Il Tornado 787
Il Tornado 787
Il Tornado 787
Anno XLV
20.09.2023
Numero
787
Ricariche telefoniche
12a edizione
XXVIII
della
2023 Quero - Vas BL
Sabato
Venerdì
29 settembre 30 Settembre
Ore 18.30
Ore 10.00
Apertura stand gastronomici
Apertura Mostra Artigianato
con piatti a base di zucca e dolci:
• PIATTO DEL RE a cura della scuola ed esposizione Zucche
di formazione professionale ENAIP
Veneto di Feltre Ore 12.00
indirizzo Ristorazione. Apertura stand gastronomici
A numero chiuso. con piatti a base di zucca:
• GNOCCHI - CRESPELLE • GNOCCHI - CRESPELLE
• POLENTA E GOULASH • PASTICCIO (Trattoria
(Trattoria Oasi)
Oasi)
• FORMAGGIO ALLA PIASTRA • ARROSTO CON PUREA DI ZUCCA
• DOLCI - GELATO - TORTE - PANE • DOLCI - GELATO
tutto lavorato con la nostra Zucca
Santa Bellunese Ore 14.00
Intrattenimento con
Ore 19.00 SABRINA
Concorso cucina E LA SUA FISARMONICA
MARCELLO DI LEONARDO
presenti i migliori ristoranti della Ore 18.30
Provincia di Belluno Cena con piatti
a base di ZUCCA
Ore 21.00
Musica e spettacolo e SPIEDO GIGANTE
con l’orchestra
MAURO LEVRINI Ore 20.30
Musica e spettacolo
Ore 22.00 con l’orchestra
Premiazione Concorso Cucina GIANNI DEGO
MARCELLO DI LEONARDO ZUCCA SANTA BELLUNESE ISCRITTA ALL’ELENCO NAZIONALE PRODOTTI AGROALIMENTARI TRADIZIONALI ITALIANI E I RAGAZZI DEL SORRISO
Domenica 1 Ottobre
Ore 8.00 Apertura Mostra Artigianato all’aperto al Parco
Cucina all’
ed esposizione Zucche A cura dello Chef Fulvio del Ristorante Ponte Serra (Lamon)
Ore 10.30 Santa Messa • Fiori di pasta fresca alla zucca con speck e porcini
Ore 11.00 Intrattenimenti con • Canederlo di Zucca con fonduta di formaggio Latteria Lentiai
IL DUO DI BASSANO RISOTTO - FIORI DI ZUCCA
Ore 12.00 Apertura stand gastronomici PANINI ONTI - CASTAGNE - ARROSTICINI - DOLCI - BAR
Pranzo con piatti a base di ZUCCA e SPIEDO GIGANTE Ore 15.30 Continua l’intrattenimento per bambini
Al Parco del Piave: al Parco del Piave
• Spettacolo di giocoleria e magia con CRISTIANO MARIN Ore 16.30 PARTY PEOPLE RADIO PITER PAN
• Palloncini modellabili per bambini con SAMANTA Ore 18.30 Cena a base di ZUCCA
Visitate il Museo del Piave “Vincenzo Colognese” della Prima Guerra Mondiale 1914-1918 dove sono operative 5 postazioni di volo simulato multimediale
4 LETTERE AL TORNADO
CRONACA
Giovanni Coppe
Laureato in Scienze Giuridiche e della Sicurezza
Lo scorso 29 giugno presso l’Università degli Studi di Firenze si è laureato
in Scienze giuridiche e della Sicurezza Giovanni Coppe, discutendo una
tesi su: “Il dolo nel contratto, conseguenze civilistiche ed il reato di truffa
contrattuale”. Il mese successivo ha terminato il percorso triennale presso
la Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze “M.O.V.M. Felice Maritano”.
Da Giovanni una riflessione: “In par-
ticolare rivolgo un ringraziamento al-
la famiglia ed agli amici più stretti,
senza la vostra vicinanza non sarei
andato da nessuna parte. Inoltre, un
piccolo consiglio, quale mi ha ac-
compagnato in questi anni, datomi
da una persona di cuore “ci si deve
abituare all’idea che ai più importanti
bivi della nostra vita non ci sarà se-
gnaletica, non ci saranno aiuti, ma
bisognerà comunque prendere una
scelta, giusta o sbagliata che sia”.
In Foto: Consegna della Laurea e
firma al suo ritiro; Giovanni con la
famiglia.
