Vittime Di Omicidio 2022

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24 NOVEMBRE 2023

,VITTIME DI OMICIDIO | ANNO-2022

Le vittime di omicidio sono più numerose


tra gli uomini giovani e le donne adulte o anziane
Nel 2022 si sono verificati 322 omicidi (+6,2% rispetto al 2021): 126 donne e 196
uomini. Cresce il numero di uomini uccisi da sconosciuti (0,37 per 100mila maschi;
0,27 nel 2021) e di donne uccise da parenti (0,14 per 100mila donne, 0,10 nel 2021).
Nei casi in cui si è scoperto l’autore, il 92,7% delle donne è vittima di un uomo,
mentre nel caso la vittima sia un uomo nel 94,4% dei casi l’omicida è un uomo.
Il 77,6% delle vittime di omicidio è composto da cittadini italiani, il 22,4%
da stranieri. Il 92,7% degli italiani è ucciso da italiani (tra le donne il 93,9%) e il
71,6% degli stranieri è ucciso da stranieri.
Sono 61 le donne uccise da un partner o un ex partner, tutti di sesso maschile.
Sulla base delle informazioni disponibili si stima che i femminicidi siano 106, sul
totale delle 126 donne uccise. Il dato è in linea con quanto rilevato negli ultimi tre
anni.

0,55 per 100mila 39,1% 106


Il tasso di omicidi in Italia La percentuale di vittime I femminicidi nel 2022
donne, come il 2021
(negli anni ’90 circa
l’11%)
Nell’Ue i più bassi tassi di omicidio Gli omicidi di genere
dopo l’Italia si rilevano in rappresentano l’84,1%
Lussemburgo, Irlanda, Repubblica degli omicidi di donne
Ceca, Slovenia e Malta

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VITTIME DI OMICIDIO

In questo report sono presentati i dati relativi agli omicidi volontari consumati - rilevati dalle Forze di
Polizia nel corso dell’anno 2022 - inseriti nel database della Direzione centrale della polizia criminale
del Ministero dell’Interno. Tali informazioni sono di notevole interesse in quanto indicano la relazione,
ove esistente e conosciuta, tra la vittima dell’omicidio e il suo assassino. Sempre grazie a queste
informazioni è possibile ricostruire il movente, le modalità dell’uccisione della vittima e il tipo di arma
eventualmente utilizzata.
Ciò ha un’importanza fondamentale, in particolare, nello studio delle dinamiche degli omicidi di donne,
che hanno, come è noto, profonde differenze rispetto a quelli di uomini.

In Italia livelli di omicidi più bassi rispetto al resto d’Europa


Si può ritenere in massima parte esaurito l’impatto che il mutamento dei comportamenti sociali dovuto
alla pandemia da Covid-19 ha avuto sull’ammontare e la dinamica dei delitti, e si è osservata una
ripresa del fenomeno criminale – in larga misura attesa - che ha in generale interessato tutti i tipi di
reato. Ciò ha riguardato anche gli omicidi volontari consumati (322, +6% circai nel 2022 rispetto all’anno
precedente), per i quali il nostro Paese è storicamente tra quelli a minor rischio.
Il livello di omicidi commessi in Italia, pur avendo registrato nel 2022 un aumento rispetto all’anno
precedente, è comunque basso se confrontato al contesto dell’Unione europea. All’interno dell’Ue
nell’anno 2021 (ultimo anno disponibile) la Lettonia è caratterizzata dalla situazione più critica
(5,18 omicidi per 100mila abitanti), seguita a grande distanza da Lituania e Finlandia (2,50 e 1,70
rispettivamente).
Nel 2021 l’Italia occupava il ventiduesimo posto tra i 27 paesi Ue con 0,51 omicidi per 100mila abitanti,
a fronte di una media generale di 0,83. Valori ancor più contenuti si registrano in Lussemburgo, Irlanda,
Repubblica Ceca, Slovenia (tra 0,47 e 0,43) e infine Malta (0,39 omicidi per 100mila abitanti).
Ovviamente questi dati vanno confrontati con cautela, in quanto possono esserci differenze
metodologiche alla base dei conteggi, tenendo inoltre conto che i Paesi con una dimensione
demografica molto contenuta possono presentare tassi molto diversi da un anno all’altro pur a fronte di
piccole variazioni del fenomeno.
Per le sole vittime donne, l’incidenza media degli omicidi nella Ue - calcolata per i 23 Paesi di cui sono
disponibili i dati - è pari a 0,60 omicidi per 100mila donne. L’Italia, con 0,39 omicidi per 100mila donne
nel 2021, precede solo l’Irlanda (0,28) e Malta, dove non ci sono state vittime donne nell’anno 2021.
Situazioni simili a quella italiana caratterizzano anche Paesi Bassi, Polonia e Spagna (tra 0,42 e 0,40
omicidi per 100mila donne).

