Nubi Chernobyl Zanella

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BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA

ROMA - Ser. XI, vol. V, 1988, pp. 35-72

GUGLIELMO ZANELLA

L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA I CONFINI:


L'ESEMPLARE EPISODIO DI CERNOBYL'

Introduzione. - Le modificazioni nel grado di purezza dell'aria,


com'è noto, possono avvenire con l'introduzione nell'atmosfera di so-
stanze emesse nei processi di combustione normale o incompleta, di
prodotti liberati nelle reazioni chimiche utilizzate nelle industrie o di
particelle rilasciate a seguito di fenomeni meccanici, sia naturali che
artificiali. Le diverse matrici ambientali posseggono di per sé una ele-
vata capacità depurativa che si estrinseca per mezzo di processi lisico-
chimici e biologici assai diversificati e complessi. In particolare, la ca-
pacità che ha l'aria di autodepurarsi e quindi di rigenerarsi t: in tun-
zione della propria mobilità oltre che del dilavamento in essa operato
dalle precipitazioni. Un'intensa circolazione atmosferica fa sì che gas,
aerosoli e particelle, soprattutto quelle più piccole, siano mescolati
con una grande quantità di aria e ne sia quindi accentuata la loro di-
luizione, mentre l'impatto con un'area di precipitazioni ne provoca per
buona parte l'abbattimento al suolo. L'efficacia di questo meccanismo
naturale di evacuazione e di depui-azione è invece ostacolata quando i
movimenti orizzontali e quelli verticali sono scarsi: ciò si verifica so-
prattutto in presenza di tempo anticiclonico. una condizione spesso ac-
compagnata da inversioni termiche negli strati d'aria più vicini al suo-
lo che rendono l'atmosfera stabile.
Nella geografia dell'inquinamento un aspetto importante è quello
relativo alla tipologia dei polluenti che entrano in gioco. L'atmosfera è
divenuta un po' ovunque, soprattutto negli ultimi decenni, sempre più
il ricettacolo di una grande quantità di sostanze inquinanti, delle quali
un certo numero presenta una particolare pericolosità per le conse-
guenze che può avere per l'ambiente e per la salute dell'uomo. Sono
ben note, ad esempio, le preoccupazioni espresse negli ultimi tempi d a
scienziati di tutto i l mondo riguardo all'efferro s e m i provocato dall'au-
mento progressivo di C02 nell'aria, oppure riguardo ai buchi nell'ozo-
nosfera operati dai clorofluorometani, o alle conseguenze delle piogge
GUGLlELMO ZANELLA

acide. Per ciò che si riferisce più direttamente alla salute dell'uomo,
ormai non vi sono più dubbi sugli effetti negativi derivanti d a certi ti-
pi di inquinanti che incon~bono,ed in concentrazioni elevate, sulle
aree urbane e sulle zone industriali, dove si addensa una grande quan-
tità di popolazione (1). Tali conseguenze possono essere immediate o
iwificarsi a breve scadenza oppure nel lungo termine.
Particolare rilevanza per la salute dell'uomo è venuto a d assumere
negli ultimi tempi l'inquinamento radioattivo. La radioattività, si sa, P
diventata una inseparabile parte dell'ambiente sin d a quando laTerra
si è formata. Nella fig. 1 è riportata, ad esempio, la radiazione di fon-
do naturale per ciò che riguarda il nostro territorio. Ricordiamo che
essa può derivare dal cosmo che ci circonda, dal suolo che calpestia-
mo, ma anche dall'aria che respiriamo, dall'acqua che beviamo, dal ci-
bo che mangiamo, dalle case che abitiamo, ed è persino presente nel
nostro corpo. A questa radioattività naturale si è aggiunta in tempi re-
lativamente recenti la contaminazione radioattiva di origine antropica,
derivante dalle esplosioni in atmosfera ed anche sotterranee, per moti-
vi bellici o sperimentali, di ordigni nucleari, da rilasci nell'uso pacifico
dell'atomo per la produzione di energia, dall'uso di sostanze radioatti-
ve nella medicina, nell'industria, nella ricerca. Come avviene per gli in-
quinanti tradizionali », la pericolosità della contaminazione radioat ti-
((

va è in funzione della tipologia e della concentrazione, ma i radionucli-


di risultano assai più pericolosi per l'uomo perché, a differenza di
quanto succede per altre sostanze inquinanti, essi possono rimanere a
lungo attivi prolungando quindi nel tempo i loro effetti nocivi. Non va
inoltre trascurato il trasferimento della radioattività all'organismo
umano attraverso le diverse catene alimentari al termine delle quali si
trova l'uomo.
In tutta la sua drammaticità, il recente episodio di Cernobyll h a
posto di fronte agli uomini di scienza, ai politici e alla stessa opinione
pubblica tutta L1na serie di inquietanti problematiche e particolarmen-
te quelle connesse alla salvaguardia della salute pubblica. Per la vasti-
tà dei territori che h a interessato, il rilascio accidentale di una grande
quantità di radionuclidi da quella centrale nucleare sovietica si è pre-
sentato in effetti come caso esemplare ed emblematico di contamina-
zione radioattiva e offre quindi l'opportunità di raccogliere alcune ri-
flessioni sulla funzione dell'aria come fattore geografico. I1 presente
studio, che vuole essere di carattere meteorologico e geografico insie-
me, costituisce un tentativo di ricostruire cronologicamente, sulla ba-
se dell'evoluzione delle condizioni del tempo in Europa, il percorso

(1) Sulla qualita della vita nelle città, b . G Zanella, 1986. Una rassegna degli aspetti salienti del cli-
ma urbano si trova in H.E. Laridsberg, 1981.

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L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA I CONFINI

Dose regionale
m e d i a annua
(mrernfanno)

--

FIG 1 - RADIAZIONE DI FOKDO NATURALE 1N I I A L I A


N.B. - I1 fondo naturale in I t a l i a comporta una dose media individuale intorno a 100
mi e~ii'anno.
Foriie. A. Cardinale e altri. 1975.

compiuto dalla nube radioattiva e quindi di individuare di volta in vol-


ta le aree geografiche da essa interessate; pertanto non prenderò in
esame, se non marginalmente ed a titolo esemplificativo, gli aspetti
quantitativi e qualitativi della contaminazione prodotta e le conseguen-
ze da questa derivate, esulando tali problemi dalla competenza del
geografo.

L o scenario nzereorologico e le truierrorie dellu nube radioattiva


su11'Europa. - Tra i l 25 ed i l 26 aprile 1986 i l tempo in Europa e r a do-
minato da un esteso campo di alta pressione con i l suo ceiilr-o nella
GUGLIELMO ZANELLA

I I(; ? - CARI-F D E L TEMPO IN EUROPA ALLE ORE 12 UTC DEL 25 E DEL 26 APRILE 1986.
F m i c C Pvrsson, H . R h d r 1 L.E. D1 ti!-ici, lQRh

parte nord-occidentale della Russia e da una depressione allineata dal-


la Spagna alla Penisola Scandinava (fig. 2). Al momento dell'incidente
(lh23" locali del 26, corrispondenti alle 21h23" UTC del 25 aprile) nella
zona di Cernobyl1 (5 1 l7'N. 30° l5'E), ai margini dell'anticiclone, il cie-
lo era sereno, i venti al suolo deboli di direzione variabile. Secondo
quanto indicato dai radiosondaggi, lo strato'd'aria fino ad un'altezza
di 400-500 m dal suolo era inleressato da una inversione termica con
gradiente il 2-4OC. Al di sopra dell'inversione i radiosondaggi eseguiti a
nord e a nord-ovest di Cernobyl' indicavano la presenza di venti forti
da est e sud-est con una velocità di 12-14 mlsec. Salendo in quota la ve-
locità del vento decresceva ed all'altezza di 1500 m era di 8-10 mlsec
con direzione da sud-est (fig. 3). Per le caratteristiche dell'incidente
(esplosione di uno dei quattro reattori della centrale) e dell'elevata
temperatura del rilascio per l'incendio che ne è seguito, si è sollevato
un alto pennacchio che ha liberato nell'aria materiali radioattivi a va-
rie altitudini; esso però dovrebbe aver trovato, nel suo movimento ver-
so l'alto, un primo ostacolo nell'inversione termica presente fino alla
quota di circa 500 m e successivamente nei venti forti spiranti al di so-
pra di quella quota. Nonostante queste condizioni sfavorevoli, la nube
sprigionatasi dalla centrale di Cernobyl' dovrebbe aver raggiunto tem-
poraneamente, subito dopo I'esplosione, un'altezza di 1500-2000 rn.
Calcoli teorici indicano, tuttavia, che la maggior parte dell'emissione
L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA I CONFINI

