Il Libro Definitivo Sul Digiuno Intermittente
Il Libro Definitivo Sul Digiuno Intermittente
Il Libro Definitivo Sul Digiuno Intermittente
A te, nuovo arrivato, benvenuto nella terra della libertà! Considera questo
libro come una preziosa risorsa nel tuo cammino verso il digiuno
intermittente. Leggilo e rileggilo! Alcune informazioni non ti sembreranno
avere molto senso prima della seconda, terza o forse anche quarta rilettura.
Man mano che diventerai un digiunatore intermittente esperto vedrai le cose
sotto una luce diversa. E, credimi, fra un anno farai fatica a riconoscerti!
E a tutti voi, che siate nuovi oppure esperti DI, va il mio augurio:
che il digiuno intermittente possa rendervi
per sempre liberi dalle diete insegnandovi
che si può rimandare, ma mai rinunciare.
Prefazione
CIAO! Mi chiamo Gin Stephens e sono felice che tu abbia scelto il mio
libro! Questo è un giorno importante perché oggi scenderai dalla giostra
delle diete per iniziare a vivere la vita alle tue condizioni. Ti fornirò tutte le
informazioni necessarie su una straordinaria strategia di salute e bellezza
chiamata digiuno intermittente e nel corso della lettura voglio che tu tenga a
mente una cosa: sei tu a decidere, non io. Puoi scegliere che cosa mangiare
e quando mangiarlo. Solo tu conosci il tuo corpo e oggi è il giorno in cui
riprenderai in mano la tua vita. Abbiamo ceduto il controllo per troppo
tempo, seguendo i programmi e i protocolli alimentari degli «esperti».
Questa volta è diverso. Insieme lavoreremo per creare il programma per te
più adeguato e così imparerai come adattarlo e apportare le giuste
modifiche.
Ma prima di iniziare questo viaggio voglio presentarmi. Chi sono e come
sono arrivata a scrivere questo libro? Voglio che tu sappia chi sono e
soprattutto chi non sono.
Ho una laurea in Educazione primaria, un master in Scienze naturali e un
dottorato in Formazione di bambini eccezionalmente dotati. Sono
un’insegnante specializzata nel potenziare e migliorare il curriculum degli
studenti e accreditata per la divulgazione scientifica. Le mie conoscenze mi
consentono di approcciare varie metodologie di ricerca, di leggere e
interpretare in modo corretto gli studi scientifici ed esporne il contenuto in
modo semplice e chiaro a tutti. Ho insegnato per ventotto anni e in fondo al
cuore continuo a essere un’insegnante. Ho lavorato con studenti di talento,
sono pertanto un’interlocutrice all’altezza di ogni sfida. Ho un background
scientifico che affonda le sue radici nella ricerca, so cogliere sia i punti di
forza sia i limiti degli studi scientifici.
Ecco invece chi non sono: non sono un medico, non sono una
nutrizionista e non sono una ricercatrice che lavora in laboratorio. Il mio
impegno è massimo nel non travisare i contenuti delle fonti, ma, quando
scorrerai le pagine del presente libro, sentiti libero di verificare ciò che
affermo consultando direttamente gli studi e il materiale a cui faccio
riferimento.
Nel 2016 ho scritto il mio primo libro. Dopo aver perso quasi 36 chili,
volevo condividere tutto ciò che avevo imparato sul digiuno intermittente.
Vado fiera di quel libro, che negli Stati Uniti è balzato in cima alle
classifiche di vendita dei libri su come perdere peso, e che ha portato decine
di migliaia di lettori a conoscere il digiuno intermittente, un’esperienza
davvero elettrizzante. Ora è il momento di un nuovo lavoro aggiornato con
gli ultimi dati. Dopo aver trascorso molto tempo a documentarmi sui
risultati delle ricerche scientifiche più recenti è con orgoglio che condivido
con voi questa mia ultima opera.
La mia lunga esperienza mi ha insegnato molto sul digiuno intermittente
e sulle sfide che affronta chi lo ha adottato come stile di vita. Nel 2015 ho
avviato un piccolo gruppo di supporto che è cresciuto fino a formare altri
gruppi online con centinaia di migliaia di membri nei sette continenti (sì,
abbiamo anche un membro che vive nell’Antartide!). Per anni ho fatto da
mentore e fornito supporto ai membri del nostro gruppo, quindi senza falsa
modestia posso affermare di avere una discreta esperienza pratica
nell’aiutare gli altri a creare il proprio stile di vita basato sul digiuno
intermittente. Conosco le domande più frequenti che le persone si pongono
e conosco le insidie più comuni. So quali aggiustamenti dovresti adottare
quando fai fatica, e ho la fermezza nell’indicarti la via da seguire quando
starai per cedere: il digiuno intermittente è semplice, ma non è sempre
facile!
Infine, sono ospite di un paio di podcast molto autorevoli e molto seguiti
sul tema del digiuno. Se ti interessano le domande degli ascoltatori e le
risposte degli esperti puoi ascoltare The Intermittent Fasting Podcast e
invece puoi seguire Intermittent Fasting Stories per sentire le storie di un
pubblico internazionale che condivide difficoltà e successi legati al digiuno.
Ora che conosci chi sono forse ti chiederai: in che cosa ti assomiglio?
Che cosa ne so della fatica legata al mantenimento del peso forma?
Come molte persone, ho trascorso gran parte della mia vita adulta con
l’ossessione del cibo, delle diete e del peso. Durante tutta la mia infanzia e
adolescenza, ho visto mia madre lottare con i chili di troppo e dentro di me
si è fatta strada la convinzione che fosse normale mettersi a dieta, criticare
il proprio corpo e giudicare «giusto» o «sbagliato» ogni boccone che
mangiamo (o non mangiamo). Naturalmente non è colpa di mia madre, si
tratta di un’ossessione diffusa. Basta navigare su internet per veder
comparire una serie di annunci che pubblicizzano INCREDIBILI prodotti
per perdere peso. Anche le riviste sono piene di titoli del tipo: «Perdi tre
taglie in tre giorni con l’erba segreta che viene dalla foresta pluviale!»
All’aperitivo con le amiche non c’è modo di evitare di confrontarsi
sull’ultima dieta miracolosa che una di loro sta già seguendo e grazie alla
quale mangia solo vegetali raccolti durante il plenilunio. Siamo bombardati
da notizie di diete «miracolose» e «incredibili»… se solo potessimo
scoprire quel metodo miracoloso o l’integratore o la pianta giusta,
potremmo porre fine all’eterna lotta contro il grasso in eccesso. Ma non è
possibile e così rimbalziamo da una dieta all’altra, da un prodotto all’altro.
E abbiamo un cassetto pieno di quei prodotti costosi che non riusciamo a
buttare nella spazzatura perché magari un giorno li riproveremo e
finalmente funzioneranno.
Certo, qualche chilo le viarie diete me lo hanno fatto perdere. Io partivo
sempre alla grande, ma mi bastava sgarrare di poco per riprendere tutti i
chili. Riuscivo a tenere duro contando calorie, punti, grammi di grasso e
carboidrati o comprando cibi particolari e costosissimi che erano adatti al
mio gruppo sanguigno o al mio piano alimentare, ma solo per un periodo di
tempo limitato. Ho molto rispetto per chi riesce a farlo per un tempo
abbastanza lungo, ma io non ci riesco. Capita anche a te?
Desideravo disperatamente la libertà di mangiare qualcosa di buono
senza affrontare complicati conteggi per stabilire se rientrasse o no nel mio
programma alimentare. Non mi andava di contare quanti cracker mangiavo
o di pesare una minuscola porzione di formaggio. O, peggio, di evitare del
tutto i cracker e il formaggio (quando la dieta prevedeva niente carboidrati
o latticini). Desideravo mangiare cracker e formaggio insieme, senza ansia
e senza stress.
Per fortuna ho scoperto il digiuno intermittente e finalmente posso
mangiare cracker e formaggio e smettere quando ne ho abbastanza. Non
sono costretta a farlo in segreto (come tutti sappiamo le calorie assunte
lontano da occhi indiscreti non contano, giusto?). Se esco a pranzo con le
amiche per festeggiare un’occasione speciale non mi devo preoccupare che
quello sgarro annullerà gli sforzi fin lì fatti. Ora mangio piatti buonissimi
che mi fanno sentire bene e mi fermo quando sono sazia e soddisfatta. Il
digiuno intermittente mi ha dato la possibilità di smettere di preoccuparmi
di quello che mangio e di dimenticare la parola «dieta» una volta per tutte.
Sei pronto a partire? La libertà ti aspetta! Volta la pagina e preparati a
cambiare vita.
Non vedi l’ora di cominciare? Certo, anche io ero come te. Allora vai
dritto al capitolo 10 e comincia a leggere da lì… ma promettimi che poi
tornerai indietro e rileggerai tutto il libro dall’inizio. Sono un’insegnante, e
mi accorgo quando gli studenti non fanno i compiti.
Introduzione
La triste verità sulle diete
FORSE saprai che secondo le statistiche circa il 95% delle persone che
perdono molto peso, entro breve lo riprendono. A volte si ritrovano
addirittura con più chili di quando hanno cominciato. Se hai dubbi
sull’attendibilità di queste statistiche, non puoi averne su un dato
inequivocabile: negli Stati Uniti, nel 2017, l’industria legata al mondo delle
diete ha mosso un giro d’affari da 66 miliardi di dollari. Da qui un’ovvia
considerazione: se le diete funzionassero, il business non sarebbe così
prospero, giusto? Ecco quindi la prima buona notizia: il digiuno
intermittente è gratis, non richiede l’acquisto di costosi integratori, anzi, alla
lunga potrebbe anche farti risparmiare, dal momento che mangerai di meno.
Perché è così difficile perdere peso o riuscire a mantenere quello ideale?
Chiunque si sia messo a dieta almeno una volta nella vita sa che da un certo
punto in poi il corpo comincia a ribellarsi, e si finisce per ritrovarsi più
pesanti e con un metabolismo più lento di prima. Altra buona notizia: ciò
non dipende da te, non è colpa della tua mancanza di autocontrollo. È tutta
questione di ormoni e di biologia.
Ripercorriamo brevemente la storia delle diete. O quello che potremmo
anche definire il folle «Mondo delle Diete». Molti di noi lo conoscono
bene, e alcuni lo hanno frequentato per anni.
Quando salii per la prima volta sulla giostra delle diete erano gli anni
Ottanta e le calorie la facevano da padrone. Non importava quello che
mangiavi, ma solo quante calorie consumavi. Portavo sempre con me un
contacalorie e un quadernetto su cui annotavo ogni boccone che ingerivo.
Dal momento che ero giovane, riuscivo sempre a perdere qualche chilo se
mi mantenevo sulle 1.200 calorie al giorno, o anche meno. Alla fine questa
strategia smise di dare risultati e capirai il perché proseguendo a leggere.
Ma anche quando sembrava funzionare, non era affatto divertente tenere
rigorosamente segnata ogni cosa ingurgitata («Ho mangiato tre o quattro
patatine?»), perciò una volta raggiunto il peso ideale abbandonavo la conta
delle calorie e ben presto tornavo al peso iniziale, e ripartiva tutto da capo.
Un disastroso circolo vizioso!
Poi fu la volta della demonizzazione dei grassi. Erano gli anni Novanta e
il grasso era dipinto come il cattivo della situazione. Per la prima volta lessi
un libro su alimentazione e dimagrimento, La dieta del fattore T di Martin
Katahn, e mi sembrava contenere indicazioni di grande buon senso. In
America parevano tutti d’accordo, e il decennio fu caratterizzato dalla
proliferazione di prodotti a basso contenuto di grassi. La mia colazione tipo
era un muffin senza grassi con un bel bicchiere di Coca-Cola (già, ovvio, la
bibita non contiene grassi!). Il mio sandwich preferito: mortadella senza
grassi tra due fette di pane senza grassi spalmate di maionese senza grassi e
senape senza grassi. Mi è capitato di mangiare un’intera confezione di
biscotti gommosi senza grassi ricoperti di cioccolato senza grassi. Bei
tempi… (Una cosa importante da segnalare: di recente ho riletto quel libro.
In realtà Martin Katahn suggerisce di privilegiare i cibi veri che hanno un
basso contenuto di grassi, come le verdure e i prodotti integrali, la frutta e le
carni magre. L’autore non raccomanda assolutamente il «cibo Frankenstein»
prodotto in laboratorio senza grassi. Evidentemente all’epoca non avevo
colto il messaggio centrale.) Dimagrivo a patto di mantenere i grassi al di
sotto di un certo livello, ma se riguardo le fotografie di quel periodo sono sì
magra, ma non ho una bella cera: sembro malata. È ovvio: nella smania di
eliminare del tutto i grassi dalla mia alimentazione non mangiavo cibi veri.
Poco dopo, l’America dichiarò guerra ai carboidrati: erano loro i veri
nemici. In quella fase, il mio guru era il dottor Atkins e i coniugi Richard e
Rachael Heller, che ci svelarono che eravamo dipendenti dai carboidrati e ci
propinarono il loro programma. Ancora una volta ricominciai a contare,
mangiando solo cibi a basso contenuto di carboidrati. Non ho mai perso un
grammo (e dopo l’analisi del mio DNA ho capito perché: stando al mio
profilo genetico, è più facile che io perda peso seguendo un regime
alimentare ricco di carboidrati e povero di grassi. Approfondirò questo
argomento in un capitolo successivo). Ovunque ti girassi, trovavi la
versione a basso contenuto di carboidrati di qualunque alimento e molti
nuovi «cibi Frankenstein» in sostituzione a quelli tradizionali.
Naturalmente queste sono solo due delle tante diete che ho provato. Oltre
a quelle di gran moda, ho seguito praticamente ogni tendenza: dal gruppo
sanguigno alla conta dei bocconi, come si fa quando ci si sottopone al by-
pass gastrico (sì, esiste davvero un programma che fa contare quanti
bocconi ingurgiti e sì, lo ammetto, i miei bocconi a volte erano davvero
giganteschi). Ordinavo per posta cibi insapori, costosi e repellenti alla vista,
ho provato con l’ipnosi, ho mangiato «pulito», ho mangiato «sporco», ho
sostituito i pasti con frullati non proprio a buon mercato (e ho anche cercato
di venderli alle mie amiche per potermeli permettere), ho fatto aerobica
davanti alla tv e molto, molto altro. Sono persino arrivata a seguire un
regime alimentare prescritto da un medico con tanto di pillole dietetiche e
iniezioni di ormoni che ingannavano il mio corpo, facendogli credere che
fossi incinta in modo che si decidesse a consumare il grasso in eccesso.
(Sono quasi imbarazzata ad ammetterlo, ma voglio essere del tutto onesta…
inoltre ti fa capire quanto fossi disperata.) Quasi tutte queste trovate hanno
funzionato per un po’, ma alla fine ciascuna mi ha regalato qualche chilo in
più di quelli che mi aveva fatto perdere. Oscillavo sui 96 chili per poco più
di un metro e sessanta: ero chiaramente obesa.
Quando ripenso a tutto quello che ho provato nel corso degli anni, mi
rendo conto che non solo ho abitato nel folle Mondo delle Diete, ma ne
potevo essere eletta presidente ad honorem.
Ma veniamo a oggi. Dopo aver perso 36 chili, ho raggiunto il mio peso
forma e non ho problemi a mantenerlo. Ogni anno, al cambio di stagione,
tiro fuori i vestiti dall’armadio e me li provo. Trattengo il fiato… e mi
chiedo: Mi andranno ancora?
Anno dopo anno la risposta continua a essere «sì». A parte qualche capo
che mi è troppo largo, a ogni cambio di stagione scopro che i vestiti mi
vanno ancora bene.
Senza diete e senza sforzo, mantengo il mio peso forma grazie al digiuno
intermittente e alla magia del digiuno pulito, unito a quella che chiamo
«correzione dell’appetito», di cui parlerò in un prossimo capitolo. Invece di
fare shopping nel reparto taglie forti, adesso mi fermo alla 40 e spesso
riesco anche a comprare qualcosa nel reparto delle taglie extra small. Con il
passare degli anni, e l’avvicinarsi del mio cinquantesimo compleanno (e
dopo aver affrontato la menopausa senza variazioni di peso), credo sempre
più fermamente che la mia lotta contro i chili di troppo sia finalmente
terminata.
Forse nel racconto della mia esperienza con le diete ti sei ritrovato. Per
decenni ho provato e riprovato, e ho provato ancora. Se bastasse lo sforzo,
sarei dimagrita moltissimo tempo fa. Purtroppo, se sei come me, continuerai
a ingrassare nonostante gli sforzi per seguire i consigli dietetici che
incontrerai sul tuo cammino.
È arrivato il momento di prendere coscienza del concetto più importante
dell’intero libro: non sei tu che hai seguito in modo sbagliato le diete, sono
le diete a essere sbagliate.
Lascia che questa verità ti entri dentro.
Non è colpa tua. È colpa della biologia.
Ma perché le diete ci fanno ingrassare sempre di più? Perché non
riusciamo a dimagrire nonostante i nostri sforzi?
Ti svelo un segreto: più ci provi e più diventa difficile. Ripeto: si tratta di
biologia, non ha niente a che vedere con il tuo autocontrollo e non devi
prenderlo come un fallimento personale. Nel 2013, uno studio scientifico
riferiva che un passato di diete è un indicatore abbastanza puntuale di un
futuro aumento di peso. 1 Non è una novità per chiunque sia stato a dieta,
giusto? Ci mettiamo a dieta. Quando smettiamo riprendiamo il peso che
abbiamo perso. E allora ci rimettiamo a dieta. E di nuovo riprendiamo il
peso perduto. Siamo insaziabili ghiottoni? No, nonostante ciò che possono
pensare i magri. Ricordo che negli anni in cui faticavo a tenere sotto
controllo il peso, prima di scoprire il digiuno intermittente, avrei strozzato
mio marito che mi ripeteva: «Basta mangiare di meno e fare un po’ di
esercizio fisico». Certo, caro, grazie.
No, non è così semplice, non basta mangiare di meno e fare un po’ di
esercizio. Ci sono molte cose che accadono dietro le quinte nel corpo di chi
è costantemente a dieta e che spiega il perché del ritorno al peso iniziale
dopo un regime ad apporto calorico limitato. Cerchiamo di capire la scienza
che sta dietro questo fenomeno.
Per dirla in breve, l’obiettivo dell’essere umano è sopravvivere e
riprodursi. A questo scopo esistono dei meccanismi di protezione che
scattano quando l’organismo percepisce il pericolo di penuria di cibo. Sono
i meccanismi che hanno protetto i nostri antenati durante le guerre, le
carestie e i lunghi e rigidi inverni. Il nostro corpo non è in grado di capire
che stiamo solo cercando di perdere qualche chilo in previsione della prova
costume, crede che siamo in pericolo.
Esiste una vasta letteratura scientifica che spiega che cosa avviene nel
corpo. Alcune di queste ricerche ebbero inizio nel 1944. Alla fine della
Seconda guerra mondiale, uno scienziato di nome Ancel Keys volle
indagare sul modo in cui il corpo umano risponde all’estrema denutrizione e
alla conseguente reintroduzione del cibo. Lui e i suoi colleghi della
University of Minnesota portarono avanti un famoso studio conosciuto
come Minnesota Starvation Experiment. 2 L’argomento suscitava grande
interesse perché in Europa si fronteggiava il difficile compito di
ricominciare a nutrire in modo appropriato una popolazione che aveva
attraversato un periodo di gravi privazioni. Prima di allora si sapeva molto
poco degli effetti psicologici e fisiologici della denutrizione. Lo scopo dello
studio era, quindi, ottenere informazioni sugli effetti fisici ma anche emotivi
della fame e valutare che cosa sarebbe accaduto una volta che il cibo fosse
stato di nuovo disponibile.
Keys e i suoi colleghi radunarono trentasei volontari. Si trattava di
giovani uomini obiettori di coscienza, che avevano rifiutato di combattere
in guerra ma desideravano contribuire allo sforzo bellico in modo non
violento. Durante un periodo di tre mesi i giovani furono nutriti con un
regime di 3.200 calorie al giorno per mantenere il loro peso stabile e per
permettere ai ricercatori di raccogliere i dati di base. Poi seguì un periodo di
sei mesi durante il quale gli uomini furono sottoposti a un regime di
semidenutrizione che includeva solo i cibi disponibili alle popolazioni
europee durante la guerra, come patate, radici, pane nero e pasta. Nel
periodo di riabilitazione nutrizionale i soggetti furono divisi in quattro
gruppi ciascuno dei quali seguiva diete diverse in modo che i ricercatori
potessero monitorare le varie reazioni del corpo alla reintroduzione dei cibi.
Durante il periodo di denutrizione, l’aspettativa era che gli uomini
perdessero poco più di un chilo a settimana, perciò le porzioni venivano via
via adattate di conseguenza. Se la perdita di peso rallentava, le porzioni
diminuivano in modo che i soggetti continuassero a dimagrire. Dovevano
anche percorrere a piedi 35 chilometri e mezzo a settimana. Suona molto
simile alla linea guida secondo cui per dimagrire «basta» mangiare meno e
muoversi di più, o sbaglio? Se hai mai seguito una dieta che prevedeva il
conteggio delle calorie, sono sicura che ricorderai che dovevi mangiare via
via sempre di meno per continuare a dimagrire, proprio come accadde a
questi uomini.
Durante il periodo di denutrizione, gli uomini persero gradualmente
l’entusiasmo nei confronti della dieta. Sostenevano di avere poca energia, di
essere più irritabili, di avere meno tolleranza al freddo e lamentavano di non
riuscire a concentrarsi. Il cibo divenne una sorta di ossessione e
svilupparono una serie di stratagemmi come masticare il cibo molto a lungo
in modo da allungare i pasti. Alcuni fra loro cominciarono a collezionare
libri di cucina e ricette perché il cibo rivestiva un ruolo sempre più
importante nelle loro fantasie. Sul fronte fisico, il tasso metabolico calava
con il diminuire delle calorie assunte. Non perdevano solo grasso,
perdevano anche preziosa massa muscolare.
Da notare che Keys usava proprio le parole «fame» e «denutrizione».
Ogni volta che rileggo la storia di questo esperimento rimango sorpresa dal
fatto che in media i soggetti assumevano 1.800 calorie al giorno nel periodo
di denutrizione. Se, come me, hai una lunga storia di diete alle spalle, dirai:
«Come si fa a considerare denutrizione 1.800 calorie al giorno?» Ricordo i
tempi delle mie diete a basso regime calorico, quando il massimo concesso
erano 1.200 calorie al giorno e anche meno, 1.800 mi sembrano un lusso al
confronto. Ciò dimostra che quando ci sottoponiamo a diete che prevedono
una forte restrizione calorica, ci stiamo infliggendo un regime dietetico più
rigido di quello dei partecipanti a uno storico esperimento di denutrizione
estrema.
Dopo i tre mesi di fame, ebbe inizio il periodo di reintroduzione del cibo.
Ci sono parecchi dati interessanti da trarre dall’osservazione di questa fase.
Gli uomini continuarono a sentirsi deboli e stanchi ancora per un po’ e
continuarono a essere perseguitati dalla fame, cosa che per molti non finì
nemmeno dopo l’esperimento quando tornarono alle loro vite. I corpi
reagirono scatenando gli ormoni della fame, accrescendo così l’impulso a
mangiare. Si tratta di una delle misure difensive che il nostro corpo mette in
atto per spingerci a ingerire la quantità di cibo di cui il corpo stesso pensa di
avere bisogno per riprendersi dalla terribile tragedia della fame. Uno dei
partecipanti dovette sottoporsi a una lavanda gastrica dopo un’abbuffata. Un
altro si sentì male dopo una cena al ristorante perché non riusciva a smettere
di mangiare. Anche questo comportamento ti suona familiare? È successo
anche a te di limitare per un periodo le calorie assunte e poi non riuscire a
smettere di abbuffarti? Ora capisci che succede non perché non hai
autocontrollo, ma perché è il tuo corpo a ordinarti di mangiare. Non è colpa
tua.
È importante notare che quando le dosi che i soggetti potevano mangiare
durante la fase di reintroduzione del cibo erano limitate, il metabolismo
rimaneva rallentato, ai livelli in cui era sceso nella fase di denutrizione.
Tuttavia, nel momento in cui i soggetti potevano mangiare a piacimento, il
metabolismo tornava rapidamente ai livelli precedenti. Questo dimostra che
c’è speranza di invertire gli adattamenti metabolici che derivano da una
dieta ipocalorica. La restrizione calorica che continua nel tempo porta a una
costante diminuzione del tasso metabolico, ma mangiare a sufficienza può
effettivamente aumentare il tasso metabolico nell’arco di un po’ di tempo.
Si tratta di un’ottima notizia per chi si preoccupa di avere danneggiato in
modo irreversibile il proprio metabolismo in anni di diete, perché guarire è
sempre possibile!
Abbiamo imparato molto dal Minnesota Starvation Experiment, ma
veniamo ai tempi nostri. Nel 2016 un gruppo di scienziati ha esaminato che
cosa succede quando si perdono molti chili in un lasso di tempo
relativamente breve. Lo studio è stato comunemente definito Biggest Loser
Study, 3 ma il nome ufficiale era Resistenza metabolica dopo sei anni dal
programma televisivo The Biggest Loser, e già dal titolo si può capire che,
sei anni dopo aver partecipato al reality, i concorrenti riportavano ancora dei
cambiamenti nel metabolismo. Lo studio dimostrò la persistenza di una
certa resistenza metabolica, vale a dire che i partecipanti avevano un tasso
metabolico a riposo (RMR) più basso di quanto ci si sarebbe aspettati dalla
loro età e dal nuovo peso. I risultati dello studio finirono sulle prime pagine
dei giornali spegnendo la speranza che raggiungere e mantenere il peso
forma fosse possibile.
In quello studio l’RMR dei partecipanti veniva calcolato prima
dell’inizio del programma, alla fine del percorso di trenta settimane e poi di
nuovo sei anni dopo. In totale quattordici fra tutti i partecipanti presero
parte alla ricerca. Gli scienziati usarono i dati a disposizione per calcolare il
tasso metabolico a riposo dei partecipanti in base alla nuova taglia e all’età
e quando confrontarono l’RMR atteso con quello reale, scoprirono che
anche nei casi in cui l’RMR era congruente all’inizio del processo (prima
del dimagrimento) l’RMR medio (sei anni dopo) si era abbassato di circa
cinquecento calorie al giorno rispetto a quanto previsto considerando la
taglia e l’età. Non solo il metabolismo era rallentato, ma rimaneva più lento
nel tempo rispetto alle aspettative. Inoltre, i partecipanti che avevano perso
più peso erano quelli che avevano subìto il maggiore rallentamento del
metabolismo, e quelli che erano riusciti a mantenere il peso raggiunto
avevano un tasso metabolico ancora più basso rispetto a quelli che avevano
ripreso peso. I ricercatori furono sorpresi nel constatare che in quei soggetti
la resistenza metabolica era addirittura aumentata durante i sei anni.
Perché i partecipanti che avevano ottenuto i migliori risultati in termini
di dimagrimento erano anche quelli che nel tempo avevano sviluppato
maggiore resistenza metabolica? Possiamo ritrovare qualche indizio nel
Minnesota Starvation Experiment. Come ricorderete, in quello studio coloro
ai quali era stato impedito di mangiare a sazietà nella fase di recupero
(ovvero quelli che erano rimasti in regime di restrizione calorica) avevano
un metabolismo basso. Lo stesso è accaduto ai partecipanti di The Biggest
Loser: chi era riuscito a mantenere il peso raggiunto grazie alla sua
determinazione (e continuando la dieta) ha scoperto di avere un tasso
metabolico di base basso che si abbassava con il passare del tempo. Eh, sì,
le cose stanno proprio così: più riduci il numero di calorie e più lo devi
ridurre per mantenere il peso forma. Se da una parte è vero che si può fare,
dall’altra bisogna ammettere che è un modo difficile (e deprimente) di
vivere.
Esistono altre ricerche che riportano il fenomeno della resistenza
metabolica dopo un periodo di dieta? Sì, sono numerosi gli studi che
dimostrano questo fenomeno. 4
Perché accade?
Nel 2017 un gruppo di scienziati ha esaminato i risultati delle varie
ricerche e ha scoperto che la perdita di peso dà luogo a un «vuoto
energetico» che porta all’innalzamento dei livelli di grelina (l’ormone della
fame), a una netta diminuzione di leptina (l’ormone della sazietà) e
dell’effetto termico del cibo, oltre che a adattamenti di risparmio energetico
superiori al previsto. Si tratta di ciò che abbiamo visto ne The Biggest Loser
Study. 5
Che cosa significa tutto ciò tradotto in parole povere?
Significa che quando perdi peso il tuo corpo risponde così:
Aumenta la produzione di grelina, l’ormone della fame. Ciò significa
che hai più voglia di mangiare e spiega perché ti ritrovi con il braccio
infilato fino al gomito in un pacchetto gigante di patatine e non riesci a
fermarti. Sono gli ormoni a guidare il tuo comportamento, non è il tuo
cervello.
Diminuisce la leptina, l’ormone della sazietà e della soddisfazione.
Questo significa che mangi ma non ti senti mai sazio. Continui a mangiare
fino a che ti fa male lo stomaco, perché il segnale «Ok, ne abbiamo
abbastanza», che ti farebbe smettere, tarda ad arrivare.
Si abbassa il tasso metabolico e diminuisce la quantità di energia
che usi quotidianamente. E può arrivare fino al 25% in meno di quanto
è prevedibile in base alla tua nuova taglia. Si tratta di una misura di
protezione, non devi mai dimenticare che il tuo corpo ti vuole bene e fa di
tutto perché tu sopravviva. Per questo motivo scopri di avere meno
energia e nessuna voglia di alzarti dal divano per andare in palestra.
1. Giorno 1: si parte!
2. Che cosa significa che devo bere il mio caffè amaro?
3. La stanchezza e il mal di testa.
4. Perché mi abbuffo appena si apre la mia finestra alimentare?
5. Sono passate sei settimane e non ho perso peso un chilo / sto
ingrassando. AIUTO!
6. Ehi, all’improvviso non ho più fame! Mi sono sentito sazio prima di finire la
cena!
7. Ho così tanta energia! Niente più crolli durante il giorno, è fantastico!
8. I miei pantaloni sono più larghi, ma secondo la bilancia non ho perso
peso.
9. All’improvviso, ho perso due taglie.
10. Aiuto! Ho smesso di nuovo di perdere peso! Che cosa sto facendo di
sbagliato?
11. Non mi va bene più niente. Ho bisogno di un nuovo guardaroba!
12. Improvvisamente ho voglia di verdure più che di spuntini golosi! Non mi
riconosco…
13. #FoodSnob: voglio solo il meglio. Il cibo deve essere «degno» della mia
finestra alimentare.
14. Obiettivo centrato!
15. Mantenimento. Il digiuno intermittente come stile di vita. #DIpersempre
La maggior parte delle persone passa attraverso quasi tutti questi stadi e
inoltre potrebbe capitarti di ripercorrere alcune di queste fasi più di una volta.
1
Attiva il superpotere bruciagrassi!
SÌ, è vero, il digiuno intermittente è molto diverso dalle diete del tipo
«mangiare meno e fare più esercizio» che hai seguito finora. In tanti
credono che funzioni solo perché le persone assumono meno calorie,
rendendolo di fatto un altro programma basato sull’imperativo: «Mangia di
meno!» Seguendo il mio programma invece ti potrebbe capitare di scoprire
che stai mangiando meno, tuttavia molti digiunatori intermittenti (DI)
affermano che assumono più calorie di quelle che ingerivano prima di
iniziare il digiuno intermittente… e nel frattempo perdono peso! Perché?
Questo capitolo ti spiegherà perché il digiuno intermittente ti aiuta ad
attingere ai depositi di grasso come mai prima d’ora e allo stesso tempo
come possa persino accelerare il metabolismo.
Nell’introduzione abbiamo visto il meccanismo che sta dietro la
resistenza metabolica e come il nostro corpo reagisce quando pensa di
essere in pericolo e in una situazione di carestia. Il nostro obiettivo è
perdere grasso, conservare la massa muscolare e fare in modo che il
metabolismo non rallenti con il tempo. Il digiuno intermittente è la nostra
arma migliore per raggiungere questi obiettivi.
Ti avverto: questo capitolo contiene un po’ di nozioni scientifiche. Non
saltarlo. Comprendere i princìpi che affronteremo qui sarà fondamentale
affinché il digiuno intermittente ti dia i migliori risultati. È importante che
tu sappia come attingere alle riserve di grasso da usare come carburante
durante il digiuno e, quando capirai come funziona il tuo corpo, saprai
anche come applicare gli insegnamenti presenti nel resto del libro per
assicurarti che ciò accada. Quindi, non temere, seguimi e io ti
accompagnerò passo dopo passo! Se invece la scienza ti appassiona, sappi
che il mio obiettivo è quello di semplificare le informazioni per favorire i
non esperti della materia, quindi perdonami se le spiegazioni ti sembreranno
un’eccessiva semplificazione. Il mio intento è trovare un equilibrio in modo
che tutti i lettori e le lettrici, indipendentemente dalla loro formazione,
possano fare tesoro dei contenuti presenti in questo capitolo. Inoltre, ci
tengo a precisare che descrivere il modo in cui il corpo passa da una fonte
di carburante a un’altra è incredibilmente complesso (e, in realtà, spesso
utilizziamo più fonti di carburante allo stesso tempo), quindi per forza di
cose la mia esposizione sarà estremamente semplificata rispetto agli
intricati processi metabolici che avvengono nel nostro corpo.
Partiamo dai fondamentali. Sono certa che saprai che ognuno di noi
nasce con la capacità di immagazzinare il grasso nei momenti di benessere
e di bruciarlo quando i tempi si fanno duri. Questa capacità ha mantenuto in
vita i nostri antenati e ha permesso a tutti noi di nascere. Il problema è che
nell’odierna età dell’abbondanza i tempi non sono mai davvero difficili,
poiché il cibo è disponibile ovunque e in ogni momento della giornata. Se
lavori fuori casa sai bene che cosa intendo: è sempre il momento per uno
spuntino o una merenda. Anche quando proviamo a metterci a dieta, sembra
che abbiamo perso la capacità di attingere alle nostre riserve di grasso a
lungo termine, quindi perdiamo qualche chilo ma lo riacquistiamo subito
dopo. Perché accade? Come siamo arrivati fino a qui? E perché il tasso di
obesità aumenta a un ritmo allarmante, anche tra i bambini?
Per rispondere dobbiamo vedere come funziona l’insulina e in che modo
gestisce le nostre riserve di grasso. Probabilmente hai sentito parlare di
insulina solo in relazione al diabete. Forse saprai che chi soffre di diabete di
tipo 1 non produce insulina e per sopravvivere ha bisogno di assumerla.
Prima che i medici capissero come funziona il diabete (e prima che
l’insulina fosse scoperta), i malati dimagrivano fino a morire, non
importava quanto mangiassero (a breve capirai il perché). L’altra faccia
della medaglia è il diabete di tipo 2, che si sta diffondendo rapidamente ai
giorni nostri. Lo sapevi che il diabete di tipo 2 è per molti versi una malattia
legata all’eccesso di insulina? Proprio così. L’insulino-resistenza, che
conduce al diabete di tipo 2 (ed è strettamente legato all’obesità), è per
molti aspetti l’esatto contrario di quanto accade nel diabete di tipo 1,
nonostante si chiamino allo stesso modo. Alla base di entrambe queste
malattie c’è comunque l’insulina.
Vediamo come opera l’insulina all’interno del corpo e poi capirai perché
il diabete di tipo 1 è associato alla perdita di peso mentre quello di tipo 2 è
associato all’aumento di peso.
Quando mangiamo, il nostro corpo rilascia insulina per far fronte
all’aumento di zucchero nel sangue che accompagna l’assunzione di cibo (a
dire il vero basta anche solo un boccone per scatenare il cosiddetto rilascio
di insulina in fase cefalica o CPIR (Cephalic phase of insulin response). Ne
parleremo in modo approfondito nel capitolo 4). L’insulina è un ormone di
stoccaggio, quindi aiuta le cellule ad assorbire il glucosio dal sangue e a
immagazzinarlo temporaneamente nel fegato e nei muscoli (sotto forma di
glicogeno) oppure, una volta che le riserve di glicogeno sono colme,
l’eccesso viene convertito e immagazzinato come grasso.
Il digiuno mantiene il metabolismo attivo, perché il nostro corpo capisce che c’è
carburante in abbondanza!
Ecco sintetizzato in una frase ciò che gli scienziati hanno scoperto in una
ricerca del 1994. 6 In quello studio, i ricercatori hanno monitorato
diciassette donne e dodici uomini per un periodo di digiuno di settantadue
ore e hanno misurato come cambiavano i valori all’interno del loro corpo.
