Elenco Kit

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Giovedì 20 Novembre 2003 – Ore 19:15

ELENCO DEI KIT BARTOLOMEO ALOIA DISPONIBILI


1) ST-500..................................................................Euro 540

2) ST-1000................................................................Euro 740

3) GY-50............................................................................870

4) GY-Improved..................................................................870

5) GY-Super.....................................................................1.020

6) GY-ind.....................................................…..................1.420

7) GY-ISIS.......................................................................1.650

8) GY-ISISI…………………………………………………………………………………1.750

9) ST-2000/01 (basic cap.)..............................…................1.450

10) ST-2000/02 (basic mono)...........................................1.500

11) ST-2000/03 (basic sep)..............................................1.700

12) ST2000/04................................................................1.900

13) ST-2000/05...............................................................2.300

14) ST-2000/06...............................................................2.800
Stereo-induttivo-driver a totem etc.
Alimentazione induttiva singola

15) ST-2000/07…………………………………………………………………………3.100
Alimentazione induttiva sdoppiata

16) ST-2000/07 mono full optional.....................................4.400

17) Monotriodo 6C33 30 Watt............................................2.700


18) Monotriodo BA-211.....................................................2.200

19) Monotriodo BA-845.....................................................3.400


Finali: 845 . Driver: 211. Rectifier: 866A vapori di mercurio
30 Watt

20) VTAF/15/30...............................................................1.400
Finale di potenza controfase 15 Watt/30 Watt

21) VTA The Last.............................................................4.000


Finale di potenza valvolare - 60 Watt - “state of the art”

22) VTPA/S.....................................................................1.900
Preamplificatore linea valvolare
Il prezzo indicato è con meccanica completa.

23) APPS...........................................................................520
Preamplificatore phono MM-MC- Ibrido

24) Alimentatore dedicato....................................................350

25) LRL-One/2000............................................….............2.800
Diffusore acustico 4 vie alta dinamica

26) “Apocalypse Now!”..………………..a partire da……..………………8.000


Diffusore “state of the art” per ambienti medi e grandi

Criteri secondo i quali va letto l’elenco dei Kit.


A) Non esiste una documentazione completa, esaustiva, per ciascun
Kit. innanzitutto la materia è fluida: non si tratta di apparecchi
montati, perfettamente definiti ed immutabili. Quasi tutti gli
autocostruttori richiedono personalizzazioni di un modello preso
come base. Non si sta parlando ovviamente di documentazione
tecnica, quella che viene allegata al Kit per consentire la sua
costruzione, ma di quella illustrativa, a livello per intenderci, di
depliant. Qualcuno infatti arriva a chiedere i depliant dei Kit.
Ammesso che fosse possibile fare dei depliant per 23 o 25 Kit e
tenere conto di tutte le possibili varianti, si tratterebbe di un’opera
colossale alla portata solo di grandissime aziende, il che farebbe
salire vertiginosamente i costi. Ma oggi neanche le grandi aziende
fanno più depliant. Rispondono : si guardi il nostro sito Internet.

B) Per ciascun Kit viene fornita una documentazione tecnica idonea


a consentire la realizzazione dello stesso. Dal momento che la
documentazione tecnica perfetta non esiste, l’autocostruttore ha la
facoltà di chiedere in qualsiasi momento e con qualsiasi mezzo
(telefono, fax, E-mail) informazioni aggiuntive e chiarificazioni di
ogni genere. Il mio consiglio è molto chiaro: se avete un dubbio nel
fare una operazione chiedete delucidazioni tante volte quanto basta
per evitare di fare dei danni con una operazione sbagliata.
L’autocostruttore che chiede delucidazioni non deve temere di
arrecare disturbo perché rispondere a quesiti nel campo della
elettronica audio è parte integrante del mio lavoro.

C) Anche per i motivi esposti poco sopra, ma non solo, anche e


soprattutto per una questione di serietà professionale, il prezzo
indicato è da considerarsi indicativo. Ogniqualvolta un
autocostruttore decide per un determinato kit e stabilisce se e quali
opzioni desidera, il prezzo viene controllato con accuratezza e
adeguato ai prezzi di mercato dei componenti in quel momento e si
possono quindi avere variazioni rispetto a quanto indicato sopra. Il
prezzo corretto viene preventivamente comunicato all’aspirante
autocostruttore e non viene più variato, qualunque cosa succeda.
Ovviamente non è che il prezzo possa raddoppiare o dimezzarsi. Le
variazioni, se ci sono, sono in generale piccole ed in molti casi il
prezzo rimane quello indicato.

D) L’autocostruttore può scegliere in base ai seguenti sei criteri


1) Il Budget disponibile 2) La tecnologia preferita (stato solido-
valvole-ibrido) 3) Le funzioni dell’apparecchio (integrato, finale,
stadio phono, diffusore, preamplificatore) 4) La potenza necessaria
5) le dimensioni di ingombro 6) le difficoltà costruttive, etc.etc.
Una volta che abbia indirizzato la propria scelta, l’ autocostruttore
può chiedere maggiori e più esaustive illustrazioni relative ad uno o
più componenti. E’ bene che non chieda una illustrazione esaustiva
su TUTTO: non verrebbe accontentato, perché nessuno può essere
interessato a TUTTO.

E) Un altro motivo per il quale è bene chiedere informazioni solo su


componenti che rientrino nel proprio raggio di interesse è quello per
il quale è non solo inutile ma soprattutto onerosissimo inviare
pacchi di carta relativamente ad un componente che costa dieci
milioni ad uno che è interessato a spendere un milione o viceversa
illustrare un apparecchio da un milione ad uno che vuole spendere
dieci milioni. Con la posta elettronica non c’è più il problema dei
pacchi di carta, ma c’è sempre quello della perdita di tempo.

