Arrivare Al Master
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ARRIVARE
AL MASTER
IL PERCORSO DI UN ALLENATORE
PER FREQUENTARE
L’ULTIMO STEP FORMATIVO:
MA È DAVVERO
UNA QUESTIONE ESCLUSIVA
PER EX GIOCATORI PROFESSIONISTI?
NOTiZiARiO del SETTORE TECNICO
Anno 2022, n°4
TESTATA GIORNALISTICA.
REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE DI FIRENZE
DEL 20 MARZO 1968, N°1911
CONSULTABILE ESCLUSIVAMENTE
IN VERSIONE DIGITALE
DIRETTORE RESPONSABILE
PAOLO CORBI
COORDINAMENTO REDAZIONALE
PAOLO SERENA
FOTOGRAFIE
ARCHIVIO FOTOGRAFICO MUSEO DEL CALCIO,
GETTY IMAGES, PAOLO SERENA
PROGETTO GRAFICO
PAOLO SERENA
@FIGC
L’INNOVATORE
20
CULTURAL INTELLIGENCE
IL CALCIO DELL’ARTE
di GUGLIELMO DE FEIS
40
PER PROPORRE I TUOI ARTICOLI TECNICI 1939: GLI AZZURRI E LA LORO PRIMA PARTITA CON MAGLIE NUMERATE
DA FAR VALUTARE ALLA COMMISSIONE SCIENTIFICA
SCRIVI ALL’INDIRIZZO E-MAIL
TRA NUMERI E GUERRA
in collaborazione con la FONDAZIONE MUSEO DEL CALCIO
[email protected]
ENTRIAMO
nel MERITO
D
avvero la Scuola Allenatori, che ha il suo quartier generale a Co-
verciano, non si basa su un sistema meritocratico?
In pieno luglio, con i campionati fermi, tra le notizie di calcio- nol), Arrasate (Osasuna) e Rubi (Almeria) – hanno ciascuna solo tre al-
mercato che trapelano per i corridoi e riempiono le colonne dei lenatori al via che non abbiano mai giocato nei due massimi campionati,
giornali, alcune interviste di eminenti allenatori, riportate da uno dei mentre la Ligue 1 francese ha addirittura solo un tecnico con queste ca-
più autorevoli quotidiani sportivi italiani, hanno lanciato un allarme: ratteristiche, ovvero Julien Stephen dello Strasburgo.
“Coverciano sbaglia, non premia il merito”. E poi ancora, specificando
la critica e il motivo di tale preoccupazione: “per arrivare a fare il super- Prendendo in considerazione l’ultimo bando2 pubblicato dal Settore
corso da tecnici bisogna aver giocato in Serie A o in B”. Tecnico FIGC per partecipare al corso per allenatori UEFA Pro, è pos-
Da qui nasce la nostra analisi, che ha messo a confronto i cinque mag- sibile notare, dando una semplice occhiata ai meri numeri, come venga
giori campionati europei appena cominciati e che ha analizzato gli ul- data più importanza alla carriera da allenatore che a quella da calciatore:
timi 10 corsi UEFA Pro, che rappresentano il massimo step formativo i ‘tetti massimi’3 dei punteggi ottenibili e attribuiti dalla Commissione
per chi voglia intraprendere la carriera da allenatore. Abbiamo passato sono infatti 35 per il percorso da giocatore e 40 per quello da tecnico. In
in rassegna tutti coloro che, dal 2012, hanno riempito le aule del Centro più, un candidato può ottenere 6 punti per i titoli di studio, 10 per il pun-
Tecnico Federale per seguire le lezioni di quello che viene chiamato an- teggio con il quale si è abilitato al precedente corso per allenatore UEFA
che ‘Master allenatori’. A e 7 per eventuali altri attestati rilasciati dal Settore Tecnico4.