Riportiamo qui alcuni dei dati più interessanti:
12 36 72
ore ore ore
Tasso metabolico a riposo (RMR) (kJ/min) 4,60 4,88 4,72
Più alto = metabolismo più veloce
Livelli di insulina (mU/l) circa circa circa
Più basso = meno insulina in circolo 6 4 2
Livelli di chetoni (misurati in BHB) (mmol/l) circa circa circa
Più alto = più chetoni prodotti e più grasso 0 1 3
bruciato
Dai dati possiamo notare che i soggetti hanno registrato un aumento del
tasso metabolico a riposo (RMR) fra le dodici e le trentasei ore di digiuno,
mentre è calato leggermente dalla trentaseiesima alla settantaduesima.
(Questo è il motivo per il quale non consiglio di digiunare oltre le
settantadue ore: benché l’RMR oltre le settantadue ore sia più alto che dopo
le dodici, il trend è in calo, il che dimostra che il metabolismo sta
rallentando. E noi non vogliamo affatto che rallenti! Lo studio si ferma alle
settantadue ore e non sappiamo quando l’RMR scenderà fino a diventare
più basso dell’inizio dello studio, ma la tendenza in calo ci fa pensare che
prima o poi accadrà.)
La tabella mostra anche che i livelli di insulina sono scesi di parecchio
durante il digiuno (evviva! Ben ti sta iperinsulinemia!) e che il BHB (beta
idrossibutirrato, un chetone che è un’ottima fonte di energia per il cervello)
è aumentato. Questa che abbiamo citato non è l’unica ricerca che dimostra
come il tasso metabolico aumenti durante le prime trentasei/quarantotto ore
di digiuno, ce ne sono diverse altre che lo provano. 7
Uno dei motivi per cui questo accade è che, durante il digiuno, il corpo è
in grado di innescare il superpotere bruciagrassi azionando l’«interruttore
metabolico», un’espressione usata da un team di scienziati in un articolo del
2018 pubblicato dalla rivista Obesity che riporta i benefici del digiuno per
la salute. A che punto il nostro corpo aziona questo «interruttore
metabolico»? 8 Accade quando il glicogeno epatico si è esaurito e le cellule
adipose sono mobilitate per soddisfare il fabbisogno energetico. Di solito si
verifica fra le dodici e le trentasei ore di digiuno, ma dipende da quanto
glicogeno abbiamo immagazzinato nel fegato e da quanta energia stiamo
usando (l’esercizio fisico, per esempio, brucia energia e aziona più
rapidamente l’interruttore).
Quando l’interruttore metabolico viene attivato, il corpo passa dal
bruciare il glucosio (proveniente dagli alimenti che mangiamo e dal
glicogeno immagazzinato) al bruciare il grasso delle cellule adipose e i
chetoni che vengono prodotti per alimentare il nostro cervello (e non
rischiamo di bruciare massa muscolare per fare rifornimento di energia
poiché abbiamo abbastanza grasso immagazzinato e possiamo accedervi
facilmente perché i livelli di insulina sono bassi). 9 Durante il digiuno il
nostro corpo entra in una fase che viene detta chetosi.
Quando l’interruttore metabolico è attivo siamo in grado di produrre
chetoni mentre digiuniamo anche se non stiamo seguendo una dieta
chetogenica, grazie ai livelli di glicogeno accumulato nel fegato.
Immaginiamo di iniziare il digiuno mentre il fegato ha immagazzinato la
quantità massima di glicogeno, che si aggira normalmente intorno ai 75-100
grammi (equivalenti a 300-400 calorie). 10 Non lo useremo tutto (né
entreremo in chetosi) quel giorno, e nemmeno per le prime settimane di
digiuno intermittente, ma durante il digiuno quotidiano esauriremo un po’
delle riserve di glicogeno. Ogni giorno, se digiuniamo abbastanza a lungo,
consumeremo più di quanto immettiamo durante i pasti, anche se mangiamo
carboidrati. (A proposito, non tutto il glucosio va nello stoccaggio del
glicogeno dopo aver mangiato. Una parte viene utilizzata per il fabbisogno
energetico immediato.) L’ammontare di glicogeno nel fegato andrà via via
diminuendo in modo progressivo ma costante. Infine, dopo un periodo
abbastanza lungo di digiuno rigoroso che durerà abbastanza da esaurire le
riserve di glicogeno, il nostro corpo dovrà trovare un’altra fonte di
carburante per il cervello. Il corpo quindi entrerà in chetosi e inizierà a
bruciare i grassi. BOOM! L’interruttore metabolico è attivato, il trend è
invertito. Il cervello è felice perché ha a disposizione i chetoni prodotti dalle
riserve di grasso.
Si può raggiungere lo stesso risultato seguendo un digiuno prolungato in
modo da bruciare tutto il glicogeno più velocemente. Con il digiuno
intermittente ci vuole più tempo perché se ne consuma un po’ per giorno.
Tuttavia, prima o poi si arriva al punto in cui si entra in chetosi durante il
digiuno giornaliero, anche quando ci stiamo godendo la nostra dose di
carboidrati nella finestra alimentare.
Il cervello adora i chetoni e quando se ne nutre regolarmente entra in uno
stato di lucidità incredibile. Questa è una delle caratteristiche che preferisco
dello stile di vita basato sul digiuno intermittente, ed è il motivo per cui
quando svolgo lavori che richiedono concentrazione non mangio. (Mentre
scrivo questo capitolo sono alla diciottesima ora di digiuno, e inizierò a
mangiare fra un’ora circa. Che cosa significa esattamente? Non
preoccuparti, ti spiegherò tutto nel capitolo 6.)
Una volta che il corpo ha imparato ad attingere al grasso per trarne il
carburante durante il digiuno raggiungerai uno stato che io chiamo
«flessibilità metabolica» e, a mio avviso, ritengo che il nostro corpo
dovrebbe funzionare sempre così. (Infatti l’inflessibilità metabolica è
collegata a molte delle malattie che affliggono la società moderna, come la
sindrome metabolica, il diabete di tipo 2, il cancro e altre patologie
correlate all’invecchiamento.) 11
Ma come funziona la flessibilità metabolica? Quando mangiamo, usiamo
il cibo come carburante; quando digiuniamo, passiamo all’uso delle nostre
fonti di carburante di riserva per produrre energia. Questa è la flessibilità
metabolica, proprio come vuole la natura! In passato, quando non avevamo
un negozio di alimentari o un fast food a ogni angolo di strada, o una
dispensa ben rifornita, questo meccanismo aveva un ruolo molto
importante. La nostra sopravvivenza dipendeva dalla capacità del corpo di
cambiare le fonti di carburante a seconda della necessità. Recuperare questa
flessibilità ha un’importanza enorme. 12
Tutto questo discorso su chetosi e chetoni potrebbe farti credere che sia
utile acquistare le striscette reagenti che indicano la presenza di chetoni
nelle urine, un analizzatore di chetoni presenti nell’alito o un misuratore di
chetoni nel sangue. In realtà, ti suggerisco di non misurare i livelli di
chetoni.
Lascia che ti spieghi. Quando il tuo corpo usa i chetoni in modo
efficiente, i chetoni che vengono rilasciati nelle urine, nel respiro o nel
sangue sono pochi. Se li misuri, potresti avere l’impressione che non ne stai
producendo molti, quando in realtà il tuo corpo sta solo diventando davvero
bravo a utilizzarli. Se valutassi il successo del tuo regime alimentare in base
alla misurazione dei chetoni, potresti andare incontro a parecchie
frustrazioni. Quindi, ascolta il mio consiglio: ignora le misurazioni! Se senti
di avere più energia durante il digiuno e una maggiore lucidità mentale,
sappi che il tuo corpo sta facendo proprio quello che deve fare e non ti serve
sapere altro. (Attenzione: tutto ciò non accadrà il primo giorno. Prima di
sperimentare la magia di sentirti veramente in forma fisicamente e
mentalmente, dovrai superare il periodo di adattamento.)
Ora veniamo a un altro importante tassello del puzzle metabolico:
digiunare preserva (e addirittura fa aumentare) la massa muscolare.
Preservare la massa muscolare è importante perché la presenza di una
maggiore massa muscolare è collegata a un tasso metabolico più elevato e a
un ampio numero di benefici per la salute. 13 Come ho già spiegato,
digiunare permette di attingere alle riserve di grasso e di usarle per produrre
energia, perché durante il digiuno i livelli di insulina si abbassano: invece di
entrare in uno stato di antilipolisi, siamo in piena lipolisi. Questo
meccanismo aiuta a preservare la muscolatura perché il nostro corpo non si
sognerebbe mai di usare la preziosa massa muscolare come carburante, dal
momento che ha accesso al grasso immagazzinato proprio a questo scopo.
D’altro canto, se stai seguendo una dieta ipocalorica standard e mangi
frequentemente durante il giorno (tre pasti e due spuntini), il tuo corpo
rilascia insulina più e più volte in risposta a ogni boccone di cibo (o sorso di
bevanda). Non potendo attingere alle riserve di grasso in modo efficiente a
causa degli alti livelli di insulina, il tuo corpo userà tutto ciò che trova come
carburante, e potrebbe includere parte del tessuto muscolare. Questo è il
motivo per cui potresti effettivamente perdere «peso» più rapidamente con
una dieta ipocalorica tradizionale rispetto a quanto accade quando segui uno
stile di vita che prevede il digiuno intermittente, tuttavia si tratta della
perdita di massa muscolare. Noi però non ci accontentiamo di vedere il
numero sulla bilancia decrescere. Vogliamo vedere il grasso corporeo
diminuire mentre la massa muscolare totale rimane la stessa o aumenta. La
buona notizia è che questo è proprio ciò che accade con il digiuno
intermittente! 14 Non solo i muscoli vengono preservati, ma il corpo
migliora la capacità di costruire massa muscolare.
Uno dei motivi principali per cui i DI sono in grado di costruire tessuto
muscolare è perché il digiuno porta a un aumento naturale dei nostri livelli
di ormone della crescita (HGH). Sono diversi gli studi che hanno
dimostrato questo aumento. 15,16 Grazie al digiuno intermittente, non
abbiamo bisogno di iniettarci l’HGH per vedere un aumento dei livelli di
questo ormone nel nostro corpo. (Ecco perché molti bodybuilder hanno
adottato lo stile di vita del digiuno intermittente per accrescere la loro
massa muscolare in modo naturale.)
Alcune persone mi chiedono: «Ma, Gin, se non vado in palestra e non
sollevo pesi, com’è possibile aumentare la massa muscolare?»
Ma è proprio questa la notizia fantastica! Quando i livelli di HGH
aumentano mettiamo su massa anche solo vivendo normalmente la nostra
quotidianità. Non si è mai visto un bambino piccolo sollevare pesi in
palestra, giusto? Ovviamente i livelli di ormone della crescita saranno più
alti quando siamo giovani, poiché quello è il momento della vita in cui
stiamo davvero crescendo, poi nel tempo questi livelli diminuiscono
drasticamente. Con il digiuno intermittente è in una certa misura possibile
ricalibrare questi livelli. Anche se non vai in palestra, stai comunque
facendo altre cose: potresti passare l’aspirapolvere, tagliare il prato o
portare i sacchetti della spesa. Le azioni quotidiane comportano l’uso dei
muscoli, proprio come per i neonati e i bambini.
Ma non è finita qui: l’HGH non solo comporta una maggiore crescita
muscolare, ma è anche associato a una maggiore densità ossea e alla
guarigione più rapida di ferite e lesioni. 17,18,19,20
In sintesi, il digiuno intermittente è senza dubbio il nostro superpotere
bruciagrassi. Ecco le principali conclusioni di questo capitolo:
Più volte abbiamo detto che l’iperinsulinemia può essere correlata alla
crescita dei tumori. Questa scoperta spiega perché alcuni tipi di cancro sono
collegati all’obesità (e ci ricorda anche quanto i livelli di insulina
cronicamente elevati siano dannosi). 58 Anche se non abbiamo ancora
ricerche significative che colleghino il digiuno alla prevenzione del cancro
negli esseri umani, nei ratti il digiuno aumenta la longevità del 15-20% e
riduce la proliferazione delle cellule tumorali del 65-90 %. 59 Speriamo di
ottenere presto questi risultati anche in studi sugli esseri umani.
E se il cancro è già stato diagnosticato? Quando il digiuno viene
utilizzato in combinazione con la terapia chemioterapica, gli studi hanno
dimostrato che le cellule tumorali non sono in grado di adattarsi e quindi,
non alimentate, muoiono, mentre le cellule sane del corpo ricevono benefici
protettivi dal digiuno. 60,61,62 Spero che il mio stile di vita basato sul digiuno
intermittente mi impedisca di sviluppare un cancro, ma, se dovessi
ammalarmi di un tumore, mi affiderei a un oncologo che abbia familiarità
con l’uso del digiuno da associare alla chemioterapia.
Il digiuno aumenta l’autofagia
Ho già accennato all’entusiasmo da parte del mondo dei DI quando nel
2016 Yoshinori Ohsumi ha vinto il Nobel per la Medicina per la sua
scoperta rivoluzionaria sui processi dell’autofagia, uno dei meccanismi
protettivi più incredibili che il nostro corpo ha inventato. D’un tratto questa
parola fino ad allora sconosciuta era sulla bocca di tutti.
Che cosa significa autofagia o autofagocitosi? Letteralmente significa
mangiare se stessi. 63 È un importante meccanismo cellulare che aiuta le
cellule a sopravvivere quando si trovano in situazioni di stress, come per
esempio la fame.
Per comprendere l’autofagia pensiamo al nostro corpo come a un
programma di upcycling altamente efficiente. L’upcycling è il processo
creativo di trasformazione di sottoprodotti, materiali di scarto e
apparentemente inutili in nuovi materiali o prodotti di qualità e di valore per
l’ambiente. 64 Questo è esattamente ciò che fa l’autofagia nel corpo:
trasforma i materiali di scarto in prodotti di qualità e di valore per
l’ambiente.
Noi insegnanti delle scuole primarie siamo dei riciclatori esperti! Infatti
siamo nati con l’istinto di trasformare gli scarti in oggetti di valore. Con
qualche vecchio pneumatico, dei barattoli vuoti di vernice e qualche
contenitore del latte sappiamo creare dei mobili alla moda. Da una scatola
di cereali tiriamo fuori un gioco da tavolo, oppure delle carte da gioco o
delle mensole per i libri. E il nostro corpo è proprio come noi insegnanti: è
nato con l’istinto di riciclare e trasformare. La spazzatura diventa un tesoro
in entrambi i casi.
Il nostro corpo usa l’autofagia per riciclare le cellule, o parti di esse, e le
utilizza come mattoni per costruire qualcosa di nuovo. Organelli
danneggiati? L’autofagia rimette in moto le loro parti! Agenti patogeni
intracellulari? L’autofagia corre in soccorso! Spazzatura cellulare in
circolo? Ci pensa l’autofagia!
Quando siamo a digiuno, l’autofagia aumenta per garantire la nostra
sopravvivenza in assenza di assunzione di cibo. 65
Mi piace pensare che, mentre io digiuno, ogni giorno il mio corpo si
occupa di raccogliere la spazzatura cellulare e di trasformarla in nuove parti
di me.
Ti sarà capitato di guardare un programma televisivo o di leggere un
articolo in cui si parla di persone che hanno perso tantissimi chili e si
ritrovano con una grande quantità di pelle in eccesso. Io ho perso 36 chili e
ora, ovviamente, ho bisogno di molta meno pelle, eppure non ho alcun
problema di pelle in eccesso. Dove è finita la mia pelle in più? Il dottor
Jason Fung afferma di non aver mai dovuto mandare nemmeno uno dei suoi
pazienti dal chirurgo plastico per un intervento di rimozione della pelle,
anche quando hanno perso più di 50 chili. 66 La sua teoria è che l’autofagia
scompone il vecchio tessuto cutaneo e lo riutilizza per costruire nuove parti
del corpo.
Ma l’autofagia è molto più di questo. L’ideale è fare in modo che il
processo di riciclaggio abbia luogo con una certa frequenza, proprio come
la natura vorrebbe. Quando per qualunque motivo ciò non avviene,
aumentano le probabilità di sviluppare tumori, patologie a carico del fegato,
invecchiamento precoce, sindrome metabolica o neurodegenerazione. 67,68
Personalmente voglio assicurarmi questi benefici tutti i giorni, tu no?
Quando avviene l’autofagia? Come puoi sapere se sta accadendo?
L’autofagia aumenta quando seguiamo quotidianamente uno stile di vita
improntato al digiuno intermittente, o dobbiamo digiunare per periodi di
tempo più lunghi per ottenere questi benefici?
Basta pensarci un attimo. Non avrebbe senso che il nostro corpo abbia
bisogno di digiuni prolungati per attivare il processo di pulizia cellulare.
Come ho sottolineato più volte nel capitolo precedente, il corpo umano è
costruito per avere un metabolismo flessibile. Nel passato i nostri antenati
erano cacciatori e raccoglitori, e trascorrevano periodi di tempo in cui erano
costretti a digiunare. Potevano contare sul meccanismo di chetosi per
nutrire il cervello e disporre quindi della lucidità e dell’energia necessarie
per andare alla ricerca di cibo. La flessibilità del loro metabolismo
consentiva loro sia di andare a caccia ogni giorno sia di affrontare i periodi
di magra.
Un aumento dell’autofagia fa parte di questo importante meccanismo di
adattamento ed è legato allo stato di chetosi. Tali processi si attivano
quando l’interruttore metabolico è acceso e il nostro corpo deve darsi da
fare per trovare il carburante. Immagina che da un po’ di tempo non vai al
supermercato, nevica e sei bloccato in casa con frigorifero e dispensa
praticamente vuoti… e hai fame! Devi ingegnarti e darti da fare con quel
poco che resta per mettere insieme un pasto. È quel che accade al nostro
corpo quando digiuniamo: cerca il carburante come e dove può (il che fa sì
che bruci i grassi ed entri in uno stato di chetosi) e va a recuperare ogni
mattone disponibile da riciclare e riutilizzare (e questo avviene grazie
all’accelerazione del processo di autofagia). Anche se chetosi e autofagia
sono due processi diversi, entrambi si attivano quando il corpo ha bisogno
di darsi da fare per procurarsi il carburante. 69,70,71
Può capitare di sentire dire che l’autofagia non si innesca prima di
ventiquattro o trentasei ore di digiuno: non è un’informazione completa.
Abbiamo detto che si entra in uno stato di chetosi quando il glicogeno
presente nel fegato è sceso a un livello sufficientemente basso da permettere
di bruciare i grassi. È vero che per arrivare lì ci si possono mettere anche
ventiquattro o trentasei ore (o anche di più), ma questo accade se si parte
con le riserve di glicogeno al massimo. Non dimentichiamo però che
quando il nostro corpo diventa flessibile dal punto di vista metabolico, le
riserve di glicogeno non sono mai al massimo. Possiamo raggiungere lo
stato di chetosi quotidianamente quando digiuniamo (può succedere dopo
dodici ore di digiuno, ma anche dopo sedici o venti, dipende da che cosa e
da quanto abbiamo mangiato, dal livello di attività fisica e anche dal
quantitativo di insulina in circolo nel corpo). E poiché sappiamo che
quando la chetosi aumenta, aumenta anche l’autofagia, puoi stare sicuro che
avrai tutti i benefici anche senza dover digiunare regolarmente per
ventiquattro-trentasei ore o di più. 72
È pur vero che se digiuni più a lungo, entrerai più profondamente in uno
stato di chetosi e sperimenterai livelli ancora più elevati di autofagia, ma
non è necessario. Fidati: il tuo corpo saprà trarre il massimo dal periodo di
digiuno quotidiano senza bisogno di prolungarlo, a meno che non sia tu a
decidere di digiunare più a lungo. Per maggiori informazioni vedi al
capitolo 7.
Ora che abbiamo visto alcuni degli straordinari benefici per la salute
legati al digiuno intermittente, è tempo di passare a un’altra importante
scoperta: il digiuno intermittente è collegato alla longevità. Vediamo come
nel prossimo capitolo.
3
Digiuno: fonte di eterna giovinezza?
IL digiuno non solo migliora la nostra salute grazie ai benefici che abbiamo
visto nel capitolo precedente: infatti gli scienziati riferiscono anche che il
digiuno, per gli esseri umani, comporta una serie di vantaggi correlati alla
longevità. Sebbene gran parte delle ricerche vengano svolte sugli animali,
molti risultati promettenti sono stati ottenuti da studi condotti sull’uomo. In
questo capitolo prenderemo in considerazione solo alcune delle ricerche più
all’avanguardia sul rapporto tra digiuno e longevità. Se ti interessa
approfondire l’argomento, ti consiglio di dare un’occhiata alla bibliografia.
Nel 2019 gli scienziati di Okinawa hanno pubblicato i risultati di una
ricerca rivoluzionaria in cui sono stati coinvolti esseri umani. 1
Quattro volontari si sono sottoposti a un digiuno di cinquantotto ore e i
ricercatori hanno prelevato campioni di sangue a intervalli precisi: dopo
dieci, trentaquattro e cinquantotto ore dall’inizio del digiuno, riscontrando
reazioni metaboliche interessanti, ovvero l’innalzamento di molti parametri.
Immagino le tue obiezioni e ti rispondo subito: sì, è vero, il numero dei
partecipanti era davvero ridotto, ma, sì, è comunque significativo (infatti
successivamente l’esperimento è stato ripetuto con un campione più
ampio). Ciò significa che dobbiamo digiunare per cinquantotto ore per
ottenere dei benefici? No. Gli stessi risultati sono stati osservati anche tra le
dieci e le trentaquattro ore dall’inizio del digiuno.
Perché questo studio è così significativo? Con il passare degli anni, i
livelli di molti metaboliti, che sono sostanze prodotte dal corpo come
risultato dei processi metabolici, tendono a diminuire. Osservare invece i
livelli dei metaboliti aumentare è insolito ed emozionante. Delle
quarantaquattro sostanze identificate, solo quattordici erano state già
precedentemente associate al digiuno. Questi metaboliti contribuiscono al
mantenimento della massa muscolare e anche all’attività antiossidante che
previene alcuni danni legati al processo di invecchiamento. Sbaglio o pare
proprio che abbiamo trovato una sorta di fonte dell’eterna giovinezza?
Ecco una citazione dalla relazione finale:
Butirrati
I butirrati sono acidi grassi a catena corta e comportano tutta una serie di
benefici per la salute, incluse (ma non solo) proprietà antinfiammatorie,
regolazione del sistema immunitario, prevenzione e trattamento
dell’insulino-resistenza. 2
La parte più esaltante della ricerca di Okinawa del 2019 è il fatto che non
è stata condotta su ratti o topi, ma su esseri umani. Non si tratta di effetti
ipotetici, sono gli effetti reali del digiuno, misurati dagli scienziati in
laboratorio. Attendiamo con ansia altre ricerche di questo tipo. Oltre a
quella di Okinawa, sono molti gli scienziati in ogni parte del mondo che
riportano nuove scoperte riguardo il digiuno in relazione alla longevità.
Ecco qualche esempio:
Quando invecchiamo, i mitocondri delle nostre cellule perdono la capacità
di processare l’energia in modo efficiente, e le conseguenze sono sia
l’invecchiamento stesso sia le malattie a esso correlate. Le nostre cellule
perdono anche la capacità di smaltire le cosiddette «proteine spazzatura»
e ciò può portare all’accumulo di proteine in eccesso che agevolano lo
sviluppo di malattie come la SLA (sclerosi laterale amiotrofica) e
l’Alzheimer. Nel 2017, i ricercatori dell’Università di Harvard hanno
stabilito che sia l’esercizio fisico sia il digiuno (anche per brevi periodi)
migliorano la capacità delle cellule di smaltire alcune di queste proteine
tossiche, potenziando la funzione delle nostre reti micondriali. 7 Ciò
dovrebbe ridurre la probabilità di sviluppare malattie legate all’età,
aumentando la longevità. Uno degli scienziati coinvolti in questa ricerca
ha definito il processo come «aspirapolvere cellulare» e a me piace molto
immaginare il mio corpo intento ad aspirare la spazzatura durante il mio
digiuno quotidiano!
Come ben sappiamo, invecchiando diventiamo più suscettibili alle
malattie cardiovascolari. L’invecchiamento vascolare gioca un ruolo
significativo in questo processo, poiché i vasi sanguigni diventano fragili e
più soggetti ai danni nel tempo. Nel 2018, i ricercatori della Georgia State
University hanno identificato una molecola con effetti antinvecchiamento
sul sistema vascolare. 8 Hanno scoperto che una delle molecole che il
corpo produce durante il digiuno (beta idrossibutirrato o BHB) promuove
la divisione cellulare e previene l’invecchiamento all’interno dei vasi
sanguigni e dei vasi linfatici. Ritengono che questo possa aiutarci a
mantenere giovani e sani i nostri vasi sanguigni. Non è fantastico?
Con l’avanzare dell’età, le cellule staminali intestinali perdono le loro
capacità rigenerative e l’intestino impiega più tempo a riprendersi da
infezioni o lesioni. I biologi del MIT hanno scoperto che un digiuno di
ventiquattro ore può bastare per invertire la perdita della funzione delle
cellule staminali intestinali correlata all’età. 9 In questo studio del 2018, è
stato dimostrato che «il digiuno innesca un interruttore metabolico nelle
cellule staminali intestinali, che le induce a passare dall’utilizzare
carboidrati a bruciare grassi». Come risultato dei cambiamenti metabolici,
è stata notata una migliore funzionalità e capacità di rigenerazione
cellulare. Sebbene non possa dare un’occhiata all’interno del tratto
intestinale, a me piace molto l’idea che il rivestimento del mio intestino sia
giovane e forte.
Nel 2018, i ricercatori hanno effettuato una revisione completa della
letteratura scientifica sul digiuno. 10 Una simile revisione è davvero
importante, perché gli scienziati, esaminando tutti gli studi precedenti,
tratteggiano un quadro generale completo di ciò che la ricerca ci sta
mostrando nel complesso. Nel loro rapporto finale, hanno esaminato sia
l’alimentazione limitata nel tempo (l’approccio «finestra alimentare») sia le
varie strategie di digiuno a giorni alterni (lo schema un giorno «sì» e uno
«no»). (Maggiori informazioni nei capitoli successivi.) Nella loro analisi,
spiegano come il digiuno consenta al corpo di passare dal bruciare
glucosio per produrre energia all’ottenere energia dagli acidi grassi e dai
loro sottoprodotti, i chetoni. Inoltre, i ricercatori riferiscono che il digiuno
«può ottimizzare il funzionamento fisiologico, migliorare le prestazioni e
rallentare i processi d’invecchiamento e l’insorgere di malattie».
Nel 2018, gli scienziati del National Institute on Aging hanno sottoposto
alcuni topi a due diete distinte (ovvero hanno alimentato i due gruppi con
una dieta per topi appositamente studiata) e ogni gruppo è stato diviso in
sottogruppi basati su modelli alimentari diversi. 11 Un sottogruppo poteva
mangiare ventiquattro ore su ventiquattro, un altro riceveva lo stesso tipo
di cibo ma solo il 70% della quantità totale (quindi con una restrizione del
30% delle calorie) e il terzo gruppo riceveva un solo pasto contenente lo
stesso numero di calorie assunte dal gruppo di topi nutrito ventiquattro
ore su ventiquattro. I ricercatori hanno scoperto che «la salute e la
longevità migliorano con l’aumento dell’intervallo di digiuno,
indipendentemente da ciò che i topi mangiano o da quante calorie
assumono». Questo è molto interessante, perché la differenza non stava
negli alimenti o nella restrizione calorica; la differenza stava solo
nell’intervallo di digiuno più o meno lungo. I topi che assumevano un solo
pasto al giorno, quindi con l’intervallo di tempo più lungo fra un pasto e
l’altro, «mostravano una maggiore longevità ed erano in migliori
condizioni per quanto riguardava le malattie del fegato legate
all’invecchiamento e ai problemi del metabolismo». Certo, si trattava di
topi, ma i ricercatori sperano di estendere presto questo tipo di ricerche
ad altri animali e infine agli esseri umani.
Potrei continuare ancora a lungo, ma mi fermo qua nella speranza che
questo breve riassunto sia sufficiente a convincerti che la ricerca sul digiuno
e la longevità è molto promettente e interessante.
In questi primi tre capitoli ti ho spiegato perché scegliere il digiuno
intermittente come stile di vita:
Ora che hai compreso il «perché», immagino che non vedrai l’ora di
scoprire il «come»: come mettere a punto il tuo personale piano di digiuno
intermittente che ti aiuterà a raggiungere alcuni degli obiettivi più
importanti di cui abbiamo parlato nel primo capitolo. (La maggior parte di
noi inizia a praticare il digiuno intermittente per perdere peso, e
successivamente continua a farlo per mantenersi in salute, quindi nelle
prossime pagine metteremo a punto un piano che aiuti a fare entrambe le
cose!) Continua a leggere per scoprire tutto quello che devi sapere per
entrare a fare parte del club dei DI!
4
La magia sta nel digiuno pulito!
Una volta che gli obiettivi sono chiari, capire come raggiungerli è
semplice.
Vediamo nel dettaglio questi tre obiettivi per imparare come tradurli in
pratica nel digiuno pulito. Dopodiché saprai tutto quello che ti serve per
seguire il digiuno in modo efficace.
UNA volta compresi i motivi che rendono tanto importante il digiuno pulito,
è importante sapere cosa fare per attenervisi in modo rigoroso. Lo vedremo
in questo capitolo.
Come sai, sono un’ex insegnante, perciò nella nostra lezione sul digiuno
ho incluso diverse strategie così che ognuno trovi quella che gli è più
congeniale.
Se sei una persona che non fa fatica a seguire le regole, il «cocco della
maestra», ecco a te una tabella che ti dice quello che puoi e non puoi
assumere durante il digiuno.
Qualsiasi tè in foglie (tè nero, tè verde eccetera; solo varietà non aromatizzate, sfuse o in bustina)
Come ho già detto, i sapori amari vanno bene durante il digiuno e il tè è fra
questi. Controlla gli ingredienti e scegli una varietà in cui l’unico
ingrediente sia il tè. Qualsiasi tè sia presente nella colonna dei «sì» proviene
dalla pianta Camellia sinensis e le varietà includono tè nero, tè verde, tè
bianco, tè oolong e tè pu-erh.
Perché il tè è un’ottima scelta? Il tè regala numerosi benefici per la
salute e i composti presenti nel tè (e in particolare nel tè verde) sono
collegati a un aumento dell’autofagia. 5
Acque aromatizzate
Bibite dietetiche
Il nostro obiettivo è evitare qualsiasi cosa abbia un sapore anche solo simile
al cibo durante il digiuno, quindi tieniti alla larga da tutti i prodotti che
contengono aromi naturali o artificiali fra gli ingredienti.
C’è un motivo che rende gli aromi naturali o artificiali così problematici:
l’industria alimentare nasconde ogni sorta di sostanza dietro la definizione
di aromi naturali o artificiali. Non abbiamo letteralmente idea di che cosa
potrebbero contenere. Conserva gli aromi per quando avrai finito il digiuno,
in quella finestra temporale ne potrai assumere quanti ne vuoi.
Vale quello che ho detto poco fa, ovvero sapore dolce = rilascio di insulina.
Non farti ingannare dall’ultimo ritrovato in materia di dolcificante (e più il
digiuno diventerà un’abitudine diffusa, più l’industria alimentare inventerà
nuovi preparati), se una cosa è dolce, non può essere inclusa nel digiuno.
La scritta ZERO RISPOSTA GLICEMICA che talvolta accompagna i
dolcificanti può indurci a credere che quel prodotto sia consentito durante il
digiuno. Ma attenzione: la risposta glicemica indica un innalzamento del
livello degli zuccheri nel sangue, noi però vogliamo evitare il rilascio di
insulina, e non è la stessa cosa.
Rientrano a pieno titolo nei dolci quindi nella categoria di prodotti che
provocano il rilascio di insulina. Non esistono caramelle o chewing gum in
commercio che siano consentiti durante il digiuno pulito perché tutti
contengono dolcificanti o aromatizzanti.
Aromi simili a cibo di qualsiasi tipo (succhi di frutta, aromi di frutta eccetera)
Come ho già detto, i sapori simili al cibo inducono il cervello a pensare che
il cibo sia in arrivo. Infinite sono le possibilità e qui ne nomino solo alcune:
spicchi di limone, fette di cetriolo, aceto di mele, succo di sottaceti, foglie
di menta, spezie e anche l’acido citrico, che aggiunge un sapore piccante. In
conclusione: durante il digiuno evita qualunque cosa abbia anche solo il
sapore di un cibo.
Come ricorderai, l’obiettivo numero due del digiuno è attingere alle riserve
di grasso per produrre energia. Per questa ragione bisogna evitare di
assumere grassi di qualunque tipo durante il digiuno. Ingerire grassi
impedisce di attingere alle riserve già esistenti, ovvero al tuo grasso in
eccesso.
Panna, creme, latte o sostituti del latte (in qualsiasi quantità o di qualunque tipo)
Riflettiamo. Che cos’è il latte? È il cibo perfetto che la natura ha creato per
nutrire i mammiferi neonati durante il periodo della massima fase di
crescita.
Assomiglia in qualche modo al digiuno? No, è proprio un cibo.
Non esiste alcun tipo di crema, panna o latte che si può assumere durante
il digiuno. Non importa se si tratta di latte di origine animale o «latte» di
origine vegetale. Evita tutto ciò che è latte o sostituto del latte.
Vitamine e integratori
Angie Stark
Prima di scoprire il digiuno pulito, facevo molta fatica a digiunare per 16 ore
di seguito. Quando ho scoperto che il chewing gum non è contemplato nel
digiuno puro, ho capito perché. Adesso mi sembra ovvio, ma al tempo non ne
avevo idea. Comunque da quando ho smesso di masticare gomme durante le
ore di digiuno, non ho più avuto problemi.
Justin Claypool
Per un lungo periodo di tempo ho praticato quello che pensavo fosse il
digiuno intermittente. Avevo sostituito la colazione con il caffè addizionato di
grassi e chetoni, poi all’interno di una finestra di quattro sole ore mangiavo i cibi
solidi. Dopo aver bevuto il caffè avevo fame per il resto della giornata. Finché un
bel giorno ho letto del digiuno pulito e mi sono reso conto che il mio non era
affatto così. Ho cominciato a bere il caffè nero senza aggiunta di zuccheri o
dolcificanti e ho eliminato l’acqua aromatizzata. Non solo ho superato la fase di
plateau nella quale ero bloccato da tempo, ma ho anche smesso di soffrire la
fame, ho notato miglioramenti a livello cutaneo e ho sperimentato diversi
benefici di cui parlano spesso i DI.
Stephanie Riggins
Per mesi ho seguito un programma di digiuno intermittente ma non riuscivo a
perdere peso. Finché un giorno ho scoperto che bere un frullato di proteine al
mattino non rientra nel digiuno pulito. Pensavo che digiunare significasse non
mangiare cibi solidi! Ho abbandonato il frullato e ho cominciato a digiunare in
modo rigoroso da mezzogiorno alle otto di sera, non ho modificato nessun’altra
abitudine, e mangio quello che voglio nella mia finestra alimentare senza
privarmi di nulla. Risultato: ho perso quasi 23 chili in sette mesi. È una magia!
Noreen Barrese
Io sono partita dalla fine. Ho iniziato con il digiuno pulito sin dal primo giorno
e mi sono stupita perché non ho mai sofferto la fame, mai stata di malumore o
avuto tremori. Dopo 82 giorni di digiuno pulito, ho aggiunto la panna al mio caffè
aromatizzato preferito. La prima cosa che ho notato è che non mi sembrava più
così buono come ricordavo. Non avevo ancora finito di bere la prima tazza che
già tremavo, mi sentivo debole e avevo una fame da lupo. Dovevo mangiare e
subito! Di solito interrompo il digiuno mangiando qualche noce, del formaggio o
della frutta e l’appetito è normale. Il digiuno «sporco» interrotto dal caffè
zuccherato o aromatizzato non fa per me.
Carrie
Quando ho iniziato con il digiuno intermittente, come prima cosa al mattino
bevevo un drink «salutare» abbastanza famoso perché veniva pubblicizzato
come adatto al digiuno. Stranamente però non perdevo peso. Dopo qualche
settimana, quando mi sono resa conto che di fatto non stavo digiunando, ho
deciso di non berlo più. A quel punto non solo ho cominciato a perdere peso,
ma anche digiunare è diventato molto più facile, e ho anche risparmiato un
sacco di soldi!
