Lezioni Di Giustizia Amministrativa, Travi - SCHEMI
Lezioni Di Giustizia Amministrativa, Travi - SCHEMI
Lezioni Di Giustizia Amministrativa, Travi - SCHEMI
Introduzione
Equilibrio tra potere autoritativo PA e tutela del cittadino → principio di legalità, subordina potere PA a regole.
Interessi giuridicamente riconosciuti tutelati da diritto sostanziale e da istituti di giustizia amministrativa =
assicurare rimedio quando diritto sostanziale venga violato, reazione del cittadino ad azione già compiuta
della PA.
Origini della PA come soggetto speciale → principio della separazione dei poteri. 1789 Assemblea nazionale
e quella costituente dicono che organi giurisdizionali non possono intervenire su PA = potere autonomo.
PA era responsabile verso assemblea legislativa.
Cittadino poteva fare ricorso gerarchico: previo parere Consiglio di Stato, poi capo di stato emana decisione.
1806 Napoleone istituisce commissione del contenzioso in seno a CDS, istruiva ricorsi contro autorità
amministrative. Imparzialità: consiglieri cui non erano dati compiti di amministrazione attiva.
1872 CDS diventa a tutti gli effetti organo giurisdizionale e può decidere il ricorso (giustizia delegata) senza
che debba intervenire capo di stato.
Ordinamento unitario si basa su modello del Regno di Sardegna → ispirato a modello francese di
Napoleone.
Editto del 1831 di Carlo Alberto: istituisce CDS con 3 sezioni consultive.
Problema dei conflitti positivi (due autorità rivendicano competenza) e negativi (entrambe negano
competenza) → parere consiglio dei ministri → proposta ministro interno → parere CDS → decreto reale.
Giudici ordinari non potevano annullare atti amministrativi dedotti in giudizio ma potevano interpretarli. Se
atto era rilevante per decisione → GO poteva rilevarne nullità.
Contenzioso amministrativo
PRO CONTRO
Limiti INTERNI (poteri che GO può esercitare verso PA in controversie di propria competenza)
• sindacato GO su atti amministrativi poteva riguardare solo legittimità e non opportunità
• giudice ordinario non può annullare atto ma può solo disapplicarlo ai fini del giudizio in corso → PA
costretta a conformarsi al giudicato nei limiti del caso deciso → però non c’erano strumenti per rendere
coercibile obbligo PA di conformarsi
Critiche: non vi era uguaglianza tra privati e PA davanti a giudice, CDS escludeva competenza giudice
ordinario quando provvedimento amministrativo fosse emesso a tutela di interesse pubblico perché a PA è
riservata ogni valutazione (lettura molto restrittiva, tutela giurisdizionale del cittadino era limitata).
Legge 5992/1889 → tutela degli interessi demandata a CDS, istituisce QUARTA SEZIONE CDS → decide
ricorsi per incompetenza, eccesso di potere, violazione di legge contro atti di autorità amministrativa (tranne
atti politici) quando non siano di competenza dell’autorità giudiziaria (distinzione interessi da diritti soggettivi)
→ annullamento = tutela successiva.
→ impugnazione provvedimento aveva effetto sospensivo solo su istanza del ricorrente per gravi ragioni.
→ alternatività rispetto a ricorso straordinario a re
Sindacato di merito riservato ad autorità amministrativa e ricorsi gerarchici; attribuito alla IV sezione solo in
giudizio di ottemperanza.
Ricorso a IV sezione esperibile solo contro provvedimento definitivo → prima esperibile ricorso gerarchico.
Dibattito su natura amministrativa o giurisdizionale della sezione IV: parte della dottrina dice amministrativa,
Cassazione riconosce IV sezione come giudice speciale, sue pronunce sono sentenze.
Riforma 1907 - Legge 62/1907 attribuisce carattere giurisdizionale a sezione IV: sezioni consultive (1, 2, 3)
≠ sezione giurisdizionale (4, introduce la 5 - impugnazione tramite ricorso a Cassazione).
Sezione 4 → sindacato di legittimità (generalità dei casi)
Sezione 5 → giurisdizione estesa al merito
Coordinamento: adunanza plenaria
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Sistema differenziava tra interessi legittimi e diritti soggettivi, due diversi giudizi davanti a due diversi giudici
→ necessaria definizione.
Decreto-legge 1948 istituisce sesta sezione CDS e Consiglio giustizia amministrativa regione Sicilia
(equiordinato a CDS).
Verso metà anni ’60 princìpi costituzionali cominciano a influire su norme su indipendenza del giudice →
illegittimità composizione Giunta provinciale amministrativa in sede giurisdizionale → vertenze passano a
CDS in unico grado.
Dopo istituzione TAR, giurisdizione esclusiva estesa a controversie in materia edilizia. Per il resto, niente
novità per un ventennio.
Anni ’90:
* introduzione discipline speciali (a causa della sproporzione tra ricorsi presentati e decisi) per svolgimento
più veloce sulla base dell’importanza riconosciuta da legislatore a certi interessi cittadino
- diritto di accesso a documenti amministrativi (introdotto con L 241/1990)→ giudizio speciale accelerato
- procedure espropriative
- affidamento appalti pubblici
* allargamento materie di giurisdizione esclusiva (controversie atti autorità indipendenti)
Nel 1993 c’è trasformazione di quasi tutti i rapporti dei dipendenti pubblici da pubblicistico a contrattuale →
la privatizzazione del pubblico impiego si basa sul fatto che l'amministrazione e il dipendente costituiscono il
rapporto di lavoro attraverso la stipula di un contratto di lavoro individuale e non invece mediante un atto di
nomina → controversie devolute a GO.
Sent. 500/1999 Corte Cost - riconosce “in via generale” diritto a risarcimento dei danni provocati a interessi
legittimi (no risarcimento indiscriminato, ci sono dei requisiti).
Eccesso di delega del D.Lgs. 80/1998 → L 205/2000 lo ripara ma poi viene dichiarata illegittima per aver
superato limiti giurisdizione esclusiva desumibili da art. 103 Cost.
L 205/2000 dà a GA giurisdizione esclusiva su vertenza risarcitorie per interessi legittimi.
D.LGS. 104/2010 CODICE DEL PROCESSO AMMINISTRATIVO - riordina disciplina del processo
amministrativo, varietà di riti e pronunce.
4. L’interesse legittimo
Non ha fondamento di teoria generale → dibattito aperto su nozione, alcuni elementi propri sono pacifici.
Relativo = posizione correlata all’esercizio di un potere amministrativo → ma neanche la nozione di potere
amministrativo è univoca!
In passato: supremazia dello Stato → incompatibile con ordinamento democratico
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Oggi: rilievo a elementi formali (assoggettamento potere PA a disciplina), situazione esclusiva del diritto
pubblico (diritto pubblico condizione necessaria ma non sufficiente: PA può agire unilateralmente e
comunque possono configurarsi diritti soggettivi).
Indipendentemente da configurazione di interesse legittimo o diritto soggettivo, diritto UE spinge per tutela
efficace verso PA → risultati sostanziali tutela sempre più simili.
Cassazione ha sviluppato da tempo interpretazione comune su identificazione di gran parte delle situazioni
di interesse legittimo; tuttavia ci sono ancora casi controversi.
Criteri usati (anche cumulativamente) per identificare interessi legittimi:
(1) distinzione tra norme di azione (disciplinano potere) e di relazione (disciplinano rapporti intersoggettivi)
→ fondamento positivo di interesse legittimo è quindi norma che fonda potere PA
Giurisprudenza non condivide perché anche norme di azione individuano rapporti intersoggettivi e
anche norme di relazione individuano poteri rispettivi delle parti.
(2) attività vincolata nell’interesse pubblico (si configura interesse legittimo) e nell’interesse privato (si
configura diritto soggettivo)
(3) distinzione tra cattivo esercizio del potere (incompetenza, violazione di legge, eccesso di potere →
illegittimità non incide su efficacia provvedimento → interesse legittimo) e carenza di potere
(straripamento di potere, incompetenza assoluta, carenza presupposti → posizione soggettiva cittadino
rimane quella originaria)
Legge 15/2005 distingue tra nullità (carenza elementi essenziali) e annullabilità.
(4) teoria diritti costituzionalmente tutelati = diritti con protezione maggiore
(1) diritti personalissimi (es nome) → PA non può incidere
(2) diritti definiti come tali (es indennità per esproprio) → attività PA vincolata
(3) diritti importanti costituzionalmente (es salute) → sempre diritti soggettivi, incomprimibili
TITOLARITÀ
❖ differenziazione (interesse diverso e più intenso rispetto a quello di generalità dei cittadini, soggetti
determinati, non posizione diffusa)
❖ qualificazione (sancito e riconosciuto da ordinamento)
→ criteri cumulativi
Interesse proprio del cittadino, non è mera riflessione dell’esistenza di un potere della PA.
Inizialmente tutela interessi legittimi era impugnatoria → valore qualificante a profilo processuale (tutela
eliminatoria, quindi effetto costitutivo → in questo modo però interesse legittimo sorgeva solo quando leso),
Però giudizio di ottemperanza non presuppone provvedimento lesivo e ci sono casi in cui GA ordina a PA di
adottare provvedimenti con contenuto specifico!
Quindi sono le caratteristiche dell’interesse legittimo che condizionano le modalità di tutela e non viceversa.
Interesso legittimo = posizione di diritto sostanziale → tesi suffragata da impianto L 241/90: ha dato rilievo a
interesse del cittadino già all’inizio del procedimento amministrativo. La PA ha migliore conoscenza della
situazione; prescinde da configurabilità lesione o impugnazione → figura attiva che influisce su azione PA.
- legittimità azione amministrativa? No, perché è interesse generico quindi bisogna vedere qual è l'interesse
proprio del titolare dell'interesse legittimo
- titolare
- interesse materiale = interesse personale che esorbita da rilevanza riconosciuta da ordinamento
=> elemento pre-giuridico, extra-giuridico
- interesse legittimo
- altra ipotesi (respinta da dottrina e giurisprudenza): interesse materiale è componente essenziale di
interesse legittimo perché identifica bene della vita cui interesse legittimo è funzionale
Carattere processuale interesse legittimo → tutela è annullamento atto impugnato, non rileva risarcimento.
Fino a fine anni '90: secondo giurisprudenza, art. 2043 cc identificava danno come “ingiusto” solo in
relazione a lesione diritti soggettivi.
Lesione diritto soggettivo → ricorso a GA → annullamento provvedimento → ricorso a giudice civile
per risarcimento
Lesione interesse legittimo → annullamento provvedimento → Cassazione nega risarcimento
Sent. 500/99 Cassazione: art. 2043 cc (responsabilità aquiliana) mira a riparazione danno ingiustamente
subito da soggetto a causa di altro soggetto → tutti gli interessi giuridicamente qualificati.
Per risarcimento è necessaria lesione del bene vita, che può anche essere leso in caso di svolgimento
procedimento amministrativo (quindi anche ritardo nell'emanazione provvedimento o illegittima esclusione da
procedimento amministrativo).
Cassazione diceva che interesse legittimo era posizione di diritto sostanziale ma era specifico rispetto a
diritto soggettivo. Per risarcimento quindi serviva lesione a interesse legittimo e a bene della vita connesso.
L. 205/2000 estende competenza del GA a vertenze risarcitorie → ci furono diversi indirizzi su regime di
responsabilità contrattuale/extracontrattuale, prova elemento soggettivo e prescrizione.
Alcuni misero in discussione tesi della Cassazione e sostennero necessità di pregiudizialità (risarcimento
richiede previo annullamento atto lesivo).
Alcuni riconoscevano risarcimento anche in caso di ritardo nell’emanazione provvedimento favorevole o
illegittima esclusione da procedimento che avrebbe potuto avere esito positivo (in questi casi, bene della vita
non è solo utilità finale)→ interesse legittimo può essere leso non solo in caso di provvedimento illegittimo
ma anche in caso di svolgimento amministrativo non conforme a legge.
→ CDS respinge questa conclusione
→ legislatore accetta questa conclusione e prevede risarcimento del danno in caso di violazione dei termini
del procedimento senza subordinarlo a spettanza esito favorevole del procedimento.
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I princìpi costituzionali sulla tutela giurisdizionale del cittadino nei confronti della PA
La giurisdizione amministrativa assicura una tutela piena ed effettiva secondo i principi della Costituzione e
del diritto europeo.
Art. 117 Cost impone rispetto obblighi internazionali (sentenze gemelle nn. 348-349/2007) → art. 6 CEDU
(diritto di ogni persona a processo equo → recepito in art. 111 Cost. su giusto processo) → tutela dei diritti si
estende a interessi legittimi.
1) GIUDICE
2) AZIONE
Art. 24 Cost
1. Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi → messi sullo stesso piano,
sono posizioni qualificate di diritto sostanziale = diritto d'azione
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2. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento = diritto di difesa
3. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni
giurisdizione.
a. Tutela cautelare (sospensione esecuzione provvedimento per evitare pregiudizio grave e irreparabile)
b. Pubblico impiego: art. 3 (uguaglianza e ragionevolezza) richiamato per equiparare dipendenti pubblici a
dipendenti privati → tendenza ad assimilare regime processuale del lavoro a quello amministrativo (es.
tutela cautelare e mezzi istruttori)
e. Illegittimità arbitrato obbligatorio - in passato Cassazione escludeva che parti potessero rimettere ad
arbitrato vertenze di giurisdizione esclusiva perché arbitrato era alternativo al giudizio civile → L.
205/2000 dice che si può, ma solo arbitrato rituale di diritto = parti devolvono la controversia ad arbitri
con accordo contrattuale (cd. clausola compromissoria).