F) I kit sono completi di tutte le parti elettroniche ed elettrotecniche


ma non comprendono, salvo alcune eccezioni chiaramente indicate,
i telai, o chassis, o contenitori o mobili a seconda della terminologia
che si vuole usare. L’autocostruttore deve quindi essere disponibile
ad affrontare il problema meccanica, sfruttando la propria
manualità o la manualità e la disponibilità di amici. Soprattutto
deve mettere alla prova la propria buona volontà con l’obbiettivo di
conseguire risultati sonori di altissimo livello, in molti casi di livello
stratosferico, senza incorrere nei dolorosi (dolorosi per chi deve fare
affidamento solo sul proprio lavoro, ed i miei clienti sono tutti di
questa categoria) esborsi che comporterebbe l'acquisto di
apparecchiature commerciali di qualità paragonabile.
Ovviamente sulla costruzione della meccanica vengono dati da
parte mia ampi ragguagli e consigli e, se richiesto, è possibile
fornire parti meccaniche di difficile reperibilità.

F) Il contatto telefonico è gradito. Non solo l’autocostruttore che


chiama al telefono non arreca disturbo, ma la reciproca conoscenza
anche se non diretta di persona, facilita la comprensione delle
esigenze di ciascuno.

INFORMAZIONI GENERALI
AMPLIFICATORI DELLA SERIE ST-500-1.000
***********************************

Nella categoria degli amplificatori di potenza compresa tra 50 e 75


Watt esisteva, ed esiste sempre, vivo e vegeto e sempre molto
richiesto, il ben noto GY-50. Ben noto perché la sua versione
originale è stata descritta sulla rivista “Costruire Hi-Fi” in ben tre
articoli. Il GY-50, vale la pena ricordarlo è un integrato nel quale la
preamplificazione e lo stadio di pilotaggio sono valvolari, mentre a
stato solido è soltanto lo stadio amplificatore di corrente.
Assolutamente da non confondere con gli amplificatori commerciali
che sono definiti ibridi solo a fini pubblicitari: hanno dentro una
valvolina che fornisce una prima preamplificazione mentre
l’amplificazione di tensione, lo stadio di pilotaggio ed il finale sono a
stato solido.
Il problema non è stabilire se vanno meglio le valvole o i transistor,
che è una questione che non si risolverà mai, ma evitare di truffare
i consumatori con slogan pubblicitari che non corrispondono alla
realtà.
Ora un problema che è sentito in questi ultimi tempi è quello di
riuscire proporre una amplificazione di ottima qualità a prezzi
inferiori a quelli del GY-50.
Per ridurre i prezzi e non ridurre la classe di qualità c’era un solo
modo: evitare gli stadi valvolari e servirsi dello stato solido. Una
valvola costa da 10 a 30 volte un transistor di segnale, e richiede,
se utilizzata in Totem-Pole un alimentatore anodico e due
alimentatori per i filamenti. Utilizzando un circuito a stato solido si
eliminano tutte queste cose.
Gli amplificatori ST-500 e ST-1000 sono integralmente a stato
solido.

Principali caratteristiche dell’amplificatore ST-500


1) Si tratta di un finale. Tuttavia può essere facilmente trasformato
in un integrato semplicemente anteponendovi un potenziometro,
così come si fa in tutti gli integrati commerciali. Se uno ha bisogno
di quindici ingressi è sufficiente porre all’ingresso un commutatore a
quindici posizioni e quindici coppie di Pin RCA. Potenziometro,
commutatore e la miriade di Pin RCA che servono per realizzare
l’integrato non fanno parte del Kit, ma possono essere forniti.
2) La sensibilità di 0.5 Volt per la piena potenza, perfettamente
idonea per il collegamento ad un qualsiasi CDP. Per i casi di
quell’autocostruttore che fosse in possesso del CDP marca “Buco
Nero”, la sensibilità è facilmente modificabile mediante sostituzione
di un paio di resistenze sullo stadio di amplificazione di tensione.
3) La potenza massima è di 50 Watt su un carico di 8 Ohm.
4) I due canali sono completamente separati, quindi dual mono, ed
hanno in comune soltanto il primario del trasformatore di
alimentazione.
5) Il Kit è composto da:
a) 2 (due) schede finali amplificazione di corrente
b) 2 (due) schede di amplificazione di tensione
c) 1 (uno) trasformatore di alimentazione
d) 1 (uno) set di accessoristica
6) I transistor finali sono Sanken in formato TO-3P
7) Gli autocostruttori restano in un primo momento meravigliati
dalla straordinaria semplicità dello stadio amplificatore di tensione:
la straordinaria semplicità di questo stadio è all’origine delle sue
grandi qualità soniche.

