Il Metodo Edison Per Ragazzi Devianti

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Cambiare con Edison

Di Marco Vinicio Masoni e alcuni ragazzi del carcere minorile “C.Beccaria”

Carcere minorile, anno 1989


Stanza con inferriate, sporca e piena di fumo.
Siamo intorno a un tavolo di compensato martoriato da migliaia di
scritte “carcerarie” e disegni osceni.
Agli angoli della stanza mucchietti di mozziconi di sigaretta e
sporcizia varia.
Questa è una lezione ai ragazzi, questo è il “clima” di un carcere
minorile, quasi vent’anni fa.

Io-La gente tenta di convincersi a vicenda da lungo tempo, ma non


dall'eternità, un tempo, tantissimi anni fa, probabilmente non occorreva
discutere per convincersi, bastava la forza…
Ragazzi- Come facciamo noi
Io- Ecco..proprio!...Adesso invece occorre discutere, occorre cercar
di convincere e se voi ci fate caso c'è un sacco di gente che sa essere
convincente, pensate agli uomini politici...
Ragazzo- Son tutti ladri…
Io- Non credo che lo siano tutti, resta il fatto che sanno spesso,
quando sono bravi, essere convincenti, poi ci sono i commercianti i
venditori, sapete che un buon venditore riesce a guadagnare molto
perchè sa esserer convincente, poi c'è uno spazio tutto particolare nel
quale si convincono gli altri, il mondo delle psicoterapie…
Ragazzo-E' roba di psicologia?
Io- Esattamente!
Ragazzo- Bastardi, io quando lo vedo lo psicologo giuro che lo meno
Io- Perchè, che ti ha fatto?
Ragazzo- Min...mi tratta come un deficiente, fai le figurine con
questi pezzi di legno... te lo do io il pezzo di legno, pezzo di m...
Altro ragazzo- A me mi faceva guardare le macchie e mi chiedeva
cosa vedevo...ti guardano con quelle facce di c… miii…non li posso
vedere...
Io- Bè, mica son tutti uguali...
Ragazzo- No, però la maggioranza son così
Io- Ma Io mi riferivo agli psicologi che fanno le psicoterapie, come
quelli che ogni tanto vedete nei film..
Ragazzo-- Gli strizzacervelli?
Io- Gli strizzacervelli!
Ragazzo- Sono forti quelli ...e tu sei uno strizzacervelli?
Io- Lo faccio ogni tanto ma non qui da voi, qui faccio l'insegnante
Ragazzo- Meglio averti come insegnante
Io- Vabbè, dunque, dicevo che in questi spazi si sono messe a
punto delle tecniche per convincere gli altri che sono molto efficaci ed è
proprio di questo che voglio parlarvi..
Ragazzo- Poi possiamo cambiare gli altri?
Io- Potete provarci, ma sappiate fin d'ora che cambiare gli altri
significa cambiare voi stessi..
Ragazzo- Lo sapevo che c'era la fregatura
Io- Potrebbe non esserlo, allora, dunque...la prima cosa da fare per
saper quello che si vuole cambiare è sapere dov'è il problema.
Ragazzo- In che senso il problema?
Io-Tutte le volte che ci imbattiamo in qualcosa che non va noi ci
imbattiamo in un problema, risolvere la cosa che non va, cambiarla, vuol
dire risolvere il problema, ora, quando andavate a scuola, come facevate
a risolvere i problemi?
Ragazzo- Non ne ho mai risolto uno
IO- Può darsi, ma quando il prof ti dettava un problema cosa ti
dettava?
Ragazzo- Le solite cose, se uno spende tanto, poi cosa gli resta,
queste cose qua…
Io- Cioè ti dava i dati del problema
Ragazzio- Sì
Io- Questo vale anche per i problemi che si incontrano nella vita,
solo che in questo caso spesso nessuno ti fornisce i dati e addirittura il
problema, la sua decrizione, è talmente pasticciata con altra roba che il
problema stesso non è per niente chiaro, e allora la prima cosa da fare è
chiarie i termini del problema.
