equilibrio sono molto minori di 1 (espri-
mendole in radianti), tali oscillazioni, dette piccole oscillazioni, sono isocrone
(hanno la stessa durata) e, trascurando le forze di attrito riconduciamo il si-
stema alla legge oraria descritta con la (1), dove θ(t) è la variazione angolare
del pendolo rispetto alla posizione di equilibrio stabile. Infatti, nell'ipotesi
che la velocità iniziale giaccia nel piano individuato dalla forza peso e dalla
reazione vincolare del lo, il pendolo semplice è un sistema unidimensionale
e quindi l'equazione del moto è descritta dalla seguente legge oraria:

g
θ̈(t) + sin(θ(t) = 0 .
l
Se tuttavia assumiamo θ << 1 (in radianti), allora sin θ = θ + o(θ):
g
θ̈(t) + θ(t) = 0 ,
l
e quindi il moto armonico descritto dalla (2) ha come periodo:
s
2π l
T = = 2π , (3)
ω g

dalla quale, misurando il periodo T e la lunghezza del pendolo semplice l


possiamo determinare il modulo della accelerazione di gravità g.

3 Apparato sperimentale

Componenti:

ˆ pendolo bilare: lo di nylon, bullone di acciaio;

ˆ righello sucientemente lungo o metro a nastro;

ˆ cronometro;

ˆ nastro adesivo.

3
Figura 2: Esempio di schema semplicato di un pendolo bilare (vedi testo).

Un possibile modo per costruire un pendolo bilare è inanellando un bullone


di acciaio con un lo di nylon ssando le estremità ad una barra orizzontale,
quest'ultima poggiata, ad esempio, tra due sedie come in Figura 2.

4 Strategia della misura

4.1 Parte I

Con riferimento alla (3) e allo schema sperimentale in Figura 2 procediamo


a determinare misure del periodo T al variare della lunghezza l* per de-
terminare il valore di g. Scegliamo di usare il metodo graco e quindi di
linearizzare la (3) riportando i dati su carta millimetrata in scala lineare. Si
attende che i dati seguano la seguente relazione:

4π 2
T2 = l. (4)
g
La (4) dà contezza, quindi, dell'equazione di una retta con variabile indi-
2
pendente l, variabile dipendente T 2 , coeciente angolare γ = 4πg e termine
noto nullo.
2 2
Riportando i dati di T ± ∆(T ) e l ± ∆l su carta millimetrata, si
procede, quindi alla determinazione del coeciente angolare per via graca
e quindi alla misura di g.

4.2 Parte II

Fissato un valore di l si eseguano N misure di T (con N ≥ 100) e si rap-


presentino i dati tramite un opportuno istogramma. Si proceda poi alla
determinazione del valore medio di T e della deviazione standard dei dati
sperimentali.

*
Per variare l si può variare d.

4
4.3 Accortezze sperimentali

Assicurarsi di considerare l'apertura angolare del pendolo semplice sucien-


temente piccola tale da poter approssimare sin θ ∼ θ.

(Solo parte I) Per minimizzare gli errori casuali sulla misura del periodo del
pendolo, si suggerisce di avviare le piccole oscillazioni e misurare N oscil-
lazioni complete (ad esempio N = 20) ed il relativo tempo di esecuzione 
dierenza tra lo start ti e lo stop tf  tramite un cronometro. Così facendo
il periodo medio per ogni valore di l ssato sarà: (tf − ti )/N e si determini
il relativo errore massimo. Si tenga in debita considerazione l'errore dovuto
alla reazione umana.

(Solo parte I) Per ogni ssata lunghezza l si considerino M misure diverse


di T come descritte nel punto precedente e di queste se ne faccia il valore
medio da usare per il graco su carta millimetrata.

Si consideri la lunghezza l del pendolo semplice tenendo in debita conside-


razione la presenza del bullone.

5 Conclusioni

Riportare il valore misurato di g e vericare la sua compatibilità col valore


atteso. Vericare la compatibilità con zero dell'intercetta della retta media
determinata col metodo graco .
„

„
Alternativamente si può imporre il passaggio per l'origine delle rette di massima e

minima pendenza da cui la misura derivata di g ± ∆g .

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