Principali caratteristiche dell’amplificatore ST-1.000


1) Come il precedente
2) Come il precedente
3) La potenza massima è di 75 Watt su un carico di 8 Ohm. Più di
100 su un carico di 4 Ohm.
4) Come il precedente
5) Rispetto al ST-500, il 1.000 ha in più:
a) Un alimentatore dedicato per la scheda di amplificazione di
tensione. Questo alimentatore è duplice, uno per canale, e
mantiene la configurazione dual mono in quanto sfrutta due
avvolgimenti separati del trasformatore di alimentazione.
b) I transistori finali sono Sanken in formato MT-200, le
cosiddette “saponette”.
c) Il mosfet di regolazione è in formato TO3-P anzichè TO-220
d) Su ciascuna linea di alimentazione dello stadio di
preamplificazione esiste un “blocco separatore” induttivo
equipaggiato con condensatori in polipropilene da 50 µF.
Tutto questo produce un miglioramento nella qualità del suono
decisamente percettibile rispetto al fratello minore, che giustifica
l’aumento di spesa.
Sbaglierebbe tuttavia chi volesse, a seguito di questa conclusione,
considerare l’ST-500 come squalificato dalla esistenza del 1.000.
L’ST-500 resta comunque un amplificatore in grado di primeggiare o
quanto meno di non soccombere nel confronto con prodotti
commerciali di prezzo tre o quattro volte superiore. Sicuramente i
prodotti commerciali hanno dalla loro l’estetica ma altrettanto
sicuramente i cultori dell’estetica non sono tra i lettori di queste
note.

AMPLIFICATORI DELLA SERIE GY


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Amplificatore GY-50
E’ sicuramente troppo noto perchè valga la pena di spendere molte
parole. Per la sua presentazione è stato pubblicato un primo
articolo “notizia” sulla rivista SUONO nel 1997 e successivamente 3
(tre) articoli di descrizione dettagliata sulla rivista “Costruire Hi Fi”.
Per gli acquirenti del Kit questi articoli sono disponibili.
Per coloro che sono entrati da poco in questo ambiente e per i
“disattenti” è bene richiamarne brevemente le caratteristiche.
Le sue due caratteristiche principali sono: a) la natura tutta
valvolare dello stadio di preamplificazione e dello stadio di
amplificazione di tensione dello stadio finale b) la sua struttura di
integrato puro composto da un vero e proprio preamplificatore e dal
successivo stadio amplificatore di potenza.
La prima caratteristica comporta come conseguenza, a causa anche
dell’impiego della topologia circuitale Totem-Pole, la presenza di due
alimentatori per i filamenti ed un alimentatore anodico stabilizzato.
La seconda caratteristica comporta la possibilità di: a) avere un
ingresso ad impedenza ampiamente variabile per un migliore
interfacciamento della sorgente. b) avere il potenziometro del
volume sulla uscita del preamplificatore (*). c) disporre di una
uscita di registrazione.
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(*) Per comprendere i vantaggi che questo comporta occorrerebbe
leggere la monografia sul “VTPA The Last” preamplificatore state of
the art, non fornito in Kit.
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Naturalmente il vantaggio primario che questa caratteristica
comporta è quello di non avere più bisogno di un preamplificatore
in quanto quello presente sul GY è di qualità tale che per ottenere
un miglioramento netto e sicuro occorre passare direttamente al
VTPAS.
Le caratteristiche di potenza sono praticamente le stesse degli
amplificatori della serie 500/1000 in quanto le schede amplificatrici
di corrente sono le stesse.
Sono tuttavia possibili dei potenziamenti fino a sfiorare i 100 Watt,
o addirittura con poche modifiche a superarli, ma nell’impiego
domestico questi sono optionals richiesti solo raramente. Anche
perchè il fatto che interessano a pochi produce una lievitazione dei
costi che scoraggia i più “assennati”.

Il GY –50 è suscettibile di una serie di miglioramenti mediante


l’aggiunta di vari optional. I principali di questi optional sono:
a) La sostituzione dei transistor finali
b) Il blocco separatore induttivo sulle anodiche
c) La sostituzione del stadio driver con Totem di 6922 anziché di
12AX7.
d) La polarizzazione delle valvole con diodi Led blu al nitruro di
gallio.
e) La alimentazione induttiva degli stadi finali.
f) La sostituzione dei raddrizzatori con un gruppo raddrizzatore
Iperfast.
Aggiungendo di volta in volta uno o più di questi optional si passa
alla versione “Improved”, alla versione “Super”, alla versione
“Induttiva”, alla versione “S”, alla versione “ISIS” ed infine alla
versione “ISISI”.
La versione ISIS prende il nome dalle iniziali delle versioni e
precisamente: Improved, Super, Induttivo, Solo finale. Quando si
aggiunga un ulteriore stadio per farlo tornane Integrato prende il
nome finale di ISISI.
In realtà il primo degli amplificatori della serie GY è già un
integrato. Ma nella versione Improved la scheda completa di
preamplificazione e di amplificazione di tensione viene sostituita
con due schede, in cui le valvole sono polarizzate con led al nitruro
di Gallio, che forniscono una amplificazione di tensione sufficiente
per collegarsi direttamente ad un CDP, ma per la regolazione del
livello occorre anteporre due potenziometri in ingresso. Il
collegamento in ingresso di un ulteriore stadio costituito dalla prima
parte della scheda originale, fornisce una amplificazione certamente
sovrabbondante ma consente di interfacciare la sorgente con una
impedenza variabile tra 10 Kohm ed 1 MegaOhm e di posizionare i
potenziometri sulla uscita di questo stadio.
Tutti questi optionals sono intesi come un mezzo per ottenere un
miglioramento della qualità del suono.
Gli eventuali aumenti di potenza, dagli originali 50 Watt fino a
sfiorare i 100 Watt, sono ottenibili senza alcun incremento del
prezzo, perché si ottengono semplicemente con la sostituzione di
un diodo zener. La potenza tuttavia non è un parametro che
interessa in particolar modo gli audiofili percettivi.
Alla fine di questa fase illustrativa della serie GY è bene sottolineare
che, ad onta di tutti gli optionals che fanno lievitare notevolmente i
costi, il GY-50 originale in versione standard è comunque un
amplificatore integrato che un mezzo migliaio di audiofili
autocostruttori considerano il loro amplificatore definitivo. Occorre
combattere certe mentalità tipiche del nostro settore. In altre
parole, sfruttando un linguaggio automobilistico, occorre che gli
appassionati di Alta Fedeltà si convincano che il fatto che esistano
le Aston Martin o le Rolls Royce non significa affatto che la
Mercedes base “classe E” sia una pessima automobile.

