Il documento riassume alcuni aspetti del romanzo storico italiano dell'Ottocento e del primo Novecento. In particolare, vengono analizzati autori come Manzoni, Rovani, Nievo e De Roberto, e opere come I promessi sposi, Cento anni e I viceré. Viene discusso il rapporto tra finzione narrativa e ricostruzione storica, e le differenti strategie adottate dagli scrittori per intrecciare trame di finzione e riferimenti al contesto storico-politico dell'epoca.
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Il documento riassume alcuni aspetti del romanzo storico italiano dell'Ottocento e del primo Novecento. In particolare, vengono analizzati autori come Manzoni, Rovani, Nievo e De Roberto, e opere come I promessi sposi, Cento anni e I viceré. Viene discusso il rapporto tra finzione narrativa e ricostruzione storica, e le differenti strategie adottate dagli scrittori per intrecciare trame di finzione e riferimenti al contesto storico-politico dell'epoca.
Il documento riassume alcuni aspetti del romanzo storico italiano dell'Ottocento e del primo Novecento. In particolare, vengono analizzati autori come Manzoni, Rovani, Nievo e De Roberto, e opere come I promessi sposi, Cento anni e I viceré. Viene discusso il rapporto tra finzione narrativa e ricostruzione storica, e le differenti strategie adottate dagli scrittori per intrecciare trame di finzione e riferimenti al contesto storico-politico dell'epoca.
Il documento riassume alcuni aspetti del romanzo storico italiano dell'Ottocento e del primo Novecento. In particolare, vengono analizzati autori come Manzoni, Rovani, Nievo e De Roberto, e opere come I promessi sposi, Cento anni e I viceré. Viene discusso il rapporto tra finzione narrativa e ricostruzione storica, e le differenti strategie adottate dagli scrittori per intrecciare trame di finzione e riferimenti al contesto storico-politico dell'epoca.
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. M1. A.
Manzoni e la «dissimulazione romanzesca» • Léttre a Monsieur Chauvet (1820)
Fermo e Lucia (1821-23)
Lettere a Fauriel • (Sul romanticismo ) (1823) Le tre Introduzioni (2 per il FL, 1 per i PS) Inserti metanarrativi
I promessi sposi (1824-26)
• Del romanzo storico (1831)
M.2 Il romanzo antiromanzesco. Vero e verosimile • Il «peccato di inverosimiglianza» della trageda classica e la funzione etica concepita come sviluppo della forza morale. Centralità della Storia: il vero storico e il vero morale. • La «narrazione» e il «racconto» coinvolgono sia il discorso storico che il discorso romanzesco. • Ridefinizione del concetto poetico di INVENZIONE come operazione di SELEZIONE e INTEGRAZIONE . Rifiuto del «falso» romanzesco. • la sutura tra la Storia e la storia da raccontare ( che deve comunque rappresentare la Storia) è data dal «verosimile», una combinazione creativa che possa apparire come una storia vera appena scoperta. • Relata refero: il manoscritto, l’effetto realtà, il narratore attendibile,l’.appello ai lettori. Il romanzo storico dell’età romantica e risorgimentale
• 1. Il referente centrale del RS è la storiografia, connessa all’idea di
completamento tramite l’invenzione letteraria della documentazione storica. Riaffermazione dell’egemonia intellettuale. • 2 . Diffusione delle ideologie liberali borghesi; autorappresentazione della nuova casse emergente, rispecchiamento del nuovo pubblico • 3. in Italia divenne lo specchio delle aspirazioni nazionali, capace di documentare le diverse ideologie risorgimentali, dal liberismo neoguelfo a quello mazziniano. Soprttutto nella «seconda ondata» (anni Trenta: D’Azeglio, Grossi, Tommaseo, Guerrazzi) Il «romanzo sinfonia» di Giuseppe Rovani • Cento Anni (a puntate sulla «Gazzetta Ufficiale» di Milano dal 1857-1863, poi in volume ) Né un romanzo né una storia romanzata ma una testimonianza di costume e di vita sociale (ciclicità) • Statuto memoriale/testimoniale di secondo grado. Crisi dell’onniscienza, discorso cronachistico e giornalistico, diretto rapporto con i lettori (gli Intermezzi) • Sinfonia del romanzo (1856) poi Preludio all’edizione a stampa : difesa del romanzo come luogo letterario capace di accogliere e diffondere