Kim (Louisiana)
Al principio ho seguito un digiuno non rigoroso. Avevo sempre fame, passavo
il tempo a guardare l’orologio in attesa del momento in cui avrei potuto
mangiare. Una volta che ho adottato il digiuno pulito, tutto è diventato più
semplice.
Kim T. (Illinois)
Sono dipendente dai dolci, soprattutto dal cioccolato, ma da quando seguo il
digiuno pulito non sento il bisogno di dolci come mi accadeva prima. I miei
numerosi tentativi di seguire una dieta sana sono sempre falliti a causa dei
dolci. Con questo nuovo stile di vita, mangio qualche dolce ogni tanto, ma per la
maggior parte del tempo riesco a tenere dritto il timone. Prima di conoscere il
digiuno pulito, saltavo i pasti ma mi sentivo attratta dal cioccolato come una
falena dalla luce, non avevo autocontrollo.
Melinda Roman
Quando aggiungevo la panna o il dolcificante al caffè non riuscivo proprio a
digiunare. Dovevo sempre trovare mille modi per tenermi occupata e non
cedere alla fame. Una volta smesso di usarli, sono riuscita a digiunare senza
problemi e a vivere la mia vita normalmente. Ora non sono più impegnata nel
tentativo di distrarmi dal cibo, al contrario devo ricordarmi di mangiare. Adesso
ho il pieno controllo della situazione. E fa una grandissima differenza.
Rachel Lee
Prima di scoprire il digiuno pulito contavo le ore che mi separavano dal pasto
successivo. La fame mi divorava. Pensavo che bevendo drink non zuccherati
avrei ingannato il mio stomaco, ma in realtà peggioravo solo la situazione. Da
quando ho scoperto il digiuno pulito, riesco persino a dimenticare che sto
digiunando. Faccio le mie cose senza essere continuamente disturbata dal mio
stomaco che reclama cibo. Certo, mi viene fame, ma non è insopportabile e
dopo un po’ passa.
Syd Crouch
Quando ho adottato il digiuno intermittente bevevo ancora il caffè con la
panna perché sui social molti gruppi di DI sostenevano che era concessa.
Tuttavia non riuscivo a capire perché non ero in grado di ottenere risultati in
termini di autofagia, energia e perdita di peso. Poi ho conosciuto Gin e ho
iniziato il digiuno pulito. È stato come passare dal giorno alla notte. La cicatrice
del parto cesareo è scomparsa, non ho più avuto fame nelle ore di digiuno e ho
perso i chili di troppo. Il solo modo per raggiungere rapidi risultati è il digiuno
pulito!
Natalie du Toit
Ho iniziato a digiunare il 19 settembre 2019 per perdere peso e ritrovare
l’energia. Avevo letto del digiuno pulito, ma non riuscivo proprio a mandare giù il
caffè nero perciò aggiungevo un po’ di stevia per smorzare l’amaro. Dopo due
settimane di digiuno (sporco), non notavo alcun miglioramento e a quel punto
mi sono informata sull’importanza del digiuno fatto in modo rigoroso. L’ho
intrapreso dal giorno dopo. Molto presto ho notato una perdita di peso (prima mi
pesavo ma quando i vestiti mi sono diventati larghi ho smesso di farlo) e ho
registrato qualche miglioramento nelle mie condizioni di salute, come per
esempio un neo molto scuro che avevo sul viso si è schiarito al punto che è
quasi diventato invisibile. E ogni giorno che passa sento di avere sempre più
energia.
Lynn
Durante i primi mesi di digiuno facevo molta attenzione e bevevo solo caffè
nero amaro, tè verde e acqua. Dopo circa un anno ho cambiato lavoro e ho
cominciato a comprare del tè verde in bottiglia da bere mentre ero in ufficio. In
breve digiunare è diventato molto difficile finché ho scoperto che quel tè verde
conteneva anche dell’acido ascorbico (vitamina C). Allora ho deciso di
prepararmi il tè verde a casa e a quel punto digiunare è tornato a essere
semplice.
Diani Maldonado
Il digiuno pulito fa la differenza: è semplicemente più semplice. Nel momento
in cui decido di bere qualcosa di aromatizzato mi viene subito fame, anche se
contiene zero calorie.
Eddie D. Friedman
Sono venuto a conoscenza del digiuno intermittente decenni fa. L’ho seguito
a fasi alterne per qualche tempo. Tre anni fa, quando volevo inserire il digiuno
nel mio stile di vita per motivi di salute e per mantenere il peso ideale, mi sono
imbattuto in Gin. Avevo letto numerosi libri sull’argomento e mi consideravo ben
informato. Oltre all’approccio da insegnante, al suo modo divertente, concreto e
semplice di spiegare le cose, che la distingue dallo stile asciutto ed
eccessivamente tecnico di alcune autorità in materia, Gin offriva una «regola»
davvero unica: il digiuno pulito.
Per anni avevo preso per buona la teoria secondo la quale certe sostanze o
un apporto calorico limitato (per esempio, zero calorie nelle bevande
zuccherate, oppure <50 calorie di qualsiasi cosa) sono «ammesse» e non
interrompono i processi fisiologici benefici del digiuno. Quindi credevo,
erroneamente, che il caffè con la stevia mi aiutasse a resistere.
Gin mi ha spiegato che «se mangi non stai digiunando» e mi ha convinto ad
abbracciare il digiuno pulito. Sono passati tre anni e non tornerei mai più
indietro. Benché sembri contraddittorio, non assumere nulla di calorico o dolce
o che stimoli la fame rende l’attenersi al digiuno più facile che consumare un
piccolo spuntino nel mezzo del digiuno.
Alcuni esperti «consentono» di consumare piccole porzioni di cibi ricchi di
grassi come brodo di ossa, durante il digiuno. Nella mia esperienza, il digiuno
pulito di Gin vince.
Da quando ho imparato a conoscere e seguire il programma di Gin, i miei
digiuni sono più facili, mi riempiono di energia e mi mettono di buon umore, mi
fanno sentire… purificato e rigenerato!
Kimberly Baltunis
Seguivo il digiuno intermittente dal 2012 sulla base di un programma che
concedeva una bustina di stevia nel caffè e una bibita dietetica al dì. Alcuni
giorni ero costretta a fare colazione e a interrompere il digiuno a causa di una
sensazione di tremito e nausea. Un amico mi ha parlato del programma di Gin
nel luglio del 2019 e sin da subito seguendo l’approccio del digiuno pulito non
ho avuto problemi di zucchero nel sangue, assolutamente niente nausea e non
ho avuto bisogno di mangiare durante il digiuno o di interromperlo a causa di un
dolcificante. Quindi, in poche parole, il digiuno pulito consente di digiunare ogni
giorno per molte ore, rendendolo un’esperienza complessivamente migliore di
quanto avessi mai fatto fino a quel momento.
Gabrielle Bryen
Ero schiava del caffè macchiato, con così tanto latte da farlo sembrare
letteralmente bianco. Tuttavia, ero fiera di me stessa perché non ci aggiungevo
dolcificanti. Quelli li usavo quando bevevo un espresso. Non immaginavo
nemmeno di riuscire a bere il caffè nero. Perdevo e riprendevo sempre gli stessi
chili, ero disperata. Ero stufa di non entrare più nei vestiti, di avere dolori
articolari e una inestetica pancia. Mi sentivo vecchia.
Per caso sono incappata nel programma di Gin. Smettere da un momento
all’altro di bere il caffè è stata la sfida più difficile da superare. Ma ci sono
riuscita. Due chili e mezzo sono diventati rapidamente cinque e poi venti. Li ho
persi in sei mesi! Ero senza parole. Non avevo idea che la mia bevanda
preferita facesse schizzare l’insulina alle stelle. Non c’è da sorprendersi se non
perdevo peso. Ora finalmente riesco a tenere testa ai miei due gemelli che
hanno nove anni e pur essendo una mamma non giovanissima (ho
cinquant’anni) non mi scambiano più per la loro nonna. Sono una fiera
ambasciatrice del digiuno pulito.
Michelle Chlan
Prima che iniziassi a seguire il programma di digiuno pulito, gli schemi 18/6 e
16/8 erano la normalità quotidiana per me. Ma quando ho smesso di bere
l’acqua gasata aromatizzata e il caffè con la panna, sono riuscita a passare allo
schema 20/4 senza alcuna difficoltà, e anche ad accorciare la finestra e persino
a passare al digiuno a giorni alterni (ADF). Se non avessi capito l’importanza
del digiuno pulito, non ci sarei mai riuscita. La differenza sulla bilancia non è
molto evidente, si aggira intorno ai due o tre chili, ma sotto tutti gli altri punti di
vista non c’è paragone ed è ciò che conta.
Mary Pat
Il digiuno pulito ha fatto la differenza sia nell’ottimizzazione della mia salute
(obiettivo primario) sia nella perdita di peso (un piacevole effetto collaterale).
Carrie Hague
Il digiuno pulito è davvero la chiave del digiuno intermittente. Sin dal primo
giorno sono stata rigorosa nel metterlo in pratica ma mi ci sono volute diverse
settimane per capirne fino in fondo l’importanza. Nelle prime due settimane
bevevo un caffè confezionato pensando che fosse consentito. Seguiva le
regole, non era aromatizzato e io non ci aggiungevo nulla. Notavo però che
mezz’ora dopo averlo bevuto morivo di fame. Poi ho scoperto che fra gli
ingredienti c’era l’acido citrico. Ho smesso subito e da quel momento ho
cominciato a leggere attentamente le etichette e l’elenco degli ingredienti. E non
mi sono più sentita in quel modo. Ho perso sei chili e mezzo in sette settimane.
J. Holtz
Credevo che caffè, tè e acqua fossero consentiti nel digiuno pulito, e sapevo
che alcuni esperti permettono di assumere cinquanta calorie di panna o brodo
di ossa.
Dopo due settimane avevo perso tre chili, bevendo caffè nero aromatizzato e
tè aromatizzato non zuccherato. Fra un mal di testa e un attacco di fame, ero
decisa a resistere.
Poi ho saputo del programma di digiuno intermittente di Gin, è stato subito
dopo aver recuperato in parte i primi tre chili che avevo perso. Così sono
passata al caffè nero, al tè verde deteinato e ho perso altri quattro chili e mezzo
in due settimane. Senza mal di testa o attacchi di fame come mi accadeva
prima con le bevande aromatizzate.
Da allora seguo il digiuno pulito. Grazie Gin!
Temple BoClair
Dopo quarant’anni di diete e di effetto yo-yo, avevo sviluppato una certa
resistenza all’insulina.
Prima di conoscere il programma di Gin, nel giugno del 2019, ero stata ligia
al digiuno secondo lo schema 16/8 per due anni e mezzo, e ne andavo fiera.
Durante le mie sedici ore quotidiane di digiuno bevevo almeno due litri di acqua.
Oltre a questo mi concedevo gomme da masticare senza zucchero, caramelle e
mentine, acqua calda con il limone o con l’aceto di mele, caffè con olio MTC e
burro irlandese, o caffè con tre cucchiaini di panna e stevia. Dopo il primo mese
e i primi quattro chili e mezzo non ho più perso un grammo. Lo so con certezza
perché controllavo ossessivamente il peso su una bilancia digitale che avevo
comprato apposta.
Il 12 giugno 2019 ho iniziato a leggere il libro di Gin Stephens dove viene
chiaramente dichiarato il superpotere del digiuno pulito, senza concessioni e…
eureka! Ho finalmente capito il motivo della mia esperienza fallimentare con il
digiuno intermittente. Avevo violato la prima regola: il digiuno deve essere
assolutamente rigoroso!
Mangiando cibi senza calorie, senza zucchero e senza carboidrati durante il
digiuno avevo inconsapevolmente stimolato il rilascio di insulina, bloccando ogni
possibile beneficio o progresso.
Da quel momento in poi, ho digiunato in modo rigoroso per 133 giorni, ho
perso quasi sette chili e sono scesa di tre taglie. Non ho mai bevuto altro che
acqua naturale, caffè nero e acqua minerale gasata. Per me il digiuno pulito è
semplicemente una verità innegabile e incontrastabile.
Tetesa Baker
Ho cominciato a digiunare ogni giorno seguendo lo schema 16/8. Non ho
cambiato la mia dieta, volevo solo concentrarmi sul digiuno affinché diventasse
un’abitudine. Mi piaceva. Continuavo a mettere la panna nel caffè e a masticare
gomme tutti i giorni. Ho letto un articolo in cui si diceva che quello era chiamato
digiuno «sporco», mi andava bene. Avevo perso peso? Sì! Facevo fatica? Sì,
avevo sempre fame! Ma quando ho saputo del programma di Gin e del digiuno
pulito, tutto è cambiato. Non sapevo che le mie abitudini non facevano altro che
stimolare la produzione di insulina. Da quel giorno digiunare è diventato più
semplice. Sono riuscita a digiunare più a lungo, il mio appetito è diminuito e il
mio rapporto con il cibo è cambiato per sempre.
Margo Kohlhoff
Quando ho iniziato il digiuno intermittente, lo facevo di testa mia seguendo
solo l’idea di non mangiare per tot ore e poi mangiare per tot ore. All’epoca non
avevo letto alcun libro né fatto ricerche, ma pensavo che sarebbe stato facile.
Ho perso qualche chilo seguendo un digiuno «sporco» in cui bevevo acqua
aromatizzata, tè con un po’ di stevia, o qualche altra bevanda a zero calorie, ma
era sempre una lotta arrivare alla fine della giornata. Non vedevo l’ora che si
aprisse la mia finestra alimentare per poter mangiare! Dopo aver letto il primo
libro di Gin, ho capito che il motivo per cui era così difficile per me digiunare
tutto il giorno era perché non stavo davvero digiunando. Sì, non stavo
mangiando, ma non stavo digiunando in modo rigoroso. Allora sono passata al
digiuno pulito in cui bevevo sola acqua naturale o gasata (non sono amante del
caffè, quindi non avevo quell’ostacolo da superare), e a un tratto è diventato
molto più facile trascorrere l’intera giornata senza i morsi della fame. Non
dovevo stringere i denti per arrivare al momento in cui potevo finalmente
mangiare e non pensavo al cibo in modo ossessivo. Una volta iniziato il digiuno
pulito, perdevo peso facilmente e l’ago della bilancia non andava su e giù,
nessun effetto yo-yo.
Marie McElroy
Quando ho adottato il digiuno intermittente, ho continuato a bere caffè
aromatizzato (non zuccherato) pensando che non avesse importanza. Ero già
abbastanza in forma e avevo solo pochi chili da perdere. Ero convinta di non
essere come quelle persone che hanno bisogno di cambiamenti drastici. Ma
dopo alcuni mesi, ho deciso di seguire il consiglio di Gin e di farlo per bene!
Seguo il digiuno pulito da mesi e vedo la differenza. Mi sento meglio, pelle e
capelli hanno un aspetto migliore e posso dire che nel complesso il mio corpo
funziona davvero bene. A sessantasette anni ho raggiunto il mio peso ideale,
mangio il dessert quando voglio e sono molto più attiva della maggior parte
delle persone della mia età o anche più giovani di me. Il digiuno pulito fa
davvero la differenza!
Linnea Murray
Ho seguito un programma di digiuno intermittente per sei anni prima di venire
a conoscenza del digiuno pulito. Da quel momento digiunare è diventato molto
più facile! Bevo solo acqua fra un pasto e l’altro e non ho mai avuto alcun
problema.
Sarah Adams
Seguivo il digiuno pulito da mesi, ma ancora non riuscivo a bere il caffè nero.
Tutti mi dicevano che alla fine ci sarei riuscita perciò continuavo a provare
cambiando marca, tipo di miscela, tostatura… Infine ho trovato un buonissimo
caffè già pronto (nero e non zuccherato, almeno così diceva l’etichetta) in un
negozio di alimentari. Finalmente! Tre settimane dopo ho cominciato a
scambiare messaggi con le mie amiche DI perché non riuscivo a digiunare per
più di quattordici ore al giorno perché ero troppo affamata. Abbiamo preso in
esame tutti i prodotti che consumavo e letto le etichette degli ingredienti. Be’,
hai presente quel buonissimo caffè «nero e non zuccherato» che bevevo da tre
settimane? Fra gli ingredienti c’era scritto «aromi naturali» e questo significa
digiuno «sporco»! Ho smesso immediatamente di berlo e ho ripreso il digiuno
intermittente secondo i miei vecchi schemi. Lascia che ti dia un consiglio: leggi
sempre gli ingredienti.
Sheri (Alabama)
Quando ho approcciato il digiuno intermittente per la prima volta nel 2015 era
opinione comune che si potessero usare dolcificanti e aromi non calorici
durante il digiuno. Bevevo il caffè con stevia e bevande aromatizzate a zero
calorie.
Nonostante perdessi peso, facevo molta fatica a raggiungere le sedici ore
ogni giorno. Raggiungere le diciannove di digiuno era impossibile. Venti mesi
dopo ho scoperto il programma di Gin e ho adottato il metodo del digiuno pulito.
Pazzesco! Non solo non ho più fatto fatica a resistere, ma non dovevo
limitare il numero di calorie durante il pasto e anche la tendenza a riprendere
qualche chilo, che aveva cominciato a manifestarsi, si è invertita. Dopo l’inizio
del digiuno pulito ho dovuto effettivamente passare attraverso il processo di
adattamento, il che conferma che quando non digiuniamo in modo rigoroso non
ci adattiamo. Dopo dieci settimane di digiuno pulito, ho smesso di riprendere
peso e ho cominciato a perdere parecchi altri chili.
Nel corso dell’anno successivo ho assistito a cambiamenti sorprendenti nel
mio corpo. Anche se il mio peso è rimasto lo stesso, sono passata dall’avere un
corpo morbido e spugnoso allo sfoggiare un corpo sodo e magro. Il digiuno
pulito consente al corpo di aumentare i livelli dell’ormone della crescita e anche
l’autofagia. A quarantasei anni sono in forma come non sono mai stata nel
corso di tutta la mia vita adulta.
Il digiuno pulito fa davvero la differenza.
Debbie (Arizona)
Digiunavo in modo rigoroso da alcuni mesi ed ero sorpresa nel constatare
com’era facile stare tutto il giorno senza mangiare. Tuttavia al mattino facevo
fatica ad abituarmi al gusto amaro del caffè nero, quindi un giorno ho provato ad
aggiungerci un pizzico di cannella, finocchio e anice. Ero contenta perché
finalmente potevo bere una tazza di caffè meno amara ma senza aromatizzanti.
Così ho iniziato a usare le spezie ogni giorno. A poco a poco, facevo sempre
più fatica a digiunare per tutta la giornata, al punto che alla fine è diventato
intollerabile. Mi chiedevo che cosa diavolo fosse successo, prima era così
facile! E poi un giorno ho capito. Ho fatto una prova e ho smesso di aggiungere
le spezie al caffè, e indovina un po’? Sono tornata digiunare senza problemi.
Sorprendente! Grazie mille, Gin, per essere sempre stata irremovibile nel
sostenere che la sola forma di digiuno è il digiuno pulito. È una forza e fa una
differenza enorme.
Jennifer Stoffer
Il digiuno pulito fa tutta la differenza. Ti senti bene e quando infine si apre la
finestra alimentare non hai l’ansia di ingozzarti. Aiuta la concentrazione e ti evita
il calo di energia tipico del dopo pranzo e del tardo pomeriggio. Il digiuno pulito
mi ha aiutato moltissimo nel mantenere questo nuovo stile di vita. Non avevo
mai bevuto il caffè nero e amaro, ma adesso lo preferisco a tutte le altre
varianti.
Tracy Bratton
Un anno prima di scoprire il digiuno pulito, avevo cominciato il digiuno
intermittente «sporco». Non ce la facevo. Bevevo caffè con l’aggiunta di panna
e diet soda dalla mattina alla sera, poi di notte mi abbuffavo. Facevo fatica a
digiunare per molte ore di seguito perché soffrivo di mal di testa, crampi per la
fame ed ero sempre di cattivo umore. Così dopo qualche settimana ho
abbandonato. Dopo aver letto il libro di Gin e aver scoperto il digiuno pulito, mi
sono ripromessa di digiunare in modo rigoroso per sedici o ventiquattro ore di
fila. Non mi sono mai sentita meglio e ho perso dieci chili dal 20 maggio. Il
digiuno intermittente è molto più semplice e meno stressante per il corpo se lo
si fa in maniera rigorosa. (Mi ci è voluto un po’ per abituarmi al caffè nero. Ora
mi sento veramente adulta.)
Danna (Svezia)
Sin da quando avevo diciassette anni ho sempre saltato la colazione e il
pranzo. Tuttavia masticavo gomme di continuo, bevevo soda, e facevo uso di
gocce per la tosse. Il mio aumento di peso era costante e sono arrivata a
pesare quasi centodieci chili, anche nei periodi in cui assumevo meno di 500
calorie. Un’amica mi disse che aveva perso peso mangiando una sola volta al
giorno e non capivo perché io invece continuavo a ingrassare facendo la stessa
cosa. Ho cominciato a informarmi e ho scoperto Gin e il suo programma di
digiuno pulito. A oggi ho perso oltre quindici chili e osservare il digiuno non mi
costa fatica.
Sono storie interessanti, non trovi? Ora che hai compreso l’importanza
del digiuno pulito, è tempo di esplorare alcuni degli approcci più comuni al
digiuno intermittente.
6
Consumo di cibo a tempo limitato: la «finestra alimentare»
UNO dei metodi di digiuno intermittente più comuni è quello che in termini
scientifici è detto consumo a tempo limitato, mentre nella community dei
DI viene più familiarmente chiamato «finestra alimentare».
Come funziona il consumo di cibo a tempo limitato o finestra
alimentare? Semplice! Non devi fare altro che contare le ore! Decidi la
durata della finestra entro la quale ti è concesso mangiare e tutto quello che
consumi deve rientrare in quella finestra di tempo. In quelle ore, scegli gli
alimenti che fanno bene al tuo corpo e che ti fanno sentire bene. (Vedremo
come fare queste scelte nella seconda parte del libro.) Durante le ore di
digiuno pulito, devi seguire le linee guida che abbiamo visto nei due
capitoli precedenti.
Ogni giorno, la tua finestra si apre con il primo boccone o il primo sorso
di un alimento non elencato fra quelli concessi durante il digiuno pulito.
Una volta che la finestra alimentare si apre, puoi mangiare o bere quello che
preferisci. Finito di mangiare l’ultimo morso o di bere l’ultimo sorso, la
finestra si chiude per quel giorno e inizia il digiuno. Chiaro?
In molti si chiedono: devo mangiare di continuo all’interno della finestra
alimentare? La risposta è no. In quel lasso di tempo hai la possibilità di
mangiare o bere, ma non significa che tu debba farlo di continuo (e non ti
farebbe nemmeno bene). Non preoccuparti di questo adesso, vedremo poi
che cosa è meglio scegliere e in quali quantità.
Quando prenderai in considerazione le varie opzioni disponibili per
configurare la tua finestra alimentare, potresti sentirti confuso dalle
abbreviazioni: 16/8, 19/5, 23/1, OMAD. Quali sono le differenze e che cosa
significano tutti questi numeri e sigle?
In un giorno ci sono ventiquattro ore, parte delle quali saranno dedicate
al digiuno mentre un’altra parte, più piccola, sarà dedicata al tuo
«banchetto». Quindi, se segui un protocollo 16/8, significa che digiuni per
sedici ore al giorno e mangi durante un periodo di otto ore. Con 20/4,
digiuni per venti ore e mangi all’interno di un lasso di tempo di quattro ore.
Con 23/1 digiuni per ventitré ore e trascorri un’ora mangiando. Che cosa
significa OMAD? È un acronimo inglese che sta per One Meal a Day e
significa «un solo pasto al giorno» ed è una forma molto popolare di
consumo a tempo limitato. È la strategia che utilizzo personalmente e per
me funziona molto bene.
Immagino che tu possa sentirti un po’ smarrito con tutte queste nuove
informazioni. Ma non preoccuparti, per ora ci occuperemo solo delle
diverse possibilità. Quando ti sentirai pronto, seguirai le raccomandazioni
contenute nel capitolo 10 e sceglierai un ritmo che ritieni adatto a te. Ora
vediamo i pro e i contro delle varie finestre alimentari più o meno lunghe in
modo che tu abbia un’idea di quale sperimentare quando avrai concluso la
prima fase.
Nel considerare la durata delle varie finestre alimentari, è importante
ricordare sempre perché digiuniamo. Vogliamo approfittare di tutti i
benefici che il digiuno intermittente offre per la nostra salute, ma
desideriamo soprattutto attivare il superpotere bruciagrassi.
Per pianificare un digiuno intermittente che risponda a tali richieste,
dobbiamo ricordare in che modo questo stile di vita ci permette di accedere
alle riserve di grasso:
12/12
È generalmente assodato che i benefici del digiuno per la salute si presentino già
in un programma come quello basato su dodici ore di digiuno e dodici ore in cui si
può mangiare, il cosiddetto 12/12. Come ho già sottolineato, la fase bruciagrassi
inizia di norma dopo dodici o sedici ore, nonostante raggiunga il suo picco fra le
diciotto e le ventiquattro. Perciò, se il tuo obiettivo è dimagrire, dovrai strutturare il
tuo programma in modo da raggiungere quella fase e non puoi farlo con la finestra
12/12. Il programma 12/12 non è molto diverso dal tipico approccio alimentare
basato sui tre pasti al giorno, quindi non puoi sperare di vedere sensibili variazioni di
peso, ma è comunque un punto di partenza. Basta eliminare lo spuntino di
mezzanotte e il gioco è fatto. Non è troppo difficile, vero?
16/8
Con il programma 16/8 concentri i pasti in una finestra di otto ore al giorno. Di
solito basta saltare uno dei canonici tre pasti e si raggiunge l’obiettivo. La maggior
parte delle persone che sceglie il programma 16/8 tende a eliminare la colazione e a
chiudere la finestra alimentare subito dopo cena, ma altri preferiscono anticipare la
finestra, fare colazione e rinunciare alla cena.
Questo programma divenne famoso nel 2012 con l’uscita del libro The 8-Hour
Diet di David Zinczenko. Entusiasta del sottotitolo che recitava «Come perdere chili
senza badare a ciò che mangi», la provai. Ben presto mi resi conto che non
funzionava,
perché la finestra temporale durante la quale mangiavo di tutto era davvero
troppo ampia (e non funziona nemmeno se dura un po’ di meno). Entreremo nel
dettaglio di quanto e quale cibo mangiare nella seconda parte del libro dedicata al
banchetto. Qualità e quantità hanno ancora la loro importanza, anche nel digiuno
intermittente.
La verità è che, quando hai una finestra di tempo così lunga, devi essere più
consapevole di ciò che mangi e di quanto ne mangi. Sedici ore di digiuno non ti
danno la possibilità di restare molto tempo nella zona bruciagrassi e in otto ore si
rischia di mangiare molto. E se il picco di combustione dei grassi si verifica tra le
diciotto e le ventiquattro ore di digiuno, come capirai il programma 16/8 non ti
permette di raggiungerlo.
Sia mio marito (da sempre magro) sia mio figlio (da sempre magro) seguono
l’approccio 16/8. Nessuno dei due ha mai avuto bisogno di perdere peso e bruciare
grasso, entrambi hanno iniziato solo per motivi legati alla salute. Loro si svegliano e
bevono caffè nero e acqua al mattino, e poi aprono la loro finestra alimentare con il
pranzo. Più tardi cenano. Semplicissimo.
19/5
Se ti è chiaro che la combustione dei grassi inizia ad aumentare tra le dodici e le
sedici ore di digiuno e che il punto massimo si raggiunge nel lasso di tempo che sta
tra le diciotto e le ventiquattro ore, capirai come la routine 19/5 risulta essere un
ottimo programma per molti. Hai il tempo di attivare l’interruttore metabolico ogni
giorno e di trascorrere da una a sette delle tue diciannove ore di digiuno nello stato
bruciagrassi, sia che inizi a bruciare i grassi alla dodicesima ora del digiuno sia che
inizi alla diciottesima o da qualche parte nel mezzo.
Il programma 19/5 è stato la mia arma per perdere peso e ho iniziato a
sperimentarlo intorno al 2009. Ho adottato il digiuno
intermittente come stile di vita solo nel 2014, e fino ad allora non sono mai riuscita
ad attenermi al digiuno molto a lungo finché non ho cambiato mentalità. Maggiori
informazioni sull’importanza di questo concetto le troverai nel capitolo 20 quando
affronterò il tema di come cambiare l’approccio mentale.
Sono approdata al programma 19/5 grazie a un libro del dottor Bert W. Herring.
Quando sono riuscita a rispettare rigorosamente il programma 19/5, ho iniziato a
perdere peso in maniera lenta e costante, circa mezzo chilo a settimana. Ciò non
significa che otterrai lo stesso risultato, ovviamente. Dovrai modificare e
sperimentare per trovare il tuo programma ideale.
23/1
Si tratta dello schema più estremo, ma ci sono alcune persone che lo trovano
congeniale per la sua semplicità che sta tutta nell’avere a disposizione solo un’ora
entro la quale consumare l’unico pasto della giornata.
L’unico problema del 23/1 è che a lungo andare potresti tendere a mangiare la
stessa quantità di cibo giorno dopo giorno e il tuo corpo potrebbe adattarsi a questo
schema alimentare. Benché il digiuno intermittente sia protettivo del metabolismo in
generale, il corpo tende anche ad adattarsi a tutto ciò che si ripete nello stesso
identico modo. È quindi meglio variare leggermente le dosi per evitare che il corpo si
adatti. 5 Se e quando il tuo corpo si adatterà allo schema 23/1 potresti smettere di
perdere peso e avvertire la fame. Niente paura! Se succede, è giunto il momento di
cambiare ampliando la tua finestra alimentare (oppure provare l’approccio a giorni
alterni che vedremo nel capitolo 7).
Come vedi, non esiste uno schema che vada bene per tutti!
In conclusione: credo che la cosa migliore sia scegliere la finestra
alimentare che meglio si adatta al tuo stile di vita e lo puoi capire solo
sperimentando. Non forzarti di seguire uno o l’altro schema, sperimenta
finché troverai quello che funziona meglio per te.
Perché così tanti DI amano l’approccio della finestra alimentare? Ecco
alcuni dei motivi principali per cui le persone amano mangiare entro certi
limiti di tempo.
GLI approcci alimentari basati sulle limitazioni di tempo tipici del digiuno
intermittente sono piuttosto noti, ma è altrettanto vero che lo schema basato
sulla finestra alimentare non è l’unico modo per strutturare un protocollo di
digiuno intermittente. In questo capitolo, spiegherò la varietà di approcci a
giorni alterni, anche detti «giorno sì, giorno no», disponibili. 5/2, 4/3, ADF:
come si traducono nella vita reale tutti questi numeri e lettere e come puoi
applicare questi schemi alla tua quotidianità?
L’approccio a giorni alterni è diventato popolare nel 2012 quando il
medico inglese Michael Mosley è apparso in un programma della BBC dal
titolo Eat, Fast and Live Longer. Basandosi sulla ricerca della dottoressa
Krista Varady, che studiava il protocollo del digiuno a giorni alterni presso
l’Università dell’Illinois, il dottor Mosley scoprì che limitando l’assunzione
di cibo durante due giorni alla settimana e mangiando «normalmente» negli
altri cinque non solo aveva perso peso, ma aveva notato dei miglioramenti
in molti indicatori della salute. In seguito a quella trasmissione si scatenò un
tale interesse per il protocollo 5/2 che il dottor Mosley scrisse un libro
insieme a un altro autore sull’argomento.
Prima di addentrarci nella scienza che sta alla base di questi schemi e in
una discussione su chi potrebbe trarre vantaggio da questo tipo di
protocollo, capiamoci sul gergo. Nello schema 5/2 il primo numero si
riferisce a quanti giorni alla settimana mangi «normalmente» (quelli sono i
tuoi giorni «sì»), mentre il secondo numero dice quanti giorni alla settimana
«digiuni» (quelli sono i tuoi giorni «no»).
Noterai che lo schema 5/2 ha cinque giorni «sì» e due giorni «no». Uno
schema 4/3 avrebbe quattro giorni «sì» e tre giorni «no». Uno schema 6/1
conterebbe 6 giorni «sì», in cui mangi, e un giorno «no», in cui digiuni.
L’acronimo inglese ADF (Alternate-Day Fasting) indica che digiuno e
«normalità» si alternano su base giornaliera. Ovvero un giorno mangi e il
giorno dopo digiuni e via così.
Indipendentemente dal piano di alternanza scelto, ci sono due opzioni
consigliate per strutturare i tuoi giorni di digiuno.
In un qualsiasi giorno «sì» che segue un giorno «no» non limitarti a mangiare entro
una finestra ristretta di tempo.
Ricorda: se ti trovi bene con lo schema delle finestre alimentari, non c’è
alcun bisogno di sperimentare con il protocollo a giorni alterni, a meno che
tu non voglia provarlo. Chi lo sa? Potrebbe piacerti e fare al caso tuo!
Conosco molte persone che lo adorano e altre che lo considerano un
protocollo temporaneo da seguire quando ne hanno bisogno per poi tornare
allo schema delle finestre alimentari come consueto stile di vita.
Ma quale approccio seguire? 5/2? 4/3? Un giorno «sì» e uno «no»?
Vediamoli uno a uno e prendiamo in esame i benefici che possiamo
trarre da ciascuno di essi.
5/2
Cinque giorni «sì» / Due giorni «no»
Uno schema 5/2 si adatta molto bene alla settimana e offre sia flessibilità sia
prevedibilità. Quando ho provato questo schema, ho scelto i due giorni «no» in
modo che non interferissero con i miei impegni mondani. Nel mio caso i giorni «no»
erano sempre il lunedì e il giovedì. Trovavo l’opzione digiuno totale semplice perché
sono quel genere di persona che ama un pasto generoso e abbondante: limitarmi a
500 calorie mi risulta più difficile che digiunare. Significa forse che il digiuno totale è
meglio? No! Devi sperimentare per capire che cosa è adatto a te e devi aver fiducia
nel fatto che entrambi gli schemi ti offrono i benefici di una giornata di digiuno.
Scegli i giorni che meglio si adattano ai tuoi impegni. Quando seguivo lo schema
5/2, mi risultava più semplice scegliere due giorni «no» nel corso della settimana e
avere completa libertà nel weekend. Ero contenta di sapere che potevo mangiare
con la massima flessibilità il venerdì, il sabato e la domenica.
Voglio fare una precisazione: lo schema 5/2 potrebbe aiutarti a dimagrire, ma
potrebbe anche non farlo. Sebbene questo schema offra molti benefici per la salute,
potrebbe non essere sufficiente per perdere peso. È stato così per me, lo schema
5/2 si è rivelato di grande aiuto per il mantenimento ma per dimagrire ho avuto
bisogno del 4/3.
4/3
Quattro giorni «sì» / Tre giorni «no»
Proprio come lo schema 5/2, il 4/3 si adatta bene alla settimana, offrendo
flessibilità e prevedibilità. Quando lo seguivo, i giorni «no» per me erano domenica,
martedì e giovedì. Dopo venerdì e sabato di relativi bagordi, riuscivo a digiunare
tranquillamente la domenica.
Come per lo schema 5/2, puoi adattarlo in modo da non interferire con la tua vita
sociale. Quando sapevo di avere un impegno la domenica, spostavo il giorno di
digiuno più avanti nella settimana, ma per la maggior parte del tempo restavo fedele
alla mia scelta.
Il 4/3 è un ottimo protocollo per perdere peso. Quando lo seguivo dimagrivo al
ritmo di mezzo chilo la settimana (troverai altri suggerimenti su come tracciare i tuoi
progressi nella Parte Terza).
ADF
Digiuno a giorni alterni
ADF significa che puoi mangiare un giorno sì e uno no, in questo modo ogni
settimana risulta diversa dall’altra. Una settimana digiunerai la domenica, il martedì,
il giovedì, e il sabato e quella dopo il lunedì, mercoledì e venerdì. Il ritmo alternato di
giorni «sì» e giorni «no» piace molto a chi segue questo programma.
Sebbene il vero ADF sia meno flessibile dello schema 5/2 o 4/3, puoi fare delle
modifiche al programma nelle occasioni speciali. Se, per esempio, hai programmato
un evento in un giorno «no», puoi sempre avere un secondo giorno «sì» (quindi due
giorni «sì» di fila) per poi tornare subito allo schema a giorni alterni. Quello che non
devi fare è programmare due giorni «no» consecutivi; ricorda che il giorno «sì» deve
seguire sempre il giorno «no»!