Leggi speciali hanno previsto forme obbligatorie di arbitrato → illegittime
• esclusione competenza giudice solo per espressa scelta delle parti (quindi ok devoluzione ad arbitri
delle vertenze in certa materia, purché ciascuna parte con atto unilaterale possa declinare competenza
arbitrale a favore di quella del giudice)
• contrasto con art. 24, comma 1, Cost (diritto d’azione)
• contrasto con art. 102, comma 1, Cost (giudice ordinario ha funzione giurisdizionale, non può essergli
tolta da legislatore)
f. Principio del contraddittorio (art. 111 Cost) + parità processuale delle armi (art. 2 cpa) → funzionali al
diritto di difesa → quindi sia in processo cognizione sia in processo esecuzione (art. 114 cpa)
Art. 113 Cost - circostanza che PA sia parte in causa non può giustificare privilegi processuale o limitazioni
alla tutela giurisdizionale del cittadino
1. Contro gli atti della pubblica amministrazione è sempre (no limitazioni) ammessa la tutela giurisdizionale
dei diritti e degli interessi legittimi (piena tutela) dinanzi agli organi di giurisdizione ordinaria o amministrativa.
2. Tale tutela giurisdizionale non può essere esclusa o limitata a particolari mezzi di impugnazione o per
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determinate categorie di atti → disposizione solo per vizi legittimità, non merito → no tutela verso atti politici
(art. 7 cpa) - interpretazione restrittiva: atto esercizio di potere non amministrativo, funzioni disciplinate
direttamente da Costituzione.
3. La legge determina quali organi di giurisdizione possono annullare gli atti della pubblica amministrazione
nei casi e con gli effetti previsti dalla legge stessa → art. 4 legge abolizione contenzioso amministrativo
precludeva a GO di annullare provvedimenti amministrativi ma non è stato costituzionalizzato, quindi norma
che dia a GO potere di farlo non è illegittima.
Atto politico = atto esercizio di un potere diverso da quello amministrativo e riconducibile a funzioni
disciplinate dalla Costituzione → questa interpretazione restrittiva rende art. 7/1 compatibile con art. 113/2.
Corte cost, sent. 161/1971: Il divieto fatto al giudice ordinario di annullare l'atto amministrativo - salvo i casi
espressamente previsti dalla legge - non è in contrasto con l'art. 113 della Costituzione. Questo infatti - dopo
aver affermato che contro gli atti della pubblica amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale
dei diritti e degli interessi legittimi e che tale tutela non può essere esclusa o limitata a particolari mezzi di
impugnazione o per determinate categorie di atti - rinvia alla legge ordinaria di determinare "quali organi di
giurisdizione (ordinaria o speciale) possono annullare gli atti della pubblica amministrazione nei casi e con gli
effetti previsti dalla legge stessa".
Giurisdizione esclusiva: in “particolari materie” tutela diritti soggettivi spetta a GA di regola, anche quando PA
è parte in causa. Assegnazione controversia a GA non si basa su mera partecipazione PA: dev’esserci
collegamento tra materia e posizione di potere della PA → sent. 204/2004 Corte Cost.
Riparto giurisdizione complesso → rischio che cittadino promuova azione contro PA a giudice senza
giurisdizione.
1. Nel giudizio davanti ai tribunali amministrativi regionali è ammesso il ricorso per regolamento preventivo di
giurisdizione previsto dall'articolo 41 del codice di procedura civile. Si applica il primo comma
dell'articolo 367 dello stesso codice.
2. Nel giudizio sospeso possono essere chieste misure cautelari, ma il giudice non può disporle se non
ritiene sussistente la propria giurisdizione.
1. Il giudice amministrativo, quando declina la propria giurisdizione, indica, se esistente, il giudice nazionale
che ne è fornito.
2. Quando la giurisdizione è declinata dal giudice amministrativo in favore di altro giudice nazionale o
viceversa, ferme restando le preclusioni e le decadenze intervenute, sono fatti salvi gli effetti processuali e
sostanziali della domanda se il processo è riproposto innanzi al giudice indicato nella pronuncia che declina
la giurisdizione, entro il termine perentorio di tre mesi dal suo passaggio in giudicato.
3. Quando il giudizio è tempestivamente riproposto davanti al giudice amministrativo, quest'ultimo, alla prima
udienza, può sollevare anche d'ufficio il conflitto di giurisdizione.
4. Se in una controversia introdotta davanti ad altro giudice le sezioni unite della Corte di cassazione,
investite della questione di giurisdizione, attribuiscono quest'ultima al giudice amministrativo, ferme restando
le preclusioni e le decadenze intervenute, sono fatti salvi gli effetti processuali e sostanziali della domanda,
se il giudizio è riproposto dalla parte che vi ha interesse nel termine di tre mesi dalla pubblicazione della
decisione delle sezioni unite.
5. Nei giudizi riproposti, il giudice, con riguardo alle preclusioni e decadenze intervenute, può concedere la
rimessione in termini per errore scusabile ove ne ricorrano i presupposti.
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6. Nel giudizio riproposto davanti al giudice amministrativo, le prove raccolte nel processo davanti al giudice
privo di giurisdizione possono essere valutate come argomenti di prova.
7. Le misure cautelari perdono la loro efficacia trenta giorni dopo la pubblicazione del provvedimento che
dichiara il difetto di giurisdizione del giudice che le ha emanate. Le parti possono riproporre le domande
cautelari al giudice munito di giurisdizione.
Prima: non si facevano salvi effetti processuali e sostanziali, problema soprattutto se veniva proposta
domanda a GO per primo perché i termini di decadenza per ricorso amministrativo sono molto brevi.
Adesso: Corte Cost, sent. 77/2007 - illegittima legge TAR che non fa salvi effetti processuali e sostanziali
domanda → riparto giurisdizione non deve compromettere unità funzione giurisdizionale → art. 11 cpa,
translatio iudicii.
Nella Regione sono istituiti organi di giustizia amministrativa di primo grado, secondo l'ordinamento stabilito
da legge della Repubblica. Possono istituirsi sezioni con sede diversa dal capoluogo della Regione.
Art. 111, comma 8, Cost: Contro le decisioni del Consiglio di Stato e della Corte dei conti il ricorso in
Cassazione è ammesso per i soli motivi inerenti alla giurisdizione → specialità giurisdizioni, perché per altri
giudici speciali ricorso è ammesso anche per violazione di legge.
Limiti esterni della giurisdizione ordinaria = riparto di giurisdizione tra giudice ordinario e GA
Quindi quali elementi della domanda vanno considerati per capire a chi vada giurisdizione?
Una certa legge disciplinava l'emigrazione allo scopo di arginarla, ma non vietava agli armatori di imbarcare
passeggeri per porti esteri. Eugenio Laurens era un armatore con regolare "patente", ma si vide negare la
possibilità di portare passeggeri da una circolare ministeriale.
La questione finì dinanzi alle Sezioni Unite, le quali affermarono la giurisdizione del giudice ordinario, poiché:
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- essendo il diritto di imbarcare passeggeri nato dalla "patente", qualsiasi atto successivo non fa venir meno
la posizione di vantaggio acquisita dal soggetto;
- il Ministro aveva vietato un'attività che nessuna legge gli consentiva di vietare (con terminologia odierna, si
direbbe che aveva agito in "carenza di potere").
[2] Criterio della causa pretendi = titolo/fatti costitutivi su cui si basa azione
→ GA se viene fatto valere int legittimo, GO se viene fatto valere diritto soggettivo ➟ teoria della
prospettazione: non rileva realtà effettiva della posizione ma come viene prospettata dal cittadino negli atti
introduttivi → No! individuazione giudice non spetta a valutazioni di convenienza della parte.
[3] Criterio del petitum sostanziale = effettiva natura della posizione soggettiva, bene concreto della
vita di cui si chiede tutela, accolto recentemente da Cassazione.
Problemi:
- valutazione su giurisdizione è preliminare a quella sul merito → criterio molto astratto
- atteggiamento diverso in difetto di giurisdizione:
• GO rigetta per infondatezza
• GA dichiara inammissibile
Avvento Costituzione: atto amministrativo è solo ciò che è soggetto a regime differenziato → atto
amministrativo = espressione potere della PA. Se PA esercita potere non conferitole dalla legge non ci sono
limiti al potere del giudice → principio di legalità, altrimenti ci sarebbe privilegio processuale.
Altre sentenze (dare, fare, pati) precluse perché loro esecuzione comporta esercizio attività qualificata. No
sentenze costitutive, perché giudice non può revocare atto amministrativo o sostituirsi alla PA in compimento
attività amministrativa → solo ottenuto risarcitorio e no adempimento specifico.
Questo contrasta con princìpi costituzionali, perché per tutela piena e completa del diritto soggettivo verso la
PA, il giudice deve poter emettere la sentenza più idonea a garanzia del diritto → Cassazione, sent.
651/1985: laddove PA non eserciti potere in senso stretto, giudice può emettere sentenza più idonea per
garanzia diritto → D.Lgs. 165/2001: nelle controversie tra dipendente e datore-PA, giudice emette qualsiasi
provvedimento (accertamento, costitutivo, condanna) richiesto da natura del diritto tutelato → principio
generale: adeguatezza tutela rispetto a natura diritti.
Questo non comporta che interesse pubblico sia recessivo verso tutela giurisdizionale perché:
- la base è sempre il principio di legalità;
- cod. civ. prevede ipotesi in cui il diritto del privato è limitato da interesse pubblico.
A parte intervento su atto amministrativo, giudice può pronunciare qualsiasi tipo di sentenza nei confronti
della PA. ✓ Cass. 5838/1983: PA che stipula contratto preliminare esaurisce discrezionalità e viene
assoggettata a diritto comune privato → giudice può emettere sentenze costitutive ex art 2932 cc.
Se obbligo a contrarre viene direttamente da legge (PA non si assoggetta preventivamente a diritto privato)
→ cittadino può chiedere solo risarcimento o fissazione termine per adempiere.
In questo come in ogni altro caso, le autorità giudiziarie applicheranno gli atti amministrativi ed i
regolamenti generali e locali in quanto siano conformi alle leggi.
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procedimento sanzionatorio
ordinanza-ingiunzione
opposizione
Queste sanzioni amministrative erano sanzioni penali che sono state depenalizzate → per questo si ha una
tutela così piena, come per sanzioni penali
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per motivi di sicurezza e ordine pubblico
ricorso a GO
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se straniero si trattiene
entro 48 ore provvedimento dev’essere convalidato dal tribunale. Fino a giudizio di convalida: esecuzione
sospesa
Disposizioni processuali per il giudizio in cui sia parte una PA statale → segue processo comune.
PA statale rappresentata da Avvocatura di Stato (presso ogni Corte d’Appello), non serve specifica procura.
Art. 25 cpc - foro erariale = competenza territoriale a giudice del luogo in cui ha sede avvocatura (tranne
per giudizi di lavoro)
Atti introduttivi notificati a Ministero, in persona del Ministro, domiciliato ex lege presso Avvocatura dello
Stato.
➥ se errore in identificazione Ministero: errore eccepito da Avvocatura in prima udienza → giudice
fissa termine per rinnovare notifica → se tempestiva non dà luogo a decadenze.
GO ha competenza territoriale → tribunale civile del luogo dell’ufficio. D.Lgs. 165/2001 - “Il giudice adotta,
nei confronti delle pubbliche amministrazioni, tutti i provvedimenti, di accertamento, costitutivi o di condanna,
richiesti dalla natura dei diritti tutelati”.
Può disapplicare atti amministrativi che ritiene illegittimi (anche atti amministrativi presupposti, cioè atti di
organizzazione)→ se si impugnano autonomamente a GA, non sospendono giudizio civile → si deve cercare
coordinamento per evitare contrasto: interesse della parte (pronuncia GO può incidere su interesse a
ricorrere in giudizio amministrativo) ed effetti dell’annullamento (annullamento toglie effetti all’atto in giudizio
civile).
destinazione specifica.
Leggi speciali: no espropriazione beni e somme impegnati per servizi pubblici essenziali → dubbia legittimità
costituzionale: si configura privilegio processuale PA? Corte Cost dice che è ok: si tutela interesse pubblico
al regolare svolgimento dell’attività della PA.
Sentenza GO può anche essere eseguita tramite giudizio di ottemperanza: è creditore della PA che sceglie.
1. I provvedimenti del giudice amministrativo devono essere eseguiti dalla pubblica amministrazione e dalle
altre parti.
3. Può essere proposta, anche in unico grado dinanzi al giudice dell'ottemperanza, azione di condanna al
pagamento di somme a titolo di rivalutazione e interessi maturati dopo il passaggio in giudicato della
sentenza, nonché azione di risarcimento dei danni connessi all'impossibilità o comunque alla mancata
esecuzione in forma specifica, totale o parziale, del giudicato o alla sua violazione o elusione.
5. Il ricorso di cui al presente articolo può essere proposto anche al fine di ottenere chiarimenti in ordine alle
modalità di ottemperanza.
7. I RICORSI AMMINISTRATIVI
→ rimedi giuridici diretti ad autorità amministrativa per ottenere annullamento/modifica atto → risultato è
decisione amministrativa (non è un atto giurisdizionale)
- no regole procedimentali giurisdizionali
- atto non ha valore di cosa giudicata
- possibilità di interventi successivi della PA (es. annullamento d’ufficio)
- tutela di interessi qualificati (interessi legittimi o diritti soggettivi)
Principio della domanda = autorità deve attenersi a ricorso e non può introdurre d’ufficio nuovi motivi.
DPR 1199/1971:
1. ricorso gerarchico proprio
2. ricorso gerarchico improprio
3. ricorso in opposizione
4. ricorso straordinario al PDR
generali
≠ tassativi
- gerarchico
- gerarchico improprio
- straordinario - in opposizione
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ordinari
≠ straordinario
- gerarchico improprio
- in opposizione
eliminatori
≠ rinnovatori
- straordinario
(organo può eliminare atto impugnato ma
- gerarchico improprio anche modi carlo/sostituirlo → riforma)
- gerarchico proprio
- in opposizione
solo per vizi di legittimità
≠ anche di merito
- straordinario: perché sistema amm basato su - gerarchico proprio = nuovo esercizio potere
decentramento (art. 5 Cost), incompatibile amministrativo
Provvedimenti lesivi di diritti soggettivi → ricorso amministrativo ordinario è facoltativo (salvi i casi di
giurisdizione condizionata).
Ricorso gerarchico
A CHI Organo sovraordinato a quello che ha emanato atto impugnato → se erroneamente rivolto a organo
diverso da quello competente ma appartenente a stessa PA, viene trasmesso a quello competente.