in tutti gi strati della società idee e conoscenze, valori o disvalori. Deve accogliere la realtà della vita pubblica e privata in tutti i suoi molteplici aspetti, interessando i lettori con un intreccio avvincente. • Digressioni di gni tipo, gusto per l’erudito e l’inedito, attenzione ai dettagli di costume arte musica «i minuzzoli della storia», rottura dell’unità di tempo: l’eterogeneità è compensata dall’individuazione di un «centro» fabulistico (Un testamento trafugato), una progressione da «ciclo», un testimone nonagenario- da G. Rovani, Cento Anni • «Ma la storia , la quale rifà la vita, per essere completa deve rifarla di dentro e di fuori, e se quasi sempre … segue devota i re dell’azione e del pensiero […] deve poi entrare nelle dimore private e cervarvi quelle figure che vissero non abbastanza note o ignote all’universale, per indagare come la vita intima della società segua l’impulso della vita pubblica, e come persino le virtù, i vizi, gli agìffetti e le passioni ripetano da essa il modo di manifestarsi […] il dramma domestico si atteggia all’epoca storica». • «pubblicare ciò che si tiene celato o nei maniscritti o in quegli opuscoli coraggiosi che furono poi messi sotto chiave, per rimediare alle bugie alle dissimulazioni di alcune fra le storie più reputate e più lette e che, protette dalla bandiera della verità, portarono in giro molta merce di contrabbando». G. Rovani, Cento Anni • I nuovi interlocutori che nella sale dell’hotel Marengo interruppero il dialogo fra madama Falchi e i conte Aquila, secondo le consuetudini dell’arte avrebbero dovuto essere introdotti in altra occasione [,,,] Ma noi non amiamo le consuetudini, e spesso ci piace andare a ritroso delle stesse leggi. In questo caso poi, siccome nella realtà storica le cose camminarono precisamente come le abbiamo esposte […] così siamo perfettamente in regola se abbiamo obbedito all alegge razionale del vero piuttosto che alla arbitraria dell’arte»- • Non romanzo storico «anzi tutto all’opposto», anzi «neppure un romanzo, ma un libro in cui si raccolgano tutta la nostra esperienza e i nostri studi e si faccian noti al pubblico molti accidenti […] i quali, affidati alla tradizione orale, non furono mai ancora consegnati in nessun libro stampato» (es. l’eccidio del conte Giuseppe Prina, ministro dell finanze del governo napoleonico a Milano) • Scrivere storia non romanzo; valore storico/documentario della fabula I. Nievo, Le confessioni di un italiano (1858, p. 1867) . Io narrante autodiegetico e testimone (Carlino Altoviti), narrazione retrospettiva. . La vicenda personale di Carlino si interseca coi momenti salienti della storia italiana dal 1775 al 1850, dalla caduta dell’ancien regime fino alle guerre d’indipendenza. Riduzione della distanza storica. . L’autobiografismo da un lato richiede una continua professione di attendibiità, dall’altro comporta una visione «bassa» della storia, soggettiva e relativa, per cui la storia nel romanzo assume un posizione marginale, e sensibilmente ridotta è la funzione della documentazione e delle fonti storiografiche. Le confessioni: romanzo storico, romanzo di formazione • «vivificar dal passato le passioni e le idee che possono giovare al presente, poiché non è ignoto che la nazione di oggi è sopraposta alla nazione di ieri e che gli effetti futuri sono sviluppi incrementi trasformazioni dei germi lontani» FUNZIONE CIVILE • Il romanzo presenta la «formazione» della coscienza civile del protagonista, dall’infanzia alla vecchiaia, come il cammino di una intera generazione che ha condiviso e combattuto per gli ideali unitari: «l’esposizione deì casi miei sarà quasi un esemplare di quelle innumerevoli sorti individuali che dallo sfasciarsi de’ vecchi ordinamenti politici al raffazzonarsi dei presenti composero la gran sorte nazionale italiana» • La «confessione» come confessio fidei in senso patriottico, ovvero una conversione e una professione di fede: dall’identità particolaristica all’identità nazionale. Da veneziano a italiano Romanzi «antistorici» I viceré di F. De Roberto • Lo sperimentalismo derobertiano. Le «novelle ideali» di Documenti umani, la «fantasie