Benedeto Croce
Benedeto Croce
Benedeto Croce
DI
vili
BENEDETTO CROCE
LA SPAGNA
NELLA VITA ITALIANA
DURANTE LA RINASCENZA
BARI I
]]
1017
PROPRIETÀ LETTEKAKIA
A KORMA DELLi; VIGENTI LEGGI
Vecchi e C.
AD
EUGENIO MELE
AVVERTENZA
B. C.
I
Introduzione.
tro ramo della loro gente, i più civili tra i barbari, i me-
glio disposti a rispettare ed accogliere la cultura romana;
e Ataulfo visigoto aveva già sognato di fondare un grande
impero gotico serbando la legge romana, o Teodorico prese
simile atteggiamento conciliativo ed eclettico in Italia '. Ma
nessuno dei due stati romano-germanici si dimostrò vitale,
e primo cadde il regno ostrogoto sotto le armi bizantine,
in quella ripresa di forza dell' Impero di Oriente quando
esso riconquistò anche nella penisola iberica un tratto di
territorio intorno a Cartageha, dove rimase attaccato per
circa ottant'anni. Il regno visigotico venne più tardi invaso
dagli arabi, ma non ispento del tutto, perché la Spagna ro-
mano-cristiano-germanica, ristrettasi a rifugio in un angolo
settentrionale della penisola, visse povera, inselvatichita, ma
visse, e con assidui sforzi si riformò e si allargò, tendendo
per secoli alla riconquista del territorio. Quando, sette se-
coli dopo, i re spagnuoli misero piede in Italia, ancora si
', 1 Notizie che venivano dalla Spagna sulle cose visigotiche, in Gre-
gorio Magno, Dial. (in SS. RR. langob., ed. AVaitz, p. 5B5).
2 Si vedano le Rime del Chariteo, ed. Pércopo (Napoli, 1S92),
canz. VI e ix, passim.
I. SPAGNA E ITALIA NEL MEDIO EVO 5
cfr. 73.
3 Tronci, Annali pisani (Pisa, 1868), I, 174.
G I. SI'ACiNA E ITAl.IA SFA. MKblO KVO
Almeira; cfr. Amador de los Eios, Hist. d. la Hi. espaiì., II, 219-27.
Del Giudice, Don Arrigo infante di Castiglia (Napoli, 1875). Per la can-
zone italiana attribuita ad Arrigo, cfr. F. Scanuone, Notizie biograficìie
di rimatori della scuola siciliana (Napoli, 1901).
* Villani, Oron., VII, 31.
II
.1 primo vero
I. e proprio intervento dei popoli della pe-
nisola iberica cosi nella vita politica come in quella so-
ciale de^li italiani, non si dovette agli spagnuoli e ai re di
cellona, riconquistata sui mori nel 985 e 98G, presto fiori pei
coi pisani nel 1233 ^ con questi e coi genovesi nel 1265, che
riuscirono ad escludere per tal modo gli altri italiani, spe-
domini ^.
dei catalani col comune di Ancona, in Ardi. stor. lombardo, Vili, 636.
3 Lucubrationes de bello hispanico (Parigi, 1520), f. 5.
* D'Ovidio, 1. e.
sagg-io ^
nunziarvi con la pace del lo.O<j ; nel 1352, collegati coi ve-
neziani e coi greci, combattettero contro le galee genovesi
nelle acque del Bosforo la fiera e dubbia battaglia delle
Colonne. Alfonso V di Aragona ricominciò la lotta nel 1420,
assediando invano Bonifacio, che si difese eroicamente; e
nel 14."')5 era egli stesso \ into e fatto prigione nelle acque
di Ponza dai genovesi, coi (juali durò a lungo il livore e
le mutue ingiurie e le mutue rapine, talclié (scriveva il
1 Decameron, VI, 3. Cfr. De Lellis, Dine, delle fam. nobili del i?e-
^no di Napoli, III, 1-34.
2 SuMMONTE, Historia, ed. 1675, II, JIl; Costanzo, Ist. di Napoli, 1. v.
3 Si veda Fakinelli, in Giorn. stor. leti, ital., XXIV, 219-20.
* G. Villani, Cron., Vili, 82, 90.
^ Ammirato, Fani. nob. nap., II, 203-S.
^ Gr. Villani, Cron., IX, 39.
24 li. 1 f.\TAI,AM ]•; fll/ riAMANI
1 Op. cit., IX, 300. Nuova luce sui rapporti delle cose d'Aragona
con quelle d'Italia recano ora i copiosi e importanti documenti pub-
blicatida H. FiNKE nei suoi Ada aragoiiensia (QevWno e Lipsia, 1908):
dove anche (docc. 226, 4'àA, 442 e 447) sono quattro lettere di re Ro-
berto in un catalano infranciosato.
2 Alla morte del Villamarino si riferisce un racconto contenuto
nelle Facezie del piovano Arlotto (ed. Baccini, Firenze, 1884), pp. 108-10.
3 Di ciò è prova anclie la grande diffusione e notorietà del cata-
lano nelle tre penisole e in tutte le isole del Mediterraneo: cfr. Fixke,
op. cit., p. 7G8 e doc. 147.
* Amari, Guerra del Vespro, II, 170, 236-7, cfr. I, 154.
5 Camera, Annali, II, 345 n.
1 Tkonci, op. cit., II, 79, 179, e cfr. Aì-clt. stor. Hai., 1S70, XII,
parte II, pp. 88-108.
2 C. Mekkel, in Rendic. dei Lincei, s. IV, voi. VI, 1897, p. 529. Pei
prezzi dei drappi di Valenza, Gerona e Barcellona sul mercato di Na-
poli, cfr. Fakaglia, in AUi d. Accad. Pontan., XXIV, p. 24.
FiNKE, op. cit., p. 635). Nella Lozana andaluza del Df-lgaho (ed. Liseux,
II, 70): « Mira qua es convi/e de cotalancs: una vez en fida ij atra en
26 II. I CATALANI K f;i/nAMANI
pp. 38-9).
', 1 Del Giudice, Una legge suntuaria del i290 ^Napoli, 1887), p. 86.
2 Paradiso, Vili, 76-9.
3 Quella dei Reali di Napoli alla rotta di Montecatini (Rime di Cino,
ed. Carducci, in append.).
11. I CATALANI E GL' ITALIANI 27
media col com. del Laneo (Bologna, 1866), III, 140. — L'Amari (Guerra
del Vespro, I, 326) vede invece in quelle parole una manifesta allusione
a re Giacomo d'Aragona: il quale, veramente, pubblicò uno statuto
contro il lusso (Del Giudice, op. cit., p. 86).
2 Farinelli, 1. e, pp. 228-9.
3 Nov. 40.
• Lettera da Roma a Pier di Cosimo dei Medici, 1455, in Pastor,
-h II. I ( A'IALAM K r.L ITALIANI
Hist. d. papes, II, 304 n, Cfr. anche una facezia dell'Arlotto, op. cit.,
pp. 240-1.
1 Vila Brachii, in RR. II. SS., XIX, 590.
- 'Nelì'Anfonius (in Opei^a, ed. cit., II, f. 88 t.).
1 Cfr. Villani, Cron., VI, 83; e una frottola del Trecento in JFa-
zio DEGLI Uberti, Lìriche, ed. Eenier, pp. 208-9.
2 Lettera che accompagna il De casibus virar, iilustr.
3 Boccaccio, Lettere, ed. Corazzini, p. 365: cfr. Voigt, Secolo del
rinascimento, trad. ital., II, 345-7; e Filocolo, ed. Moutier, p. 365: cfr.
Farinelli, 1. e, pp. 212, 227. Sul « colore spagnuolo » si veda anche
il Dialogo dei colori del Dolce (p. 18 della recente ediz. del Cai'abba
di Lanciano).
* Diltamondo, VI, e. 27.
30 li. 1 ('AIAI.ANl K (.l'italiani
rent) coloro che spendevano il tempo sui libri '. Pure, tra
questi barbari era già penetrata la nuova letteratura ita-
1 Op. cit., I, 4.
(Giorn. star. d. lett. ital., 1905, Supp. n. 8, pp. 1-105): Sulla fortuna del
Petrarca in Ispagna nel Quattrocento (ivi, XLIV, 297-350); Note stdla for-
tuna del « Corhaccio » nella Spagna medievale (in Miscellanea Mussafia,
Halle, 1905); Note sul Boccaccio in Ispagna nell'età media (in Ardi. f.
La corte spagnuola
DI Alfonso d'xVragona in Napoli.
liano con gli spagnuoli; tanto che egli è passato alla sto-
ria come uno dei principali promotori della cultura del
rinascimento. I principi spagnuoli, eredi di preconcetti me-
dievali e feudali, disdegnavano, come si è visto, le lettere;
e lo stesso padre di Alfonso, il valoroso re Ferdinando,
era detto parum excultus liten's, sebbene ut ilio sceculo et
1 De rebus a Ferdin. Arag. rc(je gestis (in lìer. Hispan. script., Fran-
cof., 1579, II, 1071-2).
- Panorjiita, op. cit., I, 5, 6, e relativo comento di Enea Silvio.