PROSPETTO 1. OMICIDI VOLONTARI CONSUMATI, PER GENERE E RIPARTIZIONE


GEOGRAFICA. Anno 2022, valori assoluti, per 100.000 abitanti e valori percentuali
VALORI ASSOLUTI VALORI PER 100.000 ABITANTI STRANIERI (%)
RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE femmin
maschi femmine TOTALE maschi femmine TOTALE maschi TOTALE
e
Nord 62 61 123 0,46 0,44 0,45 37,1 19,7 28,5
Nord-ovest 41 32 73 0,53 0,40 0,46 39,0 9,4 26,0
Nord-est 21 29 50 0,37 0,49 0,43 33,3 31,0 32,0
Centro 24 25 49 0,42 0,41 0,42 54,2 28,0 40,8
Mezzogiorno 110 40 150 1,13 0,39 0,75 8,2 20,0 11,3
Sud 77 24 101 1,17 0,35 0,75 11,7 16,7 12,9
Isole 33 16 49 1,06 0,49 0,77 0,0 25,0 8,2
ITALIA 196 126 322 0,68 0,42 0,55 23,0 21,4 22,4
Fonte: Ministero dell'interno - Direzione centrale polizia criminale (DCPC)

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VITTIME DI OMICIDIO

L’incidenza delle vittime di omicidio volontario nel 2022 è più alta nel Mezzogiorno (0,75 per 100mila
abitanti) mentre i valori sono inferiori alla media nazionale in tutte le regioni del Centro-nord, con la sola
eccezione della provincia autonoma di Trento. I valori più elevati si registrano in Campania e Calabria
(0,87), nelle Isole (0,82 in Sardegna e 0,75 in Sicilia) e in Puglia (0,69).
Malgrado le vittime di omicidio siano più frequentemente maschi (nell’anno 2022 il 60,9%), vi sono
regioni in cui il rapporto tra i sessi è diverso. Si tratta di regioni di dimensioni demografiche contenute
in cui l’omicidio è un evento poco frequente, come le province autonome trentine (l’unico omicidio
registrato di Bolzano/Bozen è di una donna, due dei tre omicidi di Trento), seguite da Marche e Liguria
(cinque donne su otto vittime in totale), ma anche di regioni popolose come il Piemonte, il Veneto,
l’Emilia Romagna e il Lazio (nelle quali la percentuale di donne uccise è compresa tra il 61,1 e il 52,0).

Per gli uomini più a rischio le età giovanili, per le donne il rischio cresce con l’età
L’età media delle vittime di omicidio registrate nell’anno 2022 risulta di 45,1 anni per i maschi, mentre
per le donne è più elevata e pari a 55,1 anni. Le vittime straniere, che costituiscono il 22,4% delle
vittime, sono mediamente più giovani, e la loro età media risulta di 36,1 anni per gli uomini e di 46,8
anni per le donne (mentre per gli italiani è di 47,7 anni e 57,4 anni, rispettivamente per maschi e
femmine).
Se si considerano i rapporti, distinti per sesso, con la popolazione residente di pari età, costruendo
quindi dei quozienti specifici che descrivono il rischio di una persona di essere vittima di omicidio (sulla
base degli eventi del 2022), la situazione per i due sessi presenta evidenti differenze. Per i maschi il
rischio maggiore coincide con le età giovanili (18-24 e 25-34) o appena mature (35-44), mentre il rischio
per le donne continua a crescere al progredire dell’età ed è massimo per le fasce più anziane.
Quest’ultimo aspetto può essere almeno parzialmente spiegato con la presenza di un elevato numero
di donne che vengono uccise, in età molto avanzata, da persone loro legate (in genere i partner), con
il fine dichiarato di porre fine a diverse tipologie di situazioni critiche. Va sottolineato, invece, che nessun
uomo è stato ucciso dalle proprie compagne per questi motivi.