GLI AMPLIFICATORI DELLA SERIE ST-2000

Così come gli amplificatori della serie GY e della serie ST-500/1000


sono basati su una unica scheda finale di amplificazione di corrente,
allo stesso modo gli amplificatori della serie ST-2000 sono basati su
una unica scheda finale, la cui sigla è HP-REN-OS . Ma in questo
caso questa scheda è di tale sofisticatezza progettuale, di tale
accuratezza realizzativa, di tale affidabilità, di tale ricchezza nella
dotazione di circuiti ausiliari asserviti alla funzione principale, da
entrare a pieno titolo a far parte di una categoria tecnologica di
prima classe assoluta di vertice, e tale da non temere confronti con
nessun amplificatore a livello mondiale di qualsivoglia prezzo.
Non per niente è la stessa scheda che viene impiegata nel favoloso
“ST-2001 Renaissance”.
In un confronto con le versioni medie e top dell’ST-2000, alle
apparecchiature commerciali di gran nome e di gran blasone non
resta che la consolazione dell’estetica. Noi che siamo interessati
esclusivamente alla qualità del suono questa prerogativa gliela
lasciamo volentieri.
Così come lasciamo sfogare volentieri i costruttori fungo, tra cui
non mancano ormai numerosi italiani che se ne escono goffamente
nel 2003 vantando per i loro amplificatori la sigla “no feedback”
dimenticando che quando il sottoscritto venticinque anni fa ed
anche più conduceva la sua lotta contro l’impiego di questo mezzo
loro probabilmente giocavano ancora a palline, oppure mettendo in
evidenza (con l’aiuto di recensori interessati) un andamento della
distorsione di tipo “monotonicamente crescente” dimenticando di
essere in ritardo di almeno tredici anni rispetto al sottoscritto che si
è sempre rifiutato di servirsi di recensori interessati, ma non ha
dimenticato di mettere nero su bianco in modo che chi sia
interessato ad una visione “storica” della evoluzione di questo
nostro settore possa facilmente smascherare la meschinità di
questi recensori.

STADIO DI USCITA ST-2000


Caratteristiche generali
Queste sono le principali caratteristiche della piastra finale ST-2000,
che è la stessa dell’ST-2001 Renaissance.
1) Guadagno………………..circa pari ad 1 (0.92)
2) Impedenza di ingresso…..circa 15 KOhm
3) Tipo di ingresso………diretto (ST-2001) o a condensatore (ST-2000)
4) Tipo di alimentazione: duale e completamente separata tra
transistor finali (stadio di uscita) e stadio di pilotaggio.
Quella dello stadio di pilotaggio (piloti e prepiloti) è stabilizzata
Quella dello stadio di uscita NON è stabilizzata.
5) Massima tensione di alimentazione per ambedue gli stadi:
+/-70 Volt . Con 70 Volt la massima potenza erogabile è di circa
300 Watt su 8 Ohm. La approssimazione dipende dal fatto che la
potenza erogata non dipende soltanto dalla tensione di
alimentazione a vuoto ma anche da altri fattori tra i quali il tipo
di alimentazione (capacitiva o induttiva), la capacità dei
condensatori, la potenza del trasformatore etc.etc. In realtà negli
apparecchi commerciali con lo schieramento di dispositivi finali
del 2000 si “tirano” potenze in una certa misura superiori.
Tuttavia sia nel caso dell’ST-2000 che del 2001 non si
ritiene di alcuna importanza un discorso basato sulla potenza.
Nel ST-2001 gli stadi sono alimentati con una tensione
di +/-63 Volt per una potenza massima di 250 Watt su un carico
resistivo di 8 Ohm.
Ma la potenza nominale dichiarata è di 100 Watt. Ciò fa parte della
filosofia Aloia che può essere discussa in altra sede.
6) La tensione di alimentazione da fornire allo stadio di uscita, non
essendo stabilizzata, deve essere esattamente quella stabilita.
Nel caso del 2001 è di +/-63 Volt.
La tensione di alimentazione da fornire allo stadio di pilotaggio,
dovendo attraversare gli stabilizzatori che sono del tipo serie,
deve essere in qualche misura, da 10 a 20 Volt, superiore a
quella che si desidera in uscita.

Requisiti del pilotaggio


Dalle caratteristiche fornite sopra , relativamente al pilotaggio di
questa scheda si ricava quanto segue.
a) Per ottenere una potenza di 50 Watt su 8 Ohm occorre fornire
all’ingresso una corrente di 1.34 mA.
b) Per ottenere una potenza di 200 Watt su 8 Ohm occorre fornire
all’ingresso una corrente di 2.67 mA.
Ne consegue che la piastra può essere pilotata con uno stadio di
amplificazione valvolare cui è richiesta la capacità di erogare
correnti comprese tra 1 e 3 mA, con distorsione non superiore al
3%, a seconda della potenza che si desidera ottenere.
Occorre tenere presente che la piastra di uscita del 2000 introduce
una distorsione assolutamente trascurabile rispetto a quella dello
stadio valvolare di pilotaggio. Pertanto quest'ultimo è l'unico
responsabile della distorsione totale in uscita.
Per potenze fino a 50 Watt è sufficiente un totem di 6922 utilizzante
un singolo triodo.
Per potenze superiori a 50 Watt è preferibile impiegare un totem di
6922 con i due triodi parallelati.
Per potenze da 100 Watt in su l’impiego di un doppio triodo 6922
parallelato diventa tassativo.
In realizzazioni autonome degli autocostruttori l’impiego di valvole
più potenti, del tipo 6SN7, è tutt’altro che da sconsigliare, purchè
non si innesti la solita tiritera di domande cretine “è meglio questa
o è meglio quella?”.