3 Ad Alfonso si soleva attribuire una traduzione in ispagnuolo
delle epistole di Seneca (Gr. M. Alessandri, Il paragone della lingua
toscana, et castigliana, Napoli, 1560, nella dedica).
''
Ciò mette in luce il Gotiiein, Culturentwichlung Sud-Italiens (Bre-
slau, 1886); cfr. pp. 413-22, 473 sgg.
5 Riferito dal Lucena nel Libro de vida beata: cfr. Amadok de i.os
^ SoMMONTE, Hintoria, III, 118; Arch. stor. nap., VI, 430; in un so-
1 PÉRCOPO, note ai luoghi citi.: cfr. Ammirato, Fam. noh. nap., II,
vino d Italia...
1 Parte I, e. 49.
38 III. LA CORTE DI ALFONSO u'ARAGONA
* MiNiERi Hiccio, 1. e,
anche nelle sue Biografie
e degli accademici
pontaniani. Cfr. Vespasiano da Bisticci, p. 67. Questi e altri menziona
I'Amador de LOS Eios, VI, 399-400. Il Gauiìeute, nella Coranica de Ara-
gon, Saragozza, 1499 (di cui si discorrerà più oltre), f. clxxix, giudica
che Alfonso « aluin en su fin se fallo tan venturoso que vino d morir en
mano de los vias excellentes y vias catholiquos y devolos maestros de theo-
logia y de loda virtud, y del arte de bien morir en. especial que havla en
la cì'istiandad, tnaestre Ejnla, maestre Soler y maestre Fernando : el postri-
mero de los quales, ni rogado por el rey, ìli requerido por el papa, ni esco-
5 MiNiERi Riccio, 1. e.
il buffone del re, raossen Borra, che nel suo vero nome si
circa il 1480 ^
Tracce di spagnolismo mostrava giù allora la vita so-
J
Si veda in pi'oposito S. Sugeniieim, Geschichte der Aufhehung der
Leìbeigsnscliaft und Hòrlgkeit in Europa ;St. Petersburg, 1861), pp. 229-
230, cfr. i2 sgg.
2 GiANNONE, Storia civile, 1. XXYI, e. 4.
li balli inai'avigliusi,
tratti da catalani ;
« palomello » e
3 Si veda Croce, Teatri di Napoli, nuova ediz. (Bari, 191G\ pp. 6-7.
44 HI. LA CORTK DI ALK<»NSO d'aRACONA
gala il :
à la gala concurdantcs... ^
I
Ma quel che importa notare è che spagnuola fu tutta
la letteratura in volgare alla corte di re Alfonso, il quale
non bene intendeva l'italiano e perciò non era atto a in-
coraggiaro i poeti del paese. E veramente di quel tempo
scarsissimi sono i monumenti napolitani in volgare ita-
1 Cablai' sabre la gala, nel Caiicionero general, ed. 1573, ff. 79-80.
portugais (Parigi, 1892): cfr. anche Ochoa, Catalogne des mss. espagn.
(Parigi, 1844), pp. 378-525. Tra essi, sette raccolte contengono poesie
del tempo di Alfonso. Codici spagnuoli di prov. napol., portati dal
figliuolo di re Federico, sono nella Universitaria di Valenza: cfr. Ama-
uoR DE LOS Hios, VI, 446-7 n. Composizioni catalane si leggono nel
cod. 590 del Foìvio italiano di Parigi : Mazzatinti, Mss. italiani delle bi-
blioteche di Francia, I, 115. In Napoli furono composti molti versi ca-
talani del Cancionero della Univ. di Saragozza (Menéndez y Pelavo,
nella Espana moderna, fase, di giugno 1894, p. 162). La molto divulgata
poesia di Juan de Dueiias, La ìiaodeavior, reca in un codice parigino
la sottoscrizione • Fecha en Ndpoles estando en prision en la torre de
Sant Vincent » . Si veda ora in generale il proemio del Me.néxdez y Pe-
lato alla sua Antologia de poetas lìricos castellaiws, voi. IV (Madrid, 1893).
en belleza soberanns :
cui gli si danno nuove delle brutte voci che corrono in-
torno alla sua persona in Castiglia e dei pericoli e minacce
che glipendono sul capo '\
mostrando la su tilesa
et t ironia .' ^.
domelln italiana,
que ya fuiste aragonesa,
eres tornada francesa,
Si la rueda de fortuna
nos torna en prosperidat.
venceremos tu beldat
y la tu grand formosura.
Faser t'ìian geciliana.
aunque eres calabresa;
dexards de ser francesa,
e tornards catalana;
211, X. A. 3, f. 238.
2 Nunziante, / primi aani di Ferdinando d' Aragona, in Arch. stor.
Carvajales :
X^*'"
L, l'ci morte di Alfonso e il distacco dei regno di Napoli
dagli altri possedimenti di casa d'Aragona, anche da quelli
.italiani della Sardegna e della Sicilia, scemarono per qual-
che tempo l'immigrazione dalla Spagna in Italia, e furono
anzi occasione che tornassero in patria molti di coloro che
avevano seguito il conquistatore. Anche durante il regno
di lui era perdurata l'avversione dei napoletani pei cata-
lani, che potrebbe essere simboleggiata nell'aneddoto di
quel « mastro Francisco », sarto alla Sellarla, il quale, par-
tigiano di re Renato, « odiava molto re Alfonso, chiaman-
dolo come per ingiuria catalano e quando ; lo vedeva lo
dei poeti. Diego del Castillo faceva lamentare cosi, nella sua
Vision, i creati e servitori del re moribondo:
1 Costanzo, 1. xx.
2 Ci rimane in rifacimento secentistico nel libro de Gli ammae-
stramenti militari del signor Diomede (^akafa, primo conte di Mad-
daloni e di Cerreto (Napoli, 1608): cfr. Croce, Memoriale a Beatrice
d'Aragona (Napoli, 1894), pref. : e ora la monografia di T. Persico,
Diomede Carafa, uomo di Stalo e scrittore del secolo XV (Napoli, 1899).
3 Passaro, Giornali, p. 813.
"•
Si vedano in proposito le belle osservazioni del Kanke, in Ge-
lteli della chera (della Cerra) per pari dell moli alt nenyor reij don Fe-
rondo dWragon, reij della gran Cicilia ». Anche artefici spagnuoli sono
ricordati in quel tempo, come i pittori Gillo Rogico (1483) e Alvaro
e Pietro ispani (1485, '88): cfr. Fii.angiehi, Indice degli artisti, II, 15,
38B, 572. Un pittore Ferrante Birgos lavorava in Napoli più tardi, nel
1509 (op. cit., I, 57). Nel 1469 era presso Ferrante mossen Narciso Ver-
dun, licenciado in sacra teologia, che il re diceva « homo de singu-
lare fama et vita modestissima », « de doctrina assay cognita » e al
)
nel 14G7 o 141)8 il jrjj'i ]-ic<pr(l;ito Hcnodetto Gan-tli, cIm- col
tano, che per sua parte faceva uno strappo alla fede con-;
iugale con una gadifanida, con una ragazza di Cadice ^. ..
VII, 26B.
2 Intorno a quest'opera cfr. Morel-Fatio, Catalanische Litteratur,
•3 Barone, Ced. di tesoreria, in Arch. star, nap., IX, 239, 609, 634,
X, 12.
4 Farixelli, in Rass. bibl. d. lett. ital., VII, 263.
5 Ne dà notizia il Morel-Fatio, in Romania, XXVI, 74-82.
IV. COSE SPAGNUOLE ALLA CORTE DI FERRANTE 63
di terra d'Otranto, IV, 201). Potrebbe pensarsi che qni con « lo Omero
spagnuolo» s'intenda designare la versione castigliana dell'Iliade la-
tina, l'Omero roinanrado, fatta dal De Mena (cfr. Amador de los Rios,
ni IV. COSE SPAGNOOLK AI.I.A (((R'I'K DI KKHKANTK
GRE, La cour de Jean de Castille, II, 17-9: cfr. Farinelli, in Rass. bibl.
d. leti, i/al., II, 134.
'•>
Quelli che si dilettano de la algaravia et di lor romance... >
1 Gian, nelle note alla sua ediz. del Corlegiano ~, pp. 380-1.
2 Amador de LOS Rios, VI, 96 n, che reca in prova di codesta pro-
babile imitazione i duelli tia Orlando e Rinaldo nei poemi del Pulci
e del Boiardo (e. XXVII e e. XX) e VAmadis, I, cap. xxii.
3 Si veda sopra pp. 49-50.
* E contenuta nel codicetto dei Sonecti del conte di Policastro (al-
lora in quella prigione), ms. Bibl. Naz. di Nap., XIII. D. 70, pubbl.
nella Scelta del Eiomagnoli, disp. CLXVII, pp. 60-5. Superfluo avver-
tire errata l'identificazione che fa il Miola (Arch. slor. nap., IV, 584)
di questo Furtado » col celebre Diego Hurtado de Mendoza, vissuto
«
pp. 53-62.
