Caratterizzazione Reflui - CAFFAZ
Caratterizzazione Reflui - CAFFAZ
Caratterizzazione Reflui - CAFFAZ
INTRODUZIONE
L’applicazione dei metodi di caratterizzazione avanzata delle acque reflue da trattare con
processi biologici è particolarmente utile e diffusa nel dimensionamento o nel monitoraggio di un
reattore biologico. I modelli matematici utilizzati oggi, come ad esempio i modelli ASM dell’IWA
(es. ASM n.1, Henze et al., 1987), nella progettazione di impianti di depurazione, nella verifica
degli stessi e nell’ottimizzazione di processo, richiedono per il loro corretto impiego la stima dei
parametri cinetici e stechiometrici e il frazionamento dei substrati carboniosi e dei nutrienti (azoto
e fosforo) contenuti nei reflui trattati. I modelli ASM consentono di effettuare il dimensionamento
di un processo a fanghi attivi tramite bilanci di massa che riguardano le sostanze organiche,
quantificate in termini di COD, l’azoto e il fosforo. Il COD sostituisce il BOD nella quantificazione
dei substrati organici in quanto è il parametro che può generare correlazioni tra substrati, biomasse e
ossigeno consumato in termini di elettroni equivalenti. Per valutare i consumi di ossigeno, la
produzione di fango, i rendimenti nella rimozione dei nutrienti, il COD totale contenuto nei reflui
trattati deve essere frazionato in più componenti come riportato in figura 1 (Melcer et al., 2003). Il
grado di frazionamento del COD dipende dal tipo di modello che si vuol utilizzare. Il primo grande
frazionamento comunque divide il COD biodegradabile da quello non biodegradabile. Il COD
biodegradabile è la grandezza che deve sostituire il BOD nella progettazione dei processi a fanghi
attivi, negli SBR, negli MBR, nei processi a biomassa adesa ecc.. Si può quantificare la frazione
organica biodegradabile di un refluo in termini di BOD (Biochemical oxygen demand); tuttavia tale
parametro presenta considerevoli limitazioni a causa di: a) Tempi lunghi per l’esecuzione del test,
generalmente da 5 a 20 giorni (BOD5, BOD20 ecc.) b) Scarsa ripetibilità dei test di BOD in quanto
di difficile standardizzazione.
Analogamente il COD totale (Chemical Oxygen Demand), pur accorciando i tempi di misura
analitica, non considera i differenti livelli di biodegradabilità delle componenti presenti. Le tecniche
respirometriche consentono, invece, di ottenere il frazionamento del COD totale in parte
biodegradabile e parte non biodegradabile, e poi suddividere la stessa parte biodegradabile in
frazioni alle quali è associata una velocità di ossidazione ed uno specifico processo di degradazione
biologica. Le classi di COD che normalmente vengono considerate sono cinque (fig.1):
1) COD rapidamente biodegradabile o RBCOD (Readly Biodegradable COD): è la frazione
costituita dai substrati solubili rapidamente biodegradabili come acetato, glucosio, etanolo
ecc. La distinzione tra rapidamente e lentamente biodegradabile si basa sulla cinetica di
rimozione. Generalmente i substrati prontamente biodegradabili in prove batch in condizioni
di basso S0/X0 (con crescita di biomassa trascurabile) sono rimossi in qualche ora o frazione
mentre i substrati lentamente biodegradabili necessitano di tempi che variano da uno a più
giorni. Lo RBCOD costituisce in genere circa il 10-20% del COD totale di un’acqua reflua
civile non sedimentata. Di questa frazione i VFA (in particolare acetato) costituiscono una
percentuale pari al 50-70% ( Andreottola et al., 2001).
2) COD lentamente biodegradabile o SBCOD (Slowly Biodegradable COD): è rappresentata
dal substrato lentamente biodegradabile particolato, dalla porzione di substrato particolato
rapidamente idrolizzabile RHCOD (Rapidly Hydrolysable COD) e dalla frazione di
substrati colloidali. Costituisce in genere la parte predominante della frazione
biodegradabile del COD ed è costituito da molecole complesse che devono essere idrolizzate
prima di essere assimilate dalle cellule microbiche. Normalmente si ottengono frazioni di
SBCOD comprese tra il 40 e il 60%. Nei modelli ASM lo SBCOD è identificato da un'unica
variabile di stato definita come XS che in generale ingloba anche parte della frazione
1
rapidamente idrolizzabile e la frazione colloidale che viene bioflocculata rapidamente dal
fango attivo e quindi idrolizzata. La frazione rapidamente idrolizzabile comunque è presente
sia in fase solubile sia in fase solida e generalmente nei modelli ASM può essere inglobata
nella frazione di RBCOD.