Alimentazione del driver


Per quanto riguarda le tensioni di alimentazione, si vede facilmente
come nessuna delle tensioni necessarie per lo stadio di uscita può
essere utilizzata per la alimentazione anodica dello stadio valvolare.
Pertanto, nel caso si impieghi per il pilotaggio, appunto, uno stadio
valvolare (*), è necessario approntare una completa alimentazione
autonoma per anodica e filamenti.
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(*) Esiste anche la possibilità di pilotare la piastra ST-2.000 con uno
stadio a stato solido che ovviamente consente un risparmio in
termini di costi ma suscita la solita polemica cretina tra sostenitori
della tesi che lo stato solido suona male ed avversari.
Comunque anche lo stadio a stato solido richiede una alimentazione
a parte.
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ELENCO DEI BLOCCHI FUNZIONALI PRESENTI SULLA
PIASTRA
FINALE DI POTENZA HP-REN-OS
1) Stadio di ingresso e polarizzazione.
Consente l’ingresso, mediante due condensatori, di uno stadio di
preamplificazione valvolare. Consente l’ingresso diretto di uno
stadio di preamplificazione a stato solido senza condensatori.
Consente l’ingresso del segnale di comando del servocontrollo
proprio di SF-2001, ma con l’interposizione di un ponticello per
poterlo escludere o utilizzare altrimenti il servocontrollo dello stadio
di preamplificazione. Contiene la catena di diodi ed il trimmer per la
regolazione della corrente di riposo.
2) Stadio di pilotaggio ramo positivo
3) Stadio di pilotaggio ramo negativo
4) Circuito NSCA ramo positivo
5) Circuito NSCA ramo negativo
6) Stadio di uscita (contiene i dispositivi finali di potenza)
7) Relè di attuazione della protezione casse
8) Stadio di alimentazione del circuito di pilotaggio positivo
9) Stadio di alimentazione del circuito di pilotaggio negativo
10) Circuito alimentatore dei servizi
11) Servocontrollo
12) Circuito protezione casse
13) Circuito protezione amplificatore semionda positiva
14) Circuito protezione amplificatore semionda negativa

ST-2000-01
Questa prima versione del ST-2000 è composta da:

1) 2 (due) schede finali HP-REN-OS


2) 1 (uno) Trasformatore di alimentazione
3) 1 (uno) stadio di alimentazione delle piastre finali sdoppiato per i
due canali. Basato su circuito stampato AB-130.01.
4) 2 (due) circuiti di alimentazione degli stadi amplificatori di
tensione da montarsi con cablaggio filato su file di ancoraggi.
5) 2 (due) stadi amplificatori di tensione con montaggio su circuito
stampato.
6) 1 (uno) set di accessoristica
7) 1 (uno) manuale di istruzione al montaggio

Si tratta di un amplificatore finale, “full solid state”, che fornisce in


uscita una potenza di 12.5 Watt con una tensione di ingresso di 250
MilliVolt.
Si comprende quindi benissimo che può tranquillamente essere
pilotato da un lettore CD, trasformandosi in un integrato con la
ovvia interposizione di un potenziometro (non fornito nel Kit, ma
disponibile).
Dall’elenco del materiale fornito con il Kit si comprende anche che
la struttura del finale è dual mono, con i due canali completamente
separati ed aventi in comune solo il primario del trasformatore di
alimentazione.
A questo punto sorge spontanea la domanda: perchè non sdoppiare
il trasformatore e fare due monofonici? E’ esattamente quello che
viene proposto nella successiva versione “02” con un sovrapprezzo
molto contenuto. L’orientamento verso una versione monofonica di
questo amplificatore ha una conseguenza che in un primo momento
appare molto interessante. Mentre non esiste alcun contenitore
commerciale che sia in grado di contenere le due enormi schede di
una versione stereofonica, è possibile trovare contenitori in grado di
contenerne una soltanto e di consentire quindi l’alloggiamento dei
monofonici.
Il fatto che io abbia detto sopra........in un primo momento....sta a
significare che, una volta che uno si accinga all’acquisto di tali
contenitori, scopre che non vengono regalati e che, al contrario,
tale acquisto è piuttosto oneroso. Ecco perchè io consiglio a tutti
coloro che ne hanno la possibilità, di cercare di realizzare in proprio
il contenitore, il telaio, lo chassis, il mobile, chiamatelo come
volete. E’ probabile che non spendiate di meno, ma almeno non
dovrete scendere a compromessi con gli ingombri e potrete
realizzare qualcosa veramente su misura.
La potenza massima a cui è consigliabile “tirare” la scheda HP-REN-
OS è di 250 Watt su 8 Ohm cui corrispondono 450 Watt su 2 Ohm
(questa potenza è limitata dalle protezioni).
Tuttavia in questa versione dell’ST-2000 è consigliabile che
l’autocostruttore non superi i 150 Watt (su 8 Ohm). La spiegazione
dei motivi ispiratori di questo consiglio è piuttosto complessa e non
è opportuno inserirla nell’ambito di questa che è una semplice
illustrazione generale del progetto. Potrà essere resa esplicita a
coloro che hanno reale interesse alla realizzazione. Ma, quello di
non superare i 150 Watt resta un consiglio, non un obbligo.