5 CRONACA
Il Reset resiste!
di Silvio Forcellini
A causa del fortissimo vento, che ha devastato l’intera area, così si presentava il Parco del Piave di Fener a soli
due giorni dall’inizio del Reset Festival, in programma dal 26 al 30 luglio con l’organizzazione dell’associazione
“Libero Pensiero”. Nella prima foto, quel che
restava dell’enoteca; nelle altre due come si
presentava il parcheggio all’imbocco del parco.
Le foto però non rendono appieno l’idea della
devastazione che le condizioni atmosferiche
avverse hanno provocato nell’area in questione.
Lo sconforto è stato tanto, ovviamente, ma ha
riempito il cuore vedere tante persone, giovani e
meno giovani, senza perdersi d’animo ma tutte
col sorriso sulle labbra, impegnate fin da subito
nell’opera di pulizia per far sì che il Reset Festi-
val, almeno dal giovedì, potesse svolgersi. Un
grandissimo lavoro che tutti i volontari del Reset (che non finirò mai di lodare) hanno fatto per rendere possibile
quel che sembrava impossibile, la magia di questo appuntamento che tutti noi amiamo e attendiamo con ansia,
cosa non scontata dopo quanto accaduto proprio a ridosso dell’evento.
E, annullata giocoforza la giornata del mercoledì, da giovedì 27 a domenica 30 luglio il Reset Festival è andato in
scena regolarmente. Sono stati sedici i concerti dal vivo (compresi i dj set che chiudevano le serate) cui si è potu-
to assistere durante i quattro giorni della festa, concerti che hanno avuto
luogo, alternativamente, su due diversi palchi, senza contare gli spettacoli
della domenica dedicati ai bambini e alle loro famiglie e proposti da bravis-
simi artisti di strada. E quella dei bambini con le loro famiglie - un aspetto
che penso meriti di essere particolarmente evidenziato - è stata una pre-
senza costante in tutte e quattro le giornate, a riprova che il Reset è dav-
vero per tutti.
Immutati, ovviamente, quegli “ingredienti” che caratterizzano il Reset Fe-
stival, giunto alla sua undicesima edizione: cucina e pizzeria sempre in
funzione; chioschi per la birra sparsi per il parco; l’enoteca; i bicchieri riciclabili (il festival è plastic-free); il chiosco
dell’acqua potabile (con tanto di borracce); i gazebi degli arrosticini e, quest’anno, dello zucchero filato; la chill-
out zone; i particolari allestimenti (cui va dato merito agli ideatori) “disseminati” all’interno del parco, come i “cilin-
dri luminosi”, sospesi in aria, che hanno contribuito non poco ad accentuare la magia dell’area chill-out; il merca-
tino etnico; le t-shirt Reset 2023 (disegnate dal “maestro” Aldo Rebuli); il campetto di beach volley (con tanto di
torneo); i parcheggi presidiati; la zona campeggio attrezzata; l’ingresso libero…
Due parole sulle proposte musicali, come sem-
pre di qualità e che hanno abbracciato generi
diversi. Difficile scegliere tra le varie esibizioni,
tutte di ottimo livello. Al di là degli ospiti stranie-
ri, gli inglesi Giant Swan e Wu Lu, e dei Mel-
low Mood, una delle formazioni reggae più fa-
mose a livello europeo e non a caso il gruppo di
punta di questo Reset, personalmente ho assi-
stito (come ogni anno direttamente dal palco, in
qualità di fotografo e…“servizio d’ordine” sui
generis) a due strepitosi concerti proposti da
formazioni “locali” (ma solo per provenienza geografica): quello dei bellunesi Maci’s
Mobile, di cui fa parte anche il batterista querese Igor De Paoli, e quello dei padovani-
trevigiani Messa, con la bravissima cantante cornudese Sara Bianchin. E a proposito di bravissime cantanti, no-
7 CRONACA
tevole il set proposto da Anna Bassy e molto coinvolgente inoltre la performance de Il Mago del Gelato, che ha
riempito come non mai l’area attorno al palco secondario, e dei Norse.
Insomma, come si può immaginare, quest’anno il Reset Festival ha richiesto uno sforzo organizzativo supple-
mentare, un grandissimo impegno che però alla fine è stato giustamente premiato dal successo in termini di pre-
senze e di consensi e…dal bel tempo (cosa, quest’ultima, non scontata). Che altro aggiungere se non: W i mera-
vigliosi ragazzi di “Libero Pensiero” e lunga vita al Reset Festival !!!
