Il Tornado 787

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Quindicinale Editrice ASD Ponte Tegorzo

Anno XLV

20.09.2023
Numero

787

Alano: 12a edizione Giro delle Fontane - pag. 1


L’ASD Tegorzo di bocce Campione Provinciale - pag. 2
XXVIII Sagra della Zucca - pag. 3
Il RESET resiste - pag. 6-7
Moto, Alano “capitale della regolarità” - pag. 26-27
Chiuso in redazione il 06-09-2023 - Prossima chiusura il 30-09-2023
www.scribd.com/user/9297991/liberfree
Tassa Pagata/Taxe Perçue/Ordinario - Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - Aut. n° 0055/2021 del 15/01/2021 - Stampe in regime libero - DCB BL
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IL TORNADO Sede: Via Nazionale, 25 - 32031 FENER-ALANO di PIAVE (BL). DIRETTORE RESPONSABILE: Cesare Turra. DIRETTORE OPERATIVO: Mauro Mazzocco EDITORE ASD Ponte
Tegorzo, Via Nazionale, 25 - 32031 FENER-ALANO DI PIAVE. REDATTORI: Sandro Curto, Silvio Forcellini. COLLABORATORI: Alessandro Bagatella, Tristano Dal Canton, Ivan Dal Toè, Antonio
Deon, Ermanno Geronazzo, Cristiano Mazzoni, Sergio Melchiori, Andrea Tolaini.
ABBONAMENTI: ITALIA Abbonamento annuale (15 numeri)  25,00 ESTERO Abbonamento annuale (15 numeri)  50,00.
ISCRIZIONE ROC nr. 34495. Stampa c/o Gruppo DBS Rasai di Seren del Grappa (BL). L’ABBONAMENTO PUÒ ESSERE SOTTOSCRITTO O RINNOVATO NEI SEGUENTI MODI: 1- versando la
quota sul c/c postale n. 1051989067 intestato a ASD PONTE TEGORZO; 2- con bonifico sul c/c Banco Posta intestato a ASD PONTE TEGORZO, IBAN: IT 79 N 07601 12000 001051989067; 3- pa-
gando direttamente ad uno dei nostri seguenti recapiti: BAR “DA RICCI” - Alano; BAR JOLE - Fener; CARTOLIBRERIA SCHIEVENIN ALBERTINA - Quero; ALESSANDRO BAGATELLA - Quero;
BAR “PIAVE” Carpen - LOCANDA SOLAGNA - Vas; ANTONIO DEON - Vas; BAR “BOLLICINE” - Scalon; BAZAR di A. Verri - Segusino.
1

GIRO DELLE FONTANE


passeggiata tra boschi, prati, storia alla scoperta delle antiche fontane

12a edizione

domenica 24 settembre 2023


Partenza presso la palestra comunale di Alano di Piave
dalle ore 8.00 alle ore 10.00
PRE-ISCRIZIONE OBBLIGATORIA - MANIFESTAZIONE A NUMERO CHIUSO
G.S. Alano e Pro Loco Alano con il patrocinio del Comune di Alano di Piave
in collaborazione con le Associazioni locali

Modalità d’iscrizione e regolamento su www.prolocoalano.it


Stampa Gruppo DBS-SMAA srl -  06.23

331 9107534 Sara - ore serali


340 3320412 Massimo - ore serali

Info: [email protected] - @giro_delle_fontane - terredelbassofeltrino - Pro Loco Alano di Piave


2 BOCCE

Per la seconda volta consecutiva in vetta


Copertina per i Campioni della ASD Tegorzo
Per il secondo anno consecutivo la Bocciofila ASD Ponte Tegorzo conquista il Campionato di 2a categoria
Bellunese. Primato non di poco conto e tantomeno scontato.
La finalissima è stata disputata nei campi di Pladier a Trichiana. La Ponte Tegorzo si è imposta sulla rivale ASD
Mugnai per 11-9. Le formazioni Bellunesi di 2a categoria sono 9 suddivise in due gironi.
Girone A 5 formazioni
Girone B 4 formazioni
Le due classifiche finali prevedono per la semifinale: La prima del girone A contro la seconda girone B e la prima
del girone B contro la seconda del girone A
La squadra ASD Tegorzo era nel girone B classificatasi 2a
Ecco i risultati completi:
12 maggio ASD Ponte Tegorzo - Mugnai 5-5 (persa tavolino) - 19 maggio San Micel - Asd Ponte Tegorzo 8-2
23 maggio ASD Ponte Tegorzo - Nascente 6-4 - 9 giugno Mugnai - Ponte Tegorzo 8-2
30 giugno Ponte Tegorzo - San Michel 6-4 - 15 giugno Nascente - Ponte Tegorzo 4-6
Semifinale Sabato 22 luglio
ore 14 Dolomiti Bes - Ponte Tegorzo 9 - 11
Mugnai - Cavarzano 12 - 8
Finale 29 luglio ore 14 Mugnai - Ponte Tegorzo 9 - 11
Da tenere presente che gli atleti della Tegorzo sono la maggior parte di categoria D, mentre il campionato
disputato è di categoria C.
La squadra:
Sisto Bacchetti, Orazio Antonio Bronca, Fortunato Cadorin, Sergio De Bacco, Natalino Franceschin, Armando e
Renzo Gerlin, Silvano Feltracco, Daniele Grisotto, Giorgio Licini, Giuseppe Polloni, Giuseppe Rech, Diego
Schievenin, Domenico e Vittore Schievenin, Antonio Spezia, Andrea Tolaini, Tito Turrin e Angelo Zardin.
Allenatore Daniele Grisotto.
Non sono in foto: Giorgio Licini, Diego Schievenin, Angelo Zardin, Fortunato Cadorino, Renzo Gerlin, Andrea
Tolaini.

Le attività della bocciofila


Il tesseramento inizia il 1 Giugno e termina il 31 Dicembre. Questo
è anche il periodo agonistico anche se le gare maggiori sono
concentrate dalla primavera all'autunno. Da Gennaio alla primavera
sono i mesi della "campagna acquisti" ovvero le società cercano di
atleti in altri sodalizi per rinforzarsi. Nulla toglie che ci si può
spostare anche in altri periodi dell'anno a determinate condizioni. In
questa stagione sono arrivati a Fener 4 nuovi atleti e uno si è
trasferito in altra società. Attualmente gli atleti agonisti sono 19
mentre i soci sono 18 per un totale di 37 affiliati. Durante la
stagione gli atleti partecipano alle diverse gare in ambito
provinciale, triveneto e nazionale. Il 3 settembre la società si
classificata 4a a San Vendemiano nelle finali del titolo triveneto di
2a categoria. A Novembre è in programma la Regionale Cup2023.
Le date ed il luogo di svolgimento non sono stati ancora definiti.

Altre informazioni si trovano direttamente sul sito della società:


https://www.pontetegorzo.it/
3

PROVINCIA COMUNE UNIONE Consorzio Tutela MUSEO DEL PIAVE


DI BELLUNO DI QUERO VAS MONTANA FELTRINA Zucca Santa Bellunese Vincenzo Colognese
Caorera - Belluno - Dolomiti
1973 -2023

XXVIII
della
2023 Quero - Vas BL
Sabato
Venerdì
29 settembre 30 Settembre
Ore 18.30
Ore 10.00
Apertura stand gastronomici
Apertura Mostra Artigianato
con piatti a base di zucca e dolci:
• PIATTO DEL RE a cura della scuola ed esposizione Zucche
di formazione professionale ENAIP
Veneto di Feltre Ore 12.00
indirizzo Ristorazione. Apertura stand gastronomici
A numero chiuso. con piatti a base di zucca:
• GNOCCHI - CRESPELLE • GNOCCHI - CRESPELLE
• POLENTA E GOULASH • PASTICCIO (Trattoria
(Trattoria Oasi)
Oasi)
• FORMAGGIO ALLA PIASTRA • ARROSTO CON PUREA DI ZUCCA
• DOLCI - GELATO - TORTE - PANE • DOLCI - GELATO
tutto lavorato con la nostra Zucca
Santa Bellunese Ore 14.00
Intrattenimento con
Ore 19.00 SABRINA
Concorso cucina E LA SUA FISARMONICA
MARCELLO DI LEONARDO
presenti i migliori ristoranti della Ore 18.30
Provincia di Belluno Cena con piatti
a base di ZUCCA
Ore 21.00
Musica e spettacolo e SPIEDO GIGANTE
con l’orchestra
MAURO LEVRINI Ore 20.30
Musica e spettacolo
Ore 22.00 con l’orchestra
Premiazione Concorso Cucina GIANNI DEGO
MARCELLO DI LEONARDO ZUCCA SANTA BELLUNESE ISCRITTA ALL’ELENCO NAZIONALE PRODOTTI AGROALIMENTARI TRADIZIONALI ITALIANI E I RAGAZZI DEL SORRISO

Domenica 1 Ottobre
Ore 8.00 Apertura Mostra Artigianato all’aperto al Parco
Cucina all’
ed esposizione Zucche A cura dello Chef Fulvio del Ristorante Ponte Serra (Lamon)
Ore 10.30 Santa Messa • Fiori di pasta fresca alla zucca con speck e porcini
Ore 11.00 Intrattenimenti con • Canederlo di Zucca con fonduta di formaggio Latteria Lentiai
IL DUO DI BASSANO RISOTTO - FIORI DI ZUCCA
Ore 12.00 Apertura stand gastronomici PANINI ONTI - CASTAGNE - ARROSTICINI - DOLCI - BAR
Pranzo con piatti a base di ZUCCA e SPIEDO GIGANTE Ore 15.30 Continua l’intrattenimento per bambini
Al Parco del Piave: al Parco del Piave
• Spettacolo di giocoleria e magia con CRISTIANO MARIN Ore 16.30 PARTY PEOPLE RADIO PITER PAN
• Palloncini modellabili per bambini con SAMANTA Ore 18.30 Cena a base di ZUCCA

Visitate il Museo del Piave “Vincenzo Colognese” della Prima Guerra Mondiale 1914-1918 dove sono operative 5 postazioni di volo simulato multimediale
4 LETTERE AL TORNADO

La fusione tra i Comuni: un’opportunità da cogliere


di Stefano Bavaresco
Da un po’ di tempo nel Basso Feltrino tiene banco l’idea di una fusione tra i comuni di Quero Vas e di Alano di
Piave che cambierebbe radicalmente lo scenario e le prospettive future per il territorio. Anche se si parla di unio-
ne, la questione è inevitabilmente divisiva con opinioni contrastanti provenienti da entrambe le parti in causa.
La tesi più utilizzata dai cittadini contro questa fusione rientra nella tematica del più puro campanilismo, che per-
vade la società italiana ormai da secoli e, secondo il quale, Quero Vas ed Alano di Piave siano due entità profon-
damente diverse e che, dunque, sia impossibile anche solo immaginare di riuscire a far unire i due comuni sotto
un’unica bandiera.
Chi invece si schiera dalla parte della fusione, tra cui il sottoscritto, la pensa in maniera differente, credendo fer-
mamente che un’unione tra Quero Vas ed Alano di Piave sia una grande opportunità da cogliere al volo. A soste-
gno di questa argomentazione basta prendere l’esempio e i dati della precedente fusione che ha visto protagoni-
sta il nostro territorio: quella tra gli allora Comuni di Quero e di Vas, ormai uniti da quasi dieci anni; così come
accade oggi, anche quella volta c’erano diverse preoccupazioni riguardo la fusione tra Quero e Vas, timori che al-
la fine si sono presto sciolti visti i risultati raggiunti in questi dieci anni. Innanzitutto, questa fusione ha portato
nuovi fondi, provenienti dallo Stato, da reinvestire nel nuovo Comune per migliorare e potenziare i servizi presenti
nel territorio. Un dilemma che attanagliava soprattutto i cittadini di Vas riguardava l’utilizzo dei nuovi fondi, con la
paura che venissero centralizzati solamente su Quero, cosa che l’amministrazione comunale non ha fatto, come
dimostrano le varie opere svolte nel territorio di Vas tra cui: il rifacimento degli impianti sportivi, la riqualificazione
della Cartiera di Vas (ora perla turistica del comune) e il rinnovamento del Parco del Piave di Caorera, , i lavori
all’asilo di Vas oltre a numerosi interventi nelle frazioni. La pratica della fusione è oggigiorno necessaria per la
sopravvivenza dei piccoli Comuni. Un’unione tra Quero Vas ed Alano di Piave sarebbe dunque utile per almeno
due motivi: in primo luogo, per i fondi pro unione, elargiti da Roma, che, uniti a quelli previsti dal PNRR, servireb-
bero ad attuare delle politiche comuni per far prosperare tutto il territorio del Basso Feltrino; successivamente, la
fusione darà una grande spinta al turismo: le numerose meraviglie e i bei eventi che caratterizzano Quero Vas ed
Alano di Piave, insieme alla forza delle associazioni presenti nel territorio che potranno cooperare, porteranno il
nuovo Comune a rivestire un ruolo centrale nella Provincia di Belluno.
Come visto, i lati positivi di questa fusione potrebbero essere molti ed estremamente utili, perciò, come scritto dal
grande poeta latino Orazio e ripreso da un noto film degli anni Novanta: Carpe Diem! 1
1 Carpe diem è una locuzione latina tratta dalle Odi del poeta latino Orazio (Odi 1, 11, 8), traducibile in "afferra il gior-
no", ma spesso resa con "cogli l'attimo", traduzione non letterale ma ugualmente efficace a trasmettere il concetto che
le parole latine volevano esprimere.

