Lo Vetro D. Martini F. 2012 Il Paleoliti PDF

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ISTITUTO ITALIANO DI PREISTORIA E PROTOSTORIA


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ISTITUTO
ITALIANO DI PREISTORIA
E PROTOSTORIA

ATTI DELLA XLI


RIUNIONE SCIENTIFICA
DAI CICLOPI AGLI ECISTI
SOCIETÀ E TERRITORIO
NELLA SICILIA PREISTORICA
E PROTOSTORICA

San Cipirello (PA), 16-19 novembre 2006

FIRENZE 2012
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ENTI PROMOTORI
Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria
Assessorato Regionale dei Beni Culturali Ambientali e P.I.
Comune di San Cipirello
Unione de Comuni Monreale Jetas
Centro Siciliano di Preistoria e Protostoria
Archeoclub di Corleone
COMITATO D’ONORE
A. Buttitta, N. Bonacasa, E. De Miro, S. Lagona, V. La Rosa, G. Rizza, E. Tortorici,
M. Tosi, V. Tusa, G. Voza
CON IL SOSTEGNO DI
Soprintendenza BB CC AA Agrigento
Soprintendenza BB CC AA Caltanissetta
Soprintendenza BB CC AA Catania
Soprintendenza BB CC AA Enna
Soprintendenza BB CC AA Messina
Soprintendenza BB CC AA Palermo
Soprintendenza BB CC AA Ragusa
Soprintendenza BB CC AA Siracusa
Soprintendenza BB CC AA Trapani
Soprintendenza al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini”
Museo Archeologico Regionale, Agrigento
Museo Archeologico Regionale “A. Salinas”, Palermo
Museo Archeologico Regionale “P. Orsi”, Siracusa
Museo “Agostino Pepoli”, Trapani
Museo Archeologico Regionale della Villa del Casale di Piazza Armerina
Museo Archeologico Regionale di Camarina
Museo Archeologico Regionale di Gela
Museo Archeologico Regionale Eoliano “L. Bernabò Brea”
Museo della Ceramica di Caltagirone
Museo di storia naturale e del carretto di Palazzo d’Aumale, Terrasini
Parco Archeologico Regionale di Agrigento
COMITATO SCIENTIFICO
Paleolitico e Mesolitico: M.R. Iovino, F. Martini
Neolitico: V. Tinè, S. Tusa
Eneolitico: A. Cazzella, D. Cocchi Genik, L. Maniscalco
Età del Bronzo: N. Bruno, M. Cavalier, M.C. Martinelli, F. Nicoletti, E. Procelli, S. Tusa
Età del Ferro: R.M. Albanese Procelli
Interazioni Sicilia - Mediterraneo: A.M. Bietti Sestieri, M. Marazzi
Coordinamento: S. Tusa
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
C. Buccellato, A. Scuderi, A. Vintaloro, E. Viola
REDAZIONE DEGLI ATTI
Enrico Procelli

In copertina: Vaso della cultura di Serrafarlicchio

© Istituo Italiano di Preistoria e Protostoria, 2012


Via S. Egidio, 21 - 50122 Firenze
tel. 055/2340765 - fax 055/5354821
www.iipp.it - e-mail: [email protected]
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PROGRAMMA

Giovedì 16 novembre

Comune di San Cipirello (PA)


San Cipirello, Futuri locali del Museo Civico, via Roma, 310
Sala delle Cariatidi (I)
09,00 Inaugurazione e saluti
RELAZIONI
10,00 A.M. Bietti Sestieri, Introduzione al Convegno
10,30 D. Lo Vetro, F. Martini, Il Paleolitico e il Mesolitico della Sicilia
11,00 I. Biddittu, M.R. Iovino, A. Revedin, Il Mesolitico nella Sicilia orientale
11,20 V. Tiné, S. Tusa, Il Neolitico della Sicilia
11,50 A. Cazzella, L. Maniscalco, L’Eneolitico della Sicilia
12,20 D. Cocchi Genick, Correlazioni tra Eneolitico siciliano e peninsulare
12,50-14,00 Lunch
14,00 R.M. Albanese, M. Cavalier, M.C. Martinelli, M. Pacciarelli, E. Procelli,
L’età del Bronzo nella Sicilia orientale e nella zona dello Stretto di Messina
14,30 R. Panvini, L’età del Bronzo nella Sicilia centro meridionale
15,00 F. Nicoletti, S. Tusa, L’età del Bronzo nella Sicilia occidentale
15,30 N. Bruno: Evoluzione dell’architettura funeraria nell’età del Bronzo
15,50 A.M. Bietti Sestieri, M. Marazzi, Relazioni mediterranee della Sicilia nel-
l’età del Bronzo
16,20 R.M. Albanese Procelli, La prima età del Ferro nella Sicilia orientale e cen-
tro-meridionale
16,50 S. Tusa, La prima età del Ferro nella Sicilia occidentale
17,20 G.F. La Torre, Le popolazioni indigene della Sicilia all’epoca della coloniz-
zazione
18,00 Presentazione della mostra “Slovacchia. Crocevia delle civiltà europee” a
cura dell’Istituto Archeologico dell’Accademia Slovacca e dell’Ambascia-
ta della Repubblica Slovacca, organizzata dal Centro Siciliano di Preisto-
ria e Protostoria

Venerdì 17 novembre

San Cipirello, Sala delle Cariatidi (I)


COMUNICAZIONI PALEOLITICO-MESOLITICO

09,00 A.G. Segre, I. Biddittu, Paleolitico inferiore della Sicilia meridionale e


vicende geologiche del Canale Siculo-Tunisino
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09,15 F. Antonioli, E. Castagnino, C. Monaco, G. Schicchitano, Sea-level change


along the Sicilian coast for the past 14,000 cal yrs
09,30 L. Bonfiglio, G. Mangano, M.C. Martinelli, I depositi epigravettiani della
Grotta di San Teodoro alla luce delle recenti campagne di scavi paleontologici
09,45 F. Martini, D. Lo Vetro, L. Baglioni, A. Colonese, Z. Di Giuseppe,
P. Mazza, S. Ricciardi, B. Sala, S. Tusa, Nuove ricerche a Grotta Racchio-
Gruppo dell’Isolidda (S. Vito Lo Capo, TP): primi risultati
10,00 F. Barattolo, C. Collina, Un giacimento del Paleolitico superiore nella valle
del Carboj (Menfi,Trapani)
10,15 F. Nicoletti, S. Tusa, Nuove acquisizioni scientifiche sul Riparo del Castello
di Termini Imerese
10,30 V. Copat, M.A. Mannino, D. Zampetti, Nuovi dati sul Paleolitico superiore
nel territorio di Erice: la Grotta del Maltese e la Grotta San Francesco
10,45 F. Martini, D. Lo Vetro, A. Colonese, Z. Di Giuseppe, R. Giglio, S. Ric-
ciardi, S. Tusa, Primi risultati della campagna di scavo 2005 a Grotta del-
l’Ucciria (Favignana, TP)
11,00-11,30 Coffee-break e illustrazione poster
11,30 R. Di Salvo, G. Mannino, M.A. Mannino, V. Schimmenti L. Sineo, K.D.
Thomas, Le sepolture della Grotta d’Oriente (Favignana)
11,45 F. Martini, D. Lo Vetro, A. Colonese, Z. Di Giuseppe, V. Forzisi, R. Gi-
glio, S. Ricciardi, S. Tusa, Primi risultati sulle nuove ricerche stratigrafiche
a Grotta di Oriente (Favignana, TP). Scavi 2005
12,00 F. Martini, D. Lo Vetro, M. Borrini, S. Bruno, F. Mallegni, O. Rickards,
Una nuova sepoltura dalla Grotta di Oriente (Favignana, TP). Scavi 2005.
12,15 M.A. Mannino, K.D. Thomas, E. Tufano, S. Tusa, Resoconto preliminare
delle indagini stratigrafiche alla Grotta di Cala dei Genovesi (Levanzo, TP)
12,30-13,00 Discussione
13,00-14,30 Lunch
14,30 L. Conte, S. Tusa, Approfondimento stratigrafico alla Grotta dell’Uzzo
14,45 R. Di Salvo, M.A. Mannino, V. Schimmenti, L. Sineo, K.D. Thomas, Nuo-
vi dati sulle sepolture della Grotta dell’Uzzo
15,00 C. Di Patti, M.R. Iovino, L. Maniscalco, Studio delle faune e dei manufatti
litici dal sito di Rocchicella (Mineo, CT) per un approfondimento delle co-
noscenze sui gruppi di cacciatori/raccoglitori mesolitici della Sicilia orientale
15,15 F. Martini, D. Lo Vetro, P. Brilli, A. Colonese, Z. Di Giuseppe, V. Forzisi,
C. Pedrolli, S. Ricciardi, B. Sala, S. Tusa, Dati preliminari sul Mesolitico di
Grotta di Cala Mancina (S. Vito Lo Capo, TP): paletnologia e ambiente
15,30 G. Ayala, L. Conte, S. Tusa, Indagini stratigrafiche alla Grotta dei Cavalli
(San Vito Lo Capo, TP)
15,45 C. Collina, Continuità e discontinuità dei sistemi tecnici e delle chaines ope-
ratoires delle industrie litiche mesolitiche e neolitiche della Grotta dell’Uzzo
16,00 M.A. Mannino, K.D. Thomas, Studi archeozoologici ed archeometrici sui
reperti di malacofauna della Grotta dell’Uzzo (TP)
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16,15 A.G. Segre, Evoluzione della Grotta Grande dell’Uzzo (TP)


16,30-17,00 Coffee-break e illustrazione poster
17,00 S. Chilardi, A. De Dominicis, M. Fiore, D. Zampetti, La frequentazione
preistorica di Grotta Emiliana (Erice - TP)
17,15 A. Scuderi, S. Tusa, A. Vintaloro, Il riparo paleolitico di contrada Mariano -
San Cipirello (PA)
17,30 F. Cavulli, S. Grimaldi, M.A. Mannino, T. Pasquali, A. Pedrotti, K.D. Tho-
mas, M. Tosi, S. Tusa, Il sito epigravettiano di Grotta Perciata (penisola di
S.Vito lo Capo, TP). Primi risultati delle attività di scavo e delle prospezioni
17,45 G. Mannino, L’arte rupestre paleo-mesolitica in Sicilia
18,00-19,00 Discussione

Venerdì 17 novembre

San Cipirello, Sala di Afrodite (II)


COMUNICAZIONI ETÀ DEL BRONZO

09,00 V. Romano, Archeogenetica della popolazione siciliana: contesti e prospettive


09,15 C. Giardino, La metallurgia in Sicilia
09,30 F. Alberghina, F. Privitera, M. Turco, Recenti indagini nel versante sud-oc-
cidentale dell’Etna
09,45 L. Conte, S. Tusa, Resoconto delle attività di ricerca e scavo nel territorio di
Partanna, Trapani (anni 2000-2005). Indagini nelle necropoli preistoriche di
Stretto, Torre Donzelle e Capo d’Acqua
10,00 M. Criscione, G. Di Stefano, A.M. Sammito, S. Scerra, L. Zurla, Approdi
ed insediamenti costieri del Bronzo antico e medio nella Sicilia meridionale:
Branco Grande e Bruca
10,15 E. Giannitrapani, M. Pluciennik, Nuovi dati sulla preistoria della Valle del
Torcicoda - Enna
10,30 L. Guzzardi, Insediamenti preistorici nei territori di Leontinoi e Megara:
scavi e nuove scoperte nell’ultimo biennio
10,45 L. Maniscalco, Recenti scavi a Rocchicella, M. Catalfaro, S. Febronia, Ac-
quamara
11,00-11,30 Coffee-break e illustrazione poster
11,30 G. Mannino, M.C. Spagnolo, La tomba di Posillesi (Salemi, TP)
11,45 V. Copat, A. Costa, P. Piccione, Alcune considerazioni sulla ceramica dipin-
ta castellucciana
12,00 V. Ardesia, M. Cattani, Tipologia ceramica e caratteristiche culturali della
facies Rodì-Tindari-Vallelunga
12,15 B. Basile, Nuovi dati sulla facies di Rodì-Tindari-Vallelunga nell’entroterra
di Siracusa
12,30-13,00 Discussione
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13,00-14,30 Lunch
14,30 R. Veneziano, La presunta facies di Rodì-Tindari-Vallelunga ad un cinquan-
tennio dalla sua formulazione
14,45 M. Cattani, S. Tusa, Paesaggio agro-pastorale e spazio rituale nel paesaggio
dell’età del Bronzo a Pantelleria
15,00 M. Cattani, F. Nicoletti, S. Tusa, Resoconto preliminare degli scavi dell’in-
sediamento di Mursia
15,15 F. Nicoletti, G. Trojsi, S. Tusa, Analisi tipologiche e mineralogico-petrogra-
fiche su ceramiche, intonaci, concotti e battuti dalle capanne dell’età del
Bronzo di Mursia
15,30 F. Nicoletti, S. Tusa, Pantelleria, scavo di un sese in proprietà Di Fresco e
materiali di altri sesi scomparsi in contrada Mursia
15,45 A. D’Amora, M. Trifuoggi, E. Tufano, S. Tusa, L’ossidiana di Pantelleria:
studio di caratterizzazione e provenienza alla luce della scoperta di nuovi
giacimenti
16,00 L. Conte, Un insediamento della media età del Bronzo rinvenuto in conte-
sto urbano a Partanna (TP)
16,15 A.K. Ingoglia, F. Nicoletti, S. Tusa, Il sito dell’età del Bronzo di Erbe Bian-
che (Campobello di Mazara, TP)
16,30-17,00 Coffee-break e illustrazione poster
17,00 S.T. Levi, B. Prosdocimi, G. Tigano, A. Vanzetti, Nuovi dati sull’insedia-
mento dell’età del Bronzo nella zona del Borgo antico di Milazzo (ME)
17,15 R. Lanteri, La necropoli di contrada Lotti (Gela) e le architetture funerarie
a pilastri in Sicilia nell’età del Bronzo antico
17,30 M. Tedesco, La necropoli di Cozzo del Pantano; una rivisitazione
17,45 A. Scuderi, S. Tusa, A. Vintaloro, Nuove prospezioni archeologiche nel Cor-
leonese e nello Jato: Monte della Fiera
18,00 A. Zanini, Un contributo alla rilettura della necropoli del Bronzo finale di
Milazzo
18,00-19,00 Discussione

Sabato 18 novembre

San Cipirello, Sala delle Cariatidi (I)


COMUNICAZIONI NEOLITICO

09,00 M. Sgammato, S. Tusa, La ceramica neolitica della Grotta dell’Uzzo. Trin-


cea X (1983) Trincea AF (2004)
09,15 A. Traverso, La facies del Kronio. Elementi cronotipologici dagli scavi nel-
l’Antro Fazello al Monte Kronio (Sciacca, AG)
09,30 L. Conte, S. Tusa, J.C. Martín de la Cruz, A. Lucena Martín, La secuencia
cronocultural de contrada Stretto (Partanna, TP), según los últimos trabajos
2003-2005
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09,45 R. Sanchez Martinez, Estudio del repertorio lítico de contrada Stretto (Par-
tanna, TP)
10,00 M. Moscoloni, C. Ruggini, Le indagini archeologiche a Grotta Bonagia
(TP) nel quadro delle modalità di occupazione della Sicilia occidentale du-
rante il Neolitico tardo
10,15 B. Basile, I. Caneva, G. Boschian, G. Fiorentino, M.R. Iovino, Indagine
multidisciplinare in un’area campione della Sicilia sud-orientale: dati recenti
dal sito di Stentinello
10,30 E. Castiglioni, C. Di Patti, G. Piscopo, L. Maniscalco, La fase neolitica
presso il santuario dei Palici (Mineo)
10,45 O. Palio, L’insediamento tardo Neolitico di via Capuana a Licodia Eubea
11,00-11,30 Coffee-break e illustrazione poster
11,30 A. Scuderi, S. Tusa, A. Vintaloro, L’insediamento neolitico di contrada
Dammusi nell’entroterra Palermitano
11,45 F. Privitera, Tombe tardo-neolitiche in contrada Balze Soprane di Bronte (CT)
12,00 F. Nicoletti, L’industria litica di Punta Fram. Una nuova facies preistorica a
Pantelleria
12,15 A. Boscaino, A. D’Amora, F. Nicoletti, M. Trifuoggi, S. Tusa, Indagini sul-
la caratterizzazione e la provenienza delle ossidiane di Serra del Palco (CL) e
Stretto-Partanna (TP)
12,30-13,15 Discussione
13,15-14,15 Lunch

COMUNICAZIONI ENEOLITICO

14,15 G. Odetti, Le Grotte del Conzo (SR) e della Palombara (SR) nel quadro
dell’età del Rame della Sicilia orientale
14,30 O. Adamo, D. Gulli, La ceramica di Serraferlicchio da Serraferlicchio (AG)
15,00 E. Giannitrapani, L’Insediamento Case Bastione (Villarosa, EN)
15,15 G. Pappalarso, R.M. Iovino, L. Maniscalco, Analisi non distruttive sulla
provenienza di alcuni vetri vulcanici da Rocchicella
15,30 M. Cavalier, M. Cultraro, L’abitato eneolitico di Poggio dell’Aquila presso
Adrano (CT)
15,45 C. Guzzone, Rinvenimenti preistorici dal territorio di Caltanissetta
16,00 E. Carnieri, L. Lentini, S. Levi, P.M. Mandò, A. Valenti, A. Zanini, La
tomba a grotticella artificiale di Pergole 2, Partanna (TP) contrada Pergola
16,15 S. Tusa, D. Ursini, Rinvenimenti eneolitici a Pantelleria - Lago di Venere
16,30-17,00 Coffee-break e illustrazione poster
17,00 E. Tufano, S. Tusa, Analisi tipologica dell’industria litica su ossidiana del
Lago di Venere (Pantelleria)
17,15 A. Crispino, Il complesso eneolitico di S. Ippolito di Caltagirone: scavi Orsi
17,30 F. Alberghina, La “facies” di S.Ippolito in Sicilia
17,45 F. Privitera, Idoletto tipo Camaro da contrada Marca di Castiglione di Sicilia
18,00-19,00: Discussione
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Sabato 18 novembre