TERMINE Entro 30 giorni da notificazione/comunicazione/pubblicazione/piena conoscenza.
EFFETTI Presentazione del ricorso non sospende automaticamente esecuzione del provvedimento → solo
per gravi motivi, anche d’ufficio.
Deduzione controinteressati + adempimenti istruttori → decisione anche con poteri istruttori.
Tutela del contraddittorio - organo adito deve comunicare ricorso a controinteressati (dpr 1199/1971), che
entro 20 giorni presentano deduzioni e documenti.
Termine tassativo per decisione → può intervenite anche prima che si concluda scambio di memorie tra le
parti.
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Rapporti con ricorso giurisdizionale: se contro stesso atto viene proposto da stesso cittadino ricorso
gerarchico e ricorso giurisdizionale, prevale quello giurisdizionale (secondo giurisprudenza) per maggiore
tutela → ricorso gerarchico diventa improcedibile se primo, inammissibile se secondo.
↳ possibile lesione tutela del cittadino perché in sede giurisdizionale non può dedurre vizi di merito ma solo
di legittimità.
PA ha dovere di provvedere ma cosa succede in caso di silenzio? Dopo 90 giorni da presentazione ricorso
senza decisione, ricorso si intende respinto → ricorso ad autorità giurisdizionale o straordinario a PDR.
Inizialmente ricorso a CDS era ammesso solo contro provvedimento definitivo → tramite silenzio la PA
poteva evitare emanazione di un provvedimento definitivo.
CDS disse che cittadino poteva impugnare in caso di silenzio previa diffida alla PA → dottrina e
giurisprudenza assimilavano silenzio della PA a decisione di rigetto → non è condivisibile perché nel silenzio
della PA non si può riscontrare alcun atto.
Adunanze Plenarie nn. 16 e 17 del 1989 - silenzio-rifiuto non priva PA di potere di decisione, consente però a
ricorrente di decidere se fare ricorso giurisdizionale/ricorso straordinario o aspettare la decisione del ricorso
gerarchico. Dopo 90 giorni si configura situazione di silenzio-rifiuto e cittadino può notificare diffida e tutelarsi
come nei casi di silenzio-rifiuto.
Rimedio eccezionale, presuppone specifica previsione normativa → legge od ordinamento enti (ricorsi
amministrativi non sono oggetto di riserva di legge, anche se parte della dottrina dice che dovrebbero
esserlo perché incidono su definitività atti).
A CHI Organo non gerarchicamente sovraordinato rispetto a quello che ha emanato l’atto, stessa PA oppure
PA diverse ma legate da rapporti funzionali.
No PA diverse e autonome (come Stato e Regioni), altrimenti si violerebbe principio di autonomia e
avrebbero forme di controllo → CDS dice che ricorsi amministrativi hanno natura giustiziale, non di controllo.
DISCIPLINA Come ricorso gerarchico proprio, salvo singole disposizioni.
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Ricorso in opposizione
Rimedio eccezionale.
A CHI Stesso organo che ha emanato atto impugnato.
DISCIPLINA Come ricorso gerarchico proprio, salvo singole disposizioni.
Si usa in materie come pubblico impiego → raramente usato per diffidenza che PA emanante possa valutare
imparzialmente ricorso.
Ammesso contro provvedimenti definitivi per vizi di legittimità, per annullamento. Solo vertenze devolute a
GA, tranne vertenze elettorali e su affidamento contratti pubblici che hanno giudizi tipici.
Ministero avvia istruttoria, che va completata entro 120 giorni da termine per deduzioni controinteressati. Se
scade questo termine: ricorrente interpella Ministero e deposita ricorso presso CDS
Ministero trasmette gli atti al CDS per parere, emesso da sezione consultiva o Adunanza o commissioni
speciali costituite ad hoc
Legge 69/2009: proposta Ministro dev’essere conforme a parere CDS. CDS può sollevare questioni di
legittimità costituzionale → disposizione anomala perché in questa sede non svolge funzione giurisdizionale.
Quando era Ministro ad avere potere decisorio, non c’era disposizione che garantisse contraddittorio per PA
perché Ministro assicurava garanzia interessi amministrazione → Corte cost. nel 1982 dice che stesse
garanzie dei controinteressati vanno applicate ad amministrazione non statale emanante atto impugnato →
pluralismo amministrativo, Ministro non rappresenta PA nel suo complesso → c’era magari una lesione
dell’autonomia regionale? Vincolatività parere CDS ha superato questo problema.
Ricorso straordinario alternativo a quello giurisdizionale, ma non c’è criterio di preferenza quindi ricorso
straordinario preclude proposizione ricorso giurisdizionale → evitare concorrenza tra CDS in sede consultiva
e in sede di giudice d’appello.
Controinteressati entro 60 giorni da notifica ricorso straordinario possono chiedere trasposizione dinnanzi a
GS → ricorrente si deve costituire entro 60 giorni davanti a TAR.
Corte cost estende questa facoltà anche all’amministrazione non statale emanante atto impugnato; si pensa
valga anche per Ministro.
Nella legge-delega per stesura CPA, ricorso straordinario non era neanche nominato, sembrava istituto
superato ma viene mantenuto. È più veloce che in passato e con nuove disposizioni non c’è pericolo di
ingerenza politica nella fase di decisione.
C’era chi diceva che decisione ha natura giurisdizionale → Cassazione conferma carattere amministrativo.
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8. La giurisdizione amministrativa
Inizialmente questo tipo di tutela era giurisprudenziale (es. anni ’60 CDS ammetteva tutela avverso silenzio
PA), poi c’è stata L 205/2000 e cpa → disciplina unitaria, azioni diverse → sentenze diverse.
Art. 7 cpa:
- giurisdizione generale di legittimità (comma 4) → controversie relative ad atti, provvedimenti,
omissioni che ledano interessi legittimi o diritti patrimoniali consequenziali, anche in via autonoma
• risarcitoria
• impugnatoria
GA dal 1923 può sindacare in via pregiudiziale o incidentale su diritti soggettivi la cui risoluzione sia
necessaria per la questione principale, tranne stato e capacità delle persone e incidente di falso,
perché sono questioni che vanno risolte solo con efficacia di giudicato (sulle questioni su diritti non si
forma giudicato).
- giurisdizione esclusiva (comma 5) → materie indicate dalla legge e in art. 133 cpa: GA conosce in via
principale di diritti soggettivi, anche a fini risarcitori.
Pronuncia del GA ha efficacia di giudicato sia su questioni di interessi legittimi sia di diritti soggettivi
(tranne stato/capacità delle persone e incidente di falso)
Corte Cost 140/2007 - Corte Cost ha affermato che il giudice amministrativo è idoneo a offrire una tutela
piena ai diritti soggettivi, anche costituzionalmente garantiti, coinvolti nell’esercizio della funzione
amministrativa.
Nella sentenza n. 140 del 27 aprile 2007 la Corte costituzionale ha affermato che il giudice amministrativo è
idoneo ad offrire una tutela piena ai diritti soggettivi, anche costituzionalmente garantiti, coinvolti
nell’esercizio della funzione amministrativa.
In questa storica pronuncia, la Corte costituzionale ha ribadito che non osta alla validità costituzionale del
«sistema» dualistico, contraddistinto nel nostro ordinamento dal riparto di giurisdizione tra giudice ordinario e
amministrativo o, in determinate materie, dalla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo (art. 103,
comma primo, Cost.), la natura «fondamentale» dei diritti soggettivi coinvolti nelle controversie avanti al
giudice amministrativo, «non essendovi alcun principio o norma nel nostro ordinamento che riservi
esclusivamente al giudice ordinario – escludendone il giudice amministrativo – la tutela dei diritti
costituzionalmente protetti».
Problema: in art. 133, le disposizioni sulla “materia” non sono omogenee → materia intesa a volte come
istituto generale e a volte come istituti specifici.
“Istituti” contemplati non sono omogenei→ per ognuno mezzi di tutela specifici.
Corte cost. 204/2004 - nel dibattito su possibilità di interpretare estensivamente o restrittivamente norme di
giurisdizione esclusiva, Corte cost dice che interpretazione deve essere rispettosa di art. 103:
l’assegnazione di una materia a giurisdizione esclusiva deve presupporre una relazione tra l’àmbito e il
potere amministrativo.
L'ampliamento delle materie devolute alla giurisdizione esclusiva che il legislatore ordinario ha realizzato nel
biennio 1998-2000, con l'attribuzione al G.A. di un sindacato esteso anche ai diritti soggettivi nell'ambito dei
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servizi pubblici, dell'urbanistica e dell'edilizia, aveva inizialmente fatto pensare ad un sistema di riparto della
giurisdizione tra G.O. e G.A. fondato sui “blocchi di materie”. Si diceva, in sostanza, che il legislatore potesse
attribuire alla giurisdizione esclusiva del G.A. intere materie, indipendentemente dal tipo di situazione
giuridica soggettiva coinvolta.
A tale concezione estensiva del modello di giurisdizione esclusiva ha posto un limite la Corte costituzionale
con la sentenza n. 204/2004 che ha ribadito il ruolo primario del criterio di riparto fondato sulla consistenza
delle posizioni giuridiche azionate in giudizio, individuando l'esistenza di determinati limiti costituzionali alla
discrezionalità del legislatore nell'individuazione delle materie oggetto di giurisdizione esclusiva.
Detti limiti, a giudizio della Corte, sono da rinvenire nel concetto di “particolari materie” di cui all'art. 103, co.
1, Cost.: in sostanza, questa norma, nello stabilire che le materie attribuite alla giurisdizione esclusiva del
G.A. devono essere “particolari” rispetto a quelle devolute alla giurisdizione generale di legittimità, intende
affermare che esse devono partecipare alla loro medesima natura, che è contrassegnata dalla circostanza
che la P.A. agisca come Autorità. Queste particolari materie, dunque, si debbono caratterizzare per la
compresenza di interessi legittimi e diritti soggettivi strettamente connessi tra loro, ossia, a voler riprendere
esplicitamente quanto detto dalla Corte, per “la inscindibilità delle questioni di interesse legittimo e di diritto
soggettivo, e per la prevalenza delle prime”.
In tal senso, la Corte costituzionale ha rammentato che il legislatore ben potrebbe ampliare l'area della
giurisdizione esclusiva, ma a condizione che ciò avvenga “con riguardo a materie (in tal senso particolari)
che, in assenza di tale previsione, contemplerebbero pur sempre, in quanto vi opera la pubblica
amministrazione-autorità, la giurisdizione generale di legittimità”.
Da ciò consegue che sia la mera partecipazione della P.A. al giudizio, sia il generico coinvolgimento nella
controversia di un interesse pubblico, non siano sufficienti a radicare la giurisdizione esclusiva del G.A., che
resta comunque strettamente collegata con l'esercizio del potere pubblico.
Sulla base di tali criteri, la Corte ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 33 del D. Lgs. n. 80/1998,
non solo per il riferimento ad una materia - quella dei servizi pubblici - dai confini estremamente opachi, ma
anche per il riferimento indistinto a “tutte le controversie” ricadenti in tale settore, atteso che tale previsione è
totalmente svincolata dalla natura delle posizioni giuridiche coinvolte, facendo rientrare nell'ambito della
giurisdizione esclusiva del G.A. controversie in cui non vi è alcun inestricabile legame con posizioni di
interessi legittimo e nelle quali, quindi, la P.A. non agisce in alcun modo in veste di Autorità.
Analoghi rilievi sono svolti con riguardo all'art. 34 del D. Lgs. n. 80/1998, che la Corte dichiara
costituzionalmente illegittimo nella parte in cui, comprendendo nella giurisdizione esclusiva, oltre agli “atti e i
provvedimenti” attraverso i quali la P.A. svolge la sua funzione pubblicistica in materia di urbanistica ed
edilizia, anche “i comportamenti”, la estende a controversie nelle quali la P.A. non esercita, nemmeno
mediamente (e cioè avvalendosi della facoltà di adottare strumenti intrinsecamente privatistici), alcun potere
pubblico.
Le argomentazioni contenute nella sentenza analizzata sono state poi riprese dalla stessa Consulta nella
sentenza n. 191/2006, con cui è stata dichiarata l'illegittimità costituzionale dell'art. 53, co. 1, del D.P.R. n.
327/2001 nella parte in cui, devolvendo alla giurisdizione esclusiva del G.A. le controversie in materia di
espropriazioni anche relativamente ai “comportamenti delle pubbliche amministrazioni e dei soggetti ad esse
equiparate”, non esclude i comportamenti non riconducibili, nemmeno mediamente, all'esercizio di un
pubblico potere.
Mentre la sentenza n. 204/2004 ha di fatto ridotto l'ambito oggettivo della giurisdizione esclusiva, ritenendo
che nelle controversie sui comportamenti della P.A. non venga in rilievo l'esercizio della funzione pubblica,
neppure indirettamente, la sentenza n. 191/2006 ha invece chiarito come, anche con riguardo all'attività non
provvedimentale della PA, tutto ruoti intorno al collegamento con l'esercizio del potere pubblico.
Orbene, i principi complessivamente enunciati dalla Corte costituzionale hanno delineato un sistema di
riparto nel quale la giurisdizione del G.A. - sia in sede di legittimità sia (in particolare) in sede esclusiva -
risulta strettamente connessa alla veste autoritativa assunta dalla P.A.
Tale veste è facilmente identificabile allorquando la P.A. esplichi la sua attività attraverso atti e provvedimenti
formali; più problematica è invece l'identificazione della veste autoritativa allorquando l'attività amministrativa
si esplichi attraverso comportamenti: in tale ipotesi “deve ritenersi conforme a Costituzione la devoluzione
alla giurisdizione esclusiva del G.A. delle controversie relative a comportamenti collegati all'esercizio, pur se
illegittimo, di un pubblico potere” (cd. comportamenti amministrativi); mentre “deve essere dichiarata
costituzionalmente illegittima la devoluzione alla giurisdizione esclusiva di comportamenti posti in essere in
carenza di potere ovvero in via di mero fatto” (cd. comportamenti meri).