CRONACA

Giovanni Coppe
Laureato in Scienze Giuridiche e della Sicurezza
Lo scorso 29 giugno presso l’Università degli Studi di Firenze si è laureato
in Scienze giuridiche e della Sicurezza Giovanni Coppe, discutendo una
tesi su: “Il dolo nel contratto, conseguenze civilistiche ed il reato di truffa
contrattuale”. Il mese successivo ha terminato il percorso triennale presso
la Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze “M.O.V.M. Felice Maritano”.
Da Giovanni una riflessione: “In par-
ticolare rivolgo un ringraziamento al-
la famiglia ed agli amici più stretti,
senza la vostra vicinanza non sarei
andato da nessuna parte. Inoltre, un
piccolo consiglio, quale mi ha ac-
compagnato in questi anni, datomi
da una persona di cuore “ci si deve
abituare all’idea che ai più importanti
bivi della nostra vita non ci sarà se-
gnaletica, non ci saranno aiuti, ma
bisognerà comunque prendere una
scelta, giusta o sbagliata che sia”.
In Foto: Consegna della Laurea e
firma al suo ritiro; Giovanni con la
famiglia.
5 CRONACA

Celebrata a Santa Maria


La festa della Patrona
di Alessandro Bagatella
Il ventidue luglio scorso, dopo sette
mesi di fermo, le porte della chiesa
di Santa Maria si sono riaperte per
festeggiare la santa patrona: Santa
Maria Maddalena. Il rito è stato ce-
lebrato da don Alessio, accompa-
gnato da alcuni membri del coro
parrocchiale e di Santa Maria. Una
chiesa gremita di fedeli, giunti an-
che dai paesi limitrofi, intervenuti
oltre che per la devozione alla pa-
trona anche per ascoltare le parole
di don Alessio, prossimo al suo tra-
sferimento a Padova, reduce dal
malore che lo ha colpito di recente.
Al termine, rispettando la tradizio-
ne, sono state benedette le pere,
quest’anno offerte da benefattori.
Da parte del parroco un ringrazia-
mento a quanti si sono impegnati
nelle pulizie della chiesa e a quanti
collaborano per la riuscita della fe-
sta. Finita la celebrazione è seguito
un momento conviviale di amicizia
fraterna, con dolcetti e bibite prepa-
rati dal Comitato.

In memoria di Renata Coppe


di Alessandro Bagatella
Il quindici agosto scorso, dopo anni di lotta con quel male che non le dava tregua, la for-
te fibra di Renata, 56 anni, ha ceduto. Renata lascia nel più profondo dolore il marito
Vincenzo Scuglia, il figlio Fabio, le sorelle Paola e Daniela, il fratello Lucio, le cognate ed
i cognati, i nipoti e parenti tutti. Affranti anche i numerosi clienti della pizzeria “La Roton-
da” che la hanno stimata per la sua premura e gentilezza. Renata è stata sposa e madre
adorabile e sempre di aiuto alle persone che soffrivano. Il suo sorriso non verrà mai di-
menticato dalle tante persone che l’hanno conosciuta. Le esequie si sono svolte a Se-
gusino, paese natale di Renata, officiate da don Gabriele, e in tanti sono accorsi per
porgerLe l’ultimo saluto. Così tanti che la chiesa non è riuscita a contenerli tutti, segno di
amicizia e riconoscenza verso la defunta e di solidarietà vero i famigliari, a cui giungano
anche le nostre condoglianze più sentite.

Fusione Comuni, abbassato il quorum al 30%


Approvata il 29 agosto la legge su associazionismo e intese d'area, primo tassello per l’iter dedicato al Piano di
Riordino Territoriale (PRT). Abbassato anche il quorum di partecipazione ai referendum di fusione, che vie-
ne portato dal 50 per cento al 30 degli aventi diritto al voto, con ulteriore ribasso al 25 per cento laddove vi sia
una alta percentuale di iscritti all’AIRE. I Comuni che andranno al voto l’ultimo weekend di ottobre sono: Po-
lesella - Guarda Veneta; Gambugliano - Sovizzo; Quero Vas - Alano di Piave; Carceri - Vighizzolo d’Este.
6 CRONACA

Il Reset resiste!
di Silvio Forcellini

A causa del fortissimo vento, che ha devastato l’intera area, così si presentava il Parco del Piave di Fener a soli
due giorni dall’inizio del Reset Festival, in programma dal 26 al 30 luglio con l’organizzazione dell’associazione
“Libero Pensiero”. Nella prima foto, quel che
restava dell’enoteca; nelle altre due come si
presentava il parcheggio all’imbocco del parco.
Le foto però non rendono appieno l’idea della
devastazione che le condizioni atmosferiche
avverse hanno provocato nell’area in questione.
Lo sconforto è stato tanto, ovviamente, ma ha
riempito il cuore vedere tante persone, giovani e
meno giovani, senza perdersi d’animo ma tutte
col sorriso sulle labbra, impegnate fin da subito
nell’opera di pulizia per far sì che il Reset Festi-
val, almeno dal giovedì, potesse svolgersi. Un
grandissimo lavoro che tutti i volontari del Reset (che non finirò mai di lodare) hanno fatto per rendere possibile
quel che sembrava impossibile, la magia di questo appuntamento che tutti noi amiamo e attendiamo con ansia,
cosa non scontata dopo quanto accaduto proprio a ridosso dell’evento.
E, annullata giocoforza la giornata del mercoledì, da giovedì 27 a domenica 30 luglio il Reset Festival è andato in
scena regolarmente. Sono stati sedici i concerti dal vivo (compresi i dj set che chiudevano le serate) cui si è potu-
to assistere durante i quattro giorni della festa, concerti che hanno avuto
luogo, alternativamente, su due diversi palchi, senza contare gli spettacoli
della domenica dedicati ai bambini e alle loro famiglie e proposti da bravis-
simi artisti di strada. E quella dei bambini con le loro famiglie - un aspetto
che penso meriti di essere particolarmente evidenziato - è stata una pre-
senza costante in tutte e quattro le giornate, a riprova che il Reset è dav-
vero per tutti.
Immutati, ovviamente, quegli “ingredienti” che caratterizzano il Reset Fe-
stival, giunto alla sua undicesima edizione: cucina e pizzeria sempre in
funzione; chioschi per la birra sparsi per il parco; l’enoteca; i bicchieri riciclabili (il festival è plastic-free); il chiosco
dell’acqua potabile (con tanto di borracce); i gazebi degli arrosticini e, quest’anno, dello zucchero filato; la chill-
out zone; i particolari allestimenti (cui va dato merito agli ideatori) “disseminati” all’interno del parco, come i “cilin-
dri luminosi”, sospesi in aria, che hanno contribuito non poco ad accentuare la magia dell’area chill-out; il merca-
tino etnico; le t-shirt Reset 2023 (disegnate dal “maestro” Aldo Rebuli); il campetto di beach volley (con tanto di
torneo); i parcheggi presidiati; la zona campeggio attrezzata; l’ingresso libero…
Due parole sulle proposte musicali, come sem-
pre di qualità e che hanno abbracciato generi
diversi. Difficile scegliere tra le varie esibizioni,
tutte di ottimo livello. Al di là degli ospiti stranie-
ri, gli inglesi Giant Swan e Wu Lu, e dei Mel-
low Mood, una delle formazioni reggae più fa-
mose a livello europeo e non a caso il gruppo di
punta di questo Reset, personalmente ho assi-
stito (come ogni anno direttamente dal palco, in
qualità di fotografo e…“servizio d’ordine” sui
generis) a due strepitosi concerti proposti da
formazioni “locali” (ma solo per provenienza geografica): quello dei bellunesi Maci’s
Mobile, di cui fa parte anche il batterista querese Igor De Paoli, e quello dei padovani-
trevigiani Messa, con la bravissima cantante cornudese Sara Bianchin. E a proposito di bravissime cantanti, no-
7 CRONACA

tevole il set proposto da Anna Bassy e molto coinvolgente inoltre la performance de Il Mago del Gelato, che ha
riempito come non mai l’area attorno al palco secondario, e dei Norse.
Insomma, come si può immaginare, quest’anno il Reset Festival ha richiesto uno sforzo organizzativo supple-
mentare, un grandissimo impegno che però alla fine è stato giustamente premiato dal successo in termini di pre-
senze e di consensi e…dal bel tempo (cosa, quest’ultima, non scontata). Che altro aggiungere se non: W i mera-
vigliosi ragazzi di “Libero Pensiero” e lunga vita al Reset Festival !!!

Segusino, torna
la Fiera Franca
del Rosario
a cura di Silvio Forcellini
Torna anche quest'anno - sabato 28 e domenica 29
ottobre - l’appuntamento con la storica Fiera Franca
del Rosario di Segusino, giunta alla sua 118a edi-
zione. Nell’occasione il sabato mattina verrà ripropo-
sta la rassegna bovina, mentre la domenica la mani-
festazione proseguirà con “Scortivando”, tour tra le
vie e le borgate di Segusino “immersi in angoli unici,
ricchi di atmosfera, di amicizia e cordialità” con degu-
stazioni enogastronomiche e un mercatino lungo
quasi un chilometro.
8 COME ERAVAMO

Schievenin, 1949: la miracolosa guarigione


Il racconto della protagonista Severina Schievenin
a cura delle nipoti Magali Schievenin e Stefania Dal Zotto
Ogni luogo riserva una storia da custodire e da raccontare. La valle di Schievenin ne ha in serbo tante, alcune
sono buone. A volte le storie sono leggende o aneddoti o reali cronache; tutte sono comunque speciali se chi
le ha vissute le ricorda ancora e le racconta con consapevolezza per la loro importanza.
“Nonna, parla pure in veneto
(la nostra lingua), capisco sai!”
“Dov’eri quando stavi male?”
“In Faladen, era domenica mat-
tina ed ero a letto”.
Era il 21 giugno del 1949 di una
calda giornata estiva di sole, il
verde della valle ed i prati falciati
avvolgevano con i loro boschi la
piccola casa di Severina ed Atti-
lio Dal Zotto. Severina era origi-
naria della Val di Prada, la quin-
ta figlia di sette di una numerosa
famiglia (i Maiul di Giacomo
Schievenin e di Oliva Luban).
Promessa in sposa si era spo-
stata in un’altra valle che gior-
nalmente metteva a dura prova
gli abitanti del luogo, impegnati a
curare i propri campi, il bestiame
e i boschi.
“Avee le gambe paralizade”,
“non riuscivo a muovermi da pa-
recchio tempo e la tua bisnonna
Oliva, quel giorno, era venuta a
prendere Nino per andare a
messa giù in chiesa”.
Stefania, che ha ascoltato que-
sta storia dal papà Nino per tutta
la vita, vuole risentirla per averne la certezza e per condividerla con
i cugini che ha ancora in Veneto di cui, pur essendo nata e vissuta
in Piemonte, sente le radici.
“Nonna, cosa si celebrava quel giorno in chiesa?”
“Tutta la gente spetea da Campo la Madona Pelegrina in proces-
sion; mia madre Oliva e Attilio con i miei familiari erano a messa per
accoglierla. Il paese era in festa e in preghiera“.
E tu, nonna?” - chiede Stefania la nipote.
“Io con molta fatica ho acceso i lumini e ho pregato con la Novena
perché la Madonna mi fosse vicina”.
Era da molti mesi che Severina, per una paralisi alle gambe in se-
guito a un intervento chirurgico durante il parto, era incapace di
muoversi e di stare autonomamente in piedi. Era stata portata an-
che all’ospedale di Pederobba con il carro, ma non c’erano state cu-
re per la sua guarigione. A fatica riusciva ad accudire il figlioletto Ni-
no di pochi mesi e con sofferenza si affidava alle cure dei familiari,
in particolare della mamma Oliva che con unguenti naturali ricavati
dalle piante massaggiava le sue gambe.
Gli anni del dopoguerra in valle, prima che in molti valligiani la ab-
bandonassero per cercare fortuna in terra straniera, erano duri per
tutti. La resilienza adempiendo i lavori quotidiani era l’unica forza
possibile; anche Severina con il suo piccolo Nino era immersa in
una forza interiore che quel giorno del 21 giugno si traduce in pre-
ghiera e in affidamento ad un aiuto superiore che un animo femmini-
le anela per dare un senso alla vita.
9 COME ERAVAMO

“Ma nonna, non aver paura a raccontare, anch’io credo nella Madonnina. Cosa hai fatto ancora quella
mattina?”
“Ho pregato come faccio tutte le sere recitando la “Novena” e ho promesso di donare alla Madonna i miei orec-
chini di sposa. Sentivo le campane suonare a festa e poi trascinandomi stando seduta a terra ho spento i lumini”.
Dalla casa di Faladen alto si sentivano i canti della processione e la liturgia di accoglienza della Madonna Pelle-
grina in chiesa.
Severina attende nella sua semplicità di giovane mamma e si affida sperando in una guarigione. La vengono a
prendere per portarla giù con la grande slitta con cui di solito trasportano il fieno; c’è in quell’occasione la benedi-
zione degli ammalati durante la Santa Messa.
Qualche giorno dopo a Schievenin e dintorni gira la voce che la Madonna Pellegrina ha assistito una sposa che,
malata da diverso tempo e costretta a letto, è stata portata durante la processione e che dopo con le proprie for-
ze ha camminato.
“Nonna, e dopo? Dopo cosa è successo?” chiede infine Stefania, la nipote.
“Il giorno dopo son ‘ndata a Quero da sola a portar in chiesa alla Madonna gli orecchini”.
Un voto è una promessa seria ed autentica; Severina come gran parte
delle ragazze di allora lo sa, quindi rinuncia a quell’oggetto prezioso
che, forse, insieme all’anello del matrimonio sono gli unici beni materiali
di cui dispone.
Il riconoscimento è però superiore, perché è un valore quasi sempre ra-
dicato nelle famiglie contadine e di montagna.
L’estate, dal giorno del solstizio in poi, pullula di calore donando a poco
a poco una rinnovata forza a quella mamma e moglie che in pochi mesi
recupererà una forza unica, a sostegno della sua vita in valle prima e in
terra piemontese in seguito. Non avrà comunque una vita facile, tuttavia
con il coraggio di credere in lei, nella vita e con la devozione è ancora
con noi a narrarci questa bella storia.
Noi nipoti con questo racconto, tratto dall’intervista fatta a luglio
del 2022 a Severina Schievenin, vogliamo esprimere il nostro rico-
noscimento ad una donna forte che nella vita ci è stata di esempio, per credere ancora a quei semplici
ma autentici valori di vita.
Severina il nove gennaio del 2024 compirà 96 anni; la sua resilienza e tenacia la sostengono tuttora in un
paese in provincia di Torino (Rivara) perché in quel luogo con i suoi due figlioli (Nino e Graziella) ha raggiunto
Attilio nel 1962, la sorella Angelina e il cognato Piero emigrati da Schievenin per lavoro.

