Aermec Impianto A Ventil Convettori
Aermec Impianto A Ventil Convettori
Aermec Impianto A Ventil Convettori
Via Roma 44
37040 Bevilacqua (VR) - ITALIA
tel. 0442 633111
fax 0442 93630
ESEMPIO DI PROGETTAZIONE E1
Allegati e tabelle
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1. ANALISI DELL'EDIFICIO AI FINI DELLE SCELTE IMPIANTISTICHE
La scelta della soluzione impiantistica da proporre per garantire il raggiungimento di condizioni termico
igrometriche di benessere all'interno di un edificio, si basa sull'analisi preliminare di una serie di
caratteristiche dell'edificio stesso; le principali sono:
L'edificio nel quale é previsto di realizzare l'impianto é situato in pianura in una località a 45 gradi di
latitudine nord ed é caratterizzato da una forma ad "L" con il braccio verticale orientato a Nord.
La costruzione si sviluppa su due piani fuori terra destinati ad uffici ed un piano seminterrato destinato ad
autorimessa e locali tecnici. Il volume lordo climatizzato dell'edificio é di 6680 m3.
L'involucro edilizio é realizzato con struttura portante a pilastri e travi in calcestruzzo con pareti di
tamponamento in muratura, tramezzature in laterizio e copertura piana.
Il dettaglio delle caratteristiche termofisiche delle principali strutture edilizie impiegate per la realizzazione
dell'edificio é riportato nell'allegato 1; i valori di trasmittanza unitaria ivi risultanti sono stati utilizzati nelle
successive elaborazioni.
La suddivisione dei locali ai vari piani e la relativa numerazione sono indicate sulle tavole grafiche T3 e
T4 allegate.
2. PARAMETRI DI PROGETTO
Vengono assunte a base di calcolo le condizioni tipiche di Padova (in particolare riferite al mese di Luglio
per la situazione estiva), esse prevedono:
Le condizioni termico igrometriche da utilizzare, come dati di progetto, vanno fissate tenendo presenti
tutta una serie di fattori che determinano, secondo quanto indicato dalle ricerche di Fanger, la
sensazione di benessere ambientale, quali ad esempio il tipo di attività svolta mediamente nell'edificio
(attività sedentaria d'ufficio), la temperatura media radiante (tmr) delle superfici che racchiudono i vari
ambienti, il tipo di vestiario degli occupanti e la velocità dell'aria negli ambienti. Nel caso in esame, in
considerazione della tipologia delle murature e della non eccessiva estensione della superficie vetrata, si
può ritenere che la temperatura media radiante dei vari locali non sia molto diversa dalla temperatura
ambiente.
Nella situazione estiva si ritiene pertanto accettabile mantenere una temperatura interna di 26°C con
un’umidità relativa a base di calcolo del 50% accettando variazioni in percentuale del ±10%
considerando che le persone abbiano vestiti leggeri (0,5 Clo) e velocità dell'aria non superiore a 0,15
m/s.
Nella situazione invernale, in presenza di persone con un vestiario più pesante (1,5 Clo), la temperatura
interna viene fissata in 20°C, secondo quanto imposto dalla legge.
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Tassi di infiltrazione
E' prevista esclusivamente l'infiltrazione naturale di aria dall'esterno pari a 0,5 Vol/h.
Si consiglia comunque di fare riferimento alla legge 10, norma UNI 10339.
Presenza di persone
Nei singoli locali é prevista la presenza di persone in proporzione a circa 1 persona ogni 8 m2, salvo
specifiche esigenze per i locali di riunione, rilevabili dall'arredamento.
Per l'illuminazione negli uffici e con una dotazione media di apparecchiature elettriche, é ipotizzato un
carico elettrico medio distribuito di 15 W/m2; per corridoi ed atri tale carico é ridotto a 8 W/m2.
Nei locali con presenza specifica di carichi elettrici é stata considerata la potenza dissipata dalle
apparecchiature effettivamente installate.
Per tutte le superfici vetrate é prevista la presenza di schermi interni (veneziane o tende) di colore chiaro,
in grado di garantire un coefficiente di riduzione (shading factor) pari a 0,54.
Livello di rumorosità
All'interno degli ambienti considerati il livello Lp di pressione sonora, valutato con filtro in banda A, non
dovrà superare il valore di 38-43 dB(A) in relazione al tipo di ufficio.
Eventualmente fare riferimento al DPCM 05/12/1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli
edifici”.
Il calcolo dei carichi termici estivi (locale per locale e massimo contemporaneo dell'intero edificio) é stato
effettuato con il programma MC Impianto di AERMEC, basato sull'impiego delle differenze di
temperatura equivalenti e dei fattori di accumulo dei carichi radiativi dovuti all'irraggiamento solare e
all'illuminazione.
I risultati riepilogativi dei calcoli sono raccolti nei tabulati dell'allegato 2. I valori del tabulato 2 si
riferiscono ai calcoli estivi per l'intero edificio e di seguito, a titolo di esempio, per un singolo locale.
Analizzando questi risultati, congiuntamente alla pianta dell'edificio, é possibile evidenziare come i locali
sui lati ovest ed est dell'ala nord, abbiano il massimo carico termico estivo rispettivamente intorno alle ore
17 e alle ore 9.
Per l'ala est dell'edificio invece, i carichi massimi si verificano rispettivamente intorno alle ore 15 per il lato
nord e alle ore 14 per il lato sud.
Nel suo complesso l'edificio ha invece il carico frigorifero massimo contemporaneo di 66,4 kW che si
verifica alle ore 16.
La variabilità del carico é essenzialmente legata al modificarsi nell'arco della giornata del contributo della
radiazione solare incidente sulle diverse pareti, ed al progressivo cambiamento della temperatura
esterna.
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L'effetto dei carichi dovuti alle persone ed alle dispersioni elettriche é invece considerato costante
nell'arco della giornata.
Il calcolo dei carichi termici invernali é stato effettuato con il programma MC Impianto di AERMEC,
basato sulla norma UNI 7357/74 per il calcolo delle dispersioni termiche con le verifiche previste dalla
legge 10/91 (DPR 412/93 e successivi decreti di attuazione) per quanto riguarda i coefficienti volumici di
dispersione dell'intero edificio.
Come detto in precedenza, l'edificio ha destinazione d'uso ad uffici; in tutti i locali, saranno installati
ventilconvettori, alimentati da un impianto a due tubi. La regolazione della temperatura é prevista con
termostato ambiente a commutazione estiva/invernale, agente sul ventilatore del ventilconvettore.
Nei servizi igienici saranno invece installati radiatori per funzionamento in solo riscaldamento, dotati di
valvola termostatica di regolazione.
Per la selezione dei modelli di ventilconvettore da prevedere vanno tenute in considerazione esigenze ed
aspetti a volte tra loro contrastanti che comunque hanno sempre ripercussioni sul risultato tecnico ed
economico dell'impianto.
I più importanti parametri di scelta del ventilconvettore sono:
Tutti questi parametri sono fra loro più o meno strettamente collegati ed é opportuno analizzarli
singolarmente.
a) - Potenzialità
Si fa osservare che il valore del rapporto Qs/Qt del locale varia nel tempo, il che non avviene certo per il
rapporto Qs/Qt caratteristico del ventilconvettore prescelto; non é pertanto possibile realizzare con un
impianto a soli ventilconvettori il controllo dell'umidità relativa in ambiente.
