Pse Piano Di Emergenza Ed Evacuazione
Pse Piano Di Emergenza Ed Evacuazione
Pse Piano Di Emergenza Ed Evacuazione
COMUNE DI BATTIPAGLIA
Provincia SA
Azienda
Casa di Riposo per ANZIANI “CASTELLUCCIO”
Datore di Lavoro
Elaborato
PIANO DI EMERGENZA
ED EVACUAZIONE
D. Lgs. 9 aprile 2008, n° 81
Decreto del Ministro dell’Interno del 10 marzo 1998
Data : 31/05/2008
BLUMATICA Antincendio
Piano di Emergenza ed Evacuazione
COMUNE DI BATTIPAGLIA
PROVINCIA SA
Il tecnico …………………………………………………………….
BLUMATICA Antincendio 1
Piano di Emergenza ed Evacuazione
PREMESSA
In caso di emergenza la struttura organizzativa di un’ Azienda deve essere in grado di reagire
rapidamente e nel modo più uniforme possibile per fronteggiare il pericolo. Il Piano di Emergenza ed
Evacuazione è lo strumento operativo mediante il quale vengono studiate e pianificate le operazioni
da compiere in caso di emergenza al fine di consentire un esodo ordinato e sicuro a tutti gli occupanti
di un edificio. Esso tende a perseguire i seguenti obiettivi:
¾ predisporre le mappe dei vari piani con indicazione delle vie d'uscita, scale, ascensori, aree
sicure, ubicazione apprestamenti e mezzi antincendio, e con l’ indicazione di un’ area esterna
come punto di ritrovo in caso di evacuazione;
¾ predisporre la segnaletica informativa e quella dei percorsi di fuga;
¾ individuare e segnalare linee telefoniche dedicate all'emergenza;
¾ predisporre i Protocolli operativi scritti.
Nella Casa di Riposo per ANZIANI CASTELLUCCIO vengono svolte le attività tipiche di una Casa di
Riposo per Anziani.
L’ edificio, con struttura in c.a., è costituito da n° 4 piani oltre ad un piano seminterrato nel quale sono
ubicati servizi e centrale termica.
Il piano rialzato comprende n. 8 stanze per anziani con servizi igienici interni ed i servizi comuni (sala
comune, refettorio, uffici, cucina, infermeria e lavanderia).
Il piano primo comprende n. 13 stanze per anziani con servizi igienici interni ed una stanza per
assistenti socio sanitari.
Il piano secondo comprende n. 8 stanze per anziani con servizi igienici interni ed una stanza per
assistenti socio sanitari.
Il piano terzo comprende n. 4 stanze per anziani con servizi igienici interni ed una stanza per
assistenti socio sanitari.
BLUMATICA Antincendio 2
Piano di Emergenza ed Evacuazione
BLUMATICA Antincendio
Piano di Emergenza ed Evacuazione
Tutti i presidi sono posti in posizione segnalata, visibile e facilmente raggiungibile, come indicato nella allegata planimetria.
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
GENERALITA’
SEGNALETICA DI SICUREZZA
¾ le uscite di sicurezza;
¾ i percorsi per il raggiungimento delle uscite di sicurezza;
¾ l'ubicazione dei mezzi di estinzione incendi;
¾ le aree sicure ed adibite al raduno in caso di emergenza, di pronto intervento e di
coordinamento delle fasi operative.
Segnali di divieto
BLUMATICA Antincendio
Piano di Emergenza ed Evacuazione
Segnali di avvertimento
Segnali di prescrizione
Segnali di informazione
Particolare attenzione si è posta per il riconoscimento delle vie di esodo anche da parte di persone
che non hanno dimestichezza con l’edificio al fine di consentire uno svolgimento rapido ed ordinato
del processo di evacuazione in caso di emergenza.
A tal fine si è provveduto al riconoscimento delle vie di uscita mediante posizionamento di una precisa
segnaletica standardizzata ed inoltre per l’identificazione permanente delle stesse si è previsto un
sistema di segnaletica luminosa alimentato da fonte energetica autonoma che consente, per capacità
di illuminamento, la visibilità della segnaletica anche in atmosfera contaminata da fumo. Tutti i segnali
hanno dimensioni, configurazione, simbologia e caratteristiche cromatico-colorimetriche conformi a
quanto prescritto dalle norme ISO, UNI e direttive CEE. In particolare, per le dimensioni dei segnali ci
si è attenuti alle raccomandazioni ISO di osservare la seguente formula:
A = L2/2000
dove: “A” è la superficie del segnale espressa in mq ed “L” è la distanza misurata in metri alla quale il
segnale deve essere ancora riconoscibile.
Nella seguente tabella vengono riportate, a titolo d’esempio, le dimensioni dei cartelli in funzione delle
distanze da 5 a 30 metri.
