1talete - Wikipedia
1talete - Wikipedia
1talete - Wikipedia
Talete di Mileto (in greco ant ico: Θαλῆς ? , Thalês; Milet o, 640 a.C./625 a.C. circa – 548
a.C./545 a.C. circa) è st at o un filosofo, ast ronomo e mat emat ico greco ant ico.
Da Arist ot ele [1] in poi, Talet e viene indicat o come il primo filosofo della st oria del pensiero
occident ale [2] che iniziò la ricerca della archè (ἀρχή), ossia del «principio», ident ificat o
empiricament e nell'acqua, da cui t ut t e le cose avrebbero avut o origine. In quest a t radizione
quindi egli è considerat o come uno dei set t e savi dell'ant ica Grecia e come primo «filosofo»,
int endendo con quest o t ermine colui che per primo si occupò delle scienze nat urali,
mat emat iche, ast ronomiche [3]. Il suo met odo di analisi della realt à lo rende una delle figure più
import ant i della conoscenza scient ifica: deviando dai discorsi esplicat ivi fornit i dalla mit ologia,
anche se ancora lont ano dal met odo speriment ale, Talet e, pur ancora legat o a un
ragionament o ast rat t o sulla realt à, favorì l'ancora generica concezione nat uralist ica dei filosofi
della scuola di Milet o carat t erizzat a da osservazione dei fenomeni e dimost razione purament e
logica[4][5].
Di Talet e, fondat ore della scuola, non rimane nessun libro, se mai ne scrisse, ma ci sono giunt e
varie t est imonianze sul suo pensiero e su alcuni episodi della sua vit a, non t ut t i accet t at i
come st orici o verosimili. Le font i let t erarie ant iche lo rit raggono come una figura di saggezza
proverbiale e di grande versat ilit à, perciò associat o a molt i campi di at t ivit à: scienze nat urali,
ingegneria, polit ica, economia applicat a[6].
Biografia
«Talet e di Milet o fu senza dubbio il più import ant e t ra quei set t e uomini
famosi per la loro sapienza – e infat t i t ra i Greci fu il primo scoprit ore della
geomet ria, l'osservat ore sicurissimo della nat ura, lo st udioso dot t issimo
delle st elle»
Secondo Apollodoro di At ene, Talet e nacque nel I anno della 35ª olimpiade (640 a.C.)[7] o, più
probabilment e secondo molt i st udiosi moderni, nel I anno della 39ª olimpiade (624 a.C.)[8].
Origini
Le sue origini erano discusse già dagli ant ichi. In base all'opinione prevalent e riport at a da
Diogene Laerzio, Talet e sarebbe nat o a Milet o, in Asia Minore, figlio di Essamio[9] e
Cleobulina[10]; secondo alt re versioni, t ra cui quella di Erodot o[11], avrebbe avut o origine fenicia
e sarebbe appart enut o alla st irpe dei Telidi[12] (quest e due versioni non sono necessariament e
in cont rast o, poiché Talet e pot rebbe effet t ivament e essere nat o a Milet o da genit ori greci,
sebbene di lont ane origini fenicie [13]). Un'ult ima versione, riferit a da Diogene Laerzio, sost iene
che Talet e sarebbe nat o in Fenicia e, dopo esserne st at o esiliat o, sarebbe emigrat o a
Milet o[10][14].
Aneddoti
Sempre legat a alla t radizione dei set t e sapient i è una not izia di Demet rio Falereo, riferit a da
Diogene Laerzio e generalment e rit enut a priva di st oricit à dagli st udiosi moderni[21], secondo
la quale Talet e sarebbe st at o il primo a essere chiamat o "sapient e" e ciò sarebbe avvenut o al
t empo dell'arcont at o di Damasia (582-581 a.C.)[22]. Alcuni st udiosi moderni, comunque,
difendono la not izia, rit enendo che Talet e si sarebbe davvero recat o ad At ene per ricevere,
come una sort a di onorificenza, il t it olo di sophos[23].
«[Talet e], ment re st udiava gli ast ri e guardava in alt o, cadde in un pozzo. Una
graziosa e int elligent e servet t a t race lo prese in giro, dicendogli che si
preoccupava t ant o di conoscere le cose che st anno in cielo, ma non vedeva
quelle che gli st avano davant i, t ra i piedi. La st essa ironia è riservat a a chi
passa il t empo a filosofare [...] provoca il riso non solo delle schiave di Tracia,
ma anche del rest o della gent e, cadendo, per inesperienza, nei pozzi e in ogni
difficolt à.»