Ora che abbiamo fatto una descrizione a volo d’uccello di questa


prima versione del ST-2000 è bene che io ribadisca una cosa.
Questa prima versione di questo amplificatore non deve essere
considerata qualcosa di economico e di entry level nel senso
dispregiativo che hanno queste parole, soltanto perchè esistono
versioni più elaborate che evidentemente forniscono prestazioni
soniche migliori.
L’ST-2000 in questa versione è già un amplificatore di qualità molto
elevata e tale da competere vantaggiosamente con prodotti
commerciali la cui unità di misura del prezzo è la decina di milioni
(di Lire).
Ripeto, a rischio di essere pedante, che il fatto che esistano la
Aston Martin e la Rolls Royce non significa affatto che la Mercedes
“classe E” sia una cattiva automobile.

LE ALTRE VERSIONI
Ovviamente non staremo qui ad esaminare nel dettaglio tutte le
versioni, fino alla settima.
Esistono molti “blocchi funzionali” che si possono aggiungere alle
versioni di base, mentre ce ne sono altri che vanno a sostituire
blocchi già esistenti. Le varie versioni vengono composte scegliendo
dei blocchi funzionali e combinandoli tra loro nella maniera più
opportuna. Ma non tutte le combinazioni sono possibili. E’ evidente
che se uno adotta la soluzione “full solid state” non può certamente
usare blocchi funzionali specifici delle valvole.
L’unico blocco funzionale che non cambia mai è la piastra finale
amplificatrice di corrente.
1) Blocco separatore induttivo per stato solido
2) Alimentazione separata per gli stadi Driver (quelli sulla piastra
finale)
3) Blocco di condensatori reservoir improved
4) Blocco amplificatore di tensione monovalvola
5) Alimentatore per detto
6) Blocco amplificatore di tensione a Totem-Pole
7) Alimentatore per detto
8) Blocco separatore induttivo per stadi valvolari
9) Raddrizzatore di potenza Iperfast
10) Alimentazione induttiva singola (due induttori) per gli stadi
finali.
11) Alimentazione induttiva sdoppiata (quattro induttori- dual
mono) per gli stadi finali.

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Un attimo di sosta: divaghiamoci con qualche osservazione di
costume.
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Se dovessimo dare un punteggio all’incremento di qualità del suono
prodotto da ciascun blocco funzionale il numero più alto
spetterebbe senz’altro alla alimentazione induttiva. Anzi il divario di
punteggio tra il primo ed il secondo classificato è tale che questo
modo di presentare la cosa non rende giustizia alla realtà. La realtà
è che l’introduzione della alimentazione induttiva, se correttamente
progettata, in un amplificatore audio produce un miglioramento
della qualità del suono assolutamente drammatico, sconvolgente,
inimmaginabile in chi non lo abbia provato.
Resta da chiedersi come mai il sottoscritto continui ad essere
praticamente unico al mondo se si escludono una o due eccezioni
poco conosciute, come del resto hanno scritto due giornalisti
americani al termine delle loro recensioni, peraltro entusiastiche, di
amplificatori Aloia. Alcune spiegazioni si possono ipotizzare.
I marchi più blasonati statunitensi sono totalmente presi dalla loro
trasformazione in marchi commerciali (nel senso negativo della
parola) dalla conversione all’HT ed infatti le loro qualità soniche
sono un ricordo del passato. Come unico esempio fra tanti si può
citare Jeff Roland che si è ridotto a fare un integrato da 18 milioni
(di Lire) con i power pack integrati da millecinquecento Lire l’uno
(di prezzo industriale). Componenti onestissimi e tutt’altro che
malvagi. Sì, ma l’High End è un’altra cosa.
I marchi emergenti che stanno cercando di prendere il loro posto
sono invece tutti presi dall’estetica. Ormai non si vede altro che
estetiche allucinanti (in senso positivo) e costoro hanno capito che
oggi l’estetica è il parametro numero uno per presentarsi sul
mercato. Interessarsi della qualità del suono? E’ da stupidi!
Ed infine i marchi italiani. Questi per il momento non hanno ancora
capito niente, ma qualcuno in un futuro magari neanche tanto
lontano finirà col capire ed ungendo abbondantemente rivista e
recensore finirà col far dire di essere stato il primo nell’uso di
questa tecnologia. E’ già successo in passato per altre cose: non
sarà né la prima né l'ultima volta.
Relativamente al primato di essere l’unico o quasi al mondo a fare
largo uso della tecnica induttiva, spero che nessuno dei lettori di
queste note voglia annoverare tra i suoi propugnatori quegli
autocostruttori che la hanno impiegata nei loro prototipi o
esemplari unici che dir si voglia, scrivendone poi sulle riviste che, a
corto di collaboratori professionisti, sono sempre ben disposte verso
chi voglia pontificare, anche se con farina non del suo sacco.
Nell’esprimere questa speranza sembra quasi di fare un insulto
all’intelligenza altrui. Costoro non hanno fatto altro che copiare cose
apprese dagli scritti del sottoscritto (bel gioco di parole!) che
cominciò una quindicina di anni fa ad introdurre il concetto di
alimentazione induttiva.
Ma gli autocostruttori che si sono limitati soltanto a copiare hanno
fatto benissimo a farlo perché gli articoli venivano scritti proprio
perché qualcuno mettesse in atto quello che vi si diceva. La parola
copiare entra nel contesto con significato negativo perché è
accaduto che certi, credendosi più furbi degli altri, abbiano a loro
volta presentato articoli o realizzazioni facenti uso di questa
tecnologia, senza mai fare alcun riferimento ad alcuna fonte. E non
bisogna meravigliarsi se alcuni di questi autocostruttori hanno
messo in piedi una ditta, magari prendendo anche una regolare
partita IVA. Si tratta di dopolavoristi che fanno tutt’altri mestieri e
si spacciano per professionisti dedicando al divertimento qualche
ora dopo cena. E scrivendo qualche articolo o pubblicando qualche
piccolo inserto pubblicitaro riescono anche a far cadere nella
trappola qualche giuggiolone.
Se questi giuggioloni non fossero, appunto, giuggioloni, si
insospettirebbero nel notare come per trovare questi personaggi
occorre telefonare dopo le ore 18 se non le 19 .
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Riprendiamo il lavoro.
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1) ST-2000/01 (basic cap.)..............................…................1.450