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
5 12 10 x 14 13
10 23 19 x 27 26
15 36 29 x 41 38
20 45 38 x 54 51
25 56 48 x 67 64
30 68 57 x 81 76
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
In particolare, oltre ai cartelli indicatori dei mezzi antincendio, come evidenziato nell’allegata
planimetria, sono stati posizionati i necessari segnali di sicurezza, come indicato nella seguente
tabella:
BLUMATICA Antincendio
Piano di Emergenza ed Evacuazione
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
Come indicato nella planimetria allegata, nell’edificio risultano individuate le seguenti vie di fuga e di
soccorso:
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
Piano Secondo Corridoio 1 - Uscita Scala 3 Porta 2 ante con maniglioni antipanico 1.6 m US01-P2
Piano Secondo Corridoio 2 - Uscita Scala 4 Porta 2 ante con maniglioni antipanico 1.6 m US02-P2
Piano Terzo Corridoio 1 - Uscita Scala 3 Porta 2 ante con maniglioni antipanico 1.6 m US01-P3
I servizi di soccorso verranno avvertiti in caso di necessità tramite telefonia fissa o mobile da un
responsabile aziendale all’uopo preposto e nominato per iscritto. La procedura di chiamata è
chiaramente indicata nella sezione relativa.
Gli addetti al servizio antincendio verranno adeguatamente informati sui rischi prevedibili, sulle misure
da osservare per prevenire gli incendi e sul comportamento da adottare in caso di pericolo.
In particolare, i responsabili e gli addetti al servizio di pronto intervento aziendale saranno in grado di
portare il più pronto ed efficace ausilio alle squadre di soccorso esterno in caso di incendio o altro
pericolo proprio perché coinvolti in prima persona nella gestione dei luoghi, dei mezzi e delle
emergenze.
Particolare formazione dovrà essere effettuata sulle modalità di assistenza alle persone anziane o
disabili in caso di emergenza.
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
ISTRUZIONI DI SICUREZZA
Nei punti strategici verrà collocata, in vista e ben illuminata, anche in caso di assenza di energia
elettrica pubblica, una planimetria generale dell’intera azienda, recante la disposizione dei presidi
antincendio e le indicazioni dei percorsi da seguire per raggiungere le uscite. In particolare essa
riporterà la ubicazione di:
¾ vie di uscita;
¾ mezzi ed impianti di estinzione;
¾ dispositivi di arresto degli impianti elettrici;
¾ vari ambienti di pertinenza con indicazione delle relative destinazioni d'uso;
¾ istruzioni fondamentali di Sicurezza valide sia per i lavoratori che per gli eventuali esterni
presenti nell’edificio.
Su ogni planimetria verrà indicato un simbolo specifico che indichi “Voi siete qui” e
la planimetria sarà stampata con l’orientamento giusto riferito all’orientamento
dell’osservatore.
Tutti gli adempimenti necessari per una corretta gestione della sicurezza antincendio sono pianificati
nella sezione relativa; dove vengono riportati in particolare:
¾ i controlli;
¾ gli accorgimenti per prevenire gli incendi;
¾ gli interventi manutentivi;
¾ l'informazione e l'addestramento al personale del servizio d’ordine e agli addetti;
¾ le istruzioni per gli eventuali esterni presenti nell’edificio;
¾ le procedure da attuare in caso di incendio o pericolo.
Nel caso specifico è richiesto tale adempimento: esso è stato coordinato con le attuali manutenzioni
periodiche. Le specifiche contenute vengono riportate nella sezione relativa.
Buona parte delle specifiche competenze da destinare ai preposti alla sicurezza e al pronto intervento
sono contenute nel presente documento. Le varie sezioni che compongono la presente
documentazione sono state organizzate perché esse vengano divulgate a tutti i livelli aziendali e siano
oggetto di incontri periodici specifici.
In tale ottica, il personale dipendente tutto verrà adeguatamente informato sui rischi prevedibili, sulle
misure da osservare per prevenire gli incendi e sul comportamento da adottare in caso di incendio.
Nel corso dell’anno verrà tenuta almeno una opportuna esercitazione antincendio e di gestione di una
eventuale emergenza: il tutto verrà annotato nel registro antincendio aziendale. Verranno
opportunamente definiti i compiti e coordinate le varie mansioni (chiamata dei soccorsi esterni,
controllo dell’evacuazione, gestione dei presidi antincendio, affiancamento delle squadre di soccorso
esterne, etc.).
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
DIVIETI E LIMITAZIONI
Nei locali è vietato l’uso di fiamme libere, di fornelli a gas od elettrici, di stufe elettriche con resistenza
a vista, di stufe a cherosene e di ogni apparecchio portatile di riscaldamento o cottura.