Sia che tu scelga lo schema 5/2, 4/3 o il digiuno alternato (ADF), ricorda
che non importa quale forma di digiuno scegli, purché tu faccia in modo di
avere sempre un vero giorno «sì» dopo ogni giorno di digiuno. Non dovresti
programmare due giorni di riposo di fila, oppure fare un giorno di digiuno,
e farlo seguire da un giorno di restrizione calorica. Queste non sono le
Olimpiadi del digiuno, dove più digiuni, meglio è. Non dimenticare mai che
abbiamo bisogno del giorno «sì» per bilanciare il giorno «no». Voglio
ribadirlo ancora una volta: la chiave di tutto è il giorno «sì» che segue ogni
giorno «no». Il tuo corpo deve capire che non sei in pericolo, che non stai
correndo il rischio di morire di fame, e ciò mantiene attivo il nostro
metabolismo.
Quindi, per favore non aderire a uno schema di digiuno alternato (ADF)
in cui fai un digiuno totale per 46-48 ore, mangi un pasto e poi inizi un altro
digiuno di 46-48 ore. Questo è un protocollo che assolutamente non ti
consiglio.
8
La tua cassetta degli attrezzi del digiuno intermittente
ORA che hai imparato quali sono i principali approcci al digiuno intermittente
(mangiare all’interno delle finestre alimentari oppure mangiare a giorni
alterni), ti insegnerò come combinare queste strategie per creare un programma
di digiuno intermittente veramente personalizzato e personalizzabile. Voglio
che tu consideri tutti i vari approcci come la tua cassetta degli attrezzi, e voglio
che tu capisca come (e quando) rimescolare le carte.
Ti starai chiedendo perché mai dovresti rimescolare le carte. Prima di
rispondere al tuo dubbio impariamo a conoscere un meccanismo protettivo
molto importante messo in atto dal corpo chiamato omeostasi.
Il corpo dispone di sistemi che gli garantiscono di mantenere alcuni valori
entro determinati parametri. La temperatura corporea ne è un esempio, così
come il livello di glucosio nel sangue, l’equilibrio dei liquidi e così via. Per
dirla in termini semplici, quando qualcosa va in cortocircuito, il corpo dispone
di meccanismi per riportarlo in equilibrio. Se ci surriscaldiamo, sudiamo per
fare in modo che la temperatura si abbassi. Se il glucosio nel sangue si alza
troppo, il corpo produce l’insulina per abbassarlo. Se ci alleniamo, il battito
cardiaco accelera per pompare ossigeno e nutrimento nei muscoli che ne hanno
bisogno.
Anche il peso è programmato per funzionare in questo modo. Sicuramente
avrai sentito parlare di «punto di equilibrio» in relazione al peso. Si intende il
peso che il tuo corpo lotta per mantenere. Sei al di sopra del punto di
equilibrio? Il tuo corpo accelera il tasso metabolico e aumenta la secrezione di
leptina per impedirti di prendere peso. Sei sotto il punto di equilibrio? Il tuo
corpo rallenta il metabolismo e produce grelina per indurti a mangiare di più e
a mettere su peso. 1 Pensa agli animali allo stato brado per esempio. Hai mai
visto un leone in sovrappeso nel suo habitat naturale? Gli animali riescono a
mantenere il loro peso entro un intervallo stabile senza contare le calorie o
essere affiancati da un personal trainer. È solo quando sono in cattività, e
vengono nutriti dagli esseri umani, che li vediamo ingrassare oltre il loro
normale punto di equilibrio.
Se noi esseri umani mangiassimo ancora cibo vero come quello che
dovevano raccogliere o cacciare i nostri antenati, e se ne mangiassimo solo
fino a saziarci e fossimo fisicamente attivi mentre ci occupiamo di restare in
vita, non avremmo problemi di peso. Ma mangiamo cibi ultra-processati. Ci
viene insegnato a ripulire i nostri piatti e a vivere il cibo come ricompensa. Le
nostre case sono piene di apparecchi che ci risparmiano la fatica. Di
conseguenza, i nostri meccanismi naturali di controllo del peso si «spezzano» e
ci ritroviamo ad affrontare l’attuale epidemia di obesità.
Come ho già spiegato nei capitoli precedenti, il digiuno intermittente è un
ottimo modo per «aggiustare» gran parte di ciò che si è spezzato. Abbassando i
livelli di insulina, riusciamo ad attingere al grasso immagazzinato. Il corpo
riattiva il naturale superpotere bruciagrassi, i tassi metabolici accelerano,
mettiamo su massa muscolare grazie all’aumento dell’ormone della crescita e i
livelli di leptina e grelina tornano in equilibrio, proprio come previsto dalla
natura.
Tutto funziona alla perfezione… tranne una cosa: purtroppo il nostro corpo
conserva quella fastidiosa tendenza a mantenere l’omeostasi.
Ciò significa che anche se sei un DI provetto e ligio alle regole con ogni
probabilità dovrai lavorare attivamente contro la tendenza naturale del tuo
corpo a stabilizzarsi su un peso che sta bene a lui, ma non a te.
Tuttavia, prima che tu getti la spugna perché pensi che perdere peso sia
un’impresa disperata, ti voglio rassicurare e dire che non è così. La buona
notizia è che sono certa sia possibile abbassare il punto di equilibrio del nostro
corpo nel tempo. Ovviamente, se sapessimo esattamente come fare, lo
faremmo tutti, ed elimineremmo la piaga dell’obesità in un lampo!
Sfortunatamente, la scienza intorno alla teoria del punto di equilibrio del peso
presenta dei punti ancora oscuri. Per fortuna, alcune ricerche suggeriscono che
se riesci a mantenere per un periodo di un anno il peso raggiunto dopo il
dimagrimento, è probabile che il tuo corpo «accetti» il nuovo peso come nuovo
punto di equilibrio. 2 Nel mio caso è certamente vero, ho mantenuto il mio peso
ideale per oltre cinque anni (nonostante la menopausa) e non conto una singola
caloria né mi limito in ciò che mangio. Non salgo sulla bilancia da oltre tre
anni e riesco sempre a indossare i miei vestiti preferiti. Sono sicura che il
digiuno intermittente mi abbia permesso di «resettare» il punto di equilibrio
del mio corpo.
Tuttavia, prima devi perdere i chili in più che vuoi e che hai bisogno di
perdere: nessuno vuole rimanere bloccato a un punto di equilibrio superiore al
suo peso ottimale. La buona notizia è che quando comprendiamo come
funziona l’omeostasi, siamo meglio attrezzati per ostacolarla.
Come ho già accennato sia nel capitolo sulla finestra alimentare sia nel
capitolo sul digiuno alternato, è meno probabile che il tuo corpo si adatti
quando cambi spesso le abitudini. 3 È qui che la tua cassetta degli attrezzi per il
digiuno intermittente diventa molto utile!
Ecco una semplice regola che dovresti seguire:
Lunedì 20/4
Finestra alimentare di 4 ore
Martedì 19/5
Finestra alimentare di 5 ore
Mercoledì 20/4
Finestra alimentare di 4 ore
Giovedì 18/6
Finestra alimentare di 6 ore
Venerdì Giorno «no» Digiuno totale oppure un pasto da 500
calorie
Sabato Giorno «sì»
Finestra alimentare che va dalle 6 alle 12 ore. (Mangia
almeno due pasti. Ricorda: ogni giorno «sì» che segue
un giorno «no» deve essere ricco.)
Domenica 19/5
Finestra alimentare di 5 ore
In questo secondo esempio di approccio ibrido, si mettono insieme lo schema 5/2 con lo
schema 19/5. Nella settimana tipo, ci sono due giorni «no» e due giorni «sì» (non
dimenticare mai che un giorno «sì» deve sempre seguire un giorno «no»!). E poi gli altri
tre giorni seguono la finestra alimentare 19/5. Questo approccio ti assicura il
superpotere bruciagrassi di un paio di giorni «no», la spinta metabolica di un paio di
giorni «sì» e l’agio di alcuni giorni in cui digiuni per 19 ore e puoi mangiare all’interno di
una finestra di 5.
Le tre strategie che abbiamo appena visto non sono affatto gli unici modi in
cui puoi strutturare il tuo protocollo di digiuno intermittente. Ricorda quello
che ti ho detto nell’introduzione: sei tu a decidere, sei tu a comandare! Quindi,
tieni sempre presente che hai la libertà di adattare il digiuno secondo il tuo stile
di vita. Hai tutti gli strumenti di cui hai bisogno e il permesso di sperimentare.
Quando decidi di cambiare le cose, può essere utile pensare a quali sono i
tuoi obiettivi attuali. Se stai cercando di perdere peso, e quindi massimizzare la
combustione dei grassi, organizza il tuo programma con più giorni di riposo
(senza mai dimenticare che ogni giorno di digiuno deve essere seguito da un
giorno «sì») e concediti meno giorni con finestre più lunghe. Se il tuo obiettivo
è il mantenimento del peso, scegli meno giorni di digiuno e finestre alimentari
più lunghe.
Nel tempo, scoprirai che sei in grado di modificare il piano alimentare senza
sforzo mentre vivi la tua vita. Alcuni giorni i tuoi impegni ti costringeranno a
una finestra più breve per mangiare. Quindi il giorno successivo, potresti avere
fame all’inizio della giornata e aver bisogno di una finestra alimentare più
lunga. Io faccio così: ascolto il mio corpo e mi adeguo di conseguenza. La
scorsa settimana sono andata in vacanza per qualche giorno e ho ampliato un
po’ le finestre entro le quali mangiare. Una volta tornata a casa, il mio corpo ha
rifiutato le quantità di cibo che avevo consumato nei giorni precedenti. Questa,
miei cari DI, è la vera libertà. Non conto più le ore e non pianifico le finestre
alimentari, semplicemente mi godo la mia vita. Penso che sia la soluzione
migliore, che non richiede sforzi e non mi costringe a pensare.
9
Dire no: bandiere rosse sul digiuno
DOPO aver riempito per bene la nostra cassetta degli attrezzi, è giunto il
momento di valutare alcuni casi e situazioni particolari in cui il tuo corpo ti
lancia segnali d’allerta che non devi assolutamente trascurare. Ci sono
alcune bandiere rosse di cui devi essere a conoscenza, quindi le vedremo in
dettaglio. Presta loro attenzione e assicurati, consultandoti con il tuo
medico, di prendere sempre decisioni giuste e adatte alla tua situazione
specifica.
BENVENUTO ai primi ventotto giorni (quattro settimane) di digiuno durante i quali seguirai le seguenti quattro fasi:
1. Fase di digiuno pulito: Non è ammessa alcuna deroga al digiuno pulito. Durante i primi ventotto giorni, dovrai
consumare solo i cibi contenuti nell’elenco dei cibi consentiti e non potrai fare esperimenti con quelli presenti nella
zona grigia.
2. Fase di adattamento: Attiverai il superpotere bruciagrassi e il tuo corpo comincerà a adattarsi e a imparare come
attingere alle riserve di grasso accumulate nel tempo.
3. Fase di ambientazione: Nel corso delle quattro settimane ti dovrai progressivamente abituare a una routine di
digiuno prestabilita. Accetta di buon grado i cambiamenti che vivrai (anche quelli difficili!) e prendi nota di come ti
senti con il passare delle settimane.
4. Fase di regolazione: Ti suggerirò una routine di digiuno generale per ogni settimana in base al tuo tipo di
personalità, ma sentiti libero di cambiare approccio, se necessario. Solo perché hai deciso di prendere la strada
più difficile il primo giorno, non significa che sei costretto a proseguire se scopri che non fa per te! Puoi anche
modificare di giorno in giorno l’ora in cui aprire la finestra alimentare a seconda di quello che è più giusto per te.
Pensa a questi primi ventotto giorni come al momento in cui gettare le basi per praticare il digiuno
intermittente. Ciò consentirà al tuo corpo di adattarsi e di attivare il superpotere bruciagrassi.
Una volta che decidi di affrontare il programma di ventotto giorni, è importante che tu sia coerente nel
rispettare il tempo di digiuno quotidiano per l’intero periodo. Diventa molto più difficile se inizi e ti fermi, inizi e
ti fermi, perché il corpo non ha mai la possibilità di adattarsi ed è costretto a percorrere continuamente la parte
difficile del tragitto senza raggiungere mai il punto in cui le cose diventeranno più facili. E credimi, DI neofita, lo
diventeranno davvero! Se non fosse così, nessuno di noi DI esperti potrebbe adottarlo come stile di vita a lungo
termine. Una volta che ti sarai abituato, ti sentirai così bene che nemmeno tu ti riconoscerai, tu che prima dei
ventotto giorni eri il tipo di persona che mangiava tutto il giorno.
Ma prima di tutto devi dare al tuo corpo un inizio serio e coerente e avere pazienza, per permettergli di
imparare e adattarsi.
È importante sapere una cosa prima di iniziare:
Data:
Peso di partenza:
Misure
petto:
girovita:
fianchi:
coscia destra:
coscia sinistra:
Puoi riportare anche altri dati se vuoi. Ci sono diverse parti del corpo che potresti misurare, scegli tu. Se non
sai come prendere accuratamente le misure vai su internet e cerca un video che ti mostri i modi più corretti.
Oltre a queste misure, scatta alcune fotografie di te stesso di fronte, di lato e da dietro. Se possibile, chiedi a
qualcuno di aiutarti ma anche i selfie allo specchio possono andare. Scegli un capo di abbigliamento che sia un
po’ troppo stretto. Dovrai indossare lo stesso capo quando rifarai le fotografie dopo ventotto giorni.
Ricorda una cosa: i dati che trascrivi il giorno zero sono solo dati. Semplici informazioni. Non dimenticare che
il periodo di ventotto giorni serve solo e unicamente per abituare il tuo corpo al digiuno pulito, e voglio che tu non
abbia aspettative sulla perdita di peso in questo periodo.
Sì, proprio così. Non voglio che tu inizi il digiuno intermittente e allo stesso tempo cambi le tue abitudini
alimentari. Non dimenticare che questo non è uno di quei programmi dietetici in cui ti viene richiesto di mangiare
cibi particolari, e nella prossima parte del libro ti sarà più chiaro perché non esiste un tipo di alimentazione che
vada bene per tutti (ecco perché includere una dieta in questo libro sarebbe ridicolo). Anche se nel tempo sarai tu
stesso a fare una cernita dei cibi che preferirai mangiare quando interrompi il digiuno (quasi tutti lo facciamo!),
non è ancora il momento di farlo.
Perciò, quando cominci il digiuno intermittente, continua a mangiare allo stesso modo in cui stavi mangiando
di recente. Ci sono un paio di motivi importanti che spiegano perché questo è l’approccio migliore.
1. Se cerchi di ripulire la tua dieta mentre ti stai abituando al digiuno intermittente ti sentirai quasi certamente
sopraffatto dai troppi cambiamenti. Sarebbe il modo giusto per finire con i nervi a pezzi. Ricorda che si tratta di un
processo: avrai tutto il tempo di modificare la tua dieta strada facendo.
2. Ecco il rovescio della medaglia: se di recente stavi seguendo una dieta abbastanza «pulita» (cheto, vegetariana
eccetera) potresti avere la tentazione di iniziare il digiuno intermittente e allo stesso tempo di reintrodurre tutti gli
altri cibi che avevi eliminato nel frattempo. Anche questa non è una buona idea. Sarebbe uno shock per il corpo,
quindi meglio programmare la reintroduzione dei cibi dopo i ventotto giorni. Avrai tutto il tempo per ricominciare a
mangiare quegli alimenti, se lo vuoi e se il tuo corpo li tollera bene.
Per essere chiari, se stavi seguendo la dieta chetogenica, continua a seguirla. Se stavi «mangiando sano»
continua a farlo. Il tuo unico obiettivo durante i ventotto giorni è mettere a fuoco il digiuno pulito senza introdurre
altri cambiamenti.
Fase di adattamento
Ora che sei alla vigilia dell’inizio, probabilmente ti porrai mille domande. «Ce la farò? Riuscirò a sopravvivere al
primo giorno? Sarò affamato e nervoso al tempo stesso?» Soffermiamoci a riflettere su quali cambiamenti fisici ti
devi aspettare mentre il tuo corpo si adatta al digiuno.
Quando inizi a praticare il digiuno, il tuo corpo non capirà che cosa sta succedendo. Ricorda che è abituato a
un flusso costante di glucosio proveniente da quello che gli somministri a colazione, pranzo, cena e spuntini.
Anche se tu sai di avere molto carburante immagazzinato nel corpo, il tuo cervello andrà a cercare il glucosio che
proviene dal cibo, come è abituato a fare. Quando smetti di introdurre carburante nel corso dell’intera giornata, il
corpo potrebbe ribellarsi. Può capitare di avere mal di testa e una generale sensazione di stanchezza e
intorpidimento. (Se ti senti così, prenditi una pausa dalla tua routine di allenamento quotidiano; ti prometto che
diventerà molto più facile fare esercizio fisico mentre digiuni una volta che il tuo corpo si sarà abituato a usare il
grasso come carburante. Approfondiremo l’argomento nel capitolo 21.)
Ricorda che prima di avere accesso alle riserve di grasso accumulate, il tuo corpo dovrà consumare il
glicogeno che è presente nel fegato. Quando stai per esaurire le riserve di glicogeno, ti sentirai anche più spossato
di prima! Succede di frequente quando si comincia il digiuno intermittente di avere qualche giorno difficile
all’inizio, di cominciare a sentirsi bene per un paio di settimane e infine di arenarsi intorno alla terza o quarta
settimana. Se ti succede, sappi che è un buon segno! Significa che sei sul punto di iniziare a bruciare il grasso. Ci
vogliono un paio di settimane (e anche qualche giorno in più a volte) di digiuno costante per completare il
processo che porta a esaurire tutto il glicogeno e ad accendere l’interruttore metabolico. Alcune persone non
raggiungono questo stadio fino a sette o otto settimane dall’inizio del digiuno.
Come fai a capire se hai acceso l’interruttore? Ci sono diversi segnali:
Veniamo ora a una delle domande più frequenti che si pongono i novelli DI: «E se mi viene fame?»
Per qualche strano motivo, la società moderna ci ha imposto che non dobbiamo mai e poi mai avere fame.
Siamo incoraggiati a consumare spuntini in ogni momento. Ricordo che prima di iniziare a praticare il digiuno
intermittente, mangiavo uno spuntino ogni tanto per prevenire la fame. (Penso che sia stata l’industria alimentare
a instillare in noi questa mentalità.)
Sì, proverai momenti di fame mentre il tuo corpo si abitua al digiuno intermittente e avvertirai una sorta di
fame anche quando ti sarai abituato… la fame va e viene, succede a tutti, anche a chi ha anni di esperienza di
digiuno intermittente alle spalle! Sarai, tuttavia, sorpreso di renderti conto che la fame non continua ad aumentare
fino a diventare insopportabile. In realtà, ciò che accade è che avrai alcuni momenti di fame, facili da ignorare,
che passano rapidamente, soprattutto se ti tieni occupato. È ancora più interessante notare che alcuni dei brontolii
che pensiamo siano fame sono in realtà solo azioni meccaniche dello stomaco! In attesa che passino, bevi un sorso
d’acqua e immagina che il tuo corpo stia attingendo al grasso immagazzinato proprio in quel momento!
Se provi nausea, tremori o giramenti di testa, vai alla finestra e prendi una boccata di aria fresca. Se i disturbi
sono davvero insostenibili non forzarti e interrompi il digiuno, lo riprenderai il giorno dopo. Ricordati che hai
tutta la vita per imparare a digiunare.
Un’altra caratteristica importante del periodo di adattamento è la compulsione a mangiare in modo esagerato
quando si apre la finestra alimentare. Ricorda quello che abbiamo detto nei capitoli precedenti: quando il corpo
non riceve cibo, la grelina (l’ormone della fame) aumenta di conseguenza. Mentre il corpo si sta adattando alla
pratica del digiuno intermittente, non sei ancora in grado di ricevere un quantitativo di carburante sufficiente. Il
corpo non accede alle riserve di grasso in modo efficiente, quindi risponde aumentando la fame. Quando si apre la
finestra alimentare, potresti sentirti come un pozzo senza fondo e come se non avessi mangiato abbastanza. Non
preoccuparti, è normale! Non è un tuo personale fallimento e questa fase non durerà per sempre (vedi il capitolo
16 per maggiori informazioni su questo aspetto). Una volta che il tuo corpo avrà imparato ad attivare il
superpotere bruciagrassi, avrai carburante a sufficienza e il tuo appetito dovrebbe calmarsi. Inoltre, questa fase di
compulsione verso il cibo è anche la ragione per la quale spesso non si perde peso durante il periodo di
adattamento. Non significa che il digiuno intermittente non funziona per te. Una volta che hai capito i meccanismi
che entrano in gioco, puoi rilassarti e lasciare che le cose facciano il loro corso. Con il tempo, l’obiettivo è
imparare a mangiare senza ingozzarsi, tuttavia nei primi ventotto giorni è difficile trovare questo equilibrio.
Fase di ambientazione
Bene, ora che abbiamo visto nel dettaglio un paio di fasi che dovrai attraversare mentre il tuo corpo si adatta al
digiuno intermittente, è il momento di decidere quale dei tre schemi è il più adatto a te. Puoi rispondere a queste
domande per scoprirlo, oppure saltarle e andare direttamente ai tre schemi e decidere tu quale preferisci. Ammetto
che io adoro i quiz, dopo tutto sono una ex insegnante. Ma se non hai voglia, sei giustificato. Comunque sappi che
non ci sono risposte giuste o sbagliate.
1. Pensa alle volte in cui, nel passato, hai intrapreso una nuova dieta e scegli la descrizione che si adatta
meglio a te.
a. Mi piace leggere attentamente il nuovo piano alimentare, prendermi qualche settimana per organizzarmi e
poi incominciare a seguirlo.
b. Comincio a usare gli alimenti che ho già in casa e con calma compro quelli che il piano mi suggerisce.
c. Butto via tutti gli alimenti sconsigliati e riempio la dispensa con quelli consigliati dalla dieta. E via!
2. Quale di queste descrizioni definisce il tuo modo di prendere le decisioni?
a. Mi piace prendermi del tempo prima di decidere, valutando attentamente i pro e i contro. Di solito faccio una
lista oppure chiedo l’opinione di qualcuno. Non mi viene facile decidere.
b. Rifletto sulle varie opzioni e quando mi sento sicuro decido.
c. Decido d’impulso, mi baso sulle mie intuizioni e su quello che sento essere giusto per me.
3. Quali sono state le difficoltà che hai incontrato cambiando regime alimentare o mettendoti a dieta?
a. Mi sento sopraffatto quando devo affrontare troppi cambiamenti allo stesso tempo.
b. Non mi concedo il tempo necessario ad abituarmi al nuovo regime.
c. Sono impaziente di vedere i risultati.
4. In che modo affronti una sfida difficile?
a. Se mi sembra troppo difficile, mi scoraggio e rinuncio.
b. Con il tempo, sforzandomi, di solito ottengo quello che mi propongo di fare.
c. Nessun problema! Riesco in qualunque cosa decido di fare.
5. Come definiresti la tua salute?
a. Ho qualche problema, ma il mio medico mi ha detto che posso digiunare.
b. In generale sto bene.
c. Sono sano come un pesce, grazie.
Se il tuo punteggio è 6, potresti prendere in considerazione sia lo schema Soft sia lo schema Intenso.
Se il tuo punteggio è 14, potresti prendere in considerazione sia lo schema Intenso sia lo schema Turbo.
Ripeto, sentiti libero di saltare il quiz e di scegliere lo schema che ti sembra più adatto. Ricorda, sei sempre tu a
decidere.
Nota: come forse ricorderai dai capitoli precedenti non esiste un momento «ideale» per la finestra alimentare.
Tuttavia, sulla base di un sondaggio, ho scoperto che il 61% dei DI della mia community online preferisce una
finestra serale mentre il 25% predilige mangiare a mezzogiorno. Per questo motivo, in questi primi ventotto giorni
la finestra alimentare si apre in prima serata. Sentiti libero però di regolare i tempi di apertura della tua finestra
alimentare nel modo che preferisci.
Ora esaminiamo i tre approcci e vediamo come applicarli. Nonostante tu abbia molti strumenti nella cassetta
degli attrezzi, qui proporrò tre schemi basati sulla finestra alimentare tipica del digiuno intermittente. Superati i
primi ventotto giorni, sarai libero di utilizzare altri strumenti come meglio credi e sperimentare schemi diversi.
SCHEMA SOFT
Giorni Finestra Colazione a basso contenuto di carboidrati, pranzo a basso contenuto di carboidrati,
1-7 di 12 cena normale
ore
Giorni Finestra Colazione in tarda mattinata a basso contenuto di carboidrati (oppure pranzo
8-14 di 10 anticipato a basso contenuto di carboidrati), spuntino a basso contenuto di
ore carboidrati e cena normale
Giorni Finestra Pranzo a basso contenuto di carboidrati, cena normale
15-21 di 8 ore
Giorni Finestra Pranzo a basso contenuto di carboidrati (oppure spuntino a basso contenuto di
22-28 di 6 ore carboidrati) e cena normale
In questo schema, inizi la prima settimana con tre pasti al giorno in una finestra di dodici ore. Come noterai,
questo piano include alcuni pasti a basso contenuto di carboidrati che aiuteranno il tuo corpo ad abbassare i livelli
di insulina (il nostro corpo rilascia meno insulina in risposta ai pasti a basso contenuto di carboidrati) pur
continuando a mangiare tre volte al giorno. Fai una colazione e un pranzo a basso contenuto di carboidrati, poi a
cena mangi il tipo di cibo a cui sei abituato (la cena non deve essere a basso contenuto di carboidrati a meno che
tu non abbia già aderito a uno stile di vita basato sulla restrizione dei carboidrati; ricorda che oltre a questi
alimenti a basso contenuto di carboidrati, non stiamo cambiando ciò che mangiamo, ma solo il momento in cui
mangiamo).
Ogni settimana, restringi la finestra alimentare di un paio d’ore, finché alla fine non ti ritrovi con una finestra
di circa sei ore che contiene due pasti oppure uno spuntino e un pasto.
SCHEMA INTENSO
Giorni 1-7 Finestra di 8 ore Pranzo e cena
Giorni 8-14 Finestra di 7 ore Pranzo e cena
Giorni 15-21 Finestra di 6 ore Pranzo (oppure spuntino) e cena
Giorni 22-28 Finestra di 5 ore Spuntino e cena
Con questo schema entriamo subito nel vivo e iniziamo saltando la colazione. Nel corso della mattina attieniti
scrupolosamente alle bevande consentite nell’elenco che ti ho fornito, poi consuma un pranzo normale, come fai
di solito, seguito dalla tua solita cena, tutto all’interno di una finestra di tempo di otto ore.
Di settimana in settimana, ridurrai di un’ora la finestra alimentare e arriverai alla quarta settimana con una
finestra di cinque ore che contiene uno spuntino e un pasto.
SCHEMA TURBO
Giorni 1-7 Finestra di 6 ore Pranzo e cena
Giorni 8-14 Finestra di 6 ore Pranzo (oppure spuntino) e cena
Giorni 15-21 Finestra di 5 ore Pranzo (oppure spuntino) e cena
Giorni 22-28 Finestra di 4 ore Spuntino e cena
Con questo schema, stai massimizzando il tempo di digiuno a partire dal primo giorno, con una finestra di sei
ore e quindi diciotto ore di digiuno giornaliero. La prima settimana salti la colazione e fai due pasti, e nel corso
della seconda e terza settimana puoi scegliere di pranzare o trasformare il pranzo in uno spuntino. Nella quarta
settimana, ti ritroverai con una finestra di quattro ore che contiene uno spuntino e un pasto.
Forse ti chiederai: ma quale sarebbe la differenza fra uno spuntino e un pranzo?
Che tu ci creda o no, mi sono sentita rivolgere questa domanda molto spesso. Ti invito a non rimanere troppo
legato alla terminologia, ma per decidere se si tratta di un pasto io faccio così: mi chiedo se un amico mi invitasse
da lui e mi servisse questo piatto, lo considererei una vera cena? Se la risposta è «no», allora lo definirei uno
spuntino. Segui il tuo istinto. A ogni modo, visto che il nostro obiettivo quotidiano è mangiare fino a sentirci
soddisfatti e non ingozzarci, non importano le definizioni, non credi?
Fase di regolazione
Ricordati sempre che puoi passare da uno schema all’altro in ogni momento, se lo desideri. Hai iniziato in modo
troppo aggressivo? Passa a uno schema più semplice. Sei tu che decidi, sempre.
I tre schemi proposti suggeriscono una finestra alimentare che enfatizza la cena come pasto principale della
giornata, questo perché per la maggior parte dei DI è il modo più frequente di organizzare le giornate. Se
preferisci consumare colazione e pranzo e saltare la cena, sei libero di farlo. Costruisci lo schema adatto a te!
Dopo aver seguito il programma per ventotto giorni, arriva il momento di ripetere le misurazioni e le
fotografie:
Data:
Peso di partenza:
Misure
petto:
girovita:
fianchi:
coscia destra:
coscia sinistra:
Ricordati di indossare gli stessi abiti che portavi il giorno zero e di scattare le foto con le stesse inquadrature
della volta precedente: di fronte, di lato e da dietro. Cerca di fare in modo che siano il più simile possibile a quelle
che hai scattato prima di iniziare il programma di ventotto giorni. Confronta le foto.
E qui arriviamo al punto che ho già menzionato e che è di assoluta importanza: forse non hai perso un solo
chilo. Le tue misure potrebbero essere le stesse e anche le fotografie potrebbero risultare identiche. Oppure sia le
misure sia il peso potrebbero essere cresciuti. I vestiti potrebbero andarti anche più stretti di prima.
Respira profondamente. Va bene così. Va tutto bene. Il programma di ventotto giorni non è la fase in cui si
deve verificare la perdita di peso, è solo la fase preliminare. Ora che il tuo corpo ha avuto il tempo per abituarsi al
digiuno intermittente, puoi cominciare a pesarti ogni giorno, come spiegato nel capitolo 18. Comincerai a
controllare le misure e a fare le foto due volte la settimana. Ora si apre il periodo in cui ti devi aspettare dei
progressi lenti ma costanti. Nel capitolo 18 vedremo tutti i modi per tenere traccia di questi progressi e come
capire se stai effettivamente ottenendo i risultati sperati.
A ogni modo: congratulazioni! Ora che hai completato il programma di ventotto giorni, sei pronto per
apprendere come fare gli opportuni aggiustamenti in modo che sia sempre più facile adottare il digiuno come stile
di vita.
11
La messa a punto
Ora che ti sei abituato al tuo nuovo stile di vita improntato al digiuno
intermittente (e dopo i ventotto giorni), sei pronto a concentrarti su che cosa o
quanto mangiare. Questa seconda parte del libro risponde ad alcune delle tue
domande più comuni: «Cosa diavolo dovrei mangiare? Devo contare le calorie?
Tenere traccia dei grammi di grasso? Limitare i carboidrati? La qualità del cibo è
importante? Ci sono cibi che farei meglio a evitare? Posso davvero mangiare
qualunque cosa voglio? Aiutooo!»
Non preoccuparti! Nei prossimi capitoli vedremo come riconoscere i segnali
naturali che il corpo ti invia. Con il tempo imparerai ancora una volta a fidarti di
te stesso e della tua capacità di scegliere alimenti sani (e deliziosi!) che
funzionano bene per il tuo corpo, e a concederti un sacco di prelibatezze.
Quando mangi cibi nutrienti che soddisfano il corpo e ti saziano, puoi
permetterti anche qualche dolcetto, così ogni giorno diventa una festa!
12
«Rimanda, non rinunciare»
IL mio primo libro si intitolava Delay, Don’t Deny, che tradotto significa
«Rimanda, non rinunciare» e questa frase è diventata un mantra per molti di
noi DI della community del digiuno intermittente. Digiunando in modo
pulito, rimandiamo il pasto fino all’apertura della finestra alimentare o al
nostro giorno «sì», ma non rinunciamo ai cibi che vogliamo mangiare! Ora
che hai deciso di seguire questo stile di vita prendiamoci del tempo per
capire la parte alimentare dell’equazione. Per molti questa è la tessera più
difficile del puzzle.
Il nostro obiettivo è imparare ad ascoltare il nostro corpo nel tempo,
scegliere cibi deliziosi e nutrienti che sono alla base di una buona salute e
anche lasciarci un po’ di spazio per consumare le nostre prelibatezze
preferite. Ammetterai che è molto diverso dalle diete che in passato ti
avevano costretto a privarti di tutto quello che ti andava di mangiare.
Quando puoi consumare dei veri pasti a base di ingredienti di alta qualità
e goderti anche il tuo dolce preferito, ogni giorno è una festa!
Nei prossimi capitoli parleremo di come scegliere i cibi che fanno bene
al corpo. La qualità del cibo gioca un ruolo fondamentale, e a breve ti
spiegherò perché questa affermazione è così vera.
Prima di parlare degli alimenti, tuttavia, voglio riassumere in una tabella
i punti essenziali. Leggila con attenzione. Rifletti sui concetti.
LO ripeto ancora una volta: non esiste nessuna dieta che funzioni allo stesso
modo per tutti. Forse un tuo conoscente ha ottenuto risultati sorprendenti
seguendo la dieta cheto ad alto contenuto di grassi, ma quando l’hai provata
ti sei sentito via via sempre peggio e alla fine hai anche preso peso. In
effetti, ti sei sentito al meglio (ed eri più magro) quando seguivi le diete a
basso contenuto di grassi degli anni Novanta. C’è una spiegazione
scientifica a tutto ciò?
È una buona domanda e la risposta sta nel concetto di bio-individualità.
Mentre scrivevo il mio secondo libro, nel 2017, seguivo il digiuno
intermittente da oltre tre anni e avevo raggiunto il mio peso ideale da due.
Mi sentivo come se avessi capito tutto in materia di dimagrimento e
mantenimento del peso forma. La risposta stava nel digiuno intermittente.
Tuttavia, all’interno della community di supporto online che seguivo come
tutor si presentava spesso un problema: i membri non si trovavano
d’accordo su quali cibi fossero più adatti da consumare durante il digiuno
intermittente.
Proprio così. Nonostante fossimo DI esperti, molti di noi erano ancora
fissati con il concetto di dieta.
Allora decisi di affrontare la questione una volta per tutte. Avrei
setacciato la letteratura scientifica, verificato le varie teorie dietetiche e
avrei scritto un libro per condividere i risultati con la comunità del digiuno
intermittente, chiarendo quale fosse il modo «migliore» di mangiare.
Ciò che scoprii mi sorprese e allo stesso tempo mi liberò definitivamente
dalla mia ossessione per le diete.
Trascorsi l’estate a fare ricerche: lessi moltissimi libri, cercai dati e
informazioni su PubMed e mi infilai in ogni possibile ginepraio. Più
studiavo, più mi sentivo confusa. Come era possibile che gli studi pubblicati
su riviste scientifiche per addetti ai lavori si contraddicessero l’un l’altro?
Come poteva un eminente medico scrivere un libro che sosteneva l’esatto
opposto di un altrettanto eminente medico? Più mi inoltravo più mi sentivo
lontana dal raggiungere una conclusione. Un giorno, però, mi sono
imbattuta in un video che ha cambiato tutto.
Nel 2016, il dottor Eran Segal ha presentato la sua ricerca scientifica in
un TED Talk intitolato Qual è la migliore dieta per gli esseri umani? 1
Quando, quel giorno del 2017, ho guardato il video sono rimasta a bocca
aperta. Poi l’ho riguardato. Poi l’ho mostrato a mio marito.
In quel video, il dottor Segal presentava i risultati di una ricerca
scientifica che dimostrava in modo schiacciante come il corpo di vari
individui risponda in modo diverso agli stessi alimenti.
Ma partiamo dall’inizio. Hai mai sentito parlare di indice glicemico?
Sono certa di sì. L’indice glicemico (IG) consiste in una scala che va da 0 a
100 basata sulla velocità con cui aumenta la glicemia in seguito
all’assunzione di un dato alimento. Un IG più elevato significa che
quell’alimento fa alzare il livello di zucchero nel sangue più rapidamente, e
ciò implica un brusco abbassamento subito dopo il pasto. Immagina la
curva dello zucchero nel sangue come una curva che sale in modo ripido.
