Spazi Vettoriali Di Dimensione Infinita e Basi
Spazi Vettoriali Di Dimensione Infinita e Basi
Spazi Vettoriali Di Dimensione Infinita e Basi
esempi
Emanuele Bottazzi∗
Indice
1 Introduzione 1
1 Introduzione
Queste note discutono brevemente due esempi interessanti di spazi vettoriali
di dimensione infinita, con particolare attenzione al problema dell’esistenza
di una base per questi spazi. Il primo esempio è cosituito dallo lo spazio vet-
toriale dei polinomi a coefficienti reali. Per questo spazio, possiamo scrivere
esplicitamente una base (infinita). Il secondo esempio è lo spazio vettoriale
delle successioni reali: anche questo è uno spazio vettoriale di dimensione
infinita, ma in questo caso non è possibile scrivere esplicitamente una base
∗
Dipartimento di Matematica, Università degli studi di Trento, emanue-
[email protected].
†
Eventuali versioni successive sono reperibili alla pagina http://www.science.unitn.
it/~bottazzi/geometria1516.html.
1
infinita. In effetti, una base per questo spazio vettoriale può essere ricavata
solamente a partire da una grossa ipotesi matematica.
Tutto il contenuto di queste note è opzionale e non costituisce materia
d’esame. Di conseguenza, i lettori sono incoraggiati a saltare le parti che
non ritengono utili, interessanti o comprensibili.
Alcune piccole avvertenze prima di cominciare:
• Le affermazioni seguite dal simbolo (♠) sono vere ma non ovvie, quindi
andrebbero dimostrate.
• 0 ∈ N.
an xn + an−1 xn−1 + . . . + a1 x + a0 †
per ogni r ∈ R.
Chiamiamo R[x] = {p : p è un polinomio a coefficienti reali}.
È ben definita una somma tra polinomi: se
p = an xn + an−1 xn−1 + . . . + a1 x + a0
q = bm xm + bm−1 xm−1 + . . . + b1 x + b0
∗
Secondo un qualche criterio arbitrario di complessità.
†
Che spesso scriveremo con la notazione p = n i
P
i=0 ai x .
‡
È importante evidenziare che la somma è finita e non compaiono potenze negative o
frazionarie del simbolo x.
2
e se n ≤ m, allora
Non è difficile dimostrare che R[x] con la somma definita qui sopra è un
gruppo. L’elemento neutro è il polinomio nullo, che indicheremo con 0.
Lemma 2.1 (♠). (R[x], 0, +) è un gruppo abeliano.
Possiamo
Pn definire un prodotto · : R × R[x] → R[x] in questo modo: se
i
p = i=0 ai x , allora
X n
r·p= (rai )xi .
i=0
Lemma 2.2 (♠). Con il prodotto scalare definito sopra, (R[x], 0, +) è uno
spazio vettoriale su R.
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Idea della dimostrazione. 0 ∈ R[x]n perchè deg(0) = 0 ≤ n per ogni n ∈ N.
La somma tra polinomi è interna per il corollario 2.4, e R[x]n è chiuso
rispetto al prodotto scalare perchè deg(kp) = deg(p) per ogni k ∈ R e
p ∈ R[x].
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Questo conclude la dimostrazione del passo induttivo, e quindi della di-
mostrazione per induzione. Di conseguenza, anche l’implicazione da sinistra
verso destra è vera.
A partire dal corollario qui sopra, deduciamo che gli spazi R[x]n al variare
di n sono contenuti uno dentro l’altro.
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Dimostrazione ( ♥). Dimostriamo che B genera R[x]. Sia p ∈ R[x]: per il
corollario precedente, p ∈ R[x]deg(p) , i.e. p ∈ L(Bdeg(p) ). Dato che Bdeg(p) ⊂
B, p ∈ L(B). Quindi B genera R[x].