È inoltre vietato costituire depositi di sostanze infiammabili o di sostanze che possono per la vicinanza
reagire tra loro provocando incendi e/o esplosioni. È, infine, vietato lo spegnimento dell’illuminazione
nei locali e nelle aree di pertinenza dove transitano le persone, prima che tutte siano uscite all’aperto
o siano state portate in luogo sicuro.
SQUADRA ANTINCENDIO
Verrà istituita una opportuna squadra antincendio e ciò in relazione alle dimensioni dell’azienda, al
numero degli occupanti e al livello di rischio incendio individuato (Elevato nel caso in esame). Se non
si è già provveduto, in futuro dovranno essere formati almeno due addetti secondo le indicazioni del
D.M. 10 marzo 1998 attraverso un corso riconosciuto della durata minima di ore 16 , dai contenuti
previsti dall’allegato IX del Decreto citato in funzione della entità del Rischio Incendio.
¾ i controlli;
¾ gli accorgimenti per prevenire gli incendi;
¾ gli interventi manutentivi;
¾ l'informazione e l'addestramento al personale;
¾ le istruzioni per gli estranei (clienti e rappresentanti);
¾ le procedure da attuare in caso di incendio;
¾ le norme comportamentali da tenere da parte di ciascuno.
Il responsabile dell'attività o persona da lui preposta e nominata per iscritto provvederà a registrare i
controlli e gli interventi di manutenzione sui seguenti impianti ed attrezzature finalizzate alla sicurezza
antincendio:
Tale registro sarà aggiornato periodicamente e reso disponibile in occasione dei controlli delle autorità
competenti.
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
Il personale non avente incarichi specificati è tenuto ad avere dimestichezza solo con i contenuti di cui
ai successivi punti 1 –2 – 3 – 4.
Di seguito sono riportate le indicazioni/prescrizioni per la sicurezza che vanno consegnate a tutte le
maestranze attraverso procedura verbalizzata:
Nel caso in cui si rilevi o sospetti dell’esistenza di un principio di incendio (presenza di fumo, odore di
bruciato, presenza di fiamme), non lasciarsi prendere dal panico (un principio di incendio si può
spegnere agevolmente utilizzando un panno, gli estintori o gli idranti disponibili) e provvedere
immediatamente a:
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
¾ tutto il personale e le persone estranee presenti devono lentamente e senza panico avviarsi
verso le uscite di sicurezza percorrendo le vie di esodo predisposte e raggiungere il luogo
sicuro previsto per il raduno e la coordinazione delle emergenze: una volta che tutti sono usciti
dal locale richiudere sempre dietro di se le porte ma mai a chiave;
¾ ricordare che il fumo stratifica nelle parti alte dei locali e che in basso si trova quindi aria più
respirabile (usare per respirare, nel caso, un panno umido sulla bocca);
¾ informare immediatamente i propri superiori e i responsabili o preposti alla Emergenza e al
Primo Soccorso;
¾ non prendere iniziative personali e non coordinate dai preposti alla sicurezza.
Nel caso in cui venga segnalata o sospettata l’esistenza di un pericolo grave ed immediato provvedere
senza esitazioni a:
Nel caso in cui sia stato richiesto di abbandonare le proprie postazioni e l’edificio:
RACCOMANDAZIONI DI PREVENZIONE
¾ Evitare l’accumulo oltre il consentito di sostanze facilmente infiammabili (alcool, carte sciolte,
involucri di polistirolo espanso, ecc…).
¾ Tutte le maestranze devono immediatamente segnalare al Servizio di Prevenzione e
Protezione Aziendale eventuali manomissioni o malfunzionamenti relativi ai presidi antincendio
presenti (estintori, manichette, impianto NAF, valvole e pulsanti di emergenza, etc.).
¾ Evitare di fumare, soprattutto ove tale divieto è affisso.
¾ Evitare di ingombrare con depositi inopportuni le attrezzature di soccorso (estintori, manichette,
azionamenti di emergenza) o le uscite di sicurezza.
¾ Evitare di usare fiamme libere e, negli spogliatoi, fornelli di qualsiasi tipo, scaldavivande e stufe
di qualsiasi genere, phon e altre apparecchiature elettriche in cattivo stato.
¾ Verificare sempre la dislocazione degli estintori e degli idranti.
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
PUNTO 2 – ALLARME
In caso di allarme LOCALE solo le persone presenti nelle aree interessate verranno
invitate ad abbandonare l’area o la zona.
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
¾ Appena si scopre un incendio, gridare “AL FUOCO” per richiamare l'attenzione di altre persone
o dei responsabili;
¾ Giudicare se l'entità dell'incendio è tale da poter essere affrontato con un estintore.
