Numero No Ve

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IL NUMERO 9 E IL MAGICO

TEOREMA LUOSHU
«La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continua- – soprattutto attraverso Talete (640-547 a.C.), Pitagora
mente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma (570-496 a.C.) e Platone (427-348 a.C.) – avrebbe dato
non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua vita alla filosofia greca. Il termine filosofia, infatti, sareb-
e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua be stato coniato dallo stesso Pitagora con l’accezione di
matematica e i caratteri son triangoli, cerchi ed altre figure ‘amare’ (philéin) ‘la sapienza’ (sophia).
geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne uma- Secondo quell’antica sapienza, la natura sarebbe un olos
namente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un (intero) tenuto assieme da una immensa rete di energia
oscuro laberinto»1 (Galileo Galilei, 1623) spirituale, che Platone chiama Anima Mundi, struttura-
ta secondo leggi cicliche universali (cioè presenti in ogni

L’
antica “matematica celeste”, parte fondamentale particolare). Perciò Aristotele (384-322 a.C.) scrive:
della cosiddetta sapienza dei Magi o scienza «Noi riteniamo che il sapiente conosca tutte le cose
sacra, anche detta tradizione ermetica, sapienzia- [...] senza che però egli abbia conoscenza di tali cose
le oppure alchemica, sarebbe nata in Estremo Oriente, nella loro particolarità [...] giacché questi, in un certo
ovvero da lì ripartita secondo i miti dopo l’ultimo di- senso, conosce tutto ciò che all’universale soggiace».2
luvio universale, per giungere anche in Occidente dove Per lo stesso motivo, Lao-tze (570-490 a.C.), siste-

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Geoaritmetrica

Questo saggio ripropone in chiave attuale conoscenze geometrico-matematiche


risalenti alla più remota antichità e alle più svariate culture, collegate a quella
sapienza tradizionale riconducibile a una visione olistica della realtà, quanto mai
necessaria in questi tempi caratterizzati da separazione e contrapposizione.

di Teodoro Brescia

matizzatore del taoismo, nel Tao-teh-Ching aveva già disegnata la Hetu. Mille anni dopo, l’imperatore Yü,
sostenuto: «Chi è sapiente non ha vaste nozioni. Chi ha fondatore della dinastia Xia (2205-1751 a.C.), s’imbat-
vaste nozioni non è sapiente».3 Quelle leggi universali si té in una tartaruga magica che portava incisa sulla co-
riteneva fossero scritte in un linguaggio geoaritmetrico, razza la Luoshu».5 Si tratta di due simboli che riportano
cioè un composto indissolubile di forme (geometria), due serie aritmetiche costruite sui primi nove numeri
numeri (aritmetica) e ritmi (musica e quindi metrica), naturali. «C’è chi afferma che in questi due simboli sia
probabilmente per un totale di nove leggi, tante quanti contenuta la chiave matematica della vita e dell’univer-
i nove numeri di base, quelli a cui la “matematica cele- so, inaccessibile ai più».6
ste” (aritmologia o numerologia) riconduceva qualunque
altra cifra (es: 372=3+7+2=12=1+2=3). Da quella mate- 1. Il Nove tra mito e storia
matica derivava anche la cosiddetta ghematria, lo studio Secondo Pitagora, il tre geometrico (triangolo e famosa
del valore numerico delle parole e dei nomi.4 tetraktis) è la forma sacra che tutto contiene e la fa cor-
«Secondo la leggenda (accreditata già nel VI sec. a.C.), rispondere al numero 10 (9+1=10=1+0=1), il ritorno
l’imperatore [cinese] Fu Xi (III millennio a.C.) vide all’Uno (Dio). Per i pitagorici, geometria, matematica
uscire da un fiume un cavallo-drago sul cui manto era e musica sono il reale “linguaggio macchina” della

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natura. La filosofia pitagorica, infatti, verrà abbracciata sarebbero le manifestazioni dell’Uno, le 10 (ovvero 9+1)
da Platone e, con le dovute differenze, definita platoni- Sefirot come vengono dette nella Cabala ebraica.9 Il
smo o realismo matematico. Aristotele, allievo di Platone, termine sefir o sifir, come vedremo, è legato al vento (lo
conserverà l’idea dell’inseparabilità tra matematica e ge- zefiro), inteso in questo caso come “soffio dello spirito”.
ometria definendola un sìnolo (dal greco sun-olos: tutto- In Occidente, il primo grande iniziato alla sofia, come
intero) di materia (quantità e quindi numero) e forma accennato, è considerato Pitagora. Si narra fosse “scia-
(geometria). Anche nella tradizione sapienziale cinese si mano e semidio, mago, taumaturgo dotato di poteri
sostiene che «il tre dette vita alle diecimila creature»7 e sovrannaturali. Iniziato ai misteri egizi, seguace di Or-
che il «Nove segna il compimento definitivo, integrale, feo, di Zoroastro e di Mosè. Matematico e fisico, (già)
perché porta non solo al sorgere della luce, ma anche assertore dell’eliocentrismo [e della sfericità della Terra],
al ritorno all’indifferenziato»:8 l’Uno. In sintesi, nove riformatore morale e capo di una setta religiosa”.10 Pi-
tagora, Platone e altri filosofi della corrente sapienziale,
Pitagora, Platone e altri filosofi della corrente ritenevano matematica e geometria non solo parti indi-
visibili e semplici (simili ai moderni frattali) ma attribu-
sapienziale, ritenevano matematica e geome- ivano ad ogni numero anche una propria dimensione
tria non solo parti indivisibili e semplici ma geometrica, ovvero «questi “geometri” […] trattavano
attribuivano ad ogni numero anche una geometricamente la stessa aritmetica […]. 1, 3, 6, 10 e
così via erano numeri [considerati] triangolari, perché
propria dimensione geometrica... si potevano formare allargando triangoli equilateri con
file successive di punti. La valorizzazione delle figure
portò a intuizioni profonde – per esempio a sequenze di
numeri “quadrati” e “pentagonali».11
Nella lettera 58–passo 31 a Lucilio, Seneca (4 a.C.-
65 d.C.) racconta che «Platone morì esattamente il
giorno del suo ottantunesimo compleanno. Perciò dei
Magi, che per caso si trovavano ad Atene, celebrarono
un sacrificio in onore del defunto: secondo loro gli era
toccato un destino superiore a quello umano, perché i
suoi anni assommavano a un numero perfettissimo: il
risultato di nove per nove». Ciò da un lato conferma
la concezione mistica che anche in Occidente si aveva
degli antichi filosofi appartenenti al filone sapienziale e,
dall’altro, ci introduce al mito del numero 9.
Nove erano le Muse figlie di Zeus e Mnemosine, pro-
tettrici del canto e della danza; si narra che Gengis Kan
si inchinasse 9 volte al Tengrì (Dio del Cielo) prima di
andare in battaglia; «sia nell’antica Cina che nell’antico
Messico si credeva ad un inferno traversato da 9 corsi
d’acqua»;12 Confucio scrive e trascrive, in tutto, nove
libri canonici; Dante, nella Vita Nova, in riferimento
alla Trinità, cita nove volte il numero nove e stila un
elenco delle sessanta donne più belle di Firenze, collo-
cando Beatrice, per lui simbolo di divina purezza, non
al primo bensì al nono posto. Ella, aggiunge Dante,
gli apparve per la prima volta all’età di nove anni e, la
seconda volta, nove anni dopo ...all’ora nona del gior-

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no; Guénon scrive «che il misterioso numero nove, da (cioè 81 tipi di atomi non radioattivi). L’uomo, consi-
cui “Beatrice è particolarmente amata”, Beatrice “che derato a immagine di Dio (il Tutto), nasce dopo nove
bisogna chiamare Amore”, dice Dante nella Vita Nova, mesi di gestazione. E secondo la medicina premoderna,
è destinato anche a questo Venerabile, circondato da ogni 9 (o 7) anni di vita scatta l’anno climaterico (pas-
nove colonne, da nove fiaccole a nove bracci e a nove saggio ad un’altra fase del ciclo vitale).
luci, vecchio infine di ottantun anno, multiplo (o più Ma, ad un certo punto, la “matematica celeste” di Pita-
esattamente quadrato) di nove, quando Beatrice si gora cade vittima della separazione (dualismo) tra nume-
ritiene morta nell’ottantunesimo anno del secolo»13; ro e forma. Il puro calcolo matematico porta all’introdu-
sempre in Dante, nella Divina Commedia, nove sono i
gironi dell’Inferno e nove le sfere celesti del Paradiso. In
Ma, ad un certo punto, la “matematica celeste”
Cina, «il Ming Tang, edificio rituale la cui architettura
doveva riassumere […] l’ordinamento cosmico [era di Pitagora cade vittima della separazione (dua-
composto di] cinque stanze in forma di croce, quattro lismo) tra numero e forma. Il puro calcolo mate-
orientate secondo i punti cardinali e una al centro, con
dodici pareti esterne […] oppure un quadrato diviso
matico. Il puro calcolo matematico porta all’in-
in nove settori, emblema delle nove logge celesti (otto troduzione dei cosiddetti numeri irrazionali.
direzioni e un centro) e dei nove continenti terrestri,
ecc.».14 Si riteneva, inoltre, che «la Terra possiede Nove zione dei cosiddetti numeri irrazionali. Emblematica la
regioni, l’uomo Nove orifizi»,15 perciò «l’Impero ha famosa radice quadrata di 2 nel calcolo della diagonale di
Nove province».16 La Cappella Sistina – costruita tra il un quadrato di lato 1 col famoso “Teorema di Pitagora”.
1475 e il 1481 sotto la reggenza di papa Sisto IV (da cui Fu così che «in matematica si denominò àlogon [cioè
prese il nome), divenuta sede del conclave per l’elezione senza-logica] il rapporto fra due grandezze incommensu-
dei papi e in cui Michelangelo nel 1508-12 e 1535-41 rabili, con una misura comune che non si può esprimere
dipinse “l’immagine” di Dio dalla Genesi al Giudizio con un numero intero o frazionario, ma soltanto con
Universale – ha forma rettangolare e misura m. 40,23 una serie infinita di frazioni. La scoperta del numero
di lunghezza, m. 13,41 di larghezza e m. 20,70 di altez- irrazionale fu considerata il disastro della teoria pitago-
za. Come possiamo notare, ognuna di queste dimensio- rica, basata sul numero come espressione del vero».18 È
ni, secondo la numerologia, ha somma 9 (4+0+2+3=9; ritenuto però ancora un dato di fatto che la matematica
1+3+4+1=9; 2+0+7+0=9). È quindi una sorta di divino abbia la capacità di interpretare e anticipare il reale (vedi
999, forse in opposizione al diabolico 666. Nei Vangeli, teoria della Relatività). Anche il pensiero postmoderno
si legge che Gesù viene crocifisso all’ora terza, comincia (positivismo) ritiene, a sua volta e tuttora, che le cono-
l’agonia all’ora sesta e spira all’ora nona. scenze acquisiscono lo status di scienza proprio quando
Nove sono i numeri naturali di base. Enumerare, ovve- riescono ad essere matematizzate. Infine, concetti come
ro contare, si diceva infatti annoverare. Il 9, quindi, è proprietà della forma (cristallografia), ridondanza delle
l’ultimo dei numeri. Le tabelline ci vengono insegnate forme (frattali), frequenza dei cicli, proporzione aurea (o
fino a quella del 9 e un tempo anche fino a 12. La divina), cicli cosmici, etc., sono antiche concezioni della
matematica conserva ancora un “ponte” con la numero- tradizione sapienziale che la scienza contemporanea –
logia nella cosiddetta aritmetica modulare che riconduce specie dall’ultimo quarto del 1900, con lo sviluppo della
tutti i numeri a 9 (mod 9), come nella famosa “prova Teoria della complessità – sta sempre più rivalutando.
del nove”, oppure a 12 (mod 12), come nella mate-
matica dell’orologio.17 Nella geoaritmetrica, in effetti, i 2. Proporzione aurea, frattali e sequenza di Fibonacci
numeri andavano da 1 a 9 (quante le leggi universali) L’idea fondamentale della tradizione alchemica, riba-
o da 1 a 12 (quante le costellazioni dello zodiaco, che diamolo, è che la sostanza che compone la natura è un
segnavano l’ora del Grande Giorno delle Ere zodiacali), sìnolo di materia (matematica), forma (geometria) e
e tutti gli altri numeri venivano ricondotti ad essi. In suono (musica), in cui le forme dipendono dallo spirito
natura esistono nove per nove elementi chimici stabili (geometria sacra), si ripetono a catena nella costruzione