Il nostro approfondimento parte quindi dai cinque maggiori campiona- La parte più interessante del nostro approfondimento riguarda i 274 al-
ti del Vecchio Continente (ovvero ‘Premier League’ inglese, ‘Liga’ spa- lievi che hanno preso parte ai corsi per allenatore UEFA Pro negli ultimi
gnola, ‘Bundesliga’ tedesca, ‘Ligue 1’ francese e ‘Serie A’ italiana) per dieci anni, ovvero dalla stagione 2012/2013 a quella scorsa, la 2021/2022.
cercare di capire quale sia il background calcistico dei tecnici in que- Innanzitutto, per partecipare – essendo le lezioni tenute in lingua italia-
ste competizioni. Solo la Bundesliga – che peraltro è l’unico torneo tra na – bisogna comprendere e parlare fluentemente l’italiano. Così come
quelli nominati ad avere 18 squadre al via e non 20 – ha un numero mag- nulla vieta che tecnici italiani possano seguire i corsi5 in Paesi stranieri,
giore, rispetto alla Serie A, di allenatori che non abbiano mai militato, da così anche allenatori di altra nazionalità possono frequentare le lezioni
calciatori, nei due massimi campionati: ben 8, ovvero Farke (Borussia a Coverciano: negli ultimi dieci anni i corsi UEFA Pro hanno avuto 24
D.), Kramer (Schalke 04), Maaße (Augsburg), Materazzo (Stoccarda),
Nagelsmann (Bayer M.), Tedesco (Lipsia), Terzic (Borussia D.) e Werner
2 Si tratta del Comunicato Ufficiale numero 32 della stagione 2022/2023
(Werder Brema) (https://www.figc.it/media/175071/cu032_2223.pdf).
Se in Serie A questo dato scende a 6 tecnici - con Alvini (Cremonese),
Dionisi (Sassuolo), Gotti (Spezia), Mourinho (Roma), Sarri (Lazio) e 3 Punto 15 del bando.
Spalletti (Napoli) – negli altri tre maggiori campionati europei questa
4 Se i punteggi massimi per la carriera da calciatore e da allenatore, nei
statistica crolla vertiginosamente. Premier League1 - Frank (Brentford),
bandi dei corsi UEFA Pro, non sono stati modificati dalla stagione 2012/2013, così
Rodgers (Leicester), Lage (Wolverhampton) - e Liga - Martinez (Espa- come i coefficienti per le presenze stagionali nei vari campionati, sono stati invece
leggermente aumentati i punti per i titoli di studio (nel 2012/2013 erano al mas-
1 Non risulta in questa statistica l’allenatore del Liverpool, Jurgen Klopp, che simo 5) e sono stati introdotti i punteggi per gli eventuali altri attestati rilasciati
sebbene citato in alcune interviste come allenatore senza un background da gio- dal Settore Tecnico, che dieci anni fa non erano presenti.
catore, ha in realtà al suo attivo ben 325 partite e 52 gol in 2. Bundesliga (l’equi-
valente Serie B tedesca). 5 I corsi rilasciano un’attestazione valida a livello UEFA.
6 Per quel che riguarda gli allievi stranieri, il dato della Serie A – o Serie
B – è stato equiparato a quello dei 5 massimi campionati stranieri. Ad esempio,
Demichelis, con una militanza - tra le altre squadre - nel Bayern Monaco, è stato
considerato come un giocatore di Serie A.
7 o equivalente.
32,5
È LA PERCENTUALE DEGLI ALLIEVI DEI MASTER
- DA QUELLO SVOLTO NELLA STAGIONE 2012/2013 A QUELLO 2021/2022 -
CHE NON HANNO MAI AVUTO UN’ESPERIENZA
COME GIOCATORE TRA SERIE A E SERIE B.
É QUASI UNO SU TRE
La soluzione perfetta nel calcio non c’è e guardavo un po’ a tutti, pren-
Mister, innanzitutto ci può raccontare il lavoro che ha svolto dendo spunti dalle cose che mi convincevano.
recentemente per la FIFA? Inizialmente ho cominciato ad allenare insistendo sulla marcatura a
uomo: il mio calciatore preferito era Tarcisio Burgnich… Poi, guardando
Quella con la FIFA è stata una collaborazione temporanea, che ho avu- al Milan di Sacchi, ho cominciato a sposare la difesa in linea, nonostante
to l’opportunità di fare lo scorso febbraio, durante il Mondiale per club avessi già ottenuto buoni risultati a uomo.