FIG. 3 - TOPOGRAFIA DEL LIVELLO ISOBARICO DI 850 hPa ALLE ORE 00 UTC DEL 26 APRILE 1986
(altezza media circa 1500 m).
Le linee tratteggiate indicano la velocità dei venti in mlsec.
Fonte: A.L. Savolainen e altri, 1986 (ridisegnata).
GUGLIELMO ZANELLA

delle prime ore dovrebbe essere stata trasportata fino ad un'altezza di


1000 m (2).
Per ciò che riguarda i sistemi di dispersione del contenuto in ra-
dionuclidi nell'aria, oltre al meccanismo della diffusione atmosferica
ed al trasporto operato dai venti, altri due processi hanno contribuito
a ridurre progressivamente la concentrazione: la deposizione secca e
la deposizione umida. La prima è il risultato della caduta al suolo per
gravità delle particelle e degli aerosoli con una sequenza cronologica,
e quindi con una distribuzione spaziale, che ha interessato queste so-
stanze a seconda delle loro dimensioni: le sostanze più pesanti si sono
depositate prima e più vicino al luogo dell'incidente rispetto a quelle
più leggere che hanno raggiunto aree sempre più lontane. Le precipita-
zioni sono state un importante ed efficace mezzo di deplezione. In pre-
senza di piogge, l'atmosfera è stata dilavata nei suoi bassi strati ed il
risultato è stato il trascinamento al suolo in forma di deposito umido
di gran parte degli elementi radioattivi in essa contenuti (3).
Venendo ora a considerare in dettaglio le vicissitudini della nube
radioattiva contenente le varie emissioni e quindi la distribuzione geo-
grafica della contaminazione nucleare che ne è seguita, ricordiamo che
al momento dell'incidente sopra l'area di Cernobyll ed a partire dalla
quota di 500 m era in atto un flusso di aria verso nord e nord-ovest, ri-
chiamato dalla depressione sulla Scandinavia. Trascinata da questi
venti, nella mattinata del 26 aprile la nube emessa nell'esplosione ha
raggiunto lo strato limite convettivo al di sopra delle regioni nord-
occidentali della Russia Bianca. In quest'area il cielo era inizialmente
sereno. Con il progressivo riscaldamento del suolo, la stratificazione

(2) Nella ricostruzione delle prime fasi della diffusione e del trasporto del materiale radioattivo
emesso e stato utilizzato in questo studio, oltre all'ampia e ben documentata relazione predisposta
dall'istituto Svedese di Meteorologia e Idrologia (C. Persson, H. Rodhe e L.E. De Geer, 1986). anche
l'interessante lavoro curato dall'Istituto Meteorologico Finlandese: A.L. Savolainen e altri. 1986.
Nel rapporto presentato dalle autoriia sovietiche all'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomi-
ca (IAEA) di Vienna (USSR State Committeeon the Utilization of Atomic Energy, 1986) viene fatto
qualche accenno alla quota raggiunta dal pennacchio. Per il giorno 27 aprile, ad esempio, viene indi-
cata una quota massima di 1200 m, ma questo valore è probabilmente riferito alle ore diurne, quando
le condizioni meteorologiche erano favorevoli ai moti ascendenti. Lo stesso calore prodotto nelle di-
sintegrazioni radioattive avvenute all'interno della nube può teoricamente aver provocato un innalza-
mento del pennacchio; tuttavia la quantità di calore emesso in questo processo non dovrebbe aver
raggiunto valori tali da esercitare una significativa influenza.
(3) Le precipitazioni possono catturare le particelle sospese nell'aria, direttamente durante i pro-
cessi che portano alla loro formazione (catture in nube) oppure durante la loro caduta (cattura sotto
nube). Il deposito umido al suolo in conseguenza della cattura in nube o sotto nube è tanto maggiore
quanto più intense sono le piogge, mentre il depositu secco, che si verifica per gravità o per impatto
diretto delle particelle con il terreno e con la vegetazione, è in genere una frazione molto piccola del-
la concentrazione in aria dei contaminanti. In prima approssimazione il valore del rapporto tra depo-
sito umido e deposito secco, in un dato intervallo di tempo, è pari a cento volte la quantità di pioggia
caduta espressa in mm. Pertanio, una pioggia di 1 millimetro su una zona può far aumentare fino a
cento volte il deposito al suolo rispetto ad una zona limitrofa dove non ha piovuto. a parità di concen-
trazione nell'aria di contaminanti nelle due zone messe a confronto.
L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA I CONFINI

dell'aria è divenuta sempre più instabile con rimescolamenti che han--


no raggiunto quote fino oltre i 2000 m. Una certa quantità di radionu--
clidi è stata quindi sollevata verso l'alto a seguito della formazione di
nubi cumuliformi che hanno provocato anche rovesci di pioggia. Sem-
pre sospinta dai venti di sud-est, la nube radioattiva ha raggiunto le
regioni baltiche nel corso del giorno 27 aprile, quando ancora le auto-
rità sovietiche non avevano dato notizia dell'incidente. In Svezia il pri- -
rno rilevamento di fall-our è avvenuto nello Svealand orientale, presso
la centrale nucleare di Forsmark situata sulla costa del Mar Bal~ico, '

100 km a nord di Stoccolma, mentre in Finlandia la contaminazione


radioattiva è stata osservata per la prima volta presso la stazione di
monitoraggio di Kajaani, circa 500 km a nord di Helsinki, dove nella
serala del 27 sono stati misurati livelli di esposizione tra i 70 ed i 100
rRlh dovuti alle forti precipitazioni cadute in quella regione.
Fino alla sera di domenica 28 aprile, quando le autoytà sovietiche
hanno annunciato ufficialmente quanto era accaduto a Cernobyl', gli
anomali valori di radioattività osservati in Svezia ed in Finlandia han-
no dato luogo a diverse congetture. Si è pensato in un primo tempo
che ciò poteva essere la conseguenza dell'esplosione di un ordigno nu-
cleare in territorio sovietico, ma lo spettro delle radiazioni gamma mi-
surate in diverse località svedesi lungo la costa baltica indicava una
*
quantità elevata di I 3 T s e di 1 3 7 C ~
presenza
, questa che induceva lo
Swedish Radiation Protection Institute ad escludere tale eventualità.
Si è pensato allora ad un rilascio anomalo da un reattore nucleare si-
tuato nell'area a sud-est della Svezia e della Finlandia per cui si è rico-
struito l'andamento dei vsnti dal Mar Nero verso le regioni baltiche e
la prima supposizione è stata che la sorgente del rilascio poteva essere
una grande centrale nucleare situata in Lettonia.
Chiariti con l'annuncio sovietico luogo e data dell'incidente nu- ;
cleare, i servizi di protezione civile dei vari paesi europei hanno attua-
to piani di emergenza e da quel momento particolarmente efficace &
stato il contributo fornito dai servizi meteorologici (4). Sulla base delle =

carte del tempo e dei campi del vento previsti nel brevc e nel medio
termine i meteorologi hanno tracciato giorno per giorno le traiettorie
che presumibilmente avrebbe seguito la nube radioattiva con indica-
zioni quindi delle aree geografiche di v o l ~ ain volta interessate poten-
zialmente dalla contaminazione. Inoltre, tenendo conto delle diverse
ipotesi sull'altezza raggiunta dal pennacchio radioattivo, queste traiet-
torie sono state Lracciate a varie quote comprese generalmente Lra i
750 e i 3000 m. In questi giorni, di valido aiulo per i meteorologi sono
state le informazioni fornite dall'European Center foi- Medium Range

(4) Per ciò che riguarda il nostro paese, trramenie puriiuali sono siaie Ir infoi-mazioni forriiie dal
Servizio Metrorologico dell'Aei~onauticaMilitare Italiana (F. Falcorir, 1986).
GUGLIELMO ZANELLA

FIG. 4 - TRAIETTORIE CALCOLATE DEL TRASPOKT'O, NEI VARI TEMPI (UTC) E ALLE VARIE
QUOTE, DELLA PRIMA EMISSIONE.
Fontr: C. Prr-ason, H. Rodhr r L.E. Dc Gccr. 1986 (ridisegnata).