Full solid state

2) ST-2000/02 (basic mono)...............................................1.500


Full solid state

3) ST-2000/03 (basic sep)..................................................1.700


Full solid state
Viene aggiunto il blocco separatore induttivo sulla
alimentazione dello stadio amplificatore di tensione+
una capacità reservoir aggiuntiva di 17.600 µF.

4) ST-2000/04..................................................................1.900
Stereo capacitivo. Amplificatore di tensione valvolare
con stadio Totem-Pole e alimentatore dedicato.

5) ST-2000/05..................................................................2.300
Stereo.
Amplificatore di tensione con stadio Totem-Pole
Alimentatore dedicato
Alimentazione induttiva stadio finale unica per
i due canali (2 induttori)
Blocco separatore induttivo sulle anodiche

6) ST-2000/06..................................................................2.800
Stereo
Amplificatore di tensione con stadio a Totem-Pole
Alimentatore dedicato sdoppiato
Blocco separatore induttivo sulle anodiche
Alimentazione induttiva stadio finale sdoppiata (4 induttori)
Gruppo raddrizzatore Iperfast
Doppio blocco di condensatori reservoir sullo stadio finale

ST-2000/Stereo-06
Questa versione dell’amplificatore ST-2000 è forse la più
conveniente perché la sua qualità è molto vicina al massimo
ottenibile con questo sistema. Questo non significa che non siano
possibili ulteriori miglioramenti. Significa che ogni ulteriore
miglioramento comporta una spesa non direttamente proporzionale
al miglioramento stesso.
Agli ultra perfezionisti, tuttavia, non si può certo negare l’accesso al
massimo assoluto possibile con questo amplificatore, ma queste
persone vanno messe in guardia nei confronti di due aspetti che
questo perfezionismo comporta. Sono due aspetti che già devono
far riflettere coloro che si accingono a realizzare questa versione
“STEREO-06” ma che diventano ancor più critici per coloro che
intendano aggiungere tutti gli optional possibili, col fine di arrivare
ad una qualità più vicina possibile al “ST-2001 Renaissance”.
Uno è quello dell’impegno finanziario. Il richiamo all’attenzione
verso questo aspetto può tuttavia essere considerato inutile nella
misura in cui ognuno è in grado di confrontare la spesa con il
proprio budget disponibile.
L’altro aspetto è quello dell’ingombro. Se fossi un buon venditore
eviterei di mettere in guardia i miei potenziali clienti da questo
aspetto , ma così evidentemente non è.
Con due piastre finali larghe 33 centimetri e profonde 21,
richiedenti un adeguato dissipatore, con un trasformatore di
alimentazione che pesa 12 Kg. (in versione resinata), con 4
induttori reservoir del peso di 6.7 Kg. cadauno, chiunque
comprende benissimo che i normali amplificatori di potenza che il
mercato offre, comunque a prezzi tutt’altro che contenuti, non sono
altro che giocattoli.
Tanto per fare un esempio, chi volesse andare verso una versione
monofonica di questo amplificatore, andrebbe incontro ad un
aumento dei costi molto pesante dovuto alla necessità di
raddoppiare tutte le alimentazioni. Un aumento della qualità sonica
ci sarebbe, ma non sarebbe assolutamente proporzionato
all’aumento dei costi. In altre parole ad un piccolo aumento della
qualità assoluta corrisponderebbe un pesante deterioramento del
rapporto qualità/prezzo.

Questa versione “STEREO-06” è composta da:

1) 2 (due) schede finali di potenza montate e collaudate


2) 1 (uno) gruppo di alimentazione stadio di uscita
3) 1 (uno) gruppo di alimentazione stadio driver
4) 2 (due) schede di alimentazione valvolare
5) 1 (uno) gruppo di alimentazione valvolare
6) 1 (uno) gruppo accessoristica

1) 2 (due) Schede finali di potenza

2) Gruppo alimentazione stadio di uscita


Composto da:
1) Trasformatore di alimentazione TA/2001/SU
2) Gruppo di raddrizzamento con diodi Iperfast
3) 4 (quattro) Induttori reservoir, inscatolati,
immersi in resina speciale antivibrazione e
muniti ciascuno di 4 (quattro) inserti di
montaggio in gomma insonorizzanti
4) 2 (due) gruppi di condensatori reservoir
composti ciascuno da:
2 (due) condensatori 15.000 µF/100V con relative fascette a
fissaggio verticale.