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della realtà (leggi universali e ridondanti) e la proporzio-
nerare figure di grande bellezza e sconcertanti proprietà
ne aurea (sacra o divina proporzione) è una sorta di “re- […]. La natura sembra concedere a Φ un ruolo speciale
ale e ideale ordine ovvero armonia spirituale delle cose”.nello “scegliere” alcune forme invece che altre».21
Perciò la base del corretto comportamento, sia esteriore Nel 1509 Luca Pacioli, teologo e matematico, pubblicò
(etica) che interiore (morale), consisteva anzitutto nel il De divina proporzione, un compendio in tre volumi
conformarsi alla geometria di quell’ordine armonico. sulla “proporzione aurea o divina”, rendendola “famosa”
nel mondo moderno e anche tra i non matematici. «Nel
Oggi, la scienza cristallografica ha dimostrato 1876 Gustav Theodor Fechner, l’inventore della psico-
metria, eseguì uno studio statistico su persone prive di
che le proprietà della forma delle molecole ogni preparazione artistica, chiedendo loro di scegliere
sono fondamentali tanto quanto quelle del fra vari rettangoli quello preferito, ivi incluso il qua-
drato. La maggioranza scelse il rettangolo aureo […].
numero di parti (quantità e materia)
Fechner realizzò anche meticolosi studi classici sulle
che le compongono. proporzioni nel corpo umano, e concluse che “perché
un oggetto sia considerato bello dal punto di vista della
Oggi, la scienza cristallografica ha dimostrato che le sua forma, deve avere fra la parte maggiore e quella
proprietà della forma delle molecole sono fondamentali minore lo stesso rapporto che passa fra la maggiore e
tanto quanto quelle del numero di parti (quantità e il tutto”. Questa è esattamente la stessa definizione del
materia) che le compongono. Il filosofo Putnam, a tal rapporto aureo».22 Si ponevano così le basi della moder-
proposito, fa un esempio simile a un gioco di formine na neuroestetica (nata ufficialmente nel 2001).23
per bambini: perché un oggetto si inserisce o passa in Fu invece Benoit Mandelbrot a definire la ripetitivi-
un foro e in un altro no? Per la forma geometrica delle tà in geometria e in natura come fattore f o frattale,
due parti in gioco. La spiegazione, egli afferma, «la nell’opera Gli oggetti frattali: forma, caso e dimensione
geometria ce l’offre, senza esitazione e molto intuitiva- (1975). Egli scrive: «Ogni piccola parte dell’oggetto è
mente. Un fatto prettamente fisico, questo, di barrette un’immagine ridotta dell’oggetto stesso [(…) secondo
che passano o non passano dentro dei fori. Ma la delle] proprietà di autosomiglianza (selfsimilarity)».24
spiegazione è del tutto astratta, immateriale, geometrica. Oggi sappiamo che «i frattali sono molto di più di un
Non solo, ma la geometria ci dà la spiegazione perfetta, curioso artificio matematico: in ultima analisi, infatti, la
ultima, definitiva»,19 che la scienza della sola materia e natura si muove secondo strutture frattali […]. E qual è
matematica non può darci. E, infatti, aggiunge: «Sareb- il limite del fattore f: gli studi dimostrano che ha a che
be insensato non accontentarci di questa e cercare una fare con Φ»,25 la proporzione aurea.
spiegazione in termini di atomi, particelle, quanti di Fibonacci, a sua volta, scoprì una particolare sequenza
energia [...]. Sono stupito che ancora molte persone di numerica in natura (1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55…),
grande intelligenza insistano nel voler sempre trovare che porta il suo nome. Keplero (1571-1630), infine,
una spiegazione di tipo ingenuamente riduzionistico». 20
rilevò che il rapporto tra due numeri successivi della
La scienza ha anche dimostrato che la natura è disegna- sequenza di Fibonacci tende, mano a mano che la
ta in forme omotetiche (cioè ridondanti: dai fiocchi di successione cresce, proprio a phi (Φ) il numero della
neve ai broccoli, dalle cellette degli alveari alle dirama- proporzione aurea (1,6180339887).
zioni dei fulmini, alle circonvoluzioni cerebrali, etc.) Questo legame, esistente in natura, anche nei flussi
secondo una nuova concezione che riunisce, appunto, vibrazionali (suoni) della materia, fra sequenza numeri-
matematica e geometria nella cosiddetta logica frattale. ca di Fibonacci, geometria frattale e proporzione aurea
Ed è sempre la scienza a dirci che «il numero aureo, che (classico è l’esempio della conchiglia del Nautilus), ci
si rappresenta con la lettera greca Φ (phi), abita in un dimostra che la natura è olisticamente costruita secondo
territorio […] di connessioni insospettate fra la natura il linguaggio geoaritmetrico in cui scienza (biologia), ma-
e le creazioni dell’uomo […]. Una delle meraviglie della tematica, geometria, estetica ed etica (la giusta propor-
proporzione aurea è la sua inesauribile capacita di ge- zione è salute) sono tra loro inseparabili.

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Il termine alchimia deriverebbe, secondo alcuni, dall’a- della sua opera, scrive: «Le nove cifre degli indiani sono
rabo al e kimìa cioè “il segreto” e, secondo altri, dal queste: 9 8 7 6 5 4 3 2 1. Con queste nove cifre, e con
greco copto Allah-chemeia o “fusione col divino”. Qui questo simbolo: 0, che in arabo si chiama zephir, si può
nascerebbe il concetto di chimica come processo di scrivere qualsiasi numero». Zero è quindi inteso nel
fusione e mescolanza tra elementi. E la proporzione, in significato di niente o nulla e nasce con pura funzione
effetti, non è che la giusta miscela tra le parti. È questo posizionale: serve cioè a contare le cifre “vuote” delle
il “segreto della vita”, trovare il nesso tra le cose e il loro decine, delle centinaia, delle migliaia, etc. Il problema,
giusto rapporto. Nella seconda metà del XX secolo sono come vedremo, nasce quando viene trasformato e usato
nate le cosiddette Grandi teorie unificate o Teorie del come cifra, specie in operazioni come la moltiplicazio-
tutto,26 che cercano di comprendere come combinare ne e la divisione. C’è anche chi sostiene che lo zero fu
matematicamente le quattro forze o energie su cui (a introdotto prima dai Sumeri o dai Maya, ovvero che già
quanto ad oggi ne sappiamo) si regge l’Universo: forze «i Sumeri contavano per decine, ma anche per sessanti-
di gravità, elettromagnetica, nucleare forte e debole. ne»,29 cioè per gruppi di 10 e 12, proprio come con-
«Insomma, pare che esista una sorta di “ricetta cosmica” tinuiamo a fare noi oggi (10 oggetti, 12 ore am e pm,
il cui prodotto finale, cioè l’Universo, dipenda dalla minuti di 60 sec., angoli in 360°, etc.). In ogni caso, in
combinazione e dalla relazione che esiste tra questi va- tutte quelle culture lo zero era sempre utilizzato come
lori: in altre parole, se uno di questi valori non dovesse simbolo posizionale e non come numero.
essere “sintonizzato” nella giusta frequenza […] l’Uni-
verso non esisterebbe così come lo conosciamo».
E la proporzione, in effetti, non è che la giusta
3. L’enigma dello zero e le dimensioni irrazionali miscela tra le parti. È questo il “segreto della
3.1. Lo zero vita”, trovare il nesso tra le cose e il loro giu-
«La spiegazione più diffusa è che “0” derivi dalla lettera
greca omicron, prima lettera di oὐdén che significa sto rapporto.
“niente” […] o semplicemente di oὐk,
“non”».28 Nella tradizione sapienziale,
come abbiamo visto, lo 0 non esisteva e,
fino al 1200, neppure nella matematica
ufficiale d’Occidente. Anche l’anno 0
non esisteva nel calcolo del tempo nella
cultura antica. Lo zero fu importato e
diffuso in Europa nel 1202 da Leonardo
Pisano (1170-1250), detto Fibonacci, con
la pubblicazione del Liber Abaci. Egli
aveva ripreso lo zero e la dicitura “moder-
na” dei numeri (rispetto a quelli romani)
dalla cultura araba (infatti vengono detti
numeri arabi). Ma gli arabi, in realtà, li
avevano importati dall’India, dove la
matematica era legata alla tradizione
sapienziale e, infatti, considerava in-
scindibile il rapporto tra matematica e
geometria e si basava proprio su 9 numeri
e figure e considerava lo 0 un “simbolo”
e non un numero, come invece gli altri
nove. Pisano, in effetti, nel libro primo