, 5 p. Savi Lopez, Lirica spagnuola in Italia nel secolo X V, in Giorn.
stor. d. leti, ital., XLI, e ora in Trovatori e poeti. Studi di lirica antica
(Palermo, 1906), p. 189 sgg. ; e centra, E. Pércopo in Eass, crit, d. lett.
'
pp. 46-7; Mazzatinti, Mss. ital., I, 104, II, 124-9; Morel-Fatio, Mss.
espagn., nn. 216, 230, 305, 313.
2 Castiglione, Cortegiano, II, 78. A proposito di questo modo di
Oh notte
giorno della mia vita! Vita della
beata luce mia! disgombramento
di tutte le mie tenebre ! O sole,
1 De sermone (in Opera, ed. cit., II), f. 220. Cfr. Ctothein, op. cit.,
p. 589.
^ De sermone, ed. cit., ff. 218-9.
3 Xovel/e, ìli, '18.
''
ì:ìe\VAntonim, ed. cit., f. 86.
5 Vile, ed. cit., p. 520. Cfr. sulla forma di arguzia propria degli
spagnuoli, il Wolf, Studien, p. 134.
fi
De sermone, ed. cit., f. 220. — Un giudizio sul carattere e in-
gegno spagnuoli è anche in Paolo Cortese, De cardinalatu: < Ambi-
liosi, blandi, curiosi, avidi, litigiosi, tenaces, sumptuosi, suspillosi, xxtj'ri, ac
barbaros propre Itali nominari seleni » ; e vi si riferisce un detto di
Pico della Mirandola circa la superiorità degli spagnuoli nell' inven-
tare, p. es. nel concepire il modo di condurre una guerra, e quella
degli italiani nel criticare il disegno e adattarlo nell'esecuzione.
12 IV. COSE SPAfJNUOI.K ALI-A COH'IK DI KKKRANTP:
possono vedere nel Farinelli, in Rass. Ubi. cit., VII, 284, e nel Me-
NÉNDEz Y Pelavo, Origenes de la novela, IH, p. clxxiii sgg.
2 La cortigiana, I, 10: « Ho letto il cartello che manda Don Ciri-
arcere a patria speraret » (P. Jovii, Elogia virorum bellica virtute illuslr.,
ed. cit., 1575, p. 202).
80 \'. sr.\(;Ni:()i,i in roma k in itai.ia
Roma era già stato, come familiare di papa Pio II, Juan
de Lucena, autore della Vida beata ^
; e qui erano venuti
p. 545.
* MLekéndez y Pelavo, Antologia, V, p. xi.
5 Amador de LOS Rios, VII, 247-8, 489.
6 Op. cit., VII, 273-5.
"
Alvisi, pp. 235-6, che cita fuor di proposito la Celestina.
E ancora :
,
1 Esistono nel ms. XIII. G. 42-3 della Bibl. Naz. di Napoli, e fu-
rono da me pubblicati : Versi spagnuoli in lode di L. B. duchessa di
Ferrara e delle sue damigelle (Napoli, 1894) ; cfr. Meséndez y Pelato, in
Jìevista de Espafla, giugno 1894. e Farinelli, in Rass. bibl., II, 138-9.
V. SPAGNUOLI IN ROMA E IN ITALIA 83
cfr. dello stesso, Canzonette numcali francesi e spagniiole alla corte d'Este
(Modena, 1905%
2 Diario ferrarese, in RR. IL SS., XXIV, 260.
lora come nel medio evo, Zos mas vecios '. Senonché questa
immigrazione giudaica fini eoi dare un cattivo concetto
degli spagnuoli in genere, ingiuriati da allora in poi come
« giudei » e « marrani » ". E « marrano e circonciso »,
parte I, pp. 11 sgg. : e ora il libro del Perorelli, cit. più oltre. Per
l'altro medico ebreo spagnuolo Giacomo Martino, cfr. Farinelli, in
Rass. bihl., VII, 265.
* Lozana andaluza, ed. cit., I, 138.
5 Pei marrani e giudei. Pulci, Morgante, XXVII, "276: e Canti
carìiascial escili, ed. Guerrini, p. 204-5. < Marrano » significava origi-
nariamente « maiale » ; ed era parola d'ingiuria, usata nella stessa
Spagna, contro i mal convertiti: cfr. sull'argomento A. Farinelli,
Marrano (in Studi letterari e linguistici dedicati a P. Rajna. Firenze,
1911, pp. 491-555).
*> Yriarte, Cesar Borgia, II. 35.
V. SPAGNUOLI IN ROMA E IN ITALIA 87
dei quali beatificati o santificati dalia Chiesa, come Nugno Alvaro Oso-
rio e Pietro Arbués. Per gli scolari spagnuoli e portoghesi a Pavia,
cfr. Ardi. stor. lomh., XVII, 535, 5-J'2, 55-J.
Florentinorìim coniunxerat » ^.
1 Intorno a ciò, Gr. Romano, G. B., Jri Ardi. stor. aiciliano, XVII
(1892j, pp. 1-27.
2 TiRABOscHi, Storia d. lett. ital., VI, libro vedano ora:
III, § 76. Si
San Miniato sull'assedio di Piombino del 1448: in BR. II. SS., XXV,
319 sgg., 360.
V. SPAGNUOLI IN ROMA E IN ITALIA 93
anche nel Barbieki, Cane, musical (Madrid, 1890^ : e la cui prima strofa
è questa :
La cita mahometana,
potentissima Granata,
de la falsa fé pagana
è dissolta e liberata,
Bandello, Novelle, I, 32. Sugli ebrei in Napoli, cfr. Gothein, op. cit.,
pp. 409-11. Si veda, a prova della mitezza dei sentimenti che ispira-
vano l'epistola del Galateo, De neophitis (in Coli., Ili, 125 sgg.). E
ora l'eccellente monografia, tutta composta su documenti d'archivio,
di N. Feuorelli, Gli ebrei helP Italia meridionale (Torino, 1915), dove è
messa in piena luce la politica di protezione che Ferrante d'Aragona
usò in loro favore. Qui anche (pp. 87-90, 224-5) si leggono molte no-
tizie nuove su Leone ebreo e sugli altri Abrabanel.
'
Oratio, ms. cit. Vero è che Alfonso II per l'appunto, nei suoi
pochi mesi di regno, risenti il legame dinastico con la Spagna, e fu
preso da scrupoli religiosi contro gli ebi-ei, per quel che appare al-
meno dal suo testamento (in Gallo, Diurnali, Napoli, 1846, pp. 31,
37, 39).
Ci
jiò bisogna tener presente per intendere lo stupore
e poi l'umiliazione che colse gl'italiani, quando, messo a
ferro e sacco il loro paese dai Galli, videro risalire dalla
Sicilia schiere di spagnuoli dapprima a fronteggiare co-
storo e aiutare alla liberazione della terra italiana, e qual-
che anno dopo vincere daccapo i francesi, ma per istabi-
lirsi essi dominatori in Italia. L'eco di quello stupore e
di quel dolore risuona ancora nei versi dell'Ariosto:
y si quiere el Capitan,
tambien lo sera Milan.
Si el poderoso Senor,
rey de los cielos y tierra,
"^
qiiiere hacer està guerra,
f. 180.
VI. CULTURA ITALIANA JE BARBARIE SPAGNUOLA 107
della parola, nel _§ ign'ti '.ito clic dii'tiuo vichi ano ,^_dLiL_bar-—
licnto '.
cava con parole impacciate, affermando che i re Cattolici < han ellos
avido algun desplazer Del rey don Fedrique e lo deven hazer, Y alégale
causas que causa trai/a » (Hist. parthenop., 1. ii).
VI. CULTURA ITALIANA E BARBARIE SPAGNUOLA 109
XXIII, 898.
^ Nei due mss. che ne ho veduto (Bibl. Naz., V. F. 78, e Bibl.
110 VI. ( 11/11 1{A II AI.IA.NA I. l'.AiniAKII-; SI'A«.M'>I,A
et ea quce non eranl propositi mei. Occurrit viihi, antequam epistidam si-
gnarem, illa insana bellua; ì\on potili vie continere, quin responderem, nec
ignoro responsionem meam UH honori futuram > (ed. cit., p. 122). Le due
stampe citate del De educatione, per errore di manoscritti o di let-
tura, recano il uoine dell'autore della Coronica come Gambertus, in-
vece di Gaubertus,
'- 'Si latine scripsisset, navi non omìies ut Galateus, inter Hispanos
versatus, linguani hispanicam noverunt, multos haberet, qui temerilali, itisci-
tlei |)ri mordi della scrittura umana '. E dei goti si gloria-
vano discendenti, con !>iingolare ingratitudine verso Roma
che aveva incivilito l'antica Spagna e ingentilito il san-
gue iberico col sangue romano. Ma goti essi erano vera-
mente, venuti dalla Scizia, salvo pochi che serbavano la
role ingiuriose per gl'italiani, che diedero luogo alla disfida di Bar-
letta (cfr. lo stesso Galateo, De pugna Iredecim equitum, in Coli., II, 261).
suso il latino ;
onde « pare molto hello (egli scrive), e da
omo pratico e cortesano sapere il francese e castigliano,
e non dirò che chi si tene a gloria intender le lingue de
le genti straniere e vituperio e rusticità sapere il latino,
venivano ora al pi-iino posto sulla scena del mondo (te re-
1 Ivi, p. 138.
2 Per la educazione spagnuola del primo si veda il Giovio, 1. e,
e pel secondo il Filonico, riferito in Arch. stor. nap., II, 813-1 n.