Vogliamo evitare quel tipo di innalzamento repentino e la conseguente
caduta a picco perché sono associati a esiti negativi per la salute. Hai
presente le montagne russe per i bambini piccoli? I vagoncini sono a forma
di bruco e vanno su e giù molto dolcemente: un po’ su, ma non troppo, e un
po’ giù, non in modo brusco. È così che vogliamo che si comporti il
glucosio nel nostro sangue, con picchi lievi e discese lente. Gli alimenti che
hanno un indice glicemico basso portano a fluttuazioni meno drammatiche
dello zucchero nel sangue, pertanto la lezione da trarre è la seguente: per
rimanere in buona salute, evita che lo zucchero nel tuo sangue segua
l’andamento delle montagne russe (con picchi repentini seguiti da crolli
improvvisi) e attieniti al movimento dolce della giostra dei bambini (con
salite e discese lente e costanti). Una risposta glicemica elevata dopo i pasti
costituisce un fattore di rischio per obesità, diabete, malattie cardiovascolari
e altre malattie metaboliche e costituisce anche un indicatore della
mortalità. 2
Perciò dovremmo cercare di capire come il nostro corpo risponde ai
diversi alimenti e l’indice glicemico ci è molto utile, essendo l’indicatore
principale. L’indice glicemico viene calcolato somministrando una porzione
standard di ogni alimento a dieci o più soggetti, misurando la loro risposta e
quindi confrontando quel valore alla risposta di quegli stessi soggetti al
glucosio puro. Il rapporto fra i due numeri dà l’indice glicemico di quel
determinato alimento. Dai risultati ottenuti dai dieci soggetti, gli scienziati
hanno fatto la media e tratto il valore dell’indice glicemico dell’alimento. 3
L’indice glicemico viene comunemente espresso con un numero
assoluto: l’IG dello zucchero è 100; quello del pane bianco è 75; del mais è
52 e del gelato è 51. 4 Siamo portati a supporre che tutti dovremmo evitare il
pane e che il mais e il gelato producono una risposta simile in ciascuno di
noi, visto che hanno un IG molto simile.
Tuttavia non è così.
L’esperimento del dottor Segal rivela che la risposta glicemica agli stessi
alimenti è estremamente individuale.
Il dottor Segal e i suoi colleghi hanno misurato la risposta glicemica di
una varietà di alimenti in centinaia di individui e hanno scoperto che per
ogni singolo alimento alcune persone avevano una risposta glicemica bassa,
altre alta e altre ancora media. Per ogni singolo alimento.
Quindi, nonostante il mais e il gelato abbiano un indice glicemico simile,
alcuni soggetti registrano un innalzamento del glucosio nel sangue dopo
aver mangiato mais mentre altri no, e lo stesso vale per il gelato.
Dopo ulteriori analisi, il team del dottor Segal è riuscito a utilizzare i dati
individuali delle centinaia di soggetti nel gruppo di test e a sviluppare un
algoritmo in grado di prevedere la risposta di una persona ai cibi con un alto
livello di precisione. Ha scoperto che i fattori individuali più importanti
hanno a che fare con la composizione del microbioma intestinale di ogni
persona. Sì! Proprio così. La risposta glicemica di ogni individuo è
fortemente condizionata dal tipo di popolazione batterica che vive nel
nostro intestino!
Per verificare se questo algoritmo funzionava, il dottor Segal e i suoi
colleghi hanno preso un nuovo gruppo di partecipanti e hanno utilizzato
l’algoritmo per prevedere come poteva essere una dieta «buona» e una
«cattiva» per ciascuno di loro. I partecipanti hanno seguito una delle due
diete per una settimana senza sapere quale fosse delle due, e le loro risposte
glicemiche sono state monitorate ogni giorno.
I risultati sono stati straordinari. Quando i partecipanti seguivano la dieta
che si prevedeva fosse dannosa per loro, avevano enormi sbalzi di glucosio
nel sangue e ridotta tolleranza al glucosio. Quando seguivano la dieta che si
prevedeva fosse buona per loro, i livelli di glucosio nel sangue restavano
costanti per l’intera settimana. La «cattiva» alimentazione faceva sì che il
profilo della loro risposta glicemica indicasse uno stadio pre-diabetico,
mentre la dieta «sana» provocava una risposta glicemica perfettamente
normale.
Ecco la prova definitiva che non esiste una dieta universale che funziona
per tutti allo stesso modo! Da un punto di vista scientifico, quindi, i nostri
corpi rispondono in modo molto diverso agli stessi alimenti. Ora capisci
perché il tuo conoscente ha raggiunto buoni risultati seguendo quella
particolare dieta mentre tu non hai perso nemmeno un chilo: probabilmente
era la dieta giusta per il corpo di quella persona, ma quella sbagliata per te!
Il dottor Segal e il suo gruppo di lavoro non sono gli unici a essersi
occupati di questo aspetto. Uno dei miei ricercatori (e scrittori) preferiti, il
dottor Tim Spector, conduce da anni ricerche sulla nutrizione
personalizzata. 5 Nel 2019 il suo team ha pubblicato uno studio che ha
confrontato le risposte individuali agli alimenti di 1.100 adulti provenienti
da Stati Uniti e Regno Unito, e l’aspetto più interessante è che all’interno di
questo gruppo il 60% dei soggetti erano gemelli. Il dottor Spector, infatti, è
particolarmente attento non solo a come il microbioma intestinale influisce
sulle nostre risposte personali agli alimenti, ma anche al ruolo svolto dalla
genetica. E che cosa c’è di meglio che studiare coppie di gemelli?
Spector e il suo team osservano i gemelli da anni, e sono famosi
soprattutto per un registro, TwinsUK, in cui le coppie di gemelli si iscrivono
volontariamente e si prestano per vari esperimenti. Nel suo lavoro, cerca di
stabilire quante delle somiglianze e delle differenze tra due persone possano
essere correlate alla genetica e quanto invece dipendano da altri fattori.
Nel loro studio più recente, che hanno chiamato Predict, hanno misurato
la glicemia, i livelli di insulina, di grasso (trigliceridi) e altri marcatori del
sangue in risposta a una varietà di alimenti. 6 Proprio come il team del
dottor Segal, anche il gruppo di Spector ha rilevato un’ampia variazione
nelle risposte agli stessi alimenti. Alcuni dei partecipanti avevano picchi di
glicemia e impennate di insulina nel sangue, mentre altri mostravano alti
livelli di grassi nel flusso sanguigno ore dopo aver mangiato.
I fattori genetici spiegano alcune delle variazioni nelle risposte, ma non
tutte; poco meno del 50% delle differenze di glucosio nel sangue erano
legate alla genetica, così come anche il 30% delle differenze nella risposta
insulinica e il 20% della differenza nei trigliceridi. Gran parte della
differenza è stata ancora una volta attribuita alle variazioni nella
composizione del microbioma intestinale, proprio come stabilito dalla
ricerca del dottor Segal. I gemelli, anche quando geneticamente identici,
hanno solo il 37% di somiglianza nella composizione del loro microbioma
intestinale.
Al momento, lo stesso gruppo di ricerca sta lavorando a un secondo
studio chiamato Predict 2, che includerà migliaia di nuovi partecipanti, e
avrà lo scopo di perfezionare ulteriormente gli algoritmi predittivi.
Possiamo dunque affermare che siamo finalmente a un punto di svolta
nella comprensione dei meccanismi nutrizionali! I risultati di Predict sono
stati resi pubblici nel giugno 2019. Sebbene questa branca della scienza sia
ancora agli inizi, sono certa che nel futuro prossimo sapremo sempre di più
sulla bio-individualità man mano che si approfondiranno le correlazioni fra
la genetica, il miocrobioma intestinale e la dieta «ideale» a livello
individuale. 7
«E io come posso sfruttare al meglio queste informazioni?» Dipenderà
da quando leggerai questo libro, forse saranno state fatte ulteriori ricerche e
sarà noto a tutti che esistono differenze individuali rispetto alla nostra
reazione ai diversi alimenti. In questo momento, nel 2020, tuttavia, non è
ancora accaduto, quindi potresti aver bisogno di fare qualche indagine per
capirlo. Quando desideriamo capire quali alimenti funzionano meglio per il
nostro corpo, una strategia utile è ripensare alla propria storia alimentare.
Quale dieta ha funzionato meglio per te in passato? Questo potrebbe darti
un indizio.
Ecco la mia esperienza. Come ho accennato nei capitoli precedenti, nel
corso degli anni ho provato tutte le principali diete. Guardando indietro, ora
mi rendo conto di non avere mai perso peso seguendo una dieta a basso
contenuto di carboidrati, anche se ne ho seguite diverse varianti. Quella che
ha funzionato meglio invece è stata la dieta a basso contenuto di grassi degli
anni Novanta. Se la seguivo fedelmente, riuscivo a restare magra senza
contare una singola caloria… mi bastava contare i grammi di grasso.
Nonostante mi sia stancata abbastanza velocemente di vivere in quel modo
(i prodotti senza grassi sono disgustosi, inoltre io amo il burro), non c’è
dubbio che quello stile alimentare funzionasse bene per il mio organismo.
Ora ho raggiunto il mio peso ideale, non ho bisogno di perderne altro.
Ho un po’ di cellulite qua e là, non sarò mai una modella di intimo, ma
posso mangiare quello che amo ogni giorno (e condirlo con il burro) senza
restrizioni, e non mi interessa avere qualche rotolino purché possa
continuare a godermi le prelibatezze che desidero mangiare. Porto la taglia
40 e mi sta bene così. A ogni modo, se volessi perdere qualche chilo,
penserei di diminuire i grassi nella mia dieta quotidiana. Perché? Perché
ricordo il successo degli anni Novanta, e perché ho fatto l’analisi del DNA
per scoprire qualche indizio in più sul mio organismo.
Grazie a un’analisi del DNA standard sono venuta a conoscenza di
alcune cose affascinanti sui miei antenati che ignoravo e ho imparato che
probabilmente potrei essere estremamente irrequieta quando dormo (vero!),
che sono molto propensa a rilevare sapori amari nei cibi (vero!) e
probabilmente consumo più caffeina di molte altre persone (vero anche
questo!).
Dopo aver esaminato le informazioni generali fornite dalla società di
analisi, ho fatto un ulteriore passo avanti. Ho scaricato i miei dati dalla loro
piattaforma web e li ho caricati sulla piattaforma di un’altra società. La
seconda azienda (e ce ne sono parecchie nel mondo) analizza a fondo i tuoi
dati e genera un report che contiene consigli basati sul tuo profilo completo.
Come ho già detto, questo tipo di ricerca è ancora agli inizi e non tutta la
nostra bio-individualità è correlata ai nostri geni; una buona parte dipende
dal nostro microbioma intestinale e un test genetico non può dire nulla a
questo riguardo. Tuttavia, i risultati che ho ottenuto sono interessanti e sono
coerenti ai ricordi che ho delle mie diete passate. La mia analisi del DNA
conferma infatti che un programma alimentare a basso contenuto di grassi è
raccomandato per il mio corpo, unito a una maggiore percentuale di
carboidrati e a un moderato apporto di proteine.
Osservando il grafico, capirai perché una dieta cheto ad alto contenuto di
grassi non può funzionare per il mio organismo, mentre le diete a basso
contenuto di grassi sì.
In un altro studio recente, del 2019, gli scienziati hanno scoperto che
circa il 50% dell’intera popolazione possiede un gene che aiuta il corpo a
regolare la presenza di glucosio nel sangue, il che significa che ci siamo
fisicamente adattati a una maggiore quantità di carboidrati, ma l’altro 50%
non ce l’ha. 8 La teoria è che alcuni dei nostri antenati abbiano sviluppato
questa variante genetica in risposta alla rivoluzione agricola, mentre altri di
noi continuano ad avere la varietà genetica più antica. Poiché questo studio
è molto recente, non ho ancora scoperto a quale delle due varianti
appartengo, tuttavia stando a quello che so sul modo in cui il mio corpo
reagisce ai carboidrati sospetto di appartenere a quella più recente. Se hai la
sensazione che il tuo corpo non reagisca bene ai carboidrati, probabilmente
hai ragione.
Non vedo l’ora che arrivi presto il giorno in cui la scienza saprà dirci di
più su questo interessantissimo argomento!
Nel frattempo spero che tu abbia abbandonato l’ossessione per le diete,
ora che hai capito quanto sia sciocco cercare di seguirne una che vada bene
per tutti.
15
Il tramonto delle calorie
ORA che sappiamo che non esiste la dieta perfetta per tutti, prendiamo in
esame il principio che regna incontrastato nel mondo delle diete: le calorie.
Tutti sanno che se mangi di meno e ti muovi di più, perdi peso, giusto? E a
tutti noi è stato insegnato che il modo migliore per mangiare di meno è
contare le calorie così si sa quando smettere. Ancora meglio, puoi trovare
l’algoritmo che consente di inserire i tuoi dati personali e calcolare
esattamente di quante calorie il tuo corpo «necessita» su base giornaliera.
Tutti abbiamo imparato che per perdere mezzo chilo la settimana dobbiamo
mangiare 500 calorie al giorno in meno rispetto a quanto serve al nostro
corpo per mantenere il peso attuale. Viva la matematica!
Ma c’è un problema: non funziona.
Vediamo prima alcuni semplici concetti, perché voglio essere sicura che
tu prenda coscienza di alcune cose:
Sì, è vero che se assumi più calorie di quante il tuo corpo riesca a
consumare (o bruciare, accelerando il metabolismo), prendi peso perché
il corpo accumula l’energia in eccesso. (Quindi, per favore, togliti subito
dalla testa che «le calorie non contano». Fra poco però ti spiegherò
perché contare le calorie è un esercizio futile, terribilmente sbagliato, e
non voglio che tu lo faccia. Inoltre preferirei che smettessimo di usare la
parola «calorie» perché semplifica eccessivamente il modo in cui il cibo
funziona all’interno del corpo, tuttavia non pensare che il tuo corpo possa
magicamente ignorare che stai mangiando per tre. Se mangi una quantità
di cibo che il corpo non può usare o bruciare aumenterai di peso anche se
segui il digiuno intermittente.)
Sì, è vero che devi assumere meno calorie di quelle di cui il tuo corpo ha
bisogno se vuoi perdere peso. Bruci i grassi, come fossero il tuo
carburante, solo se hai bisogno di accedere a quell’energia! Se mangi
troppo, non avrai bisogno di accedere al grasso immagazzinato.
Ma…
No, non è vero che il nostro corpo elabora o utilizza tutte le calorie allo
stesso modo. Si sente spesso dire che «una caloria è una caloria», ma
questa è la bugia più grande di tutte e uno dei motivi principali per cui il
modello calorie in entrata/calorie in uscita non funziona. (Come ho
spiegato nell’introduzione, il meccanismo dell’adattamento metabolico fa
sì che le «calorie in uscita» non lavorino a nostro favore quando limitiamo
eccessivamente l’apporto calorico sul lungo periodo.)
No, non è vero che contare le calorie sia il metodo migliore per capire
quanta energia il tuo corpo può trarre dai cibi che mangi. Come abbiamo
visto, il corpo è incredibilmente adattabile e può abbassare il tasso
metabolico in risposta a un’eccessiva restrizione e può accelerare il
metabolismo in risposta alla sovralimentazione. È impossibile inserire in
una formula questi adattamenti metabolici così complessi ed è il motivo
per il quale tante persone non perdono peso come da previsione
matematica quando seguono un programma basato sulla restrizione
calorica.
Spero di riuscire a convincerti che non avrai mai più bisogno di contare
ogni singola caloria (né vorrai farlo). Il tuo corpo non elabora 100 calorie di
mandorle nello stesso modo in cui elabora le 100 calorie contenute nella
bibita zuccherata, quindi perché dovresti preoccuparti di contarle? Inoltre,
vedremo le insidie nascoste nel conteggio delle calorie e come possiamo
liberarci una volta per tutte di questa follia. (Per di più contare le calorie al
fine di controllarne l’assunzione rende più difficile riconnettersi con i
segnali di sazietà del corpo.)
Da dove nasce l’idea di contare le calorie presenti negli alimenti? Diamo
uno sguardo alla storia.
Da quello che sappiamo, la parola «caloria» compare per la prima volta
nel 1825, in una rivista scientifica francese. 1 Un paio di chimici studiavano
l’energia con l’obiettivo di calcolare la quantità di lavoro che poteva essere
eseguita da un motore a vapore, e hanno usato l’unità di misura di una
caloria per rappresentare la quantità di energia termica necessaria ad
aumentare la temperatura dell’acqua di un grado. Successivamente, nel
1890, un chimico di nome Wilbur Atwater decise di applicare la stessa unità
di misura agli alimenti con l’obiettivo di aiutare i poveri a trarre il massimo
dalle loro scelte alimentari. È piuttosto interessante notare come nel tempo
un lavoro che era partito con l’intento di combattere la malnutrizione ora è
utilizzato soprattutto nell’ambito delle diete dimagranti.
Per calcolare quante calorie ci sono in un alimento qualunque, si inizia
con uno strumento chiamato «bomba calorimetrica». Si inserisce il cibo in
un contenitore immerso nell’acqua e lo si riscalda finché è completamente
bruciato. Misurando la variazione della temperatura dell’acqua, è possibile
determinare il numero di calorie in quel cibo. Atwater sapeva, tuttavia, che i
nostri corpi «perdono» parte dell’energia tratta da un alimento attraverso i
vari prodotti di scarto (urina, feci, calore…). Quindi ha escogitato una
formula semplice:
Il nostro organismo trae più energia dagli alimenti cotti che da quelli crudi.
Per esempio, il corpo deve fare più lavoro per digerire gli spinaci crudi
rispetto agli spinaci cotti, quindi «sprecherai» una quantità maggiore di
energia che si trova negli spinaci crudi perché devi digerire le foglie e i
gambi. Vale anche per le carni, il corpo trae maggiore energia dalle carni
cotte che da quelle crude (non sto affatto consigliando di passare alla
carne cruda). 2 Cuocendo un alimento, si cambia la sua struttura e lo si
rende più digeribile, parte del lavoro digestivo viene fatto dal processo di
cottura. Una tartare ha meno energie accessibili di una bistecca ben
cotta, anche se in teoria in principio contenevano lo stesso numero di
calorie.
Il nostro corpo usa più energia per elaborare cibi integrali rispetto a cibi
raffinati. Quindi, mangiare 100 calorie di carote ci farà «sprecare» più
energia nel processo di digestione rispetto a quando mangiamo 100
calorie di torta di carote. Alcuni scienziati hanno confrontato due diversi
panini al formaggio: uno fatto con pane e formaggio altamente raffinati e
un altro preparato con versioni più «integrali». Ci vuole quasi il 4% di
energia in più per digerire la versione meno elaborata del panino e il tasso
metabolico dei partecipanti all’esperimento è aumentato mentre lo
digerivano. 3 Gli alimenti raffinati hanno energia facilmente accessibile
che è già stata scomposta per noi attraverso la lavorazione stessa.
Pensiamo alla bistecca ben cotta dell’esempio precedente: quella
bistecca ha meno calorie accessibili di un hamburger, dal momento che
l’hamburger è stato macinato in piccoli pezzi: meno lavoro per il tuo corpo
equivale a più «calorie» a tua disposizione, anche se i due alimenti
contengono la stessa quantità di «energia».
La frutta a guscio presenta particolari problemi in termini di precisione
delle calorie dichiarate. Le arachidi crude forniscono meno calorie al
corpo rispetto al burro di arachidi tostate. 4 Quando mangiamo le
mandorle, invece di 170 calorie per porzione, come indicato sull’etichetta,
il nostro corpo può estrarre solo 129 calorie di energia utilizzabile. 5 Un
risultato simile lo danno sia i pistacchi sia le noci. 6 Poiché le pareti
cellulari di questi alimenti ne riducono la digeribilità, anche i grassi
presenti tendono a transitare per il corpo senza essere assorbiti. (Gli
autori di questo studio hanno scoperto che il consumo di noci e nocciole
porta a un aumento del peso fecale e al suo contenuto di grasso e mentre
scrivo sono contenta di non essere uno scienziato che fa esperimenti
sulla digestione di noci, mandorle e nocciole.)
Quindi, come abbiamo visto, non tutti gli alimenti vengono elaborati allo
stesso modo all’interno del corpo e ciò può fare un’enorme differenza nel
numero di calorie a nostra disposizione. Lo sapevi che due persone che
mangiano nello stesso modo non traggono lo stesso numero di calorie da
quegli stessi alimenti? Sia la lunghezza del tratto intestinale sia la
composizione del suo microbioma influenzano la quantità di calorie che il
corpo estrae da quegli alimenti, e questi sono solo due dei fattori che
influenzano la digestione (ecco dunque un’ulteriore prova che siamo
davvero uno diverso dall’altro quando si tratta di stabilire quali alimenti
funzionano più o meno bene per il nostro corpo).
Se tutto ciò non bastasse per convincerti a lasciar perdere il conteggio
delle calorie, ecco un altro spunto: lo sapevi che alcuni alimenti hanno
maggiori probabilità di essere immagazzinati dal corpo come grassi rispetto
ad altri? In una ricerca, i soggetti sovralimentati con grassi o carboidrati per
quattordici giorni immagazzinavano solo il 75-85% dell’energia in eccesso
dai carboidrati, ma ne immagazzinavano il 90-95% dai grassi. 7 Un secondo
studio spiega perché succede: i partecipanti sovralimentati con carboidrati
mostravano un incremento del 7% del loro dispendio energetico nelle
ventiquattro ore, mentre quelli sovralimentati con i grassi non mostravano
alcun incremento nel dispendio energetico. 8
Tutto ciò prova una sola cosa: il fattore più importante è che cosa fa il
tuo corpo con il cibo che mangi, non quante calorie sono indicate
sull’etichetta. Alcuni alimenti richiedono più energia per essere digeriti e un
po’ di calorie andranno «perse» nella digestione. Altri alimenti fanno sì che
il tuo corpo aumenti il dispendio energetico perché non sono facili da
immagazzinare, mentre altri sono più facilmente elaborati e immagazzinati
dal corpo sotto forma di grasso. E, infine, ci sono organismi che elaborano
gli alimenti in modo più efficiente di altri.
A che cosa può servire contare le calorie?
Ricordo me stessa alle prese con il conteggio delle calorie in passato.
Avevo letto da qualche parte che avrei dovuto attenermi a 1.200 calorie
quotidiane per perdere peso. Ogni giorno, distribuivo quelle 1.200 calorie in
modo da poter assumere piccole quantità di cibo a intervalli regolari. Era
così difficile, mi sembrava di morire di fame! Dal momento che ingurgitavo
costantemente piccole quantità di cibo, non attingevo mai alle riserve di
grasso in modo efficace, il che spiega perché ero così infelice a causa degli
scarsi risultati. Da quando seguo il digiuno intermittente le cose sono
cambiate completamente. È così facile digiunare quando il corpo consuma
il grasso immagazzinato! E poi la sera mi godo una cena che mi sazia.
Dunque, ora sappiamo che la dieta ipocalorica è la ricetta del fallimento.
Ma facciamo l’ipotesi che io abbia deciso di unire una dieta ipocalorica al
digiuno intermittente e contare le calorie che consumo all’interno della mia
finestra alimentare per assicurarmi di non mangiare troppo. Che cosa
potrebbe esserci di sbagliato in questo approccio? Molto, in realtà.
Anche se abbiamo appena appreso che ciò che conta davvero è il modo
in cui il nostro corpo rielabora ciò mangiamo, alcune persone che hanno
una lunga storia di diete alle spalle potrebbero essere riluttanti ad
abbandonare la pratica del conteggio delle calorie. Potresti temere che senza
tenere traccia di ciò che mangi, mangeresti di tutto, senza riuscire a
contenerti. (Ovviamente, come abbiamo detto nel capitolo 10, non
preoccuparti se questo accade all’inizio. È normale mangiare troppo quando
il tuo corpo si sta abituando al digiuno intermittente.) Oppure potresti
preoccuparti di non mangiare abbastanza e inavvertitamente rallentare il
metabolismo. È difficile rinunciare al conteggio delle calorie se pensi che ti
stia aiutando!
Anche volendo ignorare i problemi legati al conteggio delle calorie che ti
ho appena illustrato, ci sono altri due motivi per i quali ti consiglio di non
farlo:
ci insegnano a mangiare all’ora dei pasti, che abbiamo fame oppure no, e
non ci è permesso lasciare la tavola fino a quando non abbiamo svuotato
il piatto;
seguiamo diete dimagranti che concentrano la nostra attenzione sui
segnali esterni come le calorie e i grammi di grasso e ci dicono quando ne
abbiamo assunti abbastanza;
i cibi ultra-processati sono molto appetibili e disturbano i sistemi di
controllo dell’appetito. 4 (Vedremo di più su questo argomento nel
prossimo capitolo.)
Una volta perso il contatto con questi segnali, dobbiamo fare molti sforzi
per riconnetterci a essi. Ma la buona notizia è che si può fare! Io ce l’ho
fatta e sono convinta che possa riuscirci anche tu.
Trovo che il concetto di correzione dell’appetito del dottor Herring sia il
punto di partenza per diventare un consumatore più intuitivo nel quadro del
digiuno intermittente. Il nostro obiettivo è imparare a fidarci di nuovo del
nostro corpo (anche se prima dovremmo dargli il tempo di fidarsi di nuovo
di noi, in particolare se abbiamo alle spalle una lunga storia di diete).
Questa fiducia reciproca può essere ritrovata e credo che il digiuno
intermittente sia la risposta.
Nell’introduzione abbiamo detto che quando seguiamo per un lungo
periodo di tempo una dieta eccessivamente restrittiva, il nostro corpo si
adatta, come misura protettiva. Inoltre il tasso metabolico rallenta e il nostro
corpo ci invia una serie di segnali per dirci «mangia subito!» 5 Il
rallentamento del metabolismo porta a un aumento della grelina (l’ormone
della fame) e a un abbassamento della leptina (l’ormone della sazietà),
entrambi programmati per farci mangiare quello di cui abbiamo bisogno,
secondo il nostro corpo.
Il digiuno intermittente ci aiuta a riconnetterci con questi segnali? Il
dottor Herring ritiene di sì, così come migliaia di DI con cui mi sono
confrontata in qualità di tutor della community online. Sono sempre
entusiasta quando i neofiti del digiuno riferiscono di essere diventati loro la
persona che lascia la torta nel piatto! Improvvisamente, sono di nuovo in
grado di percepire il segnale «smetti subito di mangiare» forte e chiaro, ed è
una sensazione incredibile.
Abbiamo anche a disposizione degli studi molto recenti sull’argomento.
In uno studio del 2019, gli scienziati hanno messo in evidenza che dopo soli
quattro giorni in cui i partecipanti seguivano il digiuno intermittente basato
su una finestra alimentare di sei ore, era possibile rilevare una riduzione
della grelina e un aumento della leptina. 6 Si trattava di una ricerca molto
limitata, in cui i partecipanti consumavano tutti e tre i pasti in una finestra
di sei ore, inoltre quattro giorni non sono niente (sappiamo infatti che ci
vuole molto più tempo perché il corpo si adatti al digiuno intermittente), ma
è un’altra conferma della straordinaria correzione dell’appetito segnalata da
così tante persone.
Ricorda: il processo che controlla l’appetito è molto complesso e non si
limita all’ipotalamo (né alla sola azione di leptina e grelina). 7 Esistono
numerosi ormoni (neuropeptide Y, le oressine, peptide correlato all’aguti,
colecistochinina, peptide simile al glucagone 1 e altri), ma in questo
capitolo mi sono concentrata su leptina e grelina dal momento che sono
quelle di cui sentirai parlare di più. A noi interessa capire che il corpo ci
manda dei segnali attraverso molti canali per aiutarci a regolare la quantità
di cibo che ingeriamo e che il digiuno intermittente ci aiuta a riconoscerli.
C’è un’altra cosa che è importante capire nella correzione dell’appetito:
funziona in entrambi i sensi. Talvolta chi segue il digiuno intermittente
pensa che la correzione dell’appetito significhi solo che ci sentiamo pieni e
smettiamo di mangiare quando siamo soddisfatti. In parte è così, ma non è
tutto. Alcuni giorni avrai maggiore appetito. Ascolta il tuo corpo! Anche
l’aumento della fame è una caratteristica della correzione dell’appetito. Una
volta compreso questo meccanismo, puoi essere molto più tranquillo
quando ti capita di avere più fame. Non è perché sei debole, manchi di
autocontrollo o sei troppo goloso. No. Gli ormoni sono potenti ed è difficile
resistere ai loro segnali.
È importante non dimenticare mai questo fatto: quando stai cercando di
perdere peso, la quantità di cibo che mangi è importante. Il tuo obiettivo è
fermarti quando sei soddisfatto e non continuare a mangiare di più solo
perché la tua finestra alimentare è ancora aperta. L’obiettivo è fermarti
quando sei soddisfatto, non quando sei pieno da scoppiare. Hai presente la
sensazione che si prova dopo il pranzo di Natale? È così che ti senti quando
mangi troppo. Non arrivare a quel punto: fermati quando hai mangiato
abbastanza e sei sazio.
Te lo ripeto: fermati quando sei sazio.
Può essere difficile per i DI che stanno cercando di fare proprio il
concetto di correzione dell’appetito ma ancora non ci sono riusciti. Se non
sei ancora in sintonia con i tuoi segnali di sazietà, forse ci vorrà un po’ più
di tempo per te. Forse li avverti, ma non sei ancora in grado di ascoltarli.
Fino a quando i tuoi segnali di sazietà non si saranno normalizzati, potresti
aver bisogno di alcune strategie per evitare di mangiare troppo. Di seguito
te ne propongo qualcuna.
Gli abitanti di Okinawa, in Giappone, sono noti per vivere una vita lunga
e sana e seguono una filosofia nota come «hara hachi bu». Questa frase è
tratta da un insegnamento di Confucio e significa: «Mangia fino all’80%
della tua capienza». Tieni a mente questo ammonimento mentre mangi. Non
devi sentirti completamente pieno, ma solo piacevolmente soddisfatto. In
altre parole, smetti di mangiare quando non hai più fame.
C’è un segnale che molti di noi manifestano quando abbiamo mangiato
abbastanza: il sospiro. Ti è mai capitato di mangiare e a un certo punto
sospirare di soddisfazione? Voglio che inizi a prestare attenzione a quella
sensazione. È il modo con cui il corpo ti dice che è sazio. Quando sospiri,
smetti di mangiare. È una bella sensazione rendersi conto che il tuo corpo
comunica con te e che tu sei in grado di ascoltarlo!
Ogni volta che ignoro il messaggio «sono sazia» e continuo a mangiare
(diciamocelo: mangiare è un gran piacere!), un quarto d’ora più tardi me ne
pento. Se davvero non hai mangiato abbastanza, puoi mangiare di nuovo
più tardi, ma una volta che hai mangiato troppo, non c’è modo di toglierti di
dosso quella sgradevole sensazione.
Un altro segnale di sazietà si manifesta nella sensazione che quello che
stai mangiando sia d’un tratto meno delizioso di qualche istante prima. Ti
potrà sembrare strano, ma facci caso. Appena avverti questa sensazione,
smetti di mangiare e concedi al tuo corpo qualche minuto per controllare i
segnali di sazietà. Potresti scoprire di aver mangiato abbastanza e sarai
felice di averlo notato.
Se hai ancora bisogno di un piccolo aiuto mentre impari ad ascoltare i
tuoi segnali di sazietà, ecco un ultimo trucco che puoi usare. Quando è il
momento di mangiare, serviti un piatto di cibo leggermente più scarso di
quanto vorresti. Se finisci quel piatto di cibo e hai ancora fame, allontanati
dal tavolo e imposta un timer per trenta minuti. Di’ a te stesso che se hai
ancora fame quando il timer suona, puoi mangiare ancora. Di solito ciò che
accade è che il tuo corpo ha il tempo di registrare i segnali di sazietà e
quando il timer suona ti renderai conto di non avere più voglia né bisogno
di mangiare.
Alla fine, imparerai a riconoscere quando sei sazio. Non avrai bisogno di
mettere in atto alcuna strategia e ti renderai conto con piacere di essere
diventato intuitivo nel tuo approccio al digiuno intermittente, proprio come
lo sono io ora.
Inoltre, non dimenticare questa importante lezione: un’accresciuta
sensazione di fame che perdura nel tempo è un segnale di adattamento
metabolico e non dovremmo ignorarlo. 8 Ricorda: tutto quello che accade
nel nostro corpo ha lo scopo di proteggerci e di mantenerci in vita. Non
ignorare i segnali di fame se continuano ad aumentare nel tempo. Se il tuo
corpo ti dice: «Mangia di più», cambia qualcosa nel tuo protocollo di
digiuno. Forse è il momento di passare al digiuno a giorni alterni per un po’
e i giorni «sì» potrebbero essere proprio quello di cui il tuo corpo ha
bisogno!
In questo capitolo abbiamo parlato di sazietà, e la sazietà dipende molto
dalla qualità del cibo. Quando scegliamo cibi naturali ricchi di nutrienti, il
nostro corpo è felice e soddisfatto. Vediamo meglio che cosa significa nel
prossimo capitolo.
17
Fagioli o caramelle: quanto conta la qualità degli alimenti?
CATEGORIA DESCRIZIONE
GRUPPO 1 Alimenti freschi che provengono da piante o
ALIMENTI NON animali e poco lavorati o raffinati.
LAVORATI O
POCO LAVORATI
GRUPPO 2 Ingredienti che utilizziamo in cucina.
INGREDIENTI
CULINARI
LAVORATI
GRUPPO 3 Alimenti prodotti da una combinazione di cibi
ALIMENTI freschi e prodotti culinari.
LAVORATI
GRUPPO 4 Prodotti realizzati con poco o nessun
ALIMENTI contenuto di alimenti freschi e con una grande
ULTRA- quantità di additivi raffinati e lavorati.
LAVORATI
La Parte Terza riunisce tutto quello che ti occorre ricordare affinché il digiuno
intermittente diventi il tuo stile di vita per sempre. Come traghettiamo il nostro pensiero
dal concetto di «dieta» a quello di «stile di vita»? Quali sono i metodi migliori per
misurare i progressi? In che modo la nostra mentalità può fare la differenza? Che ruolo
ha l’esercizio fisico? Come possiamo continuare a modificare i nostri protocolli di
digiuno intermittente e le scelte alimentari nel tempo, se il dimagrimento rallenta? Come
funziona il mantenimento? Non preoccuparti, ho tutte le risposte a queste domande e
molto di più!
18
L’insidia della bilancia: la guida per tracciare i progressi
SEBBENE ti abbia ripetuto che il digiuno intermittente è un programma di salute che ha come effetto
collaterale la perdita di peso, la maggior parte di noi, me compresa, ha scelto il digiuno intermittente per
dimagrire. E la maggior parte di noi cerca un modo preciso e affidabile per misurare i progressi. In questo
capitolo, troverai varie strategie per monitorare i tuoi risultati.
A meno che tu non sia fra coloro che hanno abolito la bilancia, probabilmente controllerai il tuo peso ogni
giorno a partire dal giorno ventinove, dopo che il tuo corpo avrà avuto ventotto giorni per adattarsi al digiuno
intermittente. (Non dimenticare che il peso di partenza che hai registrato il giorno zero serve solo a scopo
informativo e come ho spiegato nel capitolo 10 non ti devi aspettare di dimagrire durante i primi ventotto
giorni). Dovrai anche prendere le misure dei punti chiave del tuo corpo e scattare fotografie ogni settimana.
Dopo i ventotto giorni, potrai aspettarti dei piccoli ma costanti progressi di uno o più parametri: potrai notare
qualche mezzo chilo in meno quando sali sulla bilancia, oppure perderai qualche centimetro e/o vedrai
qualche miglioramento nelle fotografie. Se almeno uno di questi parametri migliora, saprai per certo che il
tuo corpo sta cambiando.
Promettimi che non proverai a monitorare i tuoi progressi durante i primi ventotto giorni mentre il tuo
corpo si sta abituando al digiuno! Dico sul serio. Questo è il momento di concentrarsi solo sul digiuno pulito
e non di notare se stai perdendo peso oppure no. Figurati che all’inizio potresti persino aumentare di peso,
quindi lascia fare al tuo corpo durante quelle prime settimane senza prestare troppa attenzione.
Ora prendiamo in esame tutti gli strumenti di monitoraggio che hai a disposizione nella tua cassetta degli
attrezzi e iniziamo con la bilancia. L’amata e odiata bilancia è lo strumento più comune per la maggior parte
delle persone che cercano di dimagrire e, sfortunatamente, è anche uno dei peggiori strumenti in assoluto per
chi si affida al digiuno intermittente. Perché? A causa della ricomposizione del corpo.
Come abbiamo imparato nei capitoli precedenti, quando si pratica il digiuno in modo pulito, il corpo
attinge di preferenza alle riserve di grasso per trarre il carburante di cui ha bisogno. Allo stesso tempo,
aumentano i livelli di ormone della crescita (HGH), il che significa che il corpo è pronto per costruire
muscoli come mai prima d’ora. Anche se non stai facendo alcun allenamento vero e proprio, ti muovi tutto il
giorno, e così il tuo corpo è in grado di sviluppare i muscoli. (Questo confonde molte persone che pensano di
dover fare ginnastica per sviluppare i muscoli, ma ricorda quello che ti ho già detto: neonati e bambini piccoli
non sollevano pesi in palestra, ma sviluppano comunque tessuto muscolare. E così fai anche tu grazie
all’incremento dell’HGH.)