Previsione dell'eclissi
Secondo Erodot o, durant e una bat t aglia t ra i Medi, guidat i da Ciassare, e i Lidi, guidat i da
Aliat t e II, si verificò un'eclissi solare, che impressionò t alment e i Medi e i Lidi al punt o che
smisero di combat t ere; Erodot o annot a che Talet e aveva annunciat o agli Ioni quest a eclissi e
ne aveva previst o l'anno[25]. Le font i ant iche collocano quest a eclissi t ra la 48ª e la 50ª
olimpiade [26]; l'ipot esi che ha riscosso più consensi t ra gli st orici moderni è che l'eclissi cit at a
da Erodot o sia l'eclissi t ot ale verificat asi il 28 maggio 585 a.C. (secondo il calendario giuliano;
22 maggio secondo quello gregoriano[27]), visibile in Asia Minore [28]. Tut t avia, dal punt o di vist a
st orico anche quest a not izia comport a alcuni problemi, in part icolare a proposit o del re dei
Medi[29]. Cicerone afferma che al moment o dell'eclissi previst a da Talet e il re dei Medi era
Ast iage e non il padre, Ciassare, come sost iene Erodot o[30]; nella t raduzione armena del
Chronicon di Eusebio, l'eclissi è post a nel corso di una bat t aglia t ra Aliat t e e Ast iage [31]; inolt re
un framment o papiraceo di un comment o a una poesia di Alceo cit a una bat t aglia t ra Aliat t e e
Ast iage [32], probabilment e la st essa bat t aglia in cui si verificò l'eclissi, poiché probabilment e il
t rat t at o di pace t ra Medi e Lidi fu firmat o non molt o t empo dopo l'eclissi[33].
Parlando dell'avanzat a nella Ionia dei Persiani, Erodot o ricorda il consiglio di Talet e agli Ioni per
evit are di essere conquist at i[34]: egli propose che le cit t à ioniche, pur rimanendo abit at e,
divent assero dei demi e che avessero un unico consiglio a Teo, una cit t à che si t rovava al
cent ro della Ionia[35]. La propost a di Talet e è st at a dat at a ant eriorment e al 545 a.C.[36], ma la
sua st oricit à è st at a negat a da vari st udiosi: in part icolare, è parso poco verosimile che un
cit t adino di Milet o, cit t à che aveva st ret t o un pat t o con Ciro, si schierasse con le alt re cit t à
ioniche in posizione ant i-persiana[37]. Inolt re l'episodio si sarebbe verificat o in un periodo che
non si adat t a alla fase at t iva di Talet e, poiché si è rit enut o che quarant 'anni dopo la previsione
dell'eclissi egli fosse molt o avant i negli anni o non più vivo[38]. Secondo alt ri, invece, la not izia
di Erodot o è da accet t are: Talet e avrebbe propost o di creare uno St at o unit ario (forse un
effet t ivo sinecismo) in cui l'aut orit à del consiglio comune avrebbe prevalso sulla sovranit à
delle singole cit t à[39] o sarebbe st at a usat a solo per gest ire i rapport i con gli alt ri St at i[40]. In
ogni caso, la propost a di cui parla Erodot o non vide mai la luce.
Diogene Laerzio riferisce un alt ro consiglio polit ico di Talet e: egli avrebbe sconsigliat o
un'alleanza ant ipersiana di Milet o con Creso, prevedendo la sconfit t a di quest 'ult imo, cosa che
poi si verificò per opera di Ciro[41]. Anche se il consiglio è at t ribuit o a Talet e, si è pensat o che
l'opposizione all'alleanza con Creso non sia st at a propost a dal filosofo in persona, ma sia
derivat a dalla sua condot t a polit ica[42].