FIGURA 1. INCIDENZA DEGLI OMICIDI PER MASCHI E FEMMINE ALLE VARIE ETÀ.
Anno 2022, valori per 100.000 abitanti dello stesso sesso ed età

0-13 14-17 18-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75-84 85-94
1,20

1,00

0,80

0,60

0,40

0,20

0,00
maschi femmine

Fonte: Ministero dell'interno - Direzione centrale polizia criminale (DCPC)

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VITTIME DI OMICIDIO

Il 93,7% degli autori di omicidio è un uomo


Per 37 dei 322 omicidi commessi nell’anno 2022 (l’11,5%), non è stato ancora possibile individuare un
autore presunto. Si tratta solo in minima parte (tre casi) di omicidi con vittime donne, peculiarità
spiegabile col fatto che la probabilità di scoprire l’autore dell’omicidio è molto più alta nel caso di vittime
femminili: infatti tali delitti si verificano per lo più in ambito familiare e di coppia, con conseguente
restrizione del campo delle indagini a una cerchia più delimitata di sospetti.
L’analisi delle caratteristiche dell’autore e della vittima è limitata quindi ai 285 casi residui. L’autore è
quasi sempre un uomo, cui sono attribuiti il 93,7% degli omicidi, contro il 6,3% di quelli commessi da
donne. Gli uomini uccidono in prevalenza altri uomini (153 su 267, il 57,3%) e nel 42,7% donne. Le 18
donne autrici di omicidio hanno ucciso nove uomini e nove donne.
Analizzando congiuntamente la relazione tra i sessi di vittima e autore (nella Figura 2 è indicata
sinteticamente in sequenza, ad es. M/F = autore maschio/vittima femmina) e la distinzione tra vittime
italiane e vittime straniere, in entrambi i casi gli uomini uccidono in misura maggiore altri uomini.
Tuttavia, gli uomini italiani uccidono con più frequenza le donne (44,3%) rispetto agli uomini stranieri
(37,9%).
Le omicide sono quasi tutte italiane (17 su 18), con un numero praticamente identico di vittime maschi
e femmine (rispettivamente otto e nove).
Come ampiamente riportato in letteratura, gli omicidi - e molti altri tipi di reato – sono prevalentemente
interetnici. Ciò è verificato anche in questo caso, e il dettaglio disponibile (italiani/stranieri) fornisce
interessanti informazioni, anche se non permette un’analisi approfondita per singola cittadinanza: il
70,9% dei 285 omicidi di cui si conosce l’autore avviene tra italiani, e il 16,8% tra stranieri (non
necessariamente della stessa nazionalità). Oltre a questi si verifica un 6,7% di omicidi in cui l’autore è
italiano e la vittima straniera, e un 5,6% di autore straniero e vittima italiana.

FIGURA 2. OMICIDI DI CUI È STATO SCOPERTO L’AUTORE, PER NAZIONALITÀ E SESSO DELL’AUTORE E
DELLA VITTIMA. Anno 2022, valori assoluti

M/M M/F F/M F/F


120 112

100 89

80

60
41
40
25
20 9
8
1 0
0
autori e vittime italiani autori e vittime straniere

Fonte: Ministero dell'interno - Direzione centrale polizia criminale (DCPC)

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VITTIME DI OMICIDIO

Liti e futili motivi le motivazioni alla base di quasi metà degli omicidi
Nel 2022 “liti, futili motivi, rancori personali” sono il primo movente per omicidio (45,3%), il valore più
rilevante per le vittime di ambo i sessi (53,1% per gli uomini e 33,3% per le donne). Seguono i “motivi
economici” (inclusi gli omicidi a scopo di rapina), che costituiscono il 14% del totale, con un peso
decisamente maggiore tra le vittime maschili rispetto a quelle femminili (17,9% degli omicidi di maschi
e 7,9% di quelli di donne). Viene attribuito a uno stato di “follia” dell’autore una parte non indifferente
degli omicidi (11,2% in totale), con un peso molto più rilevante nel caso di vittime donne (18,3% contro
6,6%), e lo stesso succede quando il motivo è quello “passionale” (16,7% contro 4,6% per le vittime di
sesso maschile). Nel 4,3% dei casi il motivo addotto dall’omicida è quello di voler interrompere una
grave malattia della vittima. Questo è avvenuto solo nei confronti di donne, in massima parte di età
molto avanzata (in 14 dei 126 omicidi di donne, pari all’11,1% del totale). Nel rimanente 15,8% dei casi
(17,9% per i maschi e 12,7% delle femmine) il movente è rimasto indeterminato.
Le armi da fuoco sono state, nel 2022, il mezzo più utilizzato per l’omicidio, impiegate nel 37% dei casi,
seguite dal 32,6% delle armi da taglio. Il 9,3% degli omicidi è invece stato portato a termine con l’uso
di armi improprie, mentre nel rimanente 21,1% dei casi l’omicidio è avvenuto con altre modalità. Gli
omicidi di criminalità organizzata, 30, sono stati tutti commessi con armi da fuoco.
Anche nella scelta del mezzo, come in tante altre caratteristiche degli omicidi, esistono distinzioni
rilevanti se si considera il sesso della vittima.
Le armi da fuoco vengono usate prevalentemente contro gli uomini, 45,4% dei casi di omicidi di maschi
e 23,8% di quelli delle donne. Le donne vengono prevalentemente assassinate con armi da taglio,
utilizzate però frequentemente anche per gli uomini (34,9% delle donne e 31,1% degli uomini).
Non vi è un grandissimo divario sull’utilizzo di armi improprie (corpi contundenti o altro, utilizzati
nell’11,1% di omicidi di donne e nell’8,2 di quelli di uomini), mentre c’è una grande differenza quando
l’omicidio avviene a mani nude, caso conteggiato nella categoria “altro” (30,2% delle donne e 15,3%
degli uomini). Il dato è orientativo, perché oltre alle morti in seguito a percosse, soffocamento e altro,
nella categoria possono essere comprese alcune morti causate da altri mezzi (avvelenamento, per
esempio), che tuttavia sono molto più rare.
Se si considerano le sole vittime straniere di omicidio, l’arma da taglio diventa prevalente (45,8% dei
72 omicidi di vittime straniere), mentre le armi da fuoco sono state utilizzate nel 19,4% dei casi. Le armi
improprie sono state utilizzate per il 9,7% degli omicidi, tutti di maschi.