Weather Forecast (ECMWF) di Reading, in G r a n Bretagna. È da sotto-


lineare che, sebbene le localizzazioni geografiche della nube radioatti-
v a previste dagli esperti nella fase più acuta dell'emergenza di
Cernobyl' fossero solo indicative dell'area potenziale di contaminazio-
L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA 1 CONFINI
GUGLIELMO ZANELLA

FIG. 6 - CONCENTRAZIONE NELL'ARIA. I N PROSSIMITÀ DEL S! Ol O, DI "'Cs (in Bq/m3)A STOC-


COLMA NEL PERIODO 26 APRILE - l I MAGGIO
-
Fonte: C. Persson, H. Rodhe e L.E. De Geer, l986 (ridisegnata).

ne, è pur vero che le misurazioni fatte nelle varie regioni d'Europa del-
la concentrazione nell'aria, nell'acqua caduta e sul suolo di radionucli-
di hanno poi dato risultati che sono in buona parte concordanti con le
informazioni e le previsioni fornite dai meteorologi (5). E da aggiunge-

(5) A proposito delle misure della radioattività, dopo Cernobyl' è emersa la questione relativa ai
sistemi di rilevamento dei dati dal momento che sulla loro affidabililà ed attendibilità molto si è di-
scusso in quei giorni. Ebbene, l'esperienza acquisita impone in effetti la necessità di organizzare in
ogni paese una rete di stazioni di monitoraggio, sia per ciò che riguarda l'inquinamento dell'aria che
quello del suolo, più capillare, geograficamente meglio distribuita e che uiilizzi metodologie di anali-
si omogenee e uniformi.
L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA I CONFINI

re che le traiettorie disegnate dai meteorologi, che nei momenti caldi


dell'emergenza erano per forza di cose tracciate con una certa appros-
simazione, sono state in seguito, utilizzando ulteriori e più precise in-
formazioni meteorologiche e sofisticate elaborazioni elettroniche, per-
fezionate e ridisegnate con riferimenti, partendo dal luogo dell'inci-
dente e per le diverse quote, dei tempi di spostamento e quindi delle
aree progressivamente interessate dal passaggio della nube radioatti-
va. Consideriamo, ad esempio, il grafico della fig. 4, che riporta le
traiettorie ricostruite dall'Istituto Svedese di Meteorologia e Idrologia
relative alla prima emissione e che coprono un periodo di 4,5 giorni.
Da esso si ricava che nel primo mattino del 27 aprile la nube radioatti-
va ha subito, in vicinanza della costa baltica, una suddivisione in tre
rami: quello più basso si è diretto verso le regioni meridionali del Go-
taland, quello attorno ai 750 m si è portato più a nord andando ad in-
teressare la parte orientale dello Svealand e quella meridionale del
Norrland (soffermandosi su quest'area per due giorni), mentre il ramo
a più alta quota ha continuato a dirigersi verso nord e successivamen-
te verso nord-est passando sopra la Finlandia. È da notare come la nu-
be radioattiva contenente l'emissione del 26 aprile abbia comunque
raggiunto la Penisola Scandinava e la Finlandia quasi simultaneamen-
te. Secondo i meteorologi svedesi, la contaminazione osservata per la
prima volta in Svezia nello Svealand orientale è stata probabilmente
trasportata sopra il Baltico ad elevata altitudine (approssimativamente
a 1500 m) ed ha poi raggiunto il suolo attraverso un processo di fumi-
gazione (6). La fig. 5 offre una schematica ricostruzione cronologica e
geografica delle fasi di trasporto e dei processi di dispersione della nu-
be radioattiva, con particolare riferimento al territorio svedese, men-
tre i l grafico della fig. 6 ci dimostra che la contaminazione dell'aria ha
raggiunto in Svezia livelli particolarmente elevati nel corso del giorno
28 aprile e che la ricaduta al suolo di radionuclidi è stata decisamente
influenzata dalle precipitazioni, come del resto è avvenuto in tutte le
regioni attraversate dalla nube. Dalle isoiete della fig. 7 risulta che ne-
gli ultimi giorni di aprile il territorio svedese è stato interessato da
precipitazioni, che soprattutto il 28 hanno assunto sulla costa baltica
centrale una elevata intensità, con punt; fino a 27 mm di pioggia nella
parte sud-orientale del Norrland. A testimoniare l'importante ruolo

(6) Corn'è noto, i l processo di fumigazioneconsiste nel fatto che un pennacchio di fumo trasporra-
io entro uno strato d'aria stabile ad una certa altezza tende a scendere rapidamenre verso il suolo a
causa del rimescolamento che si produce quando lo strato d'aria viene a coniatto w n un'area di in-
stabilità. Il giorno 27 aprile, mentre la stratificazione dell'aria risultava stabile sopra il Baltico, che
mostrava una temperatura superficiale molto bassa (circa 2'). come capita di norma in questo perio-
do dell'anno, era instabile invece sopra la parte sudarientale della Svezia. con una turbolenza che
raggiungeva i 1000 m di quota, Secondo gli esperti svedesi. con tale situazione vi erano in quell'area
condizioni favorevoli per un processo di fumigazione della nube radioattiva.
CUCLIELMO ZANELLA

FIG. 7 - PRECIPITAZIONI (in mm)


CADUTE I N SVEZIA DAL-
LE ORE 06 UTC DEL 28
ALLE 06 UTC DEL 30
APRILE.
Fonte: C. Persson, H. Rodhe e L.E.
De Ceer, 1986 (ridisegnata).

giocato dalle precipitazioni nella deposizione al suolo di radionuclidi


si offrono i dati sulla concentrazione media di 13'Cs nelle piogge rac-
colte nel periodo 28-30 aprile in varie località della Svezia, riportati
nel cartogramma della fig. 8. È evidente come le maggiori concentra-
L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA I CONFINI

FIG. 8 - CONCENTRAZIONE ME-


DIA DI '"Cs MISURATA
NELLE PRECIPITAZIONI
CADUTE IN SVEZIA NEI
GIORNI 28-30 APRILE.
Nci reilangoli i valori giornalieri
con l'indicazione, tra pareniesi, del
giorno.
Fonte: C. Persson, H. Rodhe e L.E.
Dr Geer (ridisegnata).

zioni si riscontrino là dove più intense sono state le p r e c i p i t a z i o n i . La


f i g u r a , che indica per- alcune località anche i l valore massimo giorna-
l i e r o , ci dimostra che la p u n t a più a l t a di attività (5,l kBq di 'uCs per
l i t r o ) è s t a t a misur-ata a Cppsala i l 29 aprile. I n f i n e , un'ulteriore prova
CUCLIELMO ZANELLA

