Ferneyhough Superscriptio
Ferneyhough Superscriptio
Ferneyhough Superscriptio
Brian Ferneyhough
Egli sostiene che sia dovere di ogni compositore contemporaneo di comprendere a fondo le
meccaniche di produzione del suono di ogni strumento per il quale scrive, in modo da estendere il
più possibile le potenzialità espressive di ogni composizione, e di sapere esattamente cosa vuole
dall’esecutore e come chiedergli di ottenerlo. In questo modo si può spiegare l’approccio tendente
alla forte complessità presente nella musica sua musica: egli ritiene di non aver mai scritto nulla di
impossibile da eseguire, poiché, conoscendo appieno le possibilità dello strumento e lavorando a
lungo con gli esecutori, si accerta che ogni elemento della partitura sia perfettamente eseguibile,
anche se arriva a toccare gli estremi delle capacità strumentali (ed umane).
Uno dei metodi “generativi” che Ferneyhough comincia ad usare negli anni 90’ è Patchwork,
un software sviluppato da IRCAM, un istituto parigino dedicato allo sviluppo tecnologico in favore
alla musica. Questo software analizza qualsiasi tipo di informazione musicale formalizzabile
(ovvero trasferibile in linguaggio macchina) e ne genera diverse variazioni sulla base dei parametri
dati. Ferneyhough usa spesso questo software per generare varie strutture ritmiche all’interno dei
suoi brani.
Il programma utilizza un particolare tipo di conversione dal sistema decimale al sistema ritmico
musicale; di seguito alcuni esempi:
Questo linguaggio si “traduce” nella seguente maniera:
Il numero all’interno della prima parentesi rappresenta il numero di pulsazioni, senza specificarne
necessariamente il valore (potrebbero essere 4 quarti come 4 ottavi o 4 sedicesimi), e le cifre
all’interno della parentesi successiva rappresentano il ritmo della battuta.
In questo caso la terza parentesi indica che nello spazio di un quarto sono presenti tre note,
portando quindi ad una terzina di ottavi.
Possiamo così analizzare l’esempio A: la somma delle cifre all’interno della parentesi quadra
(1+2+3+6) ci dà 12, avremo così un gruppo irregolare di 12 ottavi su 8, distribuiti tra: una croma
(1); una semiminima (2); una semiminima con il punto (3); ed una minima con il punto (6). La
semiminima col punto è ulteriormente divisa in un gruppo irregolare di 9 sedicesimi su 6 (4+5),
con una semiminima (4 sedicesimi) ed una semimima legata ad un sedicesimo (5 sedicesimi).
Superscriptio (1981)
Dedicato a Roberto Fabricciani
Superscriptio è un brano per ottavino solo composto negli ultimi mesi del 1981
Con questo brano Ferneyhough tenta di raffigurare <<delle fugaci bozze di un contorno flebile, una
traccia non dimensionale che rappresenta un definitivo “interno dell’esterno“, mai catturabile
dentro al suono>> (Brian Ferneyhough, prefazione alla partitura di Superscriptio), suggestione
datagli dalla sua tendenza ad associare ad ogni strumento dal registro estremamente alto o basso
l’idea di tutto ciò che può rappresentare bordi, estremità, confini, e cosa si trova oltre di essi.
- Sezione 1 (1-59). Comincia nel registro acuto dell’ottavino, con un lungo legato fino a
battuta 37, dove, con il primo respiro “reale” (non compiuto con la respirazione circolare)
dall’inizio del brano, la sezione viene presumibilmente divisa in due lunghe frasi in legato:
batt. 1-37 e 38-59.
- Sezione 2, Violento subito (60-118). Contiene numerose battute di rapidi ribattuti e note
rapidamente articolate e salti di registro (in modo da non consentire l’individuazione di un
“punto focale”);
- Sezione 3, Subito quasi tranquillo (119-138). È la sezione più frammentaria, con materiale
disunito, uso più esteso delle pause e pressoché articolata nel registro medio dello
strumento.