Segusino, torna
la Fiera Franca
del Rosario
a cura di Silvio Forcellini
Torna anche quest'anno - sabato 28 e domenica 29
ottobre - l’appuntamento con la storica Fiera Franca
del Rosario di Segusino, giunta alla sua 118a edi-
zione. Nell’occasione il sabato mattina verrà ripropo-
sta la rassegna bovina, mentre la domenica la mani-
festazione proseguirà con “Scortivando”, tour tra le
vie e le borgate di Segusino “immersi in angoli unici,
ricchi di atmosfera, di amicizia e cordialità” con degu-
stazioni enogastronomiche e un mercatino lungo
quasi un chilometro.
8 COME ERAVAMO
“Ma nonna, non aver paura a raccontare, anch’io credo nella Madonnina. Cosa hai fatto ancora quella
mattina?”
“Ho pregato come faccio tutte le sere recitando la “Novena” e ho promesso di donare alla Madonna i miei orec-
chini di sposa. Sentivo le campane suonare a festa e poi trascinandomi stando seduta a terra ho spento i lumini”.
Dalla casa di Faladen alto si sentivano i canti della processione e la liturgia di accoglienza della Madonna Pelle-
grina in chiesa.
Severina attende nella sua semplicità di giovane mamma e si affida sperando in una guarigione. La vengono a
prendere per portarla giù con la grande slitta con cui di solito trasportano il fieno; c’è in quell’occasione la benedi-
zione degli ammalati durante la Santa Messa.
Qualche giorno dopo a Schievenin e dintorni gira la voce che la Madonna Pellegrina ha assistito una sposa che,
malata da diverso tempo e costretta a letto, è stata portata durante la processione e che dopo con le proprie for-
ze ha camminato.
“Nonna, e dopo? Dopo cosa è successo?” chiede infine Stefania, la nipote.
“Il giorno dopo son ‘ndata a Quero da sola a portar in chiesa alla Madonna gli orecchini”.
Un voto è una promessa seria ed autentica; Severina come gran parte
delle ragazze di allora lo sa, quindi rinuncia a quell’oggetto prezioso
che, forse, insieme all’anello del matrimonio sono gli unici beni materiali
di cui dispone.
Il riconoscimento è però superiore, perché è un valore quasi sempre ra-
dicato nelle famiglie contadine e di montagna.
L’estate, dal giorno del solstizio in poi, pullula di calore donando a poco
a poco una rinnovata forza a quella mamma e moglie che in pochi mesi
recupererà una forza unica, a sostegno della sua vita in valle prima e in
terra piemontese in seguito. Non avrà comunque una vita facile, tuttavia
con il coraggio di credere in lei, nella vita e con la devozione è ancora
con noi a narrarci questa bella storia.
Noi nipoti con questo racconto, tratto dall’intervista fatta a luglio
del 2022 a Severina Schievenin, vogliamo esprimere il nostro rico-
noscimento ad una donna forte che nella vita ci è stata di esempio, per credere ancora a quei semplici
ma autentici valori di vita.
Severina il nove gennaio del 2024 compirà 96 anni; la sua resilienza e tenacia la sostengono tuttora in un
paese in provincia di Torino (Rivara) perché in quel luogo con i suoi due figlioli (Nino e Graziella) ha raggiunto
Attilio nel 1962, la sorella Angelina e il cognato Piero emigrati da Schievenin per lavoro.
La fine di un'esperienza porta con sé sempre un velo di tristezza, di nostalgia, di vuoto allo stomaco. Ma in que-
sto caso anche una carica di energia, di gioia vera, di voglia di vivere. Siamo partiti curiosi di scoprire quelle
emozioni e quella magia che in tanti adulti ci raccontavano di aver vissuto alle scorse GMG quando erano giova-
ni. Si la GMG è un evento universale, tanti giovani, un incontro con il Papa, ma cosa avrà di così speciale? Oggi
eccoci qui, appena tornati per dirvi che è davvero così: la GMG è un'esperienza speciale, che ti segna, che ti
apre il cuore e la mente. Forse
è difficile spiegare con le pa-
role quello che abbiamo vis-
suto e provato. Come si può
essere felici dopo 15 ore di
pullman se per cena ti aspetta
un paté di fegato in scatola?
Come si può essere felici se ci
si deve lavare ogni giorno sotto
una doccia ghiacciata dopo 14
ore in giro? Come si può esse-
re felici se devi dormire per ter-
ra per 10 giorni? Come si può
essere felici dopo aver fatto
una coda di ore e ore sotto il
sole? Come si può essere felici
di mangiare wurstel in scatola?