E' opportuno ribadire che in un impianto di questo tipo va data priorità al soddisfacimento del carico
sensibile e ciò per la semplice ragione che, ai fini del raggiungimento di condizioni di benessere degli
occupanti, l'influenza dell'umidità relativa é più modesta di quella della temperatura dell'aria; quest'ultima
risulta in definitiva la variabile effettivamente controllata in questo tipo di impianto.
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Il valore di potenzialità cui fare riferimento per la scelta degli apparecchi é quello corrispondente al
massimo carico previsto per il locale considerato. Se da un lato questo valore massimo si può
considerare di norma sufficientemente cautelativo dal punto di vista della probabilità del verificarsi delle
situazioni di carico termico di progetto, é opportuno comunque mantenere un certo margine di sicurezza
per tenere nel dovuto conto la perdita di efficienza che il ventilconvettore subisce nel tempo, a causa
principalmente dello sporcamento della batteria di scambio termico e delle pale del ventilatore.
Per la selezione dei ventilconvettori nel funzionamento invernale si deve fare riferimento, più
semplicemente, al carico termico massimo previsto per l'ambiente considerato, verificando che la
potenza resa dall'apparecchio sia superiore a tale valore.
Naturalmente sia nel funzionamento estivo sia in quello invernale si dovranno fissare le condizioni del
fluido termovettore che alimenta il circuito dei ventilconvettori.
Detto fluido é normalmente acqua, calda o refrigerata, anche se possono essere presenti situazioni,
peraltro rare, in cui il ventilconvettore viene alimentato con miscela acqua-glicole di etilene.
La temperatura di ingresso del fluido, che d'ora in poi identificheremo con l'acqua, é uno dei fattori
determinanti per definire la potenza termica resa dal ventilconvettore.
- un aumento della temperatura dell'acqua refrigerata riduce sia la potenza sensibile sia quella
latente scambiata dal ventilconvettore nel funzionamento estivo. In particolare, quando la
temperatura di alimentazione dell'acqua, é tale che la temperatura media superficiale della
batteria di scambio eguaglia o supera quella di rugiada dell'aria entrante, si annulla
completamente la potenza latente resa e lo scambio termico avviene in assenza di
deumidificazione;
- un aumento della temperatura dell'acqua calda incrementa la potenzialità termica resa dal
ventilconvettore nel funzionamento invernale. Oltre certi valori (indicativamente di 60-65 °C)
vengono tuttavia a determinarsi alcuni fenomeni negativi quali:
• la tostatura del pulviscolo dell'aria,
• l'eccessiva tendenza alla stratificazione dell'aria calda,
• l'umidità relativa eccessivamente bassa dell'aria uscente dal ventilconvettore,
• la tendenza alla pendolazione della temperatura in ambiente.
Quanto sopra sconsiglia perciò l'adozione di temperature di alimentazione così elevate; valori consigliati
sono compresi tra i 45 e 55°C.
Questo parametro determina, a parità di temperatura del fluido entrante, la temperatura media della
batteria e quindi incrementi della portata sono sempre favorevoli all'aumento della potenza resa, fatti salvi
i limiti di perdita di carico della batteria.
E' evidente infatti che l'incremento di portata ha una ripercussione immediata sul dimensionamento della
rete delle tubazioni e su quello delle pompe di circolazione dell'impianto ed in definitiva sul costo finale
dello stesso.
In senso opposto invece diminuzioni della portata d'acqua possono essere vantaggiose ai fini della
riduzione dei costi di impianto fin tanto che non comportino diminuzioni tali di resa da costringere alla
scelta di modelli di ventilconvettori di taglia superiore. Ovviamente queste situazioni vanno valutate caso
per caso.
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d) - Velocità di funzionamento del ventilatore
Questo parametro ha un’influenza apprezzabile sull'entità della potenza termica resa e, nel
funzionamento in fase di raffreddamento, anche sulla ripartizione della potenza termica resa fra le
componenti sensibile e latente scambiate dall'apparecchio.
Nel passaggio dalla velocità massima alla minima la resa termica si riduce indicativamente del 35%.
Molto rilevante é l'influenza di questo parametro sulla rumorosità di funzionamento del ventilconvettore,
con variazioni di livello di potenza sonora, nel passaggio dalla minima alla massima velocità, di
12 ÷ 17 dB(A) a seconda dei vari modelli.
e) - Rumorosità
Il livello di rumorosità di funzionamento del ventilconvettore deve essere compatibile con la destinazione
d'uso dell'ambiente in cui esso va installato; si devono pertanto tenere presenti le indicazioni riportate in
Tab. 1 avendo cura di selezionare la velocità di rotazione nominale del ventilconvettore in funzione del
risultato da ottenere, determinando così la portata d'aria dell'apparecchio e di conseguenza anche la sua
resa. In molti casi il fattore determinante di scelta diviene proprio la rumorosità e da essa derivano di
conseguenza tutte le successive scelte (si pensi ad esempio al dimensionamento di ventilconvettori per
camere di albergo di lusso).
Le diverse possibili modalità di installazione dei ventilconvettori possono avere influenza sulle prestazioni
finali dell'impianto oltre che su altre scelte impiantistiche, quali ad esempio quella relativa al tipo di
regolazione.
Il ventilconvettore può, infatti, essere installato verticalmente a parete (in vista o mascherato in versione
da incasso) oppure orizzontalmente a soffitto (in vista o in versione da incasso).
Con la prima modalità di installazione possono essere utilizzate indifferentemente, sia regolazioni di tipo
termostatico ON/OFF (termostato agente sull'attacco e stacco del ventilatore), sia regolazioni con valvola
servocomandata, ON/OFF o modulante, agente sulla portata di acqua entrante nella batteria del
ventilconvettore.
Unica avvertenza é, nel caso di regolazione ON/OFF, di utilizzare sensori di temperatura posti in
ambiente e non sonde installate in aspirazione al ventilconvettore al di sotto della batteria in modo da
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evitare che, a ventilatore fermo, l'aria a contatto della batteria attraversata dall'acqua refrigerata "cada"
sopra il sensore impedendo la ripartenza del ventilconvettori.
La seconda modalità di installazione é tipica di edifici ristrutturati, con zone centrali utilizzate per
l'installazione in controsoffitto dei nuovi impianti e quindi con mandata e ripresa dell'aria effettuate a
soffitto; in questo caso é in ogni modo preferibile adottare la regolazione con valvola, ON/OFF o
modulante, che assicura costantemente il flusso d'aria in ambiente, particolarmente importante nel
funzionamento invernale per evitare fenomeni di stratificazione.
In ogni caso é sempre consigliabile installare il sensore di temperatura in ambiente a quota di circa 1,4
m.
Passando ora alla selezione dei singoli ventilconvettori si farà riferimento alla documentazione tecnica
degli apparecchi AERMEC serie FCX, disponibile anche su supporto magnetico, grazie alla quale é
possibile individuare esattamente le rese dei vari modelli nelle varie possibili condizioni di funzionamento.
La procedura di selezione dei singoli modelli destinati ai vari ambienti non segue quasi mai un
andamento univoco ma procede con successivi aggiustamenti e talvolta modifiche delle ipotesi, in modo
tale da conseguire la congruenza del risultato rispetto alle esigenze, mantenendo tuttavia uniformità di
condizioni di alimentazione per i singoli ventilconvettori.
La tabella 2, riportata qui di seguito per comodità di consultazione, riepiloga per i singoli locali costituenti
l'edificio, i parametri principali necessari per le selezione dei ventilconvettori nel funzionamento estivo.
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Tabella 2 Funzionamento estivo: massimo carico per singolo locale.