San Cipirello, Sala di Afrodite (II)


COMUNICAZIONI ETÀ DEL BRONZO

009,00N. Bruno, F. Nicoletti, S. Tusa, Resoconto preliminare degli scavi dell’inse-


diamento del tardo Bronzo di Mokarta
09,15 C. Buccellato, S. Tusa, Analisi quantitativa e distribuzione funzionale dei
reperti dell’insediamento della tarda età del Bronzo di Mokarta
09,30 L. Riolo, Analisi distributiva e funzionale dei reperti ceramici nella capanna
14 di Mokarta
09,45 G. Ayala, C. French, Mokarta: studi geoarcheologici della capanna 7
10,00 R.E. Jones, S.T. Levi, A. Vanzetti, La ceramica di impasto da Cannatello
(AG): seriazione cronologica e caratterizzazione delle materie prime
10,15 L. Maniscalco, G. Terranova, Un sito del Bronzo recente nel centro storico
di Paternò: dati preliminari dagli scavi di via S. Caterina
10,30 R. Panvini, Dessueri tra Bronzo recente e Bronzo finale
10,45 D. Palermo, Polizzello nell’età del bronzo recente
11,00 - 11,30 Coffee-break e illustrazione poster

COMUNICAZIONI ETÀ DEL FERRO


11,30 M. Fitzjohn, Visualizzazione dello spazio domestico nell’età del Ferro
11,45 B.E. McConnell, Interpretare i cambiamenti architettonici: il caso di Monte
Castellaccio (Pietralunga) nel territorio di Paternò
12,00 D. Palermo, D. Tanasi, Nuovi dati dalla Montagna di Polizzello (CL)
12,15 R. Di Salvo, M. Mannino, A. Messina, V. Schimmenti, L. Sineo, Studio an-
tropologico sul gruppo umano di Polizzello (Mussomeli - CL)
12,30-13,30 Discussione
13,30-15,00 Lunch

COMUNICAZIONI INTERRELAZIONI

15,00 M. Cultraro, C. Giardino, I metalli preziosi nella Sicilia pre-protostorica


15,15 G. Bergonzi, Perline per i barbari? Oggetti d’ornamento nel Mediterraneo
tra Oriente e Occidente dal III al II millennio
15,30 R. Patanè, Leggendo Diodoro. Contatti micenei nella Sicilia centrale?
15,45 A. Cazzella, G. Recchia, Sicilia, Eolie, Malta e le reti di scambio negli ulti-
mi secoli del III e i primi del II millennio a.C.
16,00 M. Cultraro, La tazza in lamina bronzea dalla Grotta Maccarrone di Adra-
no (CT) e il tema delle relazioni tra la Sicilia orientale e l’Egeo del tardo El-
ladico I-II
16,15-17,00 Coffee-break e illustrazione poster
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17,00 M.C. Martinelli, Distribuzione delle ceramiche non locali nei villaggi del-
l’età del Bronzo delle isole Eolie
17,15 G. Di Noto, L’importanza degli elementi funerari nella ritualità thapsiana e
alcune osservazioni sulle persistenze egeo/anatoliche
17,30-18,30 Discussione

Domenica 19 novembre

Escursione a scelta
1) Il villaggio dell’età del bronzo e i Sesi di Mursia (Pantelleria)
2) La Grotta S. Teodoro (Acquedolci) e il villaggio dell’età del Bronzo di Viale
dei Cipressi Milazzo)
3) L’insediamento neolitico di Stretto Partanna (Partanna) e il villaggio dell’età
del bronzo di Mokarta (Salemi)

POSTER

PALEOLITICO - MESOLITICO

1. C. Buccellato, F. Schiano Lomoriello, G. Trojsi, S. Tusa, Analisi archeome-


triche e tecniche di analisi fotografiche applicate alle pitture e ai graffiti di
Grotta di Cala dei Genovesi a Levanzo
2. E. Carnieri, Le microusure dentarie in alcuni reperti umani provenienti dalla
Grotta di San Teodoro (ME)
3. C. Cilli, D. Lo Vetro, G. Giacobini, A. Colonese, F. Martini, Nuove evidenze
di manufatti in materia dura animale del Paleolitico superiore e del Mesolitico
in Sicilia
4. V. Colella, M.A. Mannino, Ritrovamenti inediti delle esplorazioni archeologi-
che di Jole Bovio Marconi a Levanzo: la Grotta dei Porci
5. A. Colonese, Molluschi marini in depositi antropici: tassonomia, processi
tafonomici e significato culturale. Il caso di Grotta di Oriente (TP)
6. A. Colonese, Primi dati sulla stagionalità di raccolta di molluschi marini me-
solitorali a Grotta di Oriente e Grotta di Cala Mancina (TP) durante il Meso-
litico
7. A. Colonese, Lo sfruttamento economico dei molluschi mesolitorali: evidenze
mesolitiche a Cala Mancina (TP)
8. A. Guerreschi, Prime considerazioni sull’industria litica mesolitica del settori
A e F della Grotta dell’Uzzo (TP)
9. L. Longo, C. Isotta, Analisi funzionale dei trapezi simmetrici concavi di
Grotta dell’Uzzo (TP)
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10. M.A. Mannino, K.D. Thomas, Nuove datazioni assolute da siti preistorici
della Sicilia occidentale
11. M.A. Mannino, K.D. Thomas, V. Colella, Nuovi studi sulle collezioni della
Grotta Niscemi (PA) del Museo Archeologico Regionale “Antonino Salinas”

NEOLITICO
12. J. Barrios, L. Montealegre, G. Palmieri, Estudio morfológico y fisico-químico
de la cerámica de contrada Stretto (Partanna. TP)
13. G. Biondi, Insediamenti preistorici tra Neolitico e Bronzo antico ad ovest del
medio corso del Simeto. Nuove acquisizioni
14. S. Chilardi, A. Galdi, Il Neolitico siciliano tra caccia e raccolta, tradizione e
innovazione: la fauna delle UU.SS. 1-16 del fossato di contrada Stretto/Par-
tanna (TP)
15. L. Conte, G. Genchi, S. Tusa, Le Grotte di Impisu e Pecoraro
16. P. Di Martino, D. Farnetano, G. Trojsi, Analisi tipologiche e archeometriche
su alcune ceramiche neolitiche provenienti dall’insediamento di Stretto Par-
tanna (TP)
17. G. Di Stefano, A. Sammito, Recenti scoperte neolitiche in provincia di Ragusa
18. G. Mannino, Lo “scarico” neolitico di Castellaccio di Fiaccati (Roccapalumba, PA)
19. E. Natali, V. Tinè, Saggi stratigrafici presso le grotte Scurati, Parpaglione e
Mangiapane di Custonaci (TP)
20. G. Pappalardo, L. Pappalardo, D. Puglisi, F. Rizzo, F.P. Romano, M.R. Iovi-
no, L. Maniscalco, Vetro vulcanico archeologico da Rocchicella: un approccio
archeometrico
21. A. Riva, Il Neolitico finale e il passaggio all’età del Rame: contatti e scambi
tra le isole Eolie e l’Italia centro-settentrionale
22. R. Sanchez Martinez, El repertorio faunístico y su tafonomía de contrada
Stretto (Partanna, TP)
23. L. Sapuppo, G. Sirena, Un contributo allo studio del Neolitico nel Siracusa-
no: l’insediamento in contrada Precettora (Brucoli, Augusta)
24. M. Sgammato, G. Trojsi, S. Tusa, Analisi archeometriche sulle ceramiche
neolitiche dalla Grotta dell’Uzzo
25. G. Trojsi, Analisi archeometriche sui materiali ceramici dai livelli del Neoliti-
co antico e medio della Grotta del Kronio (Sciacca, AG)
26. J.L. Ubera Jimenez, G. Palmieri, Los análisis polínicos de contrada. Stretto
(Trápani) y su interpretación mediambiental
27. C. Vella, Nuove prospettive e idee sull’interazione tra la Sicilia e Malta: Pro-
poste sul commercio preistorico dall’aspetto litico

ENEOLITICO
28. P. Agozzino, L. Maniscalco, Analisi chimiche su ceramiche preistoriche da
San Marco (Paternò) e Rocchicella (Mineo)
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29. F. Cannizzaro, C. Cirino, V. Grasso, La stratigrafia del villaggio di Torricella


(CT) dal medio Rame all’antico Bronzo
30. M. Cerqua, Aspetti locali della facies di Piano Conte e rapporti con l’ambien-
te eoliano
31. M. Cultraro, Tipologia delle ceramiche da Poggio dell’Aquila
32. F. Gianquinto, A. Zanini, Le presenze eneolitiche nell’abitato di Himera
33. R.P. GUERZONI, Note sulla durata e sullo sviluppo della necropoli di Piano
Vento
34. F. Ianni, L’Eneolitico nella media valle del Salso
35. G. Lamagna, Corni fittili del territorio di Adrano
36. B.E. McConnell, Edifici e strumentazioni in pietra durante l’età del Rame a
Fildidonna (Militello val di Catania)
37. F. Nicoletti, S. Tusa, Vasi preistorici da Bugeber (Pantelleria)
38. O. Palio, F. Privitera, Materiali dell’età del Rame dalla Grotta Petralia di Ca-
tania
39. F. Privitera, O. Palio, B. Sgarlata, Nuove esplorazioni nella Grotta Petralia a
Catania
40. A. Traverso, Alcuni frammenti di vaso campaniforme dal complesso delle Stu-
fe di S. Calogero di Sciacca
41. I. Vacirca, L. Maniscalco, Testimonianze dell’età del Rame presso il santua-
rio dei Palici (Mineo CT)

ETÀ DEL BRONZO


42. R. Agostino, M. Bettelli, S.T. Levi, F. Ferranti, Taureana di Palmi (RC): un
insediamento dell’età del Bronzo tra le isole Eolie e lo Stretto di Messina
43. R.M. Albanese Procelli, A. Giumlia Mair, F. Lo Schiavo, La necropoli di
Madonna del Piano: reperti ed analisi
44. R.M. Albanese, G. Carpenito, P. Fragnoli, S.T. Levi, La ceramica del Bronzo
finale della necropoli di Madonna del Piano (CT): confronto fra classi cerami-
che mediante analisi tecnologica e archeometrica
45. G. Alberti, Elementi per una diversa lettura della cronologia dell’abitato di
Thapsos: tra Sicilia, Malta ed Egeo
46. V. Ardesia, M. Cattani, S. Marcucci, C. Petrinelli Pannocchia, Le strutture
produttive della capanna B6 di Mursia
47. C. Basile, La capanna della trincea AG di Lipari: il complesso dei vasi integri
del bronzo Finale dal livello di distruzione dell’Ausonio II
48. G. Battaglia, Il rituale funerario nella Sicilia sud-orientale fra la tarda età del
Bronzo e l’età del Ferro
49. E. Bella, O. Belvedere, S. Tusa, L’attività di “Survey” svolta nel territorio di
Campobello di Licata, con particolare riferimento alle testimonianze relative
al periodo preistorico ed alle attività di valorizzazione e fruizione della necro-
poli del “Parco antico di Iachinu Filì”
50. G. Belluardo, Testimonianze preistoriche inedite a Ovest del fiume Tellaro
PAGINE EDITORIALI_Campione_17x24_Daniela 24/10/12 14.29 Pagina 14

14

51. N. Bruno, G. Trojsi, S. Tusa, Analisi tipologiche ed archeometriche della ce-


ramica di Mokarta
52. N. Bruno, R. Veneziano, Analisi tipologica della produzione vascolare del vil-
laggio di Boccadifalco (Palermo). Note preliminari.
53. C. Buccellato, G. Trojsi, Matrici di fusione e metallurgia a Mokarta
54. G. Cacciaguerra, Tomba a grotticella con prospetto a lesene dal territorio di
Augusta (SR)
55. A. Carannante, C. Giardino, V. Spera, G. Trojsi, S. Tusa, Indagini mineralo-
gico-petrografiche su forme di fusione del sito di Mursia (Pantelleria)
56. L. Cenci, Note sulla tessitura dell’età del Bronzo a Mursia
57. S. Chilardi, Le archeofaune dell’insediamento di Mokarta
58. S. Chilardi, Le archeofaune dell’insediamento di Mursia
59. S. Chilardi, M. Di Gennaro, G. Trojsi, Analisi tipologica, funzionale ed archeo-
faunistica dell’industria su osso del sito protostorico di Mursia (Pantelleria)
60. M. CONGIU, Architettura funeraria a Monte Dessueri. Per un evoluzione tipo-
logica in Sicilia centro-meridionale
61. L. Conte, M.A. Papa, M. Spagnolo, La prospezione archeologica nell’area
dell’insediamento di Stretto a Partanna (TP)
62. N. Cucuzza, Un sigillo miceneo da Lipari
63. M. Cultraro, Le fasi recenti della cultura di Castelluccio nel comprensorio oc-
cidentale dell’Etna: il quadro stratigrafico e crono-tipologico
64. M. Di Gennaro, A. Maceri, L. Scarpato, M. Sgammato, V. Spera, M. Tede-
sco, E. Tufano, D. Ursini, Gestione informatizzata dei dati di scavo dell’inse-
diamento di Mursia
65. R. Di Salvo, V. Schimmenti, F. Germanà, La necropoli di Monte Canalotti-
Dessueri (Gela, CL): Indagine antropologica e paleopatologica
66. G. Di Stefano, A.M. Sammito, Nuovi idoletti fittili “castellucciani” da Cava
d’Ispica
67. C. D’Oronzo, G. Fiorentino, G. Marinò, S. Tusa, Analisi archebotaniche nel
villaggio di Mursia
68. A. Filippi, L’età del Bronzo e del Ferro nei territori di Alcamo, Erice e Trapani
69. M. Fiore, V. Li Vigni, I reperti archeologici del sito preistorico di Cozzo
Palombaro-Carini (PA). Dal restauro alla musealizzazione a Palazzo
d’Aumale
70. G. Fiorentino, M.C. Martinelli, Biogeografia insulare: una lettura del villag-
gio del Milazzese a Panarea
71. R. Gennusa, Proposta per una suddivisione in fasi della facies di Castelluccio
nel Sud della Sicilia, tra Belice e Lentini
72. C. Giardino, V. Spera, M. Trifuoggi, S. Tusa, Analisi archeometallurgiche
sul ripostiglio di Erbe Bianche (Campobello di Mazara, TP)
73. C. Giardino, V. Spera, M. Trifuoggi, S. Tusa, Evidenze archeometallurgiche
dal sito di Mursia (Pantelleria)
74. D. Gullì, E. Carneri, Dati archeologici e antropologici da una tomba a grotti-
cella della prima età del Bronzo di Canicattì (AG)
PAGINE EDITORIALI_Campione_17x24_Daniela 24/10/12 14.29 Pagina 15

15

75. F. Iannì, La Muculufa Santuario: Evoluzione morfologica e stilistica delle clas-


si vascolari del Bronzo antico castellucciano nella valle del Salso
76. G. Imme, Melilli (SR) - Contrada Palombara. Insediamento preistorico e ri-
presa in età romana e medievale
77. M. La BRUNA, “Barbie” nell’età del Bronzo: piccola plastica figurata e altri og-
getti miniaturisti a Pantelleria
78. M.C. Lentini, M.C. Martinelli, Gli Ausoni sulla costa tirrenica della provin-
cia di Messina: Capo d’Orlando
79. S.T. Levi, J.L. William, La ceramica dell’età del Bronzo nelle isole Eolie tra
produzione locale, importazione di argilla e circolazione di vasi
80. A. Maceri, Il Pignataro rivisitato
81. G. Mangano, Strategie di sussistenza nei villaggi dell’età del Bronzo di Messi-
na
82. M.C. Martinelli, G. Tigano, Milazzo (ME) – via XX settembre. Un villaggio
in pianura dell’età del Bronzo medio
83. M.C. Martinelli, G. Tigano, Milazzo (ME) – piazza XXV aprile. Un sistema
di approvvigionamento idrico nell’età del Bronzo
84. F. Nicoletti, L’organizzazione del territorio a Dessueri dal Neolitico ad età
protoarcaica
85. K. Perna, Presenze e assenze nel tempo: indicatori rituali nella necropoli di
Monte Dessueri
86. L. Pontieri, G. Trojsi, I lingotti del ripostiglio di Lipari fra archeologia speri-
mentale ed archeometria
87. E. Procelli, S. Agodi, F. Alberghina, C. Cirino, V. Grasso, M.R. Iovino, L.
Sapuppo, F. Cannizzaro, Ceramica e utensili dal villaggio di Torricella
88. D. Tanasi, Il passaggio dall’età del Bronzo all’età del Ferro nella Sikania: nuo-
vi dati dalla Montagna di Polizzello
89. M. Tedesco, Rituali funerari nella media età del Bronzo siciliano; la cultura
di Thapsos
90. F. Terranova, Indagini archeobotaniche nell’insediamento preistorico di Mur-
sia
91. G. Tigano, M.C. Martinelli, L’impianto indigeno dell’età del Ferro e Bronzo
finale nell’abitato di Gioiosa Guardia (Gioiosa Marea -ME)
92. G. Trojsi, D. Ursini, Origini preistoriche della “Pantellerian Ware”
93. L. Vitale, G. Trojsi, Analisi tipologica e archeometrica delle macine del sito
dell’età del Bronzo di Mursia
94. A. Zanini, Analisi di un frammento ceramico proveniente dalla necropoli del
Bronzo finale di Sticciano Scalo (GR)

ETÀ DEL FERRO


95. R. M. Albanese, F. Lo Schiavo, B. Sgarlata, Tombe c.d. a circolo in contrada
Casino di Centuripe (EN)
96. G. Altamore, Materiali di facies Mulino della Badia dai colli di Occhiolà
(Grammichele, CT)
PAGINE EDITORIALI_Campione_17x24_Daniela 24/10/12 14.29 Pagina 16