analitiche» di L’albero della scienza, la «trascrizione nuda e impersonale» di La sorte e Processi verbali . Metodo analitico/psicologico e Metodo impersonale. Monologo interiore e discorso indiretto libero. • «Fautore ardente dell’impersonalità nell’arte, Flaubert pretende di scomparire dietro le sue creazioni, di non frapporsi mai fra esse e i lettore, e non si accorge che l’unica impersonalità perseguibile è puramente formale» (F. de Roberto, Leopardi e Flaubert, «Fanfulla della domenica», 22 /08/1886) • La «trilogia» della famiglia Uzeda: L’illusione (1891), I Viceré (1895), L’imperio (!929, postumo) • I Viceré : storia della famiglia aristocratica principesca degli Uzeda di Francalanza, discendente dei viceré di Sicilia, tra il 1855 e il 1876, incrociata con gli eventi della storia italiana dall’impresa di Garibaldi e l’annessione della Sicilia al Regno di Sardegna alla presa di Roma e alla cosiddetta rivoluzione parlamentare. • Anomalia tipologica: «Romanzo di costume» (De Roberto). Romanzo sociale, microstoria+macrostoria, romanzo storico antistoricista (vedi Spinazzola, Madrignani, Grana) • Peter De Meier: De Roberto «storico impersonale degradato» «osservatore e registratore» G.Borri: «qualcosa di più e qualcosa di meno di un romanzo storico». I personaggi principali de I viceré • Donna Teresa Risà in Uzeda figli: don Giacomo (primogenito) principe di Francalanza moglie di Consalvo VII don Lodovico (secondogenito) cardinale principe di Francalanza don Raimondo conte di Lumera, terzogenito, il figlio prediletto don Ferdinando, il «babbeo» Angiolina, primogenita delle figlie femmine, poi Suor Maria Crocifissa donna Chiara, matrimonio imposto con Federico marchese di Villardita donna Lucrezia, sposa l’avvocato Benedetto Giulente, eroe del Volturno cognati: don Gaspare Uzeda, duca d’Oragua, deputato poi senatore del Regno padre don Blasco Uzeda, benedettino, poi cavalier Eugenio Uzeda , il «pazzo» donna Ferdinanda Uzeda, la «zitellona» I nipoti (figli di Giacomo e Margherita): Consalvo Uzeda il principino ( featuring Antonino Paternò Castello, principe di san Giuliano, sindaco di Palermo); Teresina Uzeda Gli altri: Giovannino Radalì, cugino di Consalvo; Michele Radali, fratello di Giovannino e cugino di Consalvo, sposo di Teresina; Benedetto Giulente; Matilde Palmi, sposa di don Raimondo; Isabella Fersa, amante di don Raimondo e sua seconda moglie; la cugina Graziella, seconda moglie di don Giacomo; Baldassarre Crimi, figlio illegittimo di Consalvo VII, «maestro di casa». I Viceré. La struttura del testo • Costruzione analoga e metaforica dei noni capitoli: un passaggio fondamentale della storia nazionale si interseca e si sovrappone con un evento relativo alla famiglia Uzeda, con riflessi di reciprocità allusivi al senso del negativo e all’impietoso nichilismo storico dell’autore. • Tre blocchi narrativi (Parte prima, seconda e terza) composti ciascuno da 9 capitoli, senza soluzione di continuità temporale ma con fratture anacroniche interne relative in particolare alla storia familiare e dei singoli personaggi. Es. il terzo capitolo della prima parte). Cap. IX, I parte: il parto mostruoso di Chiara Uzeda/rivoluzione garibaldina [allegoria dell’annessione della Sicilia alla nuova Italia)/elezione del duca d’Oragua, don Gasparo Uzeda,come deputato nel nuovo parlamento per il partito liberale Cap. IX, II parte: morte di Federico e di Frà Carmelo/ conquista di Roma/liberazione di don Blasco dal giogo ecclesiastico Cap. IX, III parte: la decadenza morale e fisica di Teresa Uzeda/ rivoluzione parlamentare/ Consalvo Uzeda eletto deputato per il partito «democratico» L. Pirandello, I vecchi e i giovani • [1899?] Pubblicato parzialmente a puntate nella «Rassegna contemporanea» 1909; Prima pubblicazione integrale in due volumi nel 1913; edizione definitiva «completamente riveduta e rielaborata» 1931. • Tempo e luogo della storia: 1892-1894, Girgenti e Roma. Eventi storici contemporanei: elezioni politiche del 1892; i Fasci siciliani; Lo scandalo della Banca Romana. Retrospettiva storica: i moti antiborbonici, l’impresa garibaldina) • Memoria familiare, ricerca documentaria, «sistema» dei