Ment re la not izia di Diogene Laerzio pone Talet e in opposizione a Creso, un alt ro episodio
colloca il filosofo al suo seguit o. Erodot o riport a un aneddot o relat ivo ai prodromi della
bat t aglia di Pt eria (547 a.C.), secondo cui un espedient e elaborat o da Talet e avrebbe
permesso all'esercit o di Creso, re della Lidia in guerra cont ro Ciro, di at t raversare il fiume
Halys[43]. Poiché Creso non pot eva far at t raversare il fiume all'esercit o a causa della mancanza
di pont i, Talet e, che si sarebbe t rovat o nell'accampament o di Creso, avrebbe parzialment e
deviat o il corso del fiume scavando un canale sul lat o dest ro dell'accampament o; in quest o
modo il fiume avrebbe in part e percorso il canale e in part e avrebbe proseguit o sul proprio
let t o nat urale, a sinist ra dell'accampament o, ma sarebbe st at o da ent rambe le part i
facilment e guadabile. La st oricit à di quest o episodio è st at a messa in dubbio già nell'ant ichit à:
lo st esso Erodot o non crede a quest a versione dei fat t i, rit enendo che Creso olt repassò il
fiume usando pont i esist ent i[44]. Anche gli st udiosi moderni sono in generale scet t ici sulla
st oricit à del raccont o[45]: ad esempio, è st at o rilevat o che, se effet t ivament e Talet e ebbe
rapport i con i sovrani della Lidia, più probabilment e ebbe cont at t i con Aliat t e, che regnò prima
di Creso e che quindi, dal punt o di vist a cronologico, si adat t erebbe meglio al periodo in cui
visse Talet e [46].
È da not are come quest a scelt a di alt erare il let t o nat urale di un fiume presupponga da part e
di Talet e la sfiducia nell'esist enza delle divinit à fluviali (si ricordi l'episodio della lot t a fra il dio
fluviale Scamandro e Achille, narrat a da Omero nell'Iliade)[47].
Storicità degli aneddoti
Plat one e Arist ot ele riferiscono due aneddot i su Talet e di segno oppost o. Il primo, nel Teeteto,
rit rae Talet e come un pensat ore immerso in riflessioni t eoriche e poco int eressat o agli aspet t i
prat ici poiché un giorno, ment re rivolgeva lo sguardo alle st elle, non si accorse che st ava
cadendo in un pozzo; per quest o una servet t a t race lo derise, dicendo che desiderava
conoscere le cose del cielo ma non si accorgeva di quelle sot t o i suoi piedi[48]. L'aneddot o
riferit o da Arist ot ele, invece, most ra l'int raprendenza di Talet e e le sue capacit à nelle at t ivit à
prat iche. Per rispondere a chi lo accusava di essere povero e che la filosofia non gli fosse di
alcun aiut o, egli previde grazie a calcoli ast ronomici un'abbondant e raccolt a di olive [49] e in
pieno inverno si accaparrò t ut t i i frant oi di Milet o e di Chio per una cifra molt o bassa, poiché vi
era scarsa richiest a; al moment o della raccolt a delle olive, Talet e pot é affit t arli al prezzo che
voleva, essendoci molt a richiest a di frant oi, e pot é dimost rare che per un filosofo è facile
arricchirsi, ma non è ciò che gli int eressa[50].
Gli st udi moderni t endono a negare st oricit à a ent rambi gli episodi. L'aneddot o di Plat one
most ra una rappresent azione t ipica del filosofo assent e, immerso in elucubrazioni, che però è
parsa poco adat t a a una figura in genere rit enut a at t iva in molt i campi del sapere come
Talet e [51]; l'episodio di Arist ot ele viene vist o come una possibile rispost a alle accuse di scarso
senso prat ico mosse al filosofo dal primo aneddot o[52].
Morte di Talete
Si dice che, ormai vecchio e sfinit o dalla calura est iva, sia mort o assist endo a una gara at let ica,
al t empo della 58ª olimpiade (t ra il 548 e il 545 a.C.), quando avrebbe avut o set t ant ot t o anni o,
secondo Sosicrat e, novant 'anni[59]: a quest o proposit o Diogene Laerzio lo ricorda con
l'epigramma:
Solone
Non si sa con cert ezza se Talet e abbia lasciat o delle opere scrit t e, di cui comunque non
rimangono framment i sicuri[62]; nel caso ne abbia lasciat e [63], di esse probabilment e si persero
prest o le t racce, perché sembra che Arist ot ele non ne vide alcuna e che nella bibliot eca di
Alessandria non ve ne fosse copia[64]. Già gli aut ori ant ichi dubit avano della pat ernit à dei lavori
a lui at t ribuit i[65], che sono:
«Talet e a Ferecide
vengo a sapere che, primo t ra gli Ioni, t i apprest i a pubblicare fra gli Elleni dei
t rat t at i sulle realt à divine. È cert o giust o il t uo giudizio di rendere pubblico lo
scrit t o, senza affidarlo inut ilment e a chiunque. Ma vorrei parlare con t e sui
t emi che t rat t i e se m'invit i, sarò da t e a Syros. Saremmo dei pazzi, Solone
l'at eniese e io, se dopo aver navigat o fino a Cret a per st udiare la loro
sapienza, e poi in Egit t o, per conoscere i sacerdot i e gli ast ronomi di quel
paese, non navigassimo per venire da t e. Verrà anche Solone, se t i va. Tu
invece, amant e della t ua t erra, vieni nella Ionia di rado e non desideri
conoscere st ranieri ma t i dedichi solo a scrivere. Noi invece, non scrivendo
nulla, at t raversiamo l'Ellade e l'Asia.»