Vediamo, mi servono due volontari che facciano uno la persona con
un problema e l'altro la persona che fa cambiare l'altro…
Ragazzo- Ma Io intendevo non risolvere i problemi degli altri, ma
risolvere i miei problemi facendo fare qualcosa agli altri.
Io- Bene, ti assicuro che in questa specie di gioco si potrà
impararer anche a fare questo
Ragazzo.- Allora va bene, mi offro io, quello che ordina all'altro di
cambiare..
Io- Ok, chi fa quello col problema?.....Nessuno?
Ragazzi- Ma va’, noi non abbiamo problemi
Io- Ah, bè, se nessuno ha un problema non possiamo far niente
Rafgzzo- Dai lo faccio Io..
Io- Bene, qual è il problema ? vogliamo una descrizione e non una
spiegazione.
Ragazzo- Cioè?
Io- Cioè non mi devi dire per esempio "penso che Andrea stia
complottando contro di me e mi stia mettendo contro tutto il secondo
gruppo dei ragazzi", ma, se il problema fosse questo, dovresti dirmi
"Ho visto Andrea che parlava con Franco e indicava me col dito, e
allora mi sono sentito come un dolore allo stomaco" ecco, questa è una
buona descrizione, chiaro?
Ragazzo- Sì, ...ho il problema che...boh, non so cosa dire...te l'ho
detto che non ho problemi.
Io- Ti credo, ma ti assicuro che sarebbero in pochi a credere che un
ragazzo in galera non abbia problemi...credo che abbiate tutti ragione,
allora vi propongo di cambiare metodo, invece di farvi fare la scenetta vi
racconto Io come stano le cose, va bene?
Ragazzo- Sì così va bene ...va meglio.
Io- Bene, allora per prima cosa si chiede alla persona che ha il
problema, e che ce lo ha saputo descrivere...guardate che è importante
far descrivere bene il problema perchè a volte solo descrivendo il
problema ...il problema scompare..
Ragazzi- Come scompare?
Io- Scompare perchè il problema, così come appariva, confuso,
complesso, non risolvibile, spaventoso addirittura, era tenuto in questo
stato proprio per non essere risolto, perchè se io per fare un certo
percorso faticoso incontro un ostacolo, posso approfittare di
quell'ostacolo per riposarmi un po' o addirittutra per procurarmi un
alibi, potrei dire che non posso continuare il viaggio a causa di
quell'ostacolo e allora, in qualche modo potrei vedere quell'ostacolo
come un alleato, tenermelo caro, custodirlo, stare attento a che nessuno
lo rimuova eccetera.
Ragazzo- Posso anche gonfiarlo
Io- Magnifico, certo puoi gonfiarlo, ingigantirlo, fino a che sembra
una cosa che non si può più risolvere.
Ragazzo- Come un pallone gonfiato
Io- Sì, e se noi costringendo l'altro a definire il problerma è come
se gli bucassimo il pallone.
Ragazzo- C....!
Io- Ma questo sfortunatamente non capita sempre, a volte il
problema, ben descritto e definito rimane un problema e allora bisogna
cercare di risolverlo.
Ragazzo- E come si risolve?
Io- Usando il metodo di Edison
Ragazzo- Chi è?
Io- Un grande scienziato americano, quello che ha inventato il
giradischi
Ragazzo- Aaaah
Io- Bene lui una volta ricevette un incarico dal governo degli stati
Uniti per ...
Ragazzo- Era molto ricco?
Io- Edison?
Ragazzo- Sì
Io- Sì, abbastanza, era ormai uno scienziato famoso in tutto il
mondo, e ricevette questo incarico per fare una nuova invenzione, così
gli misero a disposizione un bel pò di miliardi, dei locali, delle
attrezzature costose, dei giovani ingegneri e incominciò il lavoro, ci
lavorò quasi tre anni e alla fine venne il giorno della grande verifica. Si
trattava di fare un esperimento conclusivo, se le cose andavano bene