FIGURA 3. VITTIME DI OMICIDIO VOLONTARIO CONSUMATO, PER SESSO E MEZZO UTILIZZATO. Anno 2022,
valori percentuali

TOTALE MASCHI FEMMINE

37,0
Arma da fuoco 45,4
23,8

32,6
Arma da taglio 31,1
34,9

9,3
Arma impropria 8,2
11,1

21,1
Altro 15,3
30,2

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0

Fonte: Ministero dell'interno - Direzione centrale polizia criminale (DCPC)

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VITTIME DI OMICIDIO

Le morti violente delle donne soprattutto nell’ambito della coppia


Per le donne si conferma un quadro stabile in cui le morti violente avvengono soprattutto nell’ambito
della coppia. È pari allo 0,20 per 100mila donne il tasso delle donne uccise da un partner o un
ex partner - sia esso un coniuge, un convivente o un fidanzato – era 0,23 nel 2021, mentre per gli
uomini, lo stesso tasso è pari a 0,03 per 100mila uomini. Aumenta lievemente il tasso delle donne
uccise da parenti da 0,10 del 2021 a 0,14 del 2022.
Erano tutti maschi i partner delle 61 donne uccise nell’ambito della coppia, mentre gli otto uomini vittime
di partner sono stati uccisi da sei donne e da due uomini. Le donne uccise da altri familiari (43) sono
state uccise da uomini nell’81,4% (35 casi) e da donne in otto casi. Sono quasi tutti maschi gli assassini
degli uomini uccisi da parenti (26 su 27).
I più giovani (otto in età 0-13 anni) sono uccisi tutti in ambito familiare, il tasso è praticamente uguale
per i maschi e le femmine, 0,11 e 0,12 per 100mila ragazzi e 100mila ragazze con meno di 14 anni.
Sono i familiari anche gli autori di omicidio delle uniche due ragazze di 14-17 anni uccise.
I parenti sono autori anche di omicidi di persone in età avanzata, ma in questo caso le differenze tra i
sessi sono importanti, a svantaggio delle donne (0,14 per 100mila uomini con più di 75 anni, 0,36 per
100mila donne della stessa età).
Le donne nelle età centrali sono uccise in prevalenza dai partner (0,33 per 100mila donne dai 35 ai 54
anni), il picco è pari a 0,39 per 100mila donne di 35-44 anni; gli uomini giovani adulti sono uccisi
soprattutto da sconosciuti, il tasso più alto appartiene ai 18-24enni (0,75 per 100mila uomini di
18-24 anni), ai 35-44enni (0,66) e 25-34enni (0,60).
Le donne che abitano nel Nord-est presentano tassi doppi di omicidi da parte di partner o ex partner
(0,32 per 100mila donne del Nord-est) rispetto al Nord-ovest (0,16) e al Centro (0,17). Livelli più bassi
della media anche nelle Isole (0,18) e al Sud (0,19). Le uccisioni per mano dei parenti sono più elevate
tra le donne residenti nelle Isole (0,24 per 100mila donne isolane contro 0,14 della media Italia),
analogamente a quanto accade in misura ancora più accentuata per gli uomini (0,22 per 100mila
abitanti nelle Isole, contro lo 0,09 del tasso medio nazionale).
Il Sud e le Isole presentano anche i tassi più alti di uomini uccisi da sconosciuti (rispettivamente 0,61 e
0,54 per 100mila uomini della stessa area geografica) e per i quali non è stato identificato l’autore
(rispettivamente 0,35 e 0,19 contro il valore medio nazionale di 0,12 per 100mila maschi).