3 Esposizione del Pater nostcr., ed. cit., parte II, p. 12.
.
Venezia, 1554 (su questa cfr. Bongi, Annali del Giolito, I, 408-10), An-
versa, 1556, 1576, Louvain, s. a., Salamanca, 1580, Anversa, 1598; e ve
ne ha anche una senza 1. a., ma forse di Toledo, circa 1527. La Questión
fu ti-adotta in francese (Parigi, 1541). Si veda ora Menéndez y Pelavo,
Orlgenes de la novela, I, p. cccxxvii, n. 1.
Una egloga. Cierfas justas: !<] muclios cavalleros et damas con diversos et
muy ricos alaviof: con letras et invenciones. Concluye con la salida del
seiìor Visorey de Napoles : donde los dos enamorados al presente se Iialla-
elio '
,
è detto nel frontespizio che abbiamo trascritto.
VII. LA SOCIETÀ ITALO-SPAGNUOLA 131
loquio che ebbe con lui, Belisena ossia Bona gli fece in-
1 « Regina Bona attulit nohis tria dona : Faciem picfam, dolem fìcfam,
et vulvani non strictam >. E già nel Passaro, oo. cit., p. 258 della stampa,
e si ritrova anche in parecchi mss. di essi giornali, che ho potuto ri-
venna: cfr. Sanudo, Diari, XIII, 257, 325, XIV, 151, 170, e Passaro,
Giorn., p. 180. A lui, e non a Ugo de Moncada, come suppone il Gian,
allude il Castiglione nel Corteyiano, II, 78.
VII. LA SOCIETÀ ITALO-SPAGNUOLA 135
1 Si vedano le Vite del Filonico, ras. Bibl. Naz., X. B. 67, ff. 69, 89
(e nella stampa del Tordi di quella di Vittoria Colonna, pp. 102-3).
- Nella ediz. del 1527. Carlo Guevara sarà forse il conte di Po-
tenza. Un Juan de Cardona ha versi a f. clxv, ma dev'essere per al-
.
•! Vita del Pescara, ed. cit., f. 170: cfr. lettera da Napoli, 1 no-
vembre 1511 (in Sanudo, Diari, XIII, B25): ' tutti sontuosi e ben in
ordine »
VII. LA SOCIETÀ ITALO-SPAGNUOLA 139
Emperatrices y reinas,
cuantas en el inundo habia,
las que buscais la iristeza
y huU de la alegria,
la triste Reina de Ndpoles
tan ufana Que Dios os pintó con el; E labrad una colano Do los dos de
los eslremos, Do vuestro nombre miremos, E también porque en vos vemos
Que en estremo voi soys una » : e il motto a lei assegnato era : « Si mas
d'una no tnviera, En mi sola la pusiera >
sgg. Guido mori nel 1531 nel suo castello di Mugnano, e Isabella (che
mori poi nel 1545) gli fece ergere un sepolcro in Montecassino.
1 Cancioriero de obras de burlas, ed. cit., pp. 135-40.
VII. LA SOCIETÀ ITALO-SPAGNUOLA 147
fué de razón,
t'in filerà
1 Cortefflaiio, II, 37, I, 34, e nelle note relative del Gian osserva-
zioni sulla poca diffusione del francese.
- Galateo, ed. Sonzogno, p. 45.
3 Diàlogo de las lenguas (ed. Madrid, 1873), p. 5.
•»
Ed. cit., parte li, pp. 15, 72-3.
5 Cortigiana, li, 4, 6, V, 6, 7; si vedano altrettali frasi nella Ta-
20, I, 331.
2 Per es., negli Inrjannali (1531), nellMnior costante (1536) del Picco-
LOMiNi, neWAUilia (1550) del Raineri; e in altre parecchie.
3 Per es., Cecciii, Rivali, III, 4, e Tasso, Intrighi cVamore, V, 1,
1 Op. cit., pp. 22-3. 11 caso inverso, anche ovvio allora, di uno
spagnuolo che nel parlare, viene « l'Italia con la Spagna mescolando >
è nel Mauuo, Opere burlesche, I, 287, in persona di Gottiero cortigiano
del marchese del Vasto (Francesco Guttierez, sul quale cfr. V. Co-
lonna, Carteggio, p. 28). Si veda per altri esempi il mio opuscolo sulla
Lingua spagnuola in Italia, pp. 52-4.
'.2
II compendio di Massimo Tkoiano (Firenze, 1601), p. A9.
3 Gli costumi, le leggi et l'usanze di tutte le genti . . . per Giovanni
Boemo alemanno (Venezia, 15J3), f. 156.
vili. LINGUA E LETTERATURA SPAGNUOLA 153
ciotto sonetti del Gentil, che si leggono nel Cancioneio general, ed.
del 1527, sono tutti di argomento sacro; e tra essi è uno: « Che cosa
è Dio, ecc. », che per isbaglio si trova poi stampato tra le liriche del
Tansillo, il quale forse lo trascrisse per suo uso e lo ripulì. Nello stesso
Cancion. sono cinque capitoli attribuiti al Tapia, perché seguono le
154 \I1I. hlNOUA K LKTTEKATUKA Sl'A(iNIOLA
opere spagnuole di costai (che per altro non è il Tapia della corte di
re Alfonso), due dei quali si leggono altresì tra le rime del Bembo, e
Lopez, Note al Bembo, in Propugnatore, N. S., voi. VI, parte I, fase. 31-2).
• Per lindo, cfr. Tobler, nella Zeilschr. f. roni. Philol., 1894, p. 297:
(Noto, 1882), pp. 68-84; pel napoletano, pel quale sono state scam-
biate per influssi spagnuoU talune spontanee conformità fonetiche e
sintattiche (cfr. D' Ovidio-Monaci, Manuale/lo spagnuolo, Napoli, 1879,
pp. 13-21, e dello stesso D'Ovidio, Hai. Gramm., nel Grundriss del
GrOber, I, 525; e già, Wentuup, Beitrdge z. Kentniss d. neap. Mundart,
Wittemberg, 1855, p. 4), si vedano vocaboli raccolti da me in Lingua
spagnuola in Italia, pp. 57-8; pei dialetti lombardi, cfr. quel che dice
G. DI Castko, in Ardi. slor. lomb., IV, 491.
ino vili. LlNdl'A E LETTKHATTRA SFAONL'OLA
pp. 16-7, Antonio, Bibl. nova, I, 55-6, Lampillas, Saggio, II, 342 sgg. ;
Bacchi della Lega, Bihìiogr. dei vocabolari dei dicU. Hai. (Bologna,
guas toscana y castellana (Sevilla, 1570), e segui il più noto del Fran-
ciosini, Vocabolario italiano e spagnuolo (Roma, 1620, innumerevoli ri-
« che suona il conde d'aro e canta Vajypia, Per far come fan gli altri,
a la spagnuola »
vili. LINGUA E LETTERATURA SPAGNUOLA 161
5 Alla fine della traduz., stampata nel 1506, si legge questa otr-
rillo (le 7'urìucs, (ìc\ quale si ebbe in Milano nel 1587 '
gado ^.
IMa Cancìoneros
tutti o quasi
ai
tutti
romanzi cavallereschi,
codesti libri, dalle liriche
alle novelle di amori
dei
2 Minturno, Lettere, ed. cit., pp. 29-30. L'opera, alla quale si al-
stolotti ((morosi del I)(^iii '. E non ò sicuro clic fosse spa-
tanti sono per quel che dicono gli stampatori, e tutti più
noti che i francesi alli italiani », quegli risponde: « Per-
ché in sul vero non sono formati come i franceschi, né
scritti in modo che se ne arricchì la nostra prosa, alla
quale naturalmente e per lunga usanza molto è conforme
l'aere e la grazia della francesca » '. Il Lasca beffava i,
-f""-
tissimo, avevano già fatto intendere il loro giudizio sulle
rime dei Cancioneros.
2 Inedito nei suoi mss. della Naz. di Napoli : cfr. L. Ruberto, Sludi
su B. Baldi (Bologna, 1882), pp. B3-4.
3 Eloquenza italiana, 1. e. Per contra, benigno verso VAmadis, cosi
di Gaula come di Grecia, e il Primaleón si mostrò poi Torquato Tasso
1 GV inganìiati, IV, 6.
2 L' Hortensio, I, 3.
290; Bandello, Nov., IV, 25; Fortini, Nov., II, 13; Domenichi, Scelta
di motti (Firenze, 1566), p. 297; Guazzo, CivU conversatione, ff. 128-9.
~ La frase è del Cecchi, nella Maiana e cfr. Aretino, Ragiona-
;
pp. 395-6; Ataxagi, Lettere facete (ed. di Venezia, 16)1), f. 153; Basile,
Canto de li canti, ed. Croce, I, 44.