ad Abu Dhabi. Ero con la squadra analisti e abbiamo analizzato tutte le Nel 1993 andai a vedere il Barcellona di Crujiff. Stetti là una settimana
partite della competizione. Avevo la delega a stabilire il miglior gioca- e vidi come lui impostava la squadra con un 3-4-3 all’olandese, ovvero
tore della gara e i migliori tre calciatori del torneo È stata un’esperienza con il centrocampo a rombo: Guardiola basso, Amor e Nadal interni, e
nuova, gratificante, che mi è piaciuta molto, perché ho imparato diverse Bakero trequartista. Ma le chiusure difensive erano abbastanza appros-
cose; si impara sempre qualcosa… Ogni situazione ti dà degli spunti e simative, non era una squadra coordinata sotto questo aspetto; ognuno
‘scatena l’inferno’ nella testa di noi allenatori. andava per conto suo. Presi allora spunto solo da come si muovevano i
tre attaccanti, con Laudrup a sinistra e Stoichkov a destra, che veniva-
no sempre dentro. Non avevano però l’ampiezza, non avevano giocatori
che andavano in sovrapposizione a questi due: Ferrer e Sergi partivano
Gli esterni a piedi invertiti e la difesa a tre sono alcune delle sue
da troppo lontano per sorprendere gli avversari.
intuizioni tattiche che poi molti le hanno copiato: come vengo-
Col tempo misi così giù questa ‘evoluzione’ di quel 3-4-3 ‘olandese’: io
no in mente idee del genere che in qualche modo rivoluzionano non ho inventato niente, io ho modificato un’interpretazione. Ho sem-
il gioco? plicemente messo in linea i quattro giocatori a centrocampo per poter
avere così i due laterali che andassero nello spazio liberato dagli attac-
Certe idee vengono in mente analizzando il materiale a disposizione. Io canti, che nel frattempo venivano verso l’interno. In questo modo au-
sono stato in tutte le categorie, dall’Interregionale fino alla Serie A, e mentava il fattore sorpresa, l’imprevedibilità: non era un terzino che
ho costruito le mie squadre sulle caratteristiche dei giocatori, su quelli partiva cinquanta metri indietro, ma un centrocampista che giocava a
che, come si dice, ‘spostano gli equilibri’. Ho sempre messo al centro del sostegno dell’attaccante.
progetto questi giocatori più qualitativi e poi ho pensato a come proteg- Quindi lo spunto principale per proporre quel 3-4-3 è venuto da quei tre
gerli, a come consentire loro di incidere sulla partita. È per questo che attaccanti – Da Laudrup, Stoichkov e Romario - che giocavano nel Bar-
ho cambiato spesso, quasi sempre, sistema di gioco; perché cambiando cellona di Crujiff e che facevano letteralmente la differenza. Non gioca-
squadra, cambiavano gli interpreti, e quindi non era giusto che io tra- vano l’uno per l’altro, ma in maniera molto individuale. Crujiff era stato
sferissi ‘il mio calcio’, come molti dicono oggi. bravo a disegnare la squadra per sfruttare al meglio la loro intrapren-
‘Il mio calcio’ è sempre stato quello di puntare sui giocatori migliori, denza, le loro qualità…
nascondendo i loro difetti ed esaltandone i pregi. Quindi, da tutto que-
sto, sono sempre nate delle ‘guerre’ con i calciatori, perché i giocatori
vogliono continuare a fare quello che ha consentito loro di arrivare a
Dal 1993 alla stagione ‘96/’97 è passato diverso tempo…
quei livelli: vogliono conservare quello che hanno fatto, non si metto-
no in discussione. Prima di accettare un cambiamento drastico al loro
Ho tenuto nel cassetto questa idea per molti anni e poi, quando ne ho
modo di giocare, vogliono vedere di avere dei vantaggi da tutto ciò. Ma
avuto l’opportunità, l’ho messa in pratica.
specialmente con i calciatori a fine carriera è difficilissimo andare a mo-
Prima di Udine non ho mai trovato terreno fertile per mettere in pratica
dificare la loro interpretazione del gioco.
questo sistema di gioco. Ho aspettato di avere i calciatori adatti, perché
Quindi io sono sempre stato etichettato come uno che ha sempre gioca-
deve essere l’allenatore a mettere il giocatore nelle condizioni di espri-
to in un modo, quando in realtà ho sempre cambiato.
mersi al meglio.