16

97. S. Chilardi, Manufatti in avorio ed osso dalla necropoli di Madonna del Piano
(Grammichele, CT): metodologie per l’identificazione delle materie prime du-
re di origine animale
98. E. Tramontana, Sistemi insediativi nella Sicilia centro-meridionale in età pro-
tostorica: indicatori archeologici per la ricostruzione dei paesaggi di potere

METODOLOGIE
99. G. Barone, C.M. Belfiore, A. Lo Giudice, L. Maniscalco, P. Mazzoleni, A.
Pezzino, M. Triscari, Contributo petrografico alla caratterizzazione delle cera-
miche preistoriche della Sicilia orientale: i casi di San Marco, Poggio Monaco e
Rocchicella (CT)
100. G. Barone, A. D’Amora, N. Kardjilov, F. Lo Celso, A. Silvestri, R. Triolo,
E. TUFANO, S. Tusa, Caratterizzazione strutturale dei giacimenti di ossidiana
dell’isola di Pantelleria mediante spettroscopia mössbauer e tomografia neu-
tronica
101. A. Borruso, L. Conte, A. D’Argenio, G. Genchi, A.K. Ingoglia, M.A. Papa,
S. Tusa, Ricostruzione di modelli insediativi in Sicilia nell’età del Bronzo a
partire da elaborazioni statistico/spaziali
102. A. Borruso, P. Caruso, L. Giliberto, F. Nicoletti, S. Tusa, La piattaforma
GIS del villaggio preistorico di Mursia: analisi dei modelli distributivi dei ma-
nufatti e degli elementi strutturali
103. A. Ceraulo, G. Genchi, Il WebMapping dello scavo archeologico di Mokarta.
Applicazioni di innovative tecniche di fruizione dei dati archeologici
104. A. Ceraulo, M.A. Papa, Una piattaforma GIS per Partanna (TP)
105. A. D’Amora, M. Trifuoggi, E. TUFANO, S. Tusa, Le potenzialità dell’applica-
zione del metodo ICP allo studio dei reperti paletnologici
106. V. Forgia, M.A. Papa, Una lettura dei dati archeologici di Mura Pregne attra-
verso le tecnologie GIS
107. L. Maniscalco, G. Pappalardo, L. Pappalardo, F. Rizzo, F.P. Romano, La
produzione metallurgica nell’antica età del Bronzo attraverso le analisi non di-
struttive XRF
108. P. Lo Buglio, S. Tusa, G. Zanini, Analisi statistica sulle trapanazioni craniche
dal Paleolitico al Bronzo finale
109. G. Meli, Dalla scoperta alla conoscenza al restauro
110. M.A. Papa, Analisi informatizzata dell’evoluzione del fossato di Stretto
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RELAZIONI GENERALI
in questo volume

COMUNICAZIONI E POSTER
nel DVD allegato
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DOMENICO LO VETRO* - FABIO MARTINI*

Il Paleolitico e il Mesolitico in Sicilia

Nel quadro degli studi sulla Preistoria e Protostoria della Sicilia quelli
relativi all’archeologia delle origini sono senza dubbio minoritari e pochi
sono ad oggi i tentativi di sintesi. Un bilancio attuale non può prescinde-
re da alcuni lavori che restano nella letteratura paletnologia sulle culture
pleistoceniche dell’isola (Tusa 1983; Palma di Cesnola 1994; Piperno in
Tusa 1997 e Martini in Tusa 1997; Martini 2003) e da essi è possibile par-
tire oggi, convalidando alcuni dati e modificandone altri a seguito di nuo-
ve acquisizioni.

IL PALEOLITICO INFERIORE

Da tempo non vi sono nuove evidenze su questo più antico segmento


della storia siciliana, quindi sinteticamente riprenderemo nelle linee gene-
rali quanto già noto. La maggior parte degli studiosi che hanno affrontato
il problema accetta il fatto che il più antico popolamento umano dell’iso-
la risalga alla Cultura del Ciottolo, individuata circa mezzo secolo orsono
nell’Agrigentino a Torre di Monte Rosso e a Capo Rossello-Realmonte ed
in seguito ancora nello stesso territorio (Punta Grande, Contrada Chia-
netta, Mandrascava, Punta Bianca), tra Sciacca e Menfi (Bertolino di Ma-
re e Contrada Cavarretto) e nel Trapanese (Contrada Fiume Grande,
Carnemolla, Bovara, Canetici). La possibilità di individuare una scansio-
ne evolutiva nel Paleolitico arcaico siciliano è stata prudentemente affac-
ciata da A. Palma di Cesnola (1994). Se escludiamo i sondaggi fatti nel
1969 da A. Palma di Cesnola a Realmonte, nessuna ricerca sistematica ha
affrontato il problema e oltre a ciò delle industrie sopra citate (per la bi-
bliografia specifica su questi siti si rimanda a Martini 2003), anche se nu-
mericamente esigue, non è mai stato fornito un resoconto esauriente. Al

* Dipartimento di Scienze dell’Antichità “G. Pasquali”, Paletnologia, Università degli


Studi di Firenze; Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria “P. Graziosi”, Via S. Egidio 21,
50121 Firenze; tel. 055215788; e-mail: [email protected]; [email protected].
01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.21 Pagina 20

20 D. LO VETRO - F. MARTINI

momento attuale il problema del primo popolamento umano dell’isola è


un argomento di ricerca promettente visto anche che le segnalazioni di
Paleolitico arcaico ammontano a circa una decina, un numero che nes-
sun’altra regione italiana possiede. Il filone delle industrie su scheggia
senza bifacciali è documentato da un certo numero di segnalazioni, tutte
di superficie, localizzate soprattutto nella Sicilia orientale, esso per la va-
riabilità di alcuni caratteri importanti potrebbe essersi evoluto in tre stadi
(Martini 2003). Il filone Acheuleano, ancor più labile del precedente, è
documentato da rare e deboli tracce (Martini 2003).
Per grandi linee, quindi, ferme restando le riserve già espresse, i filoni
del Paleolitico inferiore sembrano tre, ripetendo nello schema generale
quanto avviene sul continente. Al momento attuale gli interrogativi legati
alla loro diffusione sull’isola restano aperti, prima di tutto quelli relativi
alla cronologia. La questione è legata, come è noto, alla diffusione delle
faune nane siciliane, assai dilatata cronologicamente (Bonfiglio et alii,
2001 e 2003; Di Maggio et alii 1999) e significativa dell’assenza dell’Uo-
mo nell’isola. Consolidata è la cronologia che rimanda a circa 500 mila
anni (stadi isotopici 12-13) la presenza di faune endemiche nane legate al
complesso di Spinagallo con Elephas falconeri, l’altro step sarebbe com-
preso in un ampio range tra 380-80 mila circa (stadi isotopici 10-4) ed è
relativa alla fauna che comprende, tra l’altro, l’ippopotamo pentlandi.
Poiché l’evento dispersivo che segna l’arrivo di elefanti nell’isola si pone
nello stadio isotopico 22, circa 850 mila anni orsono (Bonfiglio et alii
2003), secondo dati che andranno convalidati con ulteriori evidenze, non
possiamo escludere che uomo e faune abbiano seguito le medesime rotte
di arrivo e che quindi la locale Cultura del ciottolo sia compresa tra 850
mila anni e l’inizio del processo di endemizzazione e di riduzione della ta-
glia corporea dei pachidermi, che risalirebbe al passaggio tra Pleistocene
antico e medio o al Pleistocene medio iniziale. Il più antico popolamento
umano della Sicilia sarebbe quindi grosso modo coevo con quanto avvie-
ne in altre aree della penisola. La presenza dei complessi clactoniani po-
trebbe essere collegata ad una nuova ipotetica fase dispersiva datata forse
a circa 400 mila anni orsono (stadio isotopico 10), durante la quale sareb-
be entrato nell’isola il complesso che comprende l’antenato di E. mnai-
driensis; la riduzione delle dimensioni attestata già a circa 180 mila anni
(stadio isotopico 6) diventerebbe quindi indicativa del limite cronologico
più recente del Clactoniano siciliano. Se la Sicilia abbia conosciuto fasi di
popolamento umano intermittenti oppure un lungo intervallo di isola-
mento non è possibile al momento sapere (Agnesi et alii 1997 e 2000). La
presenza a San Teodoro attorno a 200 mila anni fa di un’associazione con
Ippopotamo, Orso, Canidi e Cervi, che non presenta caratteri endemici
01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.21 Pagina 21

IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA 21

ma che ricorda i complessi faunistici del continente, pone la possibilità


che i carnivori siano giunti in Sicilia durante un acme glaciale (stadio iso-
topico 6) sfruttando un possibile ponte terrestre continuo (Bonfiglio et
alii 2001). È questo un dato importante in quanto potrebbe non contra-
stare con la presenza sull’isola di amigdale acheuleane che, sia pure gene-
ricamente, presentano una fisionomia stilistica che può ricordare la lavo-
razione non sommaria di taluni bifacciali dell’Acheuleano recente conti-
nentale.
In ambito mediterraneo la storia della Sicilia nel Paleolitico inferiore è
molto simile alle dinamiche attestate nella penisola e lo schema culturale
sopra esposto fa della Sicilia la più continentale delle isole del Mediterra-
neo in questa fase antica del Paleolitico.

PALEOLITICO SUPERIORE

La documentazione archeologica non comprende evidenze che possa-


no far pensare ad una presenza dei neandertaliani in Sicilia. Dopo i com-
plessi del Paleolitico più antico, la presenza umana è di nuovo attestata
nel Paleolitico superiore con l’Epigravettiano finale, a circa 15.000 anni
orsono (cronologia calibrata), quando la Sicilia vede un intenso popola-
mento, in parallelo con le dinamiche culturali peninsulari.
Le nuove acquisizioni effettuate dall’equipe fiorentina in Sicilia nel
2006 (Martini, Lo Vetro, Casciarri et alii in questo volume) portano oggi
a rivedere l’ipotesi di una presenza dell’Aurignaziano sull’isola. L’indu-
stria di Fontana Nuova di Ragusa, considerata aurignaziana in primis da
G. Laplace (Laplace 1964 e 1966), da P. Gioia (Gioia 1984-87; Chilardi et
alii 1996) e più dubitativamente da altri Autori (Palma di Cesnola 1993 e
Martini 1997), potrebbe riferirsi non al Paleolitico superiore arcaico ma
ad un contesto epigravettiano (vedi infra). Forti riserve vanno mantenute
(Martini 1997) per l’attribuzione all’Epigravettiano antico dell’industria
di Canicattini Bagni (località non precisata) e di Grotta Niscemi sul Mon-
te Pellegrino, che Laplace (1964) aveva attribuito rispettivamente ad una
fase a cran tipica e ad una fase a cran attenuata. Le medesime riserve val-
gono per l’attribuzione all’Epigravettiano evoluto, anch’essa avanzata dal
Laplace, dell’industria di San Corrado nel Siracusano, nella quale l’assen-
za di alcuni gruppi di microliti potrebbe indicare una raccolta parziale.
Diversa è la situazione per l’Epigravettiano finale, documentato da
contesti “classici” (Grotte di San Teodoro, dell’Acqua Fitusa, Giovanna,
di Cala dei Genovesi sull’isola di Levanzo) (Segre e Vigliardi 1983) e da
recenti nuove evidenze, più o meno significative in termini di completez-
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22 D. LO VETRO - F. MARTINI

za di dati paletnologici ed ambientali, tra le quali vanno ricordate quelle


che diversi ricercatori, coinvolti da Sebastiano Tusa nel progetto POR Si-
cilia 2000-2006, possono oggi offrire al dibattito scientifico.
La localizzazione dei siti epigravettiani concerne l’intera isola, sia in
zone costiere sia in aree interne, preferibilmente in prossimità di corsi
d’acqua. La grotta rimane un ambiente privilegiato, anche se non manca-
no impianti abitativi in ripari sotto roccia più o meno profondi. Le strut-
ture e le sottostrutture all’interno dei siti sono poche, quelle funzionali
comprendono quasi esclusivamente focolari, quelle rituali rimandano alla
pratica funeraria e lo spazio di grotta unisce la dimensione quotidiana a
quella della memoria dei defunti. Non va dimenticato l’uso della grotta
stessa come struttura rituale e come luogo privilegiato per le manifesta-
zioni figurative (Addaura, Grotta di Cala Genovese a Levanzo). In merito
alle cosiddette strutture latenti vanno citati gli ipotetici accumuli di Posi-
donia (Colonese in Martini et alii 2007), attraverso i quali sono stati intro-
dotti involontariamente in grotta molluschi marini di piccolissime dimen-
sioni non destinati all’uso alimentare, accumuli che sono interpretabili
come giacigli oppure come combustibile per i focolari o ancora per la
fabbricazione di manufatti vegetali (contenitori? corde?).
Vista la rarità di informazioni esaustive pluridisciplinari la seriazione
dell’Epigravettiano della Sicilia è affidata quasi esclusivamente alle poche
serie litiche studiate, talvolta correlate a misure radiometriche (tab. 1).

AMBIENTE, RISORSE ED ECONOMIA


Il quadro paleoclimatico e paleoambientale durante il Tardoglaciale in
Sicilia è stato recentemente aggiornato da A.C. Colonese, O. De Curtis, Z.
Di Giuseppe, E. Locatelli e B. Sala (si rimanda ai loro lavori in Martini,
Cilli et alii 2007), i quali hanno evidenziato una marcata instabilità. A sca-
la regionale i record marini evidenziano l’alternarsi di fasi calde, attribuite
agli interstadiali Bølling e Allerød, a brevi episodi freddi, riconosciuti ne-
gli stadiali Older Dryas e IACP. Alla chiusura del Tardoglaciale si rileva
un abbassamento delle temperature riconosciuto nello stadiale Younger
Dryas (Sprovieri et alii 2003). Dal punto di vista della vegetazione il Tar-
doglaciale si manifesta nella sequenza lacustre del Lago di Pergusa (Enna)
con una vegetazione aperta e prevalentemente steppica (Sadori e Narcisi
2001). L’inizio dell’Olocene vede l’aumento della vegetazione arborea as-
sociato alla diminuzione delle graminacee. Le faune siciliane a micromam-
miferi relative al Tardoglaciale avanzato e al passaggio Pleistocene supe-
riore-Olocene (Riparo Castello, Cavità di K22, Grotte dell’Uzzo, di Cala
del Genovese e d’Oriente; bibliografia in De Curtis et alii in Martini, Lo
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IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA 23

Tab. 1 - Datazioni radiometriche dell’Epigravettiano finale siciliano1.

SITO STRATO CODICE NON CAL. BP BIBLIOGRAFIA


LABORATORIO

Cala dei Genovesi 3 Pi-119 9.694±110 Ferrara et alii 1961

Cala dei Genovesi 3-tgl.6 F-20 10.110±300 Azzi et alii 1973

Cala dei Genovesi 3-tgl.5 F-18 10.175±300 Azzi et alii 1973

Cala dei Genovesi 3 R-566 11.180±120 Alessio et alii 1970

Grotta dell’Acqua Fitusa b-tgl.3 Beta An. 194335 11.440±50 Caramia 2005

Cala dei Genovesi 3-tgl.6 F-19 11.710±295 Azzi et alii 1973

Grotta Perciata - F-27 11.960±330 Azzi et alii 1973

Grotta d’Oriente 7E LTL873A 12.132±80 Martini, Lo Vetro, Colonese


et alii in questo volume

Grotta Giovanna II R-484 12.840±100 Alessio et alii 1976

Grotta delle Uccerie 4E LTL1518A 12.933±75 Martini, Lo Vetro, Casciarri


et alii in questo volume

Grotta delle Uccerie 4C LTL1516A 12.958±90 Martini, Lo Vetro, Casciarri


et alii in questo volume

Grotta delle Uccerie 4D LTL1517A 13.191±120 Martini, Lo Vetro, Casciarri


et alii in questo volume

Grotta dell’Acqua Fitusa B F-26 13.760±330 Azzi et alii 1973

1 Tra le misure radiometriche inserite in Tab. 1 il lettore noterà che non sono riportate le
due datazioni segnalate da Sineo et alii (2002) per la Grotta di San Teodoro ottenute sulle ossa
degli inumati ST1 e ST2 mediante Spettrometria Gamma Diretta U/Pa, rispettivamente di
10.000±3.000 e di 20.000±6.000 BP, il cui alto sigma non porta alcun contributo al tema palet-
nologico ma apre piuttosto quesiti, già chiari agli Autori, sulla opportunità di applicazione del
metodo in questo contesto.
01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.21 Pagina 24

24 D. LO VETRO - F. MARTINI

Vetro et alii 2007) indicano complessivamente un ambiente aperto e arido


durante il Tardoglaciale con un significativo aumento della copertura ar-
borea a partire dall’inizio dell’Olocene. Nelle aree costiere, che hanno su-
bito notevoli trasformazioni per il progressivo innalzamento del livello del
mare, si estendevano ampi tratti della piattaforma continentale, oggi som-
mersi. Si ricorda che le Egadi, con l’eccezione di Marettimo, erano colle-
gate tra loro e alla Sicilia (Agnesi et alii 1993; Antonioli 1997; Antonioli et
alii 1998, 1999, 2002; Lambeck et alii 2004). A tali variazioni, che possono
aver portato a collegamenti anche saltuari con la penisola, si può imputare
l’arrivo di specie faunistiche continentali. Il più recente aggiornamento
sulle mammalofaune tardoglaciali siciliane (Di Giuseppe in Martini, Lo
Vetro et alii 2007, cum bibl.) indica la presenza sull’isola di faune (tab. 2)
legate ad ambienti diversificati con boschi misti, habitat ideale per il cervo
e il cinghiale, e con aree aperte, ambiente idoneo all’asino e all’uro.

Tab. 2 - Percentuali dei resti faunistici provenienti da alcuni siti epigravettiani.


*Vista l’esiguità del campione, per Riparo Pedagaggi si riportano i valori
numerici assoluti.