3) COD particolato non biodegradabile (XI): la frazione particolata inerte è costituita da
molecole complesse sedimentabili che non vengono attaccate dagli enzimi idrolitici ma che
si accumulano nelle vasche a fanghi attivi. Normalmente si attesta tra il 10 e il 20 % del
COD totale. La determinazione della frazione XI è fondamentale per la progettazione in
quanto è determinante nella stima della produzione di fango.
4) COD solubile non biodegradabile (SI): rappresenta la somma delle sostanze organiche non
biodegradabili solubili che inevitabilmente finiscono nell’effluente finale di un impianto di
depurazione. La sua determinazione equivale a definire il rendimento dell’impianto su COD
in condizioni stabili di separazione solido-liquido. La percentuale nei liquami civili è
compresa tra il 2 e il 15% del COD totale.
5) Biomassa attiva. La frazione di biomassa attiva del COD è dato dalla somma della frazione
eterotrofa XH e di quella autotrofa XA, contenute nel refluo e prodotte dai processi di
depurazione biologica che avvengono nei condotti fognari. Mentre la frazione autotrofa è
sempre trascurabile, quella eterotrofa può essere consistente ed intorno al 15% del COD
totale.
COD totale influente
CODt,inf
SF Sa SCOL XS
2
RESPIROMETRIA
I respirometri aperti (es RODTOX, static liquid - flowing gas) prevedono invece un flusso di aria
continuo dentro il bioreattore e in tal caso la misura dell’OUR è data dalla (3):
dDO
= −OUR (t ) + K L a × (DOsat − DO ) (3)
dt
Dove KLa è il coefficiente di trasferimento globale dell’ossigeno nel reattore, DOsat e DO sono
rispettivamente le concentrazioni di ossigeno disciolto a saturazione e presente nel reattore.
Esistono infine respirometri ibridi che sono costituiti da un reattore chiuso ad uno aperto collegati
(es. RA1000, Spanjers,1990), i quali scambiano massa liquida tra loro. La misura dell’OUR nasce
dal bilancio di massa dell’ossigeno disciolto ottenuto nel reattore chiuso.
Un esempio di respirometro ibrido è quello sviluppato dall’area controllo di ricerca e sviluppo di
Publiacqua e dall’Università di Firenze (S. Marsili-Libelli e F. Tabani, 2002). Il respirometro è
costituito da un reattore batch da 2L aerato e a miscelazione completa (Applikon B.V.), una camera
di respirazione chiusa ermeticamente (125 ml), una pompa peristaltica (Watson-Marlow 313U), una
sonda ad ossigeno inserita nella camera di respirazione e relativo ossimetro (WTW Oxi 3000), una
scheda di acquisizione (National Instruments PCI MIO 16E 1) e un software di automazione
(National Instruments Labview 5.0). La temperatura e il pH sono controllati rispettivamente da un
criotermostato (Haake) e da titolatore automatico (Biocontroller 1030 Applikon). Due tecniche
respirometriche possono essere utilizzate. La prima definita “stopped-flow”è ottenuta mediante
iniezioni di substrati nel batch aerato che alimenta in modo discontinuo tramite pompa peristaltica,
comandata da un PC, la camera respirometrica. Ogni carico della camera respirometrica corrisponde
con un ciclo di misura dell’OUR secondo la (2). La curva risultante dai punti OUR accumulati nel
tempo è chiamata respirogramma. La seconda tecnica è basata sulla respirometria chiusa ottenuta
dai dati grezzi di DO acquisiti nella camera di respirazione e ottenuti dopo iniezioni dirette di
substrati nella camera stessa caricata solo una volta per esperimento.
3
Un altro esempio di respirometro ibrido è il MARTINA (SPES srl) in cui il software regola on-off
l’aria in ingresso in reattore che slitta da sistema aperto a sistema chiuso. Il respirogramma in
questo caso è dato dai punti OUR discreti ricavati da altrettante pendenze OUR determinate durante
gli intervalli di stop dell’aerazione secondo la (2). Lo strumento è provvisto di pompe dosatrici che
consentono anche di effettuare esperimenti di titrimetria e respirometria a titolazione di perossido di
idrogeno (Ficara, 2000).
D
F
A H
G
O X I3 00 0
I
L
E
2 5 .5 ° C
B T
M
N
C ard
A /D
I /O 1030
Figura 2. Respirometro ibrido di Publiacqua SpA. A=ossimetro; B=Controllo agitatore; C=cameretta; D=valvola CO2 ; E=pompa
peristaltica; F=agitatore; G=Sonda del pH; H=aeratore ; L=pompa peristaltica; M=Controllo Temperatura ; N=Acquisizione dati .
La determinazione della frazione di COD solubile è ottenuta tramite misura standard del COD dopo
flocculazione con solfato di zinco (1 ml di una soluzione a 100 g/l di ZnSO4 per 100 ml di
campione) e NaOH (6M) a pH intorno a 10.5 e filtrazione del campione di refluo seguendo la
metodica di Mamais (D.Mamais et al., 1993).
4
COD totale
Solubile Particolato
S X
5.5
DO (mg/l)
4
Endogeno
SBCOD Endogeno
3
5
2 BODst
4.5
1 BOD = (1-YH)×(RBCOD+RHCOD)
OURmax BODst = (1-YH)×(RBCOD+RHCOD)
0 4
0 100 200 300 400 500 600 700 0 100 200 300 400 500 600 700
Tempo (s) Tempo (s)
DO(t 0 ) − DO (t fin )
YH = 1 − (6)
S0
Dove:
YH resa batterica eterotrofa (g COD-biomassa/g COD-substrato).
DO (t) = Concentrazione di ossigeno disciolto durante l’esperimento respirometrico.
S0 = concentrazione iniziale di COD biodegradabile(mg/l COD).
t0 = istante corrispondente all'iniezione di substrato in camera respirometrica.
tfin = istante in cui il substrato è completamente esaurito.
Il coefficiente di resa per la biomassa eterotrofa, necessaria per convertire i valori di ossigeno
consumato in COD biodegradabile rappresenta il rapporto tra biomassa prodotta e substrato
carbonioso consumato, cioè:
6
CODdeg radato − ∫ OURes (t)dt
YH = (8)
CODdegradato
Supponendo che l’unico substrato disponibile sia quello aggiunto, calcolato il consumo di ossigeno
attraverso l’integrazione nel tempo dell’OUR esogeno, si può ricavare il valore di YH dalla seguente
relazione:
∆DO
YH = 1 − (9)
COD aggiunto
Nel caso di composti puri il valore di CODaggiunto può essere posto al valore teorico di COD relativo
alla massa di composto dosata nel respirometro. Nel caso di esperimenti su reflui reali invece il
valore ∆COD deve essere misurato direttamente nel reattore del respirometro. La procedura prevede
di iniettare nel batch del respirometro un quantitativo di refluo flocculato-filtrato 0.1µm e di
misurare il COD subito dopo l’iniezione e alla fine dell’esperimento, segnalata dal ritorno alla
respirazione endogena del fango attivo. Per ottenere una stima accurata occorre effettuare più prove
con iniezioni dello stesso substrato (S) a dosaggi diversi (fig.5) che producono corrispettivi consumi
di ossigeno (OC) e determinare il coefficiente di resa dalla retta di regressione lineare ottenuta
fittando i punti sperimentali. Tale retta rappresenta una curva di calibrazione del respirometro valida
comunque solo per una specifica coppia fango-substrato (refluo).
Acetato di Sodio
0.45
0.4
0.35
OUR (mg/l/min)
0.3
0.25
0.2
0.15
0.1
0.05
0
0 100 200 300 400 500 600
t (min)
Anche gli esperimenti con i composti puri devono essere effettuati mediante aggiunta di ATU e di
nutrienti sotto forma di ammonio e fosfato. I valori tipici per le rese su acetato sono intorno a 0.5
mgCOD/mgCOD (Majone et al., 1999).