Eppure la gioia, ma quella ve-
ra, non ha mai smesso di essere nell'aria. Era nel saluto di un ragazzo proveniente dall'altra parte del mondo, in
un canto africano, nel sorriso di tutte le persone che incrociavamo, nella gentilezza dell’altro, nella capacità di
rendersi disponibili, nella voglia di condividere e ascoltare le storie di chi incontravamo per le strade, nella metro
e in treno. Tornavamo alla sera stanchi ed esausti dalle giornate trascorse, ma con il cuore pieno di gioia e la
consapevolezza di aver vissuto davvero le nostre giornate. Momenti di catechesi, incontri di preghiera con il Pa-
pa, ma anche camminate a Lisbona, un bel bagno nell'oceano, una birra fresca in compagnia, le file per prender-
si da mangiare. Ma questa magia di cui ci parlavano? Quella sta nell'elemento comune di tutti i momenti vissuti,
dai più semplici ai più impegnativi. La cura e l'attenzione per l'altro. Il non vivere nell'indifferenza. Il mettere in cir-
colo il bene. La consapevolezza che con i piccoli gesti tu puoi essere gioia per qualcuno, e qualcuno lo può es-
sere per te. E così le parole del Papa non rimangono le belle parole di Sua Santità; li erano la realtà che noi re-
spiravamo tutti i giorni. L'amore e la forza di Dio stanno nella vita, nella quotidianità, nelle relazioni, nelle
difficoltà, nella gioia, nel dare gioia. E con questa consapevolezza torniamo con il desiderio di poter portare an-
che qui a casa lo spirito di fraternità, condivisione e gioia che abbiamo respirato in questi giorni. Alcuni di noi nel
viaggio di ritorno in treno dalla messa di domenica hanno incontrato delle ragazze provenienti dalla Sicilia con cui
13 LETTERE AL TORNADO
hanno avuto modo di condividere sia l'esperienza vissuta in quei giorni sia un po' le loro vite. Arrivati alla loro
fermata, nel salutarle si sono chiesti: "ma se noi ci fossimo incontrati in un treno in Italia questa condivisione ci
sarebbe stata ugualmente?". La risposta probabilmente sarebbe no. Ecco, forse arriva adesso la parte difficile di
questa incredibile esperienza: continuare ad essere portatori di gioia, di sorrisi, di saluti, di condivisione anche
nella quotidianità delle nostre vite caotiche, che per semplicità mettono sempre l'io davanti a ogni altra cosa.
(contributo del gruppo Pulman M, parrocchie di: Zanè-Vicariato Valstagna/Fonzaso, Gallio, Quero, Cittadella)
Se dalla prima GMG di Cracovia, nell’agosto 2016, è nato il desiderio di partecipare al gruppo vocazionale dioce-
sano, per scoprire quale strada Dio aveva pensato per me, questa GMG ha confermato un bel tratto di strada di
sette anni e ha aperto una bella finestra sul futuro. Tanti gli stimoli ricevuti: le parole di Papa Francesco
sull’amore gratuito di Gesù, l’essere lì con le comunità di Laghi (dove presto servizio) e di Quero (quella di origi-
ne), assieme a tutti gli altri giovani fa respirare proprio quella dimensione universale del cristianesimo: ci sono
tanti altri giovani come me che credono, non sono “uno che va in chiesa a perdere tempo”. Il volto di Gesù che
più emerge da questo tipo di esperienze (e che adoro incontrare) è proprio quello di un amico fidato che si è fatto
vicino alla storia, alle ricchezze e alle fragilità di ogni persona in modo diverso, unico, ma universale, rivolto a
chiunque desidera accoglierlo. (Matteo Bollotto)
Non avevo chissà che aspettative se non quella di ricaricarmi, di ritrovare nuova luce e nuove amicizie. Ma la
GMG è stato molto più di tutto questo, perché, al solito, la realtà supera le aspettative, sempre. E così farei fatica
a riassumere in poche righe quello che ho vissuto e quello che mi son portata a casa. Credo che se dovessi sce-
gliere due parole, sceglierei due verbi, due azioni vissute lì e che voglio perpetuare tornata a casa affinché la
GMG non sia solo confinata nel passato: sorprendersi e brillare. Credo che tutta la GMG sia stata impastata di
sorprese, belle e brutte, dalla prima tappa a Lourdes dove abbiamo dormito in una chiesa, all’ultima a Barcellona:
quanto bella è la Sagrada Familia di notte? Non sono mancati gli impre-
visti, le cose organizzate all’ultimo, la pioggia, il sole, le docce congela-
te… Ogni giorno una sorpresa, quanta bellezza anche
nell’imprevedibilità: perché non continuare a sorprendermi anche ora a
casa? Perché non guardare il mondo con gli occhi di chi coglie il meglio
in ogni evenienza? Infine brillare, il verbo usato anche da papa France-
sco alla messa domenica 6 agosto, verbo di luce, di occhi che hanno vi-
sto e hanno creduto. Brillare per poter essere testimoni di quello che ab-
biamo vissuto in questi giorni meravigliosi. Brillare dopo che “abbiamo
imparato ad amare”, perché in fin dei conti, “conta solo l’amore, tutto ciò
che ti serve sta dentro al tuo cuore”. (una giovane della comitiva di Pd)
“Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39): è questo il tema del Messaggio del Santo Padre ai giovani in occasio-
ne della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù, celebrata a livello internazionale a Lisbona dal 1 al 6 di ago-
sto 2023. Partendo dalla riflessione sulla fretta che caratterizza la Vergine di Nazareth, il Santo Padre incoraggia
i giovani a domandarsi quali atteggiamenti e motivazioni vivono davanti alle sfide della vita quotidiana. Li invita a
fare un discernimento tra una “fretta buona [che] ci spinge sempre
verso l’alto e verso l’altro” e quella “non buona (…) che ci porta a vi-
vere superficialmente, a prendere tutto alla leggera, senza impegno
né attenzione, senza partecipare veramente alle cose che facciamo”.
