Architettura Romana

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Riccardo Luvison

Classe 2^A
Liceo scientifico Conegliano

ARCHITETTURA ROMANA
L’architettura romana si basa su diverse caratteristiche e tecniche costruttive:

- Principio dell’arco e della volta


I romani utilizzavano gli archi* (struttura architettonica composta dai
conci, cioè pietre sagomate che possono essere a forma di cuneo o
parallelepipeda e sono attaccati tra di loro tramite la malta, il concio
di chiave, che si trova all’estremità superiore come chiusura, e i
piedritti) e le volte (sistema di copertura che si basa sul principio
dell’arco e può essere di quattro tipi: a botte, anulare, a crociera e a
padiglione) come sostegni per le strutture e per coprire grandi spazi. Figura 1 Schema dell'arco
Il loro utilizzo lo troviamo per esempio con il teatro,
dove le volte a botte e anulari ne permettono la
costruzione e la faccia esterna presenta archi
inquadrati da semicolonne trabeate disposti su più
piani (teatro di Marcello), oppure anche negli
Figura 2 Teatro di Marcello, 13 a.C. anfiteatri, costruiti grazie alle nuove tecniche
costruttive dell’arco a tutto sesto, delle volte e del
calcestruzzo (Colosseo).
*Gli archi venivano utilizzati anche come costruzione onoraria per celebrare e ricordare
qualcuno o le sue imprese (arco di Augusto a Rimini, risale al 27 a.C. e si trova a conclusione
della via Flaminia, l’altezza è di 17, 50 metri, mentre la larghezza è di 14,90 metri. Il diametro
dell’arco a tutto sesto è di 8,84 metri e si eleva su bassi piedritti. Esso è affiancato da due
semicolonne corinzie e poggiano insieme ai piedritti su un alto basamento. Infine l’attico è
composto da merli, mentre in passato ergeva sopra una statua bronzea di Augusto).

- Utilizzo e costruzione dei muri e dei parametri murari


I romani utilizzavano la tecnica del muro a sacco, cioè consiste nel realizzare
due muri esterni lasciando uno spazio vuoto tra i due ed esso veniva riempito
di calcestruzzo (opus coepenticium: materiale composto dalla malta, ghiaia e
ciottoli e quando si uniscono formano un materiale lapideo). Questa tecnica
viene per esempio utilizzata nel Pantheon allo scopo di diminuire lo spessore
man mano che si sale.
Le mura venivano decorate con dei parametri murari, cioè superfici a vista
realizzati con apparecchiature di conci, e sono di sei tipi: opus incèrtum a
(muro realizzato con pietre piccole e di forme svariate), opus reticulàtum b
(elementi di pietra di forma all’incirca tronco-piramidale messi nel calcestruzzo
e ne rimangono in vista solo le basi maggiori quadrate, infine venivano
accostati uno accanto all’altro e inclinati di 45°), opus vittàtum c (disporre
blocchi di pietra, parallelepipedi e tutti della stessa altezza in filari orizzontal),
opus testàceum d (uso di mattoni), opus spicàtum e (pietre sagomate o
mattoni disposti a 45° rispetto l’orizzontale e fra loro a 90° invertendo
l’inclinazione ad ogni filare) e opus mìxtum f (raggruppamento di più parametri murari).
Riccardo Luvison
Classe 2^A
Liceo scientifico Conegliano

- Colonne
I romani utilizzavano le colonne e le semicolonne come sostegni o anche a scopo decorativo
e a volte venivano sovrapposte tra di loro, per
esempio nella faccia esterna del Colosseo
troviamo la sovrapposizione degli ordini sui
primi tre piani (successione dorico-ionico-
corinzio) e ciascuno di questi è costituito da 80
arcate su pilastri per ciascun livello. Troviamo il
Figura 3 Colosseo loro utilizzo anche nei templi o negli archi:
Il tempio di Triade Capitolina
Esso è stato costruito sul Campidoglio in origine nel 509 a.C. e ricostruito nel 69 a.C. ed
è dedicato a Giove, Giunone e Minerva (Triade Capitolina). Il tempio si eleva su un alto
podio con scale frontali e salendo si arriva al pronao dove troviamo diciotto colonne
disposte a file di tre (tempio esastilo). Infine si giunge alle tre celle, una per ogni divinità.

Pantheon
Questo è il tempio dedicato a tutti gli dei, è stato realizzato da Apollodoro di Damasco
tra il 112/115 e il 124 d.C. e si trova a Roma. Il diametro esterno è di 53 metri, mentre il
diametro interno è di 43 metri circa. Il pronao è ottastilo, le sue colonne (16) sono di
ordine corinzio con fusto liscio e sono monolitiche (granito egizio grigio o rosa). Il naos
è di forma sferica (cupola), è costituito da cinque piani sui quali ergono 28 lacunari per
ogni livello e all’estremità della cupola si trova lo zenit, l’unica apertura della cella (9
metri).

- Frontalità e assialità
Una delle caratteristiche principali della architettura romana è proprio la frontalità e la
troviamo soprattutto nei templi (le scalinate sono frontali e non tutte intorno all’edificio),
mentre un’altra caratteristica è la assialità (corrispondenza fra gli assi delle varie parti di un
edificio, nella composizione architettonica di esso) e la troviamo in particolare nella domus:
Domus
Essa è la casa dei patrizi, ha poche aperture all’esterno e con un alto muro perimetrale
si isola dalla città. Attraverso il vestibulum (porta d’ingresso) e la fauces (corto
corridoio) si arriva all’atrium (spazio di forma quadrangolare dove si svolgevano i pranzi
invernali), il suo soffitto è aperto dal compluvium, dal quale cade l’acqua della pioggia
ed entra nell’impluvium (vasca che contiene l’acqua piovana). Attorno all’atrio
troviamo le cubicula (camere da letto) e di fronte al fauces c’è il tablinum (spazio per i
pranzi estivi). Affianco ad esso ci sono le alae (locali di servizio) e al di là c’è il peristylium
(giardino interno). Attorno si apriva il triclinium (sale da pranzo), l’exhedra (gli ambienti
domestici) e gli oeci (sale per la conversazione e
soggiorno).
Vitruvio poi distingue altri cinque tipi nell’atrium:
il tuscanico (falde del compluvium
sostenute da un sistema di travi), il corinzio (il
compluvium è sostenuto da colonne
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Classe 2^A
Liceo scientifico Conegliano

disposte attorno l’impluvium), il tetrastilo (quattro colonne colocate agli angoli


dell’impluvium che sostengono il tetto), il displuviato (le quattro falde del tetto inclinate
verso l’esterno) e il testudinato (tempio a forma piramidale a quattro falde).

- Utilizzo di absidi e nicchie


I romani a partire dalla seconda metà del I sec. a.C.
introdussero le nicchie e gli absidi (curvatura
semicircolare concava posta alla parete finale del naos
per esaltare la struttura e far capire alle persone che
entrano dove devono rivolgere l’attenzione, infatti
veniva posta la statua della divinità del tempio
nell’abside e ne troviamo un esempio nella cella del
Pantheon) come caratteristiche strutturali. Figura 4 Naos del Pantheon

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