Il metodo del “multiplo OUR” per la stima della frazione RBCOD (Kappeler and Gujer, 1992) si
basa sulla realizzazione di una curva respirometrica o respirogramma ottenuto mediante una
successione di determinazioni OUR nel tempo su un fango attivo dopo iniezione di refluo. Il
risultato mostrato in fig.7 è una curva la cui area rappresenta l’ossigeno consumato dalla biomassa
eterotrofa ( dopo aggiunta di ATU per l’inibizione dell’attività nitrificante). In questo caso si può
scrivere:
V w + Vs V + Vs
BODst = (1 − YH ) × BCOD = Arearesp × = ∫ OURes (t ) dt × w (10)
Vw Vw
7
dove BODst = BOD short term del campione d'acqua di scarico iniettato (mg/l). BCODst = COD
biodegradabile (mg/l). Arearesp = area sottesa tra la curva respirogramma e la linea di base di
respirazione endogena (mg/l). Vw = volume di campione di acqua reflua iniettata (ml). Vb = volume
occupato dal fango nel batch (ml).YH = resa eterotrofa.
12
y = 0.4367x
11
R2 = 0.9962
10
9
OC (mg/l)
7
YH=1-OC/S=1-0.44=0.56
6
4
12 14 16 18 20 22 24 26 28
S (mgCOD/l)
Figura 6. Calcolo della resa eterotrofa su acetato di sodio tramite regressione lineare.
0.6
RBCOD
0.5
OUR (mg/l/min)
0.4
0.3
0.2
0.1
0
0 50 100 150 200 250
t (min)
Figura7. Frazionamento del COD tramite modello biocinetico semplificato applicato ad un respirogramma.
8
che corrisponde alla frazione di RBCOD che può essere calcolato con la (10). Le diverse aree
segnate in figura 7 corrispondono a substrati rapidamente idrolizzabili e a quelli più lentamente
degradabili che costituiscono almeno una parte dello SBCOD. La frazione del rapidamente
idrolizzabile (RHCOD) anche in questo caso può essere inglobata nella frazione SS del refluo. Per
rendere più precisa la determinazione dello RBCOD e semplificare le procedure di calcolo a partire
dai respirogrammi (sia nel caso del metodo a singolo OUR sia in quello a OUR multiplo) è
preferibile effettuare gli esperimenti su reflui pre-filtrati a 0.1µm oppure flocculato-filtrati a
0.45µm. In questo modo solo la frazione solubile è aggiunta al batch del respirometro e l’ossigeno
consumato è direttamente convertibile a RBCOD (Ss) tramite la (10).
Il valore di conversione BOD/COD di 0.8 nasce dall’assumere una resa eterotrofa di 0.2 tipica per
le prove di BOD5 dove ovviamente il decadimento compensa in parte l’iniziale crescita della
biomassa. Per impianti ad età del fango (>20 giorni) è possibile trascurare la frazione Ss in uscita e
assumere il COD flocculato-filtrato dell’effluente equivalente alla frazione SI contenuta nel refluo
influente, ottenendo così la frazione Ss per differenza senza ricorrere alla respirometria (Roeleveld
and Van Loosdrecht , 2002) . Le linee guida olandesi della STOWA (che utilizza membrane a
0.1µm senza flocculazione per la stima della frazione solubile del COD) propongono per il calcolo
della frazione SI, e quindi per differenza di valori noti di SS, le seguenti formule (Melcer, 2003):
0.7
Iniezione refluo
0.6
0.5
OUR (mg/l/min)
0.4
0.3
BOD = (1-YH)×BCOD
0.2
0.1
0
0 200 400 600 800 1000 1200 1400
t (min)
Il rapporto iniziale S0/X0 è decisivo per una corretta stima del valore di XS per le acque reflue
municipali tramite respirometria. In molti casi tuttavia la regione della curva OUR associata alla
degradazione del SBCOD non è completamente definita in quanto le cinetiche di idrolisi lenta si
confondono con il rateo di decadimento endogeno e l’effetto di sovrapposizione è trascurabile.