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Pisano, però, riprese i numeri dagli arabi, che avevano 17x0 = 0, «se la divisione per 0 fosse possibile, entrambi
invece introdotto l’uso dello zero come cifra. «In san- i membri di questa uguaglianza potrebbero essere divisi
scrito lo 0 si dice sunya, che vuol dire vuoto o in bianco per 0; quindi potremmo scrivere: (6x0)/0 = (17x0)/0.
[…]. Gli arabi lo introdussero con sifir, da cui derivano Gli zeri a numeratore e a denominatore si semplifi-
i vocaboli cifra e zero»,30 legato alla vacuità del vento cherebbero, e si avrebbe 6 = 17. L’assurdità di questa
(zefiro). Il “padre dello zero”, così come impiegato nella conclusione dimostra che la divisione per zero non è
matematica moderna, è considerato l’arabo Muham- un’operazione lecita. In altre parole, a/0 non significa
mad ibn Musa al Khwarizmi (800 d.C. ca.). L’opera di niente».32 In realtà, già nelle semplici divisioni (come
Pisano, inoltre, è il risultato dell’ulteriore ibridazione 10:3 = 3,3[3]), l’attuale matematica incappa nei numeri
della matematica araba con la geometria euclidea (gre- “infiniti” o cosiddetti irrazionali …proprio come la radi-
ca). Infatti, sempre nel Liber Abaci, Pisano aggiunge: ce di 2, enigma su cui era “caduto” lo stesso Pitagora.
«Fui introdotto in tale arte da un mirabile insegnamen- Il pensiero moderno nasce con Cartesio, lì dove si rea-
to per mezzo delle nove figure degli Indi [...], studian- lizza la completa riduzione della geometria a matemati-
dolo più attentamente e aggiungendovi qualcosa di mia ca. La forma geometrica (sintesi) viene divisa in materia
iniziativa e altro ancora apponendovi delle sottigliezze matematica (analisi). Nasce così la geometria analitica,
dell’arte geometrica di Euclide, mi sono impegnato a un ossimoro di cui gli assi cartesiani sono l’emblema e
comporre nel modo più chiaro possibile questo libro di cui il Riduzionismo è il modello scientifico.
diviso in 15 capitoli». Di certo, «senza lo zero la mate-
matica che conosciamo non esisterebbe»31 o, comunque, 3.3. Il dualismo
sarebbe molto diversa e, con essa, tutte le scienze, o La maggior parte degli assiomi culturali d’Occidente,
quelle loro branche, che sono state matematizzate. anche matematici e geometrici, nascono da un modello
di pensiero (paradigma) qui dominante: il dualismo. La
radice prima di tale modello risiede nella tradizione
religiosa greca che scinde il mondo in sovrannaturale
Il pensiero moderno nasce con Cartesio, lì dove (mithos) e naturale (logos) e, su quest’idea, costruisce la
si realizza la completa riduzione della geome- metafisica rispetto alla fisica e lega alla prima la forma
(geometria) e alla seconda la materia (matematica). Ciò,
tria a matematica. La forma geometrica (sinte- nonostante l’ammonimento di Aristotele che definisce
si) viene divisa in materia matematica (analisi). materia e forma (ovvero materia e spirito) un’entità
inscindibile che chiama sinolo (insieme olistico). La
cultura greca dominate, invece, crede all’esistenza di un
3.2. L’infinito e le idee irrazionali mondo umano, razionale e concreto (logos e fisica), e di
Allontanandosi sempre più dalla geometria e dal reale, uno divino, irrazionale ed etereo (mithos e metafisica),
la matematica ha generato nel tempo non solo lo zero opposti tra loro. Il visibile (materia), quindi, diviene
come numero ma anche i numeri negativi e ha reso sinonimo di razionalità e l’Invisibile (spirito) di irrazio-
astratta molta parte della geometria stessa, formulando, nalità. Tale modello finisce per separare la cultura, come
ad esempio, ‘idee’ (assiomi e postulati) come il punto prodotto dell’anima (psiche), dalla natura come prodot-
(entità geometrica astratta di dimensione = 0) o, vicever- to del corpo e, dunque, le scienze umane da quelle na-
sa, come la linea (rette e semirette, entità geometriche turali. In tal modo, seppure l’osservazione della natura
astratte di dimensioni = ∞). La matematica è giunta a porti evidentemente a sostenere che tutto sia contenuto
moltiplicare, dividere ed elevare per zero gli altri nume- in cicli (come corde in un cerchio) e che sia pertanto più
ri, determinando così la “nascita” di altrettanti numeri plausibile credere anche ad un ciclico percorso per l’a-
irrazionali (n/0 = ∞), sia positivi che addirittura negativi. nima (reincarnazione) – come sostiene l’Oriente e come
Un’assurdità che si è dimostrata tale non solo rispetto predicheranno anche Pitagora e Platone – la tradizione
alla realtà (esterna) ma anche rispetto alla stessa logica greca opporrà alla ciclicità della natura il ‘non ritorno’
matematica (interna): ammesso che, ad esempio, 6x0 = (retta o semiretta) dell’anima dall’Ade, l’Aldilà. E ciò

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faranno, non a caso, anche l’ebraismo e il cristianesi- di Pitagora (che egli stesso, forse, non seguì fino in
mo ellenizzati, a differenza di quelli esoterici legati alla fondo) – è determinato proprio dal mancato rapporto
tradizione sapienziale originaria. tra matematica e geometria. Un punto, sosteneva infatti
«Possiamo parlare di tre gruppi di paradossi [cioè Pitagora, seppur piccolissimo, deve avere una dimensio-
contraddizioni o non-sensi] corrispondenti ai tre settori ne concreta. Oggi, attingendo in fisica alla ricerca dei
principali della teoria della comunicazione umana. Il quanti, potremmo identificare questa dimensione con
primo gruppo corrisponde alla sintassi logica, il secon- un quanto di materia-energia. Ciò che la scienza sembra
do gruppo alla semantica, il terzo gruppo alla pragmati- attualmente dimostrare è che, seppure non esiste un
ca».33 Qui di seguito, riportiamo alcuni ulteriori possibi- mattone primo solido della materia, esiste un’unità
li paradossi, sia culturali (semantica) che matematici prima di materia-energia (il quanto, appunto), non
(logici), frutto del modello dualistico di pensiero:
a) Il punto e la retta: la geometria euclidea si baserà su La misurazione reale, quindi, dovrebbe partire
assiomi come il punto e la retta (cioè idee metafisiche dalla singola unità di materia-energia (quanto)
prive di dimensioni misurabili). Ciò porta a sostenere
che un elemento finito, come un segmento, sia compo- oppure dal singolo atomo o molecola di una
sto da punti i quali, essendo privi di dimensioni, pur determinata famiglia.
essendo al suo interno (cioè contenuti in uno spazio
finito) possono essere di numero infinito. Questa aporia
fu la fonte di ispirazione di alcuni famosi paradossi del ulteriormente divisibile. Se applichiamo questo princi-
filosofo Zenone (489-431 a.C.); pio alle divisioni, allora dovremmo dire che, nella realtà,
b) I numeri negativi: essi si basano sulla logica degli 10(quanti):3=3+3+4.
opposti (dualismo), rispetto allo 0 come invisibile
spartiacque. In virtù di ciò, sosteniamo che due numeri 3.4. La misurazione della realtà
di uguale valore ma di segno contrario si annullano tra Secondo la tradizione alchemica, nella realtà non esiste
loro, dando come risultato zero. Nella realtà, però, due una sola forma di misura bensì famiglie di elementi e
elementi di carica “opposta” non si annullano (antima- quindi di misure. Nel taoismo, ad esempio, vi è una
teria) bensì annichilano le loro cariche e si uniscono tabella degli elementi (legno, fuoco, terra, metallo,
raggiungendo l’equilibrio (cioè sono complementari e acqua e spirito) che raccoglie un elenco di tutta una
non opposti). La nota legge di Lavoisier (o di conser- serie di fenomeni ritenuti appartenenti ad un mede-
vazione della massa) ci ricorda, in effetti, che «nulla si simo elemento. Ogni elemento, a sua volta, ha anche
crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma». Non è un un numero, una forma e un suono di riferimento. Ciò
caso, probabilmente, che «è stata proprio la riflessione significherebbe che ogni fenomeno può essere misurato
sulle antinomie» o paradossi logici – di cui gli stoici si correttamente solo per multipli del numero del proprio
servivano per mettere alla prova la ragione – «ad avere elemento. Ebbene, oggi sappiamo che ogni atomo o
stimolato alcuni tra i maggiori sommovimenti della molecola ha numeri e forme di legami specifici e, anche
logica e della matematica contemporanea».34 tra le creature viventi, esistono delle famiglie legate an-
c) I numeri frazionari: se i numeri negativi sono degli che a particolari numeri, peraltro alcuni distanti tra loro
interi innaturali, esistono anche gli innaturali frazionari secondo la sequenza di Fibonacci (es: «i gigli che hanno
ovvero i cosiddetti “numeri irrazionali” (non a caso, la tre petali, i ranuncoli 5, i delphinia 8, i tageti 13, gli
tradizione sapienziale dei primi filosofi è invece detta astri 21 e i girasoli oscillano tra 34, 55, 89 o 144 […]
naturalismo). Ad esempio, sostenere che 10:3=3,3(3…), oppure la corolla potrebbe essere doppia (ma sempre
significa sostenere un principio secondo il quale – pro- multipla dei numeri di Fibonacci)».35
prio come nel caso già citato del rapporto tra segmenti La misurazione reale, quindi, dovrebbe partire dalla
e dei punti – un numero finito, diviso in un numero singola unità di materia-energia (quanto) oppure dal
finito di parti, possa dare origine ad un numero infinito. singolo atomo o molecola di una determinata famiglia.
Il problema di tali numeri e forme – seguendo la logica Se ipotizzassimo una forma circolare oppure ovoidale

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Fig. 1 – (a) quantità ugua-
li lunghezze uguali; (b)
quantità uguali lunghez-
ze diverse; (c) distanze in
unità circolari; (d) distan-
ze in unità rettilinee

Fig. 2 – Teorema Kon Ku


ovvero teorema di Pitagora
dimostrato geometrica-
mente

Fig. 3 – Albero dello Zhouyi

Fig. 4 – (a) Hetu; (b) Hetu a forma quadrata;