Cosa fare in caso di lesione causata da comportamento dell’amministrazione senza che ci sia
provvedimento da impugnare? Negli anni ’30 il CDS elabora distinzione tra provvedimenti e atti paritetici =
atti / comportamenti posti in essere da PA come avrebbe potuto porli in essere qualsiasi soggetto di diritto
comune, meramente riproduttivi di un assetto già stabilito in una norma giuridica, quindi espressione di
attività totalmente vincolata → no necessaria impugnazione, no termini di decadenza.
es. pretese patrimoniali in rapporti di pubblico impiego (determinazione compenso)
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Atti paritetici = atti amministrativi (non provvedimenti) coi quali la PA, tenuta per legge a far fronte a un
obbligo posto a suo carico, in relazione ad un rapporto di diritto pubblico di natura patrimoniale, determina
unilateralmente il contenuto dell’obbligo stesso (es. determinazione di stipendi, assegni, emolumenti etc.) in
base ad una mera attività accertativa.
Àmbito giurisdizione esclusiva si allarga → c’è difficoltà di tutela dei diritti soggettivi, quindi cpa
- innova procedimento cautelare
- innova mezzi istruttori
- introduce procedimento per ingiunzione
- introduce sentenze di condanna
- art. 12 cpa - arbitrato rituale di diritto
→ distanza di tutela dei diritti soggettivi nel cpa e nel cpc è diminuita, ma non scomparsa (es. l’ultima parola
va a CDS o a Cassazione → possibile che giurisprudenza amministrativa differisca da civile).
- giurisdizione estesa al merito (comma 6) → già contemplata in Legge Crispi (5992/1889) e in riforma
del 1907. Prevista più spesso in controversie inerenti diritti soggettivi che interessi legittimi.
= capacità GA di adottare pronunce che possono sostituire contenuto atto impugnato in materie
tassativamente elencate in art. 134 cpa.
Prima, la giurisdizione di merito si caratterizzava per poteri aggiuntivi del GA in cognizione e decisione.
Caratteri generali non erano pacifici e c’erano due interpretazioni:
- nella giurisdizione di merito impugnazione è ammessa sia per vizi di legittimità che di merito → piena
sovrapposizione tra attività PA e attività GA questa è l’impostazione che è stata adottata in cpa;
- PA e GA sono diversi istituzionalmente, quindi nella giurisdizione di merito GA dovrebbe conoscere solo
dei vizi di legittimità, poteri più ampi gli consentono di introdurre modifiche conseguenti alle illegittimità
riscontrate.
Problema: nel giudizio di ottemperanza l’oggetto può riguardare attività discrezionali → il GA può agire in via
sostitutiva perché si deve garantire esecuzione del giudicato non adempiuto → effettività della tutela.
Condizioni generali (giudice, verificata la valida instaurazione del processo, deve accertarne sussistenza per
poter entrare nel merito):
1) interesse a ricorrere = interesse a conseguimento utilità o vantaggio materiale / morale con processo
amministrativo → art. 100 cpc - interesse ad agire
Interesse ha sempre rilevanza concreta, anche nelle azioni costitutive (es. se impugno graduatoria devo
dimostrare che attribuzione punteggio corretto mi avrebbe collocata in posizione utile per assunzione).
➡personale
➡attuale (non eventuale, concretamente sussistente adesso)
➡concreto (pregiudizio concreto)
Questa interpretazione però porta a confusione tra interesse a ricorrere e interesse legittimo come
risultato utile a bene della vita → per dottrina e giurisprudenza è meglio tenerli separati.
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Interesse a ricorrere va valutato in ottica negativa = fattore la cui mancanza preclude una pronuncia
sul merito.
Legittimazione a ricorrere →
accertamento negativo di posizione soggettiva
sostanziale.
TIPI DI PROCESSO:
1) cognizione
2) (eventuale) cautelare
3) (eventuale) esecuzione = giudizio di
ottemperanza
Nel cpa la configurazione della tutela si basa sul contenuto della pretesa di diritto sostanziale, cioè l'azione
dev’essere idonea a soddisfare la pretesa → dottrina dice atipicità delle azioni (ammettere la più
appropriata) → però azione costitutiva incide su sfera di autonomia dei soggetti → art. 113, comma 3, Cost
impone riserva di legge
Art. 34 cpa: giudice non può mai pronunciarsi su poteri amministrativi non ancora esercitati.
Art. 34, comma 2, cpa: la contestazione di un provvedimento può avvenire solo con azione costitutiva (il
giudice non può conoscere della legittimità degli atti che il ricorrente avrebbe dovuto impugnare con l'azione
di annullamento) → contestazione della legittimità di un provvedimento può essere svolta solo attraverso
azione costitutiva.
Tutela diritti soggettivi → ammessa azione di condanna al pagamento di somme di denaro (30.1 cpa).
Principio iura novit curia: errore nella qualificazione dell’azione non comporta conseguenze negative.
Non è risultato infungibile (cioè risultato può essere conseguito anche attraverso atti propri della PA come
annullamento d’ufficio → risultato conseguibile anche in via stragiudiziale), ma per annullamento d’ufficio
oltre a lesione dev’esserci anche interesse pubblico.
- generale = sempre ammessa nei casi in cui giudizio investa provvedimento lesivo PA
- necessarietà = contestazione legittimità solo se sia stata esercitata azione di annullamento →
pregiudizialità amministrativa: per risarcimento del danno necessaria impugnazione dell’atto (art. 34.2
cpa)
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Disposizioni su svolgimento giudizio di annullamento hanno portata generale (salvo specifiche disposizioni).
AZIONE DI MERO ACCERTAMENTO (solo per diritti soggettivi in giurisdizione esclusiva, perché per
interessi legittimi è improponibile se sia proponibile impugnazione)
Nel cpa non è espressamente contemplata → desumibile da princìpi generali e giurisprudenza → è prevista
azione di condanna e presupposto di ogni condanna è accertamento.
- oggetto: diritti patrimoniali e non patrimoniali
- termini: termine di prescrizione del diritto (quindi no termine 60 giorni)
- finalità: risolvere situazioni di incertezza; può essere esperita in vista di esecuzione → art. 4 L 1865 dice
che PA è tenuta a conformarsi a giudicato → sentenza di mero accertamento rileva come fatto nel giudizio
di ottemperanza
Art. 31 cpa: azione di accertamento della nullità del provvedimento → quando non sia possibile tutela
costitutiva, che può esserci solo verso atti che producono effetti giuridici.
Termine 180 giorni → scadenza termine non ha effetti su efficacia atto, dopo termine eccezione nullità può
essere sollevata da resistente o d’ufficio.
Dichiarazione di inizio attività (giurisdizione esclusiva) → terzo leso può promuovere azione per accertare
che non sussistono presupposti, così poi PA deve reprimerla → termine breve 60 giorni per esigenza di
certezza dei rapporti giuridici.
AZIONE DI CONDANNA
Introdotta dalla legge TAR per controversie di giurisdizione esclusiva, solo per pagamento somme dovute da
PA → mezzo per costituire titolo esecutivo per esecuzione forzata
• esperibile solo verso PA
• solo obbligazioni pecuniarie, tranne in giurisdizione esclusiva che poteva avere altri contenuti (es. diritto
alle ferie nel pubblico impiego)
Oggetto azione di condanna = domanda risarcitoria (per equivalente o in forma specifica - art 2058 cc)
→ critica passata: così si ha tutela specifica degli interessi legittimi, azione di condanna diventa azione per
adempimento
→ CDS: no, perché alla base ci sono illecito PA + tutela risarcitoria, non è assimilabile al potere sostitutivo
che GA ha nella giurisdizione di merito.
DOMANDA RISARCITORIA
⇩ ⇩
entro 120 giorni da fatto o conoscenza se provvedimento lesivo impugnato
provvedimento ⇩
si chiede risarcimento nelle more del giudizio di
annullamento (anche passati i 120 giorni) o entro
120 giorni da passaggio in giudicato sentenza di
annullamento
Liquidazione del danno: escluso risarcimento danni evitabili con ordinaria diligenza anche con esperimento
tutela → impugnazione provvedimento incide sulla liquidazione
Criticità:
1. la misura del risarcimento è un istituto di diritto sostanziale → estranea a delega di redazione del cpa
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2. art. 1127 cc (concorso del creditore nel danno) non prevede onere del creditore di proporre azioni per
circoscrivere il danno → conformità?
Prima: CDS assimilava silenzio a provvedimento negativo → seppur imprecisa, questa impostazione aveva il
vantaggio di configurare interesse legittimo. Poi giurisprudenza ha superato questa visione pur affermando
che il caso di silenzio si avrebbe comunque una lesione di un interesse legittimo con tutela successiva (una
sorta di azione di mero accertamento).
Legge 205/2005: ricorso fino a un anno dalla scadenza del termine per provvedere → accoglimento → GA
ordina a PA di provvedere entro un congruo termine (di solito 30 giorni). Può anche avere contenuto
specifico, solo quando attività amministrativa sia vincolata e non siano necessari ulteriori adempimenti
istruttori (escluso ordine di provvedere in modo specifico quando siano necessari adempimenti istruttori
comportanti valutazioni complesse, es. discrezionalità tecnica).
Azione avverso il silenzio modellata su azione di adempimento (che nella proposta di cpa elaborata dal
CDS era una species del genus azione di condanna → giudice impone a PA di provvedere nel modo in cui
avrebbe dovuto provvedere se avesse agito legittimamente).
Nel testo finale del cpa non c’è l’azione di adempimento ma si trovano riferimenti:
• formulazione generale dell’azione di condanna, perché può avere ad oggetto l’adozione di misure idonee a
tutelare posizione giuridica dedotta in giudizio;
• obbligo di notifica a eventuali beneficiari atto illegittimo (controinteressati).
→ questo porta a pensare che ci sia principio di atipicità delle azioni (ad oggi comunque modello dell’azione
di adempimento si trova solo in azione contro il silenzio).
Il silenzio costituisce quindi un mero comportamento inerte in cui manca ogni espressione volontaristica
dell’amministrazione ed assume una connotazione giuridica solo nei casi in cui la legge gli attribuisce un
valore tipico. In tali casi di silenzio significativo, la norma qualifica il comportamento inerte
dell’amministrazione protrattosi oltre un certo termine come equivalente ad un provvedimento a contenuto
positivo (silenzio accoglimento) o negativo (silenzio diniego).
Quando la legge non qualifica il silenzio in senso provvedimentale, si è di fronte ad un comportamento
omissivo dell’amministrazione, variamente definito come silenzio inadempimento o silenzio rifiuto o silenzio
non significativo.
In particolare, ci si è preoccupati di prevedere rimedi nelle ipotesi di inerzia dell’amministrazione a fronte di
una istanza volta ad ottenere non già una decisione su ricorso, bensì il rilascio di un provvedimento
favorevole.
La regola, salvo disposizione contraria quando l’amministrazione rimane inerte, è quella del silenzio-
assenso, che è una delle tipologie del silenzio significativo.
Tuttavia, nell’attività amministrativa, si verifica, a volte, che le istanze formulate dai privati non siano decise
con atti espressi o non siano decise affatto.
Il silenzio della P.A., infatti, può concretizzarsi in un comportamento omissivo dell’amministrazione di fronte
ad un dovere di provvedere, di emanare un atto e di concludere il procedimento con l’adozione di un
provvedimento entro un termine prestabilito.
Il silenzio diniego e il silenzio rigetto, quindi, sono due ipotesi differenti di silenzio amministrativo in cui le
norme attribuiscono espressamente all'inerzia dell'amministrazione una qualificazione giuridica negativa.
Nel silenzio-diniego, decorso inutilmente un determinato periodo di tempo, il silenzio della P.A. equivale ad
un provvedimento di diniego dell’istanza proposta.
L’ipotesi del silenzio-rigetto, invece, si verifica in caso di mancata pronuncia sul ricorso gerarchico. In questo
caso, infatti, il ricorso si intende rigettato e di conseguenza il ricorrente ha la possibilità di adire la sede
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giurisdizionale entro 60 giorni dalla formazione del silenzio, in relazione agli stessi motivi dedotti in sede
gerarchica.
In entrambi i casi, comunque, ci troviamo di fronte ad ipotesi di silenzio significativo della P.A. a cui
corrisponde un interesse pretensivo da parte del privato ad ottenere, in via giudiziale, un provvedimento
espresso.
Diniego di accesso non è propriamente oggetto del ricorso, ma oggetto vero e proprio del giudizio è
sussistenza condizioni per diritto del cittadino di accedere (infatti è di giurisdizione esclusiva). Accertato il
titolo di accesso del cittadino si esaurisce attività discrezionale.
AZIONE PER L’EFFICIENZA DELLA PA (rito speciale): introdotta da D.Lgs. 198/2009, si è detto che
sarebbe stata disciplinata da decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ma ancora niente (fino a quel
momento, dubbia operatività).
Tutela pretesa dei cittadini a:
- corretto svolgimento funzione amministrativa (mancata emanazione atti generali)
- corretta erogazione servizio pubblico
Presupposti per legittimazione attiva: ① titolare interesse legittimo / diritto soggettivo omogeneo a pluralità di
utenti, ② lesione diretta + concreta + attuale derivante da inadempimento PA o concessionario di pubblico
servizio, consistente in:
(1) violazione standard qualità / economici
(2) modalità e tempi indicati in carte di servizi
(3) mancata emanazione di atti obbligatori non aventi carattere normativo entro termine
(4) mancato esercizio poteri di vigilanza e di sanzione
(legittimazione attiva anche ad associazioni / comitati a tutela dei propri associati)
inadempimento PA / concessionario
⇩
diffida ad adempiere entro 90 giorni, notificata a organo di vertice
⇩
inadempimento / adempimento parziale → ricorso entro 1 anno da scadenza 90 giorni per adempimento
⇩
udienza fissata d’ufficio tra il 90esimo e il 120esimo giorno da deposito ricorso
regime di pubblicità in modo da consentire intervento di altri utenti (fino a 20 giorni liberi prima di udienza)
⇩
accoglimento ricorso → GA ordina di porre rimedio entro congruo termine
(non può disporre risarcimento danno o misure che comportino maggiori oneri per finanze pubbliche)
(per risarcimento danno: adire vie ordinarie)
⇩
se persiste inadempimento
⇩
giudizio di ottemperanza
23 di 46
I grado: TAR, hanno sede in capoluoghi di Regione con alcune sedi distaccate
II grado: CDS e Consiglio Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia
TAR Bolzano ha competenze in più (bilanci regionali e provinciali, vertenze su gruppi linguistici) → nelle
competenze eccezionali, ha competenza funzionale e giudica in unico grado. Nelle altre materie: impugnabili
a CDS, almeno un consigliere deve appartenere a gruppo linguistico tedesco.