FIGURA 4. OMICIDI VOLONTARI CONSUMATI PER SESSO DELLA VITTIMA E TIPO DI RELAZIONE CON
L’AUTORE. Anni 2019-2022, tassi per 100mila maschi e 100mila femmine

Donne Uomini

2019 2020 2021 2022 2019 2020 2021 2022

0,80 0,80
0,70 0,70
0,60 0,60
0,50 0,50
0,40 0,40
0,30 0,30
0,20 0,20
0,10 0,10
0,00 0,00
Partner o ex Altro parente Altro Autore Autore non Totale Partner o ex Altro parente Altro Autore Autore non Totale
partner conoscente sconosciuto identificato partner conoscente sconosciuto identificato
alla vittima alla vittima

Fonte: Ministero dell’Interno, Direzione centrale della polizia criminale; Istat

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VITTIME DI OMICIDIO

I femminicidi stimati pari all’84% del totale delle donne uccise


A marzo 2022, la 53a sessione della Statistical Commission ha approvato lo “Statistical framework for
measuring the gender-related killing of women and girls (also referred to as “femicide/feminicide”)ii. In
questo ambito vengono definiti omicidi di genere, comunemente detti femminicidi, quelli che riguardano
l’uccisione di una donna in quanto donna. L’Italia ha scelto di aderire a questo framework delle Nazioni
Unite. È un cammino lungo verso cui tendere, che richiederà di tempi lunghi per avere una
comparazione internazionale, anche a livello europeo. Il primo rapporto delle Nazioni Unite sui
femminicidi, che segue l’approvazione dello “Statistical framework for measuring the gender-related
killing of women and girls”, presenta una prima comparazione, per alcuni Paesi, dei tassi per 100mila
donne, di omicidi con vittima donna da parte di un partner, di un ex partner o un famigliareiii.
Le variabili necessarie per identificare un femminicidio sono molte e riguardano la vittima, l’autore e il
contesto della violenza. Sinteticamente, dal punto di vista statistico nella definizione afferiscono tre
tipologie di gender-related killing: gli omicidi di donne da parte del partner; gli omicidi di donne da parte
di un altro parente; gli omicidi di donne da parte di un’altra persona, sia conosciuta sia sconosciuta, che
però avvenga attraverso un modus operandi o in un contesto legato alla motivazione di genere.
Tra queste vi sono informazioni riferite a specifiche condizioni, in base alle quali occorre sapere: se la
vittima ha subito altre violenze in precedenza da parte dell'autore dell'omicidio; se ha subito forme di
sfruttamento illecito (ad esempio tratta di persone, lavoro forzato, schiavitù, criminalità organizzata); se
si trovava in una situazione in cui è stata rapita o privata illegalmente della sua libertà; se lavorava
nell'industria del sesso; se vi è stata una violenza sessuale contro la vittima prima e/o dopo l'uccisione;
se vi era una differenza di posizione gerarchica tra la vittima e l’autore; se il corpo della vittima ha subìto
mutilazioni; se il corpo è stato abbandonato in uno spazio pubblico; se la motivazione dell’omicidio
costituiva un crimine d’odio di genere (cioè se vi era un pregiudizio specifico nei confronti delle donne
da parte degli autori).
In Italia non sono disponibili tutte queste informazioni, che solo in futuro si potranno rilevare grazie alla
collaborazione inter-istituzionale con il Ministero dell’Interno. Tuttavia, già a partire dalle informazioni
disponibili (relazione tra vittima e autore, movente, ambito dell’omicidio) è possibile fornire una stima
del fenomeno: sono 61 le donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner; sono 43 le
donne uccise da un altro parente; è soltanto una la donna uccisa da un conoscente con movente
passionale, ed è una la donna uccisa da sconosciuti, nell’ambito della criminalità organizzata. In totale
si tratta di 106 femminicidi presunti, su 126 omicidi con una vittima donna.
Tra le restanti 20 vittime donne, due sono state uccise da conoscenti uomini con moventi diversi: la
rapina per una e la follia per l’altra; 15 sono state uccise da sconosciuti (14 uomini e una donna), con
diversi motivi, come la follia (nove casi), gli interessi economici (quattro, incluse tre vittime di rapina) e
due per altri moventi, più altre tre donne con autore non identificato.

