I Legami-Teoria VB - Ibridazione Orbitali-NEW
I Legami-Teoria VB - Ibridazione Orbitali-NEW
I Legami-Teoria VB - Ibridazione Orbitali-NEW
La teoria classica dei legami ipotizza che siano solo gli elettroni del li-
vello esterno i responsabili del legame chimico. Questi elettroni ven-
gono detti elettroni di valenza.
Affinché due o più atomi stiano assieme occorre che la molecola ri-
sultante abbia un contenuto energetico inferiore a quello degli
atomi di partenza presi singolarmente.
Per avere una molecola angolata occorre che questa sia almeno tria-
tomica.
La teoria VB, proposta da Linus Pauling negli anni '30 del XX secolo, si
avvale del concetto di orbitale, che proprio in quegli anni si era defi-
nitivamente affermato, e asserisce che:
• Gli orbitali che formano i legami sono quelli semicompleti, che con-
tengono un elettrone spaiato, al fine di saturarsi (riempirsi) con una
coppia di elettroni condivisi (con spin antiparallelo, in base al princi-
pio di esclusione di Pauli).
FIGURA 1.10
A) Alla distanza di 0,74 Å le attrazioni (frecce verdi) e le repulsioni (frecce rosse) tra cari-
che dello stesso segno si bilanciano perfettamente.
B) A distanze leggermente maggiori prevalgono le attrazioni e i due atomi H tendono
ad avvicinarsi. A distanze inferiori a 0,74 Å prevalgono le repulsioni e diviene più difficile
avvicinare i due atomi. La molecola è stabile, perché occorre energia sia per allungarla sia
per accorciarla. La presenza di un minimo nella curva di energia potenziale (in rosso) è
sempre indice di stabilità. L'energia del legame (431 kJ/mol) equivale all'energia spesa per
separare gli atomi a distanza infinita e corrisponde alla «profondità» della buca.
• Non è quindi necessario, perché una molecola si formi, che gli ato-
mi raggiungano l'ottetto di stabilità, ma è sufficiente che si saturino
uno o più orbitali di ogni atomo.
Esistono però dei legami covalenti che non si realizzano sulla con-
giungente dei due nuclei: questi sono detti π (si legge pi greco), la so-
vrapposizione di questi orbitali è parziale e quindi questo tipo di le-
game è più debole del σ .
Fig. 7.19 Doppio legame nella molecola O2. I due orbitali p che si sovrappongono frontalmente formano un legame σ,
mentre i due orbitali p che si sovrappongono lateralmente formano un legame π.
Fig. 7.20 Triplo legame nella molecola N2. I due orbitali px che si sovrappongono frontalmente formano un legame o,
mentre le due coppie di orbitali p (py e pz) che si sovrappongono lateralmente formano due legami π.
Allo stesso modo il cloro (figura 12), che ha sette elettroni di valenza,
completa il proprio ottetto a otto elettroni e raggiunge la configura-
zione esterna del suo gas nobile di riferimento, l' argon (Ar).
Fig. 13 - Sovrapposizione dell'orbitale 1s dell'idrogeno con il 3px del con formazione del legame σ etero-
polare
Fig. 14 - Formula di struttura dell'acido cloridrico (HCI) con la schematizzazione del dipolo prodotto dalla
differenza di elettronegatività tra cloro e idrogeno (0,9)
Il legame dativo
Figura 17 - Guscio di valenza dell'ossigeno allo stato eccitato che ospita due elettroni
Legame ionico
Se una molecola biatomica è composta da due atomi caratterizzati da
una grandissima differenza di elettronegatività si ha la formazione di
un legame ionico.
Un atomo non più neutro che porta una o più cariche negative viene
detto anione
G. Salzano – Appunti dalle lezioni
19
Un atomo non più neutro che porta una o più cariche positive viene
detto catione:
Il cloro fa parte del settimo gruppo, detto anche gruppo degli alogeni
(dal greco: generatori di sali), caratterizzati da elevata elettronegati-
vità; mancandogli un elettrone per completare l'ottetto, hanno la
tendenza chimica diventare anioni monovalenti (con una carica ne-
gativa).
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BOX DI APPROFONDIMENTO
Elettronegatività e struttura molecolare di molecole biatomi-
che (A-B)
Le molecole biatomiche, composte cioè da due soli atomi, possono
avere caratteristiche ioniche crescenti, in funzione della differenza di
elettronegatività degli atomi che la compongono. Ricordiamo che l'e-
lettronegatività è la capacita di un elemento di attrarre su di sé carica
negativa (elettroni).
G. Salzano – Appunti dalle lezioni
21
Per spiegare meglio il concetto del grado di carattere ionico (G) ana-
lizziamo tre tipi di molecole biatomiche molto rappresentative:
• composti interalogenici;
• idruri alcalini;
• alogenuri alcalini.
I composti CI-Br, CI-I e Br-I sono covalenti mentre CIF e BrF sono ioni-
ci e producono le seguenti specie ioniche (Cotton Wilkinson):
Tutti gli idruri alcalini, detti anche idruri salini, sono ionici (Cotton -
Wilkinson).
Figura 19 - Grafico del grado di carattere ionico (G) rispetto alla differenza di elettronegatività (XA-XB)
L'orbitale ibrido sp
Ferma restando la configurazione elettronica di tutti gli atomi nel loro
stato fondamentale, si può pensare che in taluni casi, al momento di
reagire, la distribuzione elettronica, a causa delle energie in gioco,
subisca delle alterazioni, in seguito alle quali alcune coppie di elet-
troni si sciolgono e gli elettroni componenti vanno a occupare da soli
orbitali vacanti (vuoti) caratterizzati da energia di poco superiore. In
tal caso si dice che l'elettrone viene promosso ad altro orbitale.
Il fatto che Be formi con F due legami covalenti (BeF2) si può spiegare
così:
Pertanto:
Anche in questo caso, si hanno tre orbitali ibridi identici sp2. Nella
reazione con il fluoro si ha:
Gli orbitali ibridi sp3 sono orientati nello spazio a 109° 28' tra loro,
cioè verso i vertici di un tetraedro regolare (simmetria tetraedrica).
L'angolo di 105° è giustificato dal fatto che i due orbitali ibridi sp3, che
contengono coppie di elettroni non condivise, esercitano una forte
repulsione sui due orbitali sp3 impegnati nel legame O—H.
ZOLFO
CLORO
sp3 Tetraedrica
sp3d2 Ottaedrica
IL LEGAME METALLICO
Come ultimo caso di interazione forte esistente tra gli atomi conside-
riamo il legame metallico.
Questo è dunque ciò che fanno tutti gli atomi, per esempio di argen-
to, quando costituiscono un pezzetto di argento puro. In questo pro-
cesso si creano ovviamente tante cariche positive quanto negative e
perciò anche nei metalli è rispettata l'elettroneutralità.