Nelle immagini: Severina


Schievenin con la nipote
Stefania Dal Zotto; il ricordo
dell’avvenimento dalla pubbli-
cazione dedicata a Schieve-
nin “Per non dimenticare”. La
Madonna Bambina ospitata
ora nella Casa di Riposo a
Quero; l’eco dell’evento in
una corrispondenza dello
stesso anno; la casa in cui
abitava Severina a Faladen.
10 CRONACA

44a sagra dei s’cios


a cura della Pro Loco di Quero - Foto Livio D.P. e Miuzzi

Anche per quest'anno è andata in archivio la 44a sagra


degli s'cios. Otto serate trascorse in compagnia della
musica, del folklore, della buona cucina e dell'amicizia. I
battenti aperti giovedì 13 luglio si sono chiusi domenica
23 luglio. Due serate a tema culinario quelle del 14 lu-
glio con il galletto al forno e quella di venerdì 21 luglio
con il piatto seppie. La cucina Pro Loco con i suoi 20
cuochi esperti e altrettanti giovani in formazione ci ha
deliziato con il tipico piatto degli s'cios, cotto con la tra-
dizionale ricetta di un tempo e le lumache alla Borgo-
gna. La gastronomia si completava poi con la pasta al
ragù di anatra, la frittura di pesce, il formaggio alla pia-
stra, la grigliata mista, la bistecca di cavallo. Come con-
torni fagioli, insalate miste, pomodori, patate fritte, sgroppino, dolci,
caffè, ottima birra e bibite varie. La tavola era ben preparata per tutti
i gusti e la numerosa presenza di paesani e turisti ha fatto da corni-
ce ad una manifestazione che da ben 44 anni fa risultare il tutto
esaurito in ogni serata.
La sagra degli s’cios non è solo cucina, ma anche musica, bal-
lo, sport, attività sociale e ricreative in genere, insomma gli in-
gredienti giusti per la socializzazione, le relazioni che dopo due anni
di Covid si erano interrotte.
E cosi domenica 16 è stata la volta della festa degli anziani con la
preparazione del pranzo per i nostri nonni e la premiazione dei più
anziani direttamente dalle mani della presidente Pro Loco Teresa
gallina, dell'assessore comunale Alberto Coppe e del parroco don
Alessio Cheso.
Per lo sport domenica 23 luglio ha visto l'organizzazione del 5° mo-
tor s'cios, il raduno di macchine d'epoca e sportive e la divertente
uscita rafting lungo il sacro fiume Piave.
Il ballo e la musica sono stati all'altezza della situazione con serate musicali di salsa etnica, tank storace, tali e
quali show, liscio e walzer, pop, latina con la musica dal vivo delle migliori scuole della zona.
Concludendo non possiamo che ringraziare la squadra Pro Loco di Quero: dagli oltre 40 giovani volontari che
ben diretti dalla squadra dei 50 "veci" più esperti ci hanno fatto vedere che l'unione fa la forza ed è vincente.
Non dobbiamo dimenticare i parcheggiatori ed i genitori dei bambini della locale scuola materna che tanto si sono
dati da fare per dirigere il traffico e far stare in sicurezza quanti hanno partecipato alle varie serate di festa.
Grazie per tutto questo... e... al prossimo anno.
11 CRONACA

85enni - nati nel 1938


El Mchaouri Mohammed
Franco Laura
Festa dell’anziano
Stefanon Angela
Vidal Mirella
con la Pro Loco di Quero
Codemo Angelo Mariano Fotosegnalazione di Settimo Rizzotto
Pillon Beppino
Sivieri Teresa
Tieppo Luigi
Bianchi Bianca
Dalla Piazza Teresina
De Martini Maria
Farella Filomena
Esposito Iolanda
Santimaria Edda
Franco Giuseppina
Rizzotto Giacoma
Beda Remo
Susanetto Salvatore
Novelli Fausto
Specia Ilina
Fantinel Silvana
Vergerio Placido
80enni nati nel 1943
Blasarin Anita
Peruzzato Vittorina
Virtuani Roberto
Loss Rolando
Degli Esposti Elisa
Rizzotto Ada
Zanolla Giuseppina Anna Maria
Fantinel Giuliana
Malacrida Paolo
Schievenin Mirella
Miuzzi Giuseppe
Dal Zuffo Renato Ulderico
Specia Renzo In questa se-
Sergheeva Giulia quenza di foto
Favero Letizia la consegna di
Specia Graziella attestati e be-
Collavo Luigi nemerenze,
Specia Giuseppe per mano
Viale Francesco dell’Assessore
Da Campo Silvia Alberto Coppe,
Tome’ Guido
la presidente
Pillon Renzo
Proloco Teresa Gallina
D’ambros Antonietta
ed il parroco don Ales-
Ferracin Maria Luisa
Mazzalovo Claudio sio Cheso, a coloro
Vergerio Bruno che hanno raggiunto
Mondin Amedeo la soglia degli 80 e 85
Bagatella Renato anni, presenti alla fe-
Roman Alcide sta della Pro Loco.
Galiano Nicola
LETTERE
Un’opportunità mancata, anzi persa
Domenica 16 Luglio è stata patrocinata e fatta la festa dell’anziano a cura della locale Pro Loco sotto il tendone della
sagra. Tutto perfetto, pranzo ottimo con più portate, oso dire “da nozze”, grande allegria e tanta amicizia in una co-
munità soddisfatta. Dopo la premiazione con targa ricordo dei più anziani (come di consuetudine) mi aspettavo un
piccolo saluto, soprattutto di ringraziamento, per il parroco, in presenza di tanta comunità, per il lavoro svolto in nove
anni nel nostro Paese e che ci lascia per altra destinazione. Penso che tutti noi conosciamo ed apprezziamo Don
Alessio per quello che ha apportato di socialità, accoglienza ed aiuto con la porta della canonica sempre aperta.
A mio parere, ed ad avviso di altri, sono mancati quegli auguri ed applausi che meritatamente gli spettavano.
Grazie Don. Guerrino Bazzacco
12 LETTERE AL TORNADO

Per sorprendersi e brillare


Alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona
Nella comitiva della Diocesi di Padova presenti anche il parroco di Quero don Alessio,
i queresi Matteo Bollotto, Filiberto Vignaga, Matteo Grubissa
Riflessioni in libertà dal raduno internazionale di spiritualità e cultura di agosto

La fine di un'esperienza porta con sé sempre un velo di tristezza, di nostalgia, di vuoto allo stomaco. Ma in que-
sto caso anche una carica di energia, di gioia vera, di voglia di vivere. Siamo partiti curiosi di scoprire quelle
emozioni e quella magia che in tanti adulti ci raccontavano di aver vissuto alle scorse GMG quando erano giova-
ni. Si la GMG è un evento universale, tanti giovani, un incontro con il Papa, ma cosa avrà di così speciale? Oggi
eccoci qui, appena tornati per dirvi che è davvero così: la GMG è un'esperienza speciale, che ti segna, che ti
apre il cuore e la mente. Forse
è difficile spiegare con le pa-
role quello che abbiamo vis-
suto e provato. Come si può
essere felici dopo 15 ore di
pullman se per cena ti aspetta
un paté di fegato in scatola?
Come si può essere felici se ci
si deve lavare ogni giorno sotto
una doccia ghiacciata dopo 14
ore in giro? Come si può esse-
re felici se devi dormire per ter-
ra per 10 giorni? Come si può
essere felici dopo aver fatto
una coda di ore e ore sotto il
sole? Come si può essere felici
di mangiare wurstel in scatola?
Eppure la gioia, ma quella ve-
ra, non ha mai smesso di essere nell'aria. Era nel saluto di un ragazzo proveniente dall'altra parte del mondo, in
un canto africano, nel sorriso di tutte le persone che incrociavamo, nella gentilezza dell’altro, nella capacità di
rendersi disponibili, nella voglia di condividere e ascoltare le storie di chi incontravamo per le strade, nella metro
e in treno. Tornavamo alla sera stanchi ed esausti dalle giornate trascorse, ma con il cuore pieno di gioia e la
consapevolezza di aver vissuto davvero le nostre giornate. Momenti di catechesi, incontri di preghiera con il Pa-
pa, ma anche camminate a Lisbona, un bel bagno nell'oceano, una birra fresca in compagnia, le file per prender-
si da mangiare. Ma questa magia di cui ci parlavano? Quella sta nell'elemento comune di tutti i momenti vissuti,
dai più semplici ai più impegnativi. La cura e l'attenzione per l'altro. Il non vivere nell'indifferenza. Il mettere in cir-
colo il bene. La consapevolezza che con i piccoli gesti tu puoi essere gioia per qualcuno, e qualcuno lo può es-
sere per te. E così le parole del Papa non rimangono le belle parole di Sua Santità; li erano la realtà che noi re-
spiravamo tutti i giorni. L'amore e la forza di Dio stanno nella vita, nella quotidianità, nelle relazioni, nelle
difficoltà, nella gioia, nel dare gioia. E con questa consapevolezza torniamo con il desiderio di poter portare an-
che qui a casa lo spirito di fraternità, condivisione e gioia che abbiamo respirato in questi giorni. Alcuni di noi nel
viaggio di ritorno in treno dalla messa di domenica hanno incontrato delle ragazze provenienti dalla Sicilia con cui
13 LETTERE AL TORNADO

hanno avuto modo di condividere sia l'esperienza vissuta in quei giorni sia un po' le loro vite. Arrivati alla loro
fermata, nel salutarle si sono chiesti: "ma se noi ci fossimo incontrati in un treno in Italia questa condivisione ci
sarebbe stata ugualmente?". La risposta probabilmente sarebbe no. Ecco, forse arriva adesso la parte difficile di
questa incredibile esperienza: continuare ad essere portatori di gioia, di sorrisi, di saluti, di condivisione anche
nella quotidianità delle nostre vite caotiche, che per semplicità mettono sempre l'io davanti a ogni altra cosa.
(contributo del gruppo Pulman M, parrocchie di: Zanè-Vicariato Valstagna/Fonzaso, Gallio, Quero, Cittadella)
Se dalla prima GMG di Cracovia, nell’agosto 2016, è nato il desiderio di partecipare al gruppo vocazionale dioce-
sano, per scoprire quale strada Dio aveva pensato per me, questa GMG ha confermato un bel tratto di strada di
sette anni e ha aperto una bella finestra sul futuro. Tanti gli stimoli ricevuti: le parole di Papa Francesco
sull’amore gratuito di Gesù, l’essere lì con le comunità di Laghi (dove presto servizio) e di Quero (quella di origi-
ne), assieme a tutti gli altri giovani fa respirare proprio quella dimensione universale del cristianesimo: ci sono
tanti altri giovani come me che credono, non sono “uno che va in chiesa a perdere tempo”. Il volto di Gesù che
più emerge da questo tipo di esperienze (e che adoro incontrare) è proprio quello di un amico fidato che si è fatto
vicino alla storia, alle ricchezze e alle fragilità di ogni persona in modo diverso, unico, ma universale, rivolto a
chiunque desidera accoglierlo. (Matteo Bollotto)

Non avevo chissà che aspettative se non quella di ricaricarmi, di ritrovare nuova luce e nuove amicizie. Ma la
GMG è stato molto più di tutto questo, perché, al solito, la realtà supera le aspettative, sempre. E così farei fatica
a riassumere in poche righe quello che ho vissuto e quello che mi son portata a casa. Credo che se dovessi sce-
gliere due parole, sceglierei due verbi, due azioni vissute lì e che voglio perpetuare tornata a casa affinché la
GMG non sia solo confinata nel passato: sorprendersi e brillare. Credo che tutta la GMG sia stata impastata di
sorprese, belle e brutte, dalla prima tappa a Lourdes dove abbiamo dormito in una chiesa, all’ultima a Barcellona:
quanto bella è la Sagrada Familia di notte? Non sono mancati gli impre-
visti, le cose organizzate all’ultimo, la pioggia, il sole, le docce congela-
te… Ogni giorno una sorpresa, quanta bellezza anche
nell’imprevedibilità: perché non continuare a sorprendermi anche ora a
casa? Perché non guardare il mondo con gli occhi di chi coglie il meglio
in ogni evenienza? Infine brillare, il verbo usato anche da papa France-
sco alla messa domenica 6 agosto, verbo di luce, di occhi che hanno vi-
sto e hanno creduto. Brillare per poter essere testimoni di quello che ab-
biamo vissuto in questi giorni meravigliosi. Brillare dopo che “abbiamo
imparato ad amare”, perché in fin dei conti, “conta solo l’amore, tutto ciò
che ti serve sta dentro al tuo cuore”. (una giovane della comitiva di Pd)

“Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39): è questo il tema del Messaggio del Santo Padre ai giovani in occasio-
ne della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù, celebrata a livello internazionale a Lisbona dal 1 al 6 di ago-
sto 2023. Partendo dalla riflessione sulla fretta che caratterizza la Vergine di Nazareth, il Santo Padre incoraggia
i giovani a domandarsi quali atteggiamenti e motivazioni vivono davanti alle sfide della vita quotidiana. Li invita a
fare un discernimento tra una “fretta buona [che] ci spinge sempre
verso l’alto e verso l’altro” e quella “non buona (…) che ci porta a vi-
vere superficialmente, a prendere tutto alla leggera, senza impegno
né attenzione, senza partecipare veramente alle cose che facciamo”.
Le parole del Santo Padre incoraggiano a ripartire verso nuovi incon-
tri, per condividere la gioia della vicinanza del Cristo, per superare le
distanze tra persone e generazioni, e per rispondere con creatività al-
le sfide del mondo di oggi, colpito dalla pandemia e dalle guerre.
Fonte: https://giovani.chiesacattolica.it
Nella foto a Sx: Denis Andreazza, don Alessio, Matteo Bollotto e
Fabio Malacrida alla GMG di Cracovia (Polonia) nel 2016.
14 LETTERE AL TORNADO

Di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù…


Testimonianza tratta dal bollettino parrocchiale di Segusino – Vas - Caorera
In questo bollettino ascoltiamo la voce di Sofia Baldotto, una
nostra adolescente di Segusino, che, assieme al gruppo del
Rinnovamento dello Spirito Santo giovani del Veneto, ha parte-
cipato alla GMG di Lisbona.
Sono Sofia Baldotto,
il Signore mi ha dato la grazia di aver potuto partecipare sia al festival YAI (Youth Arise International Festival dal
27 al 30 luglio 2023 N.d.R.) a
Fatima che alla GMG a Lisbona.
Questa esperienza unica è stata
molto intensa, ci si è dovuti
adattare al tanto caos, al caldo,
alla stanchezza, alle camminate
lunghissime, al cibo insoddisfa-
cente e tanto altro ma si sa, la
via per seguire il Signore non è
sempre del tutto facile, tutti i sa-
crifici e disagi vari sono stati ri-
pagati con i tanti momenti di for-
te preghiera dove si è potuto
sentire a pieno la fede (dei gio-
vani presenti in milioni), la gran-
dezza e la potenza di Gesù, an-
che attraverso le lacrime, il sor-
riso, la luce negli occhi, la viva-
cità dei fratelli e sorelle giovani.
La cosa che più mi è rimasta
impressa e che mi ha colpito è
stato proprio vedere l'infinità di
tutti quei ragazzi, provenienti da
diverse culture arrivati lì per un
unico obbiettivo: Gesù. Purtrop-
po nelle nostre chiese i ragazzi dopo il sacramento della confermazione spariscono, per me vedere un milione e
più dei miei coetanei come me, semplicemente con tanta fede, è stata una rivelazione e anche di più, una vera
profezia... Invito e consiglio con tutto il cuore ai genitori di dare ai propri figli la possibilità di vivere questa espe-
rienza indimenticabile che fa tanto tanto bene. Ringraziamo il Signore per tutte le "piccole cose", anche se picco-
le non sono, grazie al Signore abbiamo ogni giorno un tetto sopra la testa, un letto morbido, acqua calda, buon
cibo e tante altre cose della vita quotidiana. Continuiamo a pregare per i giovani e per una chiesa unita. Amen!
In foto: i giovani di RnS a Fatima e in Portogallo

Il Rinnovamento nello Spirito Santo è una corrente di grazia, nata in italia alla fine del 1971, per la libera inizia-
tiva dello Spirito Santo, nell’alveo del Rinnovamento carismatico cattolico, sorto negli USA nel 1967 e rapida-
mente diffusosi in tutto il mondo. Costituitosi in Italia come Associazione privata di fedeli, su volontà dei Ve-
scovi italiani, con prima approvazione ecclesiastica nel 1996, raccoglie decine di migliaia di persone in oltre
1600 Cenacoli, Gruppi e Comunità in Italia e in alcune missioni all’estero. Il Rinnovamento nello Spirito si è in-
cardinato nella Chiesa cattolica come Movimento ecclesiale, grazie alla sua vasta opera di formazione e di
evangelizzazione, ai progetti sociali in vista degli ultimi, alla partecipazione vitale a tutte le reti ecclesiali pro-
mosse dalla Chiesa italiana. Tratto da https://rinnovamento.org/

Fare memoria
(M.M.) Prendo spunto da un articolo apparso su Avvenire (https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/dopo-la-gmg-
ora-e-tempo-di-riflessione-per-i-giova ) per ricordare come Papa Francesco abbia sollecitato i giovani nel corso
della Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona. Il Papa, rivolgendosi ai giovani, ha fatto loro questa racco-
mandazione a proposito dell’esperienza che stavano vivendo: «fatene memoria, fissate nella mente e nel cuore i
momenti più belli», per affrontare i momenti di fatica e scoraggiamento che potranno arrivare. Non sarà solo que-
stione di rivivere le emozioni, ma di ravvivare «le esperienze e la grazia di questi giorni, perché – non dimentica-
telo mai – questa è la realtà, questo siete voi».
Ecco anche il senso di queste pagine, aiutare i giovani a mettere nero su bianco le loro impressioni ed aiutare noi
tutti a sentirci partecipi della loro esperienza, per cercare di capire le loro aspirazioni e provare a metterci in sin-
tonia con le loro idee, che saranno quelle che serviranno a costruire il futuro della nostra società.
15 CENNI STORICI

(M.M.) Una lettrice di Alano di Piave ci ha fatto pervenire, tramite Lu-


ciano De Faveri, questa pagina del bollettino parrocchiale di Alano di
Piave, il nr. 1 del 1978, nella quale si racconta la storia della chiesa
di San Pietro secondo le ricerche fatte dal maestro Cristiano Code-
mo Menoli. Nel ringraziare per aver condiviso questa significativa
memoria storica siamo lieti di proporla ai nostri abbonati per contri-
buire alla migliore conoscenza della nostra storia locale.
16 LETTERE AL TORNADO

Lettera aperta agli amici alanesi


di Valter Piovesan
Era il lontano 1968 quando, con la mia 500, giunsi per la prima volta ad Alano, per la precisione a Campo, insie-
me con colei che poi sarebbe diventata mia suocera. Non conoscevo neppure l’esistenza di questo bellissimo
paese, delle sue splendide frazioni, delle sue meravigliose montagne. Col tempo imparai a conoscere ed apprez-
zare luoghi e persone, e a capire meglio quel dialetto un po’ duro che, pur essendo io veneto, ma della bassa,
qualche difficoltà me la creava. Ho vissuto episodi belli e meno belli, ma ho sempre apprezzato il carattere, forte
e sincero, degli abitanti. L’anno successivo ho sposato Maria Carolina, che tutti conoscono come Mariuccia, e da
allora le nostre vite si sono svolte tra la Lombardia, dove entrambi abbiamo trovato lavoro, e Campo, dove trova-
vamo le nostre radici e la serenità.
Di quel periodo (stavo imparando...) ricordo ancora la frase di un amico: «Guarda che qui non ci sono ladri», mi
disse quando, parcheggiata l’auto nel cortile di casa sua, con abitudine milanese, automaticamente chiusi a chia-
ve la portiera. Mi restò impressa quella frase e il tempo mi insegnò come quell’affermazione fosse corretta.
Sono trascorsi cinquantacinque anni, e vecchi ed acciaccati, Mariuccia ed io, siamo arrivati a Campo dopo diver-
si mesi di assenza: l’età, il Covid, i nipoti, insomma i molteplici casi della vita ci hanno tenuto un po’ più lontani
dal luogo nel quale ci siamo rifugiati per oltre mezzo secolo, ottenendo serenità ed amicizia.
La prima cosa che vedo non appena arrivo davanti a casa è la recinzione divelta; tre paletti sono stati scardinati
dalla loro sede ed abbattuti. Prima reazione di rabbia, poi penso: «Sarà stato un incidente o un errore di manovra
di qualcuno che è transitato. Io non c'ero, vedrai che mi diranno qualcosa». Passa una settimana e nel frattempo
incontro tutti i vicini (o quasi), ma nessuno dice niente o, a domanda precisa, non sa niente. Vado a Madal per
dare aria alla “casèra” che non vede anima viva da tempo e, pur non essendo il Colosseo, qualcuno ha pensato
di portarsi via “un ricordino”: il rubinetto della fontanella esterna non c’era più. Per carità, un furto da poche deci-
ne di euro, ma un gesto premeditato perché chi lo ha asportato sapeva dell’esistenza della fontana e del rubinet-
to, ma soprattutto era attrezzato con gli strumenti necessari per l’operazione.
Cari amici, sono amareggiato. Ricomprerò il rubinetto e riparerò la recinzione, ma ciò non aggiusterà ciò che si è
rotto dentro.

Laureata Armina Rushiti


di Angelo Ceccotto
La nostra “cea”: così noi, io e Dina, abbiamo confidenzialmente chiamata la neodottoressa
Armina Rushiti, italiana di origine macedone. Abitando di fronte a noi a Fener, divisi solo
dalla strada di via Nazionale, ci ha permesso di vederla crescere non solo fisicamente ma
nella perseveranza negli studi. Una ragazza solare, promettente, di una volontà e di un im-
pegno straordinari che l’hanno condotta al conseguimento della laurea magistrale in Odon-
toiatria e Protesi Dentaria. L’assiduità nello studio come nell’esperienza lavorativa sono te-
stimonianza di una spiccata maturità e certezza di sapere, tanto da sorprendere la commis-
sione giudicante della tesi. Non poteva essere diversamente, ancor più nel cogliere quel silenzio giudicante rima-
sto spiazzato da tanta espressione di sapere, di conoscenza e sicurezza espressiva. Lo straordinario traguardo è
stato conseguito all’Università di Padova, attorniata da famigliari, parenti, amiche e amici cui, nel gioire, è sfuggi-
ta anche qualche lacrima emotiva. Un traguardo raggiunto tra non poche difficoltà logistiche e ambientali che pe-
rò non l’hanno mai intimorita, perseverando con intelligenza agli iniziali pregiudizi perché straniera, poiché Armi-
na è dotata di un’innata simpatia ed è sorretta da una caparbietà che l’hanno stimolata nel perseverare
nell’apprendimento, elevandola a raggiungere il suo scopo. Tanto che il meritevole traguardo del 110 e lode è di-
venuto sia orgoglio personale che per i suoi genitori. Affettuosi rallegramenti, dottoressa Rushiti, con l’augurio di
un gratificante futuro lavorativo.
17 CRONACA

Congratulazioni Stefano !!!!


Giovedì 13 luglio, presso
l’Università degli Studi di
Bologna - Dipartimento di
Filosofia e Comunicazione,
Stefano Bavaresco, resi-
dente a Quero Vas, ha
conseguito la Laurea
triennale in Scienze della
Comunicazione con la vo-
tazione di 91/110, discu-
tendo la tesi: Tangentopoli
sulla stampa veneta: il caso
de “L’Amico del Popolo”;
argomento conosciuto ai
più, ma trattato dal punto di
vista giornalistico di una te-
stata locale cristiana. A
Stefano vanno le congratu-
lazioni dei genitori Fabio e

Michela Reato, dei fratelli Tommaso e Serena, della fidanzata Giada, degli orgogliosi nonni Giancarlo ed Elena e
Federico e Paola e di tutti gli zii, cugini ed amici.