SITO STRATO Cervus Equus Bos Sus Vulpes


elaphus hydruntinus primigenius scrofa vulpes

Pedagaggi* 12 17 7 11 -

Cala Genovese 3 62,7 8,0 15,0 1,8 3,3

SanTeodoro A-B 63,4 0,1 - 27,2 -

SanTeodoro C-D 55,6 - 9,2 36,9 1,3

Oriente 7 64,0 8,0 5,0 1,0 7,0

Uccerie 4 30,1 41,9 20,6 4,4 2,2

La principale fonte di sussistenza è individuata nella caccia al cervo


(Grotte d’Oriente, di Cala Genovesi, San Teodoro, Fontana Nuova di Ra-
gusa), solo raramente in secondo rango dopo l’asino selvatico (Grotta
delle Uccerie, Riparo di Pedagaggi). Un recente studio (A.C. Colonese in
Martini, Lo Vetro et alii 2007) ha messo in evidenza il ruolo rivestito dal-
lo sfruttamento di risorse marine (pesca e raccolta di molluschi) durante
01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.21 Pagina 25

IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA 25

l’Epigravettiano finale in Sicilia in relazione al formarsi di diversi ecosi-


stemi costieri, dal marino al lagunare, correlabile alla risalita glacio-eusta-
tica del livello del mare. L’utilizzo di tali risorse è da intendersi come limi-
tata integrazione della dieta carnea (Cassoli e Tagliacozzo 1982; Colonese
in questo volume; Martini, Lo Vetro, Colonese et alii in questo volume)
che solo a partire dal Mesolitico assume un ruolo più importante nel regi-
me alimentare. La raccolta di molluschi marini, tuttavia, potrebbe essere
sottorappresentata nei siti attualmente noti, in quanto va considerata la
morfologia delle aree costiere, in trasformazione durante il Tardoglaciale,
e la possibilità che un più facile consumo delle risorse marine, escluden-
done un intenso trasporto verso l’interno, avvenisse soprattutto in inse-
diamenti costieri oggi sommersi. Lo sfruttamento delle risorse marine du-
rante l’Epigravettiano finale in Sicilia è indicato anche dalla non frequen-
te produzione di ornamenti (Columbella rustica, Cerithium sp. e Nassa
(Hinia) incrasata), presenti, ad esempio, con rari esemplari a Grotta d’O-
riente (Cilli et alii in questo volume).
I primi dati sulla stagionalità di sfruttamento delle risorse marine (mol-
luschi marini a scopo alimentare) durante l’Epigravettiano finale (e quindi
presumibilmente sui tempi di occupazione dei siti) si riferiscono per ora a
due giacimenti delle isole Egadi, le Grotte d’Oriente e di Uccerie e alla
Grotta di Cala Mancina nel territorio di S. Vito Lo Capo (Colonese et alii
in questo volume). Dalle analisi isotopiche dell’ossigeno su gusci di Osili-
nus turbinatus A.C. Colonese (in Martini, Lo Vetro et alii 2007) ha evi-
denziato uno sfruttamento delle risorse a sia a carattere stagionale (tra pri-
mavera e inverno a Grotta d’Oriente) sia annuale (grotta delle Uccerie).

L E PRODUZIONI LITICHE: ASSETTI STRUTTURALI E FISIONOMIE STILISTICHE


PER UNA SERIAZIONE DELL’EPIGRAVETTIANO FINALE
L’Epigravettiano finale siciliano è al momento rappresentato da un
buon numero di segnalazioni, anche se non tutte di pari livello qualititati-
vo, che coprono gli ultimi tre millenni del Tardoglaciale. Le nuove acqui-
sizioni relative alle recenti ricerche condotte nella Sicilia occidentale per-
mettono di ridefinire il quadro di sintesi sinora noto (in ultimo Martini
1997, Lo Vetro e Martini 1999-2000), con alcune proposte che rimettono
in discussione lo schema tradizionale2. Gli assetti strutturali dei contesti
2 La scansione qui presentata, già proposta in Martini, Lo Vetro et alii 2007, si basa su al-
cuni insiemi di riferimento che sono stati acquisiti con metodologie moderne di scavo, non ulti-
ma una setacciatura accurata a maglie molto fini, che trovano il conforto di datazioni radiome-
triche e di informazioni paleoambientali ed economiche. A tal proposito è indispensabile se-
gnalare alcuni elementi di prudenza che riguardano certi giacimenti scavati in anni ormai lonta-
ni, con metodi oggi desueti, che pur tuttavia sono stati sinora considerati dei punti di riferi-
01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.21 Pagina 26

26 D. LO VETRO - F. MARTINI

litici (tab. 3), i caratteri tecno-tipometrici e, in un’ottica complessiva, la lo-


ro fisionomia stilistica permettono di proporre una scansione dell’Epigra-
vettiano finale siciliano in tre macrofasi. Nell’impossibilità di poter illu-
strare in questa sede, per motivi di spazio editoriale, il dettaglio dei para-
metri che hanno portato a questa periodizzazione, ci limitiamo ad alcune
osservazioni essenziali, la medesima restrizione impedisce di completare il
dato storico con una sintesi sulla cultura figurativa e sul rituale funerario.
Si rimanda, quindi, per tutti questi temi a Martini, Lo Vetro et alii 2007.

Tab. 3 - Strutture tipologiche, indici e rapporti degli insiemi litici di riferimento,


suddivisione in fasi e relativa cronologia radiometrica. * Indice ristretto
delle PD sul totale degli strumenti a dorso interi; ** indice ristretto delle
PD4 sul totale delle PD sicuramente determinabili (Grotta di San Teo-
doro: Vigliardi 1968; Grotta di Cala del Genovese a Levanzo e Grotta
Giovanna: Vigliardi 1982, i dati relativi alla Grotta dell’Acqua Fitusa so-
no ricavati dalla integrazione delle percentuali fornite da Bianchini e
Gambassini 1973 e da Caramia 2005).

FASE 1 FASE 2A FASE 2B FASE 3

Grotta Grotta Grotta Grotta San Acqua Acqua San Levanzo


Uccerie Uccerie Giovanna d’Oriente Teodoro Fitusa Fitusa Teodoro str. 3
str.4 inf. str. 4 sup. inf. inf. sup. sup.

13.191 12.958 12.840 12.132 - >=11.440 <11.440 - 11.180


±120 ±90 ±100 ±80 ±50 ±50 ±120
% % % % % % % % %

B 3,7 3,0 3,1 5,5 3,2 1,2 3,7 4,9 11,2

Bs 0,7 1,5 0,6 1,4 1,5 - 1,0 1,9 11,2

Bf 2,2 1,5 1,9 - 0,3 0,3 1,2 1,1 -

Br - - 0,6 4,1 1,2 1,2 1,3 1,9 -

fr. B 0,7 - - - - - - - -

G 18,4 19,4 9,8 6,8 8,2 7,9 9,0 9,9 18,2

mento per il Paleolitico superiore siciliano. Ci riferiamo, in particolare, a San Teodoro e Levan-
zo, resta il dubbio, infatti, che le collezioni esaminate non siano integrali vista la prassi, per for-
tuna ormai lontana, di smembrare le collezioni lasciandone serie più o meno rappresentative in
diverse sedi museali.
01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.22 Pagina 27

IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA 27

FASE 1 FASE 2A FASE 2B FASE 3

Grotta Grotta Grotta Grotta San Acqua Acqua San Levanzo


Uccerie Uccerie Giovanna d’Oriente Teodoro Fitusa Fitusa Teodoro str. 3
str.4 inf. str. 4 sup. inf. inf. sup. sup.

13.191 12.958 12.840 12.132 - >=11.440 <11.440 - 11.180


±120 ±90 ±100 ±80 ±50 ±50 ±120
% % % % % % % % %

Gfl 12,5 6,0 9,2 6,8 2,3 3,4 4,2 4,6 7,8

Gfc 1,5 3,0 0,6 - 3,2 1,5 1,3 1,9 4,3

fr. Gf 0,7 1,5 - - 1,3 2,0 0,4 0,6 -

Gfl/Gfc 8,5 2,0 14,0 - 0,7 2,2 3,2 2,4 1,8

G5 - - - - 0,2 - - - -

G muso - 1,5 - - 0,2 0,7 0,5 1,2 6,0

G carenati 3,7 7,5 - - 0,5 0,7 1,0 1,4 4,3

B/G 0,20 0,15 0,3 0,8 0,4 0,2 0,5 0,5 0,6

T 16,9 17,9 6,6 21,9 7,2 4,7 4,6 3,5 5,1

Bc 2,9 4,5 1,9 1,4 2,3 1,2 1,9 2,1 4,3

PD 5,9 4,5 10,5 5,5 9,5 8,2 16,1 6,0 3,4

Ir PD* 88,9 100,0 48,5 40,0 65,3 54,1 70,2 63,9 62,5

Ir PD4* * 71,4 66,7 ? 50,0 74,3 71,0 62,4 76,1 60,0

LD 0,7 - 5,9 1,4 2,4 3,4 4,1 2,4 2,4

DT - - 5,2 4,1 2,8 3,6 7,0 1,4 1,7

i.r. DT - - 12,5 7,9 7,7 10,1 6,2 7,9 10,5

fr. D 7,4 3,0 6,6 8,2 6,2 12,4 6,7 2,0 -

Gm 0,7 1,5 5,9 9,6 6,2 1,8 2,2 0,1 -

i.r. Gm 2,1 4,8 14,0 18,4 16,9 5,1 5,8 1,4 -

Dorsi+Gm 14,7 9,0 34,1 28,8 27,1 29,3 36,1 11,9 7,5

tot. Dorsi 14,0 7,5 28,2 19,2 20,9 27,5 33,9 11,8 7,5

F - - - - 0,1 - - - 0,8
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28 D. LO VETRO - F. MARTINI

FASE 1 FASE 2A FASE 2B FASE 3

Grotta Grotta Grotta Grotta San Acqua Acqua San Levanzo


Uccerie Uccerie Giovanna d’Oriente Teodoro Fitusa Fitusa Teodoro str. 3
str.4 inf. str. 4 sup. inf. inf. sup. sup.

13.191 12.958 12.840 12.132 - >=11.440 <11.440 - 11.180


±120 ±90 ±100 ±80 ±50 ±50 ±120
% % % % % % % % %

P 1,5 3,0 2,6 1,4 3,2 0,3 0,4 4,7 1,7

L 23,5 16,4 35,7 16,4 12,6 ? ? 20,9 4,3

R 2,9 7,5 3,3 1,4 12,3 ? ? 13,2 7,7

Fr. L-R 7,4 6,0 - - - ? ? - -

L+R 33,8 32,8 39,0 17,8 24,9 21,6 17,4 34,1 12,0

A - 4,5 2,6 4,1 3,5 1,3 1,2 0,2 0,8

D 7,4 3,0 4,6 9,6 19,6 32,6 30,0 28,0 25,0

E 0,7 6,0 - 2,7 - - - - 12,9

AD 34,6 31,3 42,6 52,1 36,8 35,1 38,2 17,8 16,9

Substrato 42,6 40,3 48,8 32,9 51,4 55,8 49,1 67,3 39,6

tot. TP 136 67 151 73 1256 1124 897 782 116

Il complesso epigravettiano di Grotta delle Uccerie-strato 4 a Favigna-


na (Martini, Lo Vetro Casciarri et alii in questo volume) viene considera-
to come l’insieme di riferimento della fase 1. I due orizzonti (uno inferio-
re e uno superiore) dello strato 4, entrambi datati a circa 13.000 anni
(non cal.) e sostanzialmente omogenei per quanto concerne la litotecnica,
potrebbero rappresentare al momento la più antica attestazione dell’Epi-
gravettiano finale sull’isola3, con una fisionomia ben definita. A livello
strutturale il Substrato domina sugli Erti differenziati e al suo interno im-
portanti sono le lame ritoccate (percentuale elevata e ritocco invadente);

3 Una cronologia simile è stata indicata in questa Riunione Scientifica per l’Epigravettiano
di Riparo del Castello di Termini Imerese (Nicoletti e Tusa, in questo volume); con l’insieme di
Uccerie l’industria della fase più antica di frequentazione del Riparo condivide, tra l’altro, i va-
lori rilevanti dei grattatoi.
01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.22 Pagina 29

IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA 29

gli strumenti a dorso sono scarsi e comprendono PD microlitiche e picco-


le, su supporto tendenzialmente piatto o subcarenato, lamellare e slancia-
to, con convessità del dorso poco accentuata; non rilevanti sono i geome-
trici trapezoidali (quasi romboidi) e romboidali mentre sono assenti i
triangoli; i grattatoi appaiono importanti, rappresentati da forme lunghe
prevalenti, variabili nei tipi secondari, e da una presenza significativa di
pezzi spessi4. L’alta laminarità complessiva coinvolge tutti i gruppi tipolo-
gici, anche con elementi molto slanciati.
Una seconda fase è attestata a Grotta Giovanna, a Grotta d’Oriente-
strato 7, a Grotta dell’Acqua Fitusa e, con alcune riserve, alla Grotta di
San Teodoro-livello inferiore, con una dinamica interna schematizzabile
in due sottofasi (2A e 2B) (Martini, Lo Vetro et alii 2007).
Per la sottofase 2A (Grotta Giovanna, in via ipotetica e solo su base
strutturale in attesa della pubblicazione esaustiva, e Grotta d’Oriente-stra-
to 7, in via ipotetica per il basso numero di tipi primari, circa 70)5 alcuni
caratteri quantitativi e stilistici indicano una fisionomia specifica, soprat-
tutto in considerazione di una possibile evoluzione dalla fase 1. Gli Erti
differenziati sono in incremento, vedono un aumento importante le PD,
con forme nuove anche di taglia considerevole e a convessità molto accen-
tuata e inoltre compaiono DT, anche massicci, che bene si inseriscono nel-
la fisionomia complessiva dei dorsi robusti. Compaiono geometrici trian-
golari microlitici, rari segmenti di cerchio e segmenti trapezoidali, in sosti-
tuzione a Oriente delle forme romboidali della fase 1, troncature microliti-
che quasi ipermicrolitiche, normali e oblique. I grattatoi decrescono e al
loro interno scompaiono i carenati. Si segnala una lavorazione diffusamen-
te accurata e a ritocco invadente e contestualmente sono incrementati i ri-
tocchi marginali. A livello tipometrico aumentano il microlitismo e l’iper-
microlitismo, la laminarità complessiva alta (65,6% a Oriente) rimane
grosso modo stabile rispetto alla fase 1. I risultati preliminari dello studio
tecnologico dell’industria di Grotta d’Oriente documentano una sostanzia-
le continuità con la fase 1. A questa sottofase potremmo riferire forse an-
che le industrie di San Teodoro-liv. inferiore e quella ancora inedita del li-
vello più antico (US 21) di un deposito indagato nell’area antistante Grotta
Racchio-Gruppo dell’Isolidda a S. Vito Lo Capo (Martini, Lo Vetro, Ba-
glioni et alii in questo volume e Martini, Lo Vetro et alii 2007), che possie-

4 Un insieme, in verità non abbondante, a grattatoi rilevanti è stato segnalato in questa


Riunione Scientifica a Grotta del Maltese (Chilardi et alii, in questo volume), essi tuttavia sono
prevalentemente corti e si accompagnano ad un forte peso dei denticolati.
5 La fase insediativa epigravettiana a Grotta d’Oriente è stata suddivisa stratigraficamente
in fase di scavo in cinque orizzonti abitativi, corrispondenti probabilmente a paleosuperfici, che
qui vengono accorpati a livello strutturale (Martini, Lo Vetro Colonese et alii in questo volume).
01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.22 Pagina 30

30 D. LO VETRO - F. MARTINI

de caratteri tecno-tipologici principali affini a quelli di Grotta d’Oriente6.