«Talet e a Solone
se andrai via da At ene, sarebbe bene che t i st abilissi a Milet o, vost ra colonia.
Qui non c'è nulla da t emere. Se poi proverai sdegno del fat t o che anche noi
siamo governat i da un t iranno (t u odi t ut t i i t iranni) t i alliet erai almeno con noi.
Anche Biant e t i scrive di andare a Priene; se preferirai Priene, vacci pure e noi
verremo ad abit are da t e.»
Massime
A part ire dal IV secolo a.C. si cominciarono a raccogliere molt e cit azioni e aforismi sui set t e
sapient i[74], che ci sono giunt e principalment e nelle raccolt e di Diogene Laerzio, St obeo e
Plut arco[75]. Diogene Laerzio riport a per Talet e quest i det t i[76]:
Secondo Diogene Laerzio, a chi gli domandava se fosse venut a prima la not t e o il giorno,
Talet e rispondeva che era precedent e la not t e, di un giorno; diceva anche che la cosa più
semplice è dare consigli a un alt ro; che la cosa più piacevole è avere successo; la più
sgradevole è vedere un t iranno esser pot ut o invecchiare; che il divino è ciò che non ha né inizio
né fine; che gli ingiust i non possono sfuggire all'at t enzione degli dei, neanche solo pensando di
fare un'ingiust izia; che lo spergiuro non è peggiore dell'adult erio; che la svent ura si sopport a più
facilment e se ci si rende cont o che ai propri nemici le cose vanno peggio; che si vive
virt uosament e non facendo quello che rinfacciamo agli alt ri[78]; che è felice chi è sano nel
corpo, ricco nell'anima e ben educat o; di ricordarsi degli amici, present i e assent i, di non
abbellirsi nell'aspet t o ma nei comport ament i, di non arricchirsi in modo malvagio, di non cadere
in discredit o agli occhi di coloro con i quali si è legat i da un pat t o, di aspet t arsi dai figli gli
st essi benefici arrecat i ai genit ori[79]. Infine, sempre secondo Diogene Laerzio, sost eneva che
la mort e non è diversa in nulla dalla vit a. A chi gli obiet t ava perché allora non morisse,
rispondeva che era perché non c'era alcuna differenza[80].
Talete: il primo filosofo
Talet e veniva ident ificat o come il primo filosofo per aver indicat o come principio originario di
t ut t e le cose l'acqua, ma invero quest a concezione era già da t empo present e nelle mit ologie
orient ali sumeriche, caldee, egiziane ebraiche («La dea egizia Nun è la massa liquida
primordiale; caos acquoso anche nel babilonese Enuma Elis, e presso gli ebrei Genesi, I, 2 dice
che lo Spirito di Dio si moveva sopra la faccia delle acque.» [81]) che descrivevano t eogonie e
cosmogonie basat e sul mit o di un «caos acquoso originario» [82]. Anche Esiodo e Omero, ben
prima di Talet e, si riferivano similment e al mit o di Oceano a proposit o della t eogonia e della
cosmogonia e per quest o Arist ot ele si era format o la convinzione che le origini della filosofia
greca fossero la conclusione di un processo che iniziava con le divinit à della Grecia arcaica
preomerica e di seguit o, at t raverso la cult ura sapienziale, Talet e e i primi filosofi fossero giunt i
a ident ificare i principi mat eriali del cosmo. Su quest a linea d'int erpret azione gli st udiosi
affermano l'aut onomia e l'originalit à del pensiero greco osservando che già nell'ant ichit à aut ori
come Erodot o, Plat one, Arist ot ele non accennano ad alcuna derivazione del pensiero greco
dalla filosofia orient ale, che t ut t avia most rano di apprezzare met t endone in rilievo il carat t ere
prat ico. Inolt re non si t rova t raccia nel pensiero greco ant ico di t raduzioni di t est i orient ali, e
infine i filosofi greci si svincolano dall'impront a religiosa che carat t erizza la sapienza orient ale
privilegiando la ragione come unico st rument o per la ricerca di una verit à. Tut t avia nelle
cosmologie dei primi filosofi permangono element i della t radizione mit ica t ali da far pensare
agli st orici della filosofia a una «cont inuit à e frat t ura t ra pensiero mit ico e filosofico» almeno
sino a quando il logos diviene aut onomo in un'epoca in cui «L’avvento della città non si limita a
segnare una serie di trasformazioni economiche e politiche: implica un cambiamento di
mentalità, la scoperta di un altro orizzonte intellettuale...» in cui prevale la parola sost enut a
razionalment e [83].