ASTERISCO

Lettera a Maria
di Dino De Lucchi
Era da Levada e forse si chiamava preghiere che il parroco al saluto gli aveva dato come
Toni o Giuseppe. Una cosa era sfida alla buona lettura, incurante del suo
certa e che era dovuto emigrare in analfabetismo. Comprò busta e carta e si prestò alla
Francia come manovale muratore. sua più ardua impresa delegando l'indirizzo al
Trovarsi a Parigi dove tutto parlava capomastro. A Maria arrivò la lettera, ma non sapendo
d'amore rendeva più struggente il leggere lei la conservò gelosamente in petto. Alla fine,
distacco dalla sua fidanzata Maria. titubante, si rivolse al parroco per la lettura
Nelle pause pranzo a volte vedeva i suoi connazionali raccomandando di non leggere se trovava le frasi
tirare fuori le lettere arrivate da casa e leggerle sconce. Il buon parroco di leggibile vide solo all'inizio il
gelosamente voltando le spalle. Il suo grande cruccio nome Maria e alla fine la parola malta. Tutto il resto
era di essere analfabeta e gli doleva il cuore vedere i erano geroglifici illeggibili e non sapeva cosa dire alla
suoi compagni districarsi in questa magia. Lui era povera giovane.
bravo sul lavoro perché, come si dice, rubava con Questa, stizzita, strappò dalle mani del prete la lettera
l'occhio. Qualche lettera dell’alfabeto la aveva e lo accusò di mentire, perché secondo lei la lettera
memorizzata e si era concentrato sul nome Maria, era un capolavoro d'amore, perché c'erano tralci di viti
perché lo aveva trovato anche scritto sul libro delle e abbozzi di fiori e caldi baci.
18 CENNI STORICI

https://fondazionevajont.org/ 60° anniversario: 9 ottobre 1963 – 9 ottobre 2023

I MORTI DEL BASSO FELTRINO Tra le vittime della tragedia del Vajont ce ne furono anche sei originarie dei
nostri tre Comuni del Basso Feltrino: Giovanni Mozzelin (1934-1963) di Alano; Vittorio Zatta (1917-1963) di
Fener; Agostino Mazzocco (1919-1963) di Quero; Ines Rizzotto (1926-1963) di Quero; Enrico Rizzotto (1912-
1963) di Quero; Floriano Solagna (1902-1963) di Marziai di Vas. In precedenza, durante i lavori di costruzione
della diga, nel 1958 perse la vita anche il querese Gino Mazzocco
Nel 60° anniversario del disastro vogliamo rinnovare anche il loro ricordo.

(M.M.) Nel 2013, in occasione del 50° anniversario le pagine del nostro quindici-
nale ospitarono un articolo di Tina Merlin (19 agosto 1926 - 22 dicembre 1991)
giornalista dell’Unità, nativa di Trichiana, che denunciò per prima la minaccia co-
stituita dalla costruzione della diga della SADE (i primi articoli risalgono addirittu-
ra al 1959) e che per questo fu incriminata, processata e poi assolta dall’accusa
di “diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico”
(«Magari fossi riuscita a turbare l’ordine pubblico», scrisse amaramente sul suo
giornale il 13 ottobre 1963, pochi giorni dopo la catastrofe che costò la vita a
1.910 persone).
Nel 2023, in occasione del 60° anniversario, oltre a risegnalare la testimonianza
di Tina Merlin, vogliamo onorare il ricordo di quella tragedia con un racconto di
Andrea Pietrobon ispirato a quel che accadde in quella notte del 9 ottobre 1963.
Le sue pagine servano come spunto di riflessione, per quanto possa essere
amara, sulla talvolta presuntuosa opera dell’uomo, che non sa ascoltare i chiari
segni che la natura, la storia gli offrono per indirizzare i propri comportamenti.
Non lasciamo passare inosservato questo avvenimento commemorativo, che co-
sì profondamente ha toccato le nostre comunità.
Sul sito della Fondazione Vajont, attiva dal 18 ottobre 2003, che trovate citato sotto l’immagine di inizio pagina, è
possibile consultare molto materiale storico e seguire il calendario degli eventi commemorativi.

Gentile signor Mazzocco,


come certamente sa quest'anno ricorrono i sessant'anni di una tragedia che ha segnato la storia del Veneto e
della nostra Nazione intera: il disastro del Vajont. Su questo evento, che da sempre mi interessa e mi coin-
volge, si possono spendere fiumi di parole. Per quanto accaduto prima, durante e dopo quella tragica notte
del 9 ottobre '63, per i fondamentali spunti di riflessione che risultano a tutt'oggi attualissimi, sul rapporto fra
l'uomo e la natura, sul rispetto degli equilibri ambientali, sulle dinamiche spesso prepotenti degli interessi
economici e del potere, sulle prevaricazioni a danno degli umili…
Sarebbero discorsi lunghi.
Tornando su questi temi di recente, anche grazie a nuove letture e approfondimenti, mi è venuta voglia di
scrivere un breve racconto che Le mando, nel caso anche "Il Tornado" volesse ricordare in una delle prossi-
me uscite quei fatti. Non si tratta di un riassunto storico, di una cronaca, bensì di un racconto di immagina-
zione che magari può trovare spazio accanto a scritti sul medesimo tema più tecnici o basati sulla memoria.
Se riterrà che questo brano possa esserle utile, per me sarà un piacere ritornare sulle pagine della Vostra
pubblicazione. La saluto con stima, Andrea Pietrobon
19 CENNI STORICI

Neve sulle croci di Fortogna


di Andrea Pietrobon
Fine dicembre, anno 1963. Alte, nude montagne chiudono la valle, a levante e ponente. Montagne spoglie, os-
suti profili di roccia contro un cielo di metallo. Un vento teso da nord porta la neve, ora a folate, quasi violenta
ora, calmandosi, la lascia cadere più lieve, pacata. Tutto è avvolto in un biancore lattiginoso e ovattato. Cammi-
no, risalendo dal greto del fiume sconvolto. Supero spezzoni di alberi e detriti che il fresco manto bianco a stento
inizia a celare. Un irreale silenzio mi circonda, sento solo il rumore dei miei passi sul suolo innevato e il mio respi-
ro sotto la sciarpa. Il fiato si fa a tratti affannato, non per lo sforzo, ma dalla forte emozione di quello che mi vedo
attorno. Mi muovo verso un orizzonte incerto, una linea che sembra fuori dallo spazio e dal tempo. Di tanto in
tanto mi fermo e mi giro su me stesso, come se faticassi a ricordarmi chi sono e dove sono. Attraverso lo sparuto
gruppo di case oltre la ferrovia, in alcune il fuoco all’interno è acceso. Poche persone si raccolgono attorno per
sentirne il calore, in questo mesto pomeriggio d’inverno in cui le prime ombre della sera già si infilano tra le stret-
te vie. Vedo la gente attraverso le finestre, intuisco dai volti il loro malinconico contegno. So che poco più su c’è il
cimitero, e loro sono lì, quelli che ci sono. Ci sto per arrivare e la nevicata cresce d’intensità. Ecco, le vedo, sono
davanti alla distesa di croci. Sembra un cimitero di guerra, ma non lo è. Loro non erano soldati, non combatteva-
no contro un nemico. Ignari, indifesi, sono stati strappati dalla vita tutti assieme, tutti nel medesimo tremendo
istante. Erano giovani, vecchi, bambini. Nascituri nel grembo delle madri. Via dalla vita prima ancora di arrivarci.
Padri e madri, figli. Nonni e nipoti. Fratelli. Ma qui ora, sono tutti fratelli. Nevica forte. Neve come un pietoso su-
dario, neve al suolo e neve dal cielo che scende misericordiosa a coprire le croci e le cicatrici di questa martoria-
ta valle, dove oltre questo campo non più case vi sono, solo fondamenta ghiaiose. E silenzio. Cammino attraver-
so la distesa di croci, il mio passo sulla neve e un leggero vento che fa turbinare i fiocchi sono gli unici rumori tra
le montagne oggi. Questo silenzio, carico di memorie, sembra rispecchiare l'altro silenzio, più grande, totale, de-
finitivo, dei paesi che non esistono più. Delle famiglie scomparse per intero, delle contrade rimaste senza voce,
senza anima. Delle molteplici vite e delle vicende umane inghiottite da un indecifrabile destino. Cammino e non
so cosa cerco, quassù. Conoscevo qualcuno di chi ora qui si trova? Non conoscevo nessuno, o forse tutti. Cosa
mi ha spinto a fermarmi tra queste croci? Alcune hanno un nome, una foto. Molte altre non hanno niente per po-
ter pensare a chi, forse, si trova sotto di esse. E qui un grande senso di mistero mi avvolge. Il mistero a cui tutti
pensano è dove siano finiti quelli che qui non sono, ma io penso ad un altro mistero, un mistero più grande. Dove
sono le loro anime? Strappate alla vita tutte nello stesso istante. Possibile siano finite nel nulla? Un uomo con un
pesante pastrano sembra leggermi nel pensiero, si avvicina senza che l'avessi visto o sentito arrivare, tanto la
nevicata in corso attutisce i suoni e sfuma i contorni dando l’impressione che cielo e terra si tocchino. Quando mi
è di fianco alza la testa, coperta da un largo cappello. Arrivo a vedergli gli occhi, chiari. “Lei è di qua?” chiede.
“Ha qualcuno, qua sotto?” “No”, rispondo. “Conoscevo questi paesi perché ci passavo spesso, così tante volte
che sentivo questi luoghi anche un po' miei. E non riesco a capacitarmi di non trovare più niente, oltre quella cur-
va. Non riesco a immaginarmi così tante persone inghiottite nel nulla, tutte assieme, nei medesimi istanti. Giova-
ni, vecchi, bambini, donne con in grembo una nuova vita pronta a sbocciare. Coi loro sogni, le loro storie, i loro
sorrisi, le loro... vite, sì, le loro vite. Tutti nel buio, assieme. Ma dove sono adesso? E non parlo dei loro poveri re-
sti, di quelli ritrovati e degli altri, quelli sperduti e trascinati chissà dove dal fiume impazzito. Mi riferisco ad altro”.
“So a cosa sta pensando”, dice l’uomo . “Ma non perda la speranza, né la fede. Non sono persi nel nulla, le loro
anime non sono andate smarrite. Anche se il dolore che proviamo in questo momento è talmente forte che ce lo
fa dimenticare, e il senso di vuoto che proviamo assomiglia ad un abisso senza fondo. Dentro al quale vorremmo
sprofondare anche noi. Se ascolta bene però le può sentire. Può sentire la loro voce sommessa. Se guarda con
gli occhi del cuore, forse, le può vedere. Loro sono e saranno ovunque, adesso . In questo vento, che assomiglia
a un pianto, che scende dalle montagne e mesto gira attorno alle croci. Nei fiori e nei germogli che nelle prossi-
me primavere porteranno di nuovo la vita in questa valle. Sono in questi fiocchi di neve che dal cielo cadono leg-
geri, silenziosi e pietosi, per cercare ciò che resta di quello che erano in vita ,per coprire le macerie, le ferite della
terra e provare a lenire la sofferenza lacerante che non abbandona chi rimane. Per posarsi con una carezza sul
suolo, su cui sbocceranno i fiori del domani”. Mentre l’uomo parla sto guardando lontano, oltre l’ultima fila di croci
di questo campo diventato cimitero. Il mio sguardo si perde laggiù, lungo il pendio scabro delle montagne di fron-
te. Alla ricerca di un appiglio a cui aggrapparsi, di uno spiraglio di luce. “Vorrei crederle sa, gli rispondo, io non
sono molto avvezzo a questi ragionamenti, non sono molto… credente, sa…. Ma qual è il destino, sì quale sarà il
destino di tutte queste vittime innocenti, e di tutte le vittime innocenti del mondo, di tutte le anime che lasciano la
vita così, scivolando via dalla vita quando la vita scorre impetuosa in loro. Non può essere questa l’ultima parola,
il finale della storia. E il nostro destino , il mio, il suo, quale sarà?” “Non perda la fede, continui a sperare, a cerca-
re”, sento dire dall’uomo, mentre il mio sguardo si perde ancora lontano, in fondo alla valle che non ha più luci di
case e paesi ad accendersi nella sera d’inverno. “Un destino c’è, signore, mi creda”. Sento che un calore strano,
ma buono, si fa largo nel petto mentre ascolto l’uomo, il freddo dell’inverno e la tristezza che mi erano penetrati
fino alle ossa stanno lasciando un po’ la presa. “Grazie, signore” Mi volto per guardare l’uomo, ma non c’è più.
Nella direzione da cui, forse, era arrivato non c’è nessuno. Il vento leviga il manto nevoso e neppure le tracce dei
passi dell’uomo si vedono. Fin dove riesco a guardare, ci sono solo fiocchi di neve che continuano a cadere, fitti,
silenziosi e leggeri. Il cielo scende ad abbracciare la terra, mentre la sera cala sulla valle delle anime innocenti.
20 CRONACA

San Giacomo, che passione!


a cura della Pro Loco di Alano di Piave
Come da tradizione più che trentennale, si è te-
nuta il terzo weekend di luglio la tradizionale fe-
sta di San Giacomo nella Piazza principale. So-
no stati due intensi giorni di festa, con una par-
tecipazione della popolazione elevata.
Il programma prevedeva due serate di festa e
buon cibo, con la possibilità di scegliere tra car-
ne alla griglia, formai alla piastra, sopressa o
formai, il tutto accompagnato dalla polenta di
mais sponcio, da fasoi e dai capuz dell’azienda
agricola “Ai Morer”.
Piccola novità quest’anno, al posto del consue-
to spettacolo teatrale per i bambini abbiamo op-
tato per proporre un pomeriggio di giochi e truc-
ca bimbi, per grandi e piccini. E possiamo assi-
curarvi che non si sono divertiti solo i bambini
ma anche i grandi! C’è stata una bella parteci-
pazione, nonostante fosse una novità, con molti
giochi alternativi ma anche grandi classici!
La Proloco vorrebbe ringraziare tutti i parteci-
panti, che con la loro allegria ci ricarica le batte-
rie e ci da linfa nuova per continuare.
Inoltre vorremmo ringraziare il vicinato della
Piazza, sia per la pazienza dimostrata in quella
settimana, sia per la disponibilità di aiutarci nel-
la riuscita dell’evento.
Un grande e infinito grazie ai volontari, che si
sono prodigati già dal martedì per il montaggio
di tutta l’attrezzatura. Senza il loro prezioso aiu-
to tutto questo sarebbe impossibile da realizza-
re.
Per ultimi, ma non per importanza, vorremmo
ringraziare la ditta Giotto Fratelli che ogni anno
ci “presta” il furgone per poter ospitare e dare un tetto all’orchestra che allieta le serate; l’azienda agricola “Ai Mo-
rer” di Mondin Silvia che ci ha fornito i “Capuz”; la Cooperativa Agricola “La Fiorita” per la farina di Mais sponcio
con cui si è poi fatta la polenta. Ringraziamo tutti quelli che sono passati alla festa e…
ci vediamo l’anno prossimo!