Per la sottofase 2B, che vede significativi cambiamenti strutturali e stili-
stici, il contesto di riferimento è quello di Acqua Fitusa nei suoi due livelli
inferiore e superiore. Nella sequenza da noi proposta la nuova misura ra-
diometrica di 11.440±50 BP (riferita al taglio 3, quindi a tetto del livello in-
feriore) (Caramia 2005) al momento pare più coerente di quella da tempo
nota pari a 13.760±330 BP. Nell’assetto strutturale7 sono significativi lo svi-
luppo del Substrato che compensa la degressione degli Erti differenziati, la
degressione delle troncature, la forte degressione dei geometrici, lo svilup-
po delle punte a dorso e, in particolare, delle PD4 che in questa fase diven-
tano uno strumento caratterizzante, lo sviluppo dei denticolati e dei ritoc-
chi inframarginali e marginali; i grattatoi si mantengono stabili con un note-
vole incremento delle forme corte. La laminarità sembra decrescere, le di-
mensioni sono in netta prevalenza piccole, i microliti e gli ipermicroliti so-
no decisamente minoritari (Martini e Sarti 1973, dati rielaborati). A questa
sottofase potrebbe essere riferibile l’industria litica, in corso di studio, pro-
veniente dall’US 25 (taglio 16 superiore) di Isolidda-saggio 2 (Martini, Lo
Vetro, Baglioni et alii in questo volume), con la riserva per la sua giacitura.
Gli insiemi di Cala del Genovese-strato 3, taglio 5 e di San Teodoro-or.
superiore potrebbero esemplificare la fisionomia della terza fase, datata al-
la fine del Tardoglaciale (tab. 1). Nello schema cronologico tradizionale
l’insieme di Levanzo è sempre stato inserito alla fine della sequenza epi-
gravettiana insieme a San Teodoro-orizzonte superiore, in un momento
con una degressione forte dei geometrici. Pur con alcune riserve non da
poco8, questa fase sembra amplificare alcuni caratteri rilevati all’Acqua Fi-
tusa, primo fra tutti il crollo dei geometrici, l’aumento del Substrato a San
Teodoro e la stabilità o il leggero sviluppo delle PD4, in morfologie simili
a quelle dell’Acqua Fitusa, alle quali si uniscono pezzi di taglia ecceziona-
le. Le industrie in discorso da un lato mantengono alcuni parametri im-
portanti rispetto ad Acqua Fitusa (sviluppo dei grattatoi corti e dei denti-
colati, aumento delle dimensioni complessive), dall’altro come elemento
innovativo presentano una degressione fortissima degli strumenti a dorso

6 A questa sottofase potrebbe essere attribuito l’insieme recuperato recentemente nelle


nuove indagini a Grotta Perciata (Cavulli et alii comunicazione alla Riunione scientifica, testo
non consegnato per la stampa dei relativi Atti), datato a 12.180±45 bp, con una misura parago-
nabile a quella di Grotta d’Oriente.
7 I valori percentuali a cui si fa riferimento sono il risultato dell’integrazione dei dati editi
da Bianchini e Gambassini (1973) e quelli recentemente pubblicati da F. Caramia (2005).
8 Tra i motivi della riserva ricordiamo la probabile mancata setacciatura a maglie fini du-
rante gli scavi e la possibilità che le raccolte npon siano integrali. Sembra infatti che materiali
non studiati possano essere presso il Museo Archeologico “A. Salinas” di Palermo e in altri de-
positi presso Enti siciliani e del continente.
01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.22 Pagina 31

IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA 31

e, a Levanzo, lo sviluppo dei bulini semplici, poco elaborati e di fattura


non sempre accurata, anche nucleiformi. Un aspetto regressivo pare evi-
dente a San Teodoro-or. superiore, esemplificato dagli alti valori del Sub-
strato, dallo sviluppo della denticolazione, dal secondo rango degli Erti
differenziati, dai geometrici assenti o appena rappresentati, dallo sviluppo
dei grattatoi corti, dalla bassa laminarità (Martini, Lo Vetro et alii 2007).
Rimane problematico inserire nella sequenza evolutiva proposta alcune
industrie, per lo più di acquisizione non recente (una loro disamina in
Martini, Lo Vetro et alii 2007); si tratta degli insiemi di Riparo di Peda-
gaggi-Serra Paradiso (Siracusa) (Di Geronimo et alii 1981-1992; Gliozzi e
Kotsakis 1986), dell’industria dell’US1 del Riparo Cistirnazza (Trapani)
(Venezia e Lentini 1994) e dell’insieme molto simile del vicino sito di Piz-
zo Don Pietro, delle industrie di Passo Falcone, presso Palma di Monte-
chiaro (Lo Vetro e Martini 1993; Lo Vetro 2003; Martini e Lo Vetro
2004), di Riparo Cafici (Nicoletti 1999) e di Grotta Corruggi (Bernabò
Brea 1949). Merita un cenno ricordare ancora l’industria di Fontana
Nuova di Ragusa, sino ad oggi considerata l’unica attestazione aurignazia-
na sull’isola, che invece viene vista come epigravettiana (Martini, Lo Ve-
tro et alii 2007) sulla base delle sue strettissime affinità con l’insieme di
Grotta delle Uccerie (grattatoi subcarenati o appena carenati, laminarità
accentuata, lavorazione profonda e invadente di alcuni gruppi, margini
appena sinuosi delle lame) e che quindi potrebbe collocarsi all’interno
della fase 1. Non possono, infine, essere considerate alcune industrie, ci-
tate negli studi sull’Epigravettiano siciliano, a causa della inattendibilità
del campione, privo di sia pur minimi elementi diagnostici ai fini di un
quadro di sintesi: Grotte Mazzamuto nel Trapanese, Natale nel Palermi-
tano, San Corrado di Palazzolo Acreide, Roccazzo presso Mazara del Val-
lo, Riparo del Castello a Termini Imerese (si rimanda al contributo speci-
fico di Nicoletti e Tusa in questo volume), Parche di Bilello in territorio
di Castelvetrano, Riparo Longo e altri9. Per quanto concerne l’importante
sequenza di Grotta dell’Uzzo (contributi in questo volume), le poche
informazioni sulle industrie sinora edite non permettono di inquadrare i
complessi in senso culturale se non in maniera generica. Vanno mantenuti
dubbi sulla rappresentatività dell’industria di Grotta di Cala del Genove-
se a Levanzo, strato 2-taglio 4, che è associata a resti di animali domestici
(Vigliardi 1982; Cassoli e Tagliacozzo 1982).
In estrema sintesi, i litocomplessi dell’Epigravettiano finale siciliano

9 Un numero davvero cospicuo di segnalazioni epigravettiane è stato prodotto da A. Pal-


ma di Cesnola (1993, pp. 396-397) nella sua preziosa sintesi sul Paleolitico superiore italiano,
sulla base delle ricerche del Vaufrey, di L. Bernabò Brea, di S.P. Pianese, di S. Tusa e di altri
Autori e anche segnalando i depositi presso Musei.
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32 D. LO VETRO - F. MARTINI

sembrano evolversi attraverso un processo dinamico che può essere sche-


matizzato in quattro stadi all’interno di tre macrofasi che coprono circa
3.000 anni. Tali processi evolutivi portano da un lato all’affermazione di
una fisionomia abbastanza unitaria con caratteri ricorrenti, dall’altro sem-
brano dare origine a parametri più dinamici, che possono essere indicati-
vi di trasformazioni tipologiche e che caratterizzano i distretti orientale
ed occidentale dell’isola (Martini, Lo Vetro et alii 2007). Sono parametri
ricorrenti:
- lo sviluppo del Substrato rispetto agli Erti differenziati;
- il ruolo secondario di alcuni gruppi tipologici (bulini, punte, raschia-
toi corti);
- la lavorazione accurata dei grattatoi e, al loro interno, la presenza di
tipi secondari codificati;
- la convessità degli strumenti a dorso, che appare più o meno pronun-
ciata, e la presenza di dorsi ricurvi fuori asse;
- la presenza ricorrente dei segmenti trapezoidali;
- la laminarità complessiva alta;
- le dimensioni piccole e medie degli strumenti comuni.
Sono considerati elementi tecno-tipologici importanti nella dinamica
evolutiva:
- gli strumenti a dorso e, in particolare, la presenza di elementi di mag-
giori dimensioni e più spessi nei momenti finali e l’accentuazione della
convessità dei dorsi nei momenti più recenti;
- i geometrici, soprattutto per l’incisività delle forme triangolari nelle
fasi più recenti, in associazione a più rari trapezi;
- il peso tipologico e lo stile dei grattatoi, con particolare riguardo alle
forme carenate e al rapporto tra forme lunghe e forme corte;
- il ruolo dei pezzi denticolati, in aumento alla fine del ciclo;
- la laminarità complessiva in degressione.
Va osservato che gli insiemi siciliani possiedono una spiccata identità e
che, rispetto a quanto si rileva nella penisola, non subiscono quel proces-
so di “azilianizzazione” che caratterizza le diverse aree dei due versanti
peninsulari sia pure in una progressiva regionalizzazione dei caratteri tec-
no-tipologici.
L’approvvigionamento delle materie prime litiche vede lo sfruttamento
di affioramenti selciferi non distanti dai siti abitativi. Nelle grotte costiere
(Grotta delle Uccerie, Grotta d’Oriente, Isolidda) sono impiegati noduli
e blocchi ricavati da liste, raccolti verosimilmente sia in contesti primari
che secondari, e ciottoli. I sistemi tecnologici, nonostante i dati siano oggi
scarsi, sono uniformi e continui lungo la sequenza tardoglaciale (tranne la
fase 3 priva di informazioni sufficienti). Come già evidenziato all’Acqua
Fitusa (Caramia 2005), la messa in forma e la gestione dei nuclei, finaliz-
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IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA 33

zate prevalentemente alla scheggiatura laminare mediante percussione di-


retta con pietra dura, si attuavano mediante schemi operativi poco elabo-
rati che non prevedevano importanti investimenti in termini di tempo e
energia; tale approccio, che pare privilegiare più la quantità che la qualità
dei prodotti, sembra ravvisabile anche in altri siti epigravettiani dell’isola.
I supporti laminari, più o meno regolari, rappresentati da lame, anche
piuttosto larghe e robuste, e da lamelle, erano destinati soprattutto alla
realizzazione di grattatoi (lame), strumenti a dorso (lame e lamelle) e geo-
metrici (lame e lamelle).
In merito alle manifestazioni figurative, nello stadio corrispondente ad
Allerød, tra 12.000 e 11.000 circa, potrebbero collocarsi sia lo stile natu-
ralistico (cfr. la fluida, vivace ed espressiva iconografia zoomorfa di Le-
vanzo ma anche l’iconografia narrativa con un solido progetto formale
dell’Addaura) e la prima diffusione dei segni geometrico-lineari nell’arte
mobiliare. In questa fase il rito funerario vede la ripetitività dell’inuma-
zione nel medesimo sito, con il perpetuarsi della memoria per molti secoli
e la creazione quindi di raggruppamenti di inumazioni che non permetto-
no ancora di parlare di piccole necropoli ma che attestano forse un uso
più generalizzato del rito. Nello stadio finale, per quanto riguarda le ma-
nifestazioni figurative, si diffonde lo stile naturalistico irrigidito e proba-
bilmente si registra l’arrivo in Sicilia, dal basso versante tirrenico, del mo-
dello iconografico aziliano su ciottoletti.
Questa sintesi sull’Epigravettiano finale della Sicilia conferma e sottoli-
nea a livello culturale quel fenomeno di regionalità che altri Autori, a co-
minciare da Laplace nel 1964, hanno sottolineato in più occasioni. La Si-
cilia rientra nell’area di espansione del modello epigravettiano diffuso
nella omonima provincia che ingloba l’Europa mediterranea, dalla Pro-
venza al confine orientale balcanico sino al mar Nero, provincia connota-
ta da caratteri peculiari che concernono non solo la litotecnica ma anche
le manifestazioni figurative e il rituale funerario; essi possiedono una loro
fisionomia specifica, anche se in molte aree assumono sfumature o ten-
denze originali con valenza locale, dovuta ad una struttura culturale omo-
genea che ha veicolato tendenze tecnologiche, strutture ideologiche e al-
fabeti iconografici, nonostante le diversità paleoambientali del Tardogla-
ciale e alcune differenziazioni ecologiche e di integrazione Uomo-ambien-
te responsabili forse di aspetti regionalizzati. Tale struttura omogenea ri-
mane riconoscibile anche in Sicilia, dove trova esiti ed elaborazioni locali
assai specifici soprattutto nelle produzioni litiche. Tuttavia la presenza su
questo ampio territorio insulare durante l’Epigravettiano finale di espres-
sioni e comportamenti cosmopoliti (alcuni linguaggi iconografici, le mo-
dalità del rito funerario) fanno della Sicilia la più continentale delle isole
del Mediterraneo anche durante il Paleolitico superiore.
01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.22 Pagina 34

34 D. LO VETRO - F. MARTINI

IL MESOLITICO

Il tema della fisionomia del Mesolitico siciliano viene affrontato sulla


base delle scarse evidenze postglaciali disponibili, vale a dire gli insiemi di
Perriere Sottano (Aranguren e Revedin 1998), del Riparo della Sperlinga
di San Basilio (Biddittu 1971) e delle seguenti nuove acquisizioni, presen-
tate per la prima volta in questa Riunione, che permettono, tra l'altro, di
definire il quadro cronologico (Tab. 4):
- Grotta di Cala Mancina strato 3 e 2 (Martini, Lo Vetro, Brilli et alii in
questo volume);
- Grotta d’Oriente strato 6 (Martini, Lo Vetro, Colonese et alii in que-
sto volume);
- Grotta delle Uccerie strati 3 e 2 (Martini, Lo Vetro, Casciarri et alii in
questo volume).
Ai problemi connessi con la fine del Mesolitico si riferiscono la sequen-
za preneolitica della trincea F di Grotta dell’Uzzo (tra la fine dell’VIII e la
metà del VII millennio cal. a.C., Collina in questo volume) e l’insieme di
Grotta d’Oriente strato 5.
Anche per questa parte dedicata al Mesolitico, per motivi di spazio
editoriale, abbiamo dovuto condensare in poche pagine molti dati origi-
nali e osservazioni di dettaglio, nonchè escludere dal quadro storico-cul-
turale i dati sugli oggetti di ornamento e sul rituale funerario (per questi
temi si rimanda rispettivamente a Cilli et alii in questo volume e a Martini
2006). La necessità di una esposizione esaustiva sia dei dati interdiscipli-
nari sia della loro discussione ci ha portato alla stesura di un testo più am-
pio di prossima pubblicazione.

AMBIENTE, RISORSE, ECONOMIA


In Sicilia un graduale miglioramento climatico è evidente con l’inizio
dell’Olocene. I record marini indicano, come fenomeno globale, un pro-
gressivo aumento delle temperature seguito da un abbassamento termico
che ha inizio poco prima di 9.000 anni da oggi (in cronologia calibrata)
(Sapropel 1: 9.000-6.800 cal. BP) (Ariztegui et alii 2000). I record conti-
nentali del lago di Pergusa e della grotta Carburangeli (Sadori e Narcisi
2001; Madonia et alii 2003), nella Sicilia occidentale e nella parte centro-
orientale dell’isola, documentano un aumento della copertura boschiva
fino a circa 7.200 anni BP, accompagnato da un accentuato aumento del-
l’umidità. Tra circa 6.800-7.200 BP si registra nella suddetta area un mi-
nore tasso di umidità e una minore copertura arborea. Questa fase è se-
guita, fino a circa 6.000 BP, da un aumento della copertura arborea con
tassi di umidità minori rispetto alla fasi precedenti.
01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.22 Pagina 35

IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA 35

In questo quadro paleoambientale e paleoclimatico i record paleonto-


logici, attualmente rilevati nelle Grotte d’Oriente e delle Uccerie, indica-
no in queste aree costiere (Colonese in questo volume; Colonese et alii in
questo volume) una progressiva diminuzione o un probabile arretramen-
to dei bacini lagunari retrolitoranei, un fenomeno testimoniato a Grotta
d’Oriente dalla drastica diminuzione dei molluschi lagunari e correlato
all’evoluzione paleocostiera delle attuali isole Egadi.
Le associazioni faunistiche dei livelli mesolitici (Di Giuseppe in Marti-
ni, Lo Vetro et alii 2007) non sono molto differenti da quelle epigravettia-
ne. Un elemento caratterizzante è la scomparsa dell’Equus hydruntinus
(vedi anche Tagliacozzo 1993). La maggiore presenza del cinghiale rispet-
to al Tardoglaciale potrebbe indicare un aumento del tasso di umidità e
delle aree boschive chiuse ricche di sottobosco, anche se localmente è
possibile che siano presenti aree ad ambiente prevalentemente arido e
aperto, caratterizzate da una vegetazione principalmente erbacea (cfr. lo
studio della microfauna di Cala Mancina in Martini, Lo Vetro, Brilli et
alii in questo volume). L’economia di caccia non sembra variare rispetto
all’Epigravettiano e la specie più cacciata rimane il cervo, come già osser-
vato alla Grotta dell’Uzzo (Cassoli et alii 1987; Tagliacozzo 1993). L’avi-
fauna (soprattutto Colombidi, Gallinacei e Corvidi), abbondante all’Uzzo
nei livelli mesolitici più antichi della trincea F (Cassoli et alii 1987; Taglia-
cozzo 1993), è attestata anche a Cala Mancina (in studio). Ad ampliare
l’assetto economico interviene, in molti siti costieri, un’intensa attività di
raccolta di molluschi marini mesolitorali (Oriente, Uccerie, Cala Manci-
na, Uzzo) e anche l’attività di pesca (Colonese et alii in questo volume;
Colonese in questo volume; Tagliacozzo 1993). Essa sembra divenire si-
gnificativa, con un progressivo aumento, a grotta dell’Uzzo in associazio-
ne alla rapida attenuazione dell’avifauna e, nei livelli pre-neolitici, in cor-
rispondenza di un cambiamento nelle industrie litiche ora caratterizzate
da trapezi e dalla tecnica del microbulino (Cassoli et alii 1987; Collina in
questo volume); la pesca è ben attestata anche a Grotta d’Oriente e a
Grotta di Cala Mancina (in studio); a Grotta delle Uccerie la rara presen-
za di ittiofauna è probabilmente da mettere in relazione al forte concre-
zionamento dei depositi che ha reso difficoltoso il recupero dei resti. Per
quanto concerne la raccolta dei molluschi, stando ai risultati forniti da
A.C. Colonese, le specie dominanti sono quelle di ambiente roccioso, Pa-
tellidae e Trochidae, e nel Mesolitico finale-passaggio al Neolitico l’inver-
sione della frequenza che si osserva in alcuni siti tra queste due famiglie,
ad esempio a Grotta dell’Uzzo e Grotta d’Oriente (Compagnoni 1991;
Colonese in questo volume), potrebbe essere il risultato di scelte culturali
oppure l’effetto di variazioni ambientali negli ecosistemi di raccolta. La
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36 D. LO VETRO - F. MARTINI

raccolta dei molluschi mesolitorali risulta essere durante il Mesolitico


prevalentemente stagionale e veniva praticata nei mesi più freschi e umidi
dell’anno (autunno, inverno, primavera, più scarsa in estate), anche se
non mancano giacimenti con episodi di raccolta durante tutto l’anno
(Mannino et alii 2007; Colonese et alii in questo volume).

L E FACIES INDUSTRIALI: ASSETTI TECNO- TIPOLOGICI E CRONOLOGIA


La definizione storico-culturale del Mesolitico in Sicilia va affrontata
nell’ambito di una serie di parametri di valutazione che possiamo così
sintetizzare:
- variabilità delle tendenze tecnologiche alla fine del Tardoglaciale nel-
la penisola e nelle isole del Mediterraneo, con fenomeni di spiccata regio-
nalizzazione;
- variabilità del Mesolitico italiano, con due filoni principali, quello ad
armature (Sauveterriano e Castelnoviano) e quello dell’Epipaleolitico in-
differenziato, ai quali si unisce l’aspetto dell’Epiromanelliano in Liguria e
in Puglia;
- morfologia della penisola italiana, un cul de sac che costituisce una
lunga via di penetrazione degli influssi culturali con direttrice Nord-Sud;
- presenza di una provincia sauveterriana-castelnoviana al Nord, con
esiti attenuati e originali proporzionalmente all’allontanamento dalle zone
nucleari.
In questo quadro articolato si inseriscono i complessi postglaciali della
Sicilia, contraddistinti da alcune tendenze industriali differenziate e indi-
cative di più filoni, già in passato evidenziati (Martini 1993, ripreso poi
da Aranguren e Revedin 1998; Martini 2005), che le nuove acquisizioni
sembrano confermare:
- un aspetto che sembra continuare nell’Olocene antico la tradizione
epigravettiana locale (Cala Mancina strati 3 e 2, Riparo delle Sperlinga);
- una facies che rimanda al ceppo europeo del Sauveterriano, con esiti
del tutto originali sia in termini strutturali sia per quanto riguarda l’asset-
to stilistico su basi tecno-tipologiche (Perriere Sottano orizzonte superio-
re, Oriente strato 6);
- una facies a trapezi riconosciuta da C. Collina (in questo volume) a
Grotta dell’Uzzo (trincea F e M) e probabilmente documentata anche a
Grotta d’Oriente strato 610.