I
la pallina.
l termine inglese ‘consistency’ è sempre più frequente nel vocabola- Ha sostenuto testualmente che “il tennis è uno sport di ripetizione più
rio degli analisti di molti sport. che di spettacolarità” e precisando che solo la maniera di giocare in
La traduzione, in italiano, con ‘consistenza’ non rende perfetta- modo consistente (ovvero in modo solido e coerentemente logico) per-
mente il significato del termine inglese, che infatti spesso viene mette di fare punti in un gioco molto complesso.
tradotto anche con ‘coerenza’. ‘Consistenza’, in italiano, significa soli- In pratica a Kyrgios viene contestato il fatto di essere spettacolare, fan-
dità o resistenza ma, certamente, non ‘coerenza’. tasioso e geniale, ma incostante e non ‘consistente’.
La consistency (e di conseguenza la ‘consistenza’ in senso sportivo an- La differenza tra Kyrgios e Djokovic sarebbe tutta nella ricerca della ge-
che in italiano) sarebbe la capacità di riprodurre sempre la stessa identi- nialità spettacolare da parte del primo rispetto a quella dell’utile consi-
ca performance a prescindere dalle influenze contrarie dei fattori ester- stenza da parte del secondo.
ni o dell’avversario, con un significato complessivo che a questo punto
diventa di ‘resistenza’ insieme a ‘coerenza logica’.
Il tennista consistente per antonomasia, ad esempio, è il fuoriclasse
serbo Novak Djokovic, capace di riprodurre in qualunque condizione, su
qualsiasi superficie e contro ogni avversario, il suo solido ed irresistibile
gioco.
Se il fuoriclasse consistente è il punto di riferimento del tennis moderno
(ed innegabilmente, a prescindere dalla classifica attuale, Novak Djoko-
vic questo è, da molti anni) tutti i tennisti che lo vogliono sfidare cerca-
no di farlo proprio sul piano della cosiddetta consistenza.
Rispetto al passato, oggi gli avversari di Djokovic non solo hanno la pos-
sibilità di vedere genericamente il suo modo di giocare e studiare una
strategia di gioco per contrastarne l’efficacia, ma possono addirittura
sapere, con esattezza statistica, quali siano i suoi punti di forza, da quali
posizioni del campo lui tiri i suoi colpi migliori, in che modo lo faccia, e
con quale percentuale gli riescano.
Il livello di performance di Djokovic, quindi, non è altro - nel mondo
del tennis - che il miglior prodotto esistente sul mercato. La replica di
questa maniera di giocare - quella, cioè, più vicina all’originale - divie-
Non credo che all’allenatore di calcio si debba propinare alcunché di UN’ALTRA DOMANDA ‘PRATICA’. SECONDO LEI, IN UN’INTERVISTA
prodotto ad hoc. Prima di essere un professionista è una persona e un IN CUI SI RISPONDE AD UNA PERSONA IN COLLEGAMENTO,
cittadino. A me il cinema ha dato tanto, come peraltro le vite altrui che DOVE CONVIENE CHE GUARDI L’ALLENATORE
non riuscirò mai a guardare con il distacco del turista. Al cinema ho riso A CUI VIENE POSTA LA DOMANDA ‘DALLO STUDIO’:
e ho pianto, ma sempre cercando di esercitare al meglio il mio pensiero
IN TELECAMERA, VERSO L’INVIATO
critico. Una piccola antologia indispensabile? Comincerei con ‘Les en-
CHE PERÒ NON HA PRONUNCIATO LA QUESTIONE
fants du paradis’ di Marcel Carné, 1945; proseguirei con ‘Orizzonti di
gloria’ di Stanley Kubrick, 1957 e con ‘Un mercoledì da leoni’ di John O IN UNA SORTA DI VIA DI MEZZO, ‘NEL VUOTO’?