Contesto storico
Nel VI secolo a.C. la vit a delle colonie ioniche dell'Asia minore - Milet o, Colofone, Clazomene,
Efeso, t ut t e affacciat e sul mar Medit erraneo, e le isole di Samo e di Chio - si organizza in
forme polit iche cont rollat e da rist ret t i gruppi arist ocrat ici; la loro economia regist ra un
accent uat o sviluppo, favorit o dall'int ensificarsi dei t raffici marit t imi. Milet o è la prima delle
cit t à, per la ricchezza dei suoi palazzi e dei suoi t empli, per il fervore delle iniziat ive
commerciali e della ricerca t ecnico-scient ifica che favorisce la crescit a delle condizioni
economiche, della cult ura e del numero dei cit t adini che si dedicano ad at t ivit à produt t ive;
ment re aument a il numero degli art igiani e dei commerciant i, diminuisce quello dei cont adini e
la schiavit ù è un fenomeno limit at o[84].
Milet o è in rapport o con le alt re cit t à della Ionia, con la penisola it aliana, con la Sicilia, con
l'Egit t o, con la confinant e Lidia e l'Impero persiano; penet rano al suo int erno le conoscenze
elaborat e in millenni dalle civilt à egiziana e babilonese [85].
Non è dunque sorprendent e che con la vivacit à della vit a polit ica delle cit t à della Ionia, con lo
sviluppo economico ot t enut o da gruppi sociali ricchi d'iniziat iva, port at i all'azione sulla realt à e
non alla sua cont emplazione e int eressat i a valut are la nat ura per quella che è effet t ivament e,
si affermi una cult ura che pone a proprio fondament o il giudizio e l'elaborazione razionale, ossia
dot t rine filosofiche e non mit ologie poet iche e religiose. Per quant o sommari e primit ivi siano i
risult at i ot t enut i, quest i s'incanalano nell'alveo della ricerca razionale e in quant o t ali
appart engono a buon dirit t o alla ricerca filosofica propriament e det t a[86].
Pensiero
Aristotele
Nun in geroglifici:
Talet e pot rebbe aver scelt o l'acqua come archè influenzat o dalle cult ure egizie e
babilonesi[91], per le quali i fiumi avevano grande import anza e con le quali Talet e avrebbe
avut o vari cont at t i secondo alcuni ant ichi aut ori[92]. Per gli Egizi, in part icolare, la t erra avrebbe
avut o origine dalle acque, ident ificat e con Nun, che inizialment e ricoprivano t ut t o, ma poi si
rit rassero sot t o la t erra e sopra il cielo[93]. Anche se non t ut t i i crit ici moderni accet t ano come
st oriche le not izie dei viaggi di Talet e in Egit t o e nel Vicino Orient e, egli nello st abilire l'acqua
come archè pot rebbe comunque essere st at o influenzat o dalle idee diffuse nei popoli vicini a
proposit o dell'acqua come origine della vit a e dell'"umido" come element o carat t erist ico della
vit a[94]. La scelt a dell'acqua pot rebbe però essere legat a alla semplice osservazione: senza
ricorrere a st rument i che al t empo di Talet e non esist evano, essa è infat t i l'unico element o
che in base alla t emperat ura si t rasforma in solido, liquido o gassoso e che quindi cambia
forma pur conservandosi nella sost anza[95]. In Talet e, come in Alcmane e nel raccont o
babilonese della Creazione (Enūma eliš), t roviamo un'acqua primigenia che ha in sé una pot enza
divina. La differenza con Talet e st a nel fat t o che l'acqua st essa è la pot enza divina incarnat a
in Apsû e Tiāmat che sono le acque, ma anche persone mit iche non sogget t i a limit azioni
nat urali.[96]
Il galleggiamento della Terra
L'import anza dell'acqua è evident e anche in un alt ro concet t o at t ribuit o a Talet e e riport at o
da Arist ot ele, secondo il quale la Terra poggia sull'acqua e vi galleggia come un pezzo di
legno[97]. Arist ot ele la crit ica part endo dall'esperienza che un pezzet t o di t erra affonda in
acqua, perciò sost iene che non è possibile che l'int era Terra possa galleggiare sull'acqua[98].