IX. CERIMONIE SPAGNUOLE IN ITALIA 177
subito presa; e già nel 150G erano imitati dai signori, poi-
ché in una lettera di Emilia Pia del 12 giugno di quel-
l'anno, che narra le nozze di Gian Giordano Orsini con
Felicia della Rovere, si dice che l'Orsini, celebrato il ma-
trimonio, menò la sposa in un camerino e le fece « certe
cerimonie alla spagnola cum dire che lei era la pa-
trona, ecc. »; e nel banchetto nuziale similmente esegui
« certe cerimonie a la spagnola, clie se fé' cavare a uno
pagio suo lo cappello, quale havea in testa, et se lo fé' le-
2 Vita di Mecenate, e. 1.
3 Tuiicm, Lettere, pp. llfi-16 (lett. scritta circa il 1547).
* Op. cit., p. 196 (lett. del 6 maggio 1550).
5 Si veda lo studio citato, p. 280.
6 Capitoli, ed. cit., p. 114.
JSU 1\. CKUIMOMK Sl'Af.NnthK IN IIALIA
e. 2, parte II, e. 45. Uso scherzoso del don, in Opere burìcsche, I, 'Ò83,
II, 54.
gno di Napoli, I, 5399. — Del resto, si trova usato a questo modo già
nel Quattrocento: cfr. un brano del processo dei Baroni, in appendice
al Porzio, Congiura, ed. D'Aloe, p. cxxxix.
182 i\. < KinM<»NiK si'A(;Nt:oi.K in itai.ia
dirò....'.
gnore a tutto pasto; no, no, no, no, non l'intendono niente
bene; altro che signore, signore, signore voglion queste
donne! » *.
1 Satire, I, 76-84.
2 Varchi, La suocera, II, 1: Firenzuola, 1 Lucidi, dove la corti-
giana non porta altro nome che quello generico di « Signora >.
3 GV ingannati, II, 3.
•*
L'amor costante, I, 11.
IX. CERIMONIE SPAGNUOLE IN ITALIA 183
vedano altre notizie in A. Salza, Luca CovCile (Firenze, 190o), pp. 193-7,
i troppi fronzoli :
vi sono cenni sulle fogge del vestire nelle varie regioni d'Italia, e
su quelle spagnuole: e per gli anni seguenti si vedano gli Habiti del
Vecellio (Venezia, 1590).
• * Giovio, Dialogo delle imprese militari et amorose, con un ragio-
namento messer Lodovico Domenichi (Lione, 1559), pp. S, 159.
di
5 Luzio-Eenier, in Giorn. sior. d. leti. Hai., XXXIII, 35.
IX. CERIMONIE SPAGKUOLE IN ITALIA 187
' Mauro, in Opere burlesche, I, 255. Sui modi del salutare cfr. Ctue-
VAKA, Lettere, trad. ital. (od. di Venezia, 1611), libro II, pp. B4-7.
2 Gian Loise: «Entri prima V. S. > . CamiUo: «Eh, V. S. entri ».
p. 91 sgg.
stuma), p. 123. Cfr. su questo libro il Sorta, Storici napoletani, li, 560-2.
quelle del Diez (ElimoL Wórterb., ed. 1869-70, li, 114), da carrus, e dello
Zamijam>[ ( Voc. elim. Hai., p. 251), « carosello » o « garosello » , da gara.
11 Diez credeva il vocabolo provenuto dal francese nell'italiano, lad-
dove il LiTi'Kii giustamente sospettava l'inverso.
1!»2 i.\. cKiUMi^N'ii': srA(;Ni(M,K in iiama
etico e civile.
L'influsso spagnuolo sullo stile fu allora denunziato dal
Giraldi Cintio, in un luogo dei suoi discorsi sui romanzi,
le commedie e le tragedie, dove raccomanda di « schivare
que' mostruosi modi di dire, che sono oggidi si pregiati
da molti che non pure nelle commedie e nelle tragedie,
ma ne' domestici parlari e nelle stesse famigliari lettere
gli hanno in guisa sparsi, che in ogni foglio se ne trovano
due tre: i quali son da fuggire da lodevole scrittore.
1 Dei romanzi, delle commedie, ecc., ed. cit., II, 100-2, efr. 18J-7. Su
questo luogo del Giraldi x-ichiamò per il primo l'attenzione il Gaspary,
Storia d, leti. Hai., trad. ital., II, parte I, pp. 366-7.
IX. CERIMONIE SPAGNUOLE IN ITALIA 195
IV, 72-144.
2 Cfr. De Sanctis, Storia della letter. Hai., ed. Croce, II, 128-9.
3 Lettere, I, 167.
•<
Lettere, ff. 41, 62.
^ Come fa il Gaspahv, 1. e.
ll't; IX. CKIMMMN'IK Sl'AflNCOIJO IN ITAtJA
1 Cortegiano, II, 42; Giovio, Dialogo delle imprese, p. 25; e cfr. Mi-
randa, Osservatìoni della lingua castigliana (Venezia, 1567), pp. 339-40.
2 Op. cit., II, 99.
3 Per es. : « Por Dios, no corrumpas mi piacer, ni niezcles tu ira con
con tan turbia agua el darò licor del pensamiento que traigo, no enlurhies
con tm y odioias repreii'iiones mi jjlacer > (a. VIH\ Ce-
envidiosos castigos
Lo SPIRITO MILITARE
E LA RELIGIOSITÀ SPAGNUOLA.
1 Dialogo del vero honore militare, nel quale si di/finiscono tutte le que-
compianto: « Infelice signore, come cadesti nel fiore della tua gloria?
O troppo animoso signore, or chi non piange la tua morte? Ma tu non
sei morto perché i tuoi fatti vivranno eternamente per le bocche degli
uomini! » (ed. Gravier, p. 64).
2()() x. si'iKrio .Mii,ri'A)u<: k kki.ioiosija
1 L'oì-legiano, I, 4'à.
storica poi, papa Paolo IV, facendo eco a Giulio II, « non
parlava mai di Sua Maestà e della nazione spagnuola, che
non li chiamasse eretici, scism.atici e maledetti da Dio,
seme di giudei e di marrani, feccia del niondo, deplorando
la miseria d' Italia, che fosse costretta a servire questa
significato preciso.
IN Italia.
En aquella de Rateila,
do tanta sangre se rida,
tv te llevaste el sonido.
pp. 173-74.
2 Si vedano in proposito A. Eestori, Genova nel teatro classico di
Spagna (Genova, 1912), e Ancora di Genova nel teatro classico di Spagna
(ivi, 1913); ed E. Mele, 1 genovesi descritti dagli spagnuoli, in Fanfulla
della domenica, XXXVII, n. 23, 6 giugno 1915.
XI. DOMINIO E POPOLAZIONE SPAG^'UOLA 217
ceva che la chiesa era tutta piena < ó de los que airvieron ó fueron cria-
dos en Roma, ó de obispos ó de hijos ó de parientes 6 sobrinos » ecc. (cit.
dal Menéndez y Pelato, Hist. d, los heterodoxos, li, 28-9). Il Tansillo
{Capìtoli, p. 148), parlando di persona esperta della vita, dice « come
uom che nasca in Spagna e invecchi in Roma ».
2 Capitoli, p. 156.
3 Capitoli, p. 285. Cfr. il Vocah. napol. (ed. Porcelli), II, 75, sotto
la "parola « saracone » : < uomo di profonda accortezza e prudenza,
perché tali erano certi grandi spagnuoli che venivano a governarci ».
diferente y tan en bajo eslado, que llegué à dudar si era aquella la misma
qiie ser solia » (E, Gomzàlhz, Estebanillo Gonznles, 1652, ristampa di Pa-
seriori '
ed altra inarnuiglia simile: e il vocabolo, cosi ori-
ginato da un nome locale di Napoli, passò, infine, nella
lón: « Deso mesmo; que es corno acà ll/zmais los bodegones, y hai muchoa
galanes que no quieren poner la vida al tablero, sino andarse de capitan
en capitan à saver quando pagan su jente para pasar una pinza y partir
con ellos, y beber y borrachear por y si los topais en
aquellos bodegones:
la calle tan bien vestidos y con tanta crian^a, os haràn picar pensando que
son hombres de bien ». — Fantastica è dunque la etimologia basca pro-
posta da J. Cejador y Frància, La lengua de Cervantes (Madrid, 1906),
II, 34-1-5.
2 Si veda por 1' uso di questa parola il Cervantes nel Don Quijote,
dctinitivaincnte cacciati solo noi IMI ', cagli altri che ri-
Una redoma
con (ìoà diablos encerrados.
que hay demonios redomados
en la juderia de Jioma ^.
li lanzi li spagnuoli,
con certi ladroncelli italiani,
t. I, 1842.