Prevalenza:
- criterio efficacia non si applica a enti locali o a organi periferici di amministrazioni nazionali → si applica
sede dell’organo
- foro del pubblico impiego è speciale, cede il passo quando siano impugnati
• atti di ente ultraregionale con contenuto inscindibile diretto a generalità dipendenti
• atti di ente ultraregionale con contenuto inscindibile diretto a pluralità dipendenti che lavorano in sedi
sotto circoscrizioni di più TAR
Cumulo soggettivo (più ricorrenti, stesso atto) → criterio del pubblico impiego o dell’efficacia atto solo se per
tutti i ricorrenti l’atto esaurisca efficacia in circoscrizione TAR o tutti ricorrenti lavorino in unica circoscrizione.
Cumulo oggettivo contro atti connessi, uno presupposto e l’altro applicativo e impugnazione sarebbe di
competenza di due TAR diversi → TAR Lazio.
Prima del cpa la rilevabilità della violazione della competenza non era d’ufficio ma c’era apposito
procedimento (regolamento di competenza dinanzi a CDS)
Sono devolute funzionalmente alla competenza inderogabile del Tribunale amministrativo regionale del
Lazio, sede di Roma, le controversie indicate dall'articolo 135 e dalla legge.
→ vanno a TAR Lazio perché sono interessi generali non frazionabili → Corte Cost dice ok, anche se non
trova riscontro in art. 125 Cost
Riparto competenze tra sezioni giurisdizionali del CDS (4-5-6) ha solo rilievo interno. L 133/2008: Presidente
può disporre che funzioni consultive siano chiamate a svolgere funzioni giurisdizionali.
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Singole sezioni non possono disattendere principio enunciato da adunanza plenaria → se c’è dissenso →
rimettono riscorso ad adunanza plenaria.
Adunanza plenaria può enunciare principio di diritto se materia si di particolare importanza ma non possa
entrare nel merito.
Sentenze TAR Sicilia → appello a Consiglio Giustizia Amministrativa Regione Sicilia (equiordinato a CDS
con sentenza Corte cost 1975) → può deferire a adunanza plenaria questioni controverse.
1) RICORRENTE
= suo interesse/diritto identifica posizione giuridica su cui verte il giudizio. Dev’essere posizione specifica.
Ha la piena disponibilità del ricorso → può rinunciare senza che le altre parti accettino.
Ricorso collettivo => più soggetti con posizioni omogenee.
2) PA RESISTENTE
= ente pubblico o Ministero (non organo) - art. 42, comma 2, cpa
Non subentra nel processo in posizione di autorità: soggetta a regole processuali, parità.
Interesse specifico: mantenimento del suo atto, impugnato dal ricorrente.
3) CONTROINTERESSATI
= titolari di interesse qualificato a conservazione dell’atto impugnato.
Identificazione:
• requisito sostanziale: utilità
• requisito formale: identificato o facilmente identificabile in base ad atto amministrativo impugnato →
evitare al ricorrente oneri di notificazione eccessivi.
Controinteressati non intimati / sostanziali (non identificati nell’atto) possono intervenire e proporre
ogni difesa ammessa + possono proporre ricorso incidentale + possono proporre opposizione di terzo.
Intervento iussu iudicis → giudice ordina chiamata dei controinteressati.
Notifica ricorso ad almeno un controinteressato → art. 49 cpa: integrazione contraddittorio verso gli altri.
Se non c’è integrazione → controinteressati possono intervenire spontaneamente → no preclusioni per
avanzamento processo.
Art. 24 Cost: garanzia di tutela giurisdizionale del controinteressato dev’essere pari a quella del ricorrente →
ricorso incidentale = impugna a sua volta ricorso per far valere vizi il cui accertamento porta risultato a lui
favorevole → può impugnare anche atto diverso da cui dipenda legittimazione / interesse ricorrente.
Giurisdizione esclusiva: i soggetti nei cui confronti si configurerebbe litisconsorzio necessario in processo
civile sono parti necessarie in processo amministrativo.
PARTI NON NECESSARIE (interventori) (non puntualmente individuate - art. 28 cpa dice “chiunque vi abbia
interesse”) entrano in processo con notifica atto di intervento ex art. 50 cpa.
Prima del cpa: giurisprudenza escludeva partecipazione cointeressati (interesse legittimo analogo a
ricorrente che avrebbero potuto impugnare autonomamente atto).
Cpa favorisce accorpamento di contestazioni di più parti verso medesimo atto: cointeressato può intervenire,
ammesso che non siano ancora scaduti i termini per il suo ricorso principale. Intervento litisconsortile →
accettano stato e grado del giudizio.
Giurisprudenza ammette intervento a tutela di interesse dipendente da quello di una parte necessaria (es.
inquilino sostiene proprietario, che impugna ordinanza sindaco che dispone lavori).
Esclusi meri interessi di fatto e interesse al precedente (chi interviene per far dichiarare principio di diritto
utile per sua altra controversia).
L'intervento adesivo dipendente è consentito al terzo che intenda sostenere le ragioni di una delle parti,
avendovi un proprio interesse non meramente di fatto ma giuridico.
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Il terzo deve dunque presentarsi come titolare di un rapporto giuridico connesso con quello dedotto in lite o
da esso dipendente e la connessione deve comportare un pregiudizio del diritto di cui il terzo stesso si
asserisca titolare nell'ipotesi di soccombenza della parte originaria; è necessaria, cioè, la titolarità di una
situazione sostanziale collegata al rapporto dedotto in giudizio, tale da esporre il terzo agli effetti
riflessi del giudicato.
Se, invece, il terzo ha un interesse di mero fatto a che una delle parti del rapporto principale risulti vittoriosa,
non può essere riconosciuta alcuna legittimazione ad intervenire ad adiuvandum.
Giurisprudenza recente e cpa: soggetti titolari di un interesse giuridico autonomo alla conservazione dell’atto
impugnato (es. vicino rispetto all’annullamento del permesso di costruire) → status particolare: pur non
essendo parti necessarie, se intervengono possono proporre ogni ordine di difesa e possono impugnare la
sentenza loro sfavorevole (art. 102, comma 2, cpa).
CONTRADDITTORIO (art. 101 cpc, art. 111 Cost, art. 27 cpa) = giudice non può pronunciarsi su
domanda se prima non sia stato integrato contraddittorio verso tutte le parti necessarie.
Novità introdotte da cpa:
1) bilanciamento tra garanzia del contraddittorio e celerità: integrazione del contraddittorio non è necessaria
se ricorso è manifestamente irricevibile, inammissibile, infondato
2) contraddittorio pienamente integrato anche nella fase cautelare → contrasta con carattere di urgenza
delle misure cautelari? No, perché prima del contraddittorio possono esserci delle misure cautelari
provvisorie.
IMPULSO DI PARTE: perenzione se entro 1 anno da deposito ricorso una delle parti costituite non
chiede fissazione udienza di discussione (tranne in casi decisi in camera di consiglio - silenzio, accesso,
ottemperanza → camera di consiglio fissata d’ufficio).
Se da deposito ricorso passano 5 anni (e non c’è ipotesi di perenzione) → segreteria comunica avviso a
ricorrente → ricorrente entro 120 giorni deve presentare nuova istanza di fissazione udienza → altrimenti
perenzione.
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Il processo amministrativo si svolge secondo le disposizioni del Libro II che, se non espressamente
derogate, si applicano anche alle impugnazioni e ai riti speciali.
GIUDIZI D’IMPUGNAZIONE
Comunicazione / pubblicazione / piena conoscenza atto lesivo → entro 60 giorni → notifica alle parti (PA e
almeno un controinteressato) → entro 30 giorni da ultima notifica → deposito al TAR originale ricorso con
prova notifica.
Contenuti necessari:
1 - organo destinatario
2 - generalità ricorrente, difensore (+ procura speciale) e altre parti necessarie
3 - oggetto (atto impugnato)
4 - fatti
5 - conclusioni (in via istruttoria = mezzi di prova, nel merito = provvedimenti richiesti)
Nullità (art. 44 cpa): difetto sottoscrizione, incertezza sulle persone, incertezza su oggetto domanda.
Irregolarità (ma non nullità): collegio può richiedere a parte di rinnovare l’atto.
Ricorrente deve identificare puntualmente ordine di provvedere nei confronti della PA inerte.
GIURISDIZIONE ESCLUSIVA
Se viene fatto valere un diritto (e non impugnato un atto) si deve identificare contenuto pretesa e
fondamento (indicazione titolo/fatto costitutivo del diritto).
Notifica PA statale: Avvocatura dello Stato nello stesso distretto del TAR competente (se TAR competente è
TAR Lazio o CdS → Avvocatura Generale dello Stato).
Stesse regole processo civile: per notificante, si guarda data consegna ad agente notificatore o timbro
postale; per destinatario, si guarda ricezione o altri termini previsti.
Tesi 1: alcuni giudici negano che termine per ricorrere decorra da conoscenza generica dell’atto →
questo sulla base di dovere della PA di notificare a specifici destinatari + dovere della PA di mettere
a disposizione testo completo
Tesi 2: piena conoscenza dell’atto = conoscenza degli elementi essenziali dell’atto e quindi della sua
lesività → impostazione accolta da giurisprudenza maggioritaria
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Inosservanza del termine per errore scusabile: si può chiedere rimessione in termini (art. 37 cpa) →
apprezzamento equitativo del giudice, rigore norma processuale non deve sacrificare diritto della parte a
decisione nel merito (inizialmente era prevista per ipotesi specifiche ma poi casistica è stata ampliata).
Nullità della notifica: costituzione della parte ha effetto sanante, salvi i diritti acquisiti anteriormente a
comparizione.
Motivi aggiunti = istituto che permette a ricorrente che si sia accorto di un vizio solo dopo il decorso dei
termini di integrare il ricorso originario.
Giurisprudenza: ricorrente può introdurre con motivi aggiorni anche vizi di altri provvedimenti purché
connessi con atto impugnato, per esigenze di economica processuale.
1. I ricorrenti, principale e incidentale, possono introdurre con motivi aggiunti nuove ragioni a sostegno delle
domande già proposte, ovvero domande nuove purché connesse a quelle già proposte. Ai motivi aggiunti si
applica la disciplina prevista per il ricorso, ivi compresa quella relativa ai termini.
2. Le notifiche alle controparti costituite avvengono ai sensi dell'articolo 170 del codice di procedura civile.
3. Se la domanda nuova di cui al comma 1 è stata proposta con ricorso separato davanti allo stesso
tribunale, il giudice provvede alla riunione dei ricorsi ai sensi dell'articolo 70.
Se ricorrente invece fa ricorso autonomo invece che motivi aggiunti → giudice riunisce ricorsi.
PA deve depositare provvedimento impugnato + altri atti del procedimento → segreteria TAR comunica a
parti costituite deposito, così possono rilevare nuovi vizi da far valere con motivi aggiunti → entro 60 giorni
da comunicazione di segreteria: notifica motivi aggiunti → entro 30 giorni: deposito.
RICORSO INCIDENTALE (principio di parità delle armi, 111 Cost: controinteressati e PA resistente devono
poter disporre di strumenti processuali equivalenti a quelli del ricorrente)
Art 42 cpa - Ricorso incidentale e domanda riconvenzionale (=> nella giurisdizione esclusiva)
1. Le parti resistenti e i controinteressati possono proporre domande il cui interesse sorge in dipendenza
della domanda proposta in via principale, a mezzo di ricorso incidentale. Il ricorso si propone nel termine di
sessanta giorni decorrente dalla ricevuta notificazione del ricorso principale. Per i soggetti intervenuti il
termine decorre dall’effettiva conoscenza della proposizione del ricorso principale.
3. Le altre parti possono presentare memorie e produrre documenti nei termini e secondo le modalità previsti
dall’articolo 46.
4. La cognizione del ricorso incidentale è attribuita al giudice competente per quello principale, salvo che la
domanda introdotta con il ricorso incidentale sia devoluta alla competenza del Tribunale amministrativo
regionale del Lazio, sede di Roma, ovvero alla competenza funzionale di un tribunale amministrativo
regionale, ai sensi dell’articolo 14; in tal caso la competenza a conoscere dell’intero giudizio spetta al
Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sede di Roma, ovvero al tribunale amministrativo regionale
avente competenza funzionale ai sensi dell’articolo 14.
5. Nelle controversie in cui si faccia questione di diritti soggettivi le domande riconvenzionali dipendenti da
titoli già dedotti in giudizio sono proposte nei termini e con le modalità di cui al presente articolo.
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Notifica ricorso principale → entro 60 giorni → notifica ricorso incidentale → entro 30 giorni → deposito
ricorso incidentale.
Competenza territoriale: se per atto impugnato incidentalmente è competente TAR Lazio o altro TAR con
competenza funzionale, cognizione di intero giudizio va a questi ultimi. Altrimenti rimane a TAR competente
per ricorso principale.
Ricorso principale è presupposto del ricorso incidentale: se principale viene respinto o dichiarato
inammissibile, anche ricorso incidentale diventa improcedibile.
Interventori: atto notificato alle altre parti → deposito al TAR almeno 30 giorni prima dell’udienza di
discussione.
Istruttoria = attività del giudice diretta a conoscere fatti rilevanti per il giudizio (quando necessario), comincia
con acquisizione del provvedimento impugnato.