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Le condizioni interne di riferimento, sono fissate in una temperatura a bulbo secco di 26 °C con
un’umidità relativa del 50%, cui corrisponde una temperatura a bulbo umido di 18,7 °C.
Viene poi fissato il funzionamento dei ventilconvettori alla velocità media, condizione questa
mediamente accettabile per quanto concerne i limiti imposti dalla rumorosità degli apparecchi e salvo
verifica caso per caso.
Il dimensionamento alla media velocità é consigliabile in quanto, in situazioni di carico interno o esterno
maggiore di quello di progetto, consente di avere a disposizione localmente una riserva di potenza
frigorifera o termica, che può essere utile in fase di messa a regime della temperatura ambiente.
Occorre in questi casi effettuare anche una verifica del numero di ricircoli orari di aria determinati in
ambiente dal funzionamento del/i ventilconvettore/i.
Per assicurare, particolarmente nel funzionamento estivo, un sufficiente grado di uniformità della
temperatura dell'ambiente ed una risposta rapida, da parte del ventilconvettore, alle variazioni di carico é
necessario garantire un numero di ricircoli mai inferiore a 5 vol/h e, se possibile, arrivare a 6-7 vol/h o
anche a valori superiori.
Per il periodo invernale, vale quanto detto per il periodo estivo per i ventilconvettori a pavimento, nel caso
di ventilconvettori installati a soffitto il numero deve intendersi come minimo di 7/8 vol/h e ciò per evitare
fenomeni di stratificazione.
Oltre questa precauzione é opportuno posizionare i ventilconvettori simmetricamente nei locali o
comunque in posizioni favorevoli a contrastare i carichi termici, compatibilmente con quanto consentito
dai vincoli architettonici e di arredamento.
Analizzando i dati della tabella 2 si nota che, nella maggior parte dei locali, il rapporto Qs/Qt risulta pari a
0,75-0,85; i ventilconvettori dovranno garantire uno scambio di calore congruente con questa situazione
e dovranno essere perciò alimentati con acqua refrigerata a temperatura opportuna.
Ricorrendo alla documentazione tecnica AERMEC si è scelto il valore di 8 °C.
L'ultimo parametro che rimane da fissare per procedere alla selezione del modello di ventilconvettore da
installare é la portata dell'acqua di alimentazione.
Partendo dall'assunto che detta portata deve risultare la minore possibile compatibilmente con la potenza
richiesta, un criterio di dimensionamento può essere quello di fissare portate tali da dare luogo ad un
salto termico massimo fisso ed uguale per tutti i ventilconvettori, ove il termine fisso si intende riferito al
funzionamento estivo a carico massimo.
Questa soluzione determina una diversificazione notevole delle portate di acqua da prevedere per i
singoli apparecchi e quindi la necessità di effettuare, per ciascun locale una selezione differenziata per
ciascuna diversa potenzialità richiesta.
Dal punto di vista dell'impegno progettuale questa soluzione anche se formalmente corretta, raramente
viene applicata; si preferisce per quanto possibile, fissare in partenza le portate di acqua per le singole
grandezze dei ventilconvettori, verificando poi le rese fornite ed intervenendo eventualmente ad
aumentare la portata d'acqua in quelle situazioni in cui un tale incremento consente di raggiungere la
potenza richiesta senza necessità di selezionare un modello di taglia maggiore.
La portata d'acqua, che possiamo definire di primo tentativo, può essere fissata in modo tale da dare
luogo ad un salto termico dell'acqua, nelle condizioni di progetto, pari a circa 5-6 °C. Questo valore
corrisponde a quello normalmente adottato nella prassi progettuale di questo tipo di impianto.
Operando con questo criterio si può stabilire, per ciascun modello di ventilconvettore, la resa "nominale"
da confrontare con quella richiesta come risulta dalla tabella 3, valida per il funzionamento estivo.
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Tab. 3 - Prestazioni dei ventilconvettori in funzionamento estivo
Condizioni di riferimento:
E' possibile, a questo punto identificare con esattezza il modello ed il numero di terminali da installare in
ciascun locale dell'edificio per fare fronte ai carichi estivi.
Nella quasi totalità degli impianti di questo tipo per ovvie considerazioni di semplificazione e di costo,
s’impiegano le medesime pompe di circolazione sia per il funzionamento estivo sia per quello invernale.
Trascurando l'incremento di portata dovuto alla minore densità e quindi alla minore perdita di carico del
circuito idraulico funzionante con acqua calda, si può considerare che nelle situazioni estiva ed invernale,
nella rete dei ventilconvettori, circoli sostanzialmente la stessa portata d’acqua.
Per poter infine stabilire quale debba essere la temperatura invernale dell'acqua di alimentazione del
circuito ventilconvettori é necessario individuare, per ciascuna delle scelte di abbinamento modello
ventilconvettore/portata acqua già effettuate, quale deve essere la temperatura minima dell'acqua che
garantisce una potenza termica almeno pari a quella richiesta nel locale in cui l'apparecchio é installato.
Fra tutti i valori risultanti si sceglierà ovviamente quello massimo, lasciando alla regolazione termostatica
il compito di modulare nel tempo, con l'attacco e stacco del ventilatore, la potenza erogata in ambiente.
Risulta così che la temperatura minima necessaria é di 41 °C, come risulta nella tabella 4, locale 27.
La tabella 4 sintetizza i dati di partenza ed i risultati delle selezioni effettuate.
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Tabella 4 - Riepilogo dei risultati delle valutazioni per i vari locali.
Loc Terminale Potenza Potenza Potenza Potenza Portata Perdita Potenza Temp
calcolata calcolata resa resa acqua di carico termica acqua
sensibile totale sensibile totale richiesta calda
N° N° x Mod. (W) (W) (W) (W) (l/h) (kPa) (W) (°C)
001 6-FCX22 3552 4626 5478 6804 6-200 3.99 5666 39
002 1-FCX32 1460 1643 1322 1735 1-300 8.97 951 < 35
003 1-FCX62 2705 3208 3208 2891 1-700 3.98 931 < 35
004 1-FCX62 2343 2945 2891 3748 1-650 3.98 2127 38
005 6-FCX22 2300 3138 5478 6804 6-200 3.99 5811 40
006 (#) - - - - - - 217 -
007 (#) - - - - - - 221 -
008 (#) - - - - - - 52 -
009 (#) - - - - - - 52 -
010 1-FCX42 1352 2026 1699 2059 1-300 3.97 1850 < 35
011 2-FCX42 2768 3346 3338 4118 2-300 3.97 2516 < 35
012 1-FCX42 1351 2026 1699 2059 1-300 3.97 1850 < 35
013 (#) - - - - - - 434 -
014 (#) - - - - - - 39 -
015 (#) - - - - - - 39 -
016 (#) - - - - - - 39 -
017 2-FCX32 1962 2484 2520 3326 2-250 6.46 2013 < 35
018 1-FCX32 1337 1779 1322 1735 1-300 8.97 1123 < 35
019 2-FCX32 1692 2104 2520 3326 2-250 6.46 2215 38
020 1-FCX32 647 1034 1260 1613 1-250 6.46 576 < 35
021 1-FCX32 579 1065 1260 1613 1-300 0.98 935 < 35
022 2-FCX32 2064 2504 2520 3326 2-300 3.60 1875 < 35
023 (#) - - - - - - 145 -
024 (#) - - - - - - 219 -
025 1-FCX32 1144 1469 1322 1735 1-300 8.97 1142 < 35
026 2-FCX32 2102 2470 2520 3326 2-250 6.46 1738 < 35
027 1-FCX32 1370 1704 1322 1735 1-300 8.97 1770 41
028 2-FCX22 1402 1586 1826 2268 2-300 3.99 2041 36
029 4-FCX22 2882 3775 3652 4536 4-200 3.99 3624 39
030 @ 176 216 - - 1-300 - 359 -
031 1-FCX62 2612 3188 2674 3340 1-500 2.30 1787 37
032 5-FCX22 1983 2991 4565 5670 5-200 3.99 5018 40
033 (#) - - - - - - 181 -
034 (#) - - - - - - 304 -
035 (#) - - - - - - 72 -
036 (#) - - - - - - 72 -
037 1-FCX32 1033 1674 1660 2056 1-250 6.46 1498 35
038 1-FCX62 2941 3273 2674 3340 1-500 2.30 1702 37
039 1-FCX42 1175 1514 1660 2059 1-300 6.46 1236 < 35
040 1-FCX42 1158 1799 1660 2059 1-300 6.46 1498 35
041 (#) - - - - - - 348 -
042 (#) - - - - - - 54 -
043 (#) - - - - - - 54 -
044 (#) - - - - - - 54 -
045 5-FCX22 3751 5036 4840 6195 5-250 5.99 4954 < 35
046 1-FCX42 1220 1616 1745 2208 1-350 5.47 1814 37
047 2-FCX22 1411 1589 1936 2478 2-250 5.99 2113 39
048 1-FCX32 1208 1342 1366 1838 1-350 12.47 712 < 35
049 3-FCX22 2422 2794 2904 3717 3-250 3.99 2816 37
050 1-FCX32 176 215 - - 1-300 - 359 -
(*) valore minimo necessario; (#) solo riscaldamento con radiatori; (@) solo predisposizione
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5. DIMENSIONAMENTO DELLE RETI IDRICHE DI ALIMENTAZIONE DEI CIRCUITI
VENTILCONVETTORI E RADIATORI
Si passa ora al dimensionamento delle reti idriche di alimentazione dei circuiti dei radiatori e dei
ventilconvettori al fine di determinare le caratteristiche delle rispettive pompe di circolazione.