A Schievenin la Messa per la Madonna


foto di Settimo Rizzotto

Il 15 agosto, in Valle di Schievenin, molti fedeli hanno partecipato alla Messa celebrata
da don Fabio Moscato nella grotta della Madonna di Lourdes. In queste foto alcuni
scorci dell’evento a testimonianza della devozione presente nella Comunità locale.
21 CRONACA

Alano: di nuovo Festa di San Lorenzo


a cura del Plotone Esploratori
Nel weekend da venerdì 11 a do-
menica 13 agosto è ritornata la
tradizionale festa di San Lorenzo
ad Alano di Piave dopo ben 4 anni
di interruzione.
Una festa molto sentita da tutto il
paese, che è stata organizzata per
parecchio tempo dalla Schola Can-
torum. A differenza del passato, si
è tenuta in una nuova località, poco
lontana da quella “storica”.
A dimostrazione di un territorio an-
cora vivo, la festa è stata organiz-
zata e gestita dal gruppo Giovani
Esploratori, un'associazione di
giovani del paese, con l’aiuto di
altri volontari.
La festa ha visto una buona parte-
cipazione nelle tre serate e anche
al tradizionale pranzo della dome-
nica. Il menù prevedeva: pastin,
wurstel, arrosticini di pollo e spez-
zatino di cinghiale, accompagnati
da polenta, fagioli e patatine. Un
caloroso ringraziamento va alla fa-
miglia Dal Zuffo che ha concesso
gli spazi per la festa.
E’ giusto ringraziare anche tutti co-
loro che, in qualsiasi modo, hanno
dato il proprio contributo perché tut-
to ciò potesse realizzarsi.
Arrivederci al prossimo anno!

ATTUALITÀ

Neanche un prete per chiaccherar…


(M.M.) Le parole della canzone “Azzurro” di Paolo Conte, cantata da Adriano Celentano, prefigurano un nostro
prossimo futuro? Non vogliamo certo rassegnarci a questa triste prospettiva, ma i segni di una profonda crisi so-
no già ben visibili all’orizzonte e lo stesso Vescovo Claudio Cipolla, nel corso della sua recente visita pastorale
alla comunità della Conca, aveva espresso preoccupazioni o, comunque, indicato possibili mutamenti, anche im-
portanti, nel modo di vivere il nostro essere Comunità che dovrà essere più partecipato. L’inverno demografico, la
denatalità, colpisce anche il settore delle vocazioni, assieme alla secolarizzazione in atto. Il clero si ritrova con
meno sacerdoti giovani e tanti in età avanzata. L’autunno porta avvicendamenti nella conduzione delle parroc-
chie di Alano di Piave e di Quero e i cambi non saranno di facile gestione. Il prete in esclusiva è ormai cosa rara.
I sacerdoti devono dividere il loro impegno fra diverse parrocchie ed il loro compito si fa di anno in anno più com-
plicato, accollandosi problematiche gestionali che assorbono energie che sarebbero meglio destinate al compito
di pastore d’anime e guida spirituale dei fedeli. San Giovanni Maria Vianney, il curato d’Ars, ammoniva: “lasciate
una parrocchia senza prete per vent’anni e vi si adoreranno le bestie”. Non siamo ancora a questo punto, ma è
vero che il rischio di perdere contatto con il gregge è palese. Mentre scriviamo non è ancora ufficiale chi si pren-
derà cura della parrocchia Quero, dopo il trasferimento di don Alessio Cheso, che torna a Padova per concludere
i suoi studi teologici e riprendere lo stato di buona salute dopo il suo recente malessere fisico.
Nel riquadro gli avvicendamenti che riguardano le nostre comunità (Fonte: sito diocesi di Padova).

Don Francesco Settimo, parroco emerito di Alano di Piave, Campo di Alano e Fener, viene nominato collabo-
ratore delle parrocchie di Arre, Arzercavalli, Candiana, Fossaragna e Pontecasale (unità pastorale di Candia-
na), con residenza ad Arre.
Don Giuseppe Bertin viene nominato collaboratore nelle parrocchie di Alano, Campo di Alano e Fener,
nell’unità pastorale di Quero e conclude l’incarico di parroco di Arteselle.
22 ASTERISCO

Dalle sponde del Piave alle coste dell’Islanda


Da Quero a Venezia fino al Grande Nord
Colloquio a distanza tra Gianantonio Alberton e Emma Nicol Pigato
Quero e Venezia sono uniti dallo scorrere del
Piave da secoli, come dimostra il passaggio
degli zattieri che portavano la legna del Cadore
fino alla Serenissima.
La nostra zona, per nulla estranea a scambi
interculturali sin dall’antichità, ha di recente
raggiunto l’Islanda, a sud del circolo polare
artico. Non proprio così vicino come per andare
a Venezia... ma si sa che la musica viaggia
accomunando popoli e culture.
Di questo si tratta, di un viaggio musicale partito
da Quero con scalo a Venezia approdato sulle
coste islandesi.
Una partitura nata e composta nelle nostre valli
dal compositore Gianantonio Alberton, querese
di adozione, ed eseguita dalla saxofonista e
concertista internazionale Emma Nicol Pigato di Marghera, insegnante di
strumento al liceo Marco Polo di Venezia.
Colloqui tra Emma e Gianantonio per i lettori del periodico
“Il Tornado” di Quero Vas
Emma: io e Gianantonio ci siamo conosciuti nel Febbraio 2019 in occasione di un incontro culturale organizzato
dal compositore Antonio Pessetto presso l’Auditorium di Volpago del Montello (TV) nominato Riflessioni a Voce
Alta, che si riproponeva di unire più artisti e compositori per formare un nuovo circolo culturale musicale e per
commentare opere importanti tratte dal repertorio della Musica Moderna e Contemporanea. In quella serata
Gianantonio mi propose la sua idea riguardo una nuova composizione per sax solo, pochi giorni dopo iniziamo
subito a collaborare. Durante il mese di novembre 2020 Gianantonio mi chiede di registrargli alcuni effetti:
risonanza e rumore delle chiavi ovvero rumori e suoni che il sax naturalmente produce.
Gianantonio: riallacciandomi al tuo discorso aggiungo che la composizione si inserisce in un panorama musicale
contemporaneo di ricerca sonora tra suono e rumore, dove i due campi si fondono insieme creando una linea
musicale unitaria. Non si parla di melodia come siamo abituati ad intendere ed ascoltare nel senso classico del
termine, ma di una linea musicale combinata con alcuni effetti strumentali, come hai chiarito tu prima, che
conduce l’ascoltatore dentro sonorità affini al nostro mondo contemporaneo.
Emma: La prima bozza di Kîʽêrōm ʼānōkî mi è arrivata in mail il 22 gennaio 2021 e mi ha subito fatto un’ottima
impressione. Mi piacevano i numerosi slap (che sono colpi di lingua sull’ancia) la rumoristica dei tasti ed i
momenti di distorsione del suono. Mi ha sorpresa anche il tema biblico: difatti si relazionava ad un versetto della
Genesi (cap.3 vers. 8,9,10).
Gianantonio: infatti come hai detto il titolo della composizione è ripreso dalla Genesi, in lingua ebraica si scrive
‫ כי־עירם אנכי‬letto da sinistra a destra e vuol dire perché sono nudo. I versetti narrano il momento in cui Adamo ed
Eva hanno appena mangiato il frutto proibito e si rendono conto di essere nudi.
Emma: da questo versetto ho preso alcune indicazioni che mi hanno anche suggerito l’immaginario adatto per
una prima interpretazione. Eccole:
la scoperta improvvisa dell’uomo della sua nudità del suo essere umano, che ho interpretato essere relativa alla
sonorità distorta; l’idea dei passi di Dio nel giardino, sono rappresentati dagli slap; il versetto Dove sei, ho udito la
tua voce, che deve essere suonato con forza e con gioia, è rappresentato nell’intero dell’opera dalle variazioni
dinamiche per nulla statiche e spesso improvvise e anche dall’energia generale richiesta per far rivivere la
musica che ne scaturisce.
Gianantonio: mi ricordo che ti inviai un commento rabbinico il quale affrontava questa prima disobbedienza
umana nei confronti di Dio con una particolare sensibilità e delicatezza. Questo commento mi ha suggerito l’idea
musicale che mi ha permesso di progettare gli elementi principali della composizione.
Emma: Non ti nego che ho pensato fosse molto difficile, sapevo che alcune combinazioni di effetti, come ad
esempio il frullato legato ad una nota lunga e lo slap legato alla nota che lo precede, mi avrebbero dato del filo da
torcere. Anzi, dato che è uno strumento a fiato il mio... dell’aria da torcere sic!
L’effetto del frullato si compone di... aria ed essa va appunto frullata con alcuni tipi di pronunce. Ad esempio se
proviamo a dire ad alta voce Frrrrr otterremo l’effetto indicato, con l’ancia in vibrazione si otterrà la distorsione del
23 ASTERISCO

suono, come se il mio sax improvvisamente diventasse una chitarra elettrica. Questi effetti mi sono sembrati
essere il cuore della composizione.
Gianantonio: non nego che la mia musica adotta uno stile, come già citato, di ricerca e presenta un linguaggio
molto articolato musicalmente e graficamente. Questa partitura non è esente da difficoltà esecutive e
interpretative, però sapevo chi l’avrebbe suonata e devo dire che, dopo la tua esecuzione, ne sono rimasto
entusiasta e affascinato. Mi hai ricordato un artigiano che ha saputo intarsiare e cesellare ogni nota, passaggio
ritmico ed esperienza sonora con una sensibilità e professionalità unica nel genere, riuscendo a ricreare un
mondo sonoro e interpretativo che ha saputo coinvolgere il pubblico oltre a valorizzare la musica stessa.
Puoi descrivere come l’hai affrontata?
Emma: per dare vita a questa nuova opera di Musica Contemporanea in una prima fase ho studiato e ripetuto
semplicemente le note scritte, ricercando la precisione assoluta. Questa operazione preliminare che, per
scherzare, a volte chiamo decifrare il geroglifico mi può richiedere più o meno un mese. Successivamente,
peccando di presunzione, mi convinco di poter intuire il pensiero del compositore (il tuo in questo caso) e poi ti ho
registrato alcuni frammenti di Kîʽêrōm ʼānōkî. Abbiamo organizzato qualche incontro su Skype da una punta
all’altra del Veneto e sono state anche valutate alcune modifiche alla partitura. Tu sei stato si il creatore dell’opera
ma anche il sarto musico-gestuale che all’occasione ha predisposto ricami e cuciture creando un vestito
sartoriale di fantasia a dir poco... su misura! Poi Kîʽêrōm ʼānōkî ha preso il volo per l’Islanda partecipando al
WindWorks tónlistarhátið un festival di strumenti a fiato per cui sono stata contatta dalla flautista di origini
italiane Pamela De Sensi.
Gianantonio: con Pamela ho avuto degli scambi di messaggi, una persona molto intraprendente. Ho letto che il
Festival è molto conosciuto nella terra del ghiaccio, ed è incentrato sulla musica di autori viventi o comunque che
hanno rappresentato il nostro nuovo millennio. Ha una notevole risonanza, di fatti oltre alla mia composizione
erano presenti musiche di compositori da tutto il mondo. Mi avevi anche riferito, e qualcosa ho visto su
Facebook, che hanno pubblicizzato l’evento fra i vari quotidiani dell’isola ed in una delle radio più importati nel
panorama Islandese. La tua esecuzione da solista è avvenuta i primi di agosto se non vado errato.
Emma: esattamente! Il primo concerto del 3 agosto 2023 al Museo di Storia Naturale Safnahúsið á Húsavík /
Menningarmiðstöð Þingeyinga ed il secondo al 4 agosto 2023 al Museo di Arte Moderna Listasafnið á Akureyri /
Akureyri Art Museum. Vi invito ad ascoltarla sul web dove è presente l’esecuzione dal vivo.
Gianantonio: su YouTube attraverso il tuo canale è possibile ascoltare anche gli altri esecutori che hai
presentato, sono molto interessanti. Ma per concludere dammi il tuo resoconto di questa fantastica avventura.
https://www.youtube.com/channel/UCKdPGnuRWagLQ_RvIaYbmEw
Emma: per me è stata un’esperienza meravigliosa ed indimenticabile, perfetto connubio fra la mia personale
felicità nel poter suonare la musica che mi piace di più e quello di portare con me le composizioni contemporanee
degli autori italiani in giro per il mondo, cosa che rende anche loro felici.
24 LIBRI