10A questo aspetto potrebbe riferirsi, con alcune riserve legate alla giacitura, anche l’indu-
stria dell’US 24 di Isolidda-saggio 2 (Martini, Lo Vetro, Baglioni et alii, in questo volume) con
trapezi morfologicamente affini a quelli dell’Uzzo.
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IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA 37

- una facies che si ricollega all’Epipaleolitico indifferenziato (Martini


1993), riconosciuto in ambito mediterraneo in siti peninsulari e insulari
soprattutto costieri (Perriere Sottano orizzonte inferiore).
Il Mesolitico della Sicilia si presenta come un fenomeno culturale che
mantiene un forte legame con la tradizione tardopaleolitica, anche per
quanto concerne la produzione artistica e il rito funerario. Le facies docu-
mentate sembrano possedere anche una valenza diacronica, infatti l’a-
spetto di tradizione epigravettiana è rinchiuso nel range 9.300-7.400 circa
(cal. a.C.), la facies di ispirazione sauveterriana sembra ad esso contem-
poranea nei suoi limiti più recenti (da 8.300 a 7.500 cal. a.C.), l’Epipaleo-
litico indifferenziato si inserisce nel medesimo segmento tra la fine del IX
e la fine dell’VIII millennio a.C., infine una facies a trapezi, ancora docu-
mentata da poche evidenze, è riferibile al VII millennio cal. a.C.

Tab. 4 - Siti, cronologia assoluta e facies culturali del Mesolitico in Sicilia.

SITO STRATO/ COD. LAB. NON CAL CAL. A.C. FACIES


TAGLIO B.P. 2s

Grotta d’Oriente 5 LTL877A 7040±55 6020-5780 f. a trapezi/Neolitico?

Grotta dell’Uzzo-
t. 12 OxA-13662 7744 ±33 6650-6480 f. a trapezi
trincea F
Grotta dell’Uzzo-
t. 14-13 P-2734 7910 ±70 7050-6640 f. a trapezi
trincea F
Grotta delle
2 LTL1514A 7998±80 7090-6650 ?
Uccerie
Grotta delle
3 LTL1515A 8320±85 7550-7130 ?
Uccerie
Perriere
V UtC 1355 8460±70 7596-7355 Epipaleolitico indifferenziato
sottano-or. inf.
Grotta di Cala
3B LTL772A 8467±67 7600-7450 f. di tradizione epigravettiana
Mancina

Grotta d’Oriente 6B LTL876A 8619±65 7820-7530 f. ad armature cfr. Sauveterriano

Grotta d’Oriente 6C LTL874A 8608±65 7790-7520 f. ad armature cfr. Sauveterriano

Grotta d’Oriente 6D LTL875A 8699±60 7940-7590 f. ad armature cfr. Sauveterriano

Perriere
VI UtC 1424 8700±150 8229-7527 Epipaleolitico indifferenziato
sottano-or. inf.
Grotta di Cala
3C LTL771A 9332±60 8760-8420 f. di tradizione epigravettiana
Mancina
Grotta dell’Uzzo-
3- t. 7 P2558 9580±100 9250-8650 f. di tradizione epigravettiana
trincea C
Sperlinga
III ? ? 9250-8450 f. di tradizione epigravettiana
S.Basilio
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38 D. LO VETRO - F. MARTINI

Facies di tradizione epigravettiana


Gli insiemi di riferimento sono quelli del Riparo della Sperlinga di S.
Basilio e di Grotta di Cala Mancina strati 3 e 2. A queste industrie si po-
trebbe aggiungere in via ipotetica, seguendo una precedente proposta
(Lo Vetro e Martini 1999-2000) e con le dovute riserve che il caso merita,
l’insieme litico di Grotta dell’Uzzo-trincea C liv. 3 (Piperno 1976-77)11
cronologicamente coevo al Riparo della Sperlinga12. Le misure radiome-
triche sono comprese tra la metà del X e la metà del IX millennio BP in
cronologia non calibrata (tab. 4). In questo millennio di inizio Olocene le
industrie litiche sono ancora permeate di caratteri epigravettiani e mo-
strano singolarmente specifiche fisionomie, forse imputabili ai diversi
contesti ambientali in cui sono inseriti i siti nell’ampio e variegato habitat
siciliano, senza tuttavia escludere in via teorica anche una diversa funzio-
ne dei siti e dei contesti stessi. Pur con questa variabilità, al momento non
spiegabile, rileviamo alcuni parametri comuni non tanto a livello struttu-
rale quanto a livello stilistico, che sono così riassumibili:
- sviluppo dei dorsi, decisamente più abbondanti al Riparo della Sper-
linga;
- prevalenza di punte a dorso, prevalentemente microlitiche e piccole,
esclusivamente unilaterali;
- specializzazione in strumenti a dorso convesso, più o meno curvo, ta-
lora al limite con il segmento di cerchio;
- presenza di alcuni dorsi larghi (LD) non ipermicrolitici;
- presenza di geometrici, quasi esclusivamente triangoli, micro e iper-
microlitici;
- presenza di varianti significative di geometrici (segmenti, triangoli e
trapezi) che rimandano a morfologie già diffuse nei locali complessi epi-
gravettiani.
- dimensioni microlitiche prevalenti.
Sembrano scomparse in questa facies postglaciale alcune tendenze sti-
listiche francamente epigravettiane: i grandi dorsi convessi e molto con-
vessi, lo sviluppo dei grattatoi anche con forme specializzate (a morfolo-
gia allungata, a spina laterale, a lati convergenti alla base anche in associa-
zione col tipo primario P2).

11 Per la cronologia completa del Mesolitico di Grotta dell’Uzzo si veda Mannino et alii
2007.
12 Del Riparo della Sperlinga è stata pubblicata solo la data calibrata (Andersen et alii
1990). Di questa misura radiometrica (vedi tab. 4) non si conosce né la natura del campione né
il taglio di provenienza. In termini di cronologia non calibrata è plausibile che l’età del campio-
ne si collochi nel secondo quarto del X millennio B.P. inserendo questo complesso all’inizio
dell’Olocene.
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IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA 39

L’industria dello strato 2 di Cala Mancina potrebbe appartenere ad un


secondo stadio di questa facies di tradizione epigravettiana, caratterizzato
da una certa regressione tipologica (ma il basso numero di strumenti im-
pone una certa cautela) indicata dall’aumento dei denticolati e dall’impo-
verimento degli strumenti a dorso, anche se parzialmente attenuata dalla
presenza dei geometrici. Questi strumenti sembrano assumere la valenza
di continuità ininterrotta con la tradizione epigravettiana sia in termini
quantitativi sia per la presenza di tipi secondari (triangoli ad angolo evi-
denziato). Un carattere dinamico e innovativo concerne i geometrici che
acquisiscono dimensioni ipermicrolitiche, mentre fanno difetto gli ele-
menti di taglia microlitica e piccola documentati nel locale Tardoglaciale.
A prescindere dal ruolo dei geometrici stessi, in generale si rileva che i ca-
ratteri di tradizione epigravettiana, saltuariamente presenti nel primo sta-
dio, non compaiono in questa seconda fase. I dati preliminari sulla tecno-
logia di Cala Mancina (non si colgono differenze significative nei due
strati) indicano, rispetto all’Epigravettiano finale locale, un’attività di
scheggiatura rivolta principalmente all’estrazione di supporti lamellari e
laminari di modulo ridotto, l’uso di diverse varietà di selce locale di buo-
na qualità13 e l’applicazione ricorrente di uno schema laminare su nuclei
generalmente ad un piano (talvolta sono due) per la produzione di lamel-
le e lame strette anche regolari. Lo sfruttamento dei nuclei è in genere
piuttosto intensivo tanto che la maggior parte raggiunge dimensioni mol-
to ridotte.
Per quel che riguarda gli strati mesolitici di grotta dell’Uzzo l’attribu-
zione culturale resta problematica in attesa di una edizione esaustiva dei
dati sull’industria litica. Alcuni grattatoi con incavo laterale di piccola ta-
glia presenti nei livelli più recenti (in particolare nel I orizzonte) della
trincea C rappresentano un elemento di novità rispetto allo strato sotto-
stante; a questi si associano strumenti dalla fisionomia epigravettiana
(punte a dorso ricurvo, triangoli, trapezi) che potrebbero giustificare l’in-
serimento di detto insieme nella facies mesolitica di tradizione epigravet-
tiana, qui proposta14.
Infine, va sottolineato che l’insieme del Riparo della Sperlinga di San
Basilio15 mostra affinità stilistiche con quella del livello 6 della trincea C

13 Aree ricche di depositi selciferi sono segnalate nella penisola di S. Vito Lo Capo (Abate
et alii 1993; Collina 2006).
14 Tale definizione conferma una precedente ipotesi inserita in un più ampio ventaglio di

possibilità (Lo Vetro e Martini 1999-2000).


15 La posizione crono-culturale di questo contesto è stata a lungo dibattuta e alcuni Autori

a più riprese (Segre e Vigliardi 1983; Palma di Cesnola 1993; Martini 1996 e 1997) hanno avan-
zato dubbi sull’attribuzione al Mesolitico proposta da I. Biddittu (1971).
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40 D. LO VETRO - F. MARTINI

dell’Uzzo (Piperno 1976-77); tale affinità, già rilevata in altra sede (Lo
Vetro e Martini 1999-2000; Martini, Lo Vetro et alii 2007), unitamente al-
la datazione radiometrica del livello 3, dà sostegno all’ipotesi dell’insor-
genza in età olocenica (fine del X millennio-metà del IX millennio circa,
cal. a.C.) di un originale aspetto a geometrici di tradizione epigravettiana,
che ha un’ulteriore attestazione a Grotta di Cala Mancina-strato 3, datata
tra gli inizi del IX e la metà dell’VIII millennio, cal. a.C. (Martini, Lo Ve-
tro, Brilli et alii in questo volume).

Il Mesolitico ad armature, facies a dorsi bilaterali cfr. Sauveterriano


Questa facies pare situarsi tra la fine del IX e gli inizi dell’VIII millen-
nio (cal. a.C.), sulla base delle date dello strato 6 di Grotta d’Oriente.
Una probabile datazione del livello superiore di Perriere Sottano, sulla
base delle misure del livello sottostante, dilaterebbe l’arco cronologico ad
oltre la metà dell’VIII millennio a.C.
L’insieme dell’orizzonte superiore di Perriere Sottano esemplifica le
tendenze tecno-tipologiche di questa facies che rimanda ai modelli sauve-
terriani in virtù dei seguenti parametri:
- ipermicrolitismo (41%) e microlitismo (14%) accentuati;
- laminarità complessiva modesta;
- assenza della tecnica del microbulino;
- presenza significativa di dorsi bilaterali monopunta e bipunta;
- presenza occasionale di tipi secondari che potrebbero rinviare al mo-
dello peninsulare (coltelli a dorso cfr. Rouffignac16, grattatoi tettiformi,
troncature oblique);
- scarsa incidenza del Substrato (29,6%).
L’originalità del Sauveterriano di Perriere, com’è ben noto, risiede, tra
l’altro, nella morfologia particolare delle bipunte a dorso bilaterale con-
vesso, che caratterizzano questo insieme, associate a più rare bipunte
strette e allungate (I.a. >4,0) insieme ad elementi lamellari tozzi a dorso
convesso, a numerosi esemplari su scheggia a dorso molto convesso con
apice evidenziato, a forme losangiche bilaterali, ad un esemplare romboi-
dale quasi a doppia troncatura obliqua. Sembra lecito interpretare questi
manufatti come un’invenzione locale che nasce da una rielaborazione di
un modello sauveterriano standardizzato in altre aree europee. Al sub-
strato industriale locale di tipo epigravettiano sembrano rimandare alcuni

16 Queste punte a dorso parziale ricurvo di dimensioni macrolitiche potrebbero avere un

antecedente locale nelle PD2 epigravettiane (Revedin e Aranguren 1998), prive però dei ritoc-
chi complementari basali, attestate in alcuni contesti isolani (Acqua Fitusa, San Teodoro, Peda-
gaggi).
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IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA 41

strumenti comuni (ad esempio lame e grattatoi) ottenuti su lama di taglia


considerevole.
Riguardo alla tecnologia i dati a nostra disposizione per Perriere Sotta-
no e Grotta d’Oriente (in studio) rivelano per grandi linee assetti piutto-
sto simili sia per quanto riguarda il débitage sia per la tipometria. La ma-
teria prima è costituita quasi esclusivamente da selce, a Grotta d’Oriente
è documentata la circolazione dell’ossidiana, attestata da pochi ma signifi-
cativi elementi (la provenienza non è stata ancora determinata). Anche se
uno studio specifico sulla provenienza della materia prima non è stato an-
cora affrontato, a Favignana la presenza di selce è ben documentata sulla
Montagna Grossa (Agnesi et alii 1993; Malatesta 1957; Carta geologica
d’Italia, foglio 256), appare dunque lecito pensare che in questo sito la
selce (vari litotipi di buon qualità) sia di origine locale. A Perriere Sotta-
no ai manufatti in selce (sulla cui provenienza non abbiamo informazioni)
si associano pochi elementi in quarzite (circa il 4%), materia prima diffu-
sa nel catanese che è stata utilizzata sul sito per confezionare strumenti di
media e grossa taglia. In entrambi gli insiemi in discorso la scheggiatura è
orientata in parte alla produzione di lame e lamelle (talvolta piuttosto
spesse e poco regolari) per confezionare principalmente armature (lamel-
le), grattatoi (lame spesse), raschiatoi lunghi (lame) e parte delle troncatu-
re (lame e lamelle). Il débitage laminare è realizzato mediante lo sfrutta-
mento di nuclei piramidali, subpiramidali e prismatici a un piano e, meno
frequentemente, a due piani generalmente non preparati. Sono presenti
anche nuclei poliedrici e discoidali che rimandano a modelli del Sauveter-
riano continentale. I nuclei sono in prevalenza di dimensioni molto ridot-
te (in media 3-4 cm) e intensamente sfruttati.
In estrema sintesi, la facies ad armature si presenta come un fenomeno
di semplice ispirazione ad un modello standardizzato su aree molto di-
stanti, del quale vengono recepite alcune tendenze tecnologiche essenzia-
li, rielaborate localmente con originalità. In quest’ottica non pare appro-
priata una definione di Sauveterriano “attenuato” nè sembra lecito defi-
nire questa tendenza come un Epigravettiano attardato che acquisisce
elementi sauveterroidi, infatti essa sembra un aspetto che ha perso i linea-
menti epigravettiani acquisendo una diversa fisionomia specifica.
Riguardo ai tempi e ai modi dell’insorgenza e della diffusione di questo
fenomeno in Sicilia, in prima ipotesi Grotta d’Oriente potrebbe rappre-
sentare uno stadio iniziale del processo di assorbimento di modelli sauve-
terriani sull’isola, processo che solo in uno stadio successivo (Perriere
Sottano) diventerebbero più eclatanti. Questa ipotesi si basa sulle misure
radiometriche di Oriente strato 6 comprese tra 8.200 e 7.500 a.C. circa e
la datazione del livello superiore di Perriere Sottano, più recente di
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42 D. LO VETRO - F. MARTINI

7.500-7.300 a.C., data a cui si riferisce il livello mesolitico inferiore. Come


seconda ipotesi alla valenza cronologica potremmo anche aggiungere
quella geografica, imputando il più approfondito apporto sauveterriano a
Perriere, per quanto attenuato nelle sue linee generali e non canonico, alla
localizzazione del sito nella Sicilia orientale, quindi più vicino agli esiti del
filone ad armature nel Mezzogiorno della penisola. Queste considerazioni
non escludono la possibilità che nelle differenze tra i due siti possano aver
influito anche altri fattori concomitanti come per esempio una possibile
differenza nella funzionalità dei siti e dei relativi contesti ecologici.