Il criterio di dimensionamento adottato é quello che si basa sull'assegnazione, per i vari tronchi di rete
attraversati da determinate portate di acqua, di diametri delle tubazioni, tali da determinare, per quanto
possibile, perdite di carico per unità di lunghezza costanti in tutta la rete di tubazioni.
A tal fine si utilizzano diagrammi del tipo riportato nelle figure 1 e 2 dai quali é possibile ricavare il
diametro della tubazione e la velocità dell'acqua, una volta fissata la portata in circolazione e la perdita di
carico specifica.
Circa quest'ultimo parametro la pratica progettuale e il confronto fra i costi di realizzazione delle reti e
costi energetici di pompaggio, ha portato a individuare valori ottimali nel campo compreso tra i 300 e i
400 Pa per metro lineare.
Il progetto della rete idrica inizia con la stesura del tracciato necessario per raggiungere tutti i terminali.
Già in questa fase é opportuno, per quanto possibile, cercare di equilibrare i vari tratti di circuito anche, a
volte, a costo di un maggior onere in termini di quantità di tubazione da installare, ricorrendo a soluzioni
quali quelle del ritorno inverso o cercando di portare il punto di suddivisione dei vari circuiti il più possibile
vicino al baricentro dei carichi.
Il bilanciamento definitivo dell'impianto atto a garantire a ciascun terminale la portata d'acqua prevista,
verrà effettuato agendo sugli organi di taratura (valvole a doppio regolaggio e/o detentori) installati su
ciascun ventilconvettore.
Individuato il percorso delle tubazioni verso la pompa di circolazione, si riparte, a ritroso, assegnando ai
tratti finali le portate d'acqua precedentemente individuate (vedi tab. 4) e cumulando via le portate
d'acqua risultanti dalla confluenza dei vari rami di circuito fino a individuare la portata totale dell'intera
rete.
• portata d'acqua;
• diametro della tubazione;
• perdita di carico per metro lineare;
• velocità dell'acqua;
• lunghezza;
• numero e tipo di perdite di carico concentrate presenti nelle tubazioni, quali curve, bruschi
allargamenti o restringimenti, diramazioni o confluenze di flusso;
• numero e tipo di perdite di carico dovuto a organi singolari, quali valvole di intercettazione o
regolazione, accessori di impianto, batterie di scambio termico.
Le perdite di carico in un circuito idraulico sono date dalla somma di due fattori: le perdite di carico
distribuite e quelle concentrate.
Le perdite di carico distribuite sono proporzionali alla lunghezza reale del circuito (L) ed alla perdita di
carico specifica (∆p/m) secondo la relazione:
L x ∆p/m
mentre le perdite di carico concentrate sono definite dalla relazione:
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g = accelerazione di gravita' (9,81 m/s2.)
E' anche possibile valutare la perdita di carico di un circuito in termini di sole perdite distribuite,
introducendo il concetto di lunghezza equivalente (Le), cioè la lunghezza virtuale di tubazione rettilinea,
di pari diametro, che darebbe luogo alla medesima perdita di carico prodotta localmente da un
accessorio della rete attraversato dalla portata d'acqua prevista.
(∆p/m) x Le = Z x (V2/2g)
Applicando i concetti e la metodologia sopra descritti si ricava, per i singoli rami del circuito il valore della
perdita di carico; sommando le perdite di carico dei vari rami che compongono i circuiti di alimentazione
dei singoli ventilconvettori, si individua la perdita di carico totale di ciascun circuito inteso come l'insieme
di tratti di tubazione che, partendo dalle pompe di circolazione e tornando alla centrale, raggiungono i
singoli terminali.
Fra tutti i circuiti quello con la perdita di carico più alta, determina la prevalenza della pompa di
circolazione, mentre le singole differenze tra la perdita di carico del circuito più sfavorito e quella degli
altri circuiti determina la perdita aggiuntiva di bilanciamento che deve essere imposta ai circuiti più
favoriti, per essere certi che il regime di portata d'acqua nell'intero impianto sia quello desiderato.
Per quanto riguarda il circuito radiatori risulta invece una portata d'acqua di 475 l/h con una prevalenza
di 37 kPa. (La portata di acqua é ricavata imponendo un valore minimo per il diametro di ½" pari a 240 l/h
e velocità di 0,34 m/s, velocità ritenuta minima per trascinare eventuali bolle d’aria presenti nel circuito).
14
Tab. 5 - Circuito idraulico ventilconvettori piano primo lato nord
Tronco Diametro Portata Velocità ∆p/m ∆p Bilanciam.