• Fatti principali = fatti materiali che identificano la pretesa ⇨ possono essere introdotti solo dalle parti
• Fatti secondari = fatti la cui dimostrazione consente di verificare sussistenza dei fatti principali ⇨
controverso se possano essere ammessi dal giudice. Meglio dire di no perché cpa affida onere della prova
alle parti (quindi anche onere di allegazione), in più giudice ha poteri d’ufficio sulla prova non
sull’introduzione dei fatti
Art. 2697 cc (onere della prova): parte ricorrente deve fornire prova dei fatti posti a fondamento della sua
contestazione; in caso di incertezza, regola è contraria alla parte che avrebbe dovuto fornire la prova di quel
fatto → mancanza di prova determina la soccombenza.
In passato: principio della trattazione, giudice poteva disporre mezzi di prova solo in base a richiesta delle
parti.
Adesso: metodo acquisitivo = giudice può disporre d’ufficio tutti i mezzi istruttori a sua disposizione (le parti
possono formulare istanze istruttorie cui comunque il giudice non è vincolato) → per riequilibrare posizioni
delle parti visto che di solito è la PA che dispone della prova dei fatti rilevanti: parità delle parti.
→ Art. 64 cpa sembra però alludere al principio di trattazione, però poi dice che il giudice può sempre istruire
d’ufficio tranne per prova testimoniale.
Giurisprudenza: giudice può esercitare poteri istruttori se parte abbia fornito almeno un principio di prova.
Principio di prova:
verosimiglianza (giudice non può istruire fatti inverosimili)
introduzione di presunzioni / argomenti di prova
allegazione dei fatti
Libero apprezzamento del giudice: escluse prove legali (giuramento e confessione). Ammesso atto pubblico,
perché ha efficacia generale.
Mezzi istruttori: prima del cpa ogni ramo della giurisdizione amministrativa (generale di legittimità, esclusiva,
estesa al merito) aveva diversi mezzi istruttori. cpa → unità, potersi istruttori estesi a tutti i mezzi del cpc
tranne giuramento e interrogatorio formale.
Mezzi previsti:
- richiesta di chiarimenti alla PA - richiesta di informazioni su fatti rilevanti
- richiesta di documenti - qualsiasi documento della PA o di un terzo la cui esibizione sia rilevante per
decisione
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- verificazioni - accertamento di fatti complessi, anche con elementi tecnici, affidato a organismo
(verificatore) che deve essere imparziale. Si applicano incompatibilità e ricusazione come per consulente
tecnico (una volta le verificazioni erano demandate alla PA, però non sarebbe imparziale) → disposizioni
per imparzialità non sono decisive perché “organismo” può essere anche una PA e verificatore potrebbe
essere suo dipendente
- → bisognerebbe usare la consulenza tecnica, affidata a un perito imparziale (però viene disposta solo
raramente). Non è un mezzo di prova ma consente di capire elementi tecnici → circoscrive di margini di
insindacabilità delle valutazioni tecniche della PA
- prova testimoniale - solo in forma scritta, su istanza di parte (no apprezzamento del giudice in sede orale
per verificare attendibilità del testimone come in giudizio civile, perché si dà priorità alla celerità del
processo amministrativo)
- art. 63.3 cpa illegittimo con riferimento al pubblico impiego perché secondo Corte cost in giudizio su
pubblico impiego devono essere garantiti tutti i mezzi di prova previsti nel processo del lavoro
- ispezione
Se giudice ravvisa inadeguatezza dell’istruttoria della PA nel procedimento che ha portato a provvedimento,
non le restituisce gli atti ma assume lui stesso decisioni in merito ad atto impugnato.
Gli incidenti del giudizio → determinano sospensione / interruzione del giudizio, richiamata disciplina del cpc.
Sospensione:
1. stato e capacità delle persone
2. incidente di falso
sono riservate al giudice civile → sospensione se questioni sono rilevanti per giudizio amministrativo
3. questione di legittimità costituzionale o deferimento a Corte di Giustizia UE
4. (eventuale sospensione) regolamento preventivo di giurisdizione con istanza a Cassazione
5. ammessa sospensione facoltativa
6. regolamento di competenza: possibilità di rinviare discussione fino a decisione regolamento di
competenza se parte abbia notificato e depositato con largo anticipo l’istanza di regolamento
1. La sospensione del processo è disciplinata dal codice di procedura civile, dalle altre leggi e dal diritto
dell'Unione europea.
2. L'interruzione del processo è disciplinata dalle disposizioni del codice di procedura civile. L'interruzione del
processo è immediatamente dichiarata dal presidente con decreto; il decreto è comunicato alle parti
costituite a cura della segreteria.
= arresto del processo nelle ipotesi in cui si verifichi un evento in grado di impedire il pieno realizzarsi del
contraddittorio (eventi che affliggono parti o procuratori, tipo morte o interdizione o radiazione).
3. Le ordinanze di sospensione emesse ai sensi dell'articolo 295 del codice di procedura civile sono
appellabili. L'appello è deciso in camera di consiglio.
1. In caso di sospensione del giudizio, per la sua prosecuzione deve essere presentata istanza di fissazione
di udienza entro novanta giorni dalla comunicazione dell'atto che fa venir meno la causa della sospensione.
2. Il processo interrotto prosegue se la parte nei cui confronti si è verificato l'evento interruttivo presenta
nuova istanza di fissazione di udienza.
3. Se non avviene la prosecuzione ai sensi del comma 2, il processo deve essere riassunto, a cura della
parte più diligente, con apposito atto notificato a tutte le altre parti, nel termine perentorio di novanta giorni
dalla conoscenza legale dell'evento interruttivo, acquisita mediante dichiarazione, notificazione o
certificazione.
3-bis. In tutti i casi di sospensione e interruzione del giudizio il presidente può disporre istruttoria per
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accertare la persistenza delle ragioni che le hanno determinate e l'udienza è fissata d'ufficio trascorsi tre
mesi dalla cessazione di tali ragioni.
Il processo deve essere proseguito o riassunto entro il termine perentorio di tre mesi dall’interruzione,
altrimenti si estingue.
Sospensione → prosecuzione
Sospensione (art. 295 cpc): determina un fermo delle attività processuali, nella prospettiva di una
ripresa. È disposta dal giudice, quando lo stesso o un altro giudice debba risolvere in modo
preliminare una controversia e da una sua definizione dipenda la decisione della causa.
Se ci sono giustificati motivi → sospensione può essere richiesta dalle parti.
Sospensione propria per pregiudizialità = questione pregiudiziale
Sospensione impropria = incidente di costituzionalità o questione eurounitaria
Quando giudice decreta sospensione fissa anche prossima udienza. Se non fissa udienza → parti
devono chiedere fissazione udienza entro tre mesi da passaggio in giudicato della sentenza
“risolutiva del dubbio” (termine di 10 giorni prima della scadenza) → se non viene richiesta
fissazione: estinzione processo.
Sospensione interrompe i termini.
Interruzione → riassunzione
Per decisione del ricorso → istanza di fissazione dell’udienza di discussione. Se urgente: istanza di prelievo,
con cui si chiede di anticipare fissazione udienza
⤋
Presidente fissa udienza e la comunica con preavviso di almeno 60 giorni
Evitare misure cautelari infinite → ordinanza che dispone misure deve anche fissare udienza discussione (in
mancanza di fissazione può essere fatto appello a CDS)
⤋
documenti fino a 40 giorni prima
memorie conclusionali fino a 30 giorni prima
memorie di replica fino a 20 giorni prima
⤋
udienza pubblica, le parti possono intervenire attraverso proprio difensore
Decisione ricorso e pronuncia sentenza
Termine del giudizio tramite decreto Presidente: (1) estinzione del giudizio, (2) ricorso improcedibile →
opposizione al collegio (se accolto: ricorso viene nuovamente iscritto al ruolo) → ordinanza appellabile.
✬ ottemperanza
✬ silenzio
✬ accesso agli atti
✬ opposizione a decreti presidenziali di estinzione o improcedibilità
→ Termini ridotti a metà (tranne quello per notifica del ricorso principale / incidentale / motivi aggiunti)
→ Trattazione fissata d’ufficio
→ Giudice decide in camera di consiglio (rito camerale, no udienza pubblica) (i difensori possono comunque
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discutere la causa)
Legge Crispi (1889): interesse pubblico (fondamento del potere della PA) prevale su interesse privato
(fondamento del ricorso), quindi non si ha sospensione del provvedimento impugnato.
cpa: presentazione ricorso non sospende automaticamente esecuzione provvedimento → parte interessata
chiede misura cautelare.
Requisiti:
fumus boni juris = valutazione sommaria sul merito della pretesa
• Giudizio di probabilità accoglimento del ricorso (interpretazione cpa)
• Giudizio di non manifesta infondatezza del ricorso
periculum in mora = possibilità di subire danno materiale grave e irreparabile durante tempo necessario a
giungere a decisione. Dev’essere specificato esplicitamente nell’istanza.
- Gravità in senso assoluto: in base a interesse pregiudicato
- Gravità in senso relativo: in base a incidenza provvedimento su condizioni soggettive ricorrente (es.
sanzione esorbitante rispetto a suo patrimonio)
Criteri non codificati da legge → prudente apprezzamento del giudice, che deve tenere conto anche dei
riflessi che la misura cautelare avrebbe su PA e controinteressati.
Art. 55, comma 2, cpa: Qualora dalla decisione sulla domanda cautelare derivino effetti irreversibili, il collegio
può disporre la prestazione di una cauzione, anche mediante fideiussione, cui subordinare la concessione o
il diniego della misura cautelare. La concessione o il diniego della misura cautelare non può essere
subordinata a cauzione quando la domanda cautelare attenga a diritti fondamentali della persona o ad altri
beni di primario rilievo costituzionale […] → forma di garanzia per i danni derivanti da irreversibilità delle
modificazioni che misura cautelare può determinare.
es. Normativa UE prevede fondi per gente in difficoltà, Regione li revoca. Ricorrente chiede sospensione
cautelare del provvedimento della Regione, giudice accoglie istanza cautelare e dispone prestazione di una
cauzione così se il ricorso viene rigettato almeno c’è cauzione che copre fondi dati a ricorrente ma ai quali lui
non aveva diritto.
Per molto tempo: tutela cautelare era misura tipica, cioè sospensione provvedimento impugnato, perché
processo amministrativo si risolveva nell’impugnazione di un provvedimento lesivo e la lesività era
individuata nell’idoneità dell’atto amministrativo a modificare unilateralmente la situazione del destinatario.
Sent. 190/1985 Corte Cost: ammette provvedimenti cautelari atipici in controversie patrimoniali nel pubblico
impiego, per evitare eccessiva disparità tra dipendenti pubblici e privati.
Configurazione basata su sospensione risulta inadeguata in giudizi su provvedimenti negativi o silenzio PA,
perché sospensione diniego non equivale a rilascio autorizzazione richiesta.
Giurisprudenza UE impone tutela cautelare ampio raggio + nuovi orientamenti giurisprudenziali + crisi del
modello della tutela cautelare come sospensione del provvedimento a causa di ampliamento giurisdizione
esclusiva (d.lgs. 80/1998) → tutela cautelare ha carattere atipico, basata sul caso concreto (giudice può
anche intimare a PA di assumere determinati atti oppure autorizza lui stesso l’attività richiesta dal ricorrente).
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Domanda cautelare proposta da ricorrente o altra parte interessata, contenuta in ricorso stesso o in atto
successivo notificato a PA e controinteressati, rivolta a giudice adito per ricorso principale
necessaria notifica a tutti i controinteressati visto che le misure cautelari hanno carattere decisorio secondo
Corte Cost
istanza cautelare non può essere trattata fino al deposito dell’istanza di fissazione udienza di discussione del
merito → evitare che il ricorrente, una volta ottenuta misura cautelare, non coltivi il giudizio
GA può pronunciarsi su istanza cautelare solo dopo integrazione contraddittorio, prima può adottare solo
misure cautelari provvisorie che necessariamente devono poi essere soggette a riesame
durante la fase cautelare, il collegio può adottare su istanza di parte provvedimenti istruttori utili per giudizio
ci si può costituire direttamente in camera di consiglio. Difensori possono comparire per discutere.
esame istanza cautelare → prima camera di consiglio disponibile che però sia successiva a:
- 20 giorni da notifica istanza
- 10 giorni da deposito istanza
ordinanza MOTIVATA, dev’essere motivato sia il periculum in mora sia il fumus boni juris.
Contiene statuizione sulle spese.
ordinanza cautelare ha effetto fino a sentenza che definisce quel grado di giudizio.
Estinzione giudizio → inefficacia misura cautelare
Ultrattività in caso di difetto di giurisdizione o competenza: ordinanza conserva effetti per 30 giorni, così la
parte riassume la causa dinanzi al giudice competente.
In sede di decisione della domanda cautelare, purché siano trascorsi almeno venti giorni dall'ultima
notificazione del ricorso, il collegio, accertata la completezza del contraddittorio e dell'istruttoria, sentite sul
punto le parti costituite, può definire, in camera di consiglio, il giudizio con sentenza in forma semplificata,
salvo che una delle parti dichiari che intende proporre motivi aggiunti, ricorso incidentale o regolamento di
competenza, ovvero regolamento di giurisdizione. Se la parte dichiara che intende proporre regolamento di
competenza o di giurisdizione, il giudice assegna un termine non superiore a trenta giorni. Ove ne ricorrano i
presupposti, il collegio dispone l'integrazione del contraddittorio o il rinvio per consentire la proposizione di
motivi aggiunti, ricorso incidentale, regolamento di competenza o di giurisdizione e fissa contestualmente la
data per il prosieguo della trattazione.
Valutazioni eventuali circa fondatezza dei motivi di ricorso non producono vincoli sulla sentenza.
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Corte Costituzionale. Cassazione non era d’accordo. CPA ha esplicitamente ammesso appellabilità
ordinanze cautelari.
Corte di Giustizia UE richiede una tutela cautelare ante causam - art. 61 cpa: eccezionale gravità e
urgenza tale da non consentire previa notifica del ricorso
Efficacia fino a pronuncia cautelare collegiale e comunque massimo 60 giorni, poi rimangono efficaci solo
quelle confermate o disposte in corso di causa. Durante efficacia: sempre revocabile/modificabile su istanza
di parte previamente notificata.