personaggi, • Grande affresco sociale a rappresentare la fase conclusiva del moto risorgimentale in Sicilia come tragico fallimento sia della generazione che dei loro ideali eredi ( i giovani), segnata dalla bancarotta del patriottismo. I vecchi e i giovani l SISTEMA DEI PERSONAGGI 1. I «VECCHI» : l’aristocrazia feudale Siciliana: i fratelli Laurentano, figli del principe generale Gerlando Laurentano, rivoluzionario antiborbonico morto suicida in esilio [Giovanni Ricci Gramitto, avvocato, organizzatore dei moti antiborbonici palermitani del 1848, esiliato a Malta, dove morirà di stenti. Padre di Caterina Ricci Gramitto, la madre di Luigi Pirandello] Don Ippolito, passatista borbonico, archeologo, vive nel feudo di Colimbetra. Il romanzo si apre con l’annuncio delle sue imminenti nozze con Adelaide Salvo, sorella del «borghese» Flaminio Salvo, ricco proprietario di terre e di zolfare Don Cosmo il «filosofo» (il «babbeo»), vive solitario nella tenuta di Valsanìa. E’ il portavoce dell’umorismo pirandelliano. Donna Caterina memore dell’insegnamento paterno, vedova del patriota Stefano Auriti [Stefano padre di LP], garibaldino morto a Milazzo. vive dignitosamente in povertà con il figlio Roberto Auriti, rifiutando il sostegno economico dei fratelli. MAURO MORTARA il vecchio rivoluzionario e garibaldino, custode del Camerone del Generale I vecchi e ei giovani Il sistema dei personaggi 2 • I VECCHI «borghesi»: don Flaminio Salvo ricco proprietario di terre e di zolfare, Adelaide Salvo, sua sorella che andrà in sposa a Ippolito Laurentano. Don Ignazio Capolino, esponente del partito clericale. • I GIOVANI : (Ger)Lando Laurentano, figlio di Ippolito, di idee progressiste e socialiste,membro del Comitato centrale dei Fasci siciliani, dovrà fuggire in esilio; Roberto Auriti [Rocco Ricci Granitto, zio materno di Pirandello, il più giovane dei Mille ] figlio di Caterina Laurentano e Stefano Auriti, partecipa alle elezioni del 1892 per il partito democratico, sconfitto, verrà poi coinvolto e arrestato per lo scandalo della Banca Romana. Aurelio Costa, ingegnere alle dipendenze del Salvo; Nicoletta Scoto, moglie di Ignazio Capolino, amante prima del Salvo poi del Costa, morirà trucidata insieme a quest’ultimo durante la rivolta degli zolfatari di Aragona; Dianella Salvo, figlia di Flaminio, innamorata di Aurelio, impazzisce alla notizia dell’eccidio. • I POLITICI: Corrado Selmi primo responsabile dello scandalo della Banca romana si suicida al momento dell’arresto. [Rocco de Zerbi] • Francesco d’ Atri ,presidente del Consiglio nel 1893 [Francesco Crispi] Pirandello e il romanzo antistorico • Discontinuità col romanzo storico ottocentesco, acquisizione delle innovazioni del verismo, ma proiezione nel romanzo delle riflessione sull’umorismo; orizzonte problematico, visione filosofica e tecnica narrativa modernista • Infrazione allo statuto dell’onniscienza del narratore con il ricorso sistematico alla focalizzazione interna: discorso rivissuto o indiretto libero in funzione monologante e riflessiva non in direzione mimetico-regeferenziale-documentaria; molteplicità dei punti di vista. Eliminazione del ruolo di mediazione del narratore tra presente e passato, negazione dello storicismo • Rivoluzione copernicana epistemologica relativa alla Storia, soggettivamente vissuta e non oggettivamente ricostruita come successione di eventi. Il passato escluso dal racconto viene recuperato attraverso la dimensione della memoria individuale • Il presente e il passato sono piani temporali legati da un rapporto degenerativo • Procedimento straniante; dalla rappresentazione referenziale alla riflessione «umoristica». Don Cosmo ha «capito il giuoco». Lando Laurentano è più un Amleto che un Oreste. • Scomposizione tra un presente che riflette sulle modalità di conoscenza del passato e il passato oggetto di rappresentazione: discontinuità tra presente e passato, relativizzazione della conoscenza storica rispetto all’enunciazione di un soggetto in un dato momento. Ogni nuovo presente è potenzialmente un nuovo focus prospettico sul passato. Si tratta di una impostazione non storicistica ma ERMENEUTICA.