FIGURA 5. IL SET MINIMO DELLE VARIABILI DEL CENTER OF EXCELLENCE FOR GENDER STATISTICS
(CEGS) PER RILEVARE I FEMMINICIDI. Anno 2023

Le caratteristiche delle vittime (21 variabili), tra cui oltre Le caratteristiche dell'autore (18 variabili), tra cui oltre
alle variabili socio-demografiche, l'orientamento alle variabili socio-demografiche, i precedenti penali, le
sessuale, se è stata vittima di violenza sessuale, se era storie di violenza pregresse, ecc.
incinta, se era una prostituta, ecc.

La relazione vittima-autore (9 tipologie di relazione), tra Il modus operandi (5 variabili), tra cui l’accanimento sul
cui partner, ex partner, familiare, conoscente, collega, corpo e tipo di armi usate, il vilipendio del cadavere,
amici, sconosciuti, persone appartenente alle forze ecc.
armate e alle Forze di Polizia, ecc.
Fonte: UNODC – UNWOMEN”

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VITTIME DI OMICIDIO

Glossario
Autorità giudiziaria: quella preposta all’amministrazione della giustizia penale, civile e amministrativa.
Femminicidio: omicidio di una donna in quanto donna. Il termine “femicide” è stato introdotto pubblicamente per
la prima volta nel 1976 da Diana Russell, che ha definito come femminicidi “the murders of women by men
motivated by hatred, contempt, pleasure or a sense of ownership of women’ and as ‘the killing of females by
males because they are females”, cioè gli omicidi di donne da parte di uomini motivati da odio, disprezzo, piacere
o senso di appartenenza delle donne" e come "l'uccisione di donne da parte degli uomini in quanto donne”
(quest’ultima definizione è del 2011 ed è allineata con la convenzione di Istanbuliv). Il dibattito in realtà è molto
ricco in letteratura e non vi è una concordanza definitoria, basti pensare che i termini femicide e femminicide, in
uso in America Latina (introdotto da Marcel Lagarde nel 2006), a volte hanno assunto la qualità di sinonimi, a
volte invece si riferiscono l’uno all’omicidio delle donne motivato dal genere e l’altro alla violenza di genere contro
le donne in generale. Istat ha deciso di aderire alla definizione delle Nazioni Unite dello Statistical framework, così
come riportato nel testo precedente.
Forze di Polizia: corpi dello Stato che hanno, tra i loro numerosi compiti, quello del mantenimento dell’ordine e
della sicurezza pubblica. Attualmente in Italia esistono quattro Forze di Polizia con competenza nazionale, oltre
ad altri corpi con competenza locale. Delle quattro Forze di Polizia con competenza nazionale, due hanno
ordinamento civile (la Polizia di Stato, dipendente dal Ministero dell’interno, e la Polizia penitenziaria, dipendente
dal Ministero della giustizia) e due hanno ordinamento militare (l’Arma dei carabinieri, dipendente dal Capo di
Stato maggiore della difesa per i compiti militari e funzionalmente dal Ministero dell’interno per i compiti di ordine
e sicurezza pubblica, e il Corpo della guardia di finanza, dipendente dal Ministero dell’economia e delle finanze).
L’Arma dei carabinieri è stata elevata al rango di Forza armata nell’anno 2000 e nel 2016 ha assorbito il Corpo
forestale dello Stato, precedentemente Forza di Polizia a ordinamento civile alle dipendenze del Ministero delle
politiche agricole alimentari e forestali.
Omicidio volontario: delitto commesso da chi cagiona la morte di un uomo. Può essere frutto di un
comportamento commissivo od omissivo (nei casi giuridicamente previsti) e dev’essere presente la coscienza e
la volontà di causare la morte.

Nota metodologica
Introduzione
Si sono analizzati i dati relativi agli omicidi volontari rilevati dalle Forze di Polizia, con particolare riferimento ai
profili delle vittime. La metodologia di rilevazione statistica adottata fa corrispondere a ciascuna vittima un delitto
di omicidio; pertanto, un evento con più vittime darà luogo a più omicidi, in numero pari a quello delle vittime. I
dati provengono dai database del Ministero dell’Interno, il sistema di indagine (SDI) e il database dedicato agli
omicidi, della Direzione centrale della polizia criminale. Trattandosi di dati utilizzati a fini operativi, essi sono
suscettibili di modifiche che possono emergere in fasi successive del trattamento dei dati; tali modifiche possono
riguardare la stessa classificazione del reato in fase investigativa (da non confondersi con l’esatta determinazione
della qualificazione giuridica del reato, che è prerogativa dell’autorità giudiziaria e sarà da essa decisa
successivamente, durante l’eventuale iter giudiziario penale).
La rilevazione della delittuosità
La statistica della delittuosità fornisce a partire dal 1955 informazioni che riguardano i delitti e le persone
denunciate all’Autorità Giudiziaria e dal 2007 per le caratteristiche degli autori e delle vittime dei reati, ed è una
fonte imprescindibile per la conoscenza del fenomeno criminale.
Questa rilevazione permette di rispondere alla sempre più ampia domanda di informazione statistica, soprattutto
a livello internazionale e rende possibile il monitoraggio del fenomeno della criminalità in generale e dei suoi attori
principali, cioè degli autori dei reati, e delle vittime.
Altresì importante l’analisi del territorio che presenta un interesse sempre crescente, basti pensare al sistema di
indicatori per lo sviluppo territoriale che utilizza i dati delle statistiche di Polizia al fine di stabilire politiche regionali.

