Arte Preistorica

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Arte Preistorica

Con il termine preistoria si intende il periodo che precede l’invenzione della scrittura. La preistoria
si divide in tre periodi: Paleolitico (1.800.000 a 10.000 a. C.), Mesolitico (10.000 a 6.000 a. C.) e
Neolitico (6.000 a. C. a 4.000 a. C.).
L’uomo di Neanderthal e Cro-Magnon sapeva realizzare manufatti di pietra specializzati e
perfezionati. La disponibilità di strumenti più perfezionati permise un sensibile miglioramento delle
condizioni di vita.
I primi esempi di arte figurativa risalgono a 30.000/40.000 anni fa. Quest’età viene definita
paleolitica e l’uomo inizia ad utilizzare strumenti in pietra. L’uomo paleolitico viveva soprattutto di
caccia. Queste generava molte ansie esistenziali, cui si dava risposta in termini magici.

Nel Paleolitico superiore nasce la pittura rupestre. I soggetti sono animali, rappresentati in
movimento e con particolari realistici. Vengono anche rappresentate figure umane e simboli
geometrici, oltre ad elementi quotidiani. Nel Neolitico le immagini iniziano a servire per
documentare avvenimenti o trasmettere informazioni. Nell’età dei metalli la rappresentazione degli
animali diventa via via sempre più geometrica: non è importante la figura in sé ma il suo simbolo.
La pittura rupestre assume valore simbolico e magico. Le pitture sono eseguite tracciando i contorni
neri, colorandole con le dita in seguito. I colori venivano ricavati dalla terra, da carbone vegetale e
materie calcaree. Vennero anche inventati i pennelli.

La grotta di Lascaux è uno dei maggiori ritrovamenti artistici dell’età Paleolitica. Sulle pareti, in
particolare sul soffitto, sono rappresentati animali, tanto da guadagnarsi il nome di “Cappella
Sistina dell’antichità”. La tecnica di pittura è la stessa di quella Preistorica. Queste grotte sono
rimaste chiuse per millenni, determinando una conservazione di esse, prevenendo il deterioramento
delle pitture. A Lascaux si è realizzato un doppione di questa caverna per i turisti.

A fine dell’Ottocento nella Spagna settentrionale fu scoperta la più celebre grotta preistorica: quella
di Altamira.

Le prime testimonianze di produzione artistica risalgono al Paleolitico medio: semplici linee su


oggetti di osso. Nel Paleolitico superiore appaiono le prime sculture, eseguite in pietra, corno, osso
e avorio. Intorno al 20.000 a. C. nascono le prime figure femminili, chiamate “Veneri”. Nel
Neolitico, figure stilizzate di animali o esseri umani continuano a essere incise o scolpite. Nell’età
dei metalli appaiono figure sempre più stilizzate. Le sculture Paleolitiche hanno fine magico e
simbolico. Le Veneri sono divinità femminili, propiziatrici di fertilità e fecondità. Nell’età dei
metalli vengono scolpite statue per segnalare tombe o venerare dei o antenati. Fino alla scoperta dei
metalli, queste sculture erano fatte con attrezzi di pietra.

La Venere di Willendorf è la più famosa statuetta femminile del Paleolitico. È una rappresentazione
della donna a metà tra il naturalistico e il simbolico. Non ci sono particolari che individuano il
volto. Le braccia, poste sul seno, sono appena accennate. Fa riferimento alla fertilità femminile.

L’architettura dell’uomo preistorico è rappresentata da dolmen, menhir e cromlech. I dolmen erano


strutture triliti formati da due pietre verticali e un architrave. I menhir erano delle statue stele e i
cromlech luoghi con monoliti e triliti disposti in cerchio a formare uno spazio religioso. Per la
collocazione dei menhir occorreva uno sforzo enorme. Si ipotizza venisse fatto rotolare fino al
posto desiderato dove veniva fatto scivolare in una buca.

Nel sistema trilitico i montanti (pietre verticali) non possono essere troppo distanti altrimenti
l’architrave rischierebbe di spezzarsi. Molti dolmen sono realizzati con più di tre massi, in modo da
creare una sorta di stanza.

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