n° ∅ (l/h) (m/s) (kPa/m) (kPa) (kPa)
(MV2) 1 1"1/2 3800 0,74 0,18 1,01 -
(MV2) 2 1"1/2 3800 0,74 0,18 0,97 -
(A) 4 1"1/2 3500 0,69 0,15 0,96 -
(A) 17 1"1/2 3500 0,69 0,15 0,78 -
(A1) 5 33/38 1600 0,53 0,13 0,13 -
(A1) 6 33/38 1350 0,44 0,10 0,33 -
(A1) 7 1” 1100 0,50 0,15 0,50 -
(A1) 8 1” 850 0,39 0,09 0,39 -
(A1) 9 ¾” 600 0,43 0,15 5,11 -
(A1) 10 ¾” 350 0,25 0,06 0,93 2,97
(A1) 11 ¾” 350 0,25 0,06 0,92 -
(A1) 12 ¾” 600 0,43 0,15 0,41 -
(A1) 13 1” 850 0,39 0,09 0,32 -
(A1) 14 1” 1100 0,50 0,15 0,50 -
(A1) 15 33/38 1350 0,44 0,10 0,33 -
(A1) 16 33/38 1600 0,53 0,13 0,17 -
(A1) 45 ½” 250 0,32 0,13 3,10 8,61
(A1) 46 ½” 250 0,32 0,13 0,99 -
(A1) 47 ½” 250 0,32 0,13 3,10 7,95
(A1) 48 ½” 250 0,32 0,13 0,99 -
(A1) 49 ½” 250 0,32 0,13 3,10 6,94
(A1) 50 ½” 250 0,32 0,13 0,99 -
(A1) 51 ½” 250 0,32 0,13 3,10 6,23
(A1) 52 ½” 250 0,32 0,13 0,99 -
(A1) 53 ½” 250 0,32 0,13 3,26 0,81
(A1) 54 ½” 250 0,32 0,13 0,74 -
(B) 18 ½” 300 0,39 0,18 6,63 1,62
(B) 19 ½” 300 0,39 0,18 6,50 -
(A2) 20 33/38 1900 0,62 0,18 2,43 -
(A2) 55 33/38 1900 0,62 0,18 2,26 -
(A22) 21 33/38 1350 0,44 0,10 0,13 -
(A22) 22 1” 1100 0,50 0,15 0,63 -
(A22) 23 1” 850 0,39 0,09 0,39 -
(A22) 24 ¾” 500 0,36 0,11 0,45 -
(A22) 25 ½” 250 0,32 0,13 3,44 0,29
(A22) 26 ½” 250 0,32 0,13 1,41 -
(A22) 27 ¾” 500 0,36 0,11 0,44 -
(A22) 28 1” 850 0,39 0,09 0,39 -
(A22) 29 1” 1100 0,50 0,15 0,63 -
(A22) 30 33/38 1350 0,44 0,10 0,13 -
(A22) 37 ½” 250 0,32 0,13 3,10 3,97
(A22) 38 ½” 250 0,32 0,13 0,99 -
(A22) 39 ½” 250 0,32 0,13 3,10 2,71
(A22) 40 ½” 250 0,32 0,13 0,99 -
(A22) 41 ¾” 350 0,25 0,06 5,28 0,17
(A22) 42 ¾” 350 0,25 0,06 0,57 -
(A22) 43 ½” 250 0,32 0,13 3,10 1,04
(A22) 44 ½” 250 0,32 0,13 0,99 -
(A21) 31 ¾” 550 0,39 0,13 0,44 -
(A21) 32 ½” 300 0,39 0,18 5,61 -
(A21) 33 ½” 300 0,39 0,18 1,98 -
(A21) 34 ¾” 550 0,39 0,13 0,29 -
35 ½” 250 0,32 0,13 2,97 3,52
36 ½” 250 0,32 0,13 1,10 -
Nel bilanciamento dei singoli ventilconvettori si è tenuto sempre conto del ∆p di bilanciamento della linea.
15
Figura 1
Figura 2
16
Figura 3
17
Figura 4
18
Figura 5
19
6. DIMENSIONAMENTO DELLA CENTRALE TERMICA E FRIGORIFERA
Centrale termica
Lo schema di centrale termica (tavola grafica T0) prevede l'installazione di una caldaia, collegata
mediante un circuito primario con pompa di circolazione dedicata (P4), ad un collettore di distribuzione a
cui saranno allacciati i circuiti radiatori e ventilconvettori, con collegamento idraulico del tipo a iniezione.
Questo tipo di circuito ha la caratteristica principale che consente di mantenere costanti le portate
d'acqua sia nel circuito primario (sia esso collegato ad un generatore di calore che ad un refrigeratore
d'acqua), sia nel circuito secondario.
La schematizzazione di funzionamento di tale tipo circuito per le due utenze, ventilconvettori e radiatori
invernale ed illustrato e radiatori negli schemi di fig. 6.
In pratica le pompe primarie (P4) provvederanno alla circolazione in caldaia ed all'alimentazione delle
portate di acqua calda necessaria a garantire, nelle condizioni di progetto, che l'alimentazione del circuito
radiatori avvenga alla temperatura di 75 °C e quella del circuito ventilconvettori avvenga alla temperatura
di 41 °C, in condizione di massima apertura delle rispettive valvole di regolazione.
Ptv = 66692 W
Ptr = 2520 W
Avendo a disposizione acqua prodotta in caldaia a 75 °C é necessario prevedere l'iniezione dal circuito
primario delle seguenti quantità di acqua calda:
Circuito Ventilconvettori:
dove:
16820 : portata acqua circuito ventilconvettori (l/h)
41 : temperatura acqua mandata ventilconvettori (C)
37,6 : temperatura acqua ritorno ventilconvettori (C)
75 : temperatura acqua prodotta dalle caldaie (C)
(*) poiché la temperatura di alimentazione del circuito secondario é pari a quella del primario la portata di
iniezione coincide con quella in circolazione nel secondario.
20
termica del 30% rispetto quella massima dispersa, da utilizzare nelle fasi di messa a regime
dell’impianto.
Il ritorno generale dell'acqua in caldaia risulta essere pertanto alla temperatura di:
Il salto termico sulla caldaia risulta così di 29,6°C. Tale valore appare troppo elevato, potendo dare luogo
a tensioni nella caldaia e a scarsa uniformità di raffreddamento della stessa.
E' infatti consigliabile fare funzionare i generatori di calore con salti termici compresi fra 10°C e 15°C.
Fissando pari a 13°C questo valore e nota la potenza richiesta dalle utenze (69 kW), risulta necessario
avere a disposizione una portata di acqua di 4565 l/h nel circuito primario di caldaia.
La differenza di portata rispetto ai 2004 l/h spillati dai circuiti di utenza e cioè 2561 l/h, sarà by-passata fra
collettore di mandata e collettore di ritorno attraverso un apposito ramo, dotato di valvola di taratura
avente una perdita di carico pari a quella delle valvole di iniezione nei circuiti di utenza.
Per il dimensionamento della pompa del circuito primario (P4), si dovranno considerare i seguenti
componenti del circuito idraulico:
Utilizzando le tabelle con i coefficienti di perdita (Z) e individuate su cataloghi dei costruttori le perdite di
carico di componenti specifici, quali le valvole di regolazione e la caldaia, s’individua una prevalenza
necessaria per la pompa di circolazione (P4) di 35 kPa.
Dal punto di vista del circuito idraulico é opportuno fare notare che, nel caso non si riuscisse ad ottenere
per le due valvole di iniezione la stessa perdita di carico, si dovrebbe inserire sul circuito di minore
perdite una valvola di bilanciamento.
Centrale frigorifera
Per quanto riguarda la centrale frigorifera, la potenzialità frigorifera massima contemporanea dell'edificio
risulta di 66,4 kW e si verifica alle ore 16.
Nella scelta del gruppo frigorifero sono comunque da tenere in considerazione i seguenti parametri:
• potenzialità richiesta
• temperatura acqua richiesta
• temperatura aria alle condizioni di progetto
• portata acqua all’impianto (da ciò deriva il ∆t dell’impianto e di conseguenza il set-point del
gruppo.
