Reflusso
Reflusso
Reflusso
Reflusso: quali
alimenti?
N°05 Anno X 2024
IN QUESTO NUMERO
1 L’EDITORIALE
Direttore Scientifico
Franca Marangoni di Franca Marangoni
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N°05 Anno X 2024
Dalla letteratura emerge che l’attenzione non deve essere prestata soltanto ai singoli
alimenti, ma anche alle modalità di consumo e, ancora una volta, allo stile di vita nel
suo complesso.
A uno specifico aspetto dello stile di vita è dedicata la review della letteratura dalla
quale prende le mosse l’Intervista: la convivialità. Francesco Visioli, Professore di
Nutrizione Umana all’Università di Padova, che ne è coautore, rispondendo alle do-
mande di Elena Mattioli, definisce quella che è una vera e propria componente della
dieta (nel significato originale del termine) mediterranea e ne illustra i potenziali ef-
fetti favorevoli per la salute e il benessere.
Buona lettura!
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La correlazione tra l’ingestione di specifici cibi e la comparsa dei sintomi non è del
tutto chiara. Tuttavia, i pazienti spesso lamentano dolore dopo aver mangiato ali-
menti particolari, che possono innescare i disturbi fungendo da trigger (agente sca-
tenante). Individuare gli alimenti da eliminare dalla dieta, o ai quali prestare attenzio-
ne, è quindi un obiettivo rilevante per aiutare i pazienti da un punto di vista clinico,
anche per ridurre la necessità di assumere farmaci.
Dopo due settimane durante le quali i partecipanti allo studio dovevano astenersi
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Gli autori della ricerca italiana, sulla base dei risultati ottenuti, concludono che nei pa-
zienti con reflusso un primo approccio terapeutico può essere rappresentato dall’e-
liminazione dalla dieta degli alimenti che loro stessi identificano soggettivamente
come potenziali fattori scatenanti. Le evidenze non consentono invece di associare
l’assunzione di singoli alimenti con alterazioni fisiopatologiche specifiche.
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Dieta Fumo
mediterranea
Reflusso
gastroesofageo
Sono necessari ulteriori studi prospettici controllati di durata superiore e che coin-
volgano un numero più ampio di pazienti per poter definire l’efficacia a lungo termine
dell’approccio dietetico e stabilire quindi se possa effettivamente aiutare ad evita-
re, nel tempo, di ricorrere ai farmaci. A questo proposito, gli esperti sottolineano
che i pazienti affetti da MRGE che iniziano una terapia a base di soppressori della
secrezione acida hanno poi in genere difficoltà a ridurne la dose o a sospenderne
l’assunzione, data l’elevata efficacia dell’intervento. Poiché, tuttavia, questi farmaci,
specialmente se utilizzati a lungo, non sono privi di effetti indesiderati, andrebbero
presi in considerazione gli approcci alternativi in grado di contenerne il consumo.
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Gli autori hanno potuto eseguire la metanalisi solo sulle diete a basso tenore di car-
boidrati e basate sulla velocità di consumo degli alimenti: è emerso che le prime
inducono una significativa riduzione del tempo di esposizione all’acido nell’esofago,
mentre una minore velocità nell’assunzione di cibo non ha modificato gli episodi di
reflusso rispetto al consumo più rapido. Le prove riguardanti l’efficacia degli altri in-
terventi dietetici rimangono di modesta qualità e non sono state considerate suffi-
cienti per trarre delle conclusioni solide e significative utili per i pazienti.
Gli autori di un'altra review sistematica che ha affrontato l’argomento, traendo alcune
considerazioni sugli effetti dell’assunzione di specifici alimenti e di alcune diffuse
abitudini sulla frequenza del reflusso4. Le proteine, i grassi, il fumo, il consumo di
alcol e condizioni psicologiche di disagio sarebbero correlati in modo positivo con la
MRGE, aumentando quindi il rischio di insorgenza della sintomatologia associata. Le
diete vegetariane, il consumo di frutta, verdura, vitamine e fibra sarebbero correlati,
invece, in modo negativo e quindi favorevole.