¾ In caso affermativo, intervenire tempestivamente e solo se si sa manovrare ed azionare un
estintore (dare corso alle istruzioni previste nel punto 4 “Ubicazione ed utilizzo Estintori”)
¾ In caso contrario (ovvero se l'incendio tende ad assumere proporzioni preoccupanti) chiamare i
responsabili del servizio di vigilanza o della squadra antincendio;
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
UBICAZIONE
UTILIZZO
Come si usano:
Dovendo usare più estintori contemporaneamente, le persone che li utilizzano devono trovarsi dallo
stesso lato rispetto alle fiamme.
Bisogna sempre dare la fronte alle fiamme e le spalle alla via di fuga, se ciò non fosse possibile non
procedere all'estinzione, dare l'allarme e iniziare l'evacuazione.
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
USO DELL'ESTINTORE
Fiamme e fumo rendono il fuoco difficile da spegnere, perciò bisogna porsi con il vento
dietro le spalle e spegnere il fuoco dall'alto verso il basso.
Un incendio di medie dimensioni non va mai spento da soli,ma bisogna utilizzare più
estintori, uno per volta, attaccando le fiamme contemporaneamente da più parti, facendo
convergere il getto senza fronteggiarsi.
Olio e benzina accesi,situati in contenitori aperti, non vanno mai spenti usando l'estintore
dall'alto, ma orientando il getto dell'estintore sul bordo del contenitore, cercando di
rompere la fiamma per permettere il soffocamento dell'incendio.
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
POLVERE SPECIALE
ACQUA (estintore e idrante)
POLVERE CHIMICA
CARBONICA (CO2)
Tenersi ben saldi sulle
DEFINIRE SCEGLIERE
LA CLASSE L'ESTINTORE gambe e dirigere il getto
alla base delle fiamme.
ANIDRIDE
DELL'INCENDIO ADATTO
FLUOBRENE
Non usare su parti in
E SIMILI
SCHIUMA
tensione.Togliere la
ACQUA
AZOTO
corrente.
SCHIUMA
Non lanciare il getto nel
liquido che brucia.
USARE QUESTI
Lasciare cadere
ESTINGUENTI dolcemente la schiuma
A COMBUSTIBILI
A A
sul fuoco.
B LIQUIDI
A A
POLVERI
Non respirare i vapori.
INFIAMMABILI:
A B B B B Dirigere il getto alla base
solventi
benzina
B delle fiamme.
vernici
olii ecc. B C C C C C
USARE QUESTI
ESTINGUENTI
C APPARATI
A A
FLUOBRENE ED ALTRI IDROCARBURI ALOGENATI
BLUMATICA Antincendio
Piano di Emergenza ed Evacuazione
¾ Fare sempre mente locale alle persone presenti nelle aree aziendali, con particolare attenzione
ad eventuali portatori di handicap.
In caso di incendio
¾ Provvedere affinché tutti gli estintori disponibili vengano avvicinati al luogo dove l'incendio si è
sviluppato.
In caso di allarme
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
In caso di Allarme:
¾ in caso di incendio, informarsi sul luogo in cui è stato segnalato e quindi recarsi sul posto per
tentare di spegnerlo utilizzando gli estintori;
¾ in caso di impossibilità di domare l'incendio con i mezzi in dotazione, portarsi a distanza di
sicurezza oppure raggiungere l'esterno;
¾ all'arrivo dei Vigili dei Fuoco, informarli e mettersi a loro disposizione.
Alla richiesta di allarme verso i Vigili del Fuoco o gli altri Organi di Pubblica Sicurezza o per
Emergenza sanitaria:
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
DESIGNAZIONE NOMINATIVI
A cura del responsabile aziendale, identificabile nell’amministratore della Ditta, dovranno essere
identificati i compiti da assegnare al personale.
I predetti incarichi dovranno essere riportati in apposita disposizione di servizio a cura del
responsabile della sicurezza, come indicato nella tabella riportata qui di seguito che dovrà essere
aggiornata ad ogni modifica.
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
La seguente tabella riporta gli incarichi assegnati ed i nominativi delle persone incaricate:
5 Chiamate di soccorso
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
Il segnale di evacuazione potrà essere diffuso attraverso l'impianto di allarme oppure con una
procedura di segnalazione a tutti i presenti che univocamente richiami la loro attenzione relativamente
all’evacuazione senza possibilità di equivoco.
Qualora dovesse porsi la necessità di comunicare l'ordine di evacuazione in maniera puntuale (reparto
per reparto), sarà compito della squadra di prevenzione e protezione assicurare tale servizio.
MODALITÀ DI EVACUAZIONE
Appena recepito l'ordine di evacuazione, tutto il personale, gli anziani ospiti e gli eventuali estranei
presenti dovranno immediatamente eseguirlo, mantenendo, per quanto possibile, la massima calma.
Per garantire una certa libertà nei movimenti è necessario lasciare sul posto tutti gli oggetti
ingombranti. L'addetto di piano coordinerà le operazioni di evacuazione, intervenendo dove
necessario. Gli eventuali portatori di handicap saranno tempestivamente condotti verso l'esterno dal
personale espressamente incaricato.