2 Contro questo opuscolo levò rimostrante il Castiglione allora le-
andare più sicuri per la città > . Si veda anche la commedia del Porta,
La fantesca, IV, 6; e cfr. in quella del Calderón, Dar tiempo al tiempo,
la scena di quattro soldati che si accingono a capear. A proposito
della " cappa », il Varciif, descrivendo il modo di vestire dei fioren-
tini ai suoi tempi, scrive: « La notte, nella quale si costuma in Fi-
renze andar fuori assai, s'usano in capo tòcchi e in dosso cappe, chia-
mate alla spagnuola, cioè colla capperuccia di dietro, la quale chi
porta il giorno, solo che soldato non sia, è riputato sbricco e uomo
di cattiva vita » (Storia fiorentina ^ IX, 17, ed. Le Mounier, voi. II, 84).
1 Kaineri, UAltilia, V, 6.
deli alla loro patria. Certo, anche allora, nella prima metà
del Cinquecento, non pochi opponevano Italia a Spagna; ma
o erano vani rirapiangitori del tempo passato, della « vita
che si menava al tempo dei Taliani e non dei Francesi e
degli Spagnuoli »*; o utopisti, sebbene quasi vaticinatori,
come il grande autore della esortazione a liberare l' Italia
la Francia? • ;
« Non mescolare Spagna e Francia » : sono proverbi
(si veda Pixré, Prov. sic, III, 142), nei quali ancora echeggia la vec-
Conclusione.
La decadenza ispano-italiana.
pp. 65-6.
XII. CONCLUSIONE 243
•>
Nel suo Vocabolario espanol e italiano (1.* ed., Roma, 1620), sotto
il voc. esjMfiolado
XII. CONCLUSIONE 245
'
suo non saper cosa farsi della scienza e della filosofia; sic-
(jaappij (; '; ma
Spagna era anch'essa il paese
camorrista Ja
profili HeltecenLesr.hi {Y?a.\Qvmo, 1915), pp. 283-43: aggiungo che nel Laza-
rillo de Tormes (1554), c'è lazeria e lazerado (ediz. dei Clàfiicos castella-
vos,Madrid, 1914, pp. 95, 112, 185, 140, 147, 201), e nel Vocabolario de\
Las Casas (1570), f. 209: « lazeria » (miseria, scarsezza) e « lazerado ».
Per guappo, cfr. una cronaca del Seicento, cit. dal Capasso {La fa-
viiglia di Masaniello, Napoli, 1898, p. 60 n): « guappo alla spagnuola
et smargiasso alla napoletana • : e A. de Castro, Discurso acerca las
codiimbres de los espnnoles (Madrid, 1891), pp. 76-8. Camorrista, dal gioco
della camorra (arabo: gioco d'azzardo): cfr. Capasso, 1. c. ; e derivava
dal dirimere autorevolmente i dubbi del gioco, prelevando alla fine
una percentuale, come usava quell'uomo senza « oficio ni beneficio >,
che Sancho Panza ritrovò nell'isola di Barataria e che scacciò con
minaccia di maggior pena {Don Quijote, II, 49).
2 II DouiA stesso, che tutto sembra attribuire all'arte politica di
flusso del clima. Perché, infine, la malizia spagnuola non è stata ba-
stante a traviar cosi profondamente i Fiamminghi »
1 Si vedano i miei citati Saggi sulla lelter. ital. del Seicento, pp. 161
Fine
APPENDICE
Una passeggiata per la Napoli spagnuola.
3 D'Engeni(5, p. 254.
* D'Engenio, p. 414.
5 D'Engenio, p. 250.
UNA PASSEGGIATA PER LA NAPOLI SPAGNUOLA 259
3 MiNiEiu Riccio, in Arch. slor. nap., VI (1881', pp. 34, 248, 417:
e cfr. Colombo, ivi, X, 188-9 n.
' Passako, Giorn., p. 44.
•>
Passako, op. cit., p. 81.
e Orlaiulo furioso, XXXIII, 33.
? De Leli.is, Discorsi, I, 66-9.
^ D'Engenio, p. 512; De Lellis, Aggiunte, parte a stampa, p. 122.
9 D'Engenio, pp. 510-11.
2G0 Al'l'ENDICE
l'oiiso, sclieriii lo ricche oiTorte elio gli furono fatte perché rom-
I^esse fede all'inclito Ferrante ». E in Santa Maria la Nuova sono
le tombe di Pascasio Diaz Garlon, conte di Alifc, e di alcuni della
famiglia Siscar'; iu San Severo Maggiore erano quello dei Bi-
sbal"; in Santa Chiara e nello Spirito Santo, dei Claver d'Arago-
na^; nel Duomo e nella chiesa dogli Incurabili, degli Ayerbe •*
;
rese insigne per una sua invenzione o specialità delle mine negli
assedi, e ottenne Dar tal mezzo la resa di Castel dell' Ovo, atter-
1 Parole del Giovio, Elorji, traci. Domenichi, ft'. 226-9, elogio del
Navarro.
- Celano, ed. Chiaiùni, IV, 530-1.
3 Giovio, Vita del Pescara, f. 204.
202 AI'l'KNUICK
Sportalo il corijo del Navarro dalla cliiosa del castello, dove gia-
ceva senza onoro, alla sua cappella in Santa Maria la Nuova, alla
cappella del Gran Capitano, insieme col corjio del Lautrec, morto
durante l'assedio, e li lece collocare in due tombe, scol])ite da
Annibale Caccavello, con le iscrizioni composte da Paolo Giovio, il
quale in quella del Navan-o celebrò ]a pray-hn-r' rlrin:: '-ri in hoste
admirabilis ^. '
1883), pp. 43-4, 46: cfr. Sdàrez de Figueroa, El pasajero, 1G17 (nei
Dociim. -p. la Idd. de Esp., XXII), p. 25.
•<
Celano, IV, 543-4.
UNA PASSEGGIATA PER LA NAPOLI SPAGNUOLA 265
del conte di Mola rammenta le case dei Vaez, che portavano quel
titolo; la vi'i del rdinmendalor Aviin (conrera delta noi lóHl quella
(lei Colsi), le cose degli Avila e lo case dcg-li Aldana davano
'
;
nomo alla stratìn del barone ile Aldnna. comprosa nella j)arrocchia
di Sant'Anna di Palazzo *. Scendendo verso il l^argo del Castello,
si vedeva il palazzo della famiglia Moles, poi Sirignano 2, e all'e-
stremo di via Montoolivoto, presso il Gesù, l'altro dei Vargas,
duchi di Cagnano *; e presso San Giovanni Maggioro, quello dei
Sanchez, ora dei Giusso^. Salendo a Pizzofalcone, presso Santa
Maria degli Angeli erano due palazzi del reggente Diego Zufia'"';
presso il ponto di Ghiaia, quello dell'altro reggente Stefano Car-
'
rillo ; la sti'ada di Ghiaia e la prossima collina, che si dice an-
cora di S. Carlo a Mortelle dalle case e giardini della famiglia
di tal nome, avevano case dei Robles, dei Borges d'Aragona, dei
De Soto, dei Morrera, dei Gardena, dei Manriquez, dei Loyva e
di altri ^. Nella regione di Ghiaia era il palazzo e la villa di
Garzia di Toledo, figliuolo del viceré; il palazzo degli Alarcón,
ora Sirignano ;
quello del reggente Mattia di Gasanata; quello
dei portoghesi I*"'leyta Finto, principi d'Ischitclla ^. A Gapodi-
monto, una casa e villa del reggente Miradois 1° dava il nome al
Miradois, e nei contorni sono ancora i vicoli dei Fonsecaii; il
su2ìportico Lopez è detto così dalla casa del reggente Pietro Lo-
pez'-; e « palazzo dello spagnuolo » si dice una casa di fronte
p. 117.
208 Al'PKNDICE
nel giorno del Rosario duo donne jjoveio dcll.i sua provincia o,
in mancanza, spagnuole in genere un'altra, del 1050, nella chiesa
'
;
5 Croce, Saggi sulla letler. Hai. del Seicento, pp. 145-7, 155-6, 158.
D'Engenio, p. 661.
«^
"
D'Engenio, p. 524.
^ D'Engenio, p. 410.
UNA PASSEGGIATA PER LA NAPOLI SPAGNUOLA 269
96-97.
3 D'Engenio, p. 510.
* Celano, II, 707.
5 D'Engenio, p. 538.
6 D'Engenio, pp. 533-4.
"
De Lellis, p. 50.