Poiché utilizzi il superpotere bruciagrassi e stai anche sviluppando massa muscolare, non avrai la tipica
rapida perdita di peso che probabilmente hai ottenuto con le diete che hai fatto in passato. Il digiuno
intermittente funziona in modo molto diverso. Questo fenomeno non piace a chi si affida solo alla bilancia
come strumento per monitorare i progressi: cambia la taglia, ma il peso rimane lo stesso. Se controlli solo la
bilancia, avrai la sensazione di non fare progressi, mentre è vero il contrario.
È importante capire come funziona la ricomposizione del corpo. Man mano che perdi grasso e costruisci
muscoli, la tua taglia si ridurrà. Questo perché la massa muscolare magra occupa meno spazio del morbido
grasso. Per capirlo, immagina della margarina accanto a un taglio di filetto mignon. Il filetto (tessuto magro)
è più denso della margarina (grassa). Se avessi un volume uguale di ciascuno (per esempio una quantità delle
dimensioni di un mazzo di carte da gioco), la bistecca peserebbe più della margarina.
A proposito, se vuoi innervosire molte persone, afferma che «i muscoli pesano più del grasso». I pignoli ti
diranno che un chilo di muscoli pesa esattamente la stessa quantità di un chilo di grasso, il che è vero, ma è
altrettanto vero che, a parità di volume, i muscoli pesano assolutamente più del grasso. Se avessi due cubi
uguali delle dimensioni di un cubo di Rubik, uno di piombo e uno di polistirolo, avrebbero lo stesso volume,
ma quello di piombo peserebbe di più. Quindi, è un dato di fatto che a parità di volume, il piombo pesa più
del polistirolo. La stessa cosa vale per muscoli e grasso: a parità di volume, il muscolo pesa più del grasso.
Quindi, se stai sperimentando questo fenomeno, fidati sempre della tua taglia e non della bilancia! Se ti
vedi più magro ma la bilancia si ostina a darti lo stesso peso, ora sai che è per via della ricomposizione del
corpo. E no: il grasso non si sta «trasformando in» muscolo. Sono due processi separati, ma avvengono nello
stesso lasso di tempo.
Dopo aver capito che la bilancia può mentire, potresti avere la tentazione di buttarla via, e questo è
perfettamente comprensibile. È importante avere degli strumenti di misura nella cassetta degli attrezzi, ma
forse la bilancia non è la scelta migliore per te. Se ti ritrovi a fissarti sulle variazioni della bilancia (o
l’assenza di variazioni) e ti torna l’ossessione del peso, allora mettila via, spaccala, o regalala a qualcuno che
non ti sta simpatico. Va benissimo salire a bordo della squadra «niente bilancia».
Se decidi di continuare a usare la bilancia, deve esserti chiaro che la ricomposizione del corpo può
distorcere i risultati e devi assolutamente avere una strategia che ti aiuti ad affrontare dal punto di vista
psicologico le fluttuazioni quotidiane. Altrimenti, c’è il pericolo che tu sia completamente in balia dei numeri
che ogni mattina la bilancia ti mostra. Se la bilancia è arcigna, potresti mandare tutto a quel paese e, in preda
alla frustrazione, passare la giornata a mangiare. Potresti dire a te stesso: «Il digiuno intermittente non
funziona, a questo punto mi arrendo». Oppure, se la bilancia ti sorride, potresti dire: «Sto andando alla
grande! Oggi posso finalmente concedermi qualche dolcetto!»
Già. In qualunque modo vada con la bilancia, potresti rovinare tutto inserendoci dei pensieri ossessivi
tipici della mentalità di una persona a dieta. Ma allora, che cosa si fa in questi casi?
Questa è l’immagine del grafico del mio peso nel 2014. La bilancia era sincronizzata al mio smartphone e l’app tracciava il grafico
dei miei progressi.
Voglio insegnarti un trucco per preservare la tua salute mentale e acquietare la voce della frustrazione
nella tua testa: impara a prendere in considerazione solo l’andamento complessivo del tuo peso. Qui sopra,
c’è l’immagine del grafico del mio peso giorno per giorno in un lasso di tempo del 2014. Avevo una bilancia
sincronizzata con il mio smartphone e l’app creava il grafico dei miei progressi. Osserva quella immagine per
un minuto facendo bene attenzione ai due tracciati.
La linea discontinua mostra il mio peso giornaliero. Nota l’andamento: il mio peso diminuisce per alcuni
giorni e poi aumenta di nuovo, seguito da un movimento verso il basso e poi da un altro picco verso l’alto. Le
fluttuazioni possono risultare piuttosto frustranti! Che cosa facevo di sbagliato nei giorni in cui il mio peso è
aumentato? Che cosa facevo invece nei giorni in cui il mio peso è diminuito? La risposta a entrambe le
domande è «niente»: questo è esattamente l’andamento della perdita di peso. Non sarà sempre giù, giù, giù,
giù, giorno dopo giorno. Se non accetti questo fatto, ammattirai nel cercare di capire il perché di quelle
oscillazioni.
Nota la linea continua, tuttavia. Quella linea mostra l’andamento generale, la tendenza.
Nota che la linea di tendenza ha una leggera pendenza verso il basso. Solo la tendenza generale conta, e
non gli alti e bassi.
Il modo più semplice per monitorare la tua tendenza è utilizzare un’app come quella fornita insieme alla
mia bilancia. Simili app consentono di concentrarti sulla linea di tendenza, che dovrebbe aiutarti a ignorare le
fluttuazioni quotidiane. Se la tua linea di tendenza generale va verso il basso, non è importante che il peso di
oggi possa essere più alto. Non dimenticare mai che il peso oscilla e questo è normale.
Se invece non ami la tecnologia, c’è un altro metodo che puoi utilizzare e che anch’io ho seguito sebbene
avessi l’app. Volevo avere più dati e mi sono divertita a fare i conti da sola. Mi piaceva anche confrontare i
miei progressi di settimana in settimana e ho scoperto che la pesatura giornaliera con la media settimanale mi
ha aiutata a comprendere cosa stava succedendo nella tendenza generale.
Conservo ancora tutti i dati del mio percorso di dimagrimento e questo è un esempio concreto della
registrazione del mio peso giornaliero che mostra in che modo ho utilizzato la media settimanale. (Se osservi
attentamente troverai le due righe che corrispondono al grafico riportato sopra: i dati si trovano nelle righe 6-
10.)
Nota le fluttuazioni: il mio peso variava di giorno in giorno, come se fosse sulle montagne russe. Tuttavia,
fai attenzione alle medie settimanali. Nella maggior parte delle settimane la mia media calava (nonostante ci
sia quella settimana in cui non è scesa per niente, dalla riga 3 alla riga 4). Alcune settimane di molto (un chilo
e trecento grammi nella riga 7!), e altre settimane di meno di mezzo chilo. Tuttavia, se guardi la colonna delle
modifiche e fai i calcoli, la variazione media era quasi di mezzo chilo a settimana, anche se alcune settimane
la variazione era minima e alcune settimane era maggiore.
Ecco la dimostrazione pratica che solo la tendenza generale è importante!
I giorni in grigio sono i pesi registrati durante il ciclo mestruale. Nota cosa è successo nella riga 4: nessuna
perdita di peso. E poi di nuovo alla riga 8: perdita di peso minima. Nel tempo, ho capito che il mio corpo
reagiva in quel modo. Disperarsi non sarebbe servito a nulla. Arrabbiarsi non sarebbe stato d’aiuto, ma capire
che cosa stava succedendo invece sì.
Voglio usare questi dati per illustrare un altro punto importante: pesarsi poco di frequente può essere
peggio che non pesarsi mai. Sì, è così. Ti sconsiglio di pesarti una volta alla settimana o una volta al mese o
solo quando ne hai voglia perché è il modo giusto per finire al manicomio. Ora ti spiego.
Se io mi fossi pesata solo il venerdì? Nella riga 6, il mio peso del venerdì era 81,32. Nella riga 7, il mio
peso del venerdì era 81,78. Se guardi i pesi da venerdì a venerdì, sembra che quella settimana abbia
guadagnato mezzo chilo. Ma se guardi le medie settimanali, puoi vedere che la mia media settimanale nella
riga 6 era 82,37 e la mia media settimanale per la riga 7 era 81,01. Il mio più grande cambiamento
settimanale medio è accaduto proprio in una settimana in cui il mio peso da venerdì a venerdì era aumentato.
Invece di scoraggiarmi per aver preso mezzo chilo, sapevo di essere scesa in media di un chilo e trecento
grammi. Evviva la media settimanale!
Se mi fossi pesata solo di tanto in tanto, sarebbe stato un problema. Se mi fossi pesata il martedì della riga
9 (79,74) e poi ancora la domenica della riga 11 (80,69), avrei pensato di aver preso quasi un chilo e mi sarei
scoraggiata. Quando guardo le mie medie settimanali, tuttavia, vedo che la media per la riga 9 era 80,10 e la
mia media settimanale per la riga 11 era 79,01. La mia media è scesa di un chilo!
La media settimanale si calcola sommando tutti i numeri della settimana e poi dividendo la somma per 7.
Facciamo un esempio prendendo i numeri della riga 1:
587,27 ÷ 7 = 83,89
Se detesti la matematica e metterti a fare i conti ti sembra di tornare sui banchi di scuola, scaricati un’app,
andrà benissimo.
Un’altra strategia che funziona bene per le persone che non sopportano le fluttuazioni al rialzo e vogliono
solo vedere la tendenza al ribasso è utilizzare una vecchia bilancia meccanica (o digitale ma non collegata ad
app). Basta pesarsi e poi riportare su un taccuino solo le variazioni al ribasso, senza annotare quelle al rialzo.
Spero che ora ti sia chiara l’importanza di pesarsi regolarmente e di verificare la tendenza generale,
piuttosto che farsi prendere dall’ossessione delle fluttuazioni. Sono convinta che la maggior parte delle
persone che inizia il digiuno intermittente e lo interrompe, lo faccia perché dà troppa importanza alle
fluttuazioni di peso e si convince che il digiuno non funziona. Quindi o ti pesi tutti i giorni e prendi nota della
tendenza generale, oppure butti via la bilancia. Sì, proprio così: da un estremo all’altro.
Ora che abbiamo stabilito il ruolo della bilancia come strumento per tracciare i tuoi progressi, passiamo
alla strategia successiva: misurazioni!
Misure:
petto:
girovita:
fianchi:
coscia destra:
coscia sinistra:
Come abbiamo visto nel capitolo 10, puoi misurare anche altre parti del corpo, se lo desideri. Se non sai
come prendere accuratamente le misure, vai su internet e cerca un video che ti mostri i modi più corretti.
È importante che, una volta ogni due settimane circa, tu prenda le misure sempre negli stessi punti, usando
identiche modalità e osservi come sta cambiando la forma del tuo corpo. Aspettati di notare cambiamenti
lenti ma costanti nel tempo.
Una delle misure più importanti su cui concentrarsi è il punto vita e, se le misurazioni non ti entusiasmano,
ti consiglio di prendere solo questo dato perché è strettamente collegato allo stato di salute (molte ricerche
hanno dimostrato che minore è il girovita = migliore lo stato di salute e maggiore è il girovita = peggiore è lo
stato generale di salute). Anche se non mi peso più da tempo, di tanto in tanto misuro il girovita perché mi
aiuta a capire se il mio peso è stabile.
Come si fa? Basta misurare il girovita con un metro da sarta e dividerlo per la propria altezza. Perché è
importante? La scienza ci dice che il rapporto girovita-altezza è un ottimo indicatore del rischio di mortalità,
più accurato dell’indice di massa corporea (IMC). 1 Un valore più alto indica anche un rischio più elevato di
malattie legate all’obesità. Un rapporto inferiore a 0,5 è sano, mentre un rapporto che corrisponde a 0,57 o
superiore ti colloca nella fascia degli obesi.
Il mio rapporto girovita-altezza è 0,415, e quando ho chiesto a un motore di ricerca su internet di
mostrarmi una tabella di comparazione, ho scoperto che sono a metà fra una nuotatrice sui diciotto anni
(0,42) e Beyoncé (0,38). Rientro quindi nella categoria dei «magri»: niente male per una ex obesa di
cinquant’anni che non nuota e non sopravvivrebbe a una tournée mondiale!
Un altro importante dato da considerare è il rapporto fra girovita e fianchi. Come per il rapporto girovita-
altezza, è un indicatore di salute migliore rispetto all’IMC. Un rapporto vita-fianchi più basso è collegato a
una minore insorgenza di malattie cardiovascolari e diabete e anche a una maggiore fertilità. 2 Per calcolarlo,
prendi la misura del tuo girovita e dividila per la misura dei fianchi. Il mio è di 0,69. Secondo le statistiche,
un rapporto pari a 0,70 è «l’ideale» per la fertilità femminile e, anche se ho superato di gran lunga gli anni
fertili, sono felice di avere una «silhouette da donna fertile». Secondo un grafico che ho trovato online, il mio
0,69 mi colloca nella categoria «donna pera», il che non mi sorprende.
Oltre a usare la bilancia e a prendere le misure, un terzo prezioso strumento per monitorare i progressi è il
confronto delle fotografie. Se usi questa strategia, assicurati di scattare le foto di fronte, di lato e da dietro. Se
possibile, chiedi a qualcun altro di farlo ma anche i selfie allo specchio vanno bene.
Una precisazione: quando scatti le foto, assicurati di indossare sempre gli stessi abiti così potrai osservare
come il tuo corpo cambia dal modo in cui ti stanno i vestiti nelle foto. Ricordo di aver scattato una foto di me
stessa con il mio vestito preferito dopo aver perso circa undici chili. Ho riprodotto la stessa foto a distanza di
tempo: mi sono messa nello stesso posto, ho indossato gli stessi gioielli e ho cercato di tenere le braccia nella
stessa posizione. Confrontando le due foto, ho potuto notare davvero quanto il mio corpo si fosse trasformato.
A tal punto che la collana mi arrivava più in basso perché evidentemente anche il collo era più paffuto nella
prima foto!
Inoltre, un consiglio pratico: scattarsi fotografie è una tecnica utile per monitorare i tuoi progressi ma
indossa sempre un abito o il costume da bagno. Perché? Quando avrai raggiunto il tuo obiettivo, di sicuro
vorrai mostrare queste foto ad altre persone. E forse mostrarti completamente nudo o in mutande potrebbe
essere imbarazzante… Dai retta a me: sarai di gran lunga più contento di avere fotografie decorose da
condividere con amici e famigliari.
Infine, voglio presentarti l’ultimo strumento della tua cassetta degli attrezzi: i «pantaloni della verità». A
questo scopo ti serve un articolo di abbigliamento di una (o due) taglie in meno. Io consiglio di usare un paio
di pantaloni non elastici, per un feedback più veritiero. Ogni settimana o due, indossali e, nel tempo, noterai
come cambia la vestibilità… fino a quando un giorno i pantaloni ti staranno alla perfezione! Che cosa fare
dopo? Prova a indovinare. Sì, esatto: andrai a comprare un nuovo paio di pantaloni della verità e ripartirai da
capo. Anche se la bilancia non ti dà soddisfazione e resta ferma, fidati sempre dei tuoi pantaloni della verità.
Ora che abbiamo visto tutti gli strumenti presenti nella tua cassetta degli attrezzi, voglio ribadire un
concetto davvero fondamentale, anzi, il più importante di tutti.
Moltissime persone commettono l’errore di fissarsi su un parametro e ignorano tutti gli altri
miglioramenti. Se qualcosa cambia, il tuo nuovo stile di vita sta funzionando.
19
Stile di vita «versus» dieta
Sono solo alcuni dei numerosi studi, che spero ti aiutino a credere che il
tuo atteggiamento mentale può fare la differenza. Come puoi vedere, il
potere della mente è immenso!
In che modo puoi usare queste informazioni sull’atteggiamento mentale
e la forza di credere in quello che fai e applicarle al digiuno intermittente?
Voglio fornirti un piano d’azione per modificare il tuo atteggiamento e
iniziare a credere in te stesso e in ciò che fai.
Studia i benefici del digiuno intermittente sulla salute finché non ne
comprendi appieno la forza. Avrai così la certezza di fare qualcosa di
buono per il tuo corpo.
Il digiuno intermittente consente di attingere alle riserve di grasso e sappi
che anche il tuo corpo può farlo. Il grasso viene immagazzinato nel corpo
per nutrirti e quando gli dai il tempo di accedervi, attiverai il tuo
superpotere naturale e comincerai a bruciare i grassi.
Sii ottimista e credi nel fatto che saprai trovare lo schema di digiuno
giusto per te e che potrai modificarlo finché praticarlo non diventerà facile.
Se ti senti insicuro, rileggi i capitoli di questo libro che parlano delle tue
preoccupazioni specifiche o delle tue difficoltà.
Circondati di persone positive e trova un gruppo di supporto composto da
DI. La community è un sostegno potente!
Abbraccia il potere del digiuno e goditi il momento tanto quanto ti godi un
buon pasto. Entrambi sono una parte essenziale della tua pratica di
digiuno intermittente.
21
Muoviti! Fitness a tutta birra
Tempo e pazienza.
Modificare la lunghezza della finestra alimentare.
Spostare la finestra alimentare in un altro momento della giornata.
Diminuire i carboidrati.
Adottare il digiuno a giorni alterni.
Rimandare il consumo di alcol.
Un digiuno settimanale che va dalle 36 alle 48 ore.
Finestra alimentare 23/1.
Sospendere il consumo di zucchero.
Aggiungere esercizio fisico.
Programma 5/2 (cinque giorni in cui si mangia e due in cui si digiuna).
Programma 4/3 (quattro giorni in cui si mangia e tre in cui si digiuna).
IN questi ultimi tempi, ho notato che sempre più persone hanno già sentito
nominare il digiuno intermittente. La maggior parte ha letto qualche articolo
o uno trafiletto sulle riviste o sul web, in molti hanno un amico, un
famigliare o un conoscente che lo ha provato con successo. Ora sono più le
persone che ne hanno già sentito parlare di quelle che non lo conoscono. E
come se ciò non bastasse, ci sono due prove che non lasciano dubbi sul fatto
che il digiuno intermittente sia proprio di moda.
La prima è il proliferare dei prodotti fatti apposta per il digiuno
intermittente. Ti ricordi la mania dei prodotti a basso contenuto di grassi
degli anni Novanta? Quando cominciammo a vedere i prodotti senza grassi
su ogni scaffale del supermercato ci fu chiara la dimensione del fenomeno.
Si può dire la stessa cosa dei prodotti low carb (le barrette e gli snack della
dieta Atkins, per esempio), o della popolarità del caffè bulletproof. Be’, un
paio di giorni fa ho visto la pubblicità di una barretta che puoi «mangiare»
mentre digiuni. Quando ho smesso di ridere (ricorda: se mangi non stai
digiunando), mi sono resa conto del fatto che l’aumentare di questi prodotti
è un ottimo segno! Se l’industria alimentare inizia a fare «alimenti» per
«digiunare» vuol dire che il digiuno intermittente è diffuso. La seconda
prova della sua popolarità è più solida dal punto di vista scientifico. Nei
risultati del sondaggio su alimentazione e salute condotto dall’International
Food Information Council nel 2018, si legge che il 36% dei consumatori
afferma di aver seguito un «modello alimentare» di qualche tipo durante
l’anno solare precedente. 1 E indovina qual è il più citato? Esatto, il digiuno
intermittente!
A pagina 26 del rapporto, un grafico mostra tutti i vari modelli
alimentari e il digiuno intermittente svetta su tutti con il 10% dei
partecipanti allo studio che dichiara di averlo praticato. Nella classifica si
trova più in alto della paleo, della dieta senza glutine, del modello
vegetariano o vegano. Più in alto persino della dieta cheto. Va davvero per
la maggiore!
Nonostante sia così mainstream ci sono ancora persone che ritengono sia
poco salutare e che saranno pronte a criticare. Se incontri qualcuno che
contesta la tua scelta o ti dice che il digiuno alimentare non è «sano»,
mettigli in mano una copia di questo libro e ribatti dicendo che sarai felice
di riparlarne una volta che lo avranno letto. Se non ha voglia di imparare
qualcosa di nuovo, vai oltre e lascialo perdere. Tu sai quello che fai. Sai che
il digiuno intermittente è il programma di salute che ha come effetto
collaterale la perdita di peso e lo vivi ogni giorno con soddisfazione.
Se parlando con qualcuno del tuo digiuno intermittente ti senti
rispondere: «Ovvio che dimagrisci, non mangi!» oppure il più frequente:
«Be’, se smettessi di mangiare dimagrirei anche io», la strategia migliore è
riferire loro qualche dato scientifico: «Quando, nel 2016, il Nobel per la
medicina è stato conferito alla ricerca sullo studio dei benefici per la salute
e la longevità dei processi legati all’autofagia, l’argomento ha catturato il
mio interesse. Di sicuro saprai che il miglior modo di incrementare e
favorire l’autofagia è proprio il digiuno intermittente, ed è per questo che ho
deciso di praticarlo». Nessuno riesce a ribattere a un’affermazione simile, e
nessuno lo farà, te lo assicuro.
E quando, infine, vedranno i risultati, saranno loro a chiederti qual è il
tuo segreto. A me è andata così. Le persone che negli anni mi avevano vista
lottare con una dieta più folle dell’altra, si aspettavano che fallissi
miseramente anche con il digiuno intermittente. Quando, anno dopo anno,
ho mantenuto una perdita di peso di 36 chili si sono ricreduti.
Avere fiducia in quello che si fa è l’argomento più convincente di tutti.
Tu sai che il digiuno intermittente è strettamente legato alla salute e alla
longevità, e che praticandolo stai facendo del bene al tuo corpo. E quando
sai che stai facendo del bene al tuo corpo, non provi più vergogna o
imbarazzo davanti agli altri e non senti nemmeno il bisogno di nasconderti
o addurre giustificazioni.
L’entusiasmo con cui condividerai senza paura i tuoi risultati pianterà un
seme anche nei tuoi conoscenti, amici e famigliari da cui crescerà la pianta
della salute. Non c’è sensazione migliore.
25
Domande frequenti
SCELTE ALIMENTARI/NUTRIZIONE
Qual è il cibo migliore da mangiare per aprire la finestra alimentare?
(Risposta)
Durante la finestra alimentare devo contare le calorie, pesare i carboidrati
e i grassi e così via per essere certo di non esagerare? (Risposta)
Come faccio a essere certo di assumere le giuste calorie giornaliere
all’interno di una finestra alimentare molto breve? (Risposta)
Perché mi abbuffo appena si apre la finestra alimentare? (Risposta)
Devo preoccuparmi di non assumere sufficiente nutrimento dal momento
che mangio meno? (Risposta)
DOMANDE MEDICHE
Durante il digiuno sento i tremori/mi viene la nausea. Che cosa devo fare?
(Risposta)
Posso seguire il digiuno intermittente se ho una patologia? (Risposta)
Il digiuno intermittente può guarirmi dalla mia patologia? (Risposta)
Da quando ho iniziato a praticare il digiuno intermittente soffro di
costipazione/diarrea. Perché? (Risposta)
Ho notato che perdo i capelli. Che cosa sta succedendo? È un fenomeno
comune? (Risposta)
Il mio medico non ha mai sentito parlare del digiuno intermittente/dice che
il digiuno intermittente funziona solo perché si riducono le calorie/dice che
il digiuno intermittente rallenta il metabolismo e via così. Se il mio medico
non conosce le ricerche scientifiche sul digiuno intermittente che cosa
posso fare? (Risposta)
Il digiuno intermittente può essere d’aiuto se ho la sindrome dell’ovaio
policistico? (Risposta)
ALLENAMENTO
Qual è il momento migliore della giornata per allenarsi? (Risposta)
Il mio personal trainer mi ha suggerito di consumare proteine subito
prima/dopo/durante l’allenamento. È un consiglio valido? Temo di non
mangiare abbastanza proteine nella mia finestra alimentare. Non ho
bisogno di molte proteine per metter su i muscoli? (Risposta)
Posso prendere integratori pre-allenamento/post-allenamento a base di
aminoacidi ramificati durante il digiuno? (Risposta)
TRACCIARE I PROGRESSI
Posso perdere ______ chili in ______ giorni/settimane/mesi? (Risposta)
Come mai ho perso due taglie ma quando salgo sulla bilancia il peso è lo
stesso? (Risposta)
Come mai la bilancia scende ma la mia taglia è sempre la stessa?
(Risposta)
Sono passate tre settimane e ho la sensazione di mangiare troppo nella
mia finestra alimentare. Inoltre sono ingrassato. Forse il digiuno
intermittente non funziona per me? (Risposta)
Perché il mio peso oscilla da un giorno all’altro? Sto facendo qualcosa di
sbagliato? (Risposta)
Una finestra alimentare più breve è sempre la scelta migliore per perdere peso?
Se la perdita di peso si riducesse alle sole calorie in entrata/uscita, la
risposta a questa domanda sarebbe probabilmente sì. In una finestra
alimentare più breve probabilmente mangeresti meno cibo e ingerire meno
cibo dovrebbe sempre equivalere a una maggiore perdita di peso, giusto?
In realtà no. Se ricordi come il nostro corpo si adatta nel tempo a una
dieta a basso contenuto calorico, sai che non è consigliabile seguire a lungo
termine un piano eccessivamente restrittivo. Anche se per molti versi il
digiuno intermittente protegge dal rallentamento del metabolismo, non
vogliamo comunque limitare eccessivamente l’assunzione di cibo.
Inoltre, il nostro corpo reagisce in modo diverso allo stress. Mentre il
digiuno è generalmente uno stress «buono» (proprio come l’esercizio
fisico), arriva un punto in cui può essere troppo per il tuo corpo. Ma questo
«punto» è diverso per ogni persona.
Ci sono persone che seguono uno schema 23/1 per mesi o anni, perdono
peso e si sentono benissimo. Ma ci sono anche persone che trovano lo
stesso schema eccessivamente restrittivo e vivono lo stesso stress in modo
negativo. Alcuni di noi reagiscono meglio a una finestra alimentare più
lunga. Lo schema giusto per te potrebbe essere 16/8, oppure a metà fra
questi due estremi.
Quindi ricorda: meno non è sempre meglio, soprattutto quando si tratta
di scegliere la durata della tua finestra alimentare ideale. Prova e riprova
finché troverai la tua strada.
La mia finestra alimentare deve essere della stessa lunghezza e deve aprirsi e
chiudersi alla stessa ora ogni giorno?
Assolutamente no! Sentiti libero di modificare la finestra alimentare, se
necessario. Spostala se hai un evento speciale. Accorciala quando sei
occupato. Allungala quando ne hai bisogno. Se fai un digiuno più breve un
giorno, lo compenserai con un digiuno più lungo il giorno successivo. Non
dimenticare mai che il digiuno intermittente è uno stile di vita flessibile e
adattabile.
È meglio prima decidere le ore di digiuno e poi di conseguenza le ore della finestra
alimentare o il contrario?
È una di quelle conversazioni che possono andare avanti all’infinito
all’interno della comunità di DI perché non esiste una risposta giusta alla
domanda, eppure la gente si scalda parecchio su questo argomento.
Personalmente trovo che sia più utile tracciare la lunghezza della finestra
alimentare. Mi sento al meglio quando la mia finestra va dalle due alle sei
ore, e quando vado oltre le sei ore di solito sento di aver mangiato troppo.
Non mi faccio problemi se un giorno voglio aprire prima la finestra
alimentare perché so che con tutta probabilità digiunerò più a lungo il
giorno dopo. Ecco come funziona nel mio caso: ieri ho aperto la finestra
alimentare qualche ora prima del solito a causa di una festa di famiglia
all’ora di pranzo. Siccome il giorno prima l’avevo chiusa alle 21.00, ho
digiunato per sole quindici ore prima del pranzo in famiglia. L’ho tenuta
aperta per circa cinque ore, dalle 12.00 alle 17.00 e poi l’ho richiusa perché
avevo mangiato a sufficienza per quel giorno e mi sentivo soddisfatta. Oggi
probabilmente aprirò la finestra alimentare alle 17.00, e la manterrò aperta
per quattro ore circa per poi chiuderla verso le 21.00. Il che significa che
digiunerò per ventiquattro ore prima di riaprire la finestra alimentare oggi.
Il digiuno di quindici ore di ieri (più breve del mio digiuno normale) è stato
bilanciato dal digiuno di oggi di ventiquattro ore (più lungo del mio digiuno
normale). Se in genere la mia finestra alimentare è di cinque ore o poco
meno, il mio tempo medio di digiuno sarà sempre di diciannove ore o più.
(È importante notare che ieri avrei anche potuto scegliere di non pranzare
con i miei famigliari. Avrei potuto sedere a tavola con loro e sorseggiare
una bevanda calda o fredda consentita nel digiuno pulito. Non mangio solo
perché tutti gli altri mangiano; mangio solo se vale la pena di interrompere
prima il digiuno e in questo caso ne valeva la pena.)
D’altro canto, desiderando massimizzare i benefici del digiuno, potresti
sentirti motivato nel raggiungere sempre le sedici ore di digiuno (o diciotto,
o venti, o qualunque obiettivo tu scelga) prima di aprire la finestra
alimentare. So che molti la pensano così.
Come ho detto, nessuno dei due modi è il migliore: dipende da te.
Che cosa faccio se la somma della durata della mia finestra alimentare e delle ore di
digiuno non fa ventiquattro?
Quando parliamo degli schemi di digiuno intermittente, li scriviamo
sempre in modo che la somma dia ventiquattro: 16/8, 19/5, 20/4 e così via.
Questo perché in un giorno ci sono ventiquattro ore, ovviamente.
Tuttavia, le persone a volte si preoccupano perché nella pratica la somma
dei loro numeri non sempre fa ventiquattro. Questo concetto può creare
confusione.
Vediamo come funziona. Diciamo che smetti di mangiare un martedì
dopo cena e chiudi la finestra alimentare alle 20.00. Il giorno dopo riapri la
finestra alimentare alle 16.00 e mangi fino alle 21:00. Facciamo i conti. Hai
digiunato dalle 20.00 del martedì fino alle 16.00 del mercoledì, che fa venti
ore di digiuno. Poi hai aperto una finestra alimentare di cinque ore. Se a
venti aggiungi cinque fa venticinque ore. Ma come? In teoria la matematica
non è un’opinione…
Ci sono ventiquattro ore in un giorno. Ma quasi sempre digiuniamo
durante la notte (non così chi fa i turni di lavoro, ma quello è un caso
particolare). Ciò significa che le nostre ore di digiuno coprono due giorni di
calendario. Per questo motivo i numeri non sempre danno la somma
perfetta di ventiquattro. E questo non è un grosso problema. Non lasciarti
confondere dai dettagli.
Posso fare un digiuno di ventiquattro ore ogni giorno?
Certo, se vuoi! Ma in pratica no. Mi spiego meglio. Se digiuni per
ventiquattro ore, avrai bisogno di una finestra alimentare di una certa
durata. Supponiamo che tu apra la tua finestra alimentare alle 18.00. Anche
se mangi molto velocemente, avrai comunque bisogno di una finestra di
tempo in cui mangiare. Supponiamo che tu mangi fino alle 18.15 (cosa che
sconsiglio, perché alla lunga non mi sembra uno stile di vita piacevole). Se
richiudi la finestra alle 18.15 e poi digiuni per ventiquattro ore, dovrai
aprire la finestra alle 18.15 la sera successiva. Se continui questo schema,
mangerai alle 18.30, poi alle 18.45, poi alle 19.00 e così via, solo per fare
un digiuno di ventiquattro ore. Molto presto, ti sveglierai nel cuore della
notte per aprire la finestra alimentare. Quindi, puoi fare un digiuno di
ventiquattro ore ogni giorno? Sicuro. Sei sicuro di volerlo fare?
Probabilmente no.
Se digiunare fa tanto bene, allora è consigliabile digiunare per giorni/settimane/mesi
finché raggiungo il peso ideale?
Corri a rileggere il capitolo 9! Non si può digiunare sempre, anche il
digiuno può essere troppo. E sebbene abbia effetti positivi su ormoni e
metabolismo, con il tempo il digiuno eccessivo può rallentare il
metabolismo. Ed è proprio quello che non deve accadere!
Posso dividere la giornata in due finestre alimentari? Fare colazione dalle 8.00 alle
9.00 e poi chiudere la finestra, digiunare fino al tardo pomeriggio e poi mangiare dalle
18.00 alle 19.00?
Mi dispiace darti una cattiva notizia ma la risposta è no. Con questo
schema non otterresti i benefici del digiuno perché ricominci a mangiare
proprio quando il tuo corpo sta per raggiungere la fase in cui brucia i grassi.
Concentra il tuo pasto all’interno di una finestra alimentare e poi basta fino
alla successiva finestra.
La mia finestra alimentare sta per chiudersi e non ho fame. Devo costringermi a
mangiare in modo che non mi venga fame poi?
Si tratta di un vero dilemma per molti, soprattutto per chi ha iniziato da
poco. Abbiamo davanti ore e ore di digiuno e pensiamo che se mangiamo
abbastanza adesso, non avremo fame più tardi. Ricorda quello che abbiamo
detto sulla correzione dell’appetito, e cioè che non si dovrebbe mai
mangiare più di quanto il corpo vuole o di cui ha bisogno. Non mangiare in
previsione della fame futura; mangia se hai fame ora. Se sei sazio, non
mangiare di più solo perché pensi di doverlo fare.
Ho già chiuso la mia finestra alimentare per oggi ma sto morendo di fame. Che cosa
posso fare?
Questo è uno di quei momenti in cui devi proprio «ascoltare il tuo
corpo». Se hai veramente fame, mangia. Assicurati che sia davvero fame,
però, e non solo noia o ansia. Un modo per capire se si tratta di fame
autentica è impostare un timer per trenta minuti. Di’ a te stesso che, se hai
davvero fame, puoi mangiare qualcosa alla fine dei trenta minuti. Forse
scoprirai che ti è passata e non era veramente fame. Non riaprire la finestra
solo perché qualcosa ti ingolosisce o perché altri intorno a te stanno
mangiando.
Aiuto! Per sbaglio ho mangiato o bevuto qualcosa durante il digiuno. Che cosa faccio
ora?
Niente panico! Accade a molti, soprattutto all’inizio. Ovviamente il
digiuno è spezzato e la soluzione migliore è continuare come se non fosse
successo (ma cercando di non farlo di nuovo). Se, tuttavia, ti vengono i
tremori o la nausea nel giro di un’ora circa, dovresti mangiare qualcosa. È il
segnale che la glicemia è scesa (in risposta a un rilascio di insulina) e hai
bisogno di mangiare.
Come faccio a essere certo di assumere le giuste calorie giornaliere all’interno di una
finestra alimentare molto breve?
Se pratichi il digiuno intermittente con la speranza di attingere al grasso
immagazzinato come carburante e perdere un po’ di peso, pensa a questo:
non stai cercando di ingerire calorie. Ne hai già ingerite a sufficienza. Ora
stai cercando di smaltirle.
La tradizionale mentalità a proposito del conteggio delle calorie ci rende
insicuri sul fatto che stiamo mangiando troppo (o non abbastanza) se non
contiamo ogni singola caloria. Tuttavia, come ho spiegato nel capitolo 15,
questo atteggiamento crea innumerevoli problemi.
Quando vivi uno stile di vita improntato al digiuno intermittente, ricorda
che il corpo attinge alle riserve di grasso per darsi energia durante il digiuno
pulito. Torna al capitolo 1 per maggiori approfondimenti.
Perché mi abbuffo appena si apre la finestra alimentare?
Se mi fai questa domanda, probabilmente sei ancora nei primi due mesi
di digiuno intermittente. Come ho spiegato nei capitoli precedenti, mangiare
troppo è molto comune nella fase in cui il corpo si sta adattando al digiuno.
Ricorda, fino a quando non ha imparato ad attingere alle riserve di grasso
per rifornirsi di carburante, il corpo ricerca una fonte di energia.
Se hai iniziato a praticare il digiuno da qualche mese e ti succede ancora,
rileggi il capitolo 16 e considera l’opportunità di utilizzare alcune delle
strategie lì esposte.
Devo preoccuparmi di non assumere sufficiente nutrimento dal momento che mangio
meno?