Le parole del Santo Padre incoraggiano a ripartire verso nuovi incon-
tri, per condividere la gioia della vicinanza del Cristo, per superare le
distanze tra persone e generazioni, e per rispondere con creatività al-
le sfide del mondo di oggi, colpito dalla pandemia e dalle guerre.
Fonte: https://giovani.chiesacattolica.it
Nella foto a Sx: Denis Andreazza, don Alessio, Matteo Bollotto e
Fabio Malacrida alla GMG di Cracovia (Polonia) nel 2016.
14 LETTERE AL TORNADO
Il Rinnovamento nello Spirito Santo è una corrente di grazia, nata in italia alla fine del 1971, per la libera inizia-
tiva dello Spirito Santo, nell’alveo del Rinnovamento carismatico cattolico, sorto negli USA nel 1967 e rapida-
mente diffusosi in tutto il mondo. Costituitosi in Italia come Associazione privata di fedeli, su volontà dei Ve-
scovi italiani, con prima approvazione ecclesiastica nel 1996, raccoglie decine di migliaia di persone in oltre
1600 Cenacoli, Gruppi e Comunità in Italia e in alcune missioni all’estero. Il Rinnovamento nello Spirito si è in-
cardinato nella Chiesa cattolica come Movimento ecclesiale, grazie alla sua vasta opera di formazione e di
evangelizzazione, ai progetti sociali in vista degli ultimi, alla partecipazione vitale a tutte le reti ecclesiali pro-
mosse dalla Chiesa italiana. Tratto da https://rinnovamento.org/
Fare memoria
(M.M.) Prendo spunto da un articolo apparso su Avvenire (https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/dopo-la-gmg-
ora-e-tempo-di-riflessione-per-i-giova ) per ricordare come Papa Francesco abbia sollecitato i giovani nel corso
della Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona. Il Papa, rivolgendosi ai giovani, ha fatto loro questa racco-
mandazione a proposito dell’esperienza che stavano vivendo: «fatene memoria, fissate nella mente e nel cuore i
momenti più belli», per affrontare i momenti di fatica e scoraggiamento che potranno arrivare. Non sarà solo que-
stione di rivivere le emozioni, ma di ravvivare «le esperienze e la grazia di questi giorni, perché – non dimentica-
telo mai – questa è la realtà, questo siete voi».
Ecco anche il senso di queste pagine, aiutare i giovani a mettere nero su bianco le loro impressioni ed aiutare noi
tutti a sentirci partecipi della loro esperienza, per cercare di capire le loro aspirazioni e provare a metterci in sin-
tonia con le loro idee, che saranno quelle che serviranno a costruire il futuro della nostra società.
15 CENNI STORICI
Michela Reato, dei fratelli Tommaso e Serena, della fidanzata Giada, degli orgogliosi nonni Giancarlo ed Elena e
Federico e Paola e di tutti gli zii, cugini ed amici.