voleva dire che tutto era stato fatto nel modo giusto, ma l'esperimento
fallì, fu un fallimento completo, tanti miliardi sprecati, e tutti i giovani
ingegneri erano depressi, uno piangeva per la delusione, ma lui, Edison,
era non solo calmo come una statua, ma era perfino allegro, i suoi
ragazzi allora lo guardarono come se fosse matto...
Ragazzi- Era impazzito dalla disperazione !
Io- Niente affatto era sano come un pesce , ma era contento…
Ragazzo- E perchè
Io- Glielo chiesero anche i suoi ingegneri e lui sapete cosa rispose?
rispose: abbiamo fatto una grande scoperta, abbiamo scoperto che così
NON SI FA.
Ecco cosa intendo per il metodo di Edison, bisogna cercare di
scoprire come non si fa a risolvere il problema
Ragazzo- E come si fa a scoprire come non si fa?
Io- Lo si fa chiedendo come si è cercato di risolvere il problema in
precedenza, siccome il problema c'è ancora vuol dire che tutte le cose
che sono state già fatte non devono essere più tentate.
Ragazzo- Giusto
Io- Già, giusto, eppure quante volte ripetiamo sepre lo stesso
tentativo...per esempio tu quante volte sei stato arrestato?
Ragazzo- Quattro
Io- E allora vedi che hai provato almeno quattro volte a fare la
stessa cosa sbagliata ...sbagliata non perchè io adesso mi metto a fare il
giudice, sbagliata perchè ...non è che tu facendoti arrestare abbia risolto
molto, no?
Ragazzo -Boh
Io- Quindi, come seconda cosa si fa un' Indagine sulla soluzione
tentata, che cosa è stato fatto fino ad ora? Così sappiamo quello che non
dobbiamo fare. Inoltre abbiamo interessanti suggerimenti su ciò che
dovremmo fare, dato che la soluzione tentata non solo non ha risolto il
problema, ma l'ha mantenuto! Potremmo addirittura dire che la soluzione
tentata è il problema!!!
Ragazzo - In che senso?
Altro ragazzo - Min...mi fai andare insieme il cervello
Altro ragazzo- Come ti tira dentro il Masoni...
Io- Nel senso che uno quando dice per esempio "non riesco mai a
fare questo" parla di un suo problema e in questo caso in che cosa
consiste il suo problema? nel fare sempre cose che lo portino a dire "Non
riesco mai a fare questo", e così via, come un cerchio che si chiude
Ragazzo- Come il cane che si morde la coda
Io- Perfetto...e a questo punto occorre cominciare a chiedersi come
si fa a cambiare le cose
Ragazzo- E come si fa?
Io- Si parla, si chiacchiera, si dialoga
Ragazzo- Minchia , io è tutta la vita che parlo, ma non cambia un
c…
Io- Vediamo…per esempio una volta chiesi a un ragazzo che era la
terza volta che finiva dentro, perché si faceva sempre beccare…
Ragazzo- Ma uno mica si fa beccare apposta!
Io.- Beh, se rubi, se fai cazzate, è probabile che ti becchino, questo
è farsi beccare…
Ragazzo- Ah…allora anch’io
Io- Esatto, dunque chiesi a quel ragazzo perché si faceva beccare, lui
non è che mi rispose subito, ci abbiamo ragionato un po’ sopra, poi alla
fine mi dice: miii…io mi sto facendo sempre beccare a fare le cazzate
per fare un dispetto a mio padre…
Ragazzo- Che coglione!
Io- Vero?
Ragazzo- Però un po’ anch’io…
Io- Anch’io cosa?
Ragazzo- Anch’io un po’ lo faccio per fare incazzare i miei
Io- Mmm…hai presente la storia di quel marito che per fare un
dispetto alla moglie si castrava?
Ragazzo- Che coglione….però …c… ho capito, un po’ anch’io!
Io- Esatto, questo è dialogare, scoprire che che quello che si diceva
e si faceva da tempo ha un significato diverso da quello che credevamo.

Il ragazzo si mette a pensare

fine

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