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VITTIME DI OMICIDIO

Quadro normativo attuale


Riferimento normativo: Circ. Amm.va 558/C/D. 3/2-1888/900(165) del 6/11/2003 del Ministero dell’Interno (atto
programmatico).
Rilevazione: Numero dei delitti denunciati all'Autorità giudiziaria dalle Forze di Polizia (codice Programma
Statistico Nazionale: INT-00062) - Titolare: Ministero dell’interno.
Rielaborazione: Delitti denunciati dalle Forze di Polizia all'Autorità giudiziaria (codice Programma Statistico
Nazionale: IST-01002) - Titolare: Istat.
La raccolta delle informazioni e i contenuti
I dati rilevati si riferiscono alle fattispecie delittuose consumate e tentate, e alle notizie a esse connesse (alcune
caratteristiche di vittime e autori, circostanze), nonché ad alcuni elementi riguardanti l’attività di controllo
(identificazione di persone e automezzi, eccetera). Le Forze di Polizia operanti sul territorio nazionale (inclusa
DIA, Polizia Municipale, Polizia Provinciale e Guardia Costiera) provvedono a registrarle nello SDI (acronimo di
Sistema Di Indagine). Tale sistema informatizzato, nato a scopo prevalentemente investigativo, consente di
monitorare l'andamento dei delitti, sia di quelli tradizionali sia di quelli emergenti.
Più in particolare, i dati sono relativi alle denunce/querele dei reati pervenute alle Forze dell’Ordine da parte dei
cittadini o emersi grazie all’azione investigativa delle Forze di Polizia. Per gli omicidi le informazioni sono inserite
anche in una banca dati distinta (esistente in questa forma dall’anno 2002), più completa, che consente di
conoscere anche il movente presunto, distinguere tra gli omicidi di criminalità comune e organizzata, e soprattutto
di studiare la relazione – per gli omicidi di cui si conosce l’autore - tra quest’ultimo e la vittima dell’omicidio,
permettendo così di conoscere quante donne sono uccise da partner o da parenti, o quanti uomini sono uccisi da
sconosciuti, e così via. Trattandosi di dati utilizzati a fini operativi, essi sono suscettibili di modifiche che possono
emergere in estrazioni successive.
L’elaborazione dei dati
Poiché il contenuto della banca dati è in continua evoluzione, in ragione degli aggiornamenti legati alle indagini e
ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria, le informazioni di tipo statistico più rilevanti relative ai delitti e alle
segnalazioni (numero di autori) sono trasferite, in momento stabilito, dalla banca dati SDI a un apposito ambiente
(STATDEL), e successivamente elaborati in forma di tabelle di frequenza e trasmessi all’Istat.
Il processo di validazione prevede la verifica della completezza e della coerenza dei dati, sia in rapporto
all’andamento pregresso, sia mediante un confronto di massima con altre fonti, come i dati delle Procure. A questa
fase segue, eventualmente, la richiesta di verifica di situazioni anomale e l’imputazione probabilistica ove esistano
sporadici dati mancanti. Si riconducono inoltre le modalità di alcune variabili alle classificazioni ufficiali. Segue un
trattamento informatico dei dati per trasformarli in un formato atto all’alimentazione della banca dati I.stat.
Il procedimento descritto viene ripetuto in modo sostanzialmente analogo, per le caratteristiche demo-sociali di
autori e vittime, che sono oggetto di un invio separato, e successivo, da parte del Ministero dell’interno. I dati sono
diffusi annualmente, ma possono essere effettuate, da parte del Ministero dell’interno, delle interrogazioni della
banca dati in tempo reale.
La diffusione dei dati
Lo strumento principale di diffusione da parte dell’Istat è il datawarehouse I.Stat. I principali risultati vengono
pubblicati annualmente anche su volumi Istat di ampia diffusione (Annuario statistico italiano, Noi Italia, Italia in
cifre, Rapporto BES, Rapporto SDGs) e occasionalmente in altre pubblicazioni dell’Istituto. Sempre annualmente,
il Ministero dell’interno pubblica i dati nell’Annuario delle statistiche ufficiali dell’Amministrazione dell’interno. Sono
inoltre periodicamente diffusi da organismi internazionali quali Eurostat per quanto attiene alcuni dati di criminalità
violenta e predatoria, come “Statistics in Focus” e report sui dati inerenti il riciclaggio del denaro sporco e la tratta
di esseri umani, presso UNECE nel database sul gender statistics, per UNODC nel rapporto sugli omicidi e nei
report della Crime Trend Survey.
I dati sono pubblicati tra il 1955 e il 2004 negli Annuari di statistiche giudiziarie penali, e successivamente nel
datawarehouse I.Stat (una parte dei dati, precedenti il 2010, è presente sotto forma di tavole excel).
I dati sono diffusi abitualmente in valore assoluto, per permetterne un utilizzo autonomo da parte dei fruitori.
A essi si accostano valori depurati dalla dimensione demografica, solitamente rapporti per 100.000 abitanti, e
variazioni percentuali per analizzare l’andamento temporale.
Copertura e dettaglio territoriale
La copertura dell’indagine è totale. Il dettaglio territoriale disponibile comprende il dato nazionale, quelli regionali
e provinciali e tra i Comuni solo quelli capoluoghi di provincia. I dati per gli altri Comuni (non capoluoghi) sono
rilevati dal Ministero distintamente, ma non sono diffusi. La somma dei delitti negli ambiti territoriali considerati
può non coincidere con il dato di sintesi riferito al livello immediatamente superiore; quindi la somma dei dati
provinciali può differire dal dato riferito all'intera regione, ecc. Ciò si verifica perché i delitti commessi non attribuibili