(c) Luoshu

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di energia per il quanto o l’atomo, e costruissimo un mutamenti attribuito (assieme Nei-Ching, il Canone
quadrato ad esempio 4x4 (fig. 1), allora dovremmo dire di medicina interna) al mitico imperatore Giallo, si
che un quadrato è il composto di 4x4 quanti o atomi, legge che tutta la realtà è costruita sui numeri, secondo
al di là della distanza (o lunghezza) dello spazio che esso la sequenza che parte dai suddetti enigmatici versi di
occupa (figg. 1a e 1b) e che la sua diagonale è sempre Lao-tze. È la teoria dell’origine dell’universo a partire
composta di 4 elementi (figg.1a e 1b - pallini neri). In dall’Uno (il cerchio dell’Unità primordiale) che genera
questo caso, il quadrato di lato 1 non esisterebbe: sareb- infine le otto basi fondamentali (i famosi 4+4 simme-
be solo un pallino. trici trigrammi dell’I-Ching, quel “tre che dette vita alle
Il problema sorge nel passaggio dalla quantità alla diecimila creature”). Tutto ciò è sintetizzato nel simbolo
distanza nello spazio che quelle quantità occupano. In dello Zhouyi o Yijing (fig. 3).
questo caso (fig. 1b), il lato di base è diverso da quello Si tratta di una sequenza di combinazioni matematiche:
dell’altezza e della diagonale. A questo punto, si può dividendo l’uno in due (linea spezzata yin e linea intera
procedere in due modi essenziali: (a) prendere un yang), da questa coppia si possono ottenere esattamen-
pallino più piccolo come misura di riferimento (che te 4 doppiette (2²) e 8 triplette (2³). «L’albero binario
diventa il nostro numero 1) e vedere quanti di questi dello Zhouyi, il sistema dei trigrammi e degli esagrammi
pallini compongono le distanze che ci interessano (fig. [dell’I-Ching], la disposizione spaziale [forma] delle
1c); oppure prendere un segmento piccolo, magari quantità numeriche e essi associate rappresentano la
lungo quanto il diametro del pallino, come misura di sintesi dell’aritmologia cinese», secondo la quale, «la
riferimento (che diventa il nostro numero 1) e vedere comprensione della vera natura dei numeri […] signi-
quanti di questi segmenti compongono le distanze che ficherebbe […] entrare nel mistero dell’intelligenza co-
ci interessano (fig. 1d). smica, possedere la chiave per capire i rapporti analogici
È in questi casi di misurazioni convenzionali che posso- [universali] tra tutti i diversi ordini di fenomeni».40
no venire fuori, col teorema di Pitagora, delle diagonali Hetu (fig. 4a) e Luoshu (fig. 4c) sono due simboli com-
con numeri irrazionali; e solamente nel caso della misu- posti da particolari disposizioni geometriche di alcuni
razione per segmenti il problema insorge da subito in un segni che in realtà sono delle sequenze di pallini che
quadratino di lato 1, in cui la diagonale diventa la fami- indicano i primi nove numeri naturali. Seppure i rife-
gerata radice quadrata di 2 (il “cruccio” pitagorico). C’è rimenti più antichi a questi simboli si trovano in testi
da aggiungere che già «la tavoletta babilonese Plimton
322, che si fa risalire a una data compresa tra il 1790 e il
1750 a.C. contiene diverse terne di numeri pitagorici le Il Tao produsse l’Uno, l’Uno produsse il due, il
quali fanno supporre una buona conoscenza del cosid- due produsse il tre, il tre dette vita alle dieci-
detto teorema di Pitagora».36 Inoltre, «in Cina, il teore- mila creature» recitano in Cina i più enigmatici
ma di Pitagora prende il nome di Kon Ku. Nel trattato
matematico cinese Chou Pei Suan Ching, scritto intorno versi del Tao-teh-ching di Lao-tze (VI sec. a.C.).
al III secolo a.C. […], il cui titolo corrisponde a Il libro
classico dello gnomone e delle orbite circolari del cielo, […] del IV sec. a.C.,41 «le sequenze numeriche ivi raffigurate
è dimostrato solamente con la traslazione dei pezzi»37 (fig. – orientate sui punti cardinali – […] si trovano già nello
2): “in un triangolo rettangolo, la somma dell’area dei schema base di antichissimi calendari di prescrizioni
quadrati costruiti sui cateti (fig. 2a) è equivalente all’area rituali che il sovrano avrebbe dovuto osservare per con-
del quadrato costruito sull’ipotenusa (fig. 2c).” formarsi alle leggi del cosmo […], fondare sull’ordine
perfetto delle sfere celesti il fallace ordine della società
4. Hetu e Luoshu: il legame tra cielo e terra umana».42
«Il Tao produsse l’Uno, l’Uno produsse il due, il due La Hetu è legata alle forme del cerchio (curve), la Loshu
produsse il tre, il tre dette vita alle diecimila creature»38 a quella del quadrato (rette), anche se vi sono diagram-
recitano in Cina i più enigmatici versi del Tao-teh-ching mi più tardi di Hetu che cercano di ricondurla ad una
di Lao-tze (VI sec. a.C.). Nell’I-Ching, il Libro dei alla forma apparentemente quadrata (fig. 4b), cioè

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simile alla Luoshu. Entrambi hanno al centro il numero sommiamo i numeri sui bracci della croce, ci accor-
cinque, che è anche il centro dei nove numeri naturali giamo che, grazie a questa ripetizione, si ottiene una
e, come vedremo, il fondamento della costruzione geo- ulteriore sequenza numerica in senso antiorario parten-
metrica di questi due simboli. La forma corrispondente do dal braccio di sinistra: 8+3=11; 6+1+5=12; 9+4=13;
al 5 è qui una croce, proprio come quella disegnata dal 7+2+5=14. Tali risultati, a loro volta, dal punto di
cardo e decumano, le due “linee sacre” su cui erano vista numerologico, sono nuovamente riconducibili
costruite le città romane (e che venivano ripetute in a quattro dei primi 5 numeri “germinali o anteriori”:
modo frattale, a partire dal cardo e decumano massimi 11=1+1=2; 12=1+2=3; 13=1+3=4; 14=1+4=5 (fig. 3b).
il cui punto di intersezione era il centro della città). In In sintesi, la Hetu può essere considerato un “cerchio
effetti, nella tradizione cinese si dice che il 5 è «il centro magico”, composto con le 9 cifre di base e costruito sui
è la posizione del Sovrano […], il luogo di controllo e primi 5 numeri naturali, capace di sviluppare somme
di comando in tutte le direzioni […]. Questa capacità numeriche fino a 14 e di tornare numerologicamente
di comando e di armonizzazione può essere vista come all’Uno (perché la somma totale dei suoi numeri è
un fondamento».43 numerologicamente = 1).
Nel taoismo i numeri pari sono yin (nero) e quelli La Luoshu (fig. 5b), o “Scritto del fiume Luo”, è invece,
dispari yang (bianco). Non è un caso, quindi, che in come vedremo, il primo quadrato magico numerico di
questi simboli, i numeri dispari sono indicati da pallini cui si abbia notizia storica. Composto anch’esso con le
bianchi e quelli pari da pallini neri. Nella Hetu il nu- 9 cifre di base, è costruito sui primi 5 numeri naturali
mero 5 è ripetuto altre due volte sull’asse verticale. Da ed è capace di sviluppare somme numeriche da 15
questi simboli, quindi, si ricavano delle precise costru- in poi e di tornare numerologicamente al 9, quante
zioni numeriche (fig. 5). le manifestazioni dell’Uno. I simboli Hetu e Luoshu,
Nella Hetu (fig. 5a) è subito evidente che, se leggiamo quindi, sembrano avere tra loro una connessione logica
lo schema dal centro verso i quattro vertici della croce sequenziale.
(direzione centrifuga) i numeri agli estremi sono costruiti «Molto amato anche nella tradizione islamica»,45 il
attraverso la somma del 5 con i primi quattro numeri simbolo della Luoshu venne ritrovato, secondo un’altra
(5+1=6; 5+2=7; 5+3=8; 5+4=9). I primi cinque nume- leggenda affine, ai tempi della dinastia Shang (2000
a.C. ca) da un pescatore lungo le rive del fiume Luo, un
Molto amato anche nella tradizione islamica», affluente del Fiume Giallo. Anche questa leggenda nar-
ra che fosse inciso sul guscio di una tartaruga ma che
il simbolo della Luoshu venne ritrovato, se-
fu il pescatore a portarlo al castello di Yü il Grande (tra
condo un’altra leggenda affine, ai tempi della l’altro chiamato l’imperatore-filosofo) dove i sapienti
dinastia Shang (2000 a.C. ca) da un pescatore di corte cominciarono a studiarne gli enigmatici segni.
Una terza versione, più articolata, narra che «nell’antica
lungo le rive del fiume Luo, un affluente Cina ci fu una grande inondazione. La popolazione
del Fiume Giallo. offrì sacrifici al dio del fiume Lo per placarne l’ira. Mal-
grado ciò, ogni volta accadeva solo una cosa: appariva
ri, in effetti, nell’antica Cina venivano definiti «cifre una tartaruga che scivolava fuori dal fiume e passava
“germinali” o “anteriori”».44 Naturalmente, se leggiamo lo con noncuranza vicino al sacrificio. La popolazione
schema in senso inverso, dai vertici verso il centro (dire- considerava la tartaruga un segno del dio del fiume il
zione centripeta), ritorniamo al 5 attraverso l’operazione quale continuava a rifiutare i sacrifici offerti. Un giorno
inversa di sottrazione (6-1=5; 7-2=5; 8-3=5; 9-4=5). La un bambino notò che c’era un quadrato sul guscio della
sequenza non è circolare (né oraria né antioraria), bensì si tartaruga».46 In ogni caso, tutte le versioni di questa
muove in senso lineare: 1 in basso e 2 in alto; 3 a sinistra leggenda portano alla scoperta, come per la Hetu, che
e 4 a destra; 6 in basso e 7 in alto; 8 a sinistra e 9 a destra. i segni sul guscio fossero riconducibili ai nove numeri
Ma la Hetu ha un’altra particolarità: il numero 5 viene naturali e che la sommatoria delle sue linee numeriche
ripetuto altre due volte sull’asse verticale. Perché? Se fosse sempre 15 (fig. 5b). La leggenda dell’inondazione

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conclude che «la popolazione intuì che quello era il chiudono il sistema energetico del corpo, l’ottagono di
numero di sacrifici da raggiungere per fare in modo che Castel del Monte… ma anche l’ottetto completo degli
il dio del fiume si placasse».47 elementi chimici in perfetto equilibrio.
La Luoshu è definita “quadrato magico” proprio perché Poiché non esistono quadrati magici di ordine 2x2, la
la somma aritmetica di ogni sua riga, colonna o diago- Luoshu è il primo dei quadrati “magici” possibili. Con-
nale dà come risultato sempre 15 (che, numerologica- tiene, inoltre, tutte e 9 le cifre prime e fondamentali. E
mente, corrisponde a 1+5=6). In realtà è un “quadrato ci mostra come esse si possono ottenere combinando
magico perfetto o normale” perché, come quadrato 3x3, il 5 con le prime 4 precedenti e i loro simmetrici, ossia
è composto dai primi 9 numeri naturali (un quadrato secondo la stessa logica degli 4+4 trigrammi simmetrici
5x5 si dice perfetto quando è composto dai primi 25 nu- dell’I-Ching.
meri naturali, e così via). Anche nella Luoshu come nella
Hetu, il numero 5, centrale tra i 9 numeri fondamen-
tali, viene messo al centro del quadrato, nel suo posto La costruzione della Luoshu è usata anche nel
geometrico naturale (fig. 4b). E se la Hetu è un simbolo Feng-shui (Vento-acqua), l’arte di costruire ed
a forma di cerchio ma con una struttura numerica qua-
arredare gli edifici secondo il giusto equilibrio
drata (a croce), la Luoshu è un simbolo quadrato ma con
una struttura numerica “circolare”, una sorta di cerchio delle energie del cielo e della terra.
di numeri costruito intorno al 5 e anch’esso con i soli
primi 5 numeri naturali e una precisa simmetria grafica.
Gli otto numeri intorno al 5 (definito numero della
terra e del centro dell’universo) sono il risultato della
differenza e della somma tra il 5 e i quattro numeri
precedenti (fig. 6a). Nella simbologia cinese, peraltro, la
Terra è rappresentata come un quadrato centrale avvolto
dal cerchio della sfera celeste che lo circonda (fig. 6b).
La costruzione della Luoshu è usata anche nel Feng-shui
(Vento-acqua), l’arte di costruire ed arredare gli edifici
secondo il giusto equilibrio delle energie del cielo e della
terra. Come accennato, infatti, il Ming Tang, l’edificio
rituale, era costruito su un quadrato diviso in nove
settori. Il Feng-shui ha due scuole principali: della forma
(Xing-fa) e della bussola (Li-fa). La prima, più antica,
lavora appunto sulla forma e cerca nei paesaggi geome-
trie che richiamino il Drago, la Tigre, la Tartaruga e la Fig. 5 – (a) numeri della Hetu; (b) numeri della Luoshu
Fenice, quattro costellazioni fondamentali della tradizio-
ne cinese perché legate ai quattro punti cardinali.
Gli otto quadranti del Feng-shui corrispondono agli
otto quadranti della Luoshu costruiti attorno al nume-
ro centrale e sono le otto zone o “stanze” in cui viene
suddivisa la planimetria. Tale forma rappresenterebbe il
corretto microcosmo a immagine del macrocosmo, cioè
lo specchio del cerchio delle energie celesti attorno al
cardine delle energie terrestri (punto geomagnetico): l’u-
nione tra cielo e terra. Otto è, in effetti, nella tradizione
cinese (e non solo) il numero dell’equilibrio energeti-
Fig. 6 – (a) costruzione della Luoshu; (b) simbolo della Terra nella
co: gli otto meridiani straordinari di agopuntura che
sfera celeste