Facies dell’Epipaleolitico indifferenziato


L’Epipaleolitico indifferenziato è una facies standardizzata che è docu-
mentata, in ambito tirrenico, solo nelle regioni centrali e meridionali della
penisola italiana e nelle isole maggiori (Sicilia, Sardegna, Corsica). La sua
cronologia è compresa tra 10.000 e 7.750 anni circa dal presente (non
cal.), la sua origine sembra individuabile in alcune industrie della fine
dell’Epigravettiano finale e la sua fisionomia è caratterizzata da una forte
regressione tecno-tipologica (Martini 1993; Martini, Cilli et alii 2007). Ta-
le facies, che interessa più aree mediterranee; in Sardegna e in Corsica pa-
re in relazione a sbarchi costieri (eccezionalmente a presenze insediative
nell’interno). In Sicilia questa fase è esemplificata nell’orizzonte inferiore
di Perriere Sottano, databile alla seconda metà del IX millennio BP (non
cal.).
I caratteri principali sono il fortissimo sviluppo degli strumenti comuni
(Substrato sensu Laplace), lo sviluppo dei denticolati, la rarità di stru-
menti a dorso, la laminarità relativamente bassa determinata dalla preva-
lenza di supporti larghi e irregolari. Questi caratteri indicano una specia-
lizzazione e nello stesso tempo una indifferenziazione tipologica, in quan-
to la produzione appare pressoché interamente depauperata degli stru-
menti che caratterizzano i complessi della fine del Paleolitico e delle altre
facies mesolitiche (Epiromanelliano, Sauveterriano e Castelnoviano). La
selce è la materia prima maggiormente utilizzata (circa 80% sul totale
dell’industria) seguita dalla quarzite la quale è sfruttata per la realizzazio-
ne degli strumenti di taglia maggiore. La scheggiatura è rivolta principal-
mente alla produzione di schegge e supporti laminari larghi e poco rego-
lari, talvolta massicci, che rimandano agli standard dell’Epigravettiano si-
ciliano. La produzione di lamelle è attestata da alcuni piccoli nuclei uni-
direzionali e bidirezionali che si affiancano ai tipi poliedrici e discoidali
che rimandano a modelli mesolitici peninsulari.
Il rinvenimento di ossidiana in sicuro contesto stratigrafico a Grotta di
Oriente strato 6 e nel livello inferiore di Perriere Sottano (una piccola
01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.22 Pagina 43

IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA 43

scheggia recuperata nella porzione alta dell’orizzonte e attribuita alla co-


lata del Gabellotto di Lipari), in contesti preneolitici datati 8.200-7.500
a.C. circa, documenta la partecipazione della Sicilia nei circuiti delle pri-
me circolazioni di questa materia prima nel Mediterraneo. Poiché nelle
isole del Mediterraneo non si hanno evidenze sauveterriane, dobbiamo ri-
tenere questi gruppi mesolitici della facies indifferenziata i primi pionieri-
stici navigatori in epoca preneolitica (Martini 1993).

I complessi a trapezi e l’industria di Grotta d’Oriente strato 5: un problema


aperto
Nella Grotta d’Oriente lo strato 5, suddiviso in più sottolivelli di fre-
quentazione della grotta, ha restituito un complesso archeologico e ar-
cheozoologico che pone una serie di problemi di non facile soluzione e
relativi alla presenza in Sicilia di un complesso a trapezi senza ceramica in
un momento corrispondente al passaggio Mesolitico-Neolitico17. Tale
complesso potrebbe appartenere ad una facies mesolitica da porsi alle so-
glie dell’arrivo delle prime comunità agropastorali. L’industria litica in di-
scorso possiede caratteri di tipo castelnoviano, alcuni dei quali (trapezi,
lamelle regolari, tecnica del microbulino) sono presenti a Grotta dell’Uz-
zo sia nei livelli preneolitici sia nel livello neolitico a ceramica impressa
(Collina in questo volume). A Oriente strato 5 la ceramica è assente, men-
tre sono stati raccolti sei frammenti di fauna domestica in giacitura pri-
maria.
Questa nuova evidenza siciliana si ricollega al problema del processo
di neolitizzazione in Sicilia che S. Tusa ha impostato in termini di artico-
lazione molto dinamica, in una visione che cercava di superare la dicoto-
mia tra evoluzionismo e diffusionismo (Tusa 1996 e 1997). La fase di
transizione senza ceramica proposta per Grotta dell’Uzzo (trincea F t.
13-14) possiede la misura radiometrica di 7.910 ±70 BP (7.050-6.640
a.C)18, mentre la fase a ceramica impressa pre-Stentinello (trincea F tt.
7-9) risale a 6.750±70 BP (5.750-5.490 a.C.) (Piperno et alii 1980; Piper-
no 1985 a e b; Tusa 1996 e 1997). La datazione di Oriente strato 5-oriz-
zonte 5A di 7.040 ±55 BP (6.020-5.780 a.C.) si colloca all’interno dello
iato che all’Uzzo separa la fase preneolitica da quella del Neolitico a ce-
ramica impressa (collocandosi più in prossimità della cronologia neoliti-

17 Per i dettagli si rimanda alla comunicazione di Martini, Lo Vetro, Colonese et alii in

questo volume.
18 Una nuova datazione radiometrica ottenuta su guscio di gasteropode (Mannino et alii,

2007) data il livello 12 a 7.744±33 BP (6.340-6040 a.C. cal 1 s).


01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.22 Pagina 44

44 D. LO VETRO - F. MARTINI

ca) ed è in linea con le più recenti datazioni ottenute per la Sicilia occi-
dentale in merito al più antico Neolitico locale (V. Tinè com. pers. e in
questo volume). Pur considerando come plausibile l’ipotesi che l’eviden-
za di Oriente strato 5 sia relativa ad un contesto neolitico nel quale l’as-
senza di ceramica può essere fortuita o legata alla funzionalità del sito,
un’ipotesi da non scartare può essere quella che considera questa nuova
evidenza un contesto mesolitico molto recente di tipo castelnoviano, ca-
ratterizzato da parametri che rimandano sensu lato al filone a trapezi
continentale (ma anche a Grotta dell’Uzzo), al cui interno la presenza di
qualche resto di ovicaprino potrebbe essere dovuta a contatti con le pri-
me comunità neolitiche nella Sicilia occidentale, nell’ambito di una stra-
tegia economica che vede la caccia e soprattutto la raccolta di molluschi
come attività prevalente. Le misure radiometriche disponibili non con-
trastano con questa ipotesi19.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Per i riferimenti citati nel testo si rimanda alla bibliografia in Martini et alii,
L’Epigravettiano finale in Sicilia, in MARTINI F., a cura di, Atti della tavola roton-
da: L’Italia tra 15.000 e 10.000 anni fa. Cosmopolitismo e regionalità nel Tardo-
glaciale, Firenze 18 Novembre 2005, pp. 209-254. Inoltre:

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MADONIA G., FRISIA S., BORSATO A., MACALUSO T., MANGINI A., PALADINI M.,
PICCINI L., MIORANDI R., SPÖTL C., SAURO U., AGNESI V., DI PIETRO R., PAL-
MERI A., VATTANO M. 2003, La Grotta di Carburangeli – ricostruzione clima-
tica dell’Olocene per la piana costiera della Sicilia nord-occidentale, Studi
Trentini di Scienze Naturali, Acta Geologica, 80 (2003), pp. 153-16.

19 Il contributo dei due autori è equivalente.


01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.22 Pagina 45

IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA 45

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RIASSUNTO. - IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA. - I filoni del Pa-


leolitico inferiore siciliano sembrano tre, documentati solo da complessi di su-
perficie, e ripetono nello schema generale quanto avviene sul continente: Cultura
del ciottolo, Clactoniano e, indiziato da pochi singoli manufatti amigdalari,
Acheuleano. Al momento attuale gli interrogativi legati alla loro diffusione sull’i-
sola restano aperti, prima di tutto quelli relativi alla cronologia. Mancano eviden-
ze relative al Paleolitico medio. La presenza umana sull’isola è di nuovo attestata
nel Paleolitico superiore, dopo uno iato che giunge sino a circa 15.000 anni orso-
no (cal.), quando la Sicilia vede un intenso e articolato popolamento, in diretto
contatto con le dinamiche culturali peninsulari. Le nuove acquisizioni di indu-
strie litiche permettono di ridefinire il quadro di sintesi sinora noto con una pro-
posta di scansione dell’Epigravettiano finale in tre macrofasi. La sintesi storica
dell’Epigravettiano finale conferma per la Sicilia un carattere di regionalità all’in-
terno del raggio di espansione dell’Epigravettiano nell’Europa mediterranea ed
evidenzia comportamenti cosmopoliti. La fisionomia delle industrie litiche meso-
litiche attesta la diffusione di facies industriali diversificate, una di tradizione epi-
gravettiana, una che si ricollega al filone continentale ad armature cfr. Sauveter-
riano e una probabile facies a trapezi e infine una facies che si ricollega all’Epipa-
leolitico indifferenziato.

RÉSUMÉ. - LE PALÉOLITHIQUE ET LE MÉSOLITHIQUE EN SICILE. - Les facies


du Paléolithique inférieur sicilien semblent être trois, documentés seulement par
des complexes de surface; ils repétent dans le schéma général ce qui se manifeste
sur le continent: Pebble Culture, Clactonien et, indiqué par quelque produit
amigdalaire, Acheuléen. La question est liée au probléme des faunes nanes sici-
liennes qui occupent seulement quelquesuns des stades chronologiques. On n’a
pas d’evidences relatives au Paléolithique moyen. La présence humaine est atte-
stée de nouveau au Paléolithique supérieur, aprés un hiatus qui arrive prés des
15.000 ans environ (calibrée); dans ce temps la Sicile montre un peuplement
dense et articulé, directement en contact avec les cultures dynamiques de la Pé-
ninsule. Les nouvelles récoltes d’industries lithiques permettent de définir ulté-
01_lo vetro martini-nuovo_Campione_17x24_Daniela 03/10/12 12.22 Pagina 47

IL PALEOLITICO E IL MESOLITICO IN SICILIA 47

rieurement le tableau synthétique connu, en proposant une scansion en trois ma-


crophases de l’Epigravettien final. La synthése historique de l’Epigravettien final
confirme le caractèr régional de Sicile à l’intérieur de l’expansion épigravettienne
dans l’Europe méditerranéenne et met en évidence des comportements cosmo-
polites. Les industries lithiques du Mésolithique attestent la diffusion de faciés
diversifiés, l’un de tradition épigravettienne, l’autre qui se relie au courant conti-
nental à armatures cfr. Sauveterrien et à trapezes, un faciés relie à l’Epipaléolithi-
que indifférencié.
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00000000_INDICE VOLUME_Campione_17x24_Daniela 24/10/12 14.24 Pagina 255

INDICE

XLI RIUNIONE SCIENTIFICA


IN SICILIA

RELAZIONI GENERALI

5
PROGRAMMA

D. LO VETRO, F. MARTINI, Il Paleolitico e il Mesolitico in Sicilia 19

V. TINÉ, S. TUSA, Il Neolitico in Sicilia 49

A. CAZZELLA, L. MANISCALCO, L’età del Rame in Sicilia 81

F. NICOLETTI, S. TUSA, L’età del Bronzo nella Sicilia occidentale 105

R. PANVINI, L’età del Bronzo nella Sicilia centro-meridionale 131

M.C. MARTINELLI, E. PROCELLI, M. PACCIARELLI, M. CAVALIER,


L’età del Bronzo antica e media nella Sicilia orientale e nella
zona dello Stretto di Messina 157

R.M. ALBANESE PROCELLI, La Sicilia centro-orientale dal Bron-


zo recente alla prima età del ferro 185

S. TUSA, L’età del Ferro nella Sicilia occidentale 207

G.F. LA TORRE, Le popolazioni indigene della Sicilia all’epoca


della colonizzazione 231
00000000_INDICE VOLUME_Campione_17x24_Daniela 24/10/12 14.24 Pagina 256

256 INDICE

COMUNICAZIONI E POSTER
NEL DVD ALLEGATO

COMUNICAZIONI
PALEOLITICO-MESOLITICO

S. CHILARDI, A. DE DOMINICIS, D. ZAMPETTI, La frequentazio-


ne preistorica di Grotta Emiliana (Erice, Trapani) 275

F. MARTINI, D. LO VETRO, S. CASCIARRI, A.C. COLONESE, Z. DI


GIUSEPPE, R. GIGLIO, S. RICCIARDI, S. TUSA, Primi risultati del-
la campagna di scavo 2005 a Grotta delle Uccerie (Favignana,
Trapani) 289

F. NICOLETTI, S. TUSA, Nuove acquisizioni scientifiche sul Ri-


paro del Castello di Termini Imerese (Palermo) nel quadro del-
la preistoria siciliana tra la fine del Pleistocene e gli inizi dell’O-
locene 303

F. MARTINI, D. LO VETRO, A.C. COLONESE, Z. DI GIUSEPPE, V.


FORZISI, R. GIGLIO, S. RICCIARDI, S. TUSA, Primi risultati sulle
nuove ricerche stratigrafiche a Grotta d’Oriente (Favignana,
Trapani). Scavi 2005 319

F. MARTINI, D. LO VETRO, M. BORRINI, S. BRUNO, F. MALLE-


GNI, Una nuova sepoltura dalla Grotta d’Oriente (Favignana,
Trapani). Scavi 2005 333

R. DI SALVO, G. MANNINO, M.A. MANNINO, V. SCHIMMENTI,


L. SINEO, K.D. THOMAS, Le sepolture della Grotta d’Oriente
(Favignana) 341

F. MARTINI, D. LO VETRO, L. BAGLIONI, A. ALISI, C. CILLI,


A.C. COLONESE, Z. DI GIUSEPPE, E. LOCATELLI, P. MAZZA,
B. SALA, S. TUSA, Nuove ricerche a Grotta Racchio-Gruppo
dell’Isolidda (San Vito Lo Capo, Trapani): primi risultati 353

L. BONFIGLIO, G. MANGANO, M.C. MARTINELLI, I depositi Epi-


gravettiani della Grotta di S. Teodoro alla luce delle recenti
campagne di scavi paleontologici 367
00000000_INDICE VOLUME_Campione_17x24_Daniela 24/10/12 14.24 Pagina 257

INDICE 257

F. BARATTOLO, C. COLLINA, Un giacimento del Paleolitico su-


periore nella valle del Carboj (Menfi, Agrigento) Gli affiora-
menti di selce e la caratterizzazione dell’industria litica 379

E. TUFANO, S. TUSA, M.A. MANNINO, K.D. THOMAS, Resocon-


to preliminare delle indagini stratigrafiche alla Grotta di Cala
del Genovese 391

S. CHILARDI, V. COPAT, M.A. MANNINO, D. ZAMPETTI, Nuovi


dati sul Paleolitico superiore nel territorio di Erice: la Grotta
San Francesco e la Grotta del Maltese 403

G. MANNINO, I graffitti parietali preistorici della Grotta Ad-


daura: la scoperta e nuove acquisizioni 415

F. MARTINI, D. LO VETRO, P. BRILLI, A.C. COLONESE, Z. DI


GIUSEPPE, V. FORZISI, E. LOCATELLI, C. PEDROLLI, B. SALA, S.
TUSA, Dati preliminari sul Mesolitico di Grotta di Cala Manci-
na (S. Vito Lo Capo, Trapani): paletnologia e ambiente 423

L. CONTE, S. TUSA, Approfondimento stratigrafico alla Grotta


dell’Uzzo 437

C. COLLINA, Sistemi tecnici e chaînes opératoires alla grotta


dell’Uzzo (Trapani). Analisi tecnologica delle industrie litiche
dai livelli mesolitici e neolitici 447

R. DI SALVO, M.A. MANNINO, V. SCHIMMENTI, L. SINEO, K.D.


THOMAS, Nuovi dati sulle sepolture della Grotta dell’Uzzo 461

M.A. MANNINO, K.D. THOMAS, Studi archeozoologici ed ar-


cheometrici sui reperti di malacofauna della Grotta dell’Uzzo
(Trapani) 471

G. AYALA, L. CONTE, S. TUSA, Indagini stratigrafiche alla Grot-


ta dei Cavalli (San Vito Lo Capo, Trapani) 481
00000000_INDICE VOLUME_Campione_17x24_Daniela 24/10/12 14.24 Pagina 258

258 INDICE

COMUNICAZIONI
NEOLITICO

A. TRAVERSO, La facies del Kronio. Elementi crono-tipologici


dagli scavi nell’Antro Fazello al Monte Kronio (Sciacca, Agri-
gento) 493

R.M. MARTÍNEZ SANCHEZ, Transformación y uso de materias


primas minerales. La industria lítica en Contrada Stretto (Par-
tanna, Trapani). Corte I-2, Sector inferior. Campaña del 2004 505

M. MOSCOLONI, C. RUGGINI, Le indagini archeologiche a Grot-


ta Bonagia (Trapani) nel quadro delle modalità di occupazione
della Sicilia occidentale durante il Neolitico tardo 513

E. CASTIGLIONI, C. DI PATTI, G. PISCOPO, L. MANISCALCO,


L’insediamento neolitico di Rocchicella-Paliké 523

O. PALIO, Il villaggio tardo-neolitico di Via Capuana a Licodia


Eubea (Catania) 535

F. PRIVITERA, Necropoli tardo-neolitica in Contrada Balze So-


prane di Bronte (Catania) 543

F. NICOLETTI, L’industria litica di Punta Fram. Una nuova fa-


cies preistorica a Pantelleria 557

A. BOSCAINO, A. D’AMORA, F. NICOLETTI, M. TRIFUOGGI, S.


TUSA, Indagini sulla caratterizzazione e la provenienza delle os-
sidiane di Serra del Palco (Caltanissetta) 569

C. GUZZONE, Idoletti fittili e rinvenimenti neolitici dalla Grotta


IV di Monte Grande, presso Milena (Caltanissetta) 579

COMUNICAZIONI
ENEOLITICO

G. ODETTI, Le grotte del Conzo (Siracusa) e della Palombara


(Siracusa) nel quadro dell’Età del Rame della Sicilia orientale 593
00000000_INDICE VOLUME_Campione_17x24_Daniela 24/10/12 14.24 Pagina 259

INDICE 259

O. ADAMO, D. GULLÌ, La ceramica Serraferlicchio da Serrafer-


licchio 601

E. CARNIERI, L. LENTINI, S. LEVI, P.M. MANDÒ, A. VALENTI, A


ZANINI, La tomba a grotticella artificiale di “Pergole 2”, Par-
tanna (Trapani), Contrada Pergola 611

S. TUSA, D. URSINI, Rinvenimenti eneolitici a Pantelleria - Lago


di Venere 623

M. CATTANI, F. NICOLETTI, S. TUSA, Resoconto preliminare de-


gli scavi dell’insediamento di Mursia (Pantelleria) 637

A. CRISPINO, Il complesso eneolitico di S. Ippolito, Caltagirone.


Scavi Orsi. Nota preliminare 653

F. ALBERGHINA, Considerazioni sulla definizione della facies di


Malpasso-Sant’Ippolito in Sicilia 663

F. PRIVITERA, Un nuovo idoletto tipo Camaro da contrada Mar-


ca (Castiglione di Sicilia) 673

M. MUSUMECI, Recenti conoscenze ed acquisizioni dell’Età del


Rame e del Bronzo dal territorio siracusano (Palazzolo Acreide) 683

COMUNICAZIONI
ETÀ DEL BRONZO

C. GIARDINO, V. SPERA, S. TUSA, Nuovi dati sulla metallurgia


della Sicilia occidentale nell’età del Bronzo 697

F. PRIVITERA, F. ALBERGHINA, M. TURCO, Recenti indagini nel


versante sud-occidentale dell’Etna: Belpasso e Biancavilla 709

L. CONTE, S. TUSA, Resoconto delle attività di ricerca e scavo


nel territorio di Partanna, Trapani (anni 2000-2005). Indagini
nelle necropoli preistoriche di Stretto, Torre Donzelle e Capo
d’Acqua 719