della efficacia del dilavamento operato dalle piogge, quindi dell'impor-


tanza di questo evento meteorologico nella distribuzione sul suolo del-
la contaminazione, risulta dal rapporto tra la concentrazione di radio-
nuclidi misurata nelle precipitazioni e quella misurata nell'aria. Ebbe-
ne, per ciò che riguarda il 13'Cs, nelle località svedesi dove i due para-
metri, espressi nella stessa unità di volume, sono stati rilevati quasi si-
multaneamente, questo rapporto ha oscillato tra 0,3 x lo6 e 5 x 106
(C. Persson, H. Rodhe e L.E. De Geer, 1986).
Le regioni baltiche sono state interessate dalla nube radioattiva
emessa al momento dell'esplosione e nella mattinata del 26 nei giorni
che vanno dal 27 al 30 aprile (7). Intanto, già a partire dal pomeriggio
del 26 la direzione dei venti nell'area di Cernobyl7 inizia a evolversi
per i l progressivo spostamento verso est dell'anticiclone russo ed il
contemporaneo consolidamento di un'area depressionaria sul Mediter-
raneo centro-occidentale. Come si ricava dalle traiettorie calcolate del-
la fig. 9, il cambiamento di direzione dei venti ha inizio al livello isoba-
rico di 925 hPa corrispondente ad una quota di circa 750 m dove pren-
de corpo il trasporto della contaminazione verso le regioni sud-
occidentali delllEuropa. Al livello di 850 hPa (1500 m) il trasporto si
arresta per un certo tempo sulle regioni nord-orientali della Polonia e
quindi si dirige anch'esso verso sud-ovest. È da osservare che i grafici
della fig. 9 mostrano delle incertezze nei calcoli del trasporto. Nel ca-
so, ad esempio, dell'emissione del 26 aprile alle 12 UTC, quattro delle
cinque traiettorie tracciate a 750 m si muovono verso il Baltico setten-
trionale, mentre una si dirige verso sud-ovest. Al livello di 1500 e per
la stessa emissione, invece, le cinque traiettorie tracciate hanno un an-
damento tra loro coerente, il che significa che le incertezze nel loro
calcolo sono relativamente scarse. A seguito di un deciso cambiamento
della direzione del vento nell'area dell'incidente, il materiale radioatti-
vo liberato il giorno 27 viene progressivamente trasportato verso
ovest-sudovest e quindi più decisamente verso sud-ovest. In effetti i ra-
dionuclidi emessi intorno alle 00 UTC del 27 aprile trasportati al livel-
lo isobarico di 850 hPa si sono diretti verso ovest interessando succes-
sivamente varie regioni europee fino alla ~ranc-ia,dove la nube ra-
dioattiva è giunta nel pomeriggio del giorno 30 aprile (fig. lo), mentre
quelli emessi alle 12 UTC del giorno 27 hanno seguito una traiettoria
più meridionale. A partire dal 27-28 aprile, dunque, le regioni delllEu-
ropa centro-orientale e centro-meridionale, e cioè la Polonia, la Repub-

(7) La pesante contaminazione vihita dalla Svezia ha destato una viva preoccupazione nelle auto-
rità locali, che hanno usato i iai-i m r / / i di comunicazione di massa per informare la popolazione,
compresi gli immigrati stranier-i. sui iiiudi di comportamento da attuare in quella circostanza. S i ve-
da, ad esempio, l'edizione italiana del bollettino diffuso in dodici lingue diverse tra gli stranieri pre-
senti in Svezia: (Dipartimento Sicurezza e Protezione Nucleare Svedese. 1986).
L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA I CONFINI

1 18 UTC hpril 26 1500 m \

FIG. 9 - ANDAMENTO, A PARTIRE DALL'4REA DI CERNOBYL', DI CINQUE TRAIETTORIE CALCO


LATE ALLE ORE I2 E 18 UTC DEL 26 E ALLE 00 UTC DEL 27 APRILE.
A zinisira di 925 hPa; a destia, di 850.
Fonie: C. Pei-sson. H . Rodhe e I..E. De Ceer, 1986.
GUGLIELMO ZANELLA
I I - IMMAGINI METEOSAT NELLA FINESTRA INFRAROSSA DI DUE DIVERSE ORE PER I
GIORNI 28, 29 E 30 APRILE.
CUCLIELMO ZANELLA

blica Democratica Tedesca, la Cecoslovacchia, il sud della Repubblica


Federale di Germania, la Svizzera, l'Austria, l'Ungheria, la Iugoslavia
nord-occidentale e l'Italia, sono state progressivamente, da nord-est a
sud-ovest, investite dalla nube radioattiva. Localmente le piogge hanno
determinato sensibili variazioni nella ricaduta al suolo di radionuclidi,
con macchie di contaminazione che hanno mostrato in alcuni casi valo-
ri cinquanta volte superiori alla media rilevata all'interno di una re-
gione esposta alla stessa nube.
Nelle immagini inviate dal METEOSAT (fig. Il), se da un lato ri-
sulta ben visibile il vortice ciclonico responsabile del flusso di masse
d'aria da nord-est sul Mediterraneo e sulle regioni alpine, dall'altro ap-
paiono pure ben chiare lungo la rotta seguita dalla nube radioattiva le
formazioni nuvolose che di volta in volta hanno anche provocato preci-
pitazioni più o meno intense, determinando quindi un abbattimento al
suolo più o meno considerevole di radionuclidi. Mentre, ad esempio, in
Cecoslovacchia la quantità di precipitazioni è rimasta sotto i 5 mm, in
alcune regioni delllAustria sono stati osservati valori anche assai ele-
vati di pioggia, come è il caso della regione di Salisburgo-Linz dove so-
no stati misurati fino a 38 mm. Ed ancora, nell'area di Monaco di Ba-
viera una copiosa precipitazione caduta nel pomeriggio del 30 aprile
ha causato una ricaduta attiva di radionuclidi che ha elevato in poche
ore il livello di esposizione da 8 pRlh a 110 &h. A titolo indicativo
nella tab. 1 sono riportati, per i giorni 28, 29 e 30 aprile e per il l o
maggio 1986, le quantità di pioggia caduta in alcune località della Sviz-
zera, della Baviera, delllAustria, delllUngheria e della Iugoslavia (8).
Rimandando al paragrafo successivo ogni considerazione relativa
a quanto è successo nel nostro paese, continui?mo la nostra descrizio-
ne sommaria del trasporto e della dispersione delle sostanze contami-
nariij liberate nell'aria a Cernobyll osservando che l'emissione del 28 e
parte di quella del 29 aprile, per il richiamo operato da una debole de-
pressione formatasi nella regione del Mar Nero, è andata ad interessa-
re la stessa Ucraina e le zone sud-orientali della Russia. Intanto l'area
ciclonica sul Mediterraneo si va spostando in direzione est e questo
spostamento, assieme ad una situazione di blocco che si è organizzata
in seno alla circolazione generale, fa ruotare progressivamente i venti,
e dunque le traiettorie della nube radioattiva contenente le emissioni
del 29-30 aprile e dei giorni seguenti, sempre più verso sud e sud-est.
Come è indicato schematicamente nella fig. 12, le regioni più diretta-
mente interessate dalla contaminazione divengono, in successione,
quelle balcaniche, quelle del Mar Nero e la Turchia. L'emissione del 5

(8) I dati sono siaii loimiti dal CRTN dell'ENEL di Milano, che qui vivamente ringrazio per la pre-
7.iosa collaborazione prestata nella stesura anche di alire parti del presente studio.
L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA I CONFINI

PRECIPITAZONI GIORNALIERE (in mm) IN ALCUNE LOCALITÀ


SVIZZERE, BAVARESI, AUSTRIACHE, UNGHERESI E IUGOSLAVE
NEL PERIODO 28 APRILE - 4 MAGGIO 1986

iltitudine
Localirà
(m)

Svizzera
Payerne
Zurigo
Ginevra
Vaduz (Liecht.)
Baviera
Ulm
Monaco
Costanza
Zugspitze
Austria
Landeck
Innsbruck
Brennero
Sonnblick
Salisburgo
Linz
Mariazell
Vienna
Villacheralpe
Klagenfuri
Graz
Ungheria
Szombathely
Gyor
Budapest
Kesathely
Siofok
Baja
Iugoslavia
Lubiana
Maribor
Portorose
Fiume
Zagabria
Slavonski
Bihac
Zara
Sarajevo

"Dato incompleto

maggio, ultimo giorno p r i m a dell'arresto definitivo della fuoriuscita d i


m a t e r i a l e r a d i o a t t i v o d a l l a c e n t r a l e d i C e r n o b y I 1 , va ad i n t e r e s s a r e i n
un p r i m o m o m e n t o l a P o l o n i a e q u i n d i ancora l a S v e z i a e l a F i n l a n d i a
n e l corso d e l 1 3 e d e l 9 m a g g i o , come d i m o s t r a i l p i c c o s e c o n d a r i o r e g i -
s t r a t o i n q u e i g i o r n i a S t o c c o l m a n e l l a c o n c e n t r a z i o n e n e l l ' a r i a d i "'Cs
d e l l a f i g . 6. S i m i l m e n t e a q u a n t o era successo per l ' e m i s s i o n e d e l 26
a p r i l e , l a s i t u a z i o n e m e t e o r o l o g i c a che ha d e t e r m i n a t o l ' a f f l u s s o s u l l e
GUGLIELMO ZANELLA

FIG. 1 2 - TRAIETTORIE SEGUITE DALLA NUBE RADIOATTIVA SULL'EUROPA.