8 D'Engenio, p. 484.
9 De Lellis, A {/[/., p. 221.
270 Ari'KNiJicr:
;
—
Francesco de Valdés, che per cinquant'anni servi nelle armi
Filippo II e giunse al grado di generale, e a cui pose la lapide
la figliuola, moglie del capitano Blasco de Avalos y Ayala; e
Ventretenido Alvaro Gonzalez de Santa Cruz, di Burgos, che servi
a su Rey quaranta anos en los estados de Flandes y en otras
muchas ocasiones, e mori nel 1610 * —
in Santo Spirito, l'alfiere
;
in San Giacomo, gli Ortiz, tra i quali Alonso, che nel 1615 era
« capitano entreteniclo » ^
;
— nella Solitaria, un altro entretenido,
Garcia Pefia de Quinones, di Tor-i (1615) 2; in Santo Spirito, Gio-—
vanni de Gofii, comandante morto nel 1624, al quale pose
di navi,
monumento il figliuolo fra Pietro, maestro di sacra teologia e priore
del convento ^ ;
—
in Santa Maria degli Angeli, il capitano Fran-
cesco Picarte, di Cocentayna nel regno di Valenza, morto nel 1625,
e Geronimo de Oloriz y Assaj^a, cavaliere d'Alcantara, capitano di
fanteria, cavallerizzo del viceré duca d'Alba, morto nel 1628*; —
nel Carmine, Pedro de Arze y Gamboa, castellano di Barletta, che
servi il re per cinquantadue anni en muy grandes ocasiones y en
diversas partes, morto nel 1634 ^ in Santa Maria degli An-
;
—
geli, Manuel Carrillo y Toledo, maestro di campo del terrio di
Napoli, morto nel 1636; il capitano Pedro de Prada j Losada, di
Otalero in Galizia, che, servendo il re per quarant'anni continui,
di cui venticinque nell'armata, « ìiizo en este tiempo muchas cosas
sehaladas cantra encmigos de la fé catholica », morto nel 1642;
Luca Guttierez, contatore della gente d'arme del viceré, morto
nel 1646 ^ Filippo de Zunica Enriquez, commissario generalo
;
;
—
Ramirez Montalvo, marchese di San Giuliano, che represse i tu-
multi popolari di Aversa, morto nel 1662 in Monte di Dio, ;
—
Diego Quiroga }' Faxardo, generalo d'artiglieria durante i tumulti
del 1647, morto nei 1680 «.
Sono queste, di certo, alcune solamente dello memorie di mili-
tari spagmioli, sepolti nelle chiese di Napoli, ma pur ci danno coi
loro nomi, coi titoli delle cariche e col vanto dei loro servigi come
il profilo di quella società. Della quale è documento curioso l'iscri-
1 D'Engenio, p. 542.
2 D'Engenio, pp. 560-1.
3 De Lelms, p. 241.
* De Lelt.is, pp. 277, 237.
s De Lellis, p. 101.
fi
De Lellis, pp. 310, 237.
' Celano, ed. cit., IV, 565.
**
Ceci, in Napoli nobilins., I, 106.
21'2 Ai-ricNuicK
E
anche più brove menziono sarà (juella dulie Ì8crizioni sepol-
uomini pii, trascegliendo pochi nomi;
crali di prelati, frati, teolog-i,
o, in primo luogo, s'incontrerà il nomo di uno dei fondatori della
media e gli spagnuoli in Italia. 6. Il tipo del Capitano spagnuolo (in Atti
cit., voi. XXVIII, 1898); 15. Il giuoco delle canne o il carosello (nella
rivista Napoli nobiliss., XV, 1906); 16. Un'osteria famosa di Napoli e
una parola della lingua spagnuola (ivi, XV, 1906).
Debbo non poche indicazioni e aggiunte alle recensioni che di pa-
recchi di questi miei scritti fece, con copia grande di notizie, Akturo
Farinklli; e altre all'amico Eugenio Mele, che ha voluto cortese-
mente assistermi nella revisione delle bozze del presente volume.
INDICE DEI NOMI
— Fcri-aiito d'Ai'ayona, re di
I Ariosto L, 73, 98, 139, 154, 158,
Napoli, 42, 50, 54-74, W'>,
4!), 101, 109, 177, IHl, 190, 203,
104, 108, 109, 118, 258. 210-211.
— Alfonso JI d'Aragona, re di Argensolas (fratelli), 268.
Napoli, 97, 259. Arrigo di Castiglia, 15.
— Ferrante li d'Araj^ona, re di Arze y Gamboa P.. 271.
Napoli, 99, 258, 2G0. Atauifo, re dei Visigoti, 4.
— Federico d'Aragona, re di Na- Atella (di) marchef-e, 133.
poli, 63, 108, 109, 123, 259. Atri (di) duca, 133.
— Ferrante d'Aragona, figlio di Avalos fam., 35, 00.
re Federico, duca di Calabria, Avalos (d'j A., 35, 36, 38, 39, 100,
109, 111, 118-9, 259. 259.
— Ferdinando d'Aragona, re di Avalos (d') A., marchese del Va-
Spagna, il Cattolico, 92-3, 95-G, sto, 123, 202, 218, 259.
99, 102, 108, 119, 121, 125, 133, Avalos (d') Costanza, seniore, 123,
198, 199, 216, 2G1, 203, 269, 270, 134.
273. Avalos (d') Costanza, iuniore, du-
— Carlo d'Aragona, principe di chessa di Amalfi, 219.
Viana, 56. Avalos (d') L, 35, 36, 37, 48, 55,
— Giovanna d'Aragona, regina 59, 88 «., 259.
di Napoli, moglie di Ferrante I, Avalos (d') I., 123.
57, 134, 140-1, 258, 273. Avalos (d') R., 36, 136.
— Giovanna d'Aragona, moglie Avalos (d') F. F., marchese di
di Ferrante II, 134, 140-45, 259. Pescara, 64, 106, 123, 133, 135,
— Eleonora d'Aragona, duchessa 136, 137, 138, 139, 140, 201, 202,
di Ferrara, 84. 216, 2iil, 262.
— Isabella d'Aragona, duchessa Avalos (de) y Ayala B., 270.
di Milano, 131, 142, 144, 258. Avellino (di) conte, 133, 134, 139,
— Beatrice d'Aragona, regina di 144, 218.
Ungheria, 142, 259. Averrois, Il n.
— Giovanni d'Aragona, cai'dinale, Avicenna, 11 n.
85, 260. Avila fam., 266.
— Carlo d'Aragona, marchese di Avila (de) D. G., 81, 83, 94 n.
Gerace, 133, 145. Avila (de) L., 164.
— Maria d'Aragona, principessa Aya (de) G., 23, 2.08.
di Salerno, 124, 134, 140, 144. Averbe d'Aragona, fam., 38, 59,
— Maria d'Aragona, marchesa "'260.
« Muto 221 n.
», Gatzelu (di) D., 158.
Forramosca v. Fieramoscn.
: Gauberte F., 40 n, 102-105, 108 n,
Ferrandina (di) duca, 133. 110, 111, 116.
Ferrantino: v. Ferr/oHc II d'A- Garzia G., 40.
ragona. Garzoni T., 174.
Ferrariis (de) A.: v. Galateo. Gentil B., 153.
Ferrer Ippolito, 41. Gerardo da Cremona, 10.
Ferrer Iacopo, 59. Gerona fam., 76-7.
Ferrer Vincenzo (San), 34. Gerona Saturno, 76.
Ferrera P., 23. Giacomo (san) apostolo, 8-9.
Ferrillo Beatrice: v. Gravina (di) Giambullari F., 164.
duchessa. Gibraleón (dei L., 83.
Fieramosca G., 134, 145. Gilio Kogico, pittore, 59 n.
Fieramosca E., 134, 145, 203, 206. Giolito G., editore, 158, 163.
Fieramosca, capitano, tipo comi- Giovanna II, regina di Napoli,
co, 206. 46, 105.
Fiesca Barbara, 163. Giovanni II, re di Castiglia, 31, 36.
Figueras B., 41. Giovanni d'Angiò, 23.
Filelfo F., 88. Giovanni (don) d'Austria, 270, 274.
Fiorillo S., 207. Giovanni da Nola, 263.
Filippo II, re di Spagna, 244, 270. Giovanni Ispano, 166.
Filippo III, re di Si)agna, 244. Giovio P., 32. 106, 138, 158, 176,
Fleyta Finto, fam., 266. 19.'), 203.
Flores (de) J., 163. Giraldi Cintio G. B., 169, 170, 192-4,
Fiorisci, 171. 196.
Foix (de) Germana, vedova di Giraldino A., 91.
Ferdinando il Cattolico, 118. Giraldo Lilio, 89, 166.
Foix (dei Odetto: v. Lautrec. Girón P., duca di Ossuna, vi-
Foix (de) G., 215. ceré di Naooli, 264.
Fontanini G.. 12, 170, 213. Giulio II, papa, 28, 86, 162, 210.
Fornaris (de) F., 207. Giuoco delle canne, 43, 80, 94,
Fonseca fam., 266. 113-4, 137-8, 190-1.
FoDseca, 219. Gomez di Ciudad Real A., 167,
Fortini P., 235. 212.
Francione P., 275. Goni (de) G., 271.
Franciosini L., 159 /(, 244. Gonzaga Isabella, marchesa di
Mantova, 161 n, 163.
Gonzaga L., 49.
G Gonzaga Lucrezia, 166.
Gonzaga V., 189.
Ga'brieletto, buffone, 79. Gonzalez de Mendoza P., 223.
Galateo, 63. Gonzalez do Santa Cruz A., 270.
Galateo A., 63. 107-120, 122, 123, Gottiero: v. Guiteriez F.
125, 149, 150, 190, 204, 252. Gran Capitano (il), 83,98-100, 106,
INDICE DEI NOMI 285
109, 112 n, 120, 122, 123, 125, Innocenzo III, papa, 13.