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Intorno al “quadrato terreste”, il numero 5, la Luoshu così come il 6 è il numero “centrale” del Cielo; la pro-
costruisce numerologicamente il “cerchio celeste” del vincia centrale [della Cina], che corrispondeva a questo
numero 6 (15=1+5=6). Nella cultura cinese, infatti, il numero e dove risiedeva l’Imperatore, era chiamata
numero 5 rappresenta il ciclo della terra (Legge dei 5 “Regno del Mezzo” (Tchoung-kouo) […]. In proposito
elementi o ciclo dell’alchimia della materia) e il 6 il ciclo ricordiamo che 5 + 6 = 11 esprimeva l’“unione cen-
il cielo (Legge dei 6 elementi o ciclo dell’alchimia dello trale del Cielo e della Terra”».50 E aggiunge che il «9, e
spirito). L’uno è rappresentato con una stella a 5 punte non 10, è il numero della circonferenza, la divisione di
(anche simbolo della scuola pitagorica), l’altro con una questa si effettua normalmente secondo i multipli di
stella a sei punte (anche simbolo messianico d’Israele 9 (90 gradi per il quadrante, e quindi 360 per l’intera
e legato alle 6 coppie di costellazioni dello zodiaco).48 circonferenza)».51
Il 9 sembrerebbe, dunque, nella tradizione sapienziale,
Il 9 sembrerebbe, dunque, nella tradizione il “magico numero” ponte tra la matematica e la nume-
rologia, cioè tra la scienza della materia e quella della
sapienziale, il “magico numero” ponte tra la materia e dello spirito insieme.
matematica e la numerologia, cioè tra la scien-
za della materia e quella della materia e dello 5. Il teorema Luoshu
52

Poiché tutto il quadrato numerico della Luoshu è


spirito insieme. costruito (come anche la Hetu) attorno ad un numero
n=5, è possibile ricavare da esso una sorta di teorema
Guénon, in effetti, scrive che «le forme rettilinee, di cui (fig. 7a) – ulteriormente generalizzabile (fig. 7c) con la
il quadrato è il prototipo, si misurano con il 5 e i suoi nota Teoria standard (E. Lucas, 1894)53 – per costru-
multipli, e, del pari, le forme circolari si misurano con ire infiniti “quadrati magici”. Lo definiamo teorema,
il 6 e i suoi multipli. Parlando dei multipli di questi due invece che formula, perché ha una logica dimostrativa e
numeri, facciamo principalmente riferimento ai primi geometrica prima che aritmetica, come vuole la geoarit-
tra questi multipli, e cioè al loro doppio, che nel primo metrica della Tradizione. E tale teorema sembra valere
caso è 10 e nel secondo 12; infatti, la misura naturale per qualsiasi numero n reale (cioè non solo naturale ma
delle linee rette si effettua mediante una divisione deci- anche relativo e frazionario).
male, e quella delle linee circolari mediante una divisio- I quadrati così ricavati hanno somme numeriche tutte
ne duodecimale; e in questo possiamo vedere la ragione uguali per ogni riga, colonna e diagonale, in sequen-
per la quale i due numeri 10 e 12 vengono assunti za numerologica fissa 6, 9, 3… etc. Inoltre, hanno
come basi dei principali sistemi di numerazione, sistemi anche la stessa somma aritmetica (in sequenza 15, 18,
che talora sono poi usati in concorrenza, come appunto 21... cioè crescente di 3 numeri la volta), e ciò vale
nel caso della Cina, perché in realtà hanno applicazioni per qualsiasi n reale e non solo naturale. Come per
diverse, sicché la loro coesistenza in una stessa forma tutti i quadrati di ordine dispari (3x3, 5x5, 7x7…), la
tradizionale non ha assolutamente nulla di arbitrario sommatoria (detta somma o costante magica) è data
o di superfluo […]. È detto ancora che il Cielo […] dal prodotto del numero mediano per l’ordine (lato)
avvolge o abbraccia tutte le cose […]. Il Cielo e la Terra, del quadrato (∑=nxl). Nella formula della Luoshu, in
com’è naturale, sono rappresentati rispettivamente particolare, il numero mediano corrisponde anche al
da un cerchio e da un quadrato concentrici. Si noterà numero centrale del quadrato ed è, infatti, uguale a nx3
come questa figura riproduca la forma delle monete (nell’originale, n=5 ∑=3x5=15). Ovviamente, per tutti
cinesi, forma che peraltro è in origine quella di certe i quadrati magici, sommando, sottraendo, moltiplican-
tavolette rituali»49 (fig. 6b). do e dividendo i numeri ottenuti per una stessa cifra si
Nello specifico della Luoshu, Guénon aggiunge: «nel ricavano ulteriori quadrati magici equivalenti.
“quadrato magico” il centro è occupato dal numero 5, Dal punto di vista geometrico, in questa formula
che sta anch’esso nel “mezzo” dei primi nove numeri ed (fig. 7a) le cifre con somme di numeri pari (e risultato
è effettivamente […] il numero “centrale” della Terra, dispari) sono disposte a croce e quelle con somme di

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Fig. 7 – (a) Teorema base della Luoshu; (b) sensi di traslazione: a croce [+] e ad ics [x]; (c) generalizzazione algebrica di Lucas

numeri dispari (e risultati pari) sono disposte a ics (fig.


7b). In proposito, scrive ancora Guénon: «Nel quadrato, Ma la formula della Luoshu sembra una sor-
le coppie di numeri opposti hanno tutte come som-
ma 10=5x2 [ovvero nx2]. É il caso di osservare ancora ta di “legge universale” con cui si possono
come i numeri dispari o yang siano posti nel mezzo dei costruire, in maniera frattale (cioè a catena
lati (punti cardinali) e formino così una croce (aspetto
ripetitiva), tutti i quadrati multipli di 3x3.
dinamico), mentre i numeri pari o yin sono posti agli
angoli (punti intermedi) e delimitano il quadrato stesso
(aspetto statico)».54 Tenendo presente questa costante (k) di ±9, la formu-
Ovviamente, trattandosi di una costruzione “a cerchio” la della Luoshu può essere generalizzata per costruire
attorno ad n, possiamo far ruotare i lati (come se il quadrati magici aventi ordine (cioè lato) potenza di 3:
quadrato rotolasse), ottenendo così altre 3 apparen- dal nostro 31 si può passare a quadrati 32, 33… 3p, cioè
ti combinazioni. In realtà, le possibili combinazioni alla potenza che vogliamo. Partiamo sempre da un
sono invece rappresentate dalla formula iniziale e dalle numero n a scelta, che sarà il centro del nostro quadra-
sue 4 traslazioni (fig. 7b): 2 sugli assi a croce (in senso to di ordine 3p. In questo caso, gli elementi a cerchio
orizzontale e verticale) e 2 sugli assi ad ics (in senso ricavati attorno ad n saranno i centri degli otto quadrati
diagonale). In totale, quindi, avremo 5 combinazioni. di ordine 3p-1 costruiti attorno a quello centrale (fig. 8d).
Molto semplice è anche costruire quadrati di ordine Chiariamo con un esempio:
4x4 seguendo la formula riportata nel Melencolia I di • per passare da un quadrato di ordine 31 ovvero 3x3
Albrecht Dürer (1471-1528): «basta incasellare 16 cifre (fig. 8a) ad uno di ordine 32 ovvero 9x9, si segue la
consecutive ed invertire i numeri presenti lungo le due stessa logica del teorema base: si costruiscono, attorno
diagonali. Ovviamente, nel quadrato ottenuto, scam- al primo quadrato 3x3, otto quadrati dello stesso ordine
biando fra di loro due righe o due colonne si ottengono (cioè 3x3); si ricavano i loro centri moltiplicando per
ulteriori quadrati magici».55 k le cifre numeriche del teorema base (fig. 8b); infine,
Ma la formula della Luoshu sembra una sorta di “legge si riempiono quegli 8 quadrati 3x3 applicando nuova-
universale” con cui si possono costruire, in maniera frat- mente il teorema base, partendo dai centri che avevamo
tale (cioè a catena ripetitiva), tutti i quadrati multipli ottenuto (in fig. 8c riportiamo l’esempio di uno degli
di 3x3 (e non solo, vedremo). Innanzitutto, se volessi- otto quadrati, quello con centro n-k).
mo semplicemente affiancare 2 o più quadrati magici • per costruire quadrati 27x27 ovvero di ordine 33 (cioè
3x3 con cifre tutte diverse tra loro, basterà che gli n al 3p con p=3), ripartiamo dal quadrato 9x9 ossia di
centro di ogni quadrato (che chiameremo n1, n2, n3, ordine 32 (cioè 3p-1 con p=3), ne posizioniamo nuova-
n4, etc.) differiscano tutte tra loro di ±9 cifre (es. n=5, mente 8 dello stesso ordine tutti attorno e ne indivi-
n1=14, n2=23, etc.). Con k=9, avremo quadrati con nu- duiamo sempre prima i centri. Trattandosi di quadrati
meri consecutivi; con k>9, i numeri saranno consecutivi di ordine 32, anche i k diverranno k2. All’interno di
solo all’interno dei singoli quadrati di ordine 3x3.56 ciascun quadrato 9x9, partendo sempre dal valore del