L’immediata conseguenza è quella di sottostimare il valore reale di XS. Il valore di BCOD stimato
per via respirometrica non può non dipendere dal tempo di misura analogamente al BOD, in quanto
i substrati lentamente biodegradabili possono essere rimossi rapidamente per bioflocculazione ma
vengono “respirati” molto lentamente in tempi che possono essere dello stesso ordine di grandezza
dell’età del fango dell’impianto di provenienza del fango attivo. In generale la biodegradabilità
della frazione solida del COD dipende dall’età del fango del processo: il COD particolato inerte
(XI) che in un impianto a fanghi attivi convenzionale si accumula nella vasca di ossidazione, in
condizioni di età del fango non definita (> 40-50 giorni) può essere considerato una frazione di
COD molto lentamente biodegradabile (XS), ovvero ossidabile biologicamente solo ad alte età del
fango. In sistemi biologici come gli MBR, i processi a fanghi attivi con ozononizzazione dei fanghi
di ricircolo, le biomasse granulari aerobiche, la possibilità di estendere il tempo di ritenzione dei
solidi in aerazione consente di convertire il COD apparentemente inerte a COD lentamente
biodegradabile e di ridurre la produzione netta di fango dell’impianto stesso.
Una procedura alternativa è quella di ricavare il BCOD dalle curve di BOD (Roeleveld and Van
Loosdrecht , 2002) utilizzando le formule:
10
⎧ 1 ⎫
⎪ BODtot ( t → ∞ ) = 1 − e − k BODt BOD(t )⎪
⎪ ⎪
⎨ ⎬ (13)
1
⎪ BCOD = BODtot ⎪
⎪⎩ 1− f p ⎪⎭
dove
BODtot = BOD ultimo, che può essere misurato direttamente con prove di BOD20-30
BODt = BOD calcolato fino al tempo t
kBOD = costante cinetica del primo ordine
fP = fattore di produzione di inerte posto generalmente a 0.15-0.2. Rappresenta la frazione di COD
non biodegradabile prodotto dal decadimento endogeno e dai processi di lisi della biomassa. Il
valore indicato è quello indicato nei modelli ASM dell’IWA.
BOD Modello
500
450
BCOD = BODtot/(1-fP)
400
350
BOD (mg/l)
300
BODtot = BODt/(1-exp(kBOD×t))
250
200
150
100
50
0
0 10 20 30 40 50 60 70 80
t (giorni)
Figura8. Curva del BOD per la determinazione del BODtot e del BCOD.
In funzione del tipo di refluo una frazione compresa tra il 50 e il 95% del BCOD è ossidato in 5
giorni e compresa tra il 95 e il 99% dopo 20 giorni. La prova del BOD20 è difficilmente realizzabile
e ripetibile, per cui l’approccio utilizzabile per reflui municipali, ma più difficilmente per reflui
industriali, è quello di effettuare prove di BOD8-10 e calcolare il valore del BOD ultimo dal modello
cinetico del primo ordine indicato nella (13). Il valore della costante kBOD e BODtot sono ricavati in
modo semplice per regressione lineare (passando ai logaritmi) oppure con un fitting non lineare. In
generale per reflui industriali complessi è difficile ottenere curve di BOD modellabili con unica
costante cinetica del primo ordine. Il valore della kBOD (variabile tra 0.19-0.75 da analisi effettuate
in alcuni impianti dell’ATO3 in Toscana) dipende dalla divisione tra XS e SS, quindi risente molto
della lunghezza della fognatura, della frazione industriale presente e dei pretrattamenti presenti
negli impianti (grigliatura, rotostacciatura, dissabbiatura-disoleatura, sedimentazione primaria con o
senza flocculazione). Una volta stimato un valore affidabile per kBOD è possibile ricavare dalla (13)
il valore di BOD ultimo e quindi di BCOD a partire dai valori di BOD5 che sono inseriti nei
programmi analitici di routine dei gestori degli impianti di depurazione.
11
Determinazione della frazione XI. La frazione del COD particolato inerte si ottiene per differenza
di frazioni note:
XI = CODparticolato - XS (14)
Determinazione della biomassa attiva XH e XA. La frazione di biomassa attiva del COD è spesso
trascurata, a sicurezza, in fase di progetto e inglobata nella frazione lentamente biodegradabile. La
massa batterica eterotrofa che si sviluppa in fognatura è in parte costituita da batteri anaerobici che
non generano attività nelle vasche di ossidazione. La stima della frazione attiva eterotrofa
aerobica/facoltativa può essere invece stimata con esperimenti respirometrici di crescita.