La scelta del gruppo refrigeratore d'acqua va pertanto effettuata sulla base di questo valore, tenendo
presenti comunque anche le seguenti considerazioni:
- la potenza calcolata considera la contemporaneità dei carichi massimi elettrici di illuminazione e dovuti
alle persone, caso questo che ben raramente avviene, a rigore si potrebbe pertanto ridurre la potenza
in base a cui selezionare il gruppo refrigeratore;
21
- in antitesi al punto precedente va invece considerata la necessita' di disporre di una riserva di potenza
per far fronte a situazioni particolari di carico esterno e/o di affollamento;
- in presenza di gruppi frigoriferi a più circuiti indipendenti, si privilegia a volte il fatto di poter avere a
disposizione, in caso di manutenzione o di avaria di un circuito frigorifero del gruppo, una potenza
frigorifera per fare fronte, almeno parzialmente, alle esigenze.
Ovviamente la scelta definitiva va operata dal progettista in accordo con il committente, una volta valutati
costi e benefici dalle varie soluzioni.
Nel caso in esame si prevede l'installazione di un gruppo frigorifero AERMEC mod. NRA350L in grado di
erogare, nelle condizioni di progetto, una potenza frigorifera di 76 kW.
Analizzando i dati di funzionamento di questo gruppo si vede che, alimentato con una portata di acqua di
16820 l/h, da luogo a una perdita di carico nell'evaporatore di circa 72 kPa.
Si deve poi tenere in considerazione la perdite di carico del circuito idrico che collega la centrale
frigorifera con la copertura dell'edificio, ove é installato il gruppo. Detta perdita ammonta a circa 27 kPa
dovuti a:
L'entità di questa perdita é tale che si rende necessario prevedere una pompa (P1), indipendente rispetto
a quella (P2) del circuito ventilconvettori.
In tale modo nel funzionamento estivo le due pompe (P1) e (P2) funzioneranno in serie mentre nel
funzionamento invernale si fermerà la pompa del gruppo frigorifero (P1) e funzioneranno in serie le
pompe (P2) e (P4).
Per la definizione completa dei componenti della centrale termica e frigorifera é necessario
dimensionare ora i vasi di espansione chiusi e la valvola di sicurezza.
a) i contenuti d'acqua dell'impianto, sia per quanto attiene al funzionamento invernale che estivo; i singoli
contenuti risultano:
La somma dei termini 2-5-7-8 fornisce il contenuto estivo d'acqua dell'impianto Ce = 1341 litri.
22
b) La pressione iniziale Pi assoluta dell'impianto, data dall'altezza idrostatica dello stesso in
corrispondenza al punto di installazione del vaso di espansione, maggiorato di almeno 0,3÷0,5 bar
per sicurezza.
Nel caso in esame, l'altezza idrostatica dell'impianto é, nel caso invernale di 7,0 m (ventilconvettori del
piano primo installati a quota +5,00 e vaso di espansione in centrale termica a quota -2,00) mentre nel
caso estivo é di 10 m (gruppo frigorifero in copertura a quota +8,00 e vaso di espansione in centrale alla
quota -2,00).
c) La pressione finale assoluta (Pf) dell'impianto, coincidente con quella cui é tarata la valvola di
sicurezza, dipendente dalla pressione massima di funzionamento dei terminali o della caldaia oltre
che della pressione idrostatica; di solito questo valore é mantenuto nei limiti di 4-5 bar assoluti.
d) Il coefficiente (E) di espansione dell'acqua nel campo di temperature di funzionamento; a tale fine si
può fare riferimento alla tabella 6.
°C 20 30 40 50 60 70 80 90
E 0,001 0,005 0,009 0,013 0,018 0,023 0,029 0,035
Per il caso in esame si può adottare, per il funzionamento invernale il valore E = 0,035 e per quello estivo
il valore E = 0,005.
La capacità dei vasi di espansione effettivamente installati dovrà eguagliare quella calcolata con una
tolleranza del ±10%.
Il calcolo del contenuto d'acqua del circuito estivo consente inoltre di valutare la necessità o meno di
prevedere l'installazione di un serbatoio di accumulo, avente lo scopo di ridurre il numero di accensioni e
spegnimenti del refrigeratore, assicurando così una temperatura media dell'acqua di alimentazione
all'impianto più costante e salvaguardando i compressori dal danneggiamento.
Questa situazione si verifica particolarmente in impianti di medio-piccola estensione i cui circuiti idraulici
sono estremamente ridotti. Per evitare comunque un numero orari elevato di spunti dei compressori, i
costruttori di gruppi frigoriferi equipaggiano le macchine con temporizzatori di avviamento, che
impediscono avviamenti ravvicinati, con frequenze superiori a 6 minuti.
Questo tempo é certamente sufficiente per l'equilibratura delle pressioni all'interno del circuito frigorifero
e per evitare stress al motore elettrico del compressore, ma potrebbe essere eccessivamente lungo per
le utenze che, in situazioni di carico vedrebbero aumentare la temperatura dell'acqua refrigerata di
alimentazione.
L'accumulo ha pertanto anche una funzione di smorzamento di questo effetto a vantaggio del
mantenimento delle regolari condizioni di funzionamento dell'intero impianto.
Uno dei criteri di verifica della adeguata capacità dell'impianto é quello che fissa un minimo di 20 litri di
acqua per ogni kW di potenza frigorifera disponibile al gradino più basso di parzializzazione del gruppo
refrigeratore d'acqua. Nel caso in esame il gruppo refrigeratore d'acqua é dotato di due compressori di
23
potenza unitaria 38,3 kW; il contenuto di acqua minimo richiesto per l'impianto é dunque di 766 litri a
fronte di un valore calcolato di 1400 litri e non si rende perciò necessaria l'installazione del serbatoio di
accumulo.
Valvola di sicurezza
Per la scelta della valvola di sicurezza é necessario ricorrere ai cataloghi dei costruttori per selezionare
un modello di diametro tale da scaricare, alla pressione relativa di intervento prevista di 3,5 bar, almeno
la potenza termica prodotta in caldaia e cioè 90 kW
Alcuni di questi sistemi di regolazione sono già installati a bordo delle apparecchiature come il generatore
di calore ed il gruppo frigorifero per il controllo della temperatura dei fluidi primari termovettori.
La regolazione della temperatura ambiente come già detto sarà effettuata mediante termostato agente
sull'attacco e stacco del ventilatore dei ventilconvettori.
Nei locali dotati di radiatori la temperatura invernale sarà controllata da valvole termostatiche installate su
ciascun corpo scaldante.
La regolazione invernale della temperatura di mandata dell'acqua calda ai ventilconvettori, rilevata dalla
sonda T3, sarà effettuata mediante la valvola a tre vie (V1) comandata, tramite il regolatore elettronico
(RET1) ad azione proporzionale e dotato di compensazione in funzione della temperatura esterna.
Quest'ultima prerogativa si rende necessaria per evitare che si possa avere surriscaldamento dei locali a
causa dell'effetto convettivo creato dal passaggio di acqua calda nella batteria anche a ventilatore fermo.
Questo effetto risulta particolarmente sensibile nelle mezze stagioni quando il carico termico in ambiente
si riduce notevolmente.
E' perciò opportuno, in questa situazione diminuire proporzionalmente anche la temperatura di mandata
dell'acqua ai ventilconvettori con una apposita compensazione, ad esempio la seguente:
T esterna -5 °C 15 °C
T mandata 41 °C 30 °C
Per evitare agli utenti sensazioni di freddo specialmente nelle fasi di avviamento dell'impianto è buona
norma prevedere sulla tubazione generale di alimentazione dell'acqua ai ventilconvettori una sonda limite
di minima temperatura, che inibisce il funzionamento dei terminali al di sotto del valore imposto
(normalmente 25 °C); tale sonda andrà disattivata nel funzionamento estivo.