Tra le abitudini alimentari che è comunque meglio evitare ci sono gli spuntini nottur-
ni, saltare la colazione, mangiare troppo rapidamente, consumare cibo molto caldo,
mangiare troppo e assumere liquidi con eccessiva frequenza. Gli autori ritengono
che consumare pasti moderati con un ritmo regolare sia importante per prevenire
episodi di reflusso. Inoltre, a fine pasto è consigliabile che i pazienti stiano seduti o si
muovano anziché sdraiarsi, anche se è stato osservato che la posizione che assumo-
no le persone sane dopo i pasti non modifica l’acidità gastrica. Un’attività lavorativa
in piedi o comunque fisicamente attiva è in ogni caso correlata negativamente al
reflusso.
Punti chiave
■ La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) è molto diffusa nella popolazione e
può causare una serie di sintomi, tra cui bruciore e dolore epigastrico e rigurgito acido.
■ Si verifica quando la valvola che apre e chiude l’accesso dei cibi allo stomaco (lo
sfintere esofageo inferiore) non funziona in modo corretto e lascia risalire il conte-
nuto gastrico nell’esofago.
■ L’assunzione di alcuni alimenti scatenanti, detti trigger, può favorire la comparsa
dei sintomi o esacerbarli.
■ La maggior parte dei pazienti riconosce il ruolo negativo al proposito di specifici cibi,
come i piatti piccanti, il cioccolato, la pizza, il pomodoro e i fritti.
■ L’eliminazione degli alimenti trigger dalla dieta può migliorare la situazione in modo
sostanziale, talvolta evitando di dover ricorrere ai farmaci.
■ I medici dovrebbero aver cura di educare i pazienti circa le modifiche allo stile di
vita utili ad arginare il problema del reflusso (primi tra tutti l'astensione dal fumo).
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Bibliografia
1 Tosetti C, Savarino E, Benedetto E, De Bastiani R; 3 Lakananurak N, Pitisuttithum P, Susantita-
Study Group for the Evaluation of GERD Triggering phong P, Patcharatrakul T, Gonlachanvit S. The
Foods. Elimination of Dietary Triggers Is Successful Efficacy of Dietary Interventions in Patients with
in Treating Symptoms of Gastroesophageal Reflux Gastroesophageal Reflux Disease: A Systematic
Disease. Dig Dis Sci 2021;66:1565-1571. Review and Meta-Analysis of Intervention Studies.
2 Yadlapati R, Gyawali CP, Pandolfino JE; CGIT GERD Nutrients 2024;16:464.
Consensus Conference Participants. AGA Clinical 4 Zhang M, Hou ZK, Huang ZB, Chen XL, Liu
Practice Update on the Personalized Approach to FB. Dietary and Lifestyle Factors Related to
the Evaluation and Management of GERD: Expert Gastroesophageal Reflux Disease: A Systematic
Review. Clin Gastroenterol Hepatol 2022;20:984- Review. Ther Clin Risk Manag 2021;17:305-323.
994.e1.
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La convivialità:
un elemento base
della dieta mediterranea
Risponde Francesco Visioli, Dipartimento di Medicina Molecolare, Università
di Padova
La dieta mediterranea
La ricerca sui regimi alimentari maggiormente correlati alla longevità e alla protezione dalle malattie croniche
non trasmissibili ha individuato nella dieta mediterranea un modello efficace da proporre alla popolazione.
Nella sua composizione classica comprende significative quantità di frutta, verdura e carboidrati complessi,
prevalentemente da cereali integrali, apporto adeguato di proteine vegetali, soprattutto da legumi e grassi
prevalentemente insaturi.
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Quali sono i benefici per la salute derivanti dalla condivisione del cibo e perché
vengono spesso trascurati?