Sebbene esistano quantità giornaliere raccomandate per gli specifici
nutrienti, è importante tenere presente che gli alimenti sono una
combinazione incredibilmente complessa di sostanze nutritive e altri
composti che in realtà non comprendiamo del tutto. Piuttosto che
concentrarsi quotidianamente sui singoli nutrienti, è più importante
concentrarsi sul modello generale di alimentazione. 10 Assicurati di
mangiare un’ampia varietà di cibi diversi ogni giorno e non dovresti avere
problemi. Sono abbastanza certa di assumere più nutrienti ora che seguo il
digiuno intermittente di quanto facessi quando seguivo la dieta americana
standard tutti i giorni. Se sei preoccupato, puoi sempre aggiungere una
vitamina di alta qualità alla tua finestra alimentare.
DOMANDE MEDICHE
Durante il digiuno sento tremori/mi viene la nausea. Che cosa devo fare?
Se mentre digiuni ti vengono dei tremori, hai la nausea o non ti senti
bene, mangia. Sono i tipici segnali del crollo della glicemia ed è importante
interrompere il digiuno quando non ti senti bene. Questo potrebbe accadere
se sei nuovo al digiuno intermittente e il tuo corpo non si è ancora adattato.
All’inizio non cercare di spingerti troppo oltre, va bene procedere poco alla
volta. Potresti avere la stessa reazione se inavvertitamente consumi
qualcosa che si traduce in un rilascio di insulina nel tuo corpo. Ricorda il
ruolo dell’insulina: il suo compito è aiutare le cellule ad assorbire il
glucosio presente nel sangue. Pertanto, quando si verifica un aumento
improvviso dell’insulina, in risposta la glicemia si riduce. Ciò spiega il
conseguente crollo della glicemia. Se accade, ripensa a quello che hai
consumato. Se apparteneva agli elenchi «forse» o «no» nella tabella del
digiuno pulito, allora sai che quell’alimento o bevanda è davvero un «no»
per te durante il digiuno.
Ho notato che perdo i capelli. Che cosa sta succedendo? È un fenomeno comune?
È capitato anche a me quando, nell’estate del 2014, ho cercato di seguire
una dieta cheto, ed è stato terribile. Ho perso moltissimi capelli ed ero
preoccupata di rimanere calva! Fortunatamente non è successo.
La caduta dei capelli si verifica per una moltitudine di motivi. Il tuo
corpo reagisce a ciò che percepisce come un fattore di stress avviando il
processo di caduta dei capelli. È un fenomeno chiamato telogen effluvium.
Puoi cercare su internet se vuoi saperne di più.
Normalmente si verifica due o tre mesi dopo l’evento scatenante. Sì, il
digiuno intermittente (o qualsiasi cambiamento nello stile di vita) può
essere percepito dal corpo come un fattore di stress. Se ti sta succedendo
ora, ripensa a com’era la situazione due o tre mesi fa e vedi se in quel
momento stava succedendo qualcos’altro di stressante. In caso contrario,
probabilmente è il digiuno intermittente il colpevole.
La cattiva notizia è che, una volta avviato, il processo di caduta dei
capelli (supponendo si tratti di telogen effluvium) deve fare il suo corso. La
buona notizia è che i capelli non cadono tutti. E la notizia ancora migliore è
che ricrescono.
Il mio medico non ha mai sentito parlare del digiuno intermittente/dice che il digiuno
intermittente funziona solo perché si riducono le calorie/dice che il digiuno
intermittente rallenta il metabolismo e via così. Se il mio medico non conosce le
ricerche scientifiche sul digiuno intermittente che cosa posso fare?
Stai tranquillo, molti medici di aperte vedute e ben informati hanno
abbracciato a loro volta lo stile di vita del digiuno intermittente e lo
consigliano ai loro pazienti. Se il tuo medico non lo conosce, hai diverse
opzioni. Come prima cosa puoi condividere le tue fonti con lui. Indirizzalo
verso gli studi scientifici perché saranno gli argomenti più convincenti per
chi ha una formazione scientifica (per esempio gli studi che indico nelle
note bibliografiche). Oppure puoi indicargli un libro scritto da un altro
medico (come quelli del dottor Jason Fung). Una volta che il tuo medico
verrà a conoscenza dell’ampia letteratura scientifica a sostegno del digiuno
intermittente, si convertirà!
Ho sentito di medici che, dopo aver visto i loro pazienti perdere molto
peso o guarire in modo inaspettato e sorprendente, si sono avvicinati a loro
volta al digiuno intermittente e lo consigliano ad altri pazienti. I successi dei
pazienti trasformano i medici da scettici in convinti sostenitori! E se il tuo
medico non è tra questi? Io la penso così: è importante avere alle spalle un
team medico che ti appoggi e su cui tu possa contare nelle decisioni che
riguardano la salute. Non dovresti mai ignorare o trascurare il parere del
medico, tuttavia è di vitale importanza per te trovare un medico che
condivida la tua filosofia in materia di salute.
ALLENAMENTO
Qual è il momento migliore della giornata per allenarsi?
Come ho detto nel capitolo 21, il momento migliore è quello che si
adatta meglio ai tuoi impegni e a come è organizzata la tua giornata. Detto
questo ci sono molti elementi a favore dell’allenamento durante il digiuno.
Rileggi il capitolo 21 per rinfrescarti la memoria.
Perché il mio peso oscilla da un giorno all’altro? Sto facendo qualcosa di sbagliato?
Benvenuto nel magico mondo delle fluttuazioni di peso! Questo è il
motivo per cui è così importante pesarsi ogni giorno e calcolare la media
settimanale (o utilizzare un’app che stabilisca la tendenza). Le fluttuazioni
quotidiane sono prive di significato, ti ci devi rassegnare, altrimenti butta
via la bilancia, come ho fatto io, oppure nascondila.
Il peso può variare di parecchi grammi di giorno in giorno (e anche nel
corso della stessa giornata). Quando sali sulla bilancia e ti accorgi di aver
preso un chilo durante la notte, NON hai preso davvero un chilo di grasso in
poche ore. E viceversa, quando sali sulla bilancia e hai perso un chilo
durante la notte, NON hai perso davvero un chilo di grasso in poche ore.
I due principali responsabili di queste repentine fluttuazioni sono il
volume dei rifiuti e il bilancio idrico. Se mangi più del solito (o se mangi al
ristorante), il corpo si riempie. Quel cibo va ad aggiungersi al tuo solito
peso mentre transita nell’apparato digerente. Provoca anche una ritenzione
di liquidi, perché serve una quantità di acqua maggiore del solito per
digerire il cibo in eccesso.
Una volta sono andata fuori città per un weekend tra amiche. È stato
subito dopo aver raggiunto il mio obiettivo di peso iniziale, quindi mi
pesavo ancora ogni giorno. Venerdì ho trascritto il mio peso prima di uscire
di casa. Poi ho mangiato, bevuto e me la sono spassata per i tre giorni
successivi. Lunedì, tornata a casa, sono salita sulla bilancia e ho scoperto
che avevo preso quattro chili in tre giorni.
Significava forse che il digiuno intermittente aveva danneggiato il mio
metabolismo e un weekend di bagordi era bastato a farmi riprendere peso
rapidamente?
No.
Ho deciso di prendere provvedimenti drastici come per esempio un
digiuno prolungato per smaltire quei chili?
Di nuovo, la risposta è no.
Sono tornata al mio solito schema di digiuno e il giovedì della stessa
settimana il peso in eccesso se n’era andato.
La mia storia parla di una fluttuazione di peso importante che potrebbe
gettare nel panico la maggior parte di noi, ma anche una fluttuazione
minima di mezzo chilo o un chilo potrebbe essere causa di stress. Non
lasciarti condizionare!
Ancora una volta, ricorda il consiglio del capitolo 18: solo la tendenza
generale è importante. Te lo assicuro.
FISIOLOGIA DEL DIGIUNO
La colazione è il pasto più importante della giornata (sono piuttosto comuni
affermazioni del tipo: «Se non fai colazione il tuo metabolismo rallenta e ingrassi»
oppure «Fare colazione è una buona abitudine e aiuta a mantenere il peso ideale; chi
la salta ha più probabilità di essere in sovrappeso»)?
Prima di rispondere a questa domanda appellandoci alla scienza, diamo
un’occhiata alle origini del mito secondo il quale la colazione è il pasto più
importante della giornata e se non la fai il tuo metabolismo resterà
rallentato durante la giornata. Tutti lo abbiamo sentito dire e la maggior
parte di noi non solo ci ha creduto, ma ha anche cercato di seguire il
consiglio. Tuttavia, forse non tutti sanno che gli studi su cui si basa questa
teoria sono stati finanziati dalle aziende che producono cereali per la
colazione. Proprio così! E questo è solo un esempio. La frase conclusiva di
uno studio del 2000 recita: «Chi mangia cereali […] a colazione ha un
indice di massa corporea significativamente più basso rispetto a chi salta la
colazione o a chi mangia uova e pancetta. Questa analisi vuole dimostrare
che saltare la colazione non è un modo efficace per gestire il peso». Bene,
se leggi questo studio troverai proprio nella prima pagina la seguente frase:
«Ricerca finanziata dalla società Kellogg». 14
Che coincidenza che uno studio finanziato dalla Kellogg dimostri che
saltare la colazione non solo non è efficace nella gestione del peso
corporeo, ma che la colazione migliore non è a base di uova e pancetta, ma
di cereali!
Nel 2019, un gruppo di scienziati australiani ha effettuato una revisione
sistematica della letteratura scientifica relativa alle linee guida sulla
colazione. Dopo aver esaminato tutti i dati disponibili, la conclusione è
stata: «Non ci sono evidenze scientifiche a sostegno dell’ipotesi che il
consumo della prima colazione promuova la perdita di peso o che saltarla
porti a un aumento di peso». 15 Quindi, sentiti libero di mangiare cereali a
qualsiasi ora della giornata secondo il tuo programma alimentare preferito,
perché non esiste una ragione valida per mangiarli al mattino.
Posso davvero entrare in chetosi mentre pratico il digiuno intermittente senza
apportare altri cambiamenti nella dieta?
Questa domanda rappresenta un vero punto critico perché molte persone
sono convinte che l’unico modo per entrare in chetosi sia seguire una dieta
chetogenica, il che non è vero. Anche il digiuno è chetogenico. 16 Se non
ricordi come funziona questo processo, torna al capitolo 1 e rileggi il
paragrafo dedicato a questo argomento.
Devo misurare i chetoni nelle urine per sapere se sono in chetosi? Altrimenti come
faccio a sapere se sto bruciando grassi durante il digiuno?
Come ho spiegato nel capitolo 1, sconsiglio di misurare i livelli di
chetoni. Rileggi il paragrafo dedicato a questo argomento e scopri il perché.
Perché ho l’alito tipico della chetosi un’ora dopo aver mangiato? Mangio carboidrati,
non dovrebbero interrompere la chetosi?
Una volta che aumenti il tuo superpotere bruciagrassi, il corpo diventa
flessibile dal punto di vista metabolico. Puoi trasformare il grasso in chetoni
durante il digiuno, cosa che alimenta il cervello. Quando mangi, il tuo corpo
cambia la fonte di carburante e utilizza l’energia del cibo che hai appena
consumato così non hai più bisogno dei chetoni che il corpo ha prodotto
durante il digiuno che però devono andare da qualche parte. Ecco perché
potresti notare questo odore nell’alito circa un’ora dopo aver consumato il
tuo primo pasto. No, non sei già «tornato in chetosi». Ti stai semplicemente
liberando dei chetoni prodotti dal tuo corpo durante il digiuno.
A che punto durante il digiuno dovrebbe iniziare l’autofagia? Ho sentito dire che ci
vogliono ventiquattro ore o più di digiuno. Altri sostengono che accade intorno alla
sedicesima ora di digiuno. Chi ha ragione?
È la domanda che più tormenta il mondo dei DI, e sarebbe davvero
comodo se avessimo un modo per misurare l’autofagia e potessimo sapere
se il nostro corpo è impegnato nella pulizia e nella riparazione cellulare. Ma
non esiste. L’unica cosa che sappiamo è che una maggiore autofagia è
collegata allo stato di chetosi. Torna al capitolo 2 e rileggi il paragrafo
dedicato a questo argomento per un ripasso. Ricorda che è un processo che
varia da persona a persona (e anche da un giorno all’altro) e non esiste una
risposta certa. (E se qualcuno dice di avere una risposta certa sta solo
facendo supposizioni basate sulle statistiche.)
Perché mi sento così stanco dopo aver interrotto il digiuno? Spesso mi viene voglia
di fare un riposino!
Pensa ai leoni dopo la caccia… cosa fanno? Un riposino! La digestione
richiede molta energia, è normale sentirsi stanchi dopo aver mangiato.
(Pensa a come ti senti dopo il pranzo di Natale!) Questa sensazione di
torpore è più accentuata in chi ha intrapreso da poco il viaggio nel digiuno
intermittente. In genere con il tempo tende ad attenuarsi, benché io debba
ammettere di preferire il modo in cui mi sento mentre digiuno, soprattutto
se ho bisogno di lucidità e concentrazione mentale. È uno dei motivi per cui
preferisco aprire la finestra alimentare di sera.
Perché ora ho il colesterolo più alto di quando non praticavo il digiuno intermittente?
Di nuovo, io non sono un medico, ed è essenziale che tu segua i consigli
del tuo specialista. Detto questo, si tratta di un fenomeno ben noto: il
dimagrimento, che altro non è se non lo smaltimento del grasso, provoca un
aumento temporaneo dei livelli di colesterolo nel sangue a causa del rilascio
del grasso immagazzinato. È noto come ipercolesterolemia transitoria. 19
Quindi è un fenomeno temporaneo. Tuttavia, è sempre consigliabile
parlarne con il medico.
26
Letture consigliate
GLI insegnanti che conosco sono circondati da pile e pile di libri, e io non
faccio eccezione. In più ci piace consigliare i nostri libri preferiti agli altri.
Voglio condividere qui solo alcuni volumi (e uno spettacolare articolo
scientifico) che trattano gli argomenti discussi nel libro. Avrei potuto
elencare dozzine di ottimi libri, ma ho preferito ridurre l’elenco a quelli che
reputo essenziali. Considera la loro lettura come un modo per conquistare
crediti in più!
DISPENZA , J., Placebo effect. Libera il potere della tua mente, My Life,
Coriano di Rimini 2015.
Avrei voluto descrivere questo libro con parole mie, ma la sintesi dei
contenuti che compare in quarta di copertina lo spiega meglio di me:
«Placebo effect combina le ultime ricerche in neuroscienze, biologia,
ipnosi, condizionamento comportamentale e fisica quantistica per
demistificare il funzionamento dell’effetto placebo… e mostrare come ciò
che è apparentemente impossibile può diventare possibile». Sì. Ecco di cosa
parla il libro! Leggilo con una mente aperta e preparati a stupirti.
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«Quello che avrei voluto sapere»
Nancy Miller
È uno stile di vita molto semplice! Puoi cominciare già da OGGI perché non devi
procurarti alimenti particolari, non devi comprare niente o iscriverti a niente. Se al mattino
sei in grado di prepararti un caffè nero, un tè o di versarti un bicchiere d’acqua sei sulla
buona strada.
Crystal (Tennessee)
All’inizio del mio percorso avrei voluto saputo quanto il caffè fosse d’aiuto! Non sono mai
stata una grande appassionata di caffè e ho deciso di berlo solo per capire come mai tutti lo
consigliavano. Con una tazza al giorno, mi ci sono voluti quattro giorni per iniziare ad
apprezzarlo e quei primi giorni sono stati orribili. Avevo i conati di vomito. Ora ne bevo
quattro tazze al giorno e lo adoro!
Lisa Breeden
Una cosa che avrei voluto sapere quando ho iniziato il digiuno intermittente è quanto sia
facile. Quando ne ho sentito parlare per la prima volta, ho pensato: Bene, riesco a
malapena a farcela con tre pasti e due spuntini, figuriamoci se posso sopravvivere con un
pasto al giorno o ancora peggio digiunando. Ho iniziato molto lentamente con una finestra
di otto ore, senza aspettarmi di andare oltre. Dopo circa due settimane sono passata a una
finestra di sei ore solo perché al momento stavo andando in palestra e volevo mangiare e
avere il tempo di digerire prima di allenarmi. In poco tempo, la mia fame si è calmata e sono
arrivata a una finestra di tre o quattro ore, che è dove sono ora. Non mi sono spinta oltre. È
stata una cosa graduale, ho lasciato che il mio corpo mi guidasse. Sono rimasta sorpresa
dal fenomeno della correzione dell’appetito e da quanto mi senta bene seguendo questo
stile di vita.
Becca W.
Il digiuno intermittente è il regalo più bello che puoi fare a te stesso. Dai al tuo corpo la
possibilità di riposare e di guarire. Il corpo trascorre molto tempo impegnato nel processo
digestivo e digiunando gli diamo l’opportunità di rigenerarsi.
Laura G.
Avrei voluto sapere che esistono diversi tipi di «fame». La fame che nasce dall’abitudine
o dalle emozioni può e deve essere ignorata. Quando inizi ad avere fame chiediti se si tratta
di vera fame o se nasce dall’esterno. Sei annoiato? Triste? Ansioso? Se sì, la fame è molto
probabilmente emotiva: ignorala. Cresce e cresce e non va via? Allora è il momento di fare
rifornimento, il tuo corpo te lo chiede.
Gail Rains
Avrei voluto sapere quanto sia incredibilmente semplice mettere in pratica lo stile di vita
del digiuno intermittente! Nessuna restrizione alimentare, nessuna quota di iscrizione,
nessuna preparazione alimentare, nessuna pesatura, nessun prodotto da acquistare!
Amy (Oklahoma)
Avrei voluto conoscere l’importanza del digiuno pulito prima di intraprendere il mio
percorso. L’avevo sentito nominare da alcune amiche che erano riuscite a ottenere i risultati
desiderati. Io stessa ho raggiunto risultati migliori seguendo un digiuno pulito e aderendo in
modo coerente alla mia finestra. Vorrei anche aver iniziato prima. Ero così preoccupata
all’idea che sarebbe stato troppo difficile e sarei stata nervosa e affamata tutto il giorno,
invece è stato così facile! Ho abbracciato la fame e ho imparato ad ascoltare meglio il mio
corpo. ADORO la semplicità di questo programma, ho quattro figli e non dovermi inventare
un pasto sano per colazione mi ha cambiato la vita! Prova, non te ne pentirai!
Laura Baukol
Avrei voluto comprendere fin da subito l’importanza del digiuno pulito! Ho iniziato il
digiuno intermittente ma bevevo ancora il caffè con la panna e aggiungevo il limone o la
menta nell’acqua. Ho scoperto l’importanza del digiuno pulito poche settimane dopo aver
cominciato. Il digiuno pulito ha reso tutto più facile e più produttivo per me. Non alzo il livello
di insulina durante il digiuno mentre permetto al mio corpo di bruciare le riserve di glicogeno
per accedere alle riserve di grasso. Ho molta più energia adesso! Mi trovo benissimo e
sono contenta di essere passata al digiuno pulito! Ora considero la mia data di inizio del
digiuno intermittente il primo giorno in cui ho digiunato in modo rigoroso. Grazie, Gin!
Karen Thomas
Non mollare! Ci vuole un po’ prima che il corpo si abitui. Vai piano e ricorda che non è
una dieta, è uno stile di vita.
Madeline Colón, Cleveland (Ohio)
Ho iniziato questo viaggio quasi undici mesi fa. Essendo compulsiva e dipendente dal
cibo, avrei voluto sapere cosa e come mangiare e a quali segnali dare ascolto per capire se
stavo facendo il digiuno nel modo giusto o sbagliato. Ho iniziato facendo uno schema 14/10
per vedere come reagiva il mio corpo e per i primi due giorni il mio stomaco ha fatto tutti i
tipi di rumori. Lo calmavo bevendo acqua. Dopo due mesi ero una professionista. Poi ho
deciso di aumentare il tempo di digiuno di due ore e il mio corpo si è adattato bene perché
ero costante e paziente. Devi goderti il processo. Ho guarito il mio corpo e la mia anima con
il digiuno intermittente. Non sono più dipendente dal cibo!
Lori (Texas)
Avrei voluto sapere che posso fidarmi del mio corpo. Non sono diventata grassa da un
giorno all’altro e non ho perso peso da un giorno all’altro. Avrei voluto sapere quanto avrei
amato la libertà che il digiuno intermittente mi dà. Avrei voluto sapere che la bilancia non
dice tutta la verità, lo fa il mio corpo invece. Avrei voluto conoscere il digiuno intermittente
trent’anni fa.
Isha Sharma
Scatta foto almeno una volta alla settimana. I vestiti parlano più chiaro dei numeri sulla
bilancia. È molto incoraggiante vedere la scomparsa del grasso sulla schiena! Inoltre,
continua a provare i tuoi «abiti più piccoli». Sono rimasta molto sorpresa quando ho potuto
indossare jeans di due taglie in meno in sole sei settimane!
Brooke Steckert
Sii flessibile. Ascolta il tuo corpo e il tuo intuito. Il digiuno intermittente funziona, ma non
è magico. Il tuo corpo sa ciò di cui hai bisogno e quando ne hai bisogno, quindi prova cose
diverse e capirai quando avrai trovato ciò che funziona meglio per te.
FredRNTT
Avrei voluto conoscere il potere e l’impatto delle conquiste raggiunte senza bilancia.
Avrei voluto sapere che il mio desiderio di perdere peso si sarebbe trasformato nel mio
essere più sano e nel sentirmi meglio a cinquantotto anni di quanto non mi fossi mai sentito
in precedenza. Né avrei mai immaginato che sarei stato d’ispirazione per tante altre
persone che seguono a loro volta questo programma.
Kyla Deatherage
Avrei voluto sapere quanto sarebbe stato facile mettere sotto controllo un aspetto della
mia vita che mi sfuggiva da quando ero bambina. Il digiuno intermittente mi ha rieducata dal
punto di vista alimentare, e mi ha dato la forza di affrontarlo un giorno dopo l’altro. Avrei
voluto conoscere il digiuno intermittente anni fa, prima di subire i danni fisici e psicologici di
una vita in sovrappeso.
Stacy Owen
Quando ho iniziato avevo ancora la mentalità tipica della dieta. Ho avuto i primi
sorprendenti risultati dopo solo una settimana. La seconda settimana non è andata
altrettanto bene. Naturalmente, mi sono sentita frustrata e ho pensato che il digiuno
intermittente fosse proprio come tutte le altre diete, e avevo quasi deciso di smettere. A
quel punto ho rinunciato a quello che mi ostinavo a bere: niente più panna nel caffè e acqua
aromatizzata durante le ore di digiuno. E questo ha fatto una differenza enorme! Un digiuno
pulito fa più di quanto pensassi e non è stato così difficile da mettere in pratica. Mi
concedevo la panna nella mia finestra alimentare, ma alla fine non la volevo nemmeno più.
Bevo acqua minerale naturale perché la gasata mi fa brontolate lo stomaco e bevo acqua
aromatizzata nella mia finestra alimentare se ne ho voglia. Questa è stata la cosa più
semplice che abbia mai fatto per perdere peso, ma mi sento anche molto meglio e questo è
un super bonus!
Susanna Patten
Quando ho iniziato non immaginavo che il digiuno intermittente sarebbe diventato il mio
stile di vita per sempre. Sapevo che nel giro di qualche mese avrei visto dei cambiamenti
positivi nella mia salute, tuttavia non pensavo che avrei continuato a seguirlo anche a
distanza di anni. Ne vedo continuamente i benefici: un mese perdo peso, il mese dopo no
ma ho la pelle più soda e il mio tono muscolare è migliorato. Il digiuno intermittente regala
vantaggi come nessun altro stile di vita!
Stephanie Conley
Avrei voluto sapere che è corretto ascoltare il mio corpo. Che non devo mangiare solo
perché «è ora di mangiare». Il mio corpo sa quando ha fame (e mi sarei evitata tutti gli anni
in cui mi sono costretta a fare colazione perché mi era stato insegnato che era un pasto
fondamentale).
Raksha
Avrei voluto conoscere questo stile di vita molti anni fa. La parola «digiuno» scoraggia
molta gente. Non ti stai privando del cibo. Stai solo ritardando il momento del pasto mentre
dai al tuo corpo il tempo di metabolizzare gli zuccheri e i grassi. Mi piace la versatilità del
programma. Non c’è modo di «sbagliare». Digiuni, apri la tua finestra alimentare e mangi e
poi ricominci a digiunare. E mi piace l’idea di poter aggiustare il programma in modo da
soddisfare le mie esigenze e nel rispetto dei miei impegni. Anche il mio medico è d’accordo.
Non c’è nulla di simile al digiuno intermittente. Sono entusiasta di questo viaggio e non
vedo l’ora di perdere centimetri, di mantenere un peso sano e di regolare gli zuccheri, il
colesterolo, la pressione sanguigna che, con l’età, vanno tenuti sotto controllo. Grazie per
questa rivelazione!
Michelina (Australia)
Avrei voluto sapere che non è sbagliato avere fame. Che però non abbiamo sempre
bisogno di nutrire quella fame. Se ci penso mi rendo conto che raramente mi è capitato di
avere fame a lungo perché facevo molti spuntini durante il giorno. Quando mai il mio corpo
ha avuto la possibilità di usare il carburante immagazzinato? Continuavo a rabboccare le
riserve senza dargli la possibilità di consumarle. Il digiuno intermittente ai miei occhi è solo
un modo più efficiente di usare al meglio il mio corpo.
Kim (Colorado)
Questo stile di vita è davvero rivoluzionario. Ho iniziato a praticare il digiuno su consiglio
del mio medico per far ripartire il metabolismo dopo aver preso peso durante la menopausa,
ma il vero beneficio è stato l’aumento di energia e la diminuzione dei dolori articolari e delle
emicranie. Ho cinquantun anni, ho perso 10 chili da quando ho iniziato ad agosto, e non mi
sentivo così bene da almeno vent’anni. Grazie, Gin!
Betsy Maness
Non serve solo a perdere peso, ma migliora i sintomi delle malattie croniche. Soffro di
artrite reumatoide e ho notato che l’intensità del dolore è diminuita. Il digiuno intermittente è
per tutti!
Ellen, Chicagoland
Avrei voluto sapere che dovevo giudicare il mio viaggio senza paragonarlo a quello degli
altri. Avrei voluto avere sufficiente fiducia in me da usare solo il metro da sarta perché la
bilancia può essere scoraggiante. Avrei voluto sapere come parlare del digiuno
intermittente con sicurezza in modo da non sentirmi attaccata o messa in crisi dal giudizio
degli altri. E avrei voluto sapere che più del cibo che mangio, è il sostegno degli amici che
ho trovato nella community online a rendere possibile il mio viaggio. Sto dimagrendo,
lentamente, e mangio di tutto. E se mi ci vogliono tre anni per perdere tutti chili che voglio
perdere, va bene così. Preferisco vivere in modo sano piuttosto che cercare di ridurre la
dieta a un numero scritto sulla bilancia che né il mio corpo né il mio cervello riescono a
mantenere.
Nana
Avrei voluto sapere che era così facile. Chiudere la mia finestra alimentare alle 20.00 mi
impedisce di fare spuntini di notte, che è sempre stato il mio problema. Inoltre posso essere
flessibile e adattare il digiuno alla mia vita in quel momento – non c’è mai stato un giorno in
cui non ho digiunato!
D.C. Craig
Il digiuno pulito è la chiave di tutto. Dopo un po’ diventa molto facile! Non vale la pena
barare e digiunare sporco solo perché credi di avere fame: la fame è nella tua testa, non
stai davvero morendo di fame (almeno per me era così).
Inoltre, sii amico di te stesso. Non giudicheresti duramente un amico per le scelte che fa
o per il suo corpo, quindi tratta te stesso come tratteresti un amico. Sii di supporto e gentile
con te stesso e vedrai che anche la tua mentalità cambierà in meglio. Sii felice e rallegrati
perché stai andando nella direzione giusta per diventare la migliore versione di te stesso!
Natalie Kelly
Avrei voluto sapere che il digiuno intermittente sarebbe stata la cosa più potente che
abbia mai fatto. Non mi aspettavo che influenzasse ogni aspetto della mia vita e che più a
lungo lo avessi praticato più facile sarebbe diventato e più sorprendenti sarebbero stati i
risultati. Non solo mi ha permesso di perdere peso, ma mi ha anche aiutata a raggiungere
un livello di benessere fisico, mentale, emotivo e spirituale più elevato di quanto avessi mai
sperimentato prima. È la cosa migliore che abbia mai fatto per me stessa.
Tamara Powell
Sii paziente. Non vedrai risultati immediati e questo potrebbe scoraggiarti. Dai tempo al
tuo corpo di abituarsi. Mantieni pulito il tuo digiuno. Se hai una giornata difficile, non fartene
una colpa. Vivi giorno dopo giorno, ora dopo ora. Sii orgoglioso di te stesso.
Una DI che vive in una cittadina di mare nello Stato di New York
Pensavo di non poter vivere senza cibo. Pensavo che avrei iniziato a tremare e sarei
stata debole o angosciata senza poter mangiare quando ne avevo bisogno. Perciò avevo
sempre nella borsa una barretta alle noci o un altro spuntino che mangiavo in macchina, e
non sono mai rimasta più di qualche ora a digiuno. Un tempo ero molto in forma ma, nel
corso degli anni, i chili in più – che odio – si sono insinuati a poco a poco e mi sono rimasti
addosso. Finché un giorno ho letto del digiuno intermittente e quasi per scommessa ho
provato a resistere sedici ore… E poi l’ho fatto di nuovo il giorno successivo, e quello dopo
ancora. Non mi ero mai resa conto che pensare al cibo tutto il tempo me lo faceva
apprezzare meno. Ottimi alimenti come sottaceti croccanti e verdure eccellenti, a basso
contenuto calorico e «consentiti» nella mia mente, non mi apparivano così desiderabili,
mentre il cioccolato e i dolci, essendo proibiti, mi sembravano leccornie. Ora che digiuno da
circa quattro mesi, il mio appetito si sta gradualmente correggendo. Con mio sollievo e
felicità, desidero solo del buon cibo. Questo è quello che VOGLIO mangiare. Non sono più
soggetta alle tentazioni. Non lo sapevo, ma pensare continuamente al cibo, pensare a
quello che era consentito oppure no, era una forma di tirannia. Che sollievo essermene
liberata. A chi sta per cominciare voglio dire: vai! Fallo. Prima che tu possa rendertene
conto, avrai superato il guado e ti chiederai come facevi a mangiare così male prima.
Digiunare diventerà normale e ti farà stare bene. Ti sorprenderai di come mangiare ti renda
letargico, anche se hai sempre pensato che ti desse energia. Ti sentirai benissimo.
Amy Klitsner
Avrei voluto sapere che praticare il digiuno intermittente avrebbe ridotto
significativamente i miei dolori alla schiena. Dopo un terribile incidente d’auto avvenuto nel
1994, in cui ho riportato la frattura di due vertebre, ho sofferto di dolori per vent’anni. Ho
continuato a prendere antidolorifici dopo le quattro operazioni che non hanno dato i risultati
sperati. Da quando digiuno sono riuscita ad abbandonare quasi del tutto i farmaci e ho
molto meno male. È miracoloso.
Missi Geswein
Avrei voluto sapere che il digiuno intermittente non è spaventoso come sembra. Adoro
mangiare, perciò mi sembrava impossibile riuscire a non farlo per molte ore al giorno. Solo
a pensarlo mi sembrava terribile. E inoltre dover abbandonare la mia adorata panna e la
stevia… mi sembrava troppo difficile. Dopo i primi giorni, tuttavia, è diventato facile (come
mangiare una fetta di torta con il gelato, cosa che posso fare nella mia finestra alimentare)!
Digiuno da sessanta giorni (sono una neofita) ma non mi immagino di tornare al mio
vecchio stile di vita. Ho perso peso, centimetri e la mia ossessione per la dieta sta
lentamente svanendo.
1. Stai per intraprendere un viaggio che cambierà la tua vita in molti modi. Fallo
lentamente e migliorerai la tua salute a livelli che non avresti mai immaginato.
2. Quando le cose sembrano non funzionare, è allora che inizia il vero lavoro a livello
cellulare, quindi fidati del processo!
3. Digiuna in modo pulito e rigoroso OGNI GIORNO non importa quanto dura il tuo
periodo di digiuno.
4. Di’ ADDIO all’OSSESSIONE per le DIETE ed esulta perché non dovrai MAI più
seguirne una! MAI PIÙ!
Jenna Higham
Abbi fiducia nel processo di cambiamento e abbi pazienza, inizierai a vedere che il
digiuno intermittente resetta la tua vita sotto vari punti di vista. Tutti i danni e l’angoscia
causati da anni di diete e disastri alimentari scompaiono lentamente e al loro posto si fa
strada un grande senso di calma e lucidità mentale. Inoltre ricorda: l’industria delle diete
vale miliardi di dollari eppure tutti continuano a ingrassare. Lo stile di vita del digiuno
intermittente invece non costa NULLA e può persino farti risparmiare! È una scelta vincente!
Kathy Hunter
Quando ho iniziato il viaggio nel digiuno intermittente avrei voluto sapere quanto
profondamente mi avrebbe guarita in ogni ambito dell’esistenza. Ho imparato che questo
stile di vita non riguarda solo il cibo, ma piuttosto il modo in cui vedo e mi relaziono a me
stessa, il modo in cui affronto lo stress e come mi prendo cura di me. Il peso è diventato
secondario perché per la prima volta da anni mi sento bene nella mia pelle, è come se fossi
tornata a casa. È bello vedere il mio corpo cambiare, la pelle diventare più soda, gli occhi
più luminosi, ma la grande conquista per me è che ora ho un rapporto amorevole, onesto e
trasparente con me stessa e con il cibo. La calma che mi ha regalato questo stile di vita è
qualcosa che prima non sapevo fosse alla mia portata e non credevo di poter sperimentare.
Ringrazio Gin e la community online per avermi guidato verso casa.
Megan (California)
Nei cinque mesi che sono trascorsi da quando ho iniziato a dimagrire, ho collezionato
molte vittorie grazie al digiuno, vittorie non legate alla bilancia. Ho iniziato a dormire meglio,
i problemi di secchezza della pelle del viso sono scomparsi, sono riuscita a togliermi la fede
per la prima volta dopo anni, niente più fascite plantare al mattino, il girovita si è
assottigliato (ho notato anche altri segnali di ricomposizione del corpo), ho iniziato a
sentirmi meglio durante la digestione, non ho più avuto sensi di colpa riguardo al cibo. E il
mio corpo mi ha fatto capire di essere pronto per ricominciare a fare esercizio dopo anni. E
tutto questo PRIMA che perdessi anche solo un chilo. Il digiuno intermittente porta con sé
talmente tanti benefici! Concentrare l’attenzione sulla bilancia può essere controproducente
all’inizio perché ti distrae da tutti gli altri cambiamenti che avvengono nel corpo.
Teresa (Ecuador)
Dopo aver iniziato lentamente con una finestra alimentare 12/12, poi due settimane
14/10 (dove ho perso quasi 5 chili) oggi sono passata a 16/8. Dopo 16 ore non avevo fame.
Ho aspettato… Dopo 19 ore e mezzo il mio corpo mi ha detto: «È ora di mangiare!» E che
cosa desideravo? Niente gelato né pane, volevo un trancio di tonno! Non mi è mai
particolarmente piaciuto il tonno! Non credevo che la mia fame cronica e la mia voglia di
junk food potessero sparire, che il mio corpo mi chiedesse gli alimenti sani di cui ho davvero
bisogno. È incredibile!
Lauren Wolcott
Avrei voluto sapere che esistono degli effetti collaterali ma che passano. Mi rivolgo
spesso alla community e al gruppo di supporto online perché tutte le domande hanno già
trovato una risposta nel gruppo. La prima settimana ho sofferto di mal di testa, avevo delle
vampate sempre alla stessa ora del giorno… il corpo è complesso e reagisce in modi
imprevedibili. Ecco avrei desiderato sapere questo: se ti succede qualcosa di strano non
farti prendere dal panico.
Andrea Oliveau
Se sei stato a dieta per anni e approdi al digiuno intermittente, avrai un periodo di
adattamento in cui vorrai mangiare tutto quello che per anni ti sei negato. Mangia! Vengo da
un’esperienza di dieta paleo e senza glutine e, anche se non ho intenzione di reintrodurre il
glutine, ricominciare a mangiare cereali è stato incredibile. Pasta, pizza e toast mi facevano
sentire molto in colpa prima. Durante questa fase potresti persino aumentare di peso. Non
preoccuparti, poi lo perderai. Qualche settimana dopo aver introdotto di nuovo questi
alimenti, sapendo che li puoi mangiare quando vuoi, ti passerà il «desiderio del proibito».