Fener, presentato a Villa Gemma Vidal


“Herbarium, piante medicinali delle Dolomiti”
di Silvio Forcellini
E’ sempre bello e appagante ascoltare persone che han-
no il dono di saper affrontare e raccontare, con cognizione
di causa ma rendendo il tutto assai semplice e familiare,
argomenti che sembrano apparentemente destinati ai soli
addetti ai lavori, spaziando in più tra scienza e storia,
aneddoti e tradizione. E’ quel che è accaduto sabato 22
luglio a Fener con la presentazione del volume “Herba-
rium, piante medicinali delle Dolomiti” opera del dottor
Ernesto Riva, farmacista e presidente di Unifarco, che ha
affascinato la platea partendo dalla sua idea di raccoglie-
re, conservare allo stato secco e catalogare le piante me-
dicinali della Valbelluna e decidendo così di mettere a
frutto le sue conoscenze erboristiche acquisite in ambito
familiare e in quello universitario. Un lavoro accurato e
documentatissimo, che ha riguardato 200 esemplari di
piante medicinali, poi archiviate in circa 5.000 bellissime foto in diapositiva. Ponendo l’accento, in ultima battuta,
sull’importanza della salvaguardia del territorio. Se a tutto questo aggiungiamo la bella giornata di sole (a dispetto
delle previsioni meteo), la splendida cornice di Villa Gemma Vidal e la squisita accoglienza della famiglia Vidal,
straordinari padroni di casa, il quadro è completo. La presentazione di “Herbarium, piante medicinali delle Dolo-
miti” era inserita nella serie di incontri di “Rassegna in Villa” promossi dal Consorzio
Valbelluna e, nel caso specifico, anche da Studium, libreria veneziana nei pressi di
Piazza San Marco rilevata dalla famiglia Vidal e non nuova a questo tipo di eventi. La
scelta di Fener, poi, è stata dettata dal grande amore dei Vidal per la nostra zona,
tanto da poterli definire, ormai, feneresi d’adozione. Fu infatti Angelo Vidal (fondatore
della nota azienda e nonno dell’attuale proprietario, Massimo Vidal) che, nei primi an-
ni del Novecento, acquistò dai conti Loredan la villa adiacente la chiesa parrocchiale
di San Michele Arcangelo e che poi rinominò Villa Gemma in onore della sua amatis-
sima consorte dalla quale ebbe ben nove figli. Una curiosità: il leggendario cavallo
bianco della pubblicità del Pino Silvestre, oltre che in Camargue e in altre location da
favola (inclusa Piazza San Marco), ebbe modo di “scorrazzare” anche per i prati fene-
resi nei pressi di Villa Gemma (che molti, qui in loco, chiamano ancora Villa Vidal),
che sono stati tra i primi luoghi in cui si sono consolidate le tecniche per far correre il
maestoso destriero in modo che comunicasse “potenza, bellezza e vitalità”. Restando
in tema di editoria, nel 2020, con uno splendido volume, sono stati ricordati i 120 anni delle attività di famiglia. Al
suo interno vi è l’intenso racconto dei 120 anni della stirpe di profumieri e imprenditori veneziani Vidal, dalla fon-
dazione nel 1900 del primo laboratorio a Venezia ad opera di Angelo Vidal, allo sviluppo industriale di Lorenzo,
Mario e Lino, il successo dei caroselli con il famoso cavallo bianco, fino alla nascita di Mavive con Massimo Vidal
e l'arrivo di Lorenzo e Marco Vidal nel segno della continuità verso l'innovazione e la creatività olfattiva.

Nelle foto sopra: la copertina del volume e il suo autore; nella foto in mezzo: Ernesto Riva tra Massimo e Marco
Vidal; nelle foto sotto: il pubblico presente e Villa Gemma Vidal.
25 CRONACA

Comune di Alano di Piave


Contributi a fondo perduto
a sostegno delle attività
economiche, commerciali e artigianali
Il Comune di Alano di Piave è stato individuato destinatario di un fondo per le annualità
2020, 2021 e 2022 da destinare alle attività economiche commerciali e artigianali che
hanno unità operativa sul proprio territorio comunale. Il bando intende sostenere la ripresa delle attività economi-
che del territorio comunale anche a seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19 e delle misure restrittive imposte
dai provvedimenti governativi ad essa correlati. L’importo di spesa pubblica messa a bando, pari alla quota 2021
del Fondo (seconda annualità), è di € 31.356,00. I beneficiari del presente bando sono le piccole e micro imprese
di cui al decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 18 aprile 2005, indipendentemente dalla loro forma
giuridica, in possesso dei requisiti consultabili sul bando pubblicato sul sito comunale al seguente indirizzo:
https://www.comune.alanodipiave.bl.it/myportal/C_A121/dettaglio/contenuto/bando-concessione-contributi-a-
sostegno-attivita-dpcm-24092020-dgc-n-57-del-31082023
L’importo massimo della spesa ammissibile è pari ad € 2.000,00.
La domanda di contributo va presentata al Comune entro le ore 12,00 del 16.10.2023.
La domanda deve essere presentata, corredata dalla documentazione prevista dal bando, all’indirizzo di Posta
Elettronica Certificata (PEC): [email protected] o a mano all’ufficio protocollo c/o la
Sede Municipale del Comune di Quero Vas in Piazza G. Marconi n. 1 a Quero Vas nei seguenti orari: dal lunedì
al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 12,30.

LETTERE AL TORNADO

Unisciti al coro!
La Schola Cantorum di Alano di Piave cerca nuove reclute!
Se ti piacerebbe entrare in un coro, provando la bellezza del can-
tare a più voci, del sintonizzarsi coi ritmi e con le melodie degli altri
in un clima sereno e conviviale, allora la Schola Cantorum è quello
che fa per te.

Il nostro repertorio spazia dai brani popolari tradizionali, ai canti


sacri, dal gospel a pezzi contemporanei.

Vieni a sentirci e prova a cantare con noi!

Ti aspettiamo a partire da settembre, tutti i venerdì alle 20.30


presso la sede della Schola Cantorum di Alano di Piave.

I familiari di Antonia Masocco


ringraziano
Riceviamo e pubblichiamo il ringraziamento dei familiari di Antonia Masocco ved. Dal
Zuffo, mancata all’età di 96 anni lo scorso mese di agosto:
«Con profonda gratitudine, desideriamo ringraziare di cuore tutti coloro che ci hanno so-
stenuto durante questo momento difficile. Le vostre parole d’affetto e la vostra presenza
hanno reso l’ultimo saluto alla nostra adorata mamma e nonna Antonia un momento di
commovente condivisione e amore».
I figli Fiorelisa, Antonio, Vincenzo, Ivana e i nipoti e pronipoti
26 CRONACA

Tra i 309 partecipanti anche le “leggende” Alessandro “Franco” Gritti e Stéphane Peterhansel

Moto, Alano di Piave ritorna per un giorno


“capitale della regolarità”
di Silvio Forcellini
Alano di Piave ritorna per un giorno “capitale della motoregolarità”.
Domenica 3 settembre, infatti, si è svolta nella nostra conca la set-
tima (e ultima) prova del campionato italiano Gruppo 5, riservato al-
le moto d’epoca. E tutto questo grazie soprattutto al Moto Club
“La Marca Trevigiana”, benemerito sodalizio che nel 1975 e nel
1985 aveva portato ad Alano - fatto davvero storico - addirittura il
campionato europeo. Non a caso, così la gara alanese era stata
presentata in un importante sito del settore, soloenduro.it, a firma
di Enzo Danesi: “L’ultima gara del campionato italiano di regolarità
Gruppo 5 si svolgerà in una cittadina capace di evocare gli anni
d’oro di questa specialità off road; Alano di Piave, in provincia di
Belluno, è stata la prima località italiana a ospitare una prova di
campionato europeo al di fuori della Valli Bergamasche. Era il
1975, l’Europeo aveva la stessa valenza di un Mondiale (ufficial-
mente istituito nel 1990) e per la prima volta la gara si svolgeva nel
nostro Paese in una località diversa da Bergamo, considerata la
patria indiscussa della regolarità italiana”.
La gara del 3 settembre, tre giri con enduro test (ossia la “prova in
linea”) e cross test (ossia il “fettucciato”), ha toccato sia il territorio
di Alano che quello di Quero Vas, ricalcando solo in parte il percor-
so dello “storico” Europeo che una “leggenda” dell’enduro, Stefano
Passeri (vincitore dell’Europeo alanese nel 1985 e in questa occa-
sione ad Alano in qualità di ispettore di percorso), aveva al tempo
definito “altamente selettivo e tra i più tecnici al mondo”. Nella cir-
costanza è stato “adattato” all’età delle moto in competizione e, an-
che, a quella dei partecipanti, ma si è rivelato ugualmente molto
bello e spettacolare, sia per i piloti che per gli spettatori.
Tantissime persone (e tante famiglie con bambini) entusiaste ai
passaggi dei 309 concorrenti, un numero ben al di sopra delle
aspettative, in un fine settimana che ha ravvivato la vita dei nostri
paesi. Le moto d’epoca in gara (alcune delle quali autentiche rarità)
hanno fatto illuminare gli occhi agli appassionati e destato tanti bei
ricordi: Puch, KTM, Zündapp, Husqvarna, Rickman, SWM, Kramer,
Fantic, Ancillotti, Maico, Montesa, Gori, Accossato, Beta… Così
come in molti si sono recati il giorno precedente al “parco chiuso”
(nella prima e seconda foto), presso la piazza di Alano, dove que-
ste “vecchiette”, che rappresentano la storia dell’enduro, facevano
bella mostra di sé (il paddock e la segreteria, invece, erano stati di-
slocati presso la Casa delle Associazioni di Alano).
Tra i 309 protagonisti, anche due “leggende” di questo sport:
l’italiano Alessandro “Franco” Gritti (n. 111, nella terza foto), già
vincitore dell’Europeo alanese nel 1975 e che, nella sua lunghissi-
ma carriera, si è aggiudicato 14 titoli nazionali, 5 titoli europei e 2 di
squadra alla “Sei Giorni”, tanto da essere considerato fra i 15 mi-
gliori piloti al mondo di tutti i tempi, che alla bella età di 76 anni ha
portato al traguardo da par suo una Morini 125, e il francese
Stéphane Peterhansel (n. 522, nella quarta e quinta foto), pilota
sia di motoregolarità che di rally, vincitore di 2 titoli mondiali
nell’enduro e di 14 edizioni della Dakar (sei in moto e otto in auto),
qui in sella a una Yamaha 250. Una citazione particolare anche per
il querese Danilo Giannini, unico pilota locale, e la vicentina Alessia
Pozzo, unica donna in gara.
Il Moto Club “La Marca Trevigiana”, nell’organizzazione (curatissima, come sempre), è stato coadiuvato dal Moto
Club Treviso con la collaborazione del Team Specia, del Moto Club “Motorari”, del Team Gnao Colpi, del Moto
Club “Razza Piave” e dei due Comuni interessati, Alano di Piave e Quero Vas. Dalle pagine de “Il Tornado” gli
27 CRONACA

organizzatori ringraziano i tanti alanesi e queresi che si son dati da


fare per la buona riuscita della gara e coloro che hanno concesso i
fondi dove si è transitato. Una targa in segno di riconoscenza da
parte del Moto Club “La Marca Trevigiana” è stata data, in particola-
re, ad Adriano Ceccotto, Claudio Collavo, Gianni Mondin, Mauro
Tessaro e Rudy Zemke (per il prezioso aiuto dato in questa e in altre
occasioni) e a Cristina Ferrarese e Luigino Medardo (in ricordo di
Lalla e Nico Ferrarese, soci e “anima” del Moto Club, senza i quali
forse non ci sarebbe stato l’Europeo ad Alano).

Le sue lezioni di inglese su Instagram sono seguite da più di 130.000 persone

Manuela Mazzier testimonial Zanichelli


di Silvio Forcellini
Grazie alla crescente popolarità della sua pagina Insta-
gram, dove giornalmente propone delle pillole di inglese, è
diventata il volto social di Zanichelli, celeberrima casa edi-
trice italiana, fondata nel 1859, che pubblica principalmen-
te libri di testo per la scuola, libri universitari e professiona-
li (testi giuridici e di medicina) e dizionari. Stiamo parlando
dell’alanese Manuela Mazzier, laureata in Lingue e che
da circa vent’anni insegna nella scuola pubblica (da set-
tembre all’“Einaudi” di Montebelluna). Manuela, circa due
anni e mezzo fa, ha aperto il suo profilo Instagram, utiliz-
zando questo social diffusissimo soprattutto tra i ragazzi
(ma non solo) per creare dei video e dei contenuti inerenti
all’apprendimento della lingua inglese con un approccio
innovativo e stimolante. In pochissimo tempo, la sua pagi-
na Instagram è cresciuta in popolarità, permettendole di
raggiungere più di 130.000 followers: «Un traguardo che non avrei mai immaginato»,
si schermisce Manuela. La notorietà accumulata in questo specifico campo didattico
le ha quindi permesso di collaborare con il British Council, la De Agostini e la Zani-
chelli (della quale, attualmente, Manuela è testimonial per il dizionario Zingarelli). Le
lezioni di Manuela Mazzier su Instagram si trovano digitando: english_with_manuela.
Tra i suoi 130.000 followers, cui siamo certi si aggiungeranno d’ora in poi molti lettori
del Tornado, figurano anche, in numero cospicuo, famosi personaggi del mondo del-
la politica, dello sport e dello spettacolo.