Le aree interessate in successione dalle traiettorie e le date di rilasriu L, di arrivo sono riportate nella
13b. 2.
Foiiie. V. Zwai?.-Meise, 1986 (ridisegnaia e coinplciaia).

regioni baltiche degli inquinanti radioattivi è anche questa volta domi-


nata da un'alta pressione nella parte nord-occidentale della Russia e
da una bassa pressione estesa dalle Isole Britanniche alla Penisola
Scandinava.
Al termine di questo paragrafo, nel quale si è cercato di ricostrui-
re lo scenario meteorologico che ha fatto da «regista» ai vari processi
di trasporto e di dispersione della contaminazione radioattiva emessa
L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA I CONFINI

AREE GEOGRAFICHE INTERESSATE DALLA TRAIETTORIA DELLA


NUBE RADIOATTIVA E DATE DEI RILASCI E DEGLI ARRIVI

Traiettorie 1 Aree interessate Data rilascio Data arrivo

Paesi baltici, Penisola Scandinava, 26 aprile 27-30 aprile


Finlandia

Europa centro-oi-ienialt,, Germania 27 aprile 28 aprile-2 maggio


nieridionale, Francia, S\ i//t.i-a, Au-
stria, Iugoslavia, Italia

Ucraina, Russia 28-29 aprile 28 aprile-2 maggio

Romania, Bulgaria, Iugoslavia, Grecia 29-30 aprile 1-4 maggio

Mar Nero, Turchia 1-4 maggio 2-7 maggio

Polonia, paesi baltici, Penisola Scan- 5 maggio 6-9 maggio


dinava, Finlandia

dal reattore esploso nel periodo 26 aprile-5 maggio 1986, ci pare op-
portuno aggiungere qualche altra considerazione. Come risulta dalla
fig. 13, gli esperti ritengono che la contaminazione della Svezia e della
Finlandia e quella dei paesi delllEuropa centrale, quella cioè provocata
dalle emissioni dei primi due giorni e di cui nella figura in esame è
tracciata schematicamente l'area di diffusione, domini la situazione
dell'esposizione nel nostro continente. La contaminazione rilevata in
altre regioni è relativamente secondaria, poiché dovuta a processi di
dispersione operati da masse d'aria contenenti materiale radioattivo in
circolazione da almeno cinque giorni a partire dal momento del suo ri-
lascio. È il caso, ad esempio, di paesi come la Danimarca, gli Stati del
BeNeLux e la Gran Bretagna che, sebbene non interessati direttamen-
te da nessuna delle traiettorie seguite dalla nube radioattiva, sono sta-
ti in parte contaminati. Nel caso della Penisola Iberica, in particolare,
la dominanza persistente in questa regione dei venti occidentali o me-
ridionali ha invece preservato il territorio da ogni contaminazione.
Un'ultima annotazione riguarda l'andamento cronologico della
quantità e della qualità delle sostanze radioattive emesse dal reattore
dal momento della sua esplosione fino al 6 maggio. Un ragguaglio a
questo proposito è stato fornito dalle autorità sovietiche nel Rapporto
presentato a Vienna alllAgenzia Internazionale per l'Energia Atomicz
(IAEA) nell'agosto del 1986 e citato nella nota 2. Come risulta dagli
GUGLIELMO ZANELLA

FIG. 13 DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI VALORI DI PICCO PER L'ESPOSIZIONE ESTERNA (in
-

~Rih).
Le linee iratirggiatr i-appi-esentano le Lraiettorie delle emissioni del 26 e del 27 aprile.
Fonte: World Healih O r g a r ~ i ~ a i i o n1986.
.

istogramrni della fig. 14, che abbiamo ti-atto da questo rapporto, all'at-
to dell'esplosione e durante le prime 24 ore si è avuto un rilascio pari
a circa 0,80 EBq, esclusi i gas inerti. I1 minor rilascio si è avuto, se-
condo le stime degli esper-ti sovietici, nell'ultirno giorno di aprile e nel
primo giorno di maggio, rnentr-e due massimi secondari si sono verifi-
cati i l 3 ed il 5 maggio.
L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA I CONFINI

EBq
totale

FIG. 14 - EMISSIONI GIORNALIERE DAL 26 APRILE AL 6 MAGGIO


La linea tratteggiata indica l'attività totale (esclusi i gas inerti); quella continua. l'emissione di '37Cs
N.B. - I E B ~I O=I ~ B I~ P; B ~ =1 0 1 ~ ~ ~ .

La contaminazione rudioattiva nel nostro paese. - Come attestano


i tempi di rilevamento dei primi dati significativi di contaminazione, il
nostro paese è stato interessato dalla nube radioattiva contenente l'e-
missione del 27 aprile a partire dal giorno 30 nella sua parte setten-
trionale e dal l o maggio in quella centro-meridionale. Alle ore 12 UTC
del 30 le correnti in quota sullJItalia settentrionale e su quella centrale
erano da nord-est, determinate da una situazione di blocco composta
da un'area di alta pressione sulla Germania e dall'area ciclonica sta-
zionante sul Mediterraneo centrale (fig. - 15). Questa situazione si è
mantenuta nei giorni successivi, ma si è spinta un po' più a sud, così
da favorire l'ingresso delle correnti da nord-est su tutta la penisola.
Considerata la direzione di provenienza delle masse d'aria inquinate, è
evidente come le regioni di nord-est siano state le prime ad essere in-
GUGLIELMO ZANELLA

FIG. 15 - CARTA ISOBARICA E 1SOBARlCA RELATIVA ALLE ORE 12 UTC DEL 30 APRILE.
Fonie. S e r v Meteorol. dell'Aeron. Mil., Roma.

vestite. Secondo i risultati di uno studio del CRTN delllENEL (9), l'af-
flusso della contaminazione sulla Padania è stato dominato da fenome-
ni catabatici (la bora nel Friuli-Venezia Giulia e nel Veneto, i l fohn nel-
le Alpi Centrali e in Lombardia) generati dalla diversa densità dell'aria
sopra e sottovento alla catena alpina. L'aff1uss.o di aria contaminata ha
raggiunto la sua massima intensità nella notte tra i l l o ed i l 2 maggio
ed ha interessato particolarmente le zone dell'arco alpino, la pianura
veneta e lombarda, ma anche altre regioni. Nelle immagini del ME-
TEOSAT (figg. 16-17-18)è illustrata, per i giorni 1, 2 e 3 maggio, la distri-
buzione, alle ore indicate, della nuvolosità sul nostro territorio e nelle
altre regioni europee, nonché lo spostamento verso est della depressio-
ne sul Mediterraneo e l'avanzamento verso ovest di una perturbazione
atlantica.
Secondo uno studio fondato sui dati raccolti dalla rete di monito-
raggio e di controllo della radioattività atmosferica in Italia e condot-
to congiuntamente dalllIstituto di Fisica delllAtmosfera del CNR e dal

(9) P. Bo~ielli,N . Tronci e B. Villone, 1987. Lo scenario meteorologico che ha Fatto da sfondo nel
nostro paese all'episodio d'inquinamento radioattivo è stato ricostruito, a scale diverse in altri studi
(ad es.. ENEA, 1986; G. Simonini. 1986; G. Zanrlla, 1987).
FIG. 17 - IMMAGINI METEOSAT NELL'INFRAROSSO ALLE ORE 9 E 18 UTC DEL 2 MAGGIO
FIG. 18 - IMMAGINI METEOSAT NELL'INFRAROSSO ALLE ORE 9 E 18 UTC DEL 3 MAGGIO
GUGLIELMO ZANELLA