Istanza cautelare rigettata può essere riproposta. Si può sempre chiedere la revoca in caso di mutamenti
nella situazione di fatto o di diritto, in caso di sopravvenienza di nuovi elementi o cause ex art. 395 cpc.
ESECUZIONE ORDINANZE CAUTELARI: nei casi in cui PA debba svolgere una specifica attività (es.
sospensione decreto di occupazione → PA deve sgombrare). In caso di inadempienza della PA, parte
notifica istanza alle altre parti → GA adotta tutte misure necessarie per assicurare esecuzione, dispone di
tutti i poteri ammessi in giudizio di ottemperanza.
1. Il giudice pronuncia:
a) sentenza quando definisce in tutto o in parte il giudizio;
b) ordinanza quando assume misure cautelari o interlocutorie, ovvero decide sulla competenza;
c) decreto nei casi previsti dalla legge.
3. Le ordinanze e i decreti, se non pronunciati in udienza o in camera di consiglio e inseriti nel relativo
verbale, sono comunicati alle parti dalla segreteria nel termine di cui all'articolo 89, comma 3.
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Sentenza anche su questioni pregiudiziali attinenti a processo o questioni preliminari di merito (quindi anche
che non definiscono giudizio).
Sentenza può essere sia di TAR sia di CDS.
Declinatoria giurisdizione: TAR nella sentenza indica il giudice competente → parte ripropone
tempestivamente domanda entro 3 mesi da passaggio in giudicato sentenza → fatti salvi effetti sostanziali e
processuali, come se fosse mera prosecuzione del primo processo (translatio iudicii)
• decadenze rimangono ferme
• prove del primo processo degradano ad argomenti di prova nel secondo
• ultrattività misure cautelari primo processo: 30 giorni
Se anche secondo giudice dichiara difetto giurisdizione → conflitto giurisdizionale davanti a Cassazione →
decisione vincolante.
Sentenze di merito:
- accoglimento della domanda
- rigetto per ragioni di merito
Principio della domanda → GA deve pronunciarsi su tutta la domanda e non oltre i limiti della stessa.
Giudice deve rispettare vincolo di pregiudizialità tra le questioni: decisione su questioni pregiudiziali può
definire il giudizio (es. prima questioni di rito poi quelle di merito).
Assorbimento delle questioni (≠ da pregiudizialità): le questioni sollevate seguono preciso iter logico in modo
che rigetto di una renda superfluo esame dell’altra.
Dottrina - principio della domanda → la parte può determinare ordine dell’esame delle questioni di merito
da parte del giudice
Giurisprudenza - per ragioni di interesse pubblico, sono ammessi solo vincoli che derivano al giudice da
ordine logico → la prassi è ordine in base a mera opportunità pratica (es. in presenza di più censure si
esamina prima la più immediata) => assorbimento improprio determina pronuncia incompleta sul ricorso.
Giudice non può pronunciare d’ufficio su eccezioni sollevabili solo dalle parti, ma…
- nel processo amministrativo è dubbia esistenza di eccezioni riservate alle parti
- nullità del provvedimento è sempre accertabile d’ufficio
Art. 74 cpa - sentenza in forma semplificata con motivazione succinta per ragioni di celerità, non comporta
minori garanzie processuali ma semplicemente si concentra su punti di fatto o di diritto risolutivi e rinvia
ampiamente a precedente conforme.
Art. 34.4 cpa - giudice per liquidazione può limitarsi a fissare i criteri per determinare misura dell’importo e
sulla base di questi il debitore deve formulare proposta di pagamento → se non viene raggiunto l’accordo, la
determinazione della somma può essere chiesta con giudizio di ottemperanza. Caso particolare perché si
esaurisce giudizio di cognizione e una parte della domanda originaria viene decisa in un altro giudizio.
Le parti comunque possono pretendere che alla liquidazione provveda direttamente il giudice.
Art. 34, comma 4, cpa - In caso di condanna pecuniaria, il giudice può, in mancanza di opposizione delle
parti, stabilire i criteri in base ai quali il debitore deve proporre a favore del creditore il pagamento di una
somma entro un congruo termine. Se le parti non giungono ad un accordo, ovvero non adempiono agli
obblighi derivanti dall'accordo concluso, con il ricorso previsto dal Titolo I del Libro IV, possono essere chiesti
la determinazione della somma dovuta ovvero l'adempimento degli obblighi ineseguiti.
Sottoscrizione da Presidente e da giudice estensore → deposito presso segreteria TAR, che comporta
pubblicazione, decorrenza effetti, decorrenza termine per impugnazione → comunicazione del deposito alle
parti. Notifica = onere della parte, determina decorrenza termine breve per impugnazione.
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In ogni caso, accertamento è nucleo essenziale e sentenza annullamento non può essere intesa solo come
eliminazione di atto amministrativo, perché il potere della PA è inesauribile e può essere nuovamente
esercitato dopo sentenza → dottrina e giuri hanno identificato effetti ulteriori obbligatori => pongono a carico
della PA un onere di condotta.
- Eliminatorio: eliminazione realtà giuridica (e provvedimenti attuativi) del provvedimento annullato
- Ripristinatorio: sentenza annullamento opera ex tunc (importi dovuti a titolo di ripristino, non risarcimento)
- Conformativo: nella rinnovazione del procedimento, la PA non può riprodurre il vizio già accertato.
Accertamento = regola che la PA deve rispettare
Quindi si distinguono
Vizi di legittimità sostanziale → vantaggio maggiore del ricorrente perché impedisce l’emanazione di un
provvedimento con quel contenuto
Vizi di legittimità formale → annullamento non impedisce emanazione atto con stesso contenuto, purché
senza vizio accertato (se potere della PA era soggetto a termine o poteva essere esercitato una sola
volta, annullamento per vizio formale è pienamente satisfattivo per ricorrente)
Sentenza di rigetto accerta insussistenza del vizio lamentato dal ricorrente → quindi PA non potrà annullare
d’ufficio quel provvedimento per vizio lamentato nel ricorso rigettato.
IMPUGNAZIONI
1) Appello sentenze TAR → CDS
2) Ricorso in Cassazione per motivi di giurisdizione del CDS
3) Revocazione
4) Opposizione di terzo
5) Regolamento di competenza
Termine perentorio di 60 giorni da notifica sentenza (6 mesi se pubblicata ma non notificata). Se la parte non
costituitasi in I grado dimostra di non aver avuto conoscenza del processo per nullità del ricorso o della
notifica → impugnazione tardiva.
Notifica a controparte (non necessario ad almeno uno dei controinteressati): sufficiente a una sola
controparte, contraddittorio integrato in seguito.
1. L'impugnazione della sentenza pronunciata in causa inscindibile o in cause tra loro dipendenti è
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notificata a tutte le parti in causa e, negli altri casi, alle parti che hanno interesse a contraddire.
2. L'impugnazione deve essere notificata a pena di inammissibilità nei termini previsti dall'articolo 92 ad
almeno una delle parti interessate a contraddire.
3. Se la sentenza non è stata impugnata nei confronti di tutte le parti di cui al comma 1, il giudice ordina
l'integrazione del contraddittorio, fissando il termine entro cui la notificazione deve essere eseguita, nonché
la successiva udienza di trattazione.
Cause scindibili nel cpc - giudice ordina integrazione contraddittorio → se non viene eseguita, rimane
sospeso giudizio di appello finché non scadono i termini per tutte le parti di impugnare la sentenza (manca
analoga previsione nel cpa).
Se una parte propone impugnazione in via principale anziché in via incidentale → giudice dispone riunione di
tutte le impugnazioni proposte separatamente contro stessa sentenza.
In caso di mancata riunione delle cause → decisione di una non determina improcedibilità delle altre.
Notifica prima impugnazione → entro 60 giorni e comunque prima da passaggio in giudicato sentenza →
notifica impugnazione incidentale
Impugnazione incidentale tardiva può riguardare anche capi autonomi sentenza (giurisprudenza invece dice
che i capi di sentenza non gravati da appello principale o incidentale formano giudicato).
Unità minima della sentenza = capo di sentenza. Identifica àmbito della sentenza impugnata, solo rispetto a
tale àmbito si riapre la controversia.
Dottrina:
- Criterio del petitum - a ogni provvedimento annullato corrisponde un capo di sentenza
- Illegittimità - un capo di sentenza per ogni vizio esaminato
- Utilità - rispetto a censure equipollenti, un solo capo di sentenza
Giurisprudenza: unità minima è qualsiasi pronuncia espressa su questione di parte o d’ufficio in primo grado
(sia pronuncia su singolo vizio, sia rigetto eccezioni) → critica della dottrina: rigetto di un’eccezione non
implica esito sfavorevole del giudizio per parte che l’ha proposta.
Analogamente a misure cautelari I grado (stesse modalità), in II grado si può chiedere sospensione
esecuzione sentenza I grado.
1. La sezione cui è assegnato il ricorso, se rileva che il punto di diritto sottoposto al suo esame ha dato luogo
o possa dare luogo a contrasti giurisprudenziali, con ordinanza emanata su richiesta delle parti o d'ufficio
può rimettere il ricorso all'esame dell'adunanza plenaria. L'adunanza plenaria, qualora ne ravvisi
l'opportunità, può restituire gli atti alla sezione.
2. Prima della decisione, il presidente del Consiglio di Stato, su richiesta delle parti o d'ufficio, può deferire
all'adunanza plenaria qualunque ricorso, per risolvere questioni di massima di particolare importanza ovvero
per dirimere contrasti giurisprudenziali.
3. Se la sezione cui è assegnato il ricorso ritiene di non condividere un principio di diritto enunciato
dall'adunanza plenaria, rimette a quest'ultima, con ordinanza motivata, la decisione del ricorso.
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4. L'adunanza plenaria decide l'intera controversia, salvo che ritenga di enunciare il principio di diritto e di
restituire per il resto il giudizio alla sezione remittente.
5. Se ritiene che la questione è di particolare importanza, l'adunanza plenaria può comunque enunciare il
principio di diritto nell'interesse della legge anche quando dichiara il ricorso irricevibile, inammissibile o
improcedibile, ovvero l'estinzione del giudizio (FUNZIONE NOMOFILATTICA). In tali casi, la pronuncia
dell'adunanza plenaria non ha effetto sul provvedimento impugnato.
APPELLO AL CDS ha carattere di generalità, art. 125 cost ha sancito doppio grado di giurisdizione nel
processo amministrativo.
- rimedio a critica libera (errori e vizi, ingiustizia sentenza primo grado)
- carattere rinnovatorio (sentenza CDS si sostituisce a quella del TAR. Uniche eccezioni in cui
tassativamente si rimette il caso al TAR contenute in art. 105 cpa)
Legittimazione attiva: parti necessarie giudizio primo grado perché espressione di un potere di disposizione
della controversia riservato a parti necessarie (eccezione: associazioni ambientalistiche).
> Interventore ad opponendum: appello su tutto solo se titolare di posizione autonoma, altrimenti
può impugnare solo i capi della sentenza che lo riguardano.
Interesse ad appellare (ottica processuale) = interesse a impugnare una sentenza che produce effetti
sfavorevoli per la parte. Prima veniva identificato semplicemente con la soccombenza. Ammesso appello
della parte vittoriosa in primo grado se tramite appello può conseguire accoglimento di alcune censure
respinte in primo grado e quindi avere vantaggio ulteriore.
Riserva di appello = la parte può riservarsi di impugnare sentenza non definitiva unitamente a quella
definitiva. Riserva d’appello → notifica altre parti entro termine appello → entro 30 giorni → deposito al TAR.
Contro le sentenze non definitive è proponibile l'appello ovvero la riserva di appello, con atto notificato entro
il termine per l'appello e depositato nei successivi trenta giorni presso la segreteria del tribunale
amministrativo regionale.
Sentenze non definitive, art. 36 cpa = pronunce con le quali GA decide in via pregiudiziale o
preliminare solo parte delle questioni.
Con la riserva di appello la parte soccombente chiede di differire l’impugnazione contro una sentenza non
definitiva fino alla pronuncia di quella definitiva al fine, poi, di impugnarle congiuntamente. La riserva
d’appello serve a concentrare in un unico giudizio le impugnazioni contro le sentenze pronunciate nel
medesimo giudizio di primo grado. Peraltro, con tale strumento possono essere impugnate solo le sentenze
non definitive ovvero quelle di condanna generica, che accertano l’esistenza di un diritto ed alle quali deve
seguire la pronuncia di quantificazione e quelle che non definiscono il giudizio bensì si limitano a disciplinare
aspetti preliminari di merito, questioni pregiudiziali al processo, questioni di giurisdizione o di competenza.
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Le altre parti possono non proporre appello incidentale contro le questioni assorbite ma riproporle con
memoria da depositare entro 60 giorni da notifica appello.
NOVA IN APPELLO (possibilità per la parte di porre rimedio alle manchevolezze delle difese in primo
grado proponendo censure / eccezioni / mezzi di prova che, pur potendo, non aveva proposto in primo
grado): in appello non si possono presentare nuovi motivi che si sarebbero potuti proporre in primo grado
(termine generale di decadenza per impugnazione provvedimento) → ammessi motivi aggiunti, relativi a vizi
che emergono per la prima volta in secondo grado.
Questioni patrimoniali in materia di pubblico impiego: possono essere chiesti in appello per prima volta
interessi e rivalutazione monetaria.
Altre materie: possono essere chiesti per prima volta in appello interessi, rivalutazione e accessori maturati
dopo la sentenza di primo grado.
Si può chiedere restituzione di quanto corrisposto in base a sentenza primo grado e risarcimento danni subiti
dopo sentenza TAR.
Nuove eccezioni erano ammesse da giurisprudenza solo se riservate alle parti; riforma 1990 le limita solo a
quelle di ufficio, poi analogamente CDS esclude che si possa proporre in appello per la prima volta
eccezione di prescrizione.
Nuovi mezzi di prova solo in ipotesi eccezionali (indispensabili per decisione o parte non ha potuto proporli in
primo grado per causa a lei non imputabile).