Non è chiaro come Talet e rit enesse possibile che la Terra poggi sull'acqua senza affondare: è
st at o propost o che immaginasse la Terra come un disco impermeabile, con numerose cavit à
cont enent i aria e abbast anza grande da spost are una sufficient e quant it à d'acqua che
permet t esse il galleggiament o (sebbene il principio di Archimede non fosse ancora not o)[99].
L'acqua, muovendosi, avrebbe t rasmesso il suo mot o al disco della Terra, provocando i
t erremot i[100]. Talet e pot rebbe aver immaginat o la posizione della Terra come nella
successiva mappa di Ecat eo di Milet o, in cui la Terra è circondat a dalle acque ed è prot et t a da
una sort a di cupola che cont iene il cielo e le st elle [101]. Alcuni st udiosi hanno collegat o
st ret t ament e le due affermazioni di Talet e sull'acqua: Talet e pot rebbe aver int eso che t ut t e
le cose hanno origine nella profondit à e, poiché la Terra poggia sull'acqua, l'acqua sarebbe
all'origine di t ut t e le cose [102].
L'anima
L'acqua e l'aria (che secondo Anassimene era il principio[58]) per i Milesi sono sost anze vive, in
grado di modificarsi e di essere esse st esse le cause di quest e modifiche: ai loro occhi esse
pot evano cost it uire l'archè, cioè il principio, senza che ci fosse bisogno di int rodurre il dualismo
di mat eria e vit a (o spirit o) o di individuare una causa prima e una causa seconda, come fa
Arist ot ele [103] nel crit icare i Milesi[104]. Per quest o, non essendo concepibile quest a
separazione, alcuni st udiosi sost engono che i Milesi possano essere considerat i dei monist i ma
non dei "mat erialist i"[105]. Per essere in grado di muovere e produrre cambiament o, quest o
principio doveva essere della st essa nat ura dell'anima (psyché)[106]: un alt ro concet t o
at t ribuit o a Talet e, infat t i, è che l'anima, che forse rit eneva immort ale [107], sia la forza che
muove le cose, come nel caso del magnet e, la cui anima fa muovere, cioè at t ira, il ferro[108], e
nel caso dell'ambra, che acquist a propriet à magnet iche quando viene st rofinat a[107]. Talet e,
non dist inguendo t ra cose animat e e cose inanimat e [107], pot rebbe essere st at o influenzat o da
concezioni animist e più ant iche, perché gli è at t ribuit o anche il det t o che "t ut t o è pieno di
dèi"[109], cioè che il mondo è in un cert o senso vivo e sot t opost o a cambiament o (per quest a
sua dot t rina si è parlat o di ilozoismo di Talet e)[110]. Cicerone e Aezio affermarono che secondo
Talet e la pot enza divina doveva rivest ire e at t raversare l'element o umido, causandone il
moviment o e la vit a.[111]; t ut t avia egli fece un passo avant i, perché basò quest e idee sulle
osservazioni di fenomeni, all'epoca non spiegabili, che producevano il mot o, senza ricorrere a
spiegazioni mit ologiche o t eologiche [112]. Talet e, e più in generale i Milesi, è st at o indicat o da
alcuni st udiosi come un ant icipat ore del moderno modo di pensare scient ifico: non accet t ando
acrit icament e le spiegazioni mit ologiche del suo t empo, egli cercò di semplificare e spiegare
la variet à della nat ura su basi razionali, at t raverso modifiche nella nat ura st essa[113].