Come riportato dalle Linee guida per la valutazione della sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro
ove siano presenti persone disabili (Circolare Ministero dell’Interno n° 4 del 1.3.2003), occorre
prestare attenzione alle circostanze riportate qui di seguito che andranno valutate in funzione delle
diverse tipologie di portatori di handicap presenti nell’edificio.
Gli elementi che rendono difficile la mobilità in caso di emergenza possono essere individuati negli
ostacoli di tipo edilizio presenti nell'ambiente. In particolare, una prima sommaria elencazione può
comprendere:
la presenza di passaggi di larghezza inadeguata e/o di elementi sporgenti che possono rendere
tortuoso e pericoloso un percorso;
la presenza di rampe delle scale aventi caratteristiche inadeguate, nel caso di ambienti posti al piano
diverso da quello dell'uscita.
Insieme agli elementi puramente architettonici, possono esserne considerati altri di tipo impiantistico o
gestionale:
presenza di porte che richiedono uno sforzo di apertura eccessivo o che non sono dotate di ritardo
nella chiusura, al fine di consentire un loro impiego e utilizzo, senza che ciò determini dei rischi nei
confronti di persone che necessitano di tempi più lunghi per l'attraversamento;
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
mancanza di misure alternative (di tipo sia edilizio che gestionale) all'esodo autonomo lungo le scale,
nel caso di ambienti posti al piano diverso da quello dell'uscita.
Al verificarsi di una situazione di emergenza la capacità di orientamento può essere resa difficile
dall'inadeguatezza della segnaletica presente in rapporto all'ambiente o alla conoscenza di questo da
parte delle persone. La relativa valutazione deve essere svolta anche tenendo conto della capacità
individuale di identificare i percorsi (e le porte) che conducono verso luoghi sicuri e del fatto che questi
devono essere facilmente fruibili anche da parte di persone estranee al luogo.
In tale ambito è necessario valutare anche la mancanza di misure alternative (edilizie, impiantistiche o
gestionali) rispetto alla cartellonistica che e' basata esclusivamente sui segnali visivi.
Questa, infatti, viene usualmente utilizzata come unico strumento di orientamento, ma costituisce solo
una parte della segnaletica di sicurezza, così come definita nell'art. 162 del decreto legislativo n.
81/2008.
Infine, i segnali visivi devono poter soddisfare in pieno l'esigenza di orientamento dei soggetti (es.:
quelli non udenti) che possono avvalersi solo di questo canale sensoriale.
La percezione dell'allarme o del pericolo può essere resa difficile dall'inadeguatezza dei relativi sistemi
di segnalazione. In particolare, è frequente il caso in cui deve rientrare nella valutazione la mancanza
di misure alternative ai segnali acustici.
Inoltre, anche per quanto riguarda i segnali acustici, deve essere valutato il segnale in rapporto al
messaggio da trasmettere: in relazione all'ambiente, ai rischi e alla conoscenza degli ambienti da
parte delle persone, anche il messaggio trasmesso con dispositivi sonori deve essere percettibile e
comprensibile da tutti ivi comprese le persone estranee al luogo.
E' necessario, altresì, che l'allarme e il pericolo siano segnalati anche con segnali visivi, per
permettere la loro percezione ai soggetti che utilizzano solo tale modalità percettiva.
L'individuazione delle azioni da compiere in caso di emergenza può essere resa difficile
dall'inadeguatezza del sistema di comunicazione.
Tale condizione può spesso essere ricondotta all'eccessiva complessità del messaggio o all'uso di un
solo canale sensoriale (ad esempio solo acustico o solo visivo).
Anche in questo caso deve essere tenuta in considerazione la necessità che la segnaletica di
sicurezza non si esaurisca solo con la cartellonistica, quindi deve essere oggetto di valutazione da
parte del responsabile alla sicurezza anche l'eventuale mancanza di sistemi alternativi, che
permettano la comunicazione in simultanea del messaggio anche attraverso canali sensoriali diversi
da quello visivo.
Oltretutto, il messaggio visivo deve essere completo e semplificato, in modo da non vanificare il suo
obiettivo, tenuto conto delle limitate capacità di comprensione del linguaggio scritto da parte di taluni
soggetti (ad es., se sordi segnanti) che, tuttavia, utilizzano solo il canale sensoriale visivo.
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
LE CHIAMATE DI SOCCORSO
Per effettuare una chiamata di soccorso è indispensabile conoscere i numeri telefonici dei vari
organismi preposti a tale scopo.
INCENDIO
CROLLO EDIFICIO
Vigili dei Fuoco 115
FUGA DI GAS
ecc.