Analogamente si prevede la regolazione a punto fisso, con compensazione in funzione della temperatura
esterna, per l'acqua del circuito radiatori, realizzata mediante l'impiego della sonda (T1) ad immersione,
del regolatore elettronico (RET2) e della valvola (V2); in questo caso i valori di compensazione potranno
essere i seguenti:
T esterna -5 °C 15 °C
T mandata 75 °C 30 °C
24
Figura 6
Circuiti ad iniezione
25
ALLEGATO 1
26
Sigla della struttura n° 1: STR 101
Descrizione: parete verticale esterna
Parete verticale esterna con isolamento e barriera al vapore
Giacitura: VE struttura verticale rivolta verso l’esterno
27
Sigla della struttura n° 3: PAV 100
Descrizione: pavimento
Pavimento con flusso discendente
Giacitura: PE pavimento rivolto verso l’esterno
28
Sigla della struttura n° 5 SOL 100
Descrizione: solaio interno
Solaio interno isolato con barriera al vapore
Giacitura: SI solaio rivolto verso un locale interno
29
Sigla della struttura n° 7 FIN 4
Descrizione: porta in legno
Porta esterna in legno
Giacitura: VE struttura verticale rivolta verso l’esterno
30
ALLEGATO 2
TABULATI DI CALCOLO
31
DATI DI PROGETTO
Dati generali
Dati geoclimatici
32
Riepilogo delle dispersioni
N° loc. Q conduz. N° ric. V/h Q Ventilaz. Q totale Superficie Vol. netto
W W W m2 m3
1 4494 0,5 1172 5666 173,0 268,8
2 721 0,5 230 951 26,4 52,8
3 704 0,5 227 931 24,5 52,1
4 1486 0,5 641 2127 51,8 147,1
5 4646 0,5 1165 5811 158,8 267,1
6 169 0,5 48 217 5,0 11,1
7 135 0,5 86 221 5,8 19,7
8 32 0,5 20 52 1,4 4,6
9 32 0,5 20 52 1,4 4,6
10 1242 0,5 608 1850 54,3 139,5
11 1737 0,5 778 2516 68,1 178,5
12 1242 0,5 608 1850 54,3 139,5
13 300 0,5 134 434 10,7 30,7
14 24 0,5 15 39 1,0 3,5
15 24 0,5 15 39 1,0 3,5
16 24 0,5 15 39 1,0 3,5
17 1572 0,5 441 2013 50,8 101,2
18 862 0,5 261 1123 28,7 59,8
19 1905 0,5 310 2215 52,0 71,1
20 430 0,5 147 576 14,7 33,7
21 570 0,5 365 935 24,4 83,7
22 1614 0,5 261 1875 44,1 59,8
23 89 0,5 56 145 3,8 12,9
24 165 0,5 54 219 8,4 12,4
25 869 0,5 273 1142 29,8 62,6
26 1364 0,5 374 1738 42,9 85,7
27 1306 0,5 463 1770 51,1 106,3
28 1621 0,5 420 2041 73,5 96,3
29 2706 0,5 918 3624 111,3 210,5
30 263 0,5 96 359 15,8 22,0
31 1206 0,5 581 1787 50,8 133,3
32 3956 0,5 1062 5018 151,7 243,6
33 137 0,5 44 181 4,8 10,1
34 226 0,5 78 304 5,8 17,9
35 53 0,5 18 72 1,4 4,2
36 53 0,5 18 72 1,4 4,2
37 944 0,5 554 1498 48,5 127,1
38 1229 0,5 473 1702 35,0 108,5
39 944 0,5 292 1236 35,9 67,0
40 943 0,5 554 1493 48,5 127,1
41 226 0,5 122 348 10,6 28,0
42 40 0,5 14 54 1,0 3,2
43 40 0,5 14 54 1,0 3,2
44 40 0,5 14 54 1,0 3,2
45 3892 0,5 1062 4954 151,7 243,6
46 1232 0,5 581 1814 50,8 133,6
47 1693 0,5 420 2113 73,5 96,2
48 559 0,5 154 712 20,7 35,0
49 2131 0,5 685 2816 83,1 157,1
50 262 0,5 96 359 15,8 22,0
33
N° progressivo locale : 001
N° locale di riferimento : 001
Descrizione del locale : ufficio ai servizi sociali
Piano di appartenenza :T Categoria di destinazione d’uso : E.2 Zona di appartenenza :1
Impianto di riscaldamento :1 Impianto di ventilazione meccanica :
2 3
Area della superficie (m ) : 79.055 Altezza del locale (m) : 3.4 Vol. netto locale (m ) : 268.787
Rapporto Area sup. int. Verso est./Vol netto del locale : 0.634
3
CD max ammesso dalla legge per il locale (W/m °C) : 0.961
3
CD effettivi del locale (W/m °C) : 0.668
34
Fabbisogno di calore totale dell’edificio
Cd (W/hm3°C) : 0.312
Cv (W/hm3°C) : 0.102
Cg (W/hm3°C) : 0.414
35
DATI DI PROGETTO
Dati generali
Ora 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19
T °C b.s. 26.1 27.3 28.5 29.8 31.0 32.3 33.5 340 33.5 33.0 32.5 31.4
T °C b.u. 22.0 22.3 22.5 23.0 23.5 23.8 24.0 24.0 24.0 23.8 23.5 23.3
U.R.% 70.3 64.9 60.0 56.6 53.6 49.4 45.7 43.8 45.7 46.4 47.2 50.5
Condizioni di progetto
36
Riepilogo rientrate estive
N° loc. Vol. netto Ora max. Q sens. Q lat. Q tot. R = Qs/Qt
m3 carico (W) (W) (W)
1 268,8 14 3552 1075 4627 0,768
2 52,8 14 1460 173 1643 0,889
3 52,1 15 2705 502 3208 0,843
4 147,1 9 2343 601 2945 0,796
5 267,1 15 2300 838 3138 0,733
6 11,1 8 0 0 0
7 19,7 8 0 0 0
8 4,6 8 0 0 0
9 4,6 8 0 0 0
10 139,5 14 1352 675 2026 0,667
11 178,5 9 2768 579 3346 0,827
12 139,5 14 1351 675 2026 0,667
13 30,7 8 0 0 0
14 3,5 8 0 0 0
15 3,5 8 0 0 0
16 3,5 8 0 0 0
17 101,2 8 1962 521 2484 0,790
18 59,8 8 1337 441 1779 0,752
19 71,1 9 1692 412 2104 0,804
20 33,7 15 647 387 1034 0,626
21 83,7 14 579 486 1065 0,544
22 59,8 16 2064 441 2504 0,824
23 12,9 8 0 0 0
24 12,4 8 0 0 0
25 62,6 17 1144 325 1469 0,779
26 85,7 17 2102 368 2470 0,851
27 106,3 15 1370 334 1704 0,804
28 96,3 14 1402 185 1586 0,884
29 210,5 14 2882 893 3775 0,763
30 22,0 19 176 40 215 0,819
31 133,3 9 2612 576 3188 0,819
32 243,6 17 1983 1008 2991 0,663
33 10,1 8 0 0 0
34 17,9 8 0 0 0
35 4,2 8 0 0 0
36 4,2 8 0 0 0
37 127,1 17 1033 642 1674 0,617
38 108,5 18 2941 332 3273 0,899
39 67,0 8 1175 339 1514 0,776
40 127,1 17 1158 642 1799 0,644
41 28,0 8 0 0 0
42 3,2 8 0 0 0
43 3,2 8 0 0 0
44 3,2 8 0 0 0
45 243,6 8 3751 1285 5032 0,745