Per Hegel,
Niet zsche rit iene che l'ipot esi dell'acqua «fu un art icolo di fede met afisico che ha la sua
origine in una int uizione mist ica e che incont riamo in t ut t e le filosofie insieme con i sempre
rinnovat i t ent at ivi di esprimerlo meglio - la proposizione "t ut t o è uno"»; quest a ipot esi permise
a Talet e di olt repassare «a dir poco d'un balzo il basso st adio delle cognizioni fisiche del
t empo» e permise all'uomo di sollevarsi «cessando il brancicare e il t ort uoso st risciare, a mo'
dei vermi, proprio delle scienze part icolari» e di superare «la volgare angust ia dei gradi inferiori
di conoscenza» [116].
A proposit o dell'aneddot o della servet t a t race che derise Talet e, dicendo che egli desiderava
conoscere le cose del cielo ma non si accorgeva di quelle sot t o i suoi piedi[117]; viene
riconsiderat o da Mart in Heidegger come esemplare per definire la precipua nat ura della
filosofia, scienza ont ologica, che rivolge la propria ricerca a ogget t i non svelat i,
differenziandosi proprio in quest o delle scienze ont iche, il cui ogget t o può dirsi svelat o già
prima dell'indagine.[118]
Nell'int erpret azione di Hans-Georg Gadamer, il pozzo in cui cade il filosofo milesio è vist o
come uno st rument o di osservazione ast ronomica, una sort a di cannocchiale "greco", un luogo
al riparo da riverberi e dist urbi at mosferici, da dove pot er meglio osservare gli ast ri celest i e le
loro orbit e, ma diviene anche il simbolo dell'«audacia teoretica - [di chi] si serve di un tale
scomodo azzardo - come quello di calarsi in un pozzo - per poi rimettersi all'aiuto di qualcun
altro per riuscirne.» [119]
Talete matematico
Conoscenze matematiche
Diogene Laerzio, che at t inge a Ieronimo di Rodi, riferisce una breve not izia che colloca Talet e
in Egit t o, un Paese che secondo vari aut ori ant ichi avrebbe visit at o e dal quale avrebbe
import at o conoscenze sia nel campo della geomet ria sia della cosmologia[120], anche se i
crit ici moderni non sono d'accordo sulla reale st oricit à della visit a[121]. In Egit t o Talet e
sarebbe riuscit o a misurare l'alt ezza delle piramidi egizie, misurando la loro ombra nel moment o
in cui la lunghezza dell'ombra di una persona è uguale alla sua alt ezza[122]. L'aneddot o è ripreso
con una sost anziale variazione da Plut arco: fissat o un bast one per t erra, Talet e avrebbe
st abilit o che l'alt ezza di una piramide era in relazione alla lunghezza della sua ombra come
l'alt ezza del bast one era in relazione alla lunghezza della sua ombra[123]. Il met odo descrit t o
da Plut arco è un'applicazione del t eorema not o come t eorema di Talet e. Eudemo riport a che
Talet e avrebbe usat o quest o t eorema anche per det erminare la dist anza delle navi in mare
dalla t erraferma, perché rit iene che non ci sarebbe riuscit o in alt ro modo[124], ma non si sa di
preciso come avrebbe applicat o il t eorema a quest o problema[125].
Teorema di Talete:
A Talet e erano at t ribuit i anche cinque t eoremi di geomet ria element are [126]:
Conoscenze astronomiche
In campo ast ronomico, Talet e è ricordat o principalment e per la già menzionat a previsione
dell'eclissi t ot ale di Sole verificat asi durant e una bat t aglia t ra Medi e Lidi, probabilment e da
ident ificare con l'eclissi del 28 maggio 585 a.C. Olt re a problemi st orici e cronologici, la not izia
della previsione dell'eclissi ha post o soprat t ut t o problemi scient ifici, poiché non è chiaro se ci
fu davvero una previsione, in che t ermini e con quali mezzi. Sebbene Eudemo sost enga che
Talet e fosse st at o il primo a scoprire le eclissi di sole [133], è st at o rilevat o che Talet e non
sapeva che la Terra è sferica e non conosceva l'effet t o della parallasse, perciò non avrebbe
pot ut o prevedere né la zona int eressat a da un'eclissi né se quest a sarebbe st at a parziale o
t ot ale [134]. Aezio, una font e molt o successiva a Talet e, sost iene che Talet e sapesse già che
l'eclissi solare si verifica per la frapposizione della Luna[135], ma quest o è escluso dai crit ici
moderni, anche perché t ale conoscenza non è t est imoniat a per nessun diret t o successore di
Talet e [136]. Un papiro di Ossirinco[137] cont iene una cit azione di Arist arco di Samo secondo la
quale Talet e avrebbe scopert o che un'eclissi solare avviene durant e una Luna nuova: Talet e
avrebbe pot ut o usare alcune osservazioni precedent i o proprie per met t ere in relazione i due
fenomeni, ma difficilment e si sarebbe spint o olt re [138].
A Talet e è at t ribuit a la scopert a delle st elle che formano l'Orsa minore [144]; più probabilment e,
avrebbe definit o quest a cost ellazione e, per via della sua posizione quasi st at ica, ne avrebbe
segnalat o l'import anza ai navigant i greci, che invece usavano l'Orsa maggiore [145]. Gli sono
at t ribuit e anche osservazioni delle Iadi[146], che comunque erano not e già in precedenza
essendo cit at e nei poemi omerici[147], e delle Pleiadi, di cui avrebbe fissat o il t ramont o
mat t ut ino 25 giorni dopo l'equinozio aut unnale [148]. Quest 'ult ima not izia presuppone quindi che
Talet e conoscesse e sapesse det erminare la dat a degli equinozi, ma anche su quest o punt o
non c'è accordo t ra gli st udiosi moderni. Talet e e i suoi diret t i successori non avevano un
modello delle orbit e celest i e dunque non avrebbero pot ut o definire l'equinozio in senso
moderno, come il moment o in cui l'eclit t ica incrocia l'equat ore celest e; pot rebbero però averlo
definit o in maniera meno rigorosa, ut ilizzando i solst izi, la cui conoscenza appare più sicura[149].
Talet e avrebbe st udiat o quest i ult imi riuscendo a det erminare i periodi t ra due solst izi e
not ando che non sono uguali[150], ma non si conosce il met odo con cui avrebbe st abilit o le
dat e dei solst izi: pot rebbe aver individuat o il primo giorno in cui sembrava che il Sole al
moment o di sorgere (o di t ramont are) avesse smesso di spost arsi verso nord o verso sud;
oppure pot rebbe aver cont at o i giorni in cui sembrava che il Sole sorgesse (o t ramont asse)
nello st esso punt o e aver diviso quest o numero a met à[151]; o ancora, avrebbe pot ut o basarsi
sulla lunghezza dell'ombra proiet t at a da un palo fissat o nel t erreno[152]. Se avesse ripet ut o
quest e misurazioni per più anni e avesse t rovat o le st esse dat e per i solst izi, avrebbe pot ut o
det erminare la durat a dell'anno solare [151]: due aut ori ant ichi gli at t ribuiscono proprio quest a
scopert a, sost enendo che avrebbe diviso l'anno in 365 giorni[153] o in 365 giorni e un quart o[154].
St abilit i i solst izi, Talet e avrebbe pot ut o det erminare in maniera approssimat iva anche le dat e
degli equinozi, dividendo a met à ciascun periodo t ra i due solst izi[155].
Il nome di Talet e è associat o anche ad alt re quest ioni in campo ast ronomico: avrebbe st abilit o
che t ant o il rapport o della grandezza del Sole rispet t o alla sua orbit a che il rapport o della
grandezza della Luna rispet t o alla propria orbit a è di 1:720[156]; analogament e a Pit agora,
avrebbe diviso la sfera celest e in cinque part i, chiamat e art ica, equat oriale, ant art ica e le due
zone dei t ropici[157]. Avrebbe poi det erminat o le quat t ro st agioni[153], che in precedenza erano
fissat e a t re (le Ore); t ut t avia, anche il poet a Alcmane, probabilment e cont emporaneo di
Talet e o di poco precedent e, parla di quat t ro st agioni[158] e perciò non è sicuro che l'aggiunt a
della quart a st agione sia da ascrivere a Talet e [159], ma egli, a differenza di chi lo precedet t e,
pot rebbe aver usat o gli equinozi e i solst izi per dist inguere meglio le st agioni e det erminarne la
durat a[160].
Note
Voci correlate
Sette savi
Anassimandro
Anassimene di Mileto
Aneddoto dei frantoi di Talete
Servetta trace