Servizio Meteorologico delllAeronautica Militare (lo), risulta che


nelllItalia settentrionale il primo segnale di inquinamento radioattivo
dell'aria si è verificato tra il 29 ed il 30 aprile, mentre la polluzione ha
investito l'Italia centrale e la costa adriatica nelle successive 24 ore ed
ha raggiunto le regioni bagnate dal Tirreno meridionale, la Sicilia e la
Sardegna tra il 2 ed il 3 maggio. Dallo studio citato risulta inoltre che
l'incremento della contaminazione dell'aria è stato abbastanla elevato
bu tutta la penisola anche se con valori massimi sensibilmente diversi
da luogo a luogo. Le regioni maggiormente esposte sono state quelle
settentrionali e quelle costiere adriatiche, mentre relativamente bassi
livelli di attività sono stati riscontrati in Calabria, in Sicilia ed in Sar-
degna. I1 materiale radioattivo, sempre secondo questo studio, è stato
trasportato lungo lo strato d'aria compreso tra il suolo ed il livello iso-
barico di 500 hPa (circa 5000 m) e questa ipotesi sarebbe confermata,
come sostengono gli autori, dal fatto che i l grado di inquinamento mi-
surato nelle stazioni di alta quota (es., Pian Rosà, 3488 m, con un valo-
re estremo pari a 3936 pCi/m3) è risultato assai più elevato (fig. 19) ri-
spetto a quello misurato a bassa quota (es., Verona, 67 m, con un picco
inferiore a 1000 pCi/m3). In quasi tutte le stazioni di monitoraggio e
stato registrato nell'aria un massimo secondario di concentrazione ra-
dioattiva intorno al 6 maggio (fig. 20) e ciò può essere stato una conse-
guenza dell'inversione nella direzione di provenienza del vento iniziata
nelle nostre regioni a partire dal 3 maggio che ha determinato in tal
modo un secondo passaggio della nube radioattiva nella direzione op-
posta rispetto a quella seguita nei giorni precedenti.
Per ciò che riguarda la deposizione al suolo del materiale radioat-
tivo, e da osservare che questa è stata significativamente influenzata
dal dilavamento dell'atmosfera operato dalle precipitazioni e quindi
dalla distribuzione geografica, dalla intensità e dall'andamento tempo-
rale delle piogge che hanno interessato l'Italia (v. tab. 3) nei primi gior-
ni di maggio.
Queste piogge sono state provocate dallo scontro di masse d'aria
umide e temperate di origine mediterranea e masse d'aria Fresche e
asciutte provenienti dai quadranti nord-orientali. In effetti le precipi-
tazioni cadute in quei giorni sul nostro territorio sono state in gran
parte a carattere temporalesco o di rovescio, e si sono pertanto distri-
buite in modo piuttosto discontinuo essenlialmente in funlione dell'o-
rografia, determinando quindi una deposi~ioneal suolo della contanii-
nazione pure molto irregolare. Le piogge dei primi giorni di maggio so-

(10) M. Colacino e altri, 19R7. Sulle m i s u r e della i-:iJioatti\iia atiiioalcii~.ai r i Italia si \ e d a n o an


che d u e note tecniche drll'IFA-CNR (M. Colacino e altii. 1986).

62
L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA I CONFINI

3-
-
i
-

2 -

L ' Pallanza

Verona
M C Angelo

O I 1 I I I L -
O 1000 2000 3000m
FIG. 1 9 - ANDAMENTO D E I PICCHI DI CONCENTRAZIONE DELLA K D I O A T T I V I T A D E L L ' A K I
PER ALCUKF, LOCALITÀ ITALIANE IK FUNZIONE DF.LI.4 LORO QUOTA.
Foiire: M. Culacino e d i r i , 1987 (ridisigriaia).

no cadute abbondanti specie nelle zone prealpine ed hanno qui trasci-


nato al suolo consistenti quantità di radionuclidi. Se si considera, a d
esempio, la concentrazione sul suolo del 13'Cs, secuiido uno studio con-
dotto da ricercatori dell'Istituto di Fisica Generale Applicata delllUni-
GUGLI ELMO ZAN ELLA

FIG. 20 - ANDAMENTO DELLA CONCENTRAZIONE TOTALE, D1 RADIONUCLIDI NELL'ARIA IN


ITALIA NEL PERIODO 29 APRILE-9 MAGGIO.
A sinistra, Italia settentrionale e centrale; a destra. Italia meridionale e insulare.
Fonte: M. Colacino e altri, 1987 (semplificata).

versità di Milano, del Centro Comune di Ricerca di Ispra, del Centro di


Cultura Scientifica di Como e delllENEL-CRTN di Milano sulla base di
misure effettuate jn oltre ottanta stazioni dell'Italia settentrionale (P.
Bacci e altri, 1987), emergono questi dati: bassi livelli di concentrazio-
ne (200-300 nCilm2),dovuti in prevalenza a deposizione secca, nella pia-
nura veneta ed in quella lombarda orientale e meridionale e in Emilia-
Rornagna; valori ancor più bassi in Piemonte e soprattutto in Va1 d'Ao-
sta; alti livelli nelle Alpi Centrali, e in particolare nella regione dei la-
ghi di Como e di Lugano, territori questi ultimi dove più intense sono
state le precipitazioni. Ad esempio, a Cernobbio di Bellagio (100 mm di
pioggia nei primi sette giorni di maggio) è stata misurata una concen-
trazione di I37Cs pari a 1882 nCilm2 e a Lugano (109,7 mm di pioggia
nello stesso periodo) di 1596 nCilm2. Assieme al wash-out,anche I'altitudi-
ne (come si è osservato per la contaminazione dell'aria) è stata un fattore
importante nella quantità di radionuclidi depositati: sulla vetta di Monte
Bisbino (1319 m, 87 mm di pioggia in sette giorni) la concentrazione di
137Csè risultata pari a 2299 nCilm2, mentre a Carona nell'alta Va1
Brembana (1096 m, 60 mm di pioggia) si sono avuti ben 2832 nCilm2.
Alti livelli di contaminazione radioattiva del suolo nelle zone alpine e
appenniniche e nelle aree di pedemonte possono essere state la conse-
guenza di ristagni o di ricambi d'aria nelle vallate: può essere infatti
successo che, per un certo tempo, il gioco delle brezze di monte e di
valle abbia portato periodicamente ora verso la pianura ora verso la
montagna masse d'aria inquinata determinando in tal modo una pro-
gressiva concentrazione al suolo di radionuclidi (1 1).

( I l ) La distribuzione quantitativa e qualitaiiva della radioatiivita in paiiicolari aree del nostro


paese è stata oggetto di molti studi, t r a i quali segnaliamo: per la Lombardia. E. Bellotti e altri, 1986;
per il Padovano. S. Galassini e altri, 1986; p e r il Piemonie, C.C. Bonazzola e R. Ropolo, 1986; per la
Campania, G. Gialanella e altri, 1986; per la Padania in genere, G. Queirazza e L. Guzzi, 1987.
L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA 1 CONFINI

PRECIPITAZIONI GIORNALIERE (in mm) IN ALCUNE LOCALITA


DELL'ITALIA SETTENTRIONALE E DELLA SVIZZERA ITALIANA
NEL PERIODO 1-7 MAGGIO 1986

Località

Alpi Orientali
Tarvisio
tbbbiaco
Passo Rolle
S. Valentino
Bolzano
M. Paganella
Alpi Cenrr. e Occidenr.
Boazzo (Lago)
Sellero (S. Fiorano)
Carona
Lanzada
Poschiavo
Mesocco
Airolo
Torino Bric
Aosta
Pianura venera e lombarda
orienr., Emilia-Romaena
Trieste
Udine Rivolto
Treviso Istriana
Venezia Tessera
Padova
Vicenza
Verona Villafranca
Brescia
Bergamo
Piacenza
Parma
Bologna
Ferrara
Cervia
Rirnini
Regione dei laghi
Corno
Monte Bisbino
Cernobbio
Mese
Ardenno
Pedesina
Milano Malpensa
Ispra
Ponte Trrsa
Lugano
Creva (Luino)
Locarno
Pianura lombarda
occideni., Piemonie
Milano Linate
Cesano Maderno
Cassano d'Adda
Tavazzano
Turbigo
Novara
Novi Ligure
Mondovi
Torino

Fonti: CRTN - ENEL, Milano; Serv. Meteorol. dell'Aeron. Mil., Roma


GUGLIELMO ZANELLA

Il disinquinamento dell'aria ha avuto inizio sul nostro territorio a


partire dal 3 maggio, quando, a seguito dello spostamento verso est
della depressione mediterranea responsabile dell'afflusso della conta-
minazione radioattiva, si è consolidata sulle nostre regioni una circola-
zione da sud-ovest. Se il ricambio d'aria tanto atteso è stato inizial-
mente ostacolato dallo stazionamento a ridosso dell'arco alpino di una
perturbazione di origine atlantica e dall'assenza di efficaci gradienti
barici sia orizzontali che verticali e quindi da una scarsa circolazione,
successivamente, con il maggiore riscaldamento dell'aria in prossimità
del suolo ed il conseguente innalzamento dello strato atmosferico di
rimescolamento, si sono verificate le condizioni termodinamiche più
favorevoli per un progressivo disinquinamento dell'aria.
Alcune considerazioni conclusive. - Nell'arco di dieci giorni, dun-
que, la nube radioattiva, seguendo gli «umori» del tempo, si è spostata
da Cernobyll verso nord-ovest, poi verso ovest e sud-ovest e quindi ver-
so sud-est ed ancora verso nord-ovest, depositando contaminanti dalle
regioni del Baltico a quelle del Mar Nero. Secondo stime sovietiche,
circa 50 megacurie dei più pericolosi radionuclidi ed altrettanti mega-
curie di gas radioattivi chimicamente inerti sono stati liberati nell'aria
e trasportati sui cieli d'Europa. Se si escludono quelle più immediate
e quantificabili relative all'area attorno al punto dove si è verificato
l'incidente nucleare (31 morti, circa 116.000 abitanti delllUcraina e del-
la Bielorussia costretti ad evacuare entro un raggio di 30 km attorno a
Cernobyl'), le conseguenze più importanti e gravi di un così vasto e
massiccio inquinamento nucleare sono per la maggior parte impreve-
dibili e pertanto possono essere soltanto oggetto di ipotesi. Limitando-
ci a considerare, a titolo esemplificativo, la zona più direttamente e
immediatamente interessata dall'evento, è stimato dagli esperti in
24.000 il numero delle persone, tra le 116.000 evacuate, che ha ricevu-
to una dose di radiazione intorno ai 45 rem, quando è pari a 5 rem in
un anno la dose considerata accettabile e quindi non pericolosa. Ebbe-
ne, tra queste 24.000 persone gli scienziati ptevedono nei prossimi de-
cenni una incidenza della mortalità per cancro tra 100 e 200. Se si am-
plia l'orizzonte a tutte le aree geografiche coinvolte dalla contamina-
zione prodotta dalla nube radioattiva, le stime degli esperti sono larga-
mente in disaccordo: per la parte occidentale delllUnione Sovietica e
per il resto delllEuropa le ipotesi sui decessi per cancro in conseguen-
za dell'incidente di Cernobyl' variano da 5000 a 75.000, mentre gli
scienziati che si oppongono al nucleare non escludono addirittura che
tali cifre possano arrivare fino a 280.000 (12).

( 1 2 ) Sulle problernaiiche sollevale dall'inridente di Crrnobyl' r sulle conseguenze dell'rvento si


veda I'inirressantc lavoro di M. Edwards, 1987; e anche F. Casali, G. Maltoni Giacomelli e V . Prodi,

66
L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA 1 CONFINI

L'Organizzazione Mondiale della Sanità, in una riunione che è sia-


ta convocata d'urgenza a Copenaghen per analizzare gli sviluppi dell'e-
vento e che ha visto riuniti a consulto scienziati ed esperti nel campo
della meteorologia, della protezione nucleare, della biologia nucleare,
della tecnologia dei reattori e delle procedure di emergenza sanitaria,
ha appuntato in un documento (World Health Organization, 1986) la
sua attenzione soprattutto sugli effetti biologici tardivi (cancerogeni,
genetici, teratogeni) che potranno derivare dalla contaminazione da
137Cs;ne è scaturita una raccomandazione rivolta a tutti i paesi inte-
ressati a condurre studi approfonditi e sistematici dell'entità e della
distribuzione geografica del deposito di questo pericoloso elemento.
Altri radionuclidi emessi a Cernobyl' hanno rappresentato nel breve
termine (ad esempio, lo 13'1) un pericolo per l'organismo umano, ma
soprattutto in prospettiva sono le conseguenze della contaminazione
da 137Csquelle che in effetti destano le maggiori preoccupazioni, dato
che questo elemento domina il problema dell'esposizione a lungo ter-
mine avendo, come è noto, una emivita di circa 30 anni. E poiché il
trasferimento di radionuclidi all'uomo, oltre che dal meccanismo di-
retto dell'esposizione esterna (aria e suolo) ed interna (inalazione e in-
gestione), dipende imponderabilmente da un notevole numero di fatto-
ri fisici, chimici, biologici ed ambientali che interagiscono lungo diver-
se catene alimentari, gli effetti sanitari della contaminazione divengo-
no in questo modo ancora più imprevedibili.
In merito alle conseguenze dell'inquinamento radioattivo seguito
all'incidente di Cernobyll, un aspetto da non trascurare è quello relati-
vo ai possibili effetti di questo evento su determinate attività umane.
Tralasciando di considerare quanto è successo nei giorni subito dopo
l'annuncio dell'incidente nel settore della produzione e della commer-
cializzazione dei prodotti agroalimentari, soffermiamoci invece, a tito-
lo esemplificativo, su una particolare e tradizionale attività, tipica di
un popolo che vive nelle estreme regioni settentrionali della Svezia,
della Norvegia, della Finlandia e della Russia: l'allevamento transu-
mante delle renne nella Lapponia, un genere di vita al limite dell'ecu-
mene al quale la ricerca geografica ha più volte rivolto la propria at-
tenzione. In un'area dove, per le rigide condizioni climatiche e per la
povertà dei suoli, la sola attività praticabile è l'allevamento delle ren-
ne, questo ruminante è tutto per il lappone: animale da carne, da latte
e da pelliccia, animale da soma e da traino. Ebbene, proprio sulle ter-
re dei lapponi si è diretta la prima e forse la più consistente ondata di

1986. Ampio spazio ai vari aspetti dell'incidente di Cernobyl' è stato dedicato dal Notiziario dell'E-
NEA. "Energia e Innovazione., a partire dal n. 5-6, 1986. Infine, per ciò che riguarda in particolare le
conseguenze nel lungo termine della contaminazione radioattiva nell'ecosistema marino si veda I'edi-
toriale apparso in una rivista specializzata sull'inquinamento del mare: M.H. Depledge, 1986).
GUGLIELMO ZANELLA

contaminanti radioattivi fuoriusciti dal rettore esploso a Cernobyl'.


La deposizione al suolo di radionuclidi è stata qui abbondantemente
assorbita dalle distese di licheni e di muschi che costituiscono il pa-
scolo principale delle renne (13). La singolare catena alimentare dai li-
cheni alle renne si è chiusa con gravi conseguenze per i lapponi. Nella
carne delle renne allevate in una vasta fascia di territorio nel nord del-
la Penisola Scandinava sono stati infatti rilevati valori elevatissimi di
radioattività, per cui ne è stata dichiarata a tempo indeterminato l'in-
commestibilità per l'uomo. Oltre al danno economico immediato subi-
to per il mancato reddito proveniente dalla vendita della carne di ren-
na, che è di largo consumo nei paesi scandinavi, sui lapponi pesa so-
prattutto i l grande enigma rappresentato dai possibili effetti genetici
che potrà avere in futuro sulla specie l'ingente dose di contaminanti
assorbiti da questi animali. Un'incognita questa che grava pesantemen-
te sulla sopravvivenza di un genere di vita e quindi su una realtà geo-
grafica che si regge su un equilibrio uomo-natura consolidato nel tem-
po e su un insieme di usi e costumi, su una cultura», insomma, le cui
origini sono assai remote.
Dopo i l breve cenno alle conseguenze di questo allarmante episo-
dio di contaminazione, non resta che aggiungere poche altre riflessio-
ni. L'incidente di Cernobyl' ha soprattutto messo in evidenza in modo
estremamente chiaro, oltre alle problematiche inerenti all'affidabilità
ed alla sicurezza degli impianti nucleari, i l fatto che, per eventi del ge-
nere, la distanza del punto in cui tale evento si verifica non costituisce
un fattore di annullamento del rischio. In quella circostanza, infatti,
tutti in Europa abbiamo compreso che i chilometri, tanti o pochi, che
ci separavano da Cernobyl' non rappresentavano di per sé stessi moti-
vo di maggiore o minore sicurezza, ma che qugsta poteva essere in
qualche modo garantita solo da un certo andamento delle traiettorie
seguite dalla nube radioattiva, cioè da un ben determinato tipo di cir-
colazione atmosferica. È emersa, insomma, in quei frangenti tutta I'im-
portanza dell'aria come fattore geografico. Come si è già avuto modo
di sottolineare, in quei giorni le informazioni meteorologiche hanno in
effetti giocato un ruolo assai importante, mettendo a disposizione dei
servizi di protezione civile previsioni a breve e medio termine sui mo-
vimenti delle masse d'aria contaminate. È indubbio che la ricerca me-