ASTERISCO
Lettera a Maria
di Dino De Lucchi
Era da Levada e forse si chiamava preghiere che il parroco al saluto gli aveva dato come
Toni o Giuseppe. Una cosa era sfida alla buona lettura, incurante del suo
certa e che era dovuto emigrare in analfabetismo. Comprò busta e carta e si prestò alla
Francia come manovale muratore. sua più ardua impresa delegando l'indirizzo al
Trovarsi a Parigi dove tutto parlava capomastro. A Maria arrivò la lettera, ma non sapendo
d'amore rendeva più struggente il leggere lei la conservò gelosamente in petto. Alla fine,
distacco dalla sua fidanzata Maria. titubante, si rivolse al parroco per la lettura
Nelle pause pranzo a volte vedeva i suoi connazionali raccomandando di non leggere se trovava le frasi
tirare fuori le lettere arrivate da casa e leggerle sconce. Il buon parroco di leggibile vide solo all'inizio il
gelosamente voltando le spalle. Il suo grande cruccio nome Maria e alla fine la parola malta. Tutto il resto
era di essere analfabeta e gli doleva il cuore vedere i erano geroglifici illeggibili e non sapeva cosa dire alla
suoi compagni districarsi in questa magia. Lui era povera giovane.
bravo sul lavoro perché, come si dice, rubava con Questa, stizzita, strappò dalle mani del prete la lettera
l'occhio. Qualche lettera dell’alfabeto la aveva e lo accusò di mentire, perché secondo lei la lettera
memorizzata e si era concentrato sul nome Maria, era un capolavoro d'amore, perché c'erano tralci di viti
perché lo aveva trovato anche scritto sul libro delle e abbozzi di fiori e caldi baci.
18 CENNI STORICI
I MORTI DEL BASSO FELTRINO Tra le vittime della tragedia del Vajont ce ne furono anche sei originarie dei
nostri tre Comuni del Basso Feltrino: Giovanni Mozzelin (1934-1963) di Alano; Vittorio Zatta (1917-1963) di
Fener; Agostino Mazzocco (1919-1963) di Quero; Ines Rizzotto (1926-1963) di Quero; Enrico Rizzotto (1912-
1963) di Quero; Floriano Solagna (1902-1963) di Marziai di Vas. In precedenza, durante i lavori di costruzione
della diga, nel 1958 perse la vita anche il querese Gino Mazzocco
Nel 60° anniversario del disastro vogliamo rinnovare anche il loro ricordo.
(M.M.) Nel 2013, in occasione del 50° anniversario le pagine del nostro quindici-
nale ospitarono un articolo di Tina Merlin (19 agosto 1926 - 22 dicembre 1991)
giornalista dell’Unità, nativa di Trichiana, che denunciò per prima la minaccia co-
stituita dalla costruzione della diga della SADE (i primi articoli risalgono addirittu-
ra al 1959) e che per questo fu incriminata, processata e poi assolta dall’accusa
di “diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico”
(«Magari fossi riuscita a turbare l’ordine pubblico», scrisse amaramente sul suo
giornale il 13 ottobre 1963, pochi giorni dopo la catastrofe che costò la vita a
1.910 persone).
Nel 2023, in occasione del 60° anniversario, oltre a risegnalare la testimonianza
di Tina Merlin, vogliamo onorare il ricordo di quella tragedia con un racconto di
Andrea Pietrobon ispirato a quel che accadde in quella notte del 9 ottobre 1963.
Le sue pagine servano come spunto di riflessione, per quanto possa essere
amara, sulla talvolta presuntuosa opera dell’uomo, che non sa ascoltare i chiari
segni che la natura, la storia gli offrono per indirizzare i propri comportamenti.
Non lasciamo passare inosservato questo avvenimento commemorativo, che co-
sì profondamente ha toccato le nostre comunità.
Sul sito della Fondazione Vajont, attiva dal 18 ottobre 2003, che trovate citato sotto l’immagine di inizio pagina, è
possibile consultare molto materiale storico e seguire il calendario degli eventi commemorativi.
Il 15 agosto, in Valle di Schievenin, molti fedeli hanno partecipato alla Messa celebrata
da don Fabio Moscato nella grotta della Madonna di Lourdes. In queste foto alcuni
scorci dell’evento a testimonianza della devozione presente nella Comunità locale.
21 CRONACA
ATTUALITÀ
Don Francesco Settimo, parroco emerito di Alano di Piave, Campo di Alano e Fener, viene nominato collabo-
ratore delle parrocchie di Arre, Arzercavalli, Candiana, Fossaragna e Pontecasale (unità pastorale di Candia-
na), con residenza ad Arre.
Don Giuseppe Bertin viene nominato collaboratore nelle parrocchie di Alano, Campo di Alano e Fener,
nell’unità pastorale di Quero e conclude l’incarico di parroco di Arteselle.
22 ASTERISCO
suono, come se il mio sax improvvisamente diventasse una chitarra elettrica. Questi effetti mi sono sembrati
essere il cuore della composizione.