Notifica ricorso in appello ad almeno una delle parti del primo grado
Rimessione al TAR (casi in cui sentenza CDS ha solo carattere demolitorio e non giudica controversia)
1. TAR si è pronunciato nonostante ricorso non potesse essere deciso nel merito per mancata integrazione
contraddittorio
2. nullità sentenza primo grado
3. TAR ha erroneamente declinato giurisdizione o competenza o dichiarato estinzione/perenzione processo
Se invece TAR si è pronunciato nonostante ricorso fosse affetto da vizio insanabile o difetto assoluto
giurisdizione o non potesse essere deciso per perenzione/decadenza → CDS dispone annullamento ma non
rinvio.
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REVOCAZIONE
1. Salvo quanto previsto dal comma 3, le sentenze dei tribunali amministrativi regionali e del Consiglio di
Stato sono impugnabili per revocazione, nei casi e nei modi previsti dagli articoli 395 e 396 del codice di
procedura civile.
2. La revocazione è proponibile con ricorso dinanzi allo stesso giudice che ha pronunciato la sentenza
impugnata.
3. Contro le sentenze dei tribunali amministrativi regionali la revocazione è ammessa se i motivi non
possono essere dedotti con l’appello => quindi solo in casi di revocazione straordinaria quando fatti vengono
conosciuti dopo scadenza termine per appello.
OPPOSIZIONE DI TERZO = terzo può porre in discussione sentenza passata in giudicato o esecutiva che
pregiudichi suoi diritti e pronunciata in giudizio a cui lui sia rimasto estraneo → introdotta in processo
amministrativo da sentenza corte cost 177/1995.
Legittimazione attiva: terzo titolare di posizione autonoma e incompatibile, indipendente da quella delle parti
in causa. Esempi: terzo titolare di unico bene indivisibile assegnato ad altri.
Opposizione di terzo proposta a giudice che ha pronunciato sentenza → prevalenza del gravame ordinario:
- se è stato prima proposto appello → terzo introduce domanda con intervento
- se è prima stata proposta opposizione di terzo → giudice fissa termine per il terzo per intervenire in giudizio
di appello e opposizione diventa improcedibile
Opposizione di terzo revocatoria = proposta da creditori/aventi causa verso sentenza che sia risultato di
collusione o dolo.
1. Un terzo può fare opposizione contro una sentenza del tribunale amministrativo regionale o del Consiglio
di Stato pronunciata tra altri soggetti, ancorché passata in giudicato, quando pregiudica i suoi diritti o
interessi legittimi.
2. Gli aventi causa e i creditori di una delle parti possono fare opposizione alla sentenza, quando questa sia
effetto di dolo o collusione a loro danno.
1. L'opposizione di terzo è proposta davanti al giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata, salvo il
caso di cui al comma 2.
2. Se è proposto appello contro la sentenza di primo grado, il terzo deve introdurre la domanda di cui
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all'articolo 108 intervenendo nel giudizio di appello. Se l'opposizione di terzo è già stata proposta al giudice
di primo grado, questo la dichiara improcedibile e, se l'opponente non vi ha ancora provveduto, fissa un
termine per l'intervento nel giudizio di appello, ai sensi del periodo precedente.
1. Contro le determinazioni e contro il silenzio sulle istanze di accesso ai documenti amministrativi, nonché
per la tutela del diritto di accesso civico connessa all'inadempimento degli obblighi di trasparenza il ricorso è
proposto entro trenta giorni dalla conoscenza della determinazione impugnata o dalla formazione del
silenzio, mediante notificazione all'amministrazione e ad almeno un controinteressato. Si applica l'articolo 49.
Il termine per la proposizione di ricorsi incidentali o motivi aggiunti è di trenta giorni.
2. In pendenza di un giudizio cui la richiesta di accesso è connessa, il ricorso di cui al comma 1 può essere
proposto con istanza depositata presso la segreteria della sezione cui è assegnato il ricorso principale,
previa notificazione all'amministrazione e agli eventuali controinteressati. L'istanza è decisa con ordinanza
separatamente dal giudizio principale, ovvero con la sentenza che definisce il giudizio.
4. Il giudice decide con sentenza in forma semplificata; sussistendone i presupposti, ordina l'esibizione e,
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ove previsto, la pubblicazione dei documenti richiesti, entro un termine non superiore, di norma, a trenta
giorni, dettando, ove occorra, le relative modalità.
Rito semplificato:
Camerale
Ricorrente sta in giudizio personalmente
PA può essere rappresentata da dipendente
Giudice non si pronuncia su legittimità rifiuto ma su fondatezza pretesa!
Pronuncia TAR (in forma semplificata) → entro 30 giorni → appello CDS
Presentazione istanza
⇩
silenzio (dopo 30 giorni) / rifiuto
⇩
entro 30 giorni: ricorso notificato a PA e almeno un controinteressato
⇩
entro 15 giorni: deposito
Se si ha giudizio pendente cui la richiesta di accesso è connessa → per economia processuale, si ha
apposita istanza in giudizio pendente (notificata alle altre parti) e giudice decide con apposita ordinanza o
nella sentenza che definisce l’intero processo.
1. Il ricorso avverso il silenzio è proposto, anche senza previa diffida, con atto notificato all'amministrazione e
ad almeno un controinteressato (es: proprietario che lamenta silenzio verso richiesta demolizione fabbricato
abusivo del vicino → vicino è controinteressato) nel termine di cui all'articolo 31, comma 2 → fintanto che
perdura inadempimento e comunque entro 1 anno da scadenza termine conclusione procedimento.
2. Il ricorso è deciso con sentenza in forma semplificata e in caso di totale o parziale accoglimento il giudice
ordina all'amministrazione di provvedere entro un termine non superiore, di norma, a trenta giorni.
3. Il giudice nomina, ove occorra, un commissario ad acta con la sentenza con cui definisce il giudizio o
successivamente su istanza della parte interessata.
4. Il giudice conosce di tutte le questioni relative all'esatta adozione del provvedimento richiesto, ivi
comprese quelle inerenti agli atti del commissario.
5. Se nel corso del giudizio sopravviene il provvedimento espresso, o un atto connesso con l'oggetto della
controversia, questo può essere impugnato anche con motivi aggiunti, nei termini e con il rito previsto per il
nuovo provvedimento, e l'intero giudizio prosegue con tale rito.
6. Se l'azione di risarcimento del danno ai sensi dell'articolo 30, comma 4, è proposta congiuntamente a
quella di cui al presente articolo, il giudice può definire con il rito camerale l'azione avverso il silenzio e
trattare con il rito ordinario la domanda risarcitoria.
Giudizio sul silenzio (rito camerale, sentenza in forma semplificata) → sentenza ordinatoria
- può essere specifica e stabilire modalità concrete → non verte su silenzio ma su pretesa cittadino
(modello di azione di adempimento)
- può ingiungere a PA di provvedere senza nulla disporre su esito finale del procedimento
In caso di protratto silenzio → giudice nomina commissario ad acta, non può sostituirsi a PA.
Se giudice accoglie ricorso → ordina a PA di provvedere entro congruo termine (di solito 30 giorni), può già
nominare commissario ad acta (giudice non può sostituirsi a PA).
Economia processuale: se nel corso del giudizio sul silenzio PA adotta provvedimento di rigetto, cittadino
può
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Se silenzio ha causato danni patrimoniali → domanda risarcitoria (giudice può pronunciarsi con rito ordinario
su entrambe o decidere le due domande secondo rispettivi riti).
Nelle controversie devolute alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, aventi ad oggetto diritti
soggettivi di natura patrimoniale, si applica il Capo I del Titolo I del Libro IV del codice di procedura civile.
Per l'ingiunzione è competente il presidente o un magistrato da lui delegato. L'opposizione si propone con
ricorso.
Introdotta disciplina specifica con l. 205/2000 per garanzia diritti soggettivi di natura patrimoniale in
giurisdizione esclusiva.
Art. 118 cpa conferma disciplina cpc: chiesto da creditore di somma liquida / cose fungibili / cose determinate
con prova scritta. Credito dev’essere liquido, certo ed esigibile.
Il rito abbreviato
Art. 119 cpa → accelerazione tempi processo e decisione: riduzione a metà di tutti termini processuali
tranne notifica ricorso principale / incidentale / motivi aggiunti / appello cautelare → atti di particolare
importanza amministrativa o economica (es. affidamento pubblici lavori, servizi, forniture; procedure di
privatizzazione e costituzione/modificazione di società/istituzioni), molte delle materie sono di giurisdizione
esclusiva.
Durante esame istanza cautelare, TAR valuta in astratto se ci sono fumus boni juris e periculum in mora →
udienza di merito fissata prima possibile subito dopo la scadenza del termine di 30 giorni da deposito
ordinanza + disposte eventuali misure cautelari.
Se ricorrono presupposti: decisione in camera di consiglio ex art. 60 cpa
Su istanza di parte: dispositivo pubblicato entro 7 giorni da decisione (poi con calma si depositano motivi) →
entro 30 giorni da pubblicazione dispositivo → appello contro dispositivo (effetto sospensivo). Quando si
conoscono motivi sentenza TAR, appellante notifica motivi di appello.
• Ricorso con istanza cautelare → notificato sia a PA, sia ad Avvocatura di Stato → PA non può stipulare
contratto per 20 giorni da notifica (effetto sospensivo)
Nuovi atti relativi a stessa procedura → impugnati entro 30 giorni con motivi aggiunti
Il giudizio può essere definito all’esito dell’udienza cautelare (art. 60 cpa)
Dispositivo sentenza pubblicato entro 7 giorni
Atti sintetici e sentenza in forma semplificata
Adesso: GA che annulla l’aggiudicazione può dichiarare inefficacia contratto (non è un effetto automatico,
artt. 121 e 122 disciplinano casi in cui giudice deve dichiararla, casi in cui gli è precluso dichiararla e casi in
cui è sua discrezione dichiararla).
Se GA non dichiara inefficacia → ricorrente può chiedere solo risarcimento.
Non è chiaro se la dichiarazione dell’inefficacia del contratto sia subordinata a una domanda del ricorrente o
se possa intervenire d’ufficio. Ricorrente può esplicitamente chiedere annullamento aggiudicazione +
assegnazione a sé del contratto → GA stabilisce se aggiudicazione virtualmente sarebbe avvenuta a favore
del ricorrente.
Se GA non dichiara / dichiara tardi l’inefficacia del contratto / la dichiara per gravi violazioni della PA →
provvedimento sanzionatorio d’ufficio verso PA, proporzionale a valore contratto e/o a durata residua
contratto. Previsti minimo e massimo edittale.
(Non riguarda elezioni politiche: competono alla camera della cui elezione si tratta)
Art. 129, comma 1, cpa (ATTI DI ESCLUSIONE): I provvedimenti immediatamente lesivi del diritto del
ricorrente a partecipare al procedimento elettorale preparatorio per le elezioni comunali, provinciali e
regionali e per il rinnovo dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia sono impugnabili innanzi al
tribunale amministrativo regionale competente nel termine di tre giorni dalla pubblicazione […] ovvero dalla
comunicazione, se prevista, degli atti impugnati.
Art. 129, comma 2, cpa (ATTI DI AMMISSIONE) → Gli atti diversi da quelli di cui al comma 1 sono impugnati
alla conclusione del procedimento unitamente all'atto di proclamazione degli eletti.
Legittimazione attiva: candidato interessato o qualsiasi elettore dell’ente (azione popolare). È consentito
stare in giudizio personalmente.
Proclamazione eletti
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entro 30 giorni: deposito del ricorso al TAR della circoscrizione in cui ha sede ente (per Parlamento UE, è
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Passaggio in giudicato = non è più ammessa impugnazione ordinaria (appello CDS, ricorso in Cassazione
per motivi giurisdizione, revocazione).
Contro sentenza passata in giudicato sono proponibili
• revocazione in caso di dolo di una delle parti, sentenza basata su prove dichiarate false, documenti
decisivi non prodotti per forza maggiore, dolo del giudice
• opposizione di terzo
Limiti soggettivi del giudicato amministrativo: vale solo tra le parti, eredi e aventi causa. Se riguarda
annullamento atto impugnato → vale nei confronti di tutti i soggetti destinatari degli effetti dell’atto annullato
→ anche il terzo può promuovere giudizio per ottemperanza.
Distinzione di Liebman:
• effetti della sentenza (annullamento) travolgono tutte utilità dell’atto annullato → valgono nei confronti di
tutti i soggetti
• autorità del giudicato (immodificabilità) riguarda parti processuali, eredi e aventi causa → coloro che non
sono stati parte in giudizio non possono vedersi opposto il giudicato
Sopravvenienze (mutamento del quadro normativo che disciplina materia oggetto del giudizio): mutamento
dopo notifica sentenza primo grado sono irrilevanti e non possono essere opposti a dovere di dare
esecuzione a sentenza.
Cpa mira a celerità esecuzione: su domanda del ricorrente, già nella sentenza di merito il GA può fissare un
termine per l’esecuzione e nominare un commissario per caso in cui PA rimanga inadempiente.
Sentenza deve sempre contenere ordine che decisione sia eseguita da PA → deve essere eseguita da PA
ma anche da altre parti (anche da privati che siano investiti degli obblighi contenuti in sentenza).
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Atti adottati in elusione del giudicato → per evitare ulteriori giudizi di annullamento → giudice ottemperanza
può dichiarare d’ufficio la nullità degli atti adottare da PA in violazione del giudicato.
Se il giudice della cognizione fissa solo i criteri per la liquidazione della condanna pecuniaria, si può fare
ottemperanza per stabilire cifra precisa.
- stessi motivi di ricusazione degli ausiliari del giudice (art 51 cpc: imparzialità, terzietà, autonomia)
- cognizione atti commissario spetta a giudice ottemperanza
→ (cpa sembra preferire tesi del commissario come ausiliario del giudice)
SVOLGIMENTO
Ricorso per ottemperanza va notificato a PA e altre parti del giudizio di merito (anche senza previa diffida),
no termini di decadenza fatta salva prescrizione diritto esecuzione sentenza (10 anni da passaggio in
giudicato) → deposito ricorso + copia autentica sentenza con eventuale prova del passaggio in giudicato.