( 1 3 ) La Cladonia rangiferina, il lichene alimento preferito dalle renne, sembra in effetti fatto ap-
posta. data la sua struttura, per trattenere una grande quantità di radionuclidi. Ancor più elevato e il
potere assorbente del muschio, chiamato localmente nlaven. che nasce e si sviluppa sulle superfici
rocciose, rivestendole di chiazze variopinte. Questi vegetali, 'detti ~ c r o s t o s ia~motivo
~ del loro tallo la-
minare, non sono alimentati dal suolo brnsi dall'aria che filtrano trattenendone il nutrimento, I'umi-
dita e tutte le impurità. Quando piove, questi muschi si trasformano in vere e proprie spugne. per cui
l'effetto filtrante viene ulteriormente accresciuto. La presenza nell'aria di radionuclidi li ha quindi
-caricati. in modo elevatissimo di radioattività. Su questo argomento si veda A. Vignoli, 1987.
L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IGNORA I CONFINI

teorologica abbia compiuto in questi ultimi anni notevoli progressi nel


campo applicativo e particolarmente in quello delle previsioni del tem-
po, utilizzando sofisticati e complessi modelli numerici, ma molto re-
sta ancora da fare. Un ulteriore contributo che questa disciplina può
offrire riguarda proprio il settore della polluzione. E poiché l'inquina-
mento atmosferico, come ha esemplarmente dimostrato l'episodio di
Cernobyl', ignora i confini, nella predisposizione di sistemi di sicurez-
za e di protezione ambientale è indispensabile il coinvolgimento e la
collaborazione dei vari servizi meteorologici nazionali ed un ruolo de-
terminante nel coordinamento delle iniziative che si intraprendono in
questo campo può senz'altro essere svolto dall'Organizzazione Meteo-
rologica Mondiale. Per la peculiarità degli interessi che sostengono,
anche altri enti sovranazionali, quali I'OMS, la FAO, I'UNESCO, posso-
no portare un contributo notevole nella definizione di una strategia in-
ternazionale di prevenzione e di difesa. A tal proposito, in tema di si-
curezza e di protezione radiologica è significativa, ad esempio, l'appro-
vazione da parte delllAgenzia Internazionale per l'Energia Atomica
(IAEA), nel settembre 1986, di due importanti convenzioni subito entra-
te in vigore: la prima che impone agli Stati aderenti di dar notizia in
modo tempestivo di eventuali incidenti nucleari che si verifichino en-
tro il loro territorio; la seconda che fissa, per eventi di tal genere o per
situazioni di emergenza radiologica, interventi coordinati di assistenza
ai paesi colpiti da inquinamento radioattivo. La convenzione sulla noti-
ficazione rapida di un incidente nucleare riguarda particolarmente da
vicino la responsabilità dei servizi meteorologici nazionali ed i pro-
grammi di ricerca delllOMM, soprattutto quello denominato ~ W o r l d
Weather Watchx (WWW), in quanto prevede anche l'obbligo di fornire
in tempi brevi ai paesi che possono essere interessati fisicamente da
rilasci accidentali di radionudidi, oltre a tutte le informazioni disponi-
bili sulla natura di questi, dati e previsioni meteorologiche necessari
per prefigurare le possibili traiettorie $i dispersione delle sostanze ra-
dioattive liberate nell'atmosfera. A questo punto emerge il ruolo essen-
ziale che può svolgere il Programma WWW con i suoi sistemi interna-
zionali di osservazioni, di trattamento dei dati e di telecomunicazioni.
Le informazioni scambiate nel quadro del WWW rivestono in effetti un'
importanza vitale per tutte le attività meteorologiche legate alle salva-
guardie della sicurezza pubblica ed è per questo motivo che I'OMM ha
accolto con vivo interesse l'iniziativa delllIAEA ed ha quindi assicurato
ad essa la propria collaborazione (OMM, 1987). Come primo intervento
operativo, I'OMM ha demandato ad un gruppo di esperti la definizione
e la pianificazione internazionale di un sistema efficace di allarme ed
assieme alllIAEA ha predisposto un piano di ricerche sulla qualità del-
le informazioni meteorologiche utilizzabili ai fini della modellizzazione
della sequenza emissione-trasporto-dispersione-deposizioneche dovran-
GUGLIELMO ZANELLA

no essere messe a disposizione degli Stati in caso di emergenza nuclea-


re. I1 progetto congiunto IAEA-OMM sulla convalida ed il confronto
dei modelli è già divenuto esecutivo per il biennio 1987-1988. Esso
ha lo scopo di vagliare i modelli al momento esistenti e di scegliere
quelli che sembrano offrire la maggiore affidabilità. In effetti, benché
gli studi e le ricerche in questo settore non manchino, non si è ancora
arrivati a predisporre su vasta scala modelli dettagliati di trasporto e
di dispersione a media e lunga distanza di contaminanti, radioattivi o
di altra specie, liberati, accidentalmente o meno, nell'atmosfera. Que-
sti modelli, partendo dalla dislocazione geografica dalle potenziali fon-
ti di emissione e sulla base dei tipi più frequenti di circolazione alle
varie quote e nelle varie regioni, consentirebbero di arrivare a dei risul-
tati previsti con qualche giorno di anticipo e non più analizzati sempli-
cemente a inquinamento avvenuto.
L'esperienza di Cernobyl' ha dunque ampliato l'orizzonte ai pro-
blemi applicativi della meteorologia, mentre l'iniziativa dell1IAEA ha
mostrato che si può arrivare in breve tempo ad accordi di collabora-
zione tra le organizzazioni e le istituzioni internazionali. Si dovrà natu-
ralmente continuare ad operare i n modo da prevenire esperienze ana-
loghe per i1 futuro, ma è nondimeno essenziale predisporre e pianifica-
re sistemi integrati che possano minimizzare le conseguenze di un inci-
dente nucleare, pur piccolo che sia il rischio che esso comporta.

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ATMOSPHERIC POLLUTION IGNORES THE FRONTIERS: THE EXEM-


PLARY EVENT OF CERNOBYL'. - On the basic of meteorological data, the
present work reconstructs the atmospheric transport path, the dispersion and
the Drocesses of drv and wet d e ~ o s i i i o nof radioactive materia1 released as a
result of the Cernobyl' accident. The chronological and geographical behaviour
of the traiectories of the radioactive cloud over E u r o ~ eis analvsed. The air
and ground-leve1 contamination that occurred in Italy is given particular atten-
tion, especially a s far a s its northern regions a r e concerned. As far a s this sub-
ject is concerned, the relationship between height of site and occurrence of
precipitations and concentration of radionuclides in the air and at ground-
level, respectively, is discussed. In the concluding remarks, the role of the air
a s an important geographical factor and the rieed to plan safety precautions
against nuclear power accidents at world-wide level a r e underlined.

l iniversità di Parma, Istituto di Scienze Geografiche e Istituto e Osservatorio Me-


reorologico dell'università.

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