Gianantonio: non nego che la mia musica adotta uno stile, come già citato, di ricerca e presenta un linguaggio
molto articolato musicalmente e graficamente. Questa partitura non è esente da difficoltà esecutive e
interpretative, però sapevo chi l’avrebbe suonata e devo dire che, dopo la tua esecuzione, ne sono rimasto
entusiasta e affascinato. Mi hai ricordato un artigiano che ha saputo intarsiare e cesellare ogni nota, passaggio
ritmico ed esperienza sonora con una sensibilità e professionalità unica nel genere, riuscendo a ricreare un
mondo sonoro e interpretativo che ha saputo coinvolgere il pubblico oltre a valorizzare la musica stessa.
Puoi descrivere come l’hai affrontata?
Emma: per dare vita a questa nuova opera di Musica Contemporanea in una prima fase ho studiato e ripetuto
semplicemente le note scritte, ricercando la precisione assoluta. Questa operazione preliminare che, per
scherzare, a volte chiamo decifrare il geroglifico mi può richiedere più o meno un mese. Successivamente,
peccando di presunzione, mi convinco di poter intuire il pensiero del compositore (il tuo in questo caso) e poi ti ho
registrato alcuni frammenti di Kîʽêrōm ʼānōkî. Abbiamo organizzato qualche incontro su Skype da una punta
all’altra del Veneto e sono state anche valutate alcune modifiche alla partitura. Tu sei stato si il creatore dell’opera
ma anche il sarto musico-gestuale che all’occasione ha predisposto ricami e cuciture creando un vestito
sartoriale di fantasia a dir poco... su misura! Poi Kîʽêrōm ʼānōkî ha preso il volo per l’Islanda partecipando al
WindWorks tónlistarhátið un festival di strumenti a fiato per cui sono stata contatta dalla flautista di origini
italiane Pamela De Sensi.
Gianantonio: con Pamela ho avuto degli scambi di messaggi, una persona molto intraprendente. Ho letto che il
Festival è molto conosciuto nella terra del ghiaccio, ed è incentrato sulla musica di autori viventi o comunque che
hanno rappresentato il nostro nuovo millennio. Ha una notevole risonanza, di fatti oltre alla mia composizione
erano presenti musiche di compositori da tutto il mondo. Mi avevi anche riferito, e qualcosa ho visto su
Facebook, che hanno pubblicizzato l’evento fra i vari quotidiani dell’isola ed in una delle radio più importati nel
panorama Islandese. La tua esecuzione da solista è avvenuta i primi di agosto se non vado errato.
Emma: esattamente! Il primo concerto del 3 agosto 2023 al Museo di Storia Naturale Safnahúsið á Húsavík /
Menningarmiðstöð Þingeyinga ed il secondo al 4 agosto 2023 al Museo di Arte Moderna Listasafnið á Akureyri /
Akureyri Art Museum. Vi invito ad ascoltarla sul web dove è presente l’esecuzione dal vivo.
Gianantonio: su YouTube attraverso il tuo canale è possibile ascoltare anche gli altri esecutori che hai
presentato, sono molto interessanti. Ma per concludere dammi il tuo resoconto di questa fantastica avventura.
https://www.youtube.com/channel/UCKdPGnuRWagLQ_RvIaYbmEw
Emma: per me è stata un’esperienza meravigliosa ed indimenticabile, perfetto connubio fra la mia personale
felicità nel poter suonare la musica che mi piace di più e quello di portare con me le composizioni contemporanee
degli autori italiani in giro per il mondo, cosa che rende anche loro felici.
24 LIBRI
Nelle foto sopra: la copertina del volume e il suo autore; nella foto in mezzo: Ernesto Riva tra Massimo e Marco
Vidal; nelle foto sotto: il pubblico presente e Villa Gemma Vidal.
25 CRONACA
LETTERE AL TORNADO
Unisciti al coro!
La Schola Cantorum di Alano di Piave cerca nuove reclute!
Se ti piacerebbe entrare in un coro, provando la bellezza del can-
tare a più voci, del sintonizzarsi coi ritmi e con le melodie degli altri
in un clima sereno e conviviale, allora la Schola Cantorum è quello
che fa per te.
