Fusioni Orizzontali
Fusioni Orizzontali
Fusioni Orizzontali
December 9, 2022
Una delle conclusioni più importanti che emergono dal modello di oligopo-
lio di Cournot analizzato nel Capitolo 10 è che i protti delle imprese sono
inversamente proporzionali al numero delle imprese operanti su di un determi-
nato mercato. Un altro modo di interpretare questo risultato consiste nel dire
che una riduzione del grado di concorrenza fa necessariamente crescere i prof-
itti. Quindi, dobbiamo attenderci che qualsiasi gruppo di imprese che decidano
di fondersi sotto un'unica proprietà darà vita ad un'impresa caratterizzata da
protti maggiori di una qualsiasi delle imprese esistenti nello status quo ante.
Queste operazioni si deniscono fusioni se le imprese inizialmente indipen-
denti si fondono, appunto, su basi paritetiche, mentre si dicono acquisizioni o
incorporazioni se un'impresa acquisisce la proprietà del capitale di un'altra, la
quale non è necessariamente d'accordo.
Le fusioni vengono solitamente classicate in tre categorie:
Fusioni orizzontali : fusioni tra due o più imprese che operano nello stesso
settore producendo beni analoghi (sostituti);
Fusioni verticali : fusioni tra due imprese legate da una relazione verticale
tra loro; avvengono cioè tra un'impresa che produce un bene intermedio
o input produttivo, e un'impresa che produce un bene nale utilizzando
quel bene intermedio;
Fusioni conglomerate : in questa categoria rientrano tutte le fusioni che non
sono classicabili come orizzontali o verticali; si tratta di quelle la fusioni
che avvengono tra imprese che producono beni completamente diversi,
nessuno dei quali è input per l'altra impresa (es. si fondono un'impresa di
moto da corsa e una di stuzzicadenti)
In questo capitolo ci occuperemo solo di fusioni orizzontali. In particolare, ci
concentreremo sul caso più semplice possibile, ossia quello relativo alla protta-
bilità di una fusione tra imprese di Cournot operanti in un mercato per prodotti
omogenei.
1
Consideriamo un tripolio di Cournot con bene omogeneo, la cui funzione di
domanda di mercato è:
p = a − Q, Q = q1 + q2 + q3
2
Salant, Switzer e Reynolds mostrano che, in generale, una fusione tra m delle
n imprese inizialmente presenti non è prottevole se non coinvolge almeno
l'80% delle imprese.
Questi risultati sono chiaramente paradossali perché trasmettono un messag-
gio poco credibile, e cioè che non dobbiamo temere una fusione, in quanto non
si vericherà a meno che non vi partecipino pressoché tutte le imprese operanti
nel mercato. Questo è in chiaro disaccordo con l'osservazione empirica, e quindi
è necessario anare il modello in modo da fornire una risposta più attendibile.
3
con SC(n) = [Q(n)]2 /2. In particolare, il regolatore autorizzerà la fusione se e
solo se tale variazione sarà positiva. Il benessere sociale in tripolio è:
15 2
BS(3) = (a − c) − 3F
32
mentre in duopolio (dopo l'eventuale fusione) diventa:
4 2
BS(2) = (a − c) − 2F
9
di conseguenza, la fusione è socialmente vantaggiosa, cioè BS(2) > BS(3)
se e solo se:
7 2
F > (a − c)
288
A questo punto, è semplice confrontare i valori soglia di F relativi agli in-
centivi privati e sociali ad eettuare la fusione, in quanto
2
7 2 (a − c)
(a − c) >
288 72
Proposizione: l'intervallo di valori di F per i quali la fusione è socialmente
eciente è un sottoinsieme dell'intervallo dei valori di F per i quali è eciente
sotto il prolo privato.
Tale proposizione implica immediatamente un rilevante corollario.
Corollario: esiste un intervallo di valori del costo sso F all'interno del
quale il regolatore deve opporsi alla fusione in quanto essa riduce il benessere
sociale rispetto allo status quo ante.
Figure 1: