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DNA

La sua struttura è stata determinata da Watson e Crick nel 1953.


NUCLEOTIDI

Componenti fondamentali degli acidi nucleici.

Costituiti da 3 parti:

1. Uno zucchero a 5 atomi di C: nel DNA è il deossiribosio;


nell’RNA è il ribosio.
2. Uno/due/tre gruppi fosfato (PO42-).
3. Una base azotata

 Le basi azotate per il DNA sono 4:


Adenina Timina Citosina Guanina.

 Per l’RNA al posto della Timina c’è l’Uracile.


NUCLEOTIDI

Un gruppo fosfato  Nucleotide Monofosfato


Due gruppi fosfato  Nucleotide Difosfato
Tre gruppi fosfato  Nucleotide Trifosfato
NUCLEOTIDI
Basi azotate
 L’RNA è costituito da
un unico filamento
polinucleotidico.

 Il DNA è una doppia


elica, nella quale i due
polinucleotidi si avvolgono
a spirale uno sull’altro
 Legami a idrogeno
Come i polisaccaridi e i polipeptidi, anche un polimero di acido nucleico
(polinucleotide) si forma per condensazione dei suoi monomeri: lo
zucchero di un nucleotide si lega al gruppo fosfato del nucleotide
successivo con un legame fosfodiesterico.

Polimerizzazione
mediante
condensazione.
In una molecola di DNA due filamenti antiparalleli con sequenza
nucleotidica complementare sono accoppiati in una doppia elica
destrogira con 10 nucleotidi per giro.
Replicazione
semiconservativa

I due filamenti di DNA parentale si


separano e ciascuno serve da
stampo per la sintesi di un nuovo
filamento complementare la cui
sequenza è dettata dalla specificità
dell’accoppiamento delle basi Filamento
vecchio
di DNA
Replicazione Semiconservativa
Filamento
perché un filamento di DNA nuovo
parentale vene conservato in ogni di DNA
molecola figlia di DNA
Replicazione nei Procarioti
La replicazione semiconservativa del DNA

Ogni filamento di DNA contiene una sequenza


nucleotidica esattamente complementare a
quella del filamento opposto: per questo ognuno
di essi può fare da stampo per la sintesi di un
altro filamento complementare.

F e F’, il filamento F funge da stampo per un nuovo filamento


Se si indicano i due filamenti come
F’, mentre F’ fa da stampo per un nuovo filamento F.
Origini di replicazione

Il processo replicativo del DNA viene innescato da proteine iniziatrici che si


legano al DNA e distanziano le catene rompendo i legami idrogeno tra le basi in
modo che le basi disaccoppiate si possano utilizzare da stampo

Origine di replicazione
forcella forcella

crescita crescita

Origine
di replicazione

termine

Genoma batterico: una molecola circolare: 1 origine di replicazione


Genoma umano: 10 000 origini di replicazione
Origini di replicazione

Origine di
replicazione

Rotazione
attorno all’asse

Il genoma batterico contiene 2 forcelle di replicazione, che rappresentano le regioni di sintesi