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VITTIME DI OMICIDIO

a un determinato dettaglio territoriale (ad es. il Comune) vengono conteggiati nel primo livello più ampio nel quale
è possibile collocarli (provincia, regione, Stato).
Banche dati e sistemi tematici
I.STAT: il datawarehouse dell’ISTAT: http://dati.istat.it/
IstatData: esploradati.istat.it
Serie storiche: http://seriestoriche.istat.it/
Il quadro informativo sulla violenza contro le donne: https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donne
Volumi
Annuario Statistico Italiano: https://www.istat.it/it/archivio/annuario+statistico+italiano
Autori e vittime di omicidio, 2019 (https://www.istat.it/it/archivio/253296)
Le donne vittime di omicidio, 2020 (https://www.istat.it/it/archivio/274826)
L’effetto della pandemia sulla violenza di genere - anni 2020-2021 (https://www.istat.it/it/archivio/263847)
Le vittime di omicidio, 2021 (https://www.istat.it/it/archivio/277932)

NOTE
i
Vedi “introduzione” nella nota metodologica.
ii
https://www.unodc.org/documents/data-and-analysis/statistics/Statistical_framework_femicide_2022.pdf
iii
Il documento della Nazioni Unite appena pubblicato su “Global estimates of female intimate partner/family-related homicides in 2022”.
https://urlsand.esvalabs.com/?u=https%3A%2F%2Fwww.unodc.org%2Fdocuments%2Fdata-and-
analysis%2Fbriefs%2FFemicide_brief_2023.pdf&e=2637b01d&h=e5dd7f57&f=y&p=y
iv
La Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, nota come ‘Convenzione di Istanbul’, è
stata adottata dal Consiglio d'Europa l'11 maggio 2011 ed è entrata in vigore il 1° agosto 2014, a seguito del raggiungimento del prescritto
numero di 10 ratifiche. L’Italia l’ha ratificata nel 2013, con la Legge 27 giugno 2013, n. 77. (Diana Russell, Femicide - The power of a name.
The Women's Media Center website at womensmediacenter.com. 2011. Online at Dianarussell.com: Femicide - the Power of a Name. Jill
Radford & Diana E. H. Russell (Eds.), Femicide: The Politics of Woman Killing, New York: Twayne Publishers, 1992 and Buckingham,
England: Open University Press, 1992. Economic Commission for Latin America and the Caribbean (ECLAC), 2014, Annual Report 2013-
2014. Confronting violence against women in Latin America and the Caribbean (LC/G.2626), Santiago, Chile, 2014).

Per chiarimenti tecnici e metodologici


Maria Giuseppina Muratore Franco Turetta
[email protected] [email protected]

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