Questo test può essere eseguito anche per poter avere una stima diretta del massimo rateo di
crescita della biomassa eterotrofa, µmax_H. Il fatto di lavorare in condizioni di substrato non limitante
(S0/X0 ≥ 4), e quindi a regime ben diverso rispetto a quello esistente all’interno di un impianto di
depurazione, potrebbe condurre a dei risultati non del tutto rappresentativi, specialmente per un
impianto a basso carico. Dalla letteratura (Petersen, 2000) si legge che, specialmente per la
biomassa eterotrofa, test di questo tipo portano a stimare dei valori della velocità massima specifica
di crescita diversi da quelli realmente esistenti in un impianto con regime a basso carico, e quindi ad
una prova in batch non rappresentativa della situazione a scala reale. Questa diversità è imputabile
alle condizioni di adattamento di una biomassa che vive in condizioni di substrato limitante.
Quando il substrato non è abbondante i microrganismi tendono a preferire i fenomeni di stoccaggio
rispetto a quelli di crescita, dato che il livello di energia richiesto per questo processo è minore
rispetto a quello richiesto per la biosintesi. Se la limitazione viene rimossa, le condizioni
enzimatiche potrebbero non essere tali da permettere una rapida risposta in termini di crescita e ciò
porterebbe a preferire la via alternativa dello stoccaggio. Nel tempo, i microrganismi si adattano alle
nuove condizioni ambientali e adeguano i meccanismi di crescita aumentando il rateo massimo di
crescita (i parametri biocinetici stimati diventano quelli “intrinseci”dell’interazione biomassa-
substrato). Di conseguenza, i valori determinati con queste prove dovrebbero essere trattati con
particolare attenzione. Quello che si vuol ottenere è una curva esponenziale dell’OUR che consenta
di determinare le due costanti che la determinano che sono correlate con il rateo massimo di crescita
(µmax) e con la concentrazione di biomassa attiva iniziale. La metodica è interessante comunque
perché consente di stimare sia la frazione attiva eterotrofa XH nelle acque di scarico sia in un fango
attivo (Andreottola et.al.2001).
La procedura della prova da eseguire è la seguente:
1) Il campione è inserito nel bioreattore del respirometro. Se l’obiettivo è quello di
determinare la frazione attiva in un fango attivo il refluo è filtrato a 0.1 µm per eliminare
tutta la biomassa presente ed il COD particolato.
2) Nel caso di determinazione della frazione attiva XH del fango attivo si aggiunge l’inoculo
del fango attivo stesso tale che il rapporto S0/X0 ≥ 4
3) Aggiunta di ATU in modo da inibire la nitrificazione.
4) Aggiunta eventuale di ammonio e fosfato in modo che non risultino limitanti durante la
crescita.
5) La prova può iniziare e si avvia il compressore che fornisce l’aria al bioreattore.
6) Il pH e la T sono controllati ad un valore stabilito.
Un esempio di prova è riportato in fig. 9.
12
Esperimento di crescita diretta
0,6
2
0,5
OUR (mg/l/min)
0,4
0,3
0,2
1
3
0,1 4
0
0
0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600
t(min)
Figura 9. Curva di crescita della biomassa eterotrofa condotta in condizioni di substrato non limitante.
Il punto segnato con (0) rappresenta le condizioni iniziali di partenza dell’esperimento, in cui la
concentrazione di biomassa è data dalla quantità stimata nel fango attivo diluita nei ml complessivi
di fango più acqua. In questa fase, il rateo di crescita non è costante ma tende ad aumentare nel
tempo come si può vedere dai dati OUR trasformati con il logaritmo (Andreottola et al., 2001). La
zona (1) del grafico illustra la fase di crescita esponenziale, con cinetica di ordine zero, della
biomassa eterotrofa; la zona (2) indica il momento in cui tutto il substrato aggiunto è stato rimosso
dalla fase solubile per biosintesi. Al punto (2) la biomassa avrà raggiunto una concentrazione
diversa rispetto a quell’iniziale. La fase (3) indica il consumo di substrato lentamente
biodegradabile (SBCOD del refluo) e la fase (4) indica il decadimento endogeno.
Dalla coda del grafico, mediante regressione lineare del logaritmo naturale dell’OUR, è possibile
risalire alla costante di decadimento endogeno:
OURend (t ) = (1 − f P ) ⋅ bH ⋅ X H (t ) = (1 − f P ) ⋅ bH ⋅ X Hf ⋅ exp(−bH ⋅ t ) ⇒
(15)
⇒ ln(OURend (t )) = ln((1 − f P ) ⋅ bH ⋅ X Hf ) − bH ⋅ t = cos t − bH ⋅ t
dove XHf è la biomassa finale presente al punto (2) e fP è il fattore di produzione di inerte.