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centro individuato, ricaveremo a loro volta i centri dei ordine 3¹) con la formula base della Luoshu (fig. 8a).
vari quadrati 3x3 seguendo la “regola” del quadrato 9x9 In realtà, il teorema della Luoshu ci offre una formula
centrale precedentemente costruito, fino a riempire i ancor più generalizzata, valida per costruire tutti gli
singoli quadrati 3x3 utilizzando nuovamente la formula ordini di quadrati magici dispari con tutti gli n reali.
base della Luoshu (fig. 8a). In generale, dunque, diventa Anche in questo caso, ovviamente, come per i quadrati
quasi banale continuare ad incrementare l’ordine dei 3x3, si potranno ricavare quadrati potenze di 5x5, 7x7,
quadrati secondo le potenze di 3. Possiamo pertanto etc.; e per avere quadrati multipli con numeri tutti di-
formulare una prima generalizzazione del teorema Luo- versi tra loro, basterà distanziare i loro n centrali di una
shu, come segue: per passare dall’ordine 3p-1 all’ordine 3p grandezza uguale ad l² (lato al quadrato): per il quadra-
si individuano i centri degli 8 quadrati attorno di ordine to 3x3, l²=9, per il 5x5 l²=25, etc.
3p-1 secondo la formula generalizzata (fig. 8d) e si comple-
tano seguendo la formula di ordine 3p-1 precedentemente 5.1. Quadrati magici di ordine dispari
costruita, fino a riempire i singoli quadrati 3x3 (cioè di Per costruire tutti i possibili quadrati magici di ordine

Fig. 8 – Teorema Luoshu per quadrati potenze di 3x3: (a) formula base (3x3); (b) formula dei centri per quadrati 9x9; (c) quadrato 3x3 con
centro n-k; (d) formula generalizzata per quadrati potenze di 3x3

Fig. 9 –Teorema Luoshu generalizzato per quadrati dispari: (a) esempio 5x5; (b) esempio 7x7

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(lato) dispari, il teorema della Luoshu (fig. 8a) ci indica pari, seguendo la stessa logica della diagonale secon-
una formula ancor più generalizzata, più semplice, a daria. Così facendo, ad esempio, ricaveremo da n+24,
quanto pare, di quelle ad oggi utilizzate, come il metodo andando verso l’alto, (n+24)-7 ed (n+24)-14, cioè n+17
siamese (S. De La Loubère, 1693),57 di origine indiana, ed n+10, mentre da n-18, andando verso il basso, rica-
oppure a losanga (J.H. Conway, 1976).58 Gli esempi che veremo (n-18)+7 ed (n-18)+14, cioè n-11 ed n-4.
riportiamo in fig. 9 sono per le formule di quadrati 5x5 e
7x7. La descrizione che segue è quella dell’esempio 7x7: 5.2. Quadrati magici di ordine pari
(a) si pone un n centrale; (b) si costruisce la diagonale È possibile che la logica del teorema Luoshu possa con-
principale partendo da n verso l’alto con n-1, n-2, etc. sentirci di costruire anche formule per quadrati magici
e, verso il basso, simmetricamente (per posizione e nu- di ordine pari? In questi non c’è un numero n mediano
mero), con n+1, n+2, etc.; (c) si costruisce la diagonale e centrale, ve ne sono però due (8 e 9 nel 4x4, 32 e 33
secondaria partendo da n verso l’alto con n- l’ordine nell’8x8, 72 e 73 nel 12x12, etc.). Li chiamiamo n1 ed
(lato) del quadrato e i suoi multipli e, verso il basso, n2 e, se nel quadrato di ordine dispari indichiamo le ci-
simmetricamente, con gli n+ i medesimi numeri (nel fre con n±1, 2, 3… fino al massimo (M) che il quadrato
nostro caso il quadrato è un 7x7, quindi avremo verso può contenere, nei quadrati pari li indichiamo come
l’alto n-7, n-14, etc. e, simmetricamente verso il basso, n1-1, 2, 3… ed n2+1, 2, 3… fino al numero massimo
n+7, n+14, etc.); (d) si procede, a partire dai valori (M) che il quadrato può contenere. La sommatoria (∑),
della diagonale secondaria, costruendo le linee parallele che nei quadrati dispari è data da nxl (numero centrale
alla diagonale principale e seguendone la stessa logica
[es: da n-7 verso l’alto avremo (n-7)-1, (n-7)-2… cioè
n-8, n-9… e verso il basso (n-7)+1, (n-7)+2… cioè n-6, Per costruire tutti i possibili quadrati magici di
n-5…]. A questo punto, abbiamo costruito la griglia ordine (lato) dispari, il teorema della Luoshu
delle linee diagonali di ordine dispari. Per costruire la ci indica una formula ancor più generalizzata,
griglia delle diagonali di ordine pari occorre: (e) inserire
sopra l’n centrale n+ il numero massimo che si può più semplice, a quanto pare, di quelle ad oggi
aggiungere ad n (che nel nostro caso è 24)59 e sotto, utilizzate, come il metodo siamese, di origine
simmetricamente, n- lo stesso numero [tale numero
indiana, oppure a losanga.
massimo M è dato da (l2-1):2]; (f ) rispetto agli ultimi
due valori così ottenuti (nel nostro caso n+24 ed n-24),
si costruiscono le due linee diagonali di ordine pari per lato del quadrato), nei pari è data da (n1+n2)xl/2
attorno ad n, sempre parallele alla diagonale principale. (somma dei numeri centrali per la metà del lato del
Anche in questo caso, si procede analogamente verso quadrato).
l’alto con (n+M)-1, (n+M)-2, etc. [che nel nostro caso a) I multipli di quattro
corrisponde a (n+24)-1, (n+24)-2, etc. cioè n+23, n+22, Nella formula per i quadrati 4x4 e suoi multipli (8x8,
etc.]. Poi, però, giunti all’ultima cifra in alto (e rispet- 12x12, 16x16, 20x20, etc.), n1 ed n2 vengono posti
tivamente in basso per quella che parte da n-M), si ognuno su una riga mediana e simmetricamente sui
riprende dal basso (rispettivamente dall’alto) della linea lati opposti (vedi fig. 10). Nel 4x4, che corrisponde al
col numero successivo saltando una cifra perché già quadrato di Dürer (fig. 10a) M = ±7; nell’8x8 (fig. 10b)
compresa nella diagonale secondaria. Nel nostro caso, M = ±31; etc.
quindi, partendo da n+24, termineremo in alto con Descriviamo la formula seguendo l’esempio 8x8 (fig.
n+22, salteremo l’n+21 già compreso nella suddetta dia- 10b): partendo da n1, con una semplice sequenza lineare
gonale e riprenderemo in basso da n+20, n+19 ed n+18. che va da 1 e cresce di un numero alla volta (1, 2, 3, 4,
Simmetricamente costruiremo la linea attorno ad n-24; 5…), alterniamo righe strutturate su quartine compo-
(g) l’ultimo passaggio consiste nel ricavare da queste ul- ste da una sottrazione e due somme (es: …n1-4, n2+5,
time due linee diagonali così ottenute (e qui evidenziate n2+6, n1-7…) a righe strutturate su quartine composte
in grigio) i valori delle restanti linee diagonali di ordine da una somma e due sottrazioni (es: …n2+4, n1-5, n1-6,

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Fig. 10 – Teorema Luoshu per quadrati multipli di 4: (a) esempio 4x4; (b) esempio 8x8

costruzione è cioè simile per metà a quella dei quadrati


Il 6x6, primo tra i quadrati pari di ordine 2, è
e per metà a quella dei quadrati pari multipli di quattro.
anche detto cabalistico ... ritenuto nell’antico Il loro lato, in effetti (trattasi di quadrati 6x6, 10x10,
Egitto il numero magico per eccellenza. 14x14, etc.) è frutto del prodotto di due (pari) e di un
numero dispari (3,5,7, etc.). Se nei quadrati dispari la
n2+7…), in modo che i segni delle operazioni si inca- costruzione si basa soprattutto sulle diagonali, e nei pari
strino e si annullino simmetricamente. Tali strutture multipli di quattro sulle righe, in questi si basa soprat-
“1/2/1” danno vita a quartine il cui coefficiente numerico tutto sulle colonne. I numeri medi n1 ed n2 vengono
si annulla (es: -4+5+6-7=0, +4-5-6+7=0). Seguendo posti, come nei pari multipli di quattro, ognuno su una
questo schema, partendo da n1 (viceversa da n2) saliamo riga mediana ma sullo stesso lato, simmetricamente l’u-
(viceversa scendiamo) a completare la metà alta (vice- no sotto l’altro (fig. 11). Nel 6x6 M = ±17; nell’10x10
versa bassa) del quadrato (che nel nostro esempio arriva M = ±49; etc.
fino ad M=±24). Fatto ciò, compiliamo la metà inversa Il 6x6, primo tra i quadrati pari di ordine 2, è anche
del quadrato semplicemente inserendovi i valori “oppo- detto cabalistico: ciò perché, se costruito con i primi 36
sti” (ovvero simmetrici). In automatico, si realizzeranno numeri (cioè in forma cosiddetta normale o perfetta),
colonne i cui coefficienti numerici sommati si annullano. dà come sommatoria 111, ritenuto nell’antico Egitto il
Secondo la formula ∑=(n1+n2)xl/2, nel quadrato perfetto numero magico per eccellenza e perciò conservatosi in
4x4 (fig. 10a) la sommatoria magica è 34 [(8+9)x4/2], in generale nella tradizione ermetica.60
quello 8x8 (fig. 10b) è 260 [(32+33)x8/2], etc. Descriviamo, come esempio, la costruzione di un 10x10
(fig. 11b). Partiamo dalla riga di n1 con n2+1 e simme-
b) I multipli di due tricamente, poniamo sul lato opposto n1-1. In mezzo ad
Si tratta, come vedremo, di quadrati “ibridi”, la cui essi, inseriamo coppie consecutive di somme e sottra-