46 133,6 16 1220 396 1616 0,755
47 96,2 17 1411 178 1589 0,888
48 35,0 17 1208 134 1343 0,899
49 157,1 17 2422 372 2794 0,867
50 22,0 19 176 40 215 0,819
37
N° progressivo locale :1
N° locale di riferimento 1
Descrizione locale : ufficio ai servizi sociali
Piano di appartenenza : terra
Zona di utilizzazione :1
Superficie in pianta del locale m2) : 79.055
Altezza del locale (m) : 3.4
Superficie disperdente totale (m2) : 93.96
Peso del pavimento (kg/(m2) : 450
Volume netto del locale m3) : 268.8
Carichi interni
N° di persone mediamente presenti :8
Grado di attività (1 – 11) :4
38
N° progressivo del locale: 1
Rientrate di calore alle varie ore del giorno
Rientrate di calore alle varie ore del giorno suddivise in calore sensibile e latente
39
Rientrate di calore complessive dell’edificio alle varie ore del giorno,
suddivise in calore sensibile e latente
40
LEGENDA SIMBOLI
F
Pressostato T0 Schema funzionale
Flussostato
Rubinetto a sfera di scarico con porta-gomma
Consulenza impiantistica:
Valvola intercettazione combustibile
REX Modulo di regolazione
X = H : DI ENTALPIA
X = P : DI PRESSIONE Servizio Tecnico Commerciale - Aermec sede
X = T : DI TEMPERATURA
X = U : DI UMIDITA'
Riduttore/stabilizzatore di pressione X
Sonda
Filtro a Y
Copertura dell'edificio
T3
SONDA ESTERNA
Circuito
70/76
ventilconvettori
Circuito 3/4"
radiatori
RET2 RET1
Separatore d'aria
VALVOLA V1 V2
2"
DN 10 20
43/48
Kv 1.5 5.0
Tronchetto flangiato
DN50 p (kPa) 15 15
43/48
T1
70/76
Commutazione stagionale
di funzionamento
Estate : chiuso
A
P Inverno: aperto
3/4"
B
Estate : aperto
Inverno: chiuso
F P T2
1"
Dalla rete
DN
1"1/2
F
Acquedotto
82/89
P
V2 V1
IC
3/4"
1/2"
1/2"
3/4"
3/4"
3/4" 3/4"
Al contatore del gas 1"
T TS TL RET A
Intercettazione espansione
gas fuori porta P = 90 kWt Filtro micrometrico
1/2"
attacco p = 15 kPa
Vaso di Vaso di 1/2" caricamento 1/2"
P rapido P
espansione espansione prodotti 2"1/2 2"1/2 B 2"1/2 B 2"1/2
1/2"
1"1/2
C = 100 l C = 24 l anticorrosivi
Caricamento
1/2" 1/2"
C = 12 l
impianti 1/2" 1/2" GA
PIANO INTERRATO
E1 T0 10/09/2004
Sezionamento
elettrico
GA
Superficie di aerazione
0.35 mq (min.)
Quadro comando
refrigeratore
Vasca riserva
Intercettazione idrica antincendio
gas fuori porta GC1 Sottocentrale
impianti
2½"
Jutato e
catramato Locale
caldaia
Dalla rete
acquedotto
Al contatore
gas
Montanti al refrigeratore
d'acqua in copertura
Sottocentrale termica
E1 T2 10/09/2004
A norma di legge il presente elaborato non puo' essere riprodotto o comunicato
a terzi senza espressa e preventiva autorizzazione dei titolari del progetto.
70/76
16820l/h
8
SCHEMA ALTIMETRICO
3/4"
circuito ventilconvettori
(fuori scala)
Piano primo
1 2 9 10
1"1/2 1"1/2
3800l/h 4300l/h
39/44 49/54
4070l/h 4650l/h
MV2 12 13
2 Piano terra
42 41
1/2" 40 11
46
54/60 64/70
7870l/h 8950l/h
54/60 7
70/76 7870l/h
16820l/h
1 8 70/76 64/70
46 8
16820l/h 8950l/h
54/60 54/60
8950l/h 7870l/h
1/2"
MV1
70/76 8
16820l/h 46
7
ESEMPI DI CALCOLO IMPIANTISTICO
montante tubazioni alla copertura Esempio n. Denominazione
camini
Impianto a ventilconvettori per uffici
E1
Tavola
(300 l/h)
Ø25 1/2"
250 l/h
3/4"
500 l/h
E1 T3 10/09/2004
Ø32 (250 l/h)
(250 l/h)
1"
750 l/h
(320 l/h)
3/4"
600 l/h
1"
1070 l/h
Ø32 Rete alimentazione ventilconvettori
1"
Ø32 1300 l/h
(200 l/h) 3/4"
800 l/h MR1
(300 l/h)
1/2"
200 l/h
1/2"
200 l/h
1/2" Ø25
300 l/h 1"
1300 l/h
(200 l/h)
1"1/4
21
2150 l/h (650 l/h)
PARTE DI EDIFICIO
A DIVERSA DESTINAZIONE Ø25
1"
1000 l/h
3/4" Ø25
650 l/h (200 l/h)
(300 l/h) Ø32
1/2"
1" 200 l/h
700 l/h 1"
850 l/h
Ø32 1/2" 33/38 33/38 1" 1"
(700 l/h) 1/2"
300 l/h 1650 l/h 1450 l/h 1250 l/h 1050 l/h
31
200 l/h
41
Ø32 (300 l/h) (200 l/h) (200 l/h) (200 l/h) (200 l/h) (200 l/h)
33/38
1850 l/h
ESEMPI DI CALCOLO IMPIANTISTICO
montante tubazioni alla copertura
camini
Impianto a ventilconvettori per uffici
E1
Rete tubazioni piano primo
25+26
T4
Ø25 Ø25
1/2" 250 l/h
Servizio Tecnico Commerciale - Aermec sede
250 l/h
Ø25 1/2"
350 l/h
43+44
3/4"
51+52 E1 T4 10/09/2004
250 l/h 250 l/h
600 l/h
ØA32
3/4" 1"
ØA32
500 l/h 850 l/h
41+42 49+50
a,b,...= nodi
Rete alimentazione batterie calde
1" , ,...= tratti Rete alimentazione batterie fredde
1" 1100 l/h
850 l/h
Rete alimentazione ventilconvettori
39+40 47+48
Rete alimentazione radiatori
250 l/h 250 l/h Rete scarico condensa
3800 l/h
1"1/2 A
3500 l/h 1+2
33/38 Venrilconvettore ( identificativo del modello)
ØA32
1" 1350 l/h ØA32
33/38
1100 l/h A1 250 l/h Radiatore potenza termica secondo UNI 6514/69
33/38 1600 l/h
37+38 A22 1350 l/h 45+46
1/2"
250 l/h 33/38 250 l/h B a numero identificativo del locale
A2 300 l/h
1900 l/h
numero identificativo del tratto di tubazione
A
1/2" b
3/4"
550 l/h B
35+36
1/2"
250 l/h 300 l/h
1/2"
300 l/h
A21
Ø32 Ø25
39/44
300 l/h 1/2" 1" A3200 l/h
250 l/h
1/2" 1100 l/h 4300 l/h
Ø25 Ø32
1" Ø25
300 l/h
1100 l/h
200 l/h 200 l/h 200 l/h 200 l/h 200 l/h
650 l/h
250 l/h
Ø25
1/2"
250 l/h
62
33/38 500 l/h
1700 l/h
Tubazioni in
controsoffitto
1"
1200 l/h