Carabinieri 112
ORDINE PUBBLICO Polizia 113
Vigili Urbani -------
L'efficacia di una chiamata di soccorso dipende soprattutto dalle informazioni che essa contiene e che
possono permettere ai soccorritori di intervenire nel modo più idoneo.
Ecco, ad esempio, quali sono le cose da dire in una chiamata di soccorso ai Vigili dei Fuoco:
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
SONO
....................................................................................................................
(nome,cognome e qualifica)
TELEFONO DALLA
DITTA..........................................................................................................
(nome della ditta)
UBICATA IN
....................................................................................................................
(città, via, n. civico)
SI E’ VERIFICATO
....................................................................................................................
(descrizione sintetica della situazione)
SONO COINVOLTE
....................................................................................................................
(indicare eventuali persone coinvolte)
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
L’art. 4 dei D.M. dei 10 marzo 1998 è dedicato al controllo e alla manutenzione delle apparecchiature
di spegnimento, di lotta agli incendi. In questo articolo sono previste le operazioni da fare e le
operazioni di manutenzione e controllo degli impianti di sicurezza.
I controlli non devono essere soltanto formali e superficiali, fatti solo per poter dimostrare di avere
ottemperato ad un precetto normativo o ad una disposizione di servizio, ma devono essere ritenuti
determinanti ai fini della sicurezza, e accurati, minuziosi, quasi pedanti e ben riportati nel registro
antincendio (assunzione di responsabilità).
Si tenga ben presente che in molti casi sofisticati e costosi impianti non sono entrati in funzione per il
mancato intervento di modesti particolari, che erano stati trascurati durante frettolose operazioni di
controllo. Nel caso in cui è possibile, ovviamente, conviene una prova realistica dell'impianto. Ciò
naturalmente, non è pensabile, soprattutto nel caso degli impianti interni. Non si può azionare, per
prova, l'impianto sprinkler di un grande magazzino. L'efficienza dell'impianto e dell'attrezzatura
normalmente viene riscontrata controllando a vista l'impianto e valutando alcuni parametri essenziali:
pressioni, livelli ecc., e controllando che rimangano entro limiti prefissati.
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
SCHEDA ESTINTORI
Gli estintori portatili di primo intervento devono essere mantenuti in efficienza e controllati almeno una
volta ogni sei mesi da personale esperto.
La norma UNI 9994, è senza dubbio la norma tecnica che in modo chiaro definisce tutte le operazioni
cui sottoporre gli estintori per avere sicurezza della loro efficienza.
SORVEGLIANZA
Consiste nel verificare che l'estintore sia disponibile, libero da qualsiasi ostacolo e presumibilmente in
condizioni di operare. In particolare bisogna accertare che:
CONTROLLO
Consiste nel verificare con frequenza semestrale l'efficienza dell'estintore mediante l'esecuzione delle
seguenti fasi:
REVISIONE
Consiste - con prefissata frequenza - nel verificare e quindi rendere perfettamente efficiente l'estintore
mediante l'esecuzione delle seguenti fasi:
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
COLLAUDO
Consiste in una misura di prevenzione atta a verificare la stabilità del recipiente con le frequenze
riportate nella seguente tabella:
L'utente è responsabile del mantenimento delle condizioni di efficienza degli estintori anche esistendo
un servizio di manutenzione periodica affidato a società esterna specializzata, deve pertanto
provvedere allo svolgimento costante delle operazioni proprie della fase di SORVEGLIANZA.
L'utente deve inoltre tenere un apposito registro, firmato dai responsabili dove annotare
costantemente tutte le operazioni.
Considerazioni
Rivediamo quali sono le operazioni previste dalla norma citata, la UNI 9994. Si parla di sorveglianza,
quella che può essere fatta da chiunque operi nell'azienda, senza che siano necessariamente molto
esperti nel controllo e nella manutenzione. La sorveglianza mira semplicemente a stabilire che gli
estintori siano al loro posto, non siano stati spostati o portati via e che siano evidenziati da una
apposita segnaletica. A proposito di segnaletica c'è da dire che è bene controllare che sia anche
efficacemente apposta, perché a volte il cartellino lo si vede poggiato quasi sopra l'estintore. I cartellini
non si appoggiano perché le ditte li vendano ma perché evidenzino, anche a distanza, la posizione
dell'estintore. In alcuni casi converrebbe mettere un cartello a bandiera piuttosto che applicarlo alla
parete, questo perché dal fondo di un corridoio il cartellino sulla parete non è visibile. A volte i cartellini
sono coperti da materiali e macchinari, in questo caso bisogna portarli ad una altezza superiore al fine
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
di consentire di vederli anche da lontano. Il cartello non solo deve esserci ma deve essere posto in
modo intelligente e visibile.
Devono essere anche facilmente raggiungibili. Devono essere facilmente sganciabili e utilizzabili
senza l'uso di altri accessori o di altri apparecchi: scalette, chiavi ecc.