Dimostriamo ora che i vettori di B sono linearmente indipendenti tra
loro. Siano dunque xi1 , . . . , xin ∈ B, con i1 , . . . , in tutti distinti (questa
ultima ipotesi ci assicura che anche xi1 , . . . , xin sono tutti distinti). Sia
N = maxj=1,...,n {ij }: N è l’esponente massimo di xi1 , . . . , xin . Quindi per
definizione di N abbiamo xi1 , . . . , xin ∈ BN . Ora xi1 , . . . , xin sono elementi
distinti di BN e, dato che BN è una base, deduciamo che sono linearmente
indipendenti.
Abbiamo dimostrato che B genera R[x] e che i vettori di B sono li-
nearmente indipendenti, quindi possiamo concludere che B è una base per
R[x].
(r · f )(n) = r · f (n).
Lemma 3.2 (♠). Con il prodotto scalare definito sopra, (RN , c0 , +) è uno
spazio vettoriale su R.
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3.1 Il sottospazio vettoriale delle successioni eventualmente
nulle
Per ogni n ∈ N, definiamo le funzioni χn ∈ RN ponendo
1 se x = n
χn (x) =
0 se x 6= n
n
X
g(m) = ai χi (m).
i=0
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Grazie al lemma precedente, è facile dimostrare che Cn è un insieme di
vettori linearmente indipendenti.
Lemma 3.4. Cn è un insieme di vettori linearmente indipendenti.
Dimostrazione. Supponiamo che g = ni=0 ai χi = 0. In particolare, questo
P
vuol dire che g(j) = 0 per ogni j ∈ N. Dal lemma precedente sappiamo che
questo è vero per ogni j > n. Per j = 0, . . . , n, otteniamo
n
X
g(j) = ai χi (j) = aj .
i=0
funzioni che sono nulle da un certo punto in poi (in matematica si dice che
queste successioni sono “eventualmente nulle”) (♠). Il motivo per cui RN c
non è uguale a tutto RN è che in RN esistono delle funzioni che non sono
mai nulle (ad esempio le costanti). Questo semplice ragionamento dimostra
che RNc 6= R .
N
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Dimostrazione. Verifichiamo che F è lineare. Abbiamo la catena di ugua-
glianze
Xn m
X Xn m
X
F α ai χi + β bj χj = α ai xi + β bj xj
i=0 j=0 i=0 j=0
n m
!
X X
= αF ai χi + βF bj χj
i=0 j=0
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confutato in ZF o in ogni altra teoria degli insiemi accettata dalla quasi
totalità dei matematici. L’assioma della scelta è equivalente a un certo
numero di affermazioni matematiche, tra cui quella che ogni spazio vettoriale
ha una base.
Nel caso particolare dello spazio vettoriale RN , si può dimostrare che
2. se non vale l’assioma della scelta, allora RN può non avere una base.
Per gli studenti che desiderano approfondire l’assioma della scelta e al-
cune sue conseguenze importanti per la pratica matematica, suggerisco di
dare un’occhiata a [2]. Il testo è in inglese ed è un po’ tecnico, ma potrebbe
dare una prima idea delle vaste implicazioni di questo principio matematico.
Un’introduzione più accessibile è reperibile all’indirizzo http://www.
math.vanderbilt.edu/~schectex/ccc/choice.html. In questa pagina gli
studenti interessati possono trovare numerosi collegamenti e spunti di ap-
profondimento.
Per ulteriori spunti di riflessione sugli spazi vettoriali di dimensione in-
finita, suggerisco di consultare [1], anche se il testo, per la natura degli
argomenti trattati, è impegnativo.
Riferimenti bibliografici
[1] Lior Silberman, Note on infinite-dimensional vector spaces, reperibi-
le alla pagina https://www.math.ubc.ca/~lior/teaching/1314/412_
W14/Notes/InfiniteDimensions.pdf
[2] Kevin Barnum, The axiom of choice and its implications, reperibi-
le alla pagina http://math.uchicago.edu/~may/REU2014/REUPapers/
Barnum.pdf
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