La Musica Dell'Antica Grecia
La Musica Dell'Antica Grecia
La Musica Dell'Antica Grecia
2020)
Lo Stasimo assumeva una forma codificata: due sedie di versi lirici (strofe e
antistrofe), ordinate secondo la stessa successione di schemi metrici e verosimilmente
cantate entrambe su una medesima melodia, formavano una coppia strofica. A
conclusione di una serie di 2 o 3 coppie strofiche subentrava di solito una serie finale
di versi lirici (epodo), cantata su una melodia autonoma.
Un tipo particolare di canto era il commo, dal carattere patetico.
L’alternanza tra canto corale e recitazione è un sentore dei compianti funebri
(trenodie) da cui i commi derivano. Altre parti della tragedia hanno l’alternanza tra
attore e coro come Parodo commatica o Stasimo commatico.
Non diversi sono i canti ambei in cui il coro è diviso in due.
Il coro poteva avere diverse funzioni a secondo del tipo di scrittura utilizzate, nello
Stasimo il canto era un’appendice dell’azione, nei commi partecipava attivamente
come un personaggio.
Questa duplice funzione assunta dal coro la si può notare nella struttura dell’Oreste di
Euripide.
Nei primi tre stasimi, l’azione si arresta dando modo ad Elettra di esprimere il suo
stato d’animo.
Nel quarto e nelle parti cantate dell’esodo il coro prende parte attiva all’azione.
Dal V sec. notiamo uno spostamento del baricentro drammaturgico dal coro agli attori,
e lo si può notare nel terzo Stasimo in cui il coro viene sostituito dalla voce solista di
Elettra che è giustificata dal fatto che mette in evidenza il fattore psicologico del
personaggio.
Oltretutto rappresenta una svolta per l’intera tragedia poiché da questo momento il
gioco tra sezioni cantate e recitate si fa più complesso ed articolato.
Nell’Esodo tra la strofa e l’antistrofa è inserito l’”a solo” del frigio più lungo del
teatro Euripide o probabilmente eseguito utilizzando dei nomoi conosciuti dal
pubblico.
Già in quest’epoca si possono riconoscere alla musica inserita nella finzione scenica
alcune prerogative che i secoli a venire capitalizzeranno.
=]
il sangue di tua madre è che ti fa impazzire strofa .
coro
femminile
Grande felicità nei mortali non sta:
Così la vela di nave veloce
Squassando un demone sommerge di terribili
sciagure, del mare in violenti rovinosi
antistrofe
flutti
Risale al III sec. a.C. Da Ossirinco, ha poi fatto parte della collezione dell’arciduca
Ranieri d’Asburgo e oggi è depositato alla Biblioteca nazionale di Vienna.
Il frammento va dal verso 338 al 443 e la prima rappresentazione fu nel 408 a.C.
È formata da 7 dimetri docmiaci in armonia Dorica di genere cromatico e enarmonica.
Il testo recita il rimorso di Oreste nell’aver ucciso la madre per vendicare il padre ←
o
viene cantato da un coro femminile che lo compiange.
-
L' unico
frammento rimasto è strofa antistrofe del Staino che è
una e un' I
qui
eseguito da un coro
femminile
( 7 di metri donatici ) Armonia Dorica
bramosia cromatico
genere e
Accenti
inflessione della voce
di metri giambici
Quanto vivi, splendidi!
Non t’affligger mai
Canzone /
solista+ notazione ritmica e melodica
Corta è la vita con
e il tempo ne reclama la fine
armonia
frigia in tropo ionio
Sicilo ad Eutérpe. Dedica
2 SOLISTA DECLAMATO