3) Gruppo di alimentazione stadio Driver


Composto da:
A) ½ circuito stampato AB-130.01
B) 4 (quattro) diodi di raddrizzamento veloce
C) 4 condensatori 2200/100

4) Gruppo di alimentazione stadio valvolare


Composto da:

A) Trasformatore di alim. TA/VTPA/Minus


B) 1 (uno) Circuito di alimentazione anodica
Su circuito stampato LP/AND/PSU
C) 2 (due) circuiti di alimentazione filamenti
Su circuito stampato LPH-01

5) Gruppo di amplificazione valvolare

Composto da:
2 (due) schede di amplificazione a Totem
su circuito stampato AB.01.01.01

6) Gruppo accessoristica

1. 2 (due) Pin RCA ingresso


2. 4 (quattro) Morsetti per altoparlanti
3. Morsettiere mammut per cablaggio rete
4. Cordone di alimentazione
5. Vaschetta di ingresso rete
6. 2 (due) interruttori di accensione
7. 2 (due) portafusibili di rete
8. Viteria
9. Set di cavi per cablaggio, diametri vari
10. Set di guaina termorestringente colori vari
11. Quantità di grasso termico per il collegamento della aletta
scambiatrice al dissipatore.
12. 2 (due) indicatori di protezione a Led blu
13. 1 (uno) indicatore di accensione stadio di potenza a stato solido
14. 1 (uno) indicatore di accensione stadio valvolare
15. Quantità di stagno

7) ST-2000/07..................................................................4.400
Versione TOP. Monofonica, full optional.

AMPLIFICATORI A MONOTRIODO
Questi apparecchi sono stati progettati per coloro che amano le
amplificazioni che utilizzano come elemento finale di potenza un
unico triodo. Personalmente non mi formalizzo sui gusti di coloro
che amano l’ascolto della Musica ad Alta fedeltà. Se uno ha un
apparato auditivo che viene gratificato da un certo tipo di
tecnologia, io eseguo un progetto cercando di estrarre il massimo
possibile da quella tecnologia.
Non vengono ovviamente presentati monotriodi fatti con tre
componenti in croce e caratterizzati da potenze insufficienti per una
classificazione di Alta Fedeltà. Ve n’è già talmente tanti in
circolazione che non se ne sente proprio la necessità.

1) Monotriodo 6C33 30 Watt...............................................2.700


Il più potente monotriodo del mondo che sfrutta
la valvola 6C33. Nessuno è riuscito ad estrarre da
questo dispositivo la potenza di 30 Watt lavorando in classe “A”.
Nonostante l’apparecchio sia stato abbondantemente descritto in
articoli comparsi sulla rivista SUONO, i “trucchi” che consentono
questa prestazione apparentemente in contrasto con le leggi
della Fisica non sono stati mai divulgati.
Vi era chi proponeva dubbi sulla affidabilità e sulla durata
della valvola sfruttata in questo modo: i primi monotriodi di
questo tipo sono entrati in funzione nel 1996 e dopo 7 (sette)
anni continuano tranquillamente a funzionare.
E’ una realizzazione impegnativa anche per gli ingombri: impiega
10 (dieci) componenti magnetici per i due canali.

2) Monotriodo BA-211........................................................2.200
Il modello base di questo apparecchio è stato dettagliatamente
illustrato sulla rivista “Costruire Hi Fi”.

3) Monotriodo BA-845........................................................3.600
Finali: 845 . Driver: 211. Rectifier: 866A vapori di mercurio
30 Watt.
Un gioiello per gli appassionati che non accettano nessun tipo di
confronto con la regina dei triodi. Nulla di nuovo, ma il meglio di
tutto ciò che è stato fatto dagli albori della tecnica valvolare fino
a quando i monotriodi hanno lasciato il posto ai controfase.
Cinquant’anni di storia delle valvole racchiusi in un oggetto di
culto.

AMPLIFICATORI CONTROFASE
1) VTAF/15/30...............................................................1.400
Finale di potenza controfase 15 Watt/30 Watt

2) VTA The Last.............................................................4.000


Finale di potenza valvolare - 60 Watt - “state of the art”

PREAMPLIFICATORI
1) VTPA/S.....................................................................2.000
Preamplificatore linea valvolare
Il prezzo indicato è con meccanica completa.
La meccanica è la stessa del “VTPA The Last”, escluso
l’alimentatore che in questo caso è interno.

2) APPS...........................................................................520
Preamplificatore phono MM-MC- Ibrido
Descritto sulla rivista “Costruire Hi Fi”
3) Alimentatore dedicato....................................................350

DIFFUSORI ACUSTICI

1) LRL-One/2000...........................................................2.800
Diffusore acustico 4 vie alta dinamica.
Woofer professionale da 320 m/m. Emissione acuti su 360°.
Filtri ad altissima pendenza: fino a 60 dB/Oct.
Descritto più volte su due riviste. L’ultima volta su CHF.

2) “Apocalypse Now!”.....................................a partire da...8.000


Diffusore “state of the art” per ambienti medi e grandi.
Fu descritto una prima volta su “Fedeltà del Suono” una decina
di anni fa, questa versione appare ancora su Internet. Ma
l’ultima versione non rassomiglia in alcun modo alla prima
se non nella filosofia di progetto. Le prime versioni videro la luce
intorno al 1980. Il realismo di questo diffusore è sconvolgente.
Nel 1987, ad alcune delle sedute di “Live versus recorded
comparison” durante le quali veniva verificato il comportamento
del diffusore (il modello di allora) nel confronto con l’evento reale
nello stesso ambiente dove questo nasceva, venne ammesso il
pubblico. Ne nacque uno storico articolo dell’allora direttore
di SUONO, Ugo Stella, intitolato “Il paradigma della realtà”.

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