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Fig. 11 – Teorema Luoshu per quadrati multipli di 2: (a) esempio 6x6; (b) esempio 10x10

zioni (n2+2, n2+3, n1-4, n1-5, etc.; nel nostro caso, si


La prima riga superiore e inferiore vanno co-
arriva ad n2+7). Nell’ultima casella inseriamo il termine
numerico che compensa la sequenza (cioè che rende 0 struite in modo tale che le quattro cifre nume-
la sommatoria delle cifre) e che è sempre, in valore asso- riche delle rispettive colonne si annullino.
luto, di due numeri superiore al precedente (nel nostro
caso è n1-9 dopo n2+7). Subito sotto, per simmetria modo tale che le quattro cifre numeriche delle rispet-
rispetto ad n1 ed n2, poniamo il suo valore simmetrico tive colonne si annullino: nel nostro esempio, su n2+1
(nel nostro caso n2+9). A questo punto, passiamo alla porremo n1-11 e sotto n1-8 porremo n2+18, cosicché
riga di n2 partendo dal termine numerico saltato nella avremo termini numerici +1-11-8+18=0. Così procede-
sequenza della prima riga (nel nostro caso è ±8, nel 4x4 remo per tutta la prima riga superiore e inferiore. Fatto
è ±4) e col segno opposto rispetto al termine corrispon- ciò, la costruzione del quadrato prosegue continuando
dente della riga precedente. Nel nostro esempio, quindi, ad aggiungere, di volta in volta, l’ordine del quadra-
sotto n2+1 poniamo n1-8 e, simmetricamente, sotto n1-1 to (in questo caso è sempre 10) e alternando i segni
poniamo n2+8. Riempiamo ora le caselle intermedie con (ad esempio, su n1-11 avremo n2+21 poi n1-31, etc.).
la sequenza simmetrica (ossia speculare) rispetto a quella Terminate tutte le colonne superiori e inferiori fino alla
della riga di n1. A questo punto, la costruzione prosegue penultima riga (potremmo anche completare la metà
sulle colonne: lasciando in bianco le caselle che com- sinistra del quadrato e poi trascrivere simmetricamente
pongono la cornice del quadrato, costruiamo le colonne la metà destra), invertiamo le cifre delle due colonne
aggiungendo di volta in volta al termine numerico centrali in basso (rettangolo grigio), oppure in alto,
l’ordine del quadrato (che nel nostro caso è 10, perché ovvero quelle comprese fra la riga sotto quella di n2 e
trattasi di un quadrato 10x10) e alternando i segni. la penultima riga del quadrato (cioè fra le righe l/2+2
La prima riga superiore e inferiore vanno costruite in ed l-1), cosicché i loro termini numerici si annullino

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con quelle del “rettangolo simmetrico”. Resta infine da colonna di sinistra e della riga in alto.
costruire la “cornice del quadrato”. Secondo la medesima formula ∑=(n1+n2)xl/2, nel
Riprendiamo dalla cifra sopra ad n1, sempre aggiun- quadrato perfetto 6x6 (fig. 11a) la sommatoria magica
gendo, di volta in volta, l’ordine del quadrato (per è 111 [(18+19)x6/2], in quello 10x10 (fig. 11b) è 505
noi 10) e, riguardo ai segni, seguiamo la logica delle [(50+51)x10/2], etc.
quartine 1/2/1. Sopra n1 (numero di sottrazione)
partiamo col segno meno e con un numero in meno Conclusioni
rispetto al numero accanto (che nel nostro caso è La Luoshu ci ha mostrato una sola logica, fatta di
n1-11). Avremo quindi n1-10. Sotto n2 (numero di simmetrie aritmetiche e geometriche, da cui abbiamo
somma) partiamo col segno più e con un numero in ricavato tre semplici formule per costruire quadrati ma-
più rispetto a quello accanto (che nel nostro caso è gici di tutti i generi e di tutti gli ordini, partendo da un
n2+18). Avremo quindi n2+19. Costruita la colonna solo numero centrale o da una sola coppia di numeri.
sinistra della cornice, inseriamo i valori simmetrici dei Se vogliamo ottenere da esse quadrati magici normali
vertici ai vertici opposti (nel nostro caso n1-40 in alto ovvero perfetti, basta usare come n, n1 ed n2 i numeri
ed n2+49 in basso divengono n2+40 ed n1-49). Dalla mediani naturali (il 5 per un quadrato 3x3 costruito
prima cifra della colonna (qui n1-40) procediamo con con le prime 9 cifre naturali, l’8 e il 9 per un quadrato
la logica delle quartine 1/2/1. Giunti alle due caselle 4x4 costruito con le prime 16 cifre naturali, etc.). Con
centrali, vi inseriamo come termine numerico quello la logica Luoshu, in realtà, dovremmo parlare di quadra-
che andrebbe in sequenza seguito dal suo opposto e, ti magici non solo perfetti ma simmetricamente perfetti.
nelle caselle speculari della cornice, il termine numeri- Inoltre, attraverso le due formule di sommatoria ottenu-
co successivo seguito dal suo opposto. Poiché i termini te [∑=nxl per i quadrati dispari ed ∑=(n1+n2)xl/2 per
numerici inseriti nei rettangoli grigi si annullano a quelli pari] è possibile anche decidere quale sommatoria
vicenda, affinché la somma di quelli delle quattro cop- vogliamo che un quadrato magico ci dia. Se, ad esem-
pie restanti, posizionate agli estremi e al centro delle pio, desideriamo un quadrato dispari 3x3 (cioè con
l=3) di sommatoria 33, basterà usare la formula inversa
n=∑/l per individuare quale n occorre per ottenerlo (in
La Luoshu ci ha mostrato una sola logica, fat- questo caso n=33/3=11); Se, invece, vogliamo ad esem-
ta di simmetrie aritmetiche e geometriche, da pio un quadrato pari 4x4 (cioè con l=4) di sommatoria
cui abbiamo ricavato tre semplici formule per 100, basterà usare la formula inversa n1+n2=∑/(l/2) per
individuare quale n1+n2 occorre per ottenerlo [in questo
costruire quadrati magici di tutti i generi e di caso n1+n2=100/(4/2)=50 e ciò vuol dire che andrà bene
tutti gli ordini. qualunque coppia di numeri diversi la cui somma sia
50 (1 e 49, 2 e 48, 24 e 26…)]; etc.
I quadrati magici, anche quelli composti di lettere e
colonne centrali, si annullino, occorre che i segni dei parole (come il quadrato magico del Sator, enigma che
termini numerici della coppia in alto siano concordi abbiamo decifrato sempre grazie ad una logica di sim-
con quelli della somma algebrica dei termini centrali metrie),61 nella tradizione sapienziale erano ritenuti tali-
delle rispettive colonne (nel nostro esempio, avremo smani capaci di evocare forze spirituali e celesti (ovvero
+44 e -44 in corrispondenza di -4+5=+1 e di -5+4=-1 ritenuti governatori delle geometrie planetarie): «Come
e, specularmente, nella coppia in basso avremo segni i cinesi, anche gli astrologi [europei] medievali vi per-
inversi, cioè -45 e +45). In tal modo, otterremo una cepivano proprietà occulte e li usavano per formulare
costruzione simmetrica a “croce” rispetto alle due righe gli oroscopi».62 A tal proposito, ne ritroviamo evidenti
e alle due colonne centrali del quadrato. Per terminare tracce anche nell’ermetismo rinascimentale, che ripren-
la cornice e quindi tutto il quadrato, riportiamo sulla de quello originario della tradizione sapienziale. Ma di
colonna di destra e sulla riga in basso della cornice i quadrati magici si sono interessati anche illustri perso-
termini numerici “opposti” (ovvero simmetrici) della naggi della filosofia e della scienza moderne, tra cui: il

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già citato Albrecht Dürer (1461-1528) nell’opera Me- etica ed estetica da quella cosmologica e matematica.
lancholia I; Cornelio Agrippa (1486-1535) in Filosofia Più a monte, è necessario superare il modello dualistico
Occulta (al vol. II); Pierre de Fermat (1601-1665), che di pensiero che separa scienze umane e naturali e che,
peraltro realizzò anche il primo cubo magico 4x4; Blaise invece di spingerci a ricercare in natura letture e soluzio-
Pascal (1623-1662); Bernard Fénicle de Bessy (1605- ni attraverso meccanismi complementari e simmetrici
1675); Leonardo Eulero (1707-1783) che scrisse De (logica olistica ovvero omeopatica), ci porta a ragionare
Quadratis Magicis; Beniamino Franklin (1706-1790); con la logica allopatica ovvero dell’anti: anticorpi, anti-
Friedrich Gauss (1777-1855); etc. E questo interesse geni, antibiotici, antivirali, anticoagulanti, antistaminici,
non è frutto di puro diletto, tant’è che lo studio dei antitumorali, etc. In sintesi, si tratta di «due modelli del
quadrati «ha avuto un impatto significativo sullo svilup- mondo […], due modi di vivere e concepire la realtà:
po del concetto di algoritmo. L’algoritmo viene definito “paradigma dicotomico” e “paradigma olistico”. Questa
come un metodo passo-passo per risolvere particolari è la matrice della scelta».68
tipologie di problemi […], una tecnica sistematica che
viene utilizzata per risolvere un problema che implica
una sequenza di passaggi».63 Più a monte, è necessario superare il modello
Più in generale, alla luce di quanto sinora esposto (ma
non solo), dovremmo dire che l’antica geoaritmetrica, dualistico di pensiero che separa scienze uma-
fondata sull’unità tra aritmetica e geometria (numero e ne e naturali...
forma), sul linguaggio binario, sulla visione simmetrica
e frattale e sulla proporzione aurea (i cosiddetti mecca-
nismi di regolarità e ripetizione naturale), sembrerebbe Infine, occorre essere consapevoli che è proprio il fatto
nascondere ancora tanti segreti. Anche la logica delle di scoprire o credere di aver scoperto un possibile or-
simmetrie in natura, che secondo l’alchimia questi dine intrinseco nella natura, matematico e geometrico,
quadrati rispecchierebbero, è stata scientificamente perciò etico ed estetico insieme, che ha spinto i filosofi
rivalutata a più livelli e si è giunti persino a parlare,
64
delle origini a porsi il famoso «perché?» filosofico, ovvero
in fisica subatomica, di «simmetria […] tra particelle a ricercare un Principio Primo, un’Entità spirituale
ed antiparticelle»,65 di «particelle supersimmetriche»66 da cui quell’ordine si genererebbe dando al mondo la
e addirittura della «necessità di postulare una realtà possibilità di esistere. Un perché amletico sull’«essere o
fondata su 4 quark e 4 antiquark tripartiti», proprio
67
non essere» dell’universo e della vita stessa. Quel perché
come postulato dall’antichissima teoria degli 8 trigram- è il luogo in cui la scienza, la matematica e la teologia
mi dell’I-Ching. si fondono, da sempre, nella ‘vera’ filosofia: la ricerca
In definitiva, al di là del voler credere ad “antiche scien- sapienziale dell’eterna Verità in cui l’origine prima e il
ze perdute”, non bisogna, ribadiamolo, farsi ingabbiare senso ultimo dell’esistenza si incontrerebbero. 
da errati paradigmi e false credenze: sostenere che gli
antichi non possano aver sviluppato scienze e tecnolo-
gie avanzate è una tesi razionalmente e scientificamente Note
plausibile; sostenere invece che non possano aver svi- 1. G. Galilei, Il Saggiatore (1623), Einaudi, Torino 1977,
p. 33.
luppato conoscenze filosofiche e matematiche avanzate, 2. Aristotele, Metafisica, I, 2, 892a.
molte ancora da scoprire (alcune perché criptate in 3. F. Tomassini (a cura di), Testi Taoisti, Torinese, Torino
contesti ermetici, come quelli pitagorici), è soltanto una 1977, p. 199.
pura illazione; come lo è negare storicamente che la fi- 4. Cfr. N. Hadar Crivelli, I numeri del segreto. Manuale di
losofia antica e la scienza moderna rinascimentale siano ghematria e numerologia cabalistica, tr. it., Psiche, Torino
2011.
nate entrambe nel filone ermetico della tradizione sa- 5. G. Boschi, Medicina cinese: le radici e i fiori, Ambrosi-
pienziale; ed è altrettanto errato voler studiare la storia ana, Milano 2003², pp. 132-133.
del pensiero sapienziale o filosofare secondo quell’ottica 6. Id., p. 139.
olistica ma continuare a separare la concezione religiosa, 7. Lao-tze, Tao Tê Ching, a cura di J. Evola, Mediterranee,