Non devono essere stati utilizzati. Sembra ovvio ma a volte succede di ritrovare appesi ai supporti
estintori già utilizzati, anche solo parzialmente. Questo non garantisce il rifunzionamento dell'estintore,
perché se è anche stato usato parzialmente, l'estinguente può essersi scaricato durante l'uso, o nei
tempi immediatamente successivi; bisogna quindi controllare che la spina sia integra con il sigillo di
garanzia a posto.
Se l'estintore è dotato di manometro è bene controllare che l'indice sia nel campo di corretta
pressurizzazione che normalmente è un settore verde. L'estintore non deve presentare evidenti segni
di cattiva conservazione, cioè non deve presentare ruggini sulle parti metalliche, screpolature o rotture
sulle parti in gomma o plastica.
Ci sono poi le operazioni di controllo che sono di verifica e che vanno seguite con cadenza almeno
semestrale. La cadenza è prevista dalla legge. E' inutile sottolineare che se questi controlli fossero
fatti più frequentemente, sarebbe ancora meglio, soprattutto tenendo conto delle condizioni di
maggiore o minore aggressività, dell'ambiente. Prendiamo ad esempio un estintore posto in un
ambiente dove possono esserci fumi o vapori corrosivi, certamente ha una vita e una durata e, quindi,
un'efficienza ridotta rispetto allo stesso estintore posto in un ambiente di migliori caratteristiche.
Nelle attività di maggiori dimensioni i controlli vengono di solito eseguiti da personale competente
appartenente alla stessa ditta, mentre negli altri casi vengono in genere affidati a ditte esterne
specializzate. Vengono fatti controlli manometrici, pesature, per verificare la presenza sia dei
propellenti che degli estinguenti. Eventuali anomalie, in questo caso, devono essere immediatamente
rimosse. Bisogna aggiornare il cartellino e annotare l'operazione nel registro, previsto, proprio, per
effettuare successivamente il controllo che queste operazioni siano state eseguite e correttamente
eseguite.
Trattiamo adesso le revisioni. Queste operazioni, oltre a quanto già previsto per i controlli, prevedono
lo smontaggio completo dell'estintore, la sostituzione della carica di estinguente, la sostituzione di parti
non più affidabili o che si siano rovinate durante lo smontaggio, il rimontaggio completo e la
pressurizzazione di nuovo con il propellente.
Si ricorda ancora che la norma UNI 9994 elenca tutte le operazioni da eseguire e la cadenza delle
revisioni. Per quanto riguarda gli estintori ad acqua o schiuma, a polvere o anidride carbonica, questa
cadenza è fissata rispettivamente in 18, 36 e 60 mesi. Le revisioni sono affidate a personale
qualificato e, normalmente, sono affidate o alle ditte convenzionate, o addirittura, direttamente, alle
case costruttrici degli estintori. Per gli estintori posti in ambiente marittimo la cadenza delle revisioni è
fissata dal dicastero competente.
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
Per gli impianti idrici e a schiuma, impianti fissi, la verifica va estesa a tutte le parti
componenti il sistema: dall'alimentazione, con l'eventuale serbatoio di accumulo, alla
rete di distribuzione, alle apparecchiature per lo spegnimento con le eventuali
attrezzature mobili. E' necessario verificare che pompe e i motori che le azionano
siano efficienti e costantemente e correttamente alimentate e collegate; che le
valvole di apertura e chiusura siano nelle corrette posizioni e risultino prive di perdite
e facilmente manovrabili. Se sono presenti leve e volantini, staccati dall'asse dalla
valvola, questi devono comunque essere immediatamente disponibili, non bisogna andarli a cercare
chissà dove.
Le tubazioni devono essere libere da corpi estranei o da depositi. Non devono presentare danni
meccanici, né evidenti segni di corrosione se metallici. Non devono essersi verificati danni nelle parti
degli impianti esposti al gelo e magari non esposti alla vista. Bisogna controllare che gli ugelli siano
liberi, che non siano deformati da urti otturati dalla presenza di corpi estranei. L’efficienza dell'impianto
non deve essere compromessa dall’esecuzione di lavori, lavori ancora in corso o lavori mai completati,
o lavori che non riguardano l'impianto antincendio, ma hanno, comunque, anche accidentalmente,
coinvolto l'impianto antincendio.
Quando esistono strutture ed impianti in comune con altre attività, il pericolo è che ognuno ritenga che
sia l'altro a interessarsene. E' bene che si faccia attenzione che il responsabile del servizio,
l'amministratore, o la ditta esterna, che ha avuto l'incarico di fare queste operazioni, le faccia
effettivamente.