Convivialità e commensalità possono infondere buon umore e contribuire al be-
nessere psicologico, che sono associati alla riduzione del rischio dell'insorgenza
di alcune patologie non trasmissibili come tumori, malattie cardiovascolari, oltre
a ansia e depressione e quindi, come conseguenza, alla durata della vita. L’inter-
pretazione moderna della dieta mediterranea dovrebbe quindi tenere conto di
questi aspetti come parte integrante dei meccanismi che ne influenzano posi-
tivamente gli effetti favorevoli sulla salute. Proprio per questo la convivialità è
stata inserita alla base della piramide alimentare mediterranea, insieme all’atti-
vità fisica regolare e al riposo adeguato, accanto al suggerimento di prestare at-
tenzione alla biodiversità e alla stagionalità dei cibi che si scelgono, all’utilizzo di
prodotti tradizionali, locali ed ecologici e alla tradizione gastronomica (Figura).
A volte l’importanza della condivisione del pasto viene trascurata perché non se ne è
consapevoli o la si dimentica. Il piacere legato al consumo di cibo insieme induce la
secrezione endogena di ossitocina ed endorfine, neurotrasmettitori che promuovo-
no la sensazione di benessere.
Che ruolo ha per i bambini e gli adolescenti il consumo regolare dei pasti a tavola,
insieme, in famiglia?
In letteratura ci sono prove crescenti a sostegno del fatto che l'ambiente familiare è es-
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Piramide Alimentare Mediterranea: uno stile di vita quotidiano Porzioni frugali e secondo le
Linee Guida per la popolazione adulta abitudini locali
Latticini 2p (preferibilmente a
Ogni giorno
Acqua e tisane
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Anthropology of Food and Nutrition
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Da un punto di vista di salute pubblica, quale approccio può essere suggerito per
ottenere risultati migliori promuovendo la convivialità?
La dieta mediterranea viene elogiata in particolare per la sua bontà anche in ter-
mini sensoriali, grazie all’ampio utilizzo di ingredienti locali (sempre più soste-
nibili da un punto di vista ambientale e spesso più saporiti) e alla realizzazione
di ricette della tradizione regionale o famigliare, che si tramandano con passio-
ne. Questo approccio sottolinea l’importanza della sensazione di piacere tipica
dell’assaporare e condividere con altri l’esperienza del pasto, anche ai fini dell’a-
derenza a un particolare regime alimentare nel suo insieme.
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Ci sono, al contrario, approcci che trascurano gli aspetti appena citati e quali effetti
possono avere per chi li segue?
Sì. In netto contrasto con quanto appena descritto, in alcune aree geografiche preval-
gono indicazioni alimentari per la popolazione derivanti da linee guida molto rigide,
che riducono i cibi in gruppi alimentari senza prestare alcu-
na attenzione ad aspetti quali il gusto, le tradizioni culinarie,
la modalità di consumo dei pasti o il semplice piacere del
mangiare, generando spesso un controproducente senso di
La dieta mediterranea privazione, che non è salutare ed è tutt’altro che favorevole in
favorisce salute e termini di benessere generale.
Che cosa ci può dire, invece, a proposito dell’occasione di incontrare altre persone
a tavola durante eventi pubblici, come festival e manifestazioni varie, sia religiose
che no, in relazione ai legami sociali e agli scambi culturali?
Le occasioni pubbliche in cui, in vario modo, si può mangiare insieme, rappre-
sentano importanti momenti di scambio sociale e di comunicazione, e contri-
buiscono ad affermare e a rinnovare la propria identità a diversi livelli: familiare,
di gruppo o di comunità. La dieta mediterranea, in particolare, enfatizza i valori
dell’ospitalità e del vicinato, del dialogo interculturale e della creatività, e uno stile
di vita guidato dal rispetto delle diversità. Svolge quindi un ruolo centrale negli
eventi pubblici che includono persone di ogni età, condizione e classe sociale,
senza discriminazioni. La condivisione del cibo e la convivialità risultano tradizio-
nalmente molto evidenti anche nella dimensione sacra e rituale delle celebrazioni
e delle feste religiose, che sono occasioni per condividere un pasto in un clima
allegro e di convivenza serena.
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Bibliografia di riferimento
Bernardi E, Visioli F. Fostering wellbeing and healthy lifestyles through conviviality and commensality: under-
appreciated benefits of the Mediterranean Diet. Nutr Res 2024;126:46-57.