199, 201, 214, 215, 218, 260, 262. Innocenzo IV, papa, 7.
Gravina (di) duca, 133. Innocenzo Vili, papa, 80, 85.
Gravina (di) duchessa, 134, 142. lonata M., 44.
Gregorio VII, jjapa, 13. Isabella di Castiglia, la Cattolica,
Groto L., 165. regina di Spagna, 92, 93, 214.
« Guappo » (f/uapo), 250. Ixar L., 134.
Gueriti meschino (il), 162.
Guevara fam., 35, 59.
Guevara A., vescovo di Mondo-
lìedo, 164, 165, 196.
Guevara A.: v. Potenza (di) conte. Jordi, 17 n.
Guevara C, 136. Juan de Dios, 13.
Guevara (de) Catalina, 224. Juanés V., 220 n.
Guevara F., 35, 36, 37, 48, 60. Jarava (de) J., 165.
Guevara I., 35, 36, 39, 259.
Guevai'a (de) L., 47.
Guevara P., 58, 63.
Guglielmo II, re di Sicilia, 6.
Guicciardini F., 96, 121, 200, 247. Laino (di) marchese, 134.
Gusmano N., 71, 88 n. Lampillas S., 12.
Guttierez F., 152 n. Lampugnani, 163.
Guttierez L., 271. Lana (della) I., 27.
Guzman (de), 271-2. Lancia B., 14.
Guzman conte di Olivares,
(di) E., Landò O., 166, 171.
viceré di Napoli, 264. Lannov (di) C, viceré di Napoli,
262."^
N
Pace o Pacell, 79.
Naharro, attore, 205.
Padula (di) marchese, 133, 134.
Nardones v. Mardones.
:
Avvertenza pncf. va
BARI
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LA CRITICA
RIVISTA DI LETTERATURA, STORIA t FILOSOFIA
(.SKKIE SKCONUA)
OIKKTIA DA
BENEDETTO CROCE
(Si pubblica il giorno 20 di tutti i mesi dispari)
ARETINO P., Carteggio (Il I libro delle lettere), voi. I (n. 53).
(Il II libro delle lettere), parte I e II (n. 76 e 77).
ARIENTI (degli) S., Le Porretane, (n. 66).
BALBO C, Sommario della Storia d'Italia, voli. 2 (n. 50, 60).
BANDELLO M., Le novelle, voli. 5 (n. 2, 5, 9, 17, 23).
BARETTI G., Prefazioni e polemiche, (n. 13).
— La scelta delle lettere familiari, (n. 26).
BERCHET G-, Opere, voi. I: Poesie, (n. 18).
— — Voi. II: Scritti critici e letterari, (n. 27).
BLANCH L., Della scienza militare, (n. 7).
BOCCALINI T., Ragguagli di Parnaso e Pietra del paragone
politico, voli. I e li (n. 6, 39).
CAMPANELLA T., Poesie, (n. 70).
CARO A., Opere, voi. I (n. 41).
COCAI M. (T. Folengo), Le maccheronee, voli. 2 (n. 10, 19).
Commedie del Cinquecento, voli. 2 (n. 25, 38).
CUOCO V., Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del
1799, seguito dal Rapporto al cittadino Carnot, di Fran-
cesco Lomonaco, (n. 43).
— Platone in Italia, voi. I (n. 74).
DELLA PORTA G. B., Le commedie, voli. I e II (u. 4, 21).
DE SANCTIS F., Storia della lettor, ital., voli. 2 (n. 31, 32).
Economisti del Cinque e Seicento, (n. 47).
FANTONI G., Poesie, (n. 48).
Fiore di leggende. Cantari antichi ed. e ord. da E. Levi, (n. 64).
FOLENGO T., Opere italiane, voli. 3 (n. 15, 28, 63).
FOSCOLO U., Prose, voli. I e II (n. 42, 57).
GALIANI Della moneta, (n. 73).
F.,
FREZZI F., 11 Quadriregio, (n. 65).
GIOBERTI V., Del rinnovamento civile d'Italia, voli. 3 (u. 14,
16, 24).
GOZZI C, Memorie inutili, voli. 2 (n. 3, 8).
— La Marfisa bizzarra, (n. 22).
GUARINI G., 11 Pastor fido e il compendio della poesia tra-
gicomica, (n. 61).
GUIDICCIONI G. - COPPETTA BECCUTI F., liime, (n. 35 1.
JACOBI F., Lettere sulla dottrina dello Spinoza, (n. 21) 5,—
KANT E., Critica del giudizio, tradotta da A. Gargiulo, (nu-
mero 3) 5,50
— Critica della ragion pratica, trad. da F. Capra, (n. 9) 4,50
— Critica
della ragion pura, tradotta da G. Gentile e G. Lom-
bakdo-Radice, voli. 2 (n. 10) 12,—
LEIBNIZ G. G., Nuovi saggi sull'intelletto umano, tradotti
da E. Cecchi, voli. 2 (n. 8) 10,—
— Opere varie, scelte e trad. da G. Db Ruggiero, (n. 17) 6,—
SCHELLING F., Sistema dell'idealismo trascendentale, tra-
dotto da M. LoiSACCO, (n. 5) 6,—
SCHOPENHAUER A., 11 mondo come volontà e rappresen-
tazione, traduzione di P. Savj-Lopez, voi. I (u. 20) 4, .
—
II. liOgica c(»me scienza del concetto puro (2* edizione rive-
duta dall'autore) 6,
SCRITTORI STRANIERI.
CAMOENS L,, I Sonetti, traduzione di T. Cannizzaro, (n. 10).
CERVANTES M., Novelle, traduzione di A. Giannini, (n. 1).
Drammi elisabettiani, traduzione di R. Piccoli, (n. 9).
ECKERMANN G. P., Colloqui col Goethe, traduzione di E. Do-
NAUONi, voli. 2 (n. 4, 6).
(49) 4,50
FARINELLI A., romanticismo
Il in Germania, (41) 3,—
— Hebljel e i suoi drammi, ((ri) . 4,—
FERRARELLI G., Memorie militari del Mezzogiorno d'Italia,
(45) 3,50
FESTA G. B., Un
jralateo femminile italiano del Trecento.
(Reg-g-iinonto e costumi didoiiiiadi Fr. da H.\i{HH;ri.\()),(36; 3,
FIORENTINO F., Studi e ritratti della Rinascenza, .44) 5,—
FORMICIII C, A?vaKli<»sa poeta del Buddhismo, (.54) . 5,—
GALIANI (Il j)ensiero dell'Abate) Antologia di tutti i suoi
scritti editi ed inediti, (29) 5,—
GEBHART E., L'Italia mistica, (40) 4.—
GENTILE G., Il modernismo e i rapporti tra religione e filo-
sofia, (35) 3,50
— Bernardino Telesio, (51) 2,50
—I problemi della scolastica e il pensiero italiano, (65) 3,50
GNOLI D., I poeti della scuola romana, (63) .... 4,—
— Spigolature nei campi di Buddho, (25) 3,50
IMBRIANI V., Studi letterari e bizzarrie satiriche, (24) 5,—
— Fame usurpate, 3^^ ediz. a cura di B. Cuoce, (52) . 4,—
KOHLER G., Moderni problemi del diritto, (33) . . . 3,—
LABRIOLA A., Scritti vari di filosofia e politica, (18). 5,—
— Socrate, (32) 3,
LIBRI D'ORO.
I. LHOTZKY H., L'anima del fanciullo . . . . L. 3,-
II. — Il libro del matrimonio 3,—
III. HIPPIUS A., 11 Medico dei fanciulli come educatore 3,—
IV. ANILE A., La salute del pensiero 3,—
V. DUBOIS P., L'educazione di se stesso .... 3,—
TESTI DI FILOSOFIA.
CARTESIO R., Discorso sul metodo, tradotto e comentato d*
G. Saitta, (n. 1) L. 2,—
ARISTOTELE, Dell'Anima, passi scelti e cementati da V. Fa-
zio-Allmayer, (n. 2) 3,—
— Il principio logico, a cura di A. Carlini, (n. 3). . 3,—
— L'Etica Nicomachea, a cura di A. Carlini, (n. 6) . 3,50
BACONE, Novum Organum, estratti a cura di V. Fazio-All-
mayer, (u. 4) 2,
OPERE VARIE.
ABIGNENTE F., La moglie, romanzo L. 1,50
AMATUCCI A. G., Dalle rive del Nilo ai lidi del «Mar no-
stro», voi. I: Oriente e Grecia 2,50
voi. II: Cartagine e Roma 2,50
— Hellàs, voi. I, (4''^ edizione) 3,—
Voi. II, (S'' edizione) 3,—
BAGOT R., Gl'Italiani d'oggi, (2a edizione) .... 2,50
BARDI P., Grammatica inglese, (3^ edizione) .... 3,50
— Scrittori inglesi dell'Ottocento 4,—
BATTELLI A., OCCHIALINI A., CHELLA S., La radioatti-
vità 8,—
CARABELLESE P., L'essere e il problema religioso . 4,—
CECI G., Saggi di una bibliografia per la storia delle arti
figurative nell'Italia meridionale 8,
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