Un tabellone per informazioni sulla viabilità


segnalazione di Germano Susanetto
I recenti disagi alla circolazione a causa di frane e
smottamenti sulla Feltrina hanno acceso il dibattito
anche all’interno del gruppo internet “Sei di Quero
se…”, tanto da approdare anche sulle pagine della
stampa locale. La proposta, molto semplice, emer-
sa dalle discussioni del gruppo, è quella di installare
un tabellone informativo a Fener ed uno appena
fuori Feltre al fine di dirottare il traffico, in caso di bi-
sogno, su percorsi alternativi in sinistra Piave. Que-
sto eviterebbe che gli automobilisti arrivassero a
metà percorso per trovarsi fermi ed imbottigliati a causa di frane e smottamenti che impediscono la circolazione.
Eventi ormai ripetuti e sempre forieri di pesanti disagi alla circolazione. In foto un esempio nel trentino di un tabel-
lone che informa di code, interruzioni e problemi vari intervenuti lungo la strada. Posti in luoghi strategici consen-
tono, una volta attivati tempestivamente, di dirottare il traffico verso direzioni che consentano il defluire ordinato
delle auto e camion in transito. Un modo per diminuire anche i rischi che si corrono in simili occasioni. La tecno-
logia attuale permetterebbe una gestione da remoto degli avvisi, con minore dispendio di energie e mezzi rispetto
alla mobilitazione in loco di agenti e volontari, non sempre facile da attivare in tempi sufficientemente rapidi.
28 JUDO

Chiusura stagione Sportiva 2022-2023


Per la società Judo Alano l’ultimo periodo della stagione sporti-
va è stato molto intenso. Partiamo prima di tutto da un evento
molto significativo cioè il DECENNALE della società che si è
svolto domenica 21 maggio presso la palestra di Alano di Piave.
E’ stato un giorno molto sentito da tutti, la cui realizzazione e
organizzazione è stata possibile grazie al lavoro e alla parteci-
pazione di atleti e genitori. La società, nata come Judo Alano Di
Piave nel 2012, ma presente nella palestra di Alano fin dal 2004, ha voluto festeggiare l’evento invitando alcune
società del circondario, tra cui Judo Valmareno, Judo Equipe Feltre e Judo Kai Montebelluna. In tatami si sono ri-
trovati una settantina di giovani atleti per un’amichevole di Judo. Molto apprezzata la presenza e gli interventi
dell’Amministrazione Comunale e di Don Francesco.
Il tutto si è concluso con un ricco rinfresco all’aperto particolarmente gradito da tutti i presenti.
Evento documentato dal Gazzettino e trasmesso su Telebelluno nella rubrica televisiva Parole e Immagini dal
Bassofeltrino.
Tra i tanti impegni agonistici, vogliamo citare l’ultima gara della stagione sportiva con la partecipazione al
CAMPIONATO NAZIONALE LIBERTAS svolto domenica 18 giugno
presso il PalaOpitergium di Oderzo (TV). Hanno partecipato gli atleti
Esordienti B Filippo Tessaro, Semelda Drusanovic e Marta Longo.
Grande soddisfazione per i ragazzi che hanno saputo dare il meglio di sé
stessi gareggiando con tanto impegno e coraggio conquistando tutti e tre
una doppia medaglia: (Foto a lato)
Gara shiai:
medaglia d’oro per Tessaro Filippo (cat. -73 kg ESB)
medaglia d’argento per Druzanovic Semelda (cat. -63 kg ESB)
medaglia di bronzo per Longo Marta (cat. -52 kg ESB)
Gara lotta a terra:
medaglia d’oro per Druzanovic Semelda (cat. -63 kg ESB)
medaglia d’argento per Tessaro Filippo (cat. -73 kg ESB)
medaglia di bronzo per Longo Marta (cat. -52 kg ESB)

A.S.D. JUDO ALANO DI PIAVE | Palestra Comunale in Via Don P. Codemo | Tel. 0439 779457 | Cell. 348 0447706
29 ASTERISCO

Il Gelso “confessionario”
di Col Maor
Il racconto di chi lo ha visto crescere per 70 anni: Enrico Rizzotto
“Antico albero monumentale, vive ora nel territorio del Colmaor" raccon-
tava il proprietario Pietro Ceccato ai figli e nipoti. Correva l'anno 1905, al-
lora l'albero misurava circa 5 metri di circonferenza: quanto tempo è pas-
sato e quante guerre ha visto? Colpi di cannone e bombe a centinaia. È
stato sepolto dal materiale utilizzato per costruire gallerie, allo scopo di
nascondersi e difendersi dagli attacchi della Prima Guerra Mondiale
(1915-1918). Battezzato "il confessionario" poiché ci assomigliava, ci si
poteva stare con la pioggia, il sole e la neve. È sopravvissuto a grandi
sbalzi di temperatura, da -20 a +40 gradi, al fulmine che lo ha seccato
all'interno, ma non lo ha distrutto. La sua chioma è servita come riparo
dal sole, come cibo per i cavalieri dei bachi da seta. I ragazzi hanno gio-
cato ai suoi piedi. Quante cose ha visto? Quante cose ha superato?
Quante cose vedrà ancora, se sopravvivrà in questo mondo difficile e in-
quinato? Questo albero ha circa 500 anni,

Evviva gli sposi


Alessandro Curto e Pamela Mazzocco
di Alessandro Bagatella
Dopo anni di “morosamento”, al Dì del firmamento, davanti al sindaco Bruno Zanolla, il
27 agosto 2022, attorniati dai figli Ginevra e Gabriele, da famigliari ed amici.
Dopo un anno di apprendistato i famigliari e parenti tutti augurano una vita di gioia e tan-
ta felicità. Un augurio che ci sentiamo di condividere!

Queresi in pellegrinaggio
dal 28 agosto al 1 settembre
(M.M.) Percorso intenso quello compiuto dal gruppo di fedeli
partito da Quero verso Lisbona, Fatima e Santiago di Compo-
stela. Le foto di Giuseppe Miuzzi testimoniano la loro visita ai
luoghi sacri. Qui a sinistra Santiago de Compostela; sotto: Li-
sbona alla torre di Belém e, infine, don Alessio che officia la
Santa Messa nella cappella delle apparizioni di Fatima. Giorni
pieni, faticosi anche, ma nei quali i pellegrini hanno potuto visi-
tare molti luoghi ricchi di storia e fede, partecipando anche a
funzioni religiose che hanno alimentato il loro desiderio di spi-
ritualità. Non è mancato un assaggio del Cammino di Santiago
per immedesimarsi ancor di più nella figura del pellegrino, che
va cercando pace, conforto e speranza
30 CRONACA

In ricordo di Tarsilla Mondin, 94 anni


di Alessandro Bagatella
Il nove agosto scorso Tarsilla Mondin in Schievenin ha lasciato
la vita terrena per il premio in cui ha sempre creduto, la vita
eterna, sorretta dalla Fede nelle vicende della vita. Tarsilla è
nata a Schievenin da una famiglia contadina ed è vissuta in
montagna accudendo gli animali. Sposata con Romolo
Schievenin formò una famiglia cristiana nella quale sono nati tre
figli: Miranda, Mirca e Vilmer. Da anni rimasta vedova, Tarsilla
ha sempre conservato la propria autonomia vivendo da sola.
Quando serviva, Tarsilla non si tirava indietro, sempre pronta a
dare una mano nelle pulizie della chiesa di Santa Maria, che
frequentava con molta devozione assicurando sempre la propria
presenza ad ogni celebrazione. Ricordo sempre le sue parole:
“Sandro tieni duro, perché altrimenti…”. Quando poteva Tarsilla
forniva i fiori in occasione delle feste paesane. Tarsilla non
voleva andarsene, ma purtroppo una caduta le è stata fatale e
pian piano si è spenta. Al suo funerale a Quero, celebrato da
don Alessio, ha partecipato tantissima gente in segno di
gratitudine per il bene che ha fatto e di vicinanza ai famigliari, ai
quali rivolgo, anche a nome della comunità di Santa Maria, le più
sentite condoglianze.

Ciao, Nonna Tarsilla!


Cara nonna, è una domenica di agosto e se tu fossi ancora
qui, mi avresti telefonato stamattina all’alba esordendo con
“ ’ndòne in montagna, ancòi? Se poderie andar su ale
Bocchette a tòr al formai, o in Barbeghèra a tòr al butiro, o
anca su par al Primiero fin su a malga Cés dove me portea
sempre to nono Romolo a tòr la pana fresca ”. E’ stato così
fino all’anno scorso: con la scusa di raccogliere s-giàsene,
fònc, rustòt, narcisi o anche solo vedere il paesaggio
montano, meglio se di malga, volevi sempre andare in
montagna, preferibilmente sul Grappa. E così la visione
delle mucche era la ghiotta occasione per rovistare nei
ricordi di fanciulla, quando passavi le estati, con fratelli e
sorelle, tra Sassumà ed il Monte Santo, a pascolare con le
capre, a mangiar la polenta con la farina faticosamente
portata in quota ed usando con parsimonia la poca acqua
presente sulla cengia o nei pressi di Pàoda, a dormìr sòt an
stòl, a far erba con la mésòra sui prati erti. Ma facevi fieno
anche a valle, partendo dal Pont de Cagnìn fino ai prà de
aqua o a Quero sui prà del prete (proprietà della
parrocchia). Lo sguardo tuo era sempre sui monti, sia per
rimembrare sia per indovinare il meteo a venire (ghe ne’ na
bruta nèola sul Grapa, mejo star casa!). Adesso, quando
guarderò verso la possente cengia di Prada, guarderò
meglio anch’io tra le valli ed i boschi e l’infinito oltre questi:
guarderò e ti vedrò sempre tra quei prati scoscesi di cui mi
hai sempre raccontato, ma solo oggi capisco l’importanza
di quei sentieri atavici che anche oggi, percorrendoli, mi
parleranno di te e dei nostri avi. Ciao, Nonna Tarsilla. Da
lassù, se puoi, metti una buona parola all’Angelo Custode
che vigila su chi cammina in montagna 😉😉😉😉. Tristano
Tarsilla Mondin (dei Cagnìn)
05-02-1929 / 09-08-2023
31 COME ERAVAMO

Accadde vent’anni fa
a cura di Sandro Curto
- Nel settembre 2003, alla presenza di una settantina di persone, si svolge a Fener la prima edizione di “Via Dan-
te in festa” ideata e organizzata da Andrea Tolaini e Julio Cibin con quest’ultimo nelle vesti di chef a preparare un
gustoso “churrasco”.
- L’alanese Gianni Giacomelli dichiara consacrazione temporanea di vita monastica nella comunità Camaldolese
di Fonte Avellana nelle Marche.
- La trentesima edizione della gita sociale della Pro Loco di Fener ha per metà Vienna con la partecipazione di
oltre cinquanta persone.
- A Fener muoiono l’ex daziere Guido Gaggia, classe 1917, e “Ninetta” Giacomina Durighel vedova Forcellini, a
Uson Luigina Rizzotto vedova Buttol, classe 1920, che per diversi anni aveva gestito l’unico bar della piccola lo-
calità, a Quero Giovanni Dalla Piazza di soli 59 anni e Angelo Rizzotto di 81.

Ieri & Oggi


a cura di Silvio Forcellini

Le stesse foto, …scattate a distanza di diversi


anni.
Le foto a fianco sono state scattate a distanza di
24 anni, ma sempre al Parco del Piave di Fener,
e ritraggono gli alanesi Mirko Gatto e Nicola Lici-
ni, all’epoca (luglio 1999) tra gli organizzatori del
“Music Festival…a tutta birra” e ora (luglio 2023)
tra gli avventori del “Reset Festival”: un ritorno
sul “luogo del delitto”, tanto per capirci.
Nelle due foto sopra, invece, gli alunni della
quinta elementare di Fener con la loro maestra,
Silvana Cappelletto, nel 1985 (ma che li aveva
seguiti per tutti i cinque anni), e gli stessi alunni
38 anni dopo, e sempre con la maestra Silvana,
che si sono ritrovati al ristorante Cartizze di Val-
dobbiadene per una piacevolissima rimpatriata.

I dieci anni della trattoria “al Pescatore”


La "Trattoria al Pescatore" di Pederobba, gestita dalla famiglia alanese Gregolon-Ramirez, venerdì 22 settembre,
alla sera, festeggia i dieci anni di attività assieme ad amici e clienti e con la musica del Trio Porco.

Festival dell’Araldica - Ia Edizione


Si svolgerà a Feltre dal 4 al 15 ottobre
Tutto il territorio veneto è ricco di testimonianze anche araldiche della Serenissima; a
Feltre esse sono particolarmente numerose, impariamo a leggerli.
https://www.visitfeltre.info/evento/festival-dellaraldica-di-feltre-il-programma/
32 MUSICA

Quero accoglie Valdobbiadenejazz 2023

Ingresso libero
Il mese di novembre del 1987 è stato un mese fondamentale nella vita musicale di Gianluca Mosole e Paolo Car-
letto: hanno avuto l'onore di aprire i concerti di Miles Davis al PalaTrussardi di Milano e al PalaEur di Roma. Quel
"modo" di concepire la musica mescolando la cultura e i colori del Jazz e del Funk, che da sempre amavano li
folgorò in maniera definitiva: ormai scorreva nelle loro vene. Nel loro inconscio musicale quelle note avrebbero
continuato ad echeggiare senza mai risentire del tempo che passava: la loro attualità viene ribadita ogni giorno
dall'evoluzione della musica contemporanea. Fu un vero e proprio “Big Bang”. Questo nuovo progetto è una una
“concept band” che rende omaggio a Miles e al suo genio, che ha origine nel suo suono, dagli anni ottanta ai no-
stri giorni. Una domanda: Quale sarebbe stata l'evoluzione del suono di Miles al giorno d'oggi? Questo è ciò che
tramite OverMiles si proverà a trasmettere. Grazie Miles!
Gianluca Mosole: Chitarra e tastiere; Paolo Carletto: Basso; Rob Daz: Tromba; Nicholas Kocks: Batteria
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