L. GUZZARDI, Insediamenti preistorici nei territori di Leontinoi


e Megara: scavi e nuove scoperte nell’ultimo biennio 729
00000000_INDICE VOLUME_Campione_17x24_Daniela 24/10/12 14.24 Pagina 260

260 INDICE

L. MANISCALCO, Insediamenti dell’antica età del bronzo fra la


Valle del Margi e gli Iblei settentrionali Recenti 741

G. MANNINO, M.C. SPAGNOLO, La tomba di Contrada Posillesi 753

V. COPAT, A. COSTA, P. PICCIONE, Alcune considerazioni sulla


ceramica dipinta della facies di Castelluccio 763

V. ARDESIA, M. CATTANI, Tipologia ceramica e caratteristiche


culturali della facies RTV 775

R. VENEZIANO, La presunta facies di Rodì-Tindari-Vallelunga


ad un cinquantennio dalla sua formulazione 791

M. CATTANI, S. TUSA, Paesaggio agro-pastorale e spazio rituale


nel paesaggio dell’età del Bronzo a Pantelleria 803

F. NICOLETTI, G. TROJSI, S. TUSA, Analisi tipologiche e minera-


logico-petrografiche sui conglomerati architettonici delle ca-
panne dell’età del Bronzo di Mursia (Pantelleria) 817

F. NICOLETTI, S. TUSA, Pantelleria. Scavo di un sese in pro-


prietà Di Fresco e materiali da altri sesi scomparsi in contrada
Mursia 827

E. TUFANO, A. D’AMORA, M. TRIFUOGGI, S. TUSA, L’ossidiana


di Pantelleria: studio di caratterizzazione e provenienza alla lu-
ce della scoperta di nuovi giacimenti 839

L. CONTE, Un insediamento della media età del Bronzo rinve-


nuto in contesto urbano a Partanna (Trapani) 851

A.K. INGOGLIA, F. NICOLETTI, S. TUSA, L’insediamento abitato


dell’età del Bronzo di Erbe Bianche (Campobello di Mazara,
Trapani) 861

R. LANTERI, La necropoli di contrada Lotti (Gela) e l’architet-


tura funeraria a pilastri e le lesene in Sicilia nell’età del Bronzo
antico 871

M. TEDESCO, La necropoli di Cozzo del Pantano: una rivisita-


zione 881
00000000_INDICE VOLUME_Campione_17x24_Daniela 24/10/12 14.24 Pagina 261

INDICE 261

A. ZANINI, Contributo alla rilettura della necropoli del Bronzo


Finale di Milazzo - ME 895

F. NICOLETTI, S. TUSA, L’insediamento del tardo Bronzo di


Mokarta (strutture e scavi 1994-97) 905

S. TUSA, C.A. BUCCELLATO, Considerazioni sulla distribuzione


delle funzioni e della ricchezza nell’insediamento di Mokarta 917

L. RIOLO, Analisi distributiva e funzionale dei reperti ceramici


nella capanna 14 di Mokarta 927

L. MANISCALCO, G. TERRANOVA, L’età del Bronzo Recente a


Paternò (Catania). Il sito di S. Marco e lo scavo urbano di S.
Caterina 939

K. CARUSO, C.T. FONTEBRERA, A. ZANINI, Le cuspidi di lancia


siciliane nel quadro della protostoria italiana 951

D. TANASI, La Montagna di Polizzello alla fine dell’Età del


Bronzo: il caso dell’Edificio Nord sull’acropoli 961

COMUNICAZIONI
ETÀ DEL FERRO

M. FITZJOHN, Visualizzazione dello spazio domestico nell’età


del Ferro e nel periodo arcaico 975

D. PALERMO, Nuove ricerche sulla Montagna di Polizzello 963

R. DI SALVO, A. MESSINA, V. SCHIMMENTI, L. SINEO, M.A.


MANNINO, Studio antropologico sul gruppo umano di Polizzel-
lo (Mussomeli - Caltanissetta) 989

COMUNICAZIONI
INTERRELAZIONI

A. CAZZELLA, G. RECCHIA, Sicilia, Eolie, Malta e le reti di


scambio tra gli ultimi secoli del III e gli inizi del I millennio
a.C. 1001
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262 INDICE

R. PATANÈ, Leggendo Diodoro. Contatti egei nella Sicilia cen-


trale? 1015

M.C. MARTINELLI, Distribuzione delle ceramiche non locali nei


villaggi dell’età del Bronzo delle isole Eolie 1029

POSTER
PALEOLITICO-MESOLITICO

E. CARNIERI, R. BIGAZZI, G. D’AMORE, C. DI PATTI, F. MALLE-


GNI, L. SINEO, G. TARTARELLI, Le microusure dentarie in alcuni
reperti umani provenienti dalla Grotta di San Teodoro (Messina) 1041

V. COLELLA, M.M. MANNINO, K.D. THOMAS, Nuovi studi sulle


collezioni della Grotta Niscemi del Museo Archeologico Regio-
nale “Antonino Salinas”di Palermo 1045

V. COLELLA, M.A. MANNINO, Ritrovamenti inediti delle esplo-


razioni archeologiche di Jole Bovio Marconi a Levanzo: la
Grotta dei Porci 1051

C. CILLI, A.C. COLONESE, G. GIACOBINI, D. LO VETRO, F. MAR-


TINI, Nuove evidenze di manufatti in materia dura animale del
Paleolitico superiore e del Mesolitico di Grotta d’Oriente (Fa-
vignana, Trapani) 1055

A. COLONESE, S. TROELSTRA, P. ZIVERI, Primi dati sulla stagio-


nalità di raccolta di Osilinus turbinatus (von Born, 1778; Ga-
stropoda, Prosobranchia) a Grotta d’Oriente, Grotta delle Uc-
cerie e Grotta di Cala Mancina (Trapani) 1061

A.C. COLONESE, Molluschi marini in depositi antropici: il caso


di Grotta d’Oriente (Favignana) 1065

A.C. COLONESE, Lo sfruttamento dei molluschi mesolitorali:


evidenze mesolitiche a Grotta di Cala Mancina (S. Vito Lo Ca-
po, Trapani) 1071

A. GUERRESCHI, F. FONTANA, Prime considerazioni sull’indu-


stria litica mesolitica delle trincee A e F di Grotta dell’Uzzo
(Trapani) 1077
00000000_INDICE VOLUME_Campione_17x24_Daniela 24/10/12 14.24 Pagina 263

INDICE 263

POSTER
NEOLITICO

E. NATALI, Saggi stratigrafici presso le grotte di Scurati a Cu-


stonaci (Trapani) 1085

L. CONTE, G. GENCHI, S. TUSA, Indagini stratigrafiche nella


Grotta dell’Impisu e nel Riparo del Pecoraro (Palermo) 1091

G. BIONDI, Insediamenti preistorici tra Neolitico e Bronzo anti-


co ad Ovest del medio corso del Simeto. Nuove acquisizioni 1095

G. MANNINO, Lo “scarico” neolitico di Castellaccio di Fiaccati


Roccapalumba (Palermo) 1099

L. SAPUPPO, G. SIRENA, Un contributo allo studio del Neolitico


nel Siracusano: C.da Precettora-Sampieri (Brucoli, Augusta) 1101

G. TROJSI, Analisi archeometriche sui materiali ceramici dai li-


velli del Neolitico antico e medio della Grotta del Kronio
(Sciacca, Agrigento) 1105

J. BARRIOS NEIRA, G. PALMIERI, Studio fisico chimico delle ce-


ramiche di Contrada Stretto (Partanna, Trapani) 1111

R. MARTINEZ SANCHEZ, Estudio arqueofaunístico en Contrada


Stretto (Partanna, Trapani). Corte I-2 (Foso trinchera, sector
inferior). Campaña de 2004 1115

S. CHILARDI, A. GALDI, Il Neolitico siciliano tra caccia e raccol-


ta, tradizione e innovazione: la fauna delle UUSS 1-16 del fos-
sato di Contrada Stretto/Partanna (Trapani) 1121

J. L. UBERA JIMENEZ, G. PALMIERI, Analisi palinologiche e inter-


pretazione paleoambientale di C.da Stretto (Partanna, Trapani) 1127

POSTER
ENEOLITICO

F. CANNIZZARO, C. M. C. CIRINO, V. GRASSO, La stratigrafia del


villaggio di Torricella (Catania) dal medio Rame all’antico
Bronzo 1133
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264 INDICE

F. GIANQUINTO, A. ZANINI, Le presenze eneolitiche nell’abitato


di Himera 1137

F. IANNÌ, L’Eneolitico nella media valle del Salso 1141

G. LAMAGNA, Corni fittili forati del Museo di Adrano 1145

F. NICOLETTI, S. TUSA, Vasi preistorici da Bugeber (Pantelleria) 1149

L. MANISCALCO, I. VACIRCA, Testimonianze dell’età del Rame


presso il santuario dei Palici (Mineo - Catania) 1153

POSTER
ETÀ DEL BRONZO

R. AGOSTINO, M. BETTELLI, S.T. LEVI, F. FERRANTI, Taureana di


Palmi (Reggio Calabria): un insediamento dell’Età del Bronzo
tra le isole Eolie e lo Stretto di Messina 1167

R.M. ALBANESE, G. CARPENITO, P. FRAGNOLI, S.T. LEVI, G.


VEZZALINI, La ceramica della necropoli di Madonna del Piano
(Catania): confronto fra classi ceramiche mediante analisi tec-
nologica e archeometrica 1179

V. ARDESIA, M. CATTANI, S. MARCUCCI, C. PETRINELLI PANNOC-


CHIA, M. SECONDO, Le strutture produttive della capanna B6 di
Mursia 1185

G. BATTAGLIA, Il rituale funerario nella Sicilia sud-orientale


dalla tarda età del Bronzo all’età del Ferro. Alcune considera-
zioni 1191

G. BELLUARDO, Testimonianze preistoriche inedite a Ovest del


fiume Tellaro 1195

N. BRUNO, R. VENEZIANO, Analisi tipologica della produzione


vascolare di Boccadifalco (Palermo). Note preliminari 1201

G. CACCIAGUERRA, Tomba a grotticella con prospetto a lesene


dal territorio di Augusta (Siracusa) 1207
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INDICE 265

A. CARANNANTE, C. GIARDINO, G. PATERNOSTER V. SPERA, G.


TROJSI, S. TUSA, Indagini archeometriche su forme di fusione
da Mursia (Pantelleria) 1213

L. CENCI, Tessuti ed intrecci dal villaggio Mursia - Pantelleria 1219

M. CONGIU, Architettura funeraria a Dessueri. Nuove e vecchie


attestazioni per un tentativo di classificazione tipologiva 1223

L. CONTE, M.A. PAPA, M.C. SPAGNOLO, La prospezione ar-


cheologica nell’area dell’insediamento di Stretto a Partanna
(Trapani) 1231

M. DI GENNARO, A. MACERI, L. SCARPATO, M. SGAMMATO, V.


SPERA, M. TEDESCO, E. TUFANO, D. URSINI, Gestione informa-
tizzata dei dati di scavo dell’insediamento di Mursia 1239

R. DI SALVO, F. GERMANÀ, V. SCHIMMENTI, La necropoli di


Monte Canalotti-Dessueri (Gela, Caltanissetta): Indagine antro-
pologica e paleopatologica 1245

G. DI STEFANO, A.M. SAMMITO, Nuovi idoletti fittili castelluc-


ciani da Cava Ispica 1251

A. FILIPPI, L’età del Bronzo e del Ferro nei territori di Alcamo,


Erice e Trapani 1255

V. LI VIGNI, M. FIORE, I reperti archeologici del sito preistorico


di Cozzo Palombaro-Carini (Palermo). Dal restauro alla musea-
lizzazione a Palazzo D’Aumale 1261

C. GIARDINO, V. SPERA, M. TRIFUOGGI, S. TUSA, Analisi archeo-


metallurgiche sul ripostiglio di Erbe Bianche 1267

C. GIARDINO, G. PATERNOSTER, V. SPERA, M. TRIFUOGGI, S.


TUSA, Indagini archeometallurgiche dal sito di Mursia (Pantel-
leria) 1273

D. GULLÌ, E. CARNERI, Dati archeologici e antropologici da una


tomba a grotticella del Bronzo antico di Canicattì (Agrigento) 1277
00000000_INDICE VOLUME_Campione_17x24_Daniela 24/10/12 14.24 Pagina 266

266 INDICE

F. IANNÌ, La Muculufa Santuario: Evoluzione morfologica e sti-


listica delle classi vascolari del Bronzo antico castellucciano nel-
la valle del Salso. Le “anfore” rituali tipo Muculufa 1283

M. LABRUNA, Barbie nell’età del Bronzo: piccola plasticafigura-


ta e altri oggetti miniaturisti a Pantelleria 1287

M.C. LENTINI, M.C. MARTINELLI, Gli Ausoni sulla costa tirreni-


ca della provincia di Messina: Capo d’Orlando 1291

M.C. MARTINELLI, G. TIGANO, Milazzo (Messina) – via XX set-


tembre. Un villaggio in pianura dell’età del Bronzo medio 1295

M.C. MARTINELLI, G. TIGANO, Milazzo (Messina) – piazza


XXV aprile. Un sistema di approvvigionamento idrico nell’età
del Bronzo 1301

F. NICOLETTI, L’organizzazione del territorio a Dessueri dal


Neolitico ad età protoarcaica 1305

K. PERNA, Indicatori rituali nella necropoli di Dessueri 1309

E. PROCELLI, S. AGODI, F. ALBERGHINA, F. CANNIZZARO, C. CI-


RINO, V. GRASSO, M.R. IOVINO, L. SAPUPPO, Ceramica e utensili
dal villaggio di Torricella (Catania) 1315

D. TANASI, Nuove evidenze ceramiche del periodo Bronzo/Fer-


ro dall’acropoli della Montagna di Polizzello 1321

M. TEDESCO, Rituali Funerari nella Media Età del Bronzo Sici-


liano; la cultura di Thapsos 1327

E. CASTIGLIONI, M. DI ROSA, G. TERRANOVA, Un sito del Bron-


zo Recente nel centro storico di Paternò (CT): dati archeobota-
nici ed archeozoologici dagli scavi di via S. Caterina 1333

M.C. MARTINELLI, G. TIGANO, L’impianto indigeno dell’età del


Ferro e Bronzo finale nell’abitato di Gioiosa Guardia (Gioiosa
Marea -Messina) 1341
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INDICE 267

G. TROJSI, D. URSINI, Origini preistoriche della Pantellerian


Ware 1345

L. VITALE, G. TROJSI, Analisi tipologica e archeometrica delle


macine del sito dell’età del Bronzo antico di Pantelleria 1349

POSTER
ETÀ DEL FERRO

R. M. ALBANESE PROCELLI, F. LO SCHIAVO, B. SGARLATA, Tom-


be c.d. a circolo in contrada Casino di Centuripe (Enna, Sicilia) 1355

G. ALTAMORE, Materiali di facies Mulino della Badia dai colli di


Occhiolà (Grammichele) 1361

POSTER
METODOLOGIE

G. BARONE, C. M. BELFIORE, A. LO GIUDICE, L. MANISCALCO,


P. MAZZOLENI, A. PEZZINO, M. TRISCARI, Contributo petrogra-
fico alla caratterizzazione delle ceramiche preistoriche della Si-
cilia orientale: i casi di San Marco, Poggio Monaco e Rocchicel-
la (Catania) 1369

A. D’AMORA, E. TUFANO, M. TRIFUOGGI, G. BARONE, N.


KARDJILOV, F. LO CELSO, P. GUERRA, A. SILVESTRI, R. TRIOLO,
S. TUSA, Caratterizzazione strutturale dell’ossidiana dei giaci-
menti dell’isola di Pantelleria mediante Spettroscopia Mös-
sbauer e Tomografia Neutronica 1375

A. BORRUSO, P. CARUSO, L. GILIBERTO, F. NICOLETTI, S. TUSA,


La piattaforma GIS del villaggio preistorico di Mursia: analisi dei
modelli distributivi dei manufatti e degli elementi strutturali 1381

A. CERAULO, G. GENCHI, Il WebMapping dello scavo archeolo-


gico di Mokarta. Applicazioni di innovative tecniche di fruizio-
ne dei dati archeologici 1387
00000000_INDICE VOLUME_Campione_17x24_Daniela 24/10/12 14.24 Pagina 268

268 INDICE

M.A. PAPA, A. CERAULO, Una piattaforma GIS per Partanna di


Trapani 1391

A. D’AMORA, E. TUFANO, M. TRIFUOGGI, S. TUSA, Le potenzia-


lità dell’applicazione del metodo ICP-MS allo studio dei reperti
paletnologici. Il caso dell’ossidiana di Pantelleria 1397

V. FORGIA, M.A. PAPA, Una lettura del dato archeologico di


Mura Pregne attraverso le tecnologie GIS 1405

G. PAPPALARDO, L. PAPPALARDO, F.P. ROMANO, F. RIZZO, L.


MANISCALCO, La produzione metallurgica nell’antica età del
Bronzo attarverso le analisi non distruttive XRF 1413
00000000_INDICE VOLUME_Campione_17x24_Daniela 24/10/12 14.24 Pagina 269

Edizioni ETS
Piazza Carrara, 16-19, I-56126 Pisa
[email protected] - www.edizioniets.com
Finito di stampare nel mese di ottobre 2012
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