Per le attività a minor rischio di incendio, i cui impianti fissi di solito sono alimentati direttamente
dall'acquedotto, senza interposizione di serbatoi di accumulo, o gruppi di o pompaggio, autoclavi o
altro, è sufficiente controllare la costanza dell'alimentazione e la pressione. Normalmente è sufficiente
una pressione di 4 o 5 atmosfere. Bisogna anche controllare la manovrabilità delle valvole, che le
tubazioni flessibili, vale a dire le manichette, siano presenti e correttamente avvolte. Malgrado si dica
da anni, si continuano a trovare, a volte, le manichette avvolte semplicemente da un estremo all'altro.
Svolgere una manichetta così avvolta significa vedersela presentata poi a spirale. Nel momento in cui
l'acqua passando dentro tende a gonfiarla, la manichetta s’intoppa in mille punti. Bisogna, a quel
punto, svolgerla in modo da averla distesa in maniera lineare; ovviamente con una ulteriore perdita di
tempo. Se, invece, la michetta è piegata in doppio e avvolta con i raccordi all'esterno, nel momento in
cui la si srotola, anche lanciandola, si distende sul terreno in maniera lineare e non presenta tale
'inconveniente. Nel controllare le cassette degli incendi, quindi, è bene controllare anche che la
manichetta sia avvolta correttamente, non sia legata; a volte è nuova, mai usata, mai srotolata, ed è
legata magari con dei fili resistenti, con dei nodi ben stretti e non facilmente srotolabile. Bisogna
correre, andare a cercare un attrezzo da taglio per potere liberarla dalla legatura e quindi poterla
utilizzare.
E' necessario controllare che la lancia, che è opportuno sia di tipo regolabile, non sia sparita come
spesso succede. Se manca l'attrezzo capace di convertire la pressione in velocità e, quindi, consentire
il getto dell'acqua, l'acqua esce dall'estremità della manichetta, esce dal raccordo e arriva sui piedi
dell'operatore. Non si riesce in questo caso a combattere l'incendio stando alla giusta distanza. La
lancia è una parte essenziale della bocca da incendio, sempre che, ci siano i collegamenti tra la
cassetta e la rete antincendi.
Per la immediata identificazione ai fini manutentivi, è bene che le postazioni degli estintori e le bocche
da incendio che gli idranti abbiano una loro numerazione in modo da essere immediatamente e
univocamente determinati.
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
Per gli impianti ad acqua ed a schiuma, oltre ai controlli già detti per gli impianti idrici, è necessario
verificare sia i livelli, sia lo stato di conservazione dei liquido schiumogeno. Per gli impianti fissi non
sarebbe sbagliato, nelle opportune prove periodiche, tarare i miscelatori in modo da avere la schiuma
alla desiderata densità. Il fornitore del liquido schiumogeno suggerisce delle densità e delle
percentuali di acqua, aria e liquido schiumogeno ma è bene, per l’impianto fisso, provarli proprio su
tale impianto e vedere quanta aria e quanto schiumogeno bisogna dare per ottenere la schiuma
desiderata. Una volta regolati questi organi dovrebbero restare in posizione fino a che non si presenti
la necessità di una loro modifica.
Le lancia schiuma, oltre che sull'ugello, vanno verificate anche nella parte posteriore, lì dove c'è
l'ingresso dell'aria, perché una ostruzione (nidi di vespe, ad esempio) non consente l'ingresso dell'aria
e quindi la formazione della schiuma.
Per gli impianti speciali i controlli e le manutenzioni vanno fatte seguendo le istruzioni della ditta
costruttrice o dell’installatore. Per i collaudi degli impianti speciali valgono, comunque, le stesse
norme relative agli estintori mobili. Tenere comunque sempre sotto stretta sorveglianza le centraline di
comando e segnalazione, i vari pulsanti di azionamento manuale, gli organi di avviso e le pressioni
all’interno dei serbatoi di stoccaggio.
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Piano di Emergenza ed Evacuazione
Eventuali periodi di disattivazione degli impianti per le manutenzioni necessarie vanno neutralizzati
con l'aumento della vigilanza, con un aumento dell'attenzione. Non sono pochi i casi nei quali
l'incendio si verifica malauguratamente proprio nel momento in cui la vasca di accumulo è vuota
perché la stanno svuotando e ripulendo e la pompa è stata smontata perché bisognava sostituire dei
cuscinetti. E' necessario proprio in quei momenti in cui i presidi antincendio sono inefficienti
aumentare l'attenzione. Nei casi più delicati, eventualmente, chiedere anche un servizio di vigilanza
per avere la giusta tutela. Naturalmente per le operazioni di manutenzione e di controllo affidati a ditte
esterne, è bene affidarsi a ditte di provata serietà e stabilire in maniera oculata i relativi contratti in
modo che gli impegni della ditta siano ben precisi e non vengano affidate al caso le operazioni da fare.
Data : 31/05/2008
Il tecnico
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