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Roma 1997, p. 153. 27. C. Ruscica, I numeri dell’universo, in «Scienza e Cono-
8. E. Rochat de la Vallée (2007), Il simbolismo dei numeri scenza», n. 41, luglio-settembre 2012, p. 40.
nella Cina tradizionale, tr. it., Jaka Book, Milano 2009, 28. R. Kaplan, Zero. Storia di una cifra, cit., p. 32 (la tra-
p. 115. slitterazione dei termini in corsivo è mia).
9. Cfr. G. Sholem (1974), La Cabala, tr. it., Mediterranee, 29. Ivi, p. 17.
Roma 1992. 30. L. Garcìa del Cid, Numeri notevoli, tr. it., Mondo ma-
10. Cfr. P. Casini, L’antica sapienza italica. Cronistoria di tematico, Milano 2011, p. 115.
un mito, Il Mulino, Bologna 1998, p. 6. 31. Ivi, retrocopertina.
11. R. Kaplan, Zero. Storia di una cifra (1999), tr. it., Rcs, 32. R. Kaplan, Zero. Storia di una cifra, cit., p. 115. La
Milano 2014, p. 36. confusione logica (paradossi e antinomie) sembrerebbe
12. S. Breccia, I numeri nella storia dell’umanità, SSGRR, essersi generata proprio nel rapporto tra lo 0 (il nulla) e
L’Aquila 1995, p. 183. i numeri negativi. Se moltiplicare (incrementare) o divi-
13. R. Guénon, L’esoterismo di Dante (1925), tr. it., Atanòr, dere (separare) per 0 non significa niente, moltiplicare o
Roma 1976, cap. III, p. 42. dividere per 1 dovrebbe significare, in realtà, moltiplica-
14. G. Boschi, Medicina cinese: le radici e i fiori, cit. pp. re e dividere “una sola volta”: in tal caso, 1x1 farebbe 2
133-134. e 2:1 farebbe 1.
15. E. Rochat de la Vallée, Il simbolismo dei numeri nella 33. A.L. Palmisano, Doppio legame e ipnosi, in «Dada»,
Cina tradizionale, cit., p. 114. anno IV, speciale n. 1/2014, p. 129.
16. Ivi, p. 119. 34. S. Breccia, I numeri nella storia dell’umanità, cit., p. 414.
17. Per maggiori approfondimenti sull’aritmetica dell’o- 35. S. Mugnos, Numeri magici in natura, in «Scienza e
rologio e la prova del 9 e sulle “magiche” proprietà nu- Conoscenza», cit., p. 14.
merologiche del numero 9 e delle 9 tabelline pitagoriche, 36. J. Navarro, Intuizioni fugaci, teoremi eterni, Mondo
cfr. T. Brescia, Olismo e geoaritmetica: il numero nove e matematico, Milano 2011, p. 21.
il simbolo del Lo-Shu, Rivista Italiana di MTC, n. 113 (3) 37. C. Alsina, La setta dei numeri. Il teorema di Pitagora,
2008, anno XXIII, Bologna 2008, pp. 10-19. Mondo matematico, Milano 2011, p. 45.
18. E. Zolla, La nube nel telaio. Ragione e irrazionalità tra 38. Lao-tze, Tao Tê Ching, cit., p. 153.
Oriente e Occidente, Mondadori, Milano 1996, p. 3. 39. G. Boschi, Medicina cinese: le radici e i fiori, cit. p. 134.
19. H.P. Palmarini, Lassu fra i numeri, dove osano i filosofi, 40. Ibid.
Corriere della Sera, 29/10/’07, p. 29. 41. Fino ad oggi, la prima traccia storica del Luoshu è
20. Ibid. nel Ta Tai li chi (I sec. d.C.), una trascrizione di antichi riti
21. AA.VV., La sezione aurea, Mondo matematico, Mila- attribuita a Tai il Vecchio, in cui si fa risalire il simbolo ad
no 2011, pp. 7, 13. almeno al IV secolo a.C.
22. Ivi, pp. 95-96. 42. G. Boschi, Medicina cinese: le radici e i fiori, cit. p. 133.
23. Tale disciplina e stata fondata ufficialmente nel 2001 43. Rochat de la Vallée, Il simbolismo dei numeri nella
dal neurobiologo Semir Zeki, dell’Istituto di neuroeste- Cina tradizionale, cit., p. 71.
tica presso lo University College e poi presso la Berkeley 44. G. Boschi, Medicina cinese: le radici e i fiori, cit. p. 138.
University. Già nel 1994 egli aveva pubblicato l’articolo: 45. S. Breccia, I numeri nella storia dell’umanità, cit., p.
S. Zeki - M. Lamb, The neurology of kinetic art, «Brain» n. 251.
117, (3)1994, pp. 607-636. 46. M. Danesi (2004), Labirinti, quadrati magici e para-
24. B. Mandelbrot, Gli oggetti frattali (1975), tr. it., Einau- dossi logici, tr. it., Dedalo, Bari 2006, p. 204.
di, Torino 1987, pp. X-XI. 47. Ivi, p. 204.
25. AA.VV., La sezione aurea, cit., p. 140. 48. Nell’antico calendario cinese il sistema di misura-
26. Cfr. T. Brescia, Olos o logos: il tempo della scelta, zione del tempo è calcolato secondo un ciclo di 60 fasi
Nexus, Padova 2011, pp. 164-165. detto Ganzhi, frutto delle combinazioni dei cosiddetti

Teodoro Brescia, studioso del paradigma olistico e della simbologia antica e sacra, è docente master di Antropologia fi-
losofica e dei simboli e redattore scientifico della rivista “Studi e Ricerche”, presso l’università degli Studi di Bari. Premio
della Cultura 2001 – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Premio Cucurachi-Achille 2010 – settore umanizzazione delle
cure, è dottore di ricerca in filosofia, fisioterapista, diplomato in MTC presso l’Istituto Paracelso (Roma) e autore di diversi
articoli e volumi, tra cui ricordiamo: Il Tao dello Spirito (Hermes, Roma 2000), Il Tao della Medicina (Hermes, Roma 2001),
Le eterne leggi dell’anima (Mir, Firenze 2004), I misteri del cristianesimo (Mir, Firenze 2006), Olos o logos: il tempo della
scelta (Nexus Edizioni, Padova 2011), Il Segno del Messia: l’enigma svelato (Nexus Edizioni, Padova 2012), La Stella dei
Magi e il sarcofago decifrato (Nexus Edizioni, Padova 2014).

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10 tronchi celesti (Tiagan) con i 12 rami terrestri (Dizhi). 56. Con k negativo, avremo, a quanto pare, quadrati
Ciò, probabilmente, è il frutto di uno scambio tra la con- equivalenti ma simmetrici rispetto al numero centrale.
cezione “terrestre” del numero 10 (5 coppie) e quella 57. Cfr. S. De La Loubère, Una nuova relazione storica del
“celeste” del numero 12 (6 coppie). Tant’è che i 10 tron- Regno del Siam, 1693, t. II, p. 229.
chi sono poi ricondotti alla Legge dei 5 elementi (legno, 58. Cfr. C.A. Pickover, The Zen of Magic Squares, Prince-
fuoco, terra, metallo e acqua) nelle sue due fasi yin e ton University Press, Princeton 2002, p. 56.
yang, mentre i 12 rami sono ricondotti ai 12 segni zodia- 59. Se il quadrato è un 3x3, in totale sono 9 numeri che,
cali del Cielo (che, nei riferimenti siderali dell’antica Cina, meno l’n centrale diventano 8 e possono essere suddivisi,
sono: bue, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, capra, rispetto ad n, in +4 e -4 numeri. Se il quadrato è 5x5, in
scimmia, gallo, cane, maiale, topo). Attualmente, i primi totale sono 25 numeri che, meno l’n centrale, diventano
documenti ritrovati con riferimenti allo Ganzhi sono de- 24. e possono essere suddivisi, rispetto ad n, in +12 e -12
gli scritti oracolari della dinastia Yin (ca. 1600-1046 a.C.); numeri, etc. Nel nostro caso, il quadrato è un 7x7 per un
la lista completa dei tronchi e dei rami, invece, compare totale di 49 cifre che, meno l’n centrale, diventano 48 e
in un documento divinatorio del regno di Yi (1191-1154 possono essere suddivise, rispetto ad n, in +24 e -24 cifre.
a.C.). Questo sistema sessagesimale, adottato poi anche 60. Cfr. N.D. Vlora - G. Mongelli, Dalla valle del Nilo a
in Giappone, Corea e Vietnam, veniva anche utilizzato Federico II di Svevia, Adda, Bari 2004.
per stabilire gli oroscopi (quadri astrali di un nascituro o 61. Cfr. T. Brescia, Il Segno del Messia: l’enigma svelato,
di un evento). Nexus, Padova 2012, pp. 127-132 (Il Magico quadrato del
49. R. Guénon, La grande triade (1957), tr. it., Adelphi, Sator).
Milano 1980, pp. 59-60, 37. 62. M. Danesi, Labirinti, quadrati magici e paradossi lo-
50. Ivi, pp. 133-134. gici, cit., p. 203.
51. R. Guénon, Simboli della scienza sacra (1962), tr. it., 63. Ivi, p. 215.
Adelphi, Milano 1975, p. 63. 64. Cfr. V. Barone, L’odine del mondo. Le simmetrie in
52. Per la consulenza matematica nel linguaggio di ge- fisica da Aristotele ad Higgs, Bollati Boringhieri, Bologna
neralizzazione del Teorema Luoshu e delle formule che 2013 e T. Brescia, Olos o logos: il tempo della scelta, cit.
individueremo, si ringrazia la prof.ssa Maria Vittoria Ar- 65. C. Franzonetti, Particelle, Editori Riuniti, Roma 1982,
gentieri. p. 7.
53. Cfr. C.F. Lee Sallows, Geometric magic squares, Dover, 66. Cfr. Focus, n. 84, ottobre 1999, p. 112.
New York 2013, p. 125. 67. Cfr. C. Franzonetti, Particelle, cit., pp. 109, 195-196,
54. R. Guénon, La grande triade, cit., pp. 133-134. 206.
55. Cfr. S. Breccia, I numeri nella storia dell’umanità, cit., 68. E. Laszlo, Tu puoi cambiare il mondo, Riza, Milano
pp. 252-254. 2003, p. 136.

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