Milius, 1978 (anche se sul retroterra ideologico del regista avrei più di
un’obiezione), per arrivare a due nordici dell’epoca attuale: ‘The Reu- Nell’intervista, lo scambio visivo è di fondamentale importanza, perché
nion’ di Anna Odell, 2013 e ‘Forza maggiore’ di Ruben Ostlund, 2014 – è nel volto dell’altro che possiamo leggere tutti quei segnali che ci dico-
Sportivi Edizioni
L
lor nero. Ma fu un evento
uglio 1939. La tensione è crescente in tutta Europa e la Conferen- storico, che anticipò di un
za di Monaco di poco meno di un anno prima, in cui le potenze paio di mesi la numera-
del Vecchio Continente avevano concesso l’annessione di vasti zione sulle maglie dei club
territori della Cecoslovacchia da parte della Germania nazista, di di Serie A: il 17 settembre
fatto aveva solo rimandato lo scoppio di un conflitto dalle enormi pro- 1939, in occasione della
porzioni. Fu l’invasione tedesca della Polonia, il primo settembre 1939, prima giornata del nostro
a dare il la alla Seconda Guerra Mondiale. massimo campionato,
apparirono infatti per la
È in questo contesto che il 20 luglio ’39 la Nazionale italiana di calcio si prima volta i numeri sul
appresta a disputare a Helsinki un’amichevole internazionale contro i retro delle maglie dei club
padroni di casa della Finlandia1; una sfida che avrebbe dovuto essere un italiani.3
gustoso anticipo dei Giochi Olimpici del 19402, in programma esatta-
mente un anno più tardi, il 20 luglio 1940, ma che non presero il via per Dovranno passare 56 anni
via del conflitto bellico. perché in Serie A – a par-
Per questa gara amichevole all’Olympiastadion di Helsinki scende in tire dalla stagione 1995-
campo la Nazionale campione del Mondo in carica, con tutti i suoi gio- 1996 - si abbandoni la
catori più rappresentativi. Gli Azzurri sono al loro sesto impegno – che ‘classica’ numerazione da
diventeranno otto, con due gare disputate poi a novembre, contro Sviz- 1 a 11, in favore di quella
zera e Germania - di quell’anno solare. da 1 a 99, in cui i calciato-
ri, tenendosi lo stesso nu-
mero per tutta la stagione,
1 Nei Paesi scandinavi gli atleti erano formalmente dilettanti per cui nel cal- possano mostrare sulla
cio, anche alle Olimpiadi, potevano giocare le squadre Nazionali maggiori. L’Ita- schiena anche il proprio LA MAGLIA INDOSSATA DA SILVIO PIOLA
lia invece – come avvenne a Berlino ‘36 – ai Giochi metteva in campo una squa- cognome. DURANTE LA SFIDA FINLANDIA-ITALIA DEL 1939
dra ‘di studenti’, che avevano come requisito per partecipare alle Olimpiadi quello È CONSERVATA AL MUSEO DEL CALCIO
di non aver mai vestito la maglia azzurra della Nazionale A.
2 I Giochi della XII Olimpiade inizialmente vennero assegnati a Tokyo, ma la 3 Si rimanda all’articolo dal titolo ‘Diamo i numeri’ a firma Massimo Cervel-
sede fu spostata a Helsinki dopo lo scoppio della seconda guerra sino-giapponese li, uscito sul Notiziario del Settore Tecnico n°6 del 2017, per un maggiore appro-
che coinvolse la Repubblica di Cina e l’impero nipponico. fondimento sulla storia della numerazione delle maglie da calcio.
GIUSEPPE MEAZZA
Giuseppe Meazza ha esordito in Na-
zionale il 9 febbraio 1930, in un’ami-
chevole contro la Svizzera vinta dagli
Azzurri per 4-2.
È stato presente nell’undici schierato
dal Ct Vittorio Pozzo in tutte e due le
finali mondiali vinte degli anni Tren-
ta, sia in quella disputata a Roma nel
1934 che in quella francese del 1938
(nella foto accanto è a sinistra, prima
del calcio d’inizio della sfida contro
l’Ungheria).
In totale ha collezionato 53 presente
in azzurro, chiudendo la propria espe-
rienza in Nazionale contro la Finlan-
dia nel luglio 1939.
Nel proprio palmarés personale, oltre
alle due Coppe del Mondo, figurano
anche due Coppe Internazionali, vinte
sempre sotto la gestione azzurra del Ct
Pozzo.
Davanti a lui, nella classifica dei mi-
gliori marcatori della storia della Na-
zionale italiana, c’è solo Gigi Riva, con
LA PRIMA PAGINA 35 reti in 42 presenze.
DE ‘IL CALCIO ILLUSTRATO’
44
DEDICATA A FINLANDIA-ITALIA
NOTiZiARiO del SETTORE TECNICO
46 Notiziario del Settore Tecnico