Spontaneamente andrai verso scelte più sane. Per un periodo mangiavo due pasti completi
al giorno (in una finestra alimentare da quattro a cinque ore) e non capivo perché non
perdevo peso. Infine ho realizzato che avrei dovuto sostituire il primo dei due pasti con uno
spuntino, anche se mi ci è voluto un bel po’ di tempo per capirlo. Ora mangio uno spuntino
seguito da un pasto e sto dimagrendo costantemente. Stai iniziando un viaggio alla
scoperta di te stesso. Goditelo!
Elaine Thomas
Il digiuno intermittente non è una soluzione rapida. Ci vuole del tempo per ottenere
risultati. Tieni lontana la bilancia e usa il metro da sarta, invece. Scatta delle fotografie per
poterle confrontare. Non fare paragoni con i chili persi da altre persone. Siamo tutti diversi.
Cristy, Marietta (Georgia)
Anzitutto avrei voluto conoscere questo stile di vita anni fa! Avrei voluto sapere che si
può avere una relazione sana con il cibo e sentirsi bene, il tutto perdendo peso.
Patty (Kentucky)
Ecco che cosa avrei voluto sapere: la prima volta che mi è venuta fame prima del tempo
ho avuto la sensazione di aver fallito. Niente panico. Con il tempo ho imparato a
riconoscere la fame e se sono davvero affamata, allora mangio.
Ginger P. (Florida)
È corretto iniziare con digiuni brevi e allungarli gradualmente. Si tratta di una filosofia
relativamente nuova, ed è facile cadere nella tentazione di voler eccedere con lunghi
periodi di digiuno. Ricorda che non devi avere fretta e che ci vuole tempo per passare a un
nuovo stile di vita. Abbi fiducia nel tuo corpo e nel processo. Non esigere troppo e procedi
un passo alla volta.
Ally Pski
Avrei voluto sapere che questo non è un sogno impossibile come tutte le altre diete che
ho provato. È uno stile di vita che ti fa dimagrire senza sforzi. L’aspetto psicologico della tua
relazione con il cibo continuerà a esistere e dovrà essere elaborato, soprattutto quando
cominceranno i cambiamenti. È incredibile vedere dei progressi senza tutte le difficoltà
incontrate con le diete, ti senti come se stessi facendo qualcosa di sbagliato. Fidati del
processo, sii gentile con te stesso e goditi una vita di successi di cui non sapevi nemmeno
di avere bisogno.
Michelle Singletary
La fame non è uno stato di emergenza. Avrei voluto sapere che non sarei morta saltando
un pasto o due (o tre o quattro) e nemmeno ci sarei andata vicino. Non avrei mai
immaginato che saltare i pasti potesse essere così facile e potesse farmi sentire così bene.
Se solo avessi saputo… che la fame non è un’emergenza.
MaryKHN
Avrei voluto conoscere il digiuno intermittente anni fa. Avrei voluto sapere quanto sia
semplice dimagrire e guadagnare in salute con questo programma. Ho iniziato il digiuno
intermittente il giorno stesso in cui ne sono venuta a conoscenza. La mia vita sarebbe stata
diversa se lo avessi scoperto prima. Avrei voluto sapere che avrebbe risolto i problemi di
emicrania di cui ho sofferto sin da bambina (ho cinquantanove anni e ho sofferto di
emicrania a grappolo per oltre cinquant’anni), che mi avrebbe guarita dall’eczema che
avevo sin dall’infanzia, che i miei dolori articolari sarebbero scomparsi e la pelle sarebbe
diventata più soda e più giovane. È lo stile di vita più incredibile.
Andy Hanson
Avrei voluto sapere che quasi tutto quello che mi avevano detto sul peso in eccesso, le
diete e l’esercizio fisico è sbagliato. Ho quarantasei anni e sono stato obeso per ventuno,
da quando ho lasciato il corpo dei Marines. Pensavo che fosse dovuto al fatto che
mangiavo male e non mi muovevo abbastanza. La verità è che i padri di famiglia che fanno
un lavoro d’ufficio e mangiano tre pasti completi al giorno più vari spuntini e fanno
ginnastica un’ora al giorno non possono non ingrassare. Avrei voluto saperlo perché mi
crocifiggevo, mi sentivo un fallito e tutto mentre facevo delle scelte che credevo «salutari».
Avrei voluto sapere che il buonsenso vince e se mangi meno frequentemente perderai
peso. Ingrassi se mangi. Se non mangi non ingrassi. Avrei voluto sapere che è facile
trascorrere dalle 18 alle 24 ore senza mangiare e non ti distrugge il metabolismo. Talvolta
penso che mi sono fatto del male per anni semplicemente perché facevo quello che mi
dicevano di fare e mi fa arrabbiare. Poi mi son reso conto che ho mille motivi per essere
grato. Avevo la pressione alta e il colesterolo alle stelle, ora dopo poco più di tre mesi in cui
mangio un solo pasto al giorno, il mio colesterolo si è normalizzato. Sono grato di aver
iniziato il digiuno intermittente prima che mi venisse il diabete, come è accaduto a mia
madre e molte delle mie zie e zii. Sono grato che con la cheto sono passato da 123 chili a
110 in tre mesi consumando un pasto al giorno, e poi ora sono sceso a 99. Sono grato che
ora quando vado a fare una passeggiata sento il bisogno di accelerare il passo. Una volta
odiavo correre, ora sono le mie gambe che mi chiedono di marciare più velocemente.
Diane K.
Quando ho iniziato il digiuno intermittente avrei voluto sapere quanto sia semplice
adottarlo come stile di vita per sempre!
Angie Stark
Avrei voluto sapere che il digiuno intermittente non avrebbe significato morire di fame o
che mi sarei sentita debole e con i giramenti di testa. Al contrario, il mio corpo funzionava
molto meglio con questo tipo di programma. Conoscevo due persone molto diverse fra loro
per storia e stile di vita che hanno avuto ottimi risultati con il digiuno, ma io l’ho scartato
perché ritenevo che non sarei riuscita ad attenermi e che comunque non avrebbe
funzionato per me. E così continuavo a provare ogni tipo di dieta. Se avessi saputo quanto
mi sbagliavo!
Kathleen DDS
Ho tentato ogni possibile dieta, pillola, programma di allenamento, strategia per
organizzare diversamente l’orario dei pasti, alimentazione sana… qualunque cosa ti venga
in mente io l’ho provata. Ho passato anni a mangiare cibi che mi facevano vomitare,
preoccupata di nutrire il mio corpo ogni tre ore perché «è l’unico modo per accelerare il
metabolismo». Sono arrivata a privarmi di tutto quello che mi piaceva al punto da diventare
molto irritabile, e ovviamente vedevo la bilancia scendere MOLTO lentamente e per poi
risalire dieci volte più velocemente rispetto alle settimane e ai mesi che ci erano voluti
perché scendesse. Ora ho sessantun anni e per la prima volta nella mia vita posso vivere
ogni giorno senza MAI sentire che mi sto negando o privando di qualcosa mentre seguo
una filosofia che mi chiede di rimandare, non di rinunciare a quello che amo. Ah, se solo
avessi saputo che digiunare mi avrebbe fatto apparire e sentire così bene come non mi
sentivo da anni! Se avessi scoperto il digiuno alimentare anni fa, non avrei speso così tanti
soldi in diete, pillole dimagranti e vestiti di diverse taglie! Non mi sarei persa molte occasioni
speciali a causa del mio aspetto o perché non potevo mangiare o bere alcol. Meglio tardi
che mai!
Si tratta di un vero cambiamento nello stile di vita, non di una dieta. E quando capita un
giorno in cui festeggio con una finestra più lunga o con un dolce o un cocktail, non mi sento
più in colpa!
Jen L.
Vorrei non aver esitato così a lungo prima di iniziare il digiuno intermittente. Ero nervosa
perché pensavo di non farcela, ma questo programma è stata la scelta migliore che abbia
mai fatto e anche il cambiamento più semplice della mia vita. Dopo tutti gli standard dietetici
a cui siamo stati abituati per anni e anni, è difficile credere che ci si possa sentire così
carichi di energia semplicemente evitando di mangiare tanti spuntini a ogni ora. Mi piace
molto il modo in cui ho semplificato la mia vita. Non esitare, prova subito!
Rania
Ho faticato per dimagrire durante un tempo lunghissimo ma con il digiuno intermittente
non ho fatto alcuna fatica. Devi fare il digiuno pulito e dimenticarti la bilancia e devi anche
avere un po’ di pazienza, ma ti assicuro che vedrai i risultati. Io ho perso 26 chili in undici
mesi, e sono felice dei risultati e della trasformazione del mio corpo. Prova e non tornerai
indietro!
Debbie Pisciotta
Leah Jo
Avevo cominciato a seguire il digiuno intermittente prima di leggere il libro di Gin, perciò
non sapevo quanto fosse importante il digiuno pulito, inoltre qualcuno mi aveva detto che
potevo aggiungere la panna al caffè. Imbattermi nelle regole rigide di Gin, spiegate
attraverso le teorie scientifiche, ha fatto una differenza enorme. Ho iniziato a digiunare per
motivi di salute ma ho visto subito i risultati sul peso e sul girovita. Ora che l’ho scoperto, il
digiuno pulito è diventato il mio nuovo stile di vita.
Nicole A.
Non importava che cosa leggessi nel libro o nelle pagine del gruppo di supporto online,
non riuscivo a immaginare di trascorrere un tempo così lungo senza mangiare. Pensavo
che chi ci riusciva fosse una specie di supereroe dotato di una forza incredibile. Sapevo di
essere forte, ma ero abbastanza forte? Bene, ho scoperto che non hai bisogno di un
superpotere per digiunare. Dopo i primi due giorni è diventato sempre più facile e i tempi del
mio digiuno hanno iniziato ad allungarsi quasi magicamente. Entro breve riuscivo a
digiunare anche quaranta ore senza problemi. Per farla breve, avrei voluto sapere che,
nonostante la mia voce interiore mi dicesse il contrario, questo stile di vita è molto facile da
seguire.
Shana Smith
Ricordo che quando ero al mio massimo storico ho pensato: Se solo potessi perdere 10
chili sarei molto più felice! Poi è accaduto… dopo tre mesi avevo perso 10 chili! Ero molto
felice ma quando ho raggiunto una fase di stallo il mio umore è crollato. Fortunatamente
avevo scattato foto e preso le misure del mio corpo prima di iniziare e così mi sono infilata
gli stessi vestiti e ho scattato un paio di selfie. WOW! Non c’erano dubbi, la pancia e il
girovita erano un’altra cosa. Ogni volta che la bilancia si bloccava o mentiva a causa delle
oscillazioni ormonali, riprendevo il metro da sarta e controllavo così i miei progressi. Mi
sono resa conto che perdere altro peso sarebbe stato un obiettivo a lungo termine, ma
mantenere quei 10 chili in meno era facile! Le fotografie e le misure scritte sul foglio mi
rammentavano quanta strada avessi fatto e sapevo che non sarei tornata indietro.
Mo Cannon
Avrei voluto abbracciare prima questo stile di vita. È la cosa più semplice che abbia mai
fatto per raggiungere il mio peso ideale. Ascolta il tuo corpo, ti dirà quando hai bisogno di
mangiare e spesso anche che cosa devi mangiare. Un giorno, e anche un pasto, alla volta.
PUOI FARCELA!
Net M.
Datti almeno un mese di tempo prima di dire che il digiuno intermittente non funziona per
te. Io ci ho messo un mese per abituarmi e seguire il digiuno in modo rigoroso. Datti tre
mesi per mettere a punto il tuo programma personale di finestre alimentari e digiuni e per
cominciare a vedere i benefici che ti aspettano. Datti dai quattro ai sei mesi per cambiare
forma e taglia. Non rendere le cose più difficili di quello che sono. E… FUNZIONA. Per me
è automatico desiderare follemente quello che non posso avere. Quindi l’approccio
«rimanda, non rinunciare» è l’ideale perché funziona.
Lisa Wooley
Svilupperai una sorta di «muscolo del digiuno» che ti permetterà di non mangiare per
un’intera giornata. All’inizio hai così tanta fame che sei vorace quando arrivi al momento del
pasto. Dopo un po’ di tempo però questa sensazione si attenua, e riesci persino a
preparare la cena con relativa calma. E, rispetto alle regole che di solito accompagnano
una dieta, il digiuno è libertà allo stato puro.
Megan Flanagan
La caratteristica migliore del digiuno intermittente è la flessibilità. Alcuni giorni mangio un
sacco, alcuni giorni sono soddisfatta di un solo pasto, alcuni giorni faccio un digiuno breve
di tredici ore, la maggior parte dei giorni digiuno per sedici ore o più. Circa una settimana
dopo aver iniziato il digiuno intermittente ho avuto una giornata difficile in cui mi sono
abbuffata per ore. Questo episodio sarebbe stato sufficiente per far naufragare
completamente qualsiasi dieta, ma il digiuno intermittente non è una dieta, è uno stile di vita
e domani è un nuovo giorno. Questa settimana ho completato il mio primo digiuno di venti
ore e mi sento benissimo!
Loretta
È proprio vero: ognuno di noi è un caso unico in questa esperienza. Raccogli dati (peso
e misure), valuta i progressi, ottimizza e procedi velocemente!
Ann Handy
Avrei voluto conoscere il digiuno intermittente prima di seguire tutte quelle diete folli e
spendere un sacco di soldi! Sono davvero stupita di come questo modo di vivere mi ha
cambiata. Finalmente i miei fianchi, il viso e il corpo non sono più gonfi. Principalmente
seguo uno schema 20/4 con un pasto al giorno, ho cinquantaquattro anni e tutti mi dicono
che sembro molto più giovane. Ho adottato e abbracciato questo stile di vita salutare e non
potrei essere più soddisfatta e non vedo l’ora di vedere che cosa mi aspetta!
Jaya
Non rinunciare a nulla, e presto non avrai più la voglia di mangiare qualunque cosa!
Kimberly Colarossi
Informati! Impara! Vai su Google! Ascolta i podcast! Segui i gruppi di sostegno! Vedere i
risultati e ascoltare le storie di persone e di battaglie combattute nella vita reale ti aiuta a
renderlo reale! Mio marito sosteneva che non fosse salutare mangiare una volta al giorno.
Ho fatto le mie ricerche. Lo è, invece! Sono sopravvissuta al cancro al seno e sapere che le
mie cellule possono rigenerarsi durante il digiuno è una notizia fantastica! Pensavo: Ma
come faccio a non mangiare per venti ore? Non ce la farò. Ebbene l’ho fatto! Per i primi due
giorni ho avuto un leggero mal di testa ma niente di grave. Quando ho aperto la finestra
alimentare sono rimasta sorpresa perché dopo poco mi sentivo già sazia! Stavo benissimo!
Non sono obesa ma sono alta un metro e cinquanta e ho cinquantacinque anni, mi bastava
un niente per prendere peso. E continuavo a ingrassare, qualunque cosa facessi. Un’amica
di Facebook aveva intrapreso il cammino del digiuno intermittente, e aveva perso 5 chili in
una settimana. Volevo saperne di più. Mi ha consigliato di comprare il libro di Gin! Mi ci
sono buttata a capofitto e ho iniziato a digiunare. Mi ha aperto gli occhi! Ora faccio un solo
pasto al giorno in uno schema 20/4 e non mi sono mai sentita meglio. In una settimana
sono passata da 74 a 71 chili. Il grasso sulla pancia diminuisce a vista d’occhio. I vestiti mi
sono comodi. Mi sento incredibilmente bene e mangio sano, ma quello che mi va di
mangiare. Incluso il vino! Se puoi mangiarti la pizza a colazione e continuare a dimagrire,
che cosa vuoi di più? Posso anche spostare la mia finestra alimentare in modo da adattarla
alla mia agenda. Non sacrifico i miei impegni al digiuno! Per me questo è importante. Il mio
consiglio è: provate, potreste stupirvi. Prima ero una scettica e invece ora sono una
convinta sostenitrice di questo stile di vita! Grazie, Gin!
Mary Moffit
Il digiuno intermittente è il solo modo di sfuggire alla dieta. Qualunque altro protocollo
alimentare tu scelga, ti proibirà di mangiare qualche alimento che ami. E se sei una di
quelle persone che è perennemente a dieta, sai già che non funzionerà. Ma nel digiuno
intermittente nulla è vietato! Ricorda la differenza fra «adesso no» e «no, mai». Hai voglia di
gelato? Bene! Alle 19 puoi mangiarlo. La libertà nella scelta degli alimenti ti cambia la vita.
Tracy Bratton
Il digiuno intermittente è un cambiamento del tuo stile di vita, non è una dieta. Devi
essere disposto ad avere pazienza e a essere gentile con te stesso e con il tuo corpo.
Guarire richiede tempo. Non paragonarti ad altri, e sappi che dovrai sperimentare diversi
schemi, durata dei digiuni e finestre alimentari. Goditi il viaggio!
Andrea McGary
Avrei voluto sapere che il digiuno intermittente è un bellissimo viaggio verso la libertà.
Libertà dalle regole di tutte le diete che ho seguito per troppi anni. Mi sentivo in catene. Il
digiuno intermittente mi ha reso libero di godermi burro e formaggi e di fidarmi del mio
corpo. Sono libero ed è una sensazione bellissima.
Jenny
Avrei voluto sapere che non si perde peso subito all’inizio. Avrei voluto conoscere
l’importanza del digiuno pulito sin dall’inizio. Per un certo periodo non ho praticato il digiuno
pulito. Avrei voluto sapere che non dovevo avere paura di pesarmi. Per anni ho evitato di
andare dal medico perché non volevo sapere quanto pesavo. Ora mi peso tutti i giorni ed è
interessante vedere le variazioni. (So che non tutti lo fanno, ma per me è un aiuto.)
Kathy Wheeler
Quando ho iniziato il digiuno intermittente, a causa della mia mentalità «dietetica» a
lungo radicata, ero convinta di dover contare le calorie e che i carboidrati e i grassi fossero
un male. Di fatto ero di nuovo a dieta e per di più digiunavo! A quel punto ho capito che
dovevo liberarmi della mia fissazione per la dieta e che il digiuno intermittente sarebbe stato
la chiave per dimagrire e mantenere il peso ideale. Un altro consiglio importante che darei è
di essere curiosi sul perché, cosa e come del digiuno intermittente. Non avevo mai
approfondito dal punto di vista scientifico i protocolli che seguivo per rimettermi in forma:
avrei fatto qualunque cosa purché la bilancia calasse velocemente (e tutti sappiamo come
va a finire). Ma con il digiuno intermittente più imparo e più mi convinco di essere sulla
strada giusta. Un’ultima cosa: non paragonare il tuo viaggio a quello di altri. Se capisci
perché, cosa e come, andrà tutto bene.
Susie L.
Avrei voluto sapere che mi sarei sentita così bene e che è molto più facile di quanto mi
aspettassi! Tutti gli anni spesi a fare diete e leggere libri di diete che funzionavano solo per
un po’ di tempo. La cosa più fantastica è che posso cucinare quello che voglio. Alimenti
sani, certo, ma ora le ricette sono illimitate: posso cucinare tutti i piatti che avrei voluto ma
non potevo perché la dieta me lo impediva. Le festività non mi spaventano più. Nessun
senso di colpa se mi godo il pranzo di Natale. Organizzo il mio schema di digiuno in modo
da non rinunciare a niente. Finalmente mi godo la LIBERTÀ!
Sue Werley
Avrei voluto saperne di più sugli aspetti psicologici del digiuno. Durante tutta la mia vita in
sovrappeso, mi è sempre stato consigliato di consumare tre pasti e due spuntini al giorno. E
di tenerne traccia. Era un lavoro. E anche se rispettavo il programma, perdevo solo qualche
etto alla settimana. Era difficile e mi sentivo sempre una fallita. Ora digiuno per diciotto o
venti ore al giorno. Faccio ancora attenzione a quello che mangio e alle quantità, ma in
relazione al tipo di carburante di cui il mio corpo ha bisogno. Ho indossato abiti che non
mettevo da anni e non mi peso da oltre un mese.
Laurel Wilson
Quando mio marito mi ha parlato del digiuno intermittente per la prima volta, ho pensato
che fosse matto. Quando mi ha spiegato la scienza che sta dietro al digiuno intermittente,
ho pensato che avrei potuto provare a praticarlo. A quel punto ho cercato ogni libro, video,
intervista e podcast che sono riuscita a trovare. Ho lottato con i chili di troppo sin
dall’adolescenza e per me il digiuno è stato una scoperta incredibile. Ora mi sento bene e
ho fatto la pace con il cibo.
Una delle cose migliori è la flessibilità che ti dà il digiuno intermittente. Sei vegano?
Segui la paleo? Non puoi rinunciare alla colazione? Nessun problema. Può sembrare
difficile, ma la maggior parte delle persone con cui ho parlato sostiene che non è difficile
come sembra.
Mi lamentavo sempre di essere dipendente dal cibo. Mi sembrava impossibile non
mangiare quattro o cinque volte al giorno, tutti i giorni, e tenere sotto controllo la mia
dipendenza. Spesso i fumatori incalliti o gli alcolisti smettono all’improvviso e si allontanano
dalla sostanza che danneggia la loro salute. Desideravo fare la stessa cosa e il digiuno
intermittente è la soluzione che cercavo.
Janet K. Price
Avrei voluto sapere che funzionava, che il digiuno pulito è il solo modo di digiunare e che
il tuo corpo si rigenera e guarisce grazie al digiuno.
Vicki Jamison
Il controllo del peso ha poco a che fare con la forza di volontà e molto a che fare con la
scienza alimentare. Per tutta la mia vita adulta ho creduto di non avere la forza di volontà
per controllare la mia alimentazione. Solo due mesi dopo aver eliminato la colazione mi
sono ritrovata a rifiutare i dolci piazzati davanti a me sul tavolo. Altri due mesi di digiuno
intermittente e OMAD e sono stata in grado di raggiungere il livello di sazietà, cosa che non
mi era mai accaduta. Altri due mesi e pensavo sempre meno al cibo e di più a fare le mie
cose. Avrei voluto capire prima che mangiare mi faceva venire fame.
Cynthia Eike
Avrei voluto sapere che il mio istinto di mangiare cinque o sei volte al giorno remava
contro di me! Detestavo essere schiava di merendine e spuntini. Adesso vivo una vita
libera!
Lindsey Bell
La fame non è costante, viene e se la ignori se ne va. Sono arrivata ad apprezzare i
morsi della fame perché immagino che in quei momenti il corpo stia usando le mie riserve di
grasso per trarne energia. Ci sono persone che possono mangiare quello che vogliono nella
finestra alimentare. Mi conosco abbastanza ormai da sapere che non è così per me. Se
faccio uno sforzo e mangio cibi integrali mi sento bene e tendo a perdere più peso. Se
mangio carboidrati raffinati, trovo più difficile digiunare fino al giorno dopo perché mi viene
voglia di altri carboidrati. Sperimenta e trova quello che funziona per te!
Denise (Wisconsin)
Cominciare con una finestra alimentare di otto ore e ridurla gradualmente a cinque
nell’arco di poche settimane ha reso il digiuno intermittente sorprendentemente facile per
me. Nella mia prima settimana mi sono concessa di prendermela molto comoda, come se
fosse una cura di bellezza. La mia principale motivazione per iniziare il digiuno intermittente
era ridurre l’infiammazione dovuta all’artrite e questo risultato l’ho ottenuto in quattro
settimane! Niente più aspirina ogni quattro ore ogni giorno. E dopo tre mesi di digiuno
pulito, avevo perso anche 10 chili! Viva il digiuno intermittente.
Jay (Texas)
Avrei voluto sapere quanto sia importante avere la consapevolezza del significato che
diamo alle parole «mangiare» e «digiunare». Digiunare non è una punizione. Mangiare non
è una ricompensa. Se attribuisco al digiuno il significato di «rimediare a qualcosa» quel
bagaglio di rimpianti finisce per complicare la semplicità del concetto di «finestra alimentare
aperta o chiusa». Le scelte del passato sono alle mie spalle. Ora posso stabilire quanto
durerà il mio digiuno e quando riaprirò la finestra alimentare. Ridefinire il significato del
digiuno in termini di investimento sulla salute e sulla cura di me stessa ha fatto dei miei anni
di mantenimento un successo. Rivisito il passato quando noto che i vecchi modelli di
comportamento tornano a fare capolino, ma mi limito a esaminarne il significato come
farebbe un detective, senza giudicare. La prima domanda è: «Che significato ha per me
quel pasto (o digiuno, finestra alimentare, dato alimento eccetera)?» Segue poi «Quel
significato è vero e positivo? Di che cosa ho veramente bisogno per prendermi cura di
me?» E concludo con un’affermazione: «Digiunare è un modo salutare di prendermi cura di
me stessa, e mangiare è un modo sano di nutrirmi con piacere. Sto imparando a prendermi
cura di me con pazienza e gentilezza».
Pam
Non aspettarti di perdere peso immediatamente. Se ti basi sulle diete che hai fatto in
passato, penserai che digiunando i chili debbano sparire magicamente in un attimo, non è
necessariamente così. E se non sei preparato, puoi sentirti frustrato e confuso. Come è
possibile sentirsi tanto affamato e non perdere un etto? La pazienza darà i suoi frutti.
Lucy Mars
Dopo le prime settimane è diventato molto semplice trascorrere la giornata immersa
nelle mie attività senza dovermi fermare per mangiare e senza nemmeno pensarci,
nemmeno mentre insegnavo alla scuola di cucina. Non mi ero nemmeno resa conto che mi
frenavo nel mettere il formaggio e mi sentivo in colpa se mettevo il burro nelle patate. Con il
digiuno intermittente mangio liberamente quello che voglio nella quantità che mi va ogni
giorno. È fantastico! Non devo rimediare a un pasto particolarmente ricco limitandomi il
giorno dopo. Posso mangiare con gusto! Ci sono giorni in cui non ho fame e mangio poco e
va bene così, ma posso sempre mangiare quello che voglio e trarne piacere.
Emily Sanders
Avrei voluto sapere che non avrei sofferto la fame. È stata una piacevole sorpresa
sentirsi così bene bevendo solo acqua durante il digiuno. Mi avrebbe aiutato sapere che
posso mangiare tutto quello che voglio senza limitazioni, senza contare le calorie, senza
tenere traccia dei pasti eccetera. E anche sapere che i dolori legati all’artrite sarebbero
scomparsi, che sarebbe stato tutto così facile. Avevo provato molte diete e avevo sempre
fame, oppure mi sentivo frustrata per gli scarsi risultati e per aver speso un sacco di soldi
per comprare gli alimenti «giusti». Avrei voluto sapere che grazie al digiuno mi sarei sentita
più giovane e più in forma e che gli effetti antinfiammatori sarebbero stati così rapidi. Ho
notato una grande differenza già nella prima settimana! Non avere paura di provare! Per me
è stato come avere una nuova vita e un rinnovato senso di speranza che nasce da questo
salutare stile di vita.
Pam (Texas)
RIMANDARE è la parola chiave, non mi sono NEGATA nulla, e ho perso oltre 15 chili in
un anno… non è una dieta, è uno stile di vita. La dieta è una malsana perdita di peso. Sono
contenta di essere dimagrita lentamente perché ora riesco a mantenere il mio peso forma.
E posso modificare il mio programma a seconda dei miei impegni, delle vacanze, delle
festività e altro senza sensi di colpa perché è uno stile di vita! Come potresti mai fare
qualcosa di simile se fossi a dieta!? Grazie, Gin.
Emma D.
Avrei voluto sapere che il viaggio di ognuno di noi è diverso. Non paragonarti agli altri. Mi
ci sono voluti due mesi e mezzo per ritrovare l’energia e altri due per iniziare a bruciare
grassi. Ma ne valeva la pena!
Caitlyn Carraher
Avrei voluto sapere quanta energia mi regala questo stile di vita. Mi ritrovo a ballare in
giro per casa dalla tanta energia che ho. Mi sveglio rigenerata. Niente più stanchezza e
confusione mattutina. Bevo il caffè perché mi piace, non per la carica che dà la caffeina e la
seconda tazza della giornata è decaffeinata.
Lesley (Australia)
Avrei voluto sapere quanto mi sento bene e quanto sia semplice questo stile di vita. Inizia
lentamente, comincia a ritardare la colazione, alle 10 poi alle 11 e in men che non si dica il
tuo primo pasto sarà alle due o alle tre del pomeriggio e via così. Digiunerai più a lungo e ti
sentirai alla grande.
Sara Bauer
Il digiuno alimentare ti regala una lucidità mentale e una serenità che non sai nemmeno
di possedere. Sapere che sei in grado di fare questa cosa, che puoi controllare il tuo corpo,
ti darà molta fiducia anche in altri ambiti della vita. Hai mai desiderato fare qualcosa di
grande? Puoi! E lo farai. E lo farai ogni volta che vuoi.
Ceci
Sono un’infermiera e al principio il mio cervello si ribellava. Mangiare all’interno di uno
spazio di tempo ristretto mi sembrava controintuitivo. Ma, come succede spesso nella vita,
quando metti in dubbio le tue «verità» ti si spalanca un mondo di nuove opportunità. Può
essere liberatorio. Soffro di un paio di malattie autoimmuni e ho notato grandi miglioramenti.
Sì, di quando in quando arriva la fame, soprattutto all’inizio, ma i morsi sono passeggeri.
Penso spesso alle tante persone che ogni sera vanno a letto affamate. Penso ai genitori
che non sanno come nutrire i loro figli. Sono diventata più consapevole e grata
dell’abbondanza in cui vivo. Scelgo con maggiore attenzione e mangio con maggiore
consapevolezza.
Tammy Haldeman
Avrei voluto capire quanto fossero importanti le informazioni e i consigli che mi sono stati
dati prima che cominciassi. Una mia cara amica aveva iniziato prima di me. Sono stata
fortunata, ho ottenuto tutte le risposte alle mie domande ma non ho capito quanto fossero
preziosi i suoi consigli.
1. Fidati del processo, non è una frase fatta. Se segui il digiuno pulito e digiuni ogni
giorno rispettando la tua finestra alimentare, funzionerà sia per la salute sia per la
perdita di peso.
2. Non si tratta di stabilire se il digiuno intermittente funzionerà oppure no, si tratta di
capire come e quando. Ciascuno di noi è diverso.
3. Abbi fiducia nel tuo corpo, sa fare ciò di cui ha bisogno. Mangia quello che ti fa bene
e il tuo corpo ti dirà che cosa c’è che non va.
4. Blinda la tua finestra alimentare! Una volta chiusa, non consumare altro che caffè e
acqua.
5. La fame non è un’emergenza. Non ti ucciderà. È temporanea. Fai come se fossi
altrove e non avessi accesso al cibo e tira dritto.
Lindsey K.
Mi sono resa conto che lo zucchero è il nemico numero 1 per me. Non l’ho eliminato del
tutto, ma sono consapevole di quanto mi faccia male. Sono molto meno gonfia
(infiammazione ridotta) e anche il mio umore è più stabile e costante. Prima passavo la
giornata a bere bibite senza zucchero, convinta che fossero «sane», ma ora mi rendo conto
di quanto stessi confondendo i miei ormoni con messaggi contraddittori.
Il nostro corpo non è tanto evoluto quanto pensiamo che sia… La nostra cultura e la
disponibilità di cibo sono cambiate molto e in modo repentino negli ultimi cento anni.
Dovremmo sforzarci sul serio a mangiare come facevano i nostri nonni: cibo fatto in casa,
«vero», un solo pasto al giorno, e bevande senza aggiunta di zuccheri o succedanei per
idratarci. Consumare un solo pasto al giorno mi consente di concentrarmi sulla qualità e mi
rende libera per il resto della giornata. Risparmio tempo e denaro mentre dimagrisco e
miglioro il mio stato di salute.
AMI la scienza tanto quanto me o hai ancora domande su alcuni dei concetti
contenuti in questo libro? Vai direttamente alle fonti originali e
approfondisci. Il mio obiettivo in questo libro è stato spiegare in modo
semplice ma accurato le ricerche scientifiche elencate nelle prossime
pagine.
14. La bio-individualità
1. «What is the best diet for humans?», Eran Segal, TEDxRuppin, https://www.youtube.com/watch?
v=0z03xkwFbw4
2. Zeevi, D., Korem, T., Zmora, N. et al., «Personalized nutrition by prediction of glycemic responses
article personalized nutrition by prediction of glycemic responses», Cell, 2015, 163, pp. 1079-
1094, doi:10.1016/j.cell.2015.11.001.
3. «About glycemic index», http://www.glycemicindex.com/about.php
4. «Glycemic index for 60+ foods», Harvard Health, https://www.health.harvard.edu/diseases-and-
conditions/glycemic-index-and-glycemic-load-for-100-foods
5. Overview of the ZOE scientific project for researchers & clinicians, 2019.
6. Spector, T. et al., «Predicting personal metabolic responses to food using multi-omics machine
learning in over 1000 twins and singletons from the UK and US: The PREDICT 1 Study», Curr
Dev Nutr, 2019, 3(Suppl 1), nzz037, doi:10.1093/cdn/nzz037.OR31-01-19.
7. Hamideh, D., Arellano, B., Topol, E.J., Steinhubl, S.R., «Your digital nutritionist», Lancet
(London, England), 2019, 393(10166), p. 19, doi:10.1016/S0140-6736(18)33170-2.
8. Fumagalli, M., Camus, S.M., Diekmann, Y. et al., «Genetic diversity of CHC22 clathrin impacts
its function in glucose metabolism», eLife, 2019, 8, doi:10.7554/ eLife.41517.
www.sperling.it
www.facebook.com/sperling.kupfer
COPERTINA || FOTO © SHUTTERSTOCK | ART DIRECTOR: FRANCESCO MARANGON | GRAPHIC DESIGNER: CARLO
MASCHERONI
Indice
Copertina
L’immagine
Il libro
L’autore
Frontespizio
Prefazione di Julie Sandell
Benvenuti nella vostra nuova vita
Introduzione. La triste verità sulle diete
Parte prima. Il digiuno
1. Attiva il superpotere bruciagrassi!
2. Digiuno intermittente:lo stile di vita salutare che ha come effetto collaterale la perdita di
peso
Il digiuno combatte l’iperinsulinemia
Il digiuno può prevenire e contrastare la sindrome metabolica
Il digiuno può contrastare il diabete di tipo 2
L’effetto antinfiammatorio del digiuno
Il digiuno offre nuove prospettive a chi soffre di malattie autoimmuni
I benefici cardiovascolari del digiuno
Il digiuno è ideale per la salute del cervello
Il digiuno riduce il grasso addominale
Il digiuno riequilibra gli ormoni di fame e sazietà
Il digiuno «riequilibra» la flora intestinale
Il digiuno è un antitumorale e ha effetti positivi nelle terapie oncologiche
Il digiuno aumenta l’autofagia
3. Digiuno: fonte di eterna giovinezza?
4. La magia sta nel digiuno pulito!
5. Impariamo a mantenere pulitoil digiuno
La lista dei «sì»: perché?
La lista dei «no»: perché?
La lista dei «forse»: perché?
Sfida al digiuno pulito
6. Consumo di cibo a tempo limitato:la «finestra alimentare»
7. Protocollo a giorni alterni:lo schema un giorno «sì»e l’altro «no»
Opzione 1: 500 calorie nei giorni «no»
Opzione 2: digiuno totale per 36 o 42 ore
8. La tua cassetta degli attrezzidel digiuno intermittente
9. Dire no: bandiere rossesul digiuno
Bandiera rossa numero 1: esagerare con il digiuno
Bandiera rossa numero 2: disturbi alimentari
Bandiera rossa numero 3: maturità fisica
Bandiera rossa numero 4: gravidanza
Bandiera rossa numero 5: allattamento
10. I tuoi primi ventotto giorni
Fase del digiuno pulito
Fase di adattamento
Fase di ambientazione
Fase di regolazione
11. La messa a punto
Parte seconda. Il banchetto
12. «Rimanda, non rinunciare»
13. L’ossessione della dieta. e come evitarla
14. Bio-individualità
15. Il tramonto delle calorie
16. La correzione dell’appetito:una questione di ormoni?
17. Fagioli o caramelle:quanto conta la qualità degli alimenti?
Parte terza. Il mantenimento
18. L’insidia della bilancia:la guida per tracciare i progressi
19. Stile di vita «versus» dieta
20. Cambiare mentalità
21. Muoviti!Fitness a tutta birra
22. Perdita di peso lentao fase di plateau? Come fare
23. Mantenimento:il digiuno intermittenteè per sempre
24. Condividi senza paura
25. Domande frequenti
26. Letture consigliate
27. «Quello che avrei voluto sapere»
Note
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