Tra i 309 partecipanti anche le “leggende” Alessandro “Franco” Gritti e Stéphane Peterhansel
A.S.D. JUDO ALANO DI PIAVE | Palestra Comunale in Via Don P. Codemo | Tel. 0439 779457 | Cell. 348 0447706
29 ASTERISCO
Il Gelso “confessionario”
di Col Maor
Il racconto di chi lo ha visto crescere per 70 anni: Enrico Rizzotto
“Antico albero monumentale, vive ora nel territorio del Colmaor" raccon-
tava il proprietario Pietro Ceccato ai figli e nipoti. Correva l'anno 1905, al-
lora l'albero misurava circa 5 metri di circonferenza: quanto tempo è pas-
sato e quante guerre ha visto? Colpi di cannone e bombe a centinaia. È
stato sepolto dal materiale utilizzato per costruire gallerie, allo scopo di
nascondersi e difendersi dagli attacchi della Prima Guerra Mondiale
(1915-1918). Battezzato "il confessionario" poiché ci assomigliava, ci si
poteva stare con la pioggia, il sole e la neve. È sopravvissuto a grandi
sbalzi di temperatura, da -20 a +40 gradi, al fulmine che lo ha seccato
all'interno, ma non lo ha distrutto. La sua chioma è servita come riparo
dal sole, come cibo per i cavalieri dei bachi da seta. I ragazzi hanno gio-
cato ai suoi piedi. Quante cose ha visto? Quante cose ha superato?
Quante cose vedrà ancora, se sopravvivrà in questo mondo difficile e in-
quinato? Questo albero ha circa 500 anni,
Queresi in pellegrinaggio
dal 28 agosto al 1 settembre
(M.M.) Percorso intenso quello compiuto dal gruppo di fedeli
partito da Quero verso Lisbona, Fatima e Santiago di Compo-
stela. Le foto di Giuseppe Miuzzi testimoniano la loro visita ai
luoghi sacri. Qui a sinistra Santiago de Compostela; sotto: Li-
sbona alla torre di Belém e, infine, don Alessio che officia la
Santa Messa nella cappella delle apparizioni di Fatima. Giorni
pieni, faticosi anche, ma nei quali i pellegrini hanno potuto visi-
tare molti luoghi ricchi di storia e fede, partecipando anche a
funzioni religiose che hanno alimentato il loro desiderio di spi-
ritualità. Non è mancato un assaggio del Cammino di Santiago
per immedesimarsi ancor di più nella figura del pellegrino, che
va cercando pace, conforto e speranza
30 CRONACA
Accadde vent’anni fa
a cura di Sandro Curto
- Nel settembre 2003, alla presenza di una settantina di persone, si svolge a Fener la prima edizione di “Via Dan-
te in festa” ideata e organizzata da Andrea Tolaini e Julio Cibin con quest’ultimo nelle vesti di chef a preparare un
gustoso “churrasco”.
- L’alanese Gianni Giacomelli dichiara consacrazione temporanea di vita monastica nella comunità Camaldolese
di Fonte Avellana nelle Marche.
- La trentesima edizione della gita sociale della Pro Loco di Fener ha per metà Vienna con la partecipazione di
oltre cinquanta persone.
- A Fener muoiono l’ex daziere Guido Gaggia, classe 1917, e “Ninetta” Giacomina Durighel vedova Forcellini, a
Uson Luigina Rizzotto vedova Buttol, classe 1920, che per diversi anni aveva gestito l’unico bar della piccola lo-
calità, a Quero Giovanni Dalla Piazza di soli 59 anni e Angelo Rizzotto di 81.
Ingresso libero
Il mese di novembre del 1987 è stato un mese fondamentale nella vita musicale di Gianluca Mosole e Paolo Car-
letto: hanno avuto l'onore di aprire i concerti di Miles Davis al PalaTrussardi di Milano e al PalaEur di Roma. Quel
"modo" di concepire la musica mescolando la cultura e i colori del Jazz e del Funk, che da sempre amavano li
folgorò in maniera definitiva: ormai scorreva nelle loro vene. Nel loro inconscio musicale quelle note avrebbero
continuato ad echeggiare senza mai risentire del tempo che passava: la loro attualità viene ribadita ogni giorno
dall'evoluzione della musica contemporanea. Fu un vero e proprio “Big Bang”. Questo nuovo progetto è una una
“concept band” che rende omaggio a Miles e al suo genio, che ha origine nel suo suono, dagli anni ottanta ai no-
stri giorni. Una domanda: Quale sarebbe stata l'evoluzione del suono di Miles al giorno d'oggi? Questo è ciò che
tramite OverMiles si proverà a trasmettere. Grazie Miles!
Gianluca Mosole: Chitarra e tastiere; Paolo Carletto: Basso; Rob Daz: Tromba; Nicholas Kocks: Batteria
CI TROVATE OGNI MARTEDI MATTINA A FENER IN ROTATORIA.
DISPONIBILI ANCHE PER CONSEGNE A DOMICILIO.
di Mondin Duilio