- Sezione 4, più agitato (139-200). Quasi segue a specchio la sezione 2 in termini di texture
(carattere più aggressivo, incursioni più frequenti nel registro basso, rapidi ribattuti,
articolazione veloce;
- Sezione 5, poco a poco crescendo al Fine (200-218). Vede il ritorno degli estremi superiori
del registro dell’ottavino, richiamando l’inizio del brano. Il brano si conclude sulla nota più
acuta eseguibile sull’ottavino. Questo può essere considerato come un simbolico ritorno al
materiale espositivo.
La costante linea evolutiva di Superscriptio non risulta totalmente lineare, e la sensazione
di flusso e riflusso non coesiste con alcun tipo di senso di gravità, o di elemento ricorrente o
dominante. Invece di avvalersi della tipica gerarchia dei suoni, la chiave di lettura risiede
nell’interazione tra i vari parametri (come la dinamica, la ritmica, l’articolazione, gli intervalli, i
registri dello strumento, le variazioni di intonazione, gli effetti timbrici e l’accentazione), che vede i
suoni e il modo in cui interagiscono “armonicamente” come elemento principale.
Dal punto di vista del parametro ritmico, il brano è costituito da una densa rete di
elementi metrici preparati e relazioni proporzionali, sviluppati e incastrati tra di loro in una fitta
struttura di variazioni. Uno degli elementi notevoli che si possono osservare in partitura è la
presenza di tempi dal valore di battuta inusuale:
Questa battuta da 3/20 avrà quindi il valore di 3 sedicesimi all’interno di una quintina di
semiminime, qui suddivisi ulteriormente in un gruppo irregolare di 5 trentaduesimi su 6 (quintina
di trentaduesimi);
I 3/24 di questa misura equivalgono a 3 sedicesimi in una terzina di minime. I tre sedicesimi
equivalgono a 6 trentaduesimi, ma il gruppo irregolare li rende 5, divisi in 1+1+(0,75*4) (4
trentaduesimi col punto);
11/48 sono 11 trentaduesimi in una terzina di minime. Qui divisi in due sedicesimi, una terzina di
sedicesimi (valore di un ottavo) e tre 32esimi (4+4+3).
Un altro aspetto ritmico peculiare è la presenza di gruppi irregolari composti (Nested
tuplets), dati dalla sovrapposizione di due tempi irregolari uno sopra l’altro. Ovviamente eseguire
un ritmo dato dalla sovrapposizione di più tempi irregolari in una battuta, che ha già come
riferimento metrico una unità di un tempo irregolare (1/10, 1/12) richiede un impegno ritmico e
un’attenzione molto forti da parte dell’esecutore, e si potrebbe equiparare alla scrittura di tre
gruppi irregolari sovrapposti. Da qui si potrebbe spiegare il bisogno da parte del compositore di
utilizzare questo sistema di misure a suddivisione ternaria o quinaria: per arrivare a concepire
ritmi dati da sovrapposizioni irregolari ancora più complesse di un doppio gruppo irregolare.
È anche interessante notare come l’indicazione di tempo segni “Veloce” quando in realtà è di 56
alla croma
Il tempo di questo brano in effetti risulta veloce, come il suo carattere frenetico, a seguito
di un utilizzo costante (come abbiamo visto) di valori molto piccoli come il trentaduesimo, il
quarantesimo, il quarantottesimo ed il sessantaquattresimo. L’indicazione “sempre giusto” sta a
ribattere quanto il compositore attesta nella prefazione del brano: <<le stanghette segnano
innegabilmente un’istantanea alterazione della lunghezza della misura. Nessun tipo di rubato deve
essere incorporato in alcun momento, dato che molti degli effetti del brano dipendono dal grado di
sincronizzazione che intercorre tra la metrica ed altri elementi compositivi>> (Brian Ferneyhough,
prefazione alla partitura di Superscriptio).