Il Nodo Irrisolto Della Effettivita' Della Tutela Giurisdizionale: L'ambiguita'
Il Nodo Irrisolto Della Effettivita' Della Tutela Giurisdizionale: L'ambiguita'
Il Nodo Irrisolto Della Effettivita' Della Tutela Giurisdizionale: L'ambiguita'
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senza alterare le condizioni minime di partecipazione sulle quali si è fon-
data la regolarità della procedura di gara medesima e, naturalmente, la
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rinunzia alla impugnazione da parte dei soggetti non aggiudicatari della
gara stessa.
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9. Il nodo irrisolto della effettività della tutela giurisdizionale: l’ambiguità
Ita
della formula della giurisdizione esclusiva alla luce delle sentenze della
Corte cost. n. 204/2004 e n. 191/2006.
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Anche quello della effettività della tutela giurisdizionale costituisce un
punto scottante nella già complicata rete di relazioni tra ordinamento co-
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munitario e ordinamento nazionale nella materia dei contratti pubblici.
Sotto questo profilo, la critica già a suo tempo rivolta nei confronti della
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Id., Diritto amministrativo e diritto comunitario, cit.
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Cerulli Irelli, Giurisdizione esclusiva e azione risarcitoria nella sentenza della Corte
Costituzionale n. 204 del 5 luglio 2004, in www.giurcost.org; M. A. Sandulli, Un passo avanti
e uno indietro: il giudice amministrativo è giudice pieno, ma non può giudicare dei diritti, in
www.giurcost.org; Virga, Il giudice della funzione pubblica (sui nuovi confini della giurisdi-
zione esclusiva tracciati dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 204/2004, in www.giur-
cost.org; Cintioli, La giurisdizione piena del giudice amministrativo dopo la sentenza n. 204
del 2004 della Corte Costituzionale, in www.lexfor.it.
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La concezione fatta propria dalla Corte di Giustizia relativamente alla nozione di
potere pubblico si ricava dalla elaborazione della teoria della responsabilità dei pubblici
poteri, realizzata con una serie di sentenze del 1996. V.: sentenza Brasserie du Pêcheur, C.
Giust. CE, 5 marzo 1996, Racc., 1996, I-1029; sentenza British Telecommunications, Id., 26
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delle istituzioni che degli Stati membri) esprimono una posizione giuridica
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di prevalenza, non di “autorità”, nell’ambito della quale non è necessario
ricercare a tutti i costi l’esercizio di una capacità giuridica speciale e di un
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modello di azione principale “a diritto amministrativo”. Quanto al potere
esso viene visto come una tipica situazione giuridica soggettiva dinamica e
strumentale (peraltro, anche nel Trattato costituzionale si preferisce parlare
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di obblighi delle istituzioni, segno che la politica è al servizio dei cittadini e
non il contrario).
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Alla critica di carattere generale, se ne deve aggiungere una di carattere
specifico che riguarda proprio la tematica dei contratti della pubblica am-
ministrazione e, specificamente, degli appalti pubblici: la Corte costituzio-
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nale e lo stesso legislatore dimenticano che i contratti sono fattispecie di
giurisdizione esclusiva, dove già nella fase di formazione del contratto l’in-
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teresse legittimo del partecipante assume una tecnica di protezione anche
procedimentale e processuale del tutto simile a quella del diritto soggettivo.
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domanda riconvenzionale. Non si può chiedere alla classe del giudici am-
ministrativi di fare a meno del proprio Codice, cosı̀ come il giudice civile
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marzo 1996, Racc., 1996, I-1631; sentenza Lomas, Id., 23 maggio 1996, Racc., 1996, I-2553;
sentenza Dillenkofer, Id., 8 ottobre 1996, Racc., 1996, I-4845.
Sommario
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caso della Francia).
In Italia, viceversa, il giudice amministrativo deve fare i salti mortali per
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cercare di adeguare la propria obsoleta procedura alle nuove esigenze di
accertamento della verità processuale e qualche volta disattende le stesse
norme della tradizionale procedura amministrativa. Ad esempio, vi sono
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frequenti casi in cui il giudice fissa autonomamente una nuova udienza di
trattazione, indipendentemente dalla presentazione di una nuova domanda
Ita
di fissazione di udienza, anche se ha emesso una sentenza o una ordinanza
istruttoria. Queste vischiosità, unite allo spettro dei termini dimidiati, co-
stituiscono per gli avvocati terribili angosce e non sono il modo più corretto
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per applicare sostanzialmente il principio della “effettività” della tutela giu-
risdizionale e tanto meno quello del “giusto processo”. Tra l’altro, come
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dimostra ampiamente, e non da oggi, la c.d. teoria dei sistemi, essi debbono
essere interconnessi: quindi, per restare all’esempio precedente, se l’ufficio
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zione sul mezzo impugnatorio straordinario ex art. 362 c.p.c. è solo un se-
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gnale per quanto improprio 54. In realtà, la soluzione di diritto positivo c’è
già e risulta a spesa quasi pari a zero: essa consiste nella trasformazione
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della Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato in vera e propria Cassa-
zione amministrativa (istituto anch’esso presente negli ordinamenti degli
altri Stati sopra citati) in attesa che eventualmente il sistema complessivo
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della giustizia amministrativa si federalizzi (o meglio regionalizzi, ai sensi
dell’art. 125 Cost.) con l’istituzione delle Corti d’appello 55.
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Infine, rimane inevaso il principio dell’accertamento giudiziale sul con-
tratto d’appalto che dovrebbe costituire cognizione principale e non inci-
dentale o comunque derivata in capo al giudice amministrativo. Non v’è
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peraltro da essere sorpresi. Alla stranezza della concezione sostanziale
della procedura di attribuzione del contratto fatta propria dal legislatore
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italiano (piena di vincoli, formalismi e soverchia attenzione alla regolarità
“corporativa” delle procedure di gara rispetto alla efficienza dei risultati),
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pubblico e privato.
54
Sul punto v. Cass., S.U., ord., 13-15 giugno 2006, n. 13659, n. 13660 e n. 13911.
55
Ferroni, Il ricorso in Cassazione avverso le decisioni del Consiglio di Stato, Padova,
2005.