Office of the Surgeon General (OSG). Our Epidemic of Loneliness and Isolation: The U.S. Surgeon General’s
Advisory on the Healing Effects of Social Connection and Community [Internet]. Washington, DC: US De-
partment of Health and Human Services 2023.
Delgado MR, Fareri DS, Chang LJ. Characterizing the mechanisms of social connection. Neuron
2023;111:3911-3925.
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LA SCHEDA
La pesca
La pesca è il frutto del Prunus persica, pianta appartenente alla famiglia delle Rosa-
cee, che viene prodotta principalmente in Cina (di cui è originaria), Italia, Spagna e
Stati Uniti. Le diverse varietà di pesche si distinguono per la colorazione della polpa,
che nei frutti più comuni è gialla, ma può essere anche bianca (più ricca di zuccheri
e aromatica) o rossa, per la buccia che è ricoperta da peluria o glabra, come nelle
nettarine (o pesche noce), oltre che per la forma comunemente tondeggiante, che
è tipicamente appiattita nelle pesche tabacchiere. La stagione di raccolta delle pe-
sche in Italia è compresa tra maggio a settembre: il periodo migliore per consumare
questi frutti, nella fase in cui sono più ricchi di nutrienti.
Cosa contiene
Composta per l'80-90% da acqua la pesca apporta circa 40 kcal ogni 100 g, so-
prattutto per la presenza di zuccheri semplici (saccarosio, glucosio, fruttosio e sor-
bitolo); contengono anche una buona quota di
fibra (1,6 g/100 g). I frutti a polpa gialla sono par- Contenuto medio in 100 g Pesche Pesche
Nettarine
gialle sciroppate*
ticolarmente ricchi di carotenoidi (β-carotene,
zeaxantina, α-carotene, β-criptoxantina e lutei- Energia (kcal) 46 43 56
na), precursori della vitamina A; le antocianine, Acqua (g) 88,3 89 81,1
invece, che conferiscono il colore rosso-viola, si Proteine (g) 0,9 1,06 0,5
concentrano sotto la buccia e intorno al nocciolo Lipidi (g) 0,27 0,28 tr
in quasi tutte le varietà e sono diffuse invece in Carboidrati (g) 10,1 9,18 14
quelle a polpa rossa. La pesca contiene anche
Fibra (g) 1,5 1,5 0,9
una discreta quantità di vitamina C, che svol-
Vitamina C (mg) 4 2,9 5
ge una importante funzione antiossidante, cui
contribuisce anche il contenuto di acidi fenolici. Vitamina A Retinolo eq (µg) 24 21 13
Tra i minerali, il potassio si trova in questi frutti Beta-carotene (µg) 224 199 -
in quantità nutrizionalmente più rilevanti. Nelle Beta-criptoxantina (µg) 117 116 -
pesche sciroppate, ottenute con un processo di Potassio (mg) 122 131 110
sterilizzazione e l’aggiunta di sciroppo la quota Magnesio (mg) 8 9 5
glucidica è sensibilmente più elevata, mentre si Calcio (mg) 4 2 3
riduce il contenuto di fibra e vitamina A.
Fonte: USDA FoodData Central, * IEO-Banca Dati di Composizione degli
Alimenti
Cosa c’è da sapere
Le pesche, specie a polpa gialla, hanno un alto contenuto di carotenoidi, che possie-
dono attività antiossidante e sono precursori della vitamina A, che svolge un ruolo
chiave nella funzione visiva. Anche i polifenoli tipici della pesca, come le antocianine
e i flavonoidi, sono dotati di proprietà antiossidanti. L’attività antiossidante totale è
maggiormente associata al contenuto di composti di natura fenolica, che sono stati
studiati anche per i possibili effetti sul metabolismo lipidico e del glucosio. L’interes-
se del mondo della ricerca si è focalizzato recentemente sui componenti dei prodotti
di scarto della lavorazione delle pesche, e specialmente dei noccioli: acidi fenolici,
catechine e amigdalina, un glucoside contenuto anche nelle mandorle amare. Come
per gli altri frutti la porzione di riferimento per le pesche è pari a 200 g.
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