Considerando le equazioni che descrivono la fase esponenziale del grafico (1) si trova quindi la
massima velocità di crescita:
1 − YH ⎛ 1 − YH ⎞
OUR(t ) = ⋅ µ max H ⋅ X H + bH ⋅ X H = ⎜⎜ ⋅ µ max H + bH ⎟⎟ ⋅ X H =
YH ⎝ YH ⎠
⎛ 1 − YH ⎞
= ⎜⎜ ⋅ µ max H + bH ⎟⎟ ⋅ X H 0 ⋅ exp(( µ max H − bH ) ⋅ t ) ⇒ (16)
⎝ YH ⎠
⎛ ⎛ 1 − YH ⎞ ⎞
⇒ ln(OUR(t )) = ln⎜⎜ ⎜⎜ ⋅ µ max H + bH ⎟⎟ ⋅ X H 0 ⎟⎟ + ( µ max H − bH ) ⋅ t
⎝ ⎝ YH ⎠ ⎠
dove XH0 è la biomassa iniziale presente nel refluo nel punto (0) e YH=0.67 (valore ipotizzato di letteratura).
Il rateo di crescita netto µmaxH - bH si può ricavare per regressione lineare dei dati di OUR
trasformati:
13
0
y = 0.0076x - 5.971
R2 = 0.9988
-0.5
-1
ln(OUR) (mg/l/min)
-1.5
-2
-2.5
-3
0 100 200 300 400 500 600 700 800
t(min)
Figura 10. Curva di crescita della biomassa eterotrofa condotta in condizioni di substrato non
limitante.
Quindi è possibile stimare la concentrazione di biomassa al tempo (2), XHf, e quella iniziale al
tempo (0), XH0 che corrisponde al valore della biomassa attiva del refluo in termini di mg/l COD:
OUR (t f ) OUR(t 0 )
X Hf = , X H0 = (17)
⎛ 1 − YH ⎞ ⎛ 1 − YH ⎞
⎜⎜ ⎟⎟ ⋅ µ max H + (1 − f P ) ⋅ bH ⎜⎜ ⎟⎟ ⋅ µ max H + (1 − f P ) ⋅ bH
⎝ YH ⎠ ⎝ YH ⎠
I valori di bH e XH0 ricavati con questa tecnica sono fortemente dipendenti dal valore assunto per la
resa YH. Esperimenti di crescita possono anche essere fittati con modelli semplificati per la stima
dei parametri biocinetici. In caso di KS molto basse (che resta poco identificabile con il modello
matematico) il valore delle µ e della biomassa iniziale non cambia rispetto al calcolo con il modello
di regressione lineare applicato ai logaritmi dei dati OUR sperimentali.
0.6
0.5
OUR (mg/l/min)
0.4
0.3
0.2
0.1
0
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2
t(min)
Figura 11. Curva di crescita della biomassa eterotrofa sperimentale e best-fitting con
modello biocinetico
14
Esempi di caratterizzazione di reflui reali
In figura 11 si riportano due respirogrammi relativi ad un refluo misto civile industriale (a) e alla
sola componente industriale (b) dell’impianto di depurazione a fanghi attivi di Seano (PO). Il
frazionamento del COD è stato utilizzato per la calibrazione di un modello ASM applicato ad un
impianto pilota MBR con membrane a 0.2 µm. La frazione colloidale è stata ricavata per differenza
tra la frazione SI ricavata dalla respirometria e il valore medio di uscita dal pilota che risultava
inferiore grazie alla filtrazione su membrana. Tale frazione colloidale non biodegradabile può
essere inglobata nel COD particolato inerte XI nel caso di un MBR in quanto non biodegradabile e
trattenuto dalle membrane dell’impianto, ma nel caso di applicazione del modello ASM ad un
impianto a fanghi attivi convenzionale parte della frazione colloidale può sfuggire nell’effluente
finale e quindi a fini modellistica il valore di Scol deve essere ripartito tra SI e XI. La
caratterizzazione avanzata di un refluo dunque è indipendente dal processo utilizzato, ma il
frazionamento da utilizzare in un modello matematico può cambiare in funzione della tipologia di
impianto.
0.75 1.25
a) Fitting b) Fitting
O UR end.
O UR e nd.
0.6 1
Exp_data Exp_data
OUR [ mgO2 /l/min ]
0.45 0.75
0.3 0.5
0.15 0.25
0 0
30 80 130 180 230 30 80 130 180 230
Time [min]
Time [min]
Scol Ss
a) Scol Ss Si b) 10% 14.8%
19.9% 9.9% Si
6%
Xi 7%
Xi 23.8%
19.8%
Xs Xs
44.5% 44.4%
Figura 11. Frazionamento del COD tramite respirometria. a) refluo civile-tessile b) refluo tessile.
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In tabella 2 si riassumono alcune procedure possibili per il frazionamento del COD in refluo civile-
industriale.
Un’applicazione diretta del frazionamento del COD è la valutazione della produzione di fango e
del consumo di ossigeno in un impianto a fanghi attivi fissato un valore di età del fango e la
temperatura di esercizio. Riportando la produzione specifica di fango o resa netta di un sistema a
fanghi attivi (da Orhon et al.1995) si può scrivere:
⎧ ⎛ kgCODbiomassa ⎞ f YH f
⎪YN ⎜⎜ ⎟⎟ = YNH ⋅ (1 + f P bH θ X ) + XI = ⋅ (1 + f P bH θ X ) + XI
⎪ ⎝ kgBCODIN ⎠ fS (1 + bH θ X ) fS
⎪
⎨ PX = YN × Q × BCOD = YN × Q × CODTOT × f S (18)
⎪OCR = [1 − Y ⋅ (1 + f b θ )]× Q × BCOD = [1 − Y ⋅ (1 + f b θ )]× Q × COD × f
⎪ NH P H X NH P H X TOT S
⎪⎩
Dove:
YN = resa netta osservata in termini di COD biomassa prodotto per unità di COD totale alimentato;
PX = produzione totale di fango in termini kg COD/giorno.
OCR = rateo di consumo medio di ossigeno in termini di kgO2/giorno.
S + XS
fS = frazione di COD biodegradabile nel refluo = S
CODTOT
XI
fXI = frazione di COD particolato inerte nel refluo =
CODTOT
YH = coefficiente di resa eterotrofa massimo;
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bH = coefficiente di decadimento eterotrofo; θX = età del fango; fP = coefficiente di produzione di
COD inerte dal decadimento endogeno, Q = carico idraulico dell’impianto.
Il valore del coefficiente di decadimento endogeno bH (0.24 d-1 a 20°C) può essere ricavato
direttamente da esperimenti respirometrici su fanghi attivi oppure dai dati di letteratura (Orhon et
al.,1995, Andreottola et al.2001). La variazione di temperatura di esercizio determina nella (18) solo
la variazione del coefficiente di decadimento endogeno.
FRAZIONAMENTO DELL’AZOTO
Nel modello ASM1 il livello di dettaglio nel frazionamento del COD è richiesto anche per l’azoto
del refluo. Ad oggi non esistono tecniche respirometriche affidabili per il frazionamento dell’azoto,
mentre si utilizzano metodi chimico-fisici. In generale per gli impianti civili una frazione intorno al
75% (dai dati Publiacqua SpA) dell’azoto totale in ingresso è pari all’azoto ammoniacale N-NH4.
Per questa ragione è possibile determinare le altre frazioni dell’azoto con l’uso di indici ricavati
dalla letteratura espressi in termini di mgN/mgCOD che mettono in relazioni le componenti azotate
alle singole frazioni di COD ( Henze et al. 2000).
CTKN
TKN influente
CN
Azoto organico
SN XN
Azoto organico Azoto organico
solubile particolato
Dalla misura del TKN e del TKN dopo filtrazione a 0.1 µm del refluo, dovrà comunque risultare
che:
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⎧ N ORG = TKN − S NH = S ND + S NI + X ND + X NI + N B
⎪
⎨ N ORG _ So lub ile = TKN filt − S NH = S ND + S NI (19)
⎪
⎩ N ORG _ Particolato = TKN − TKN filt = X ND + X NI + N B
BIBLIOGRAFIA
18
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by combining respirometric experiments in various So/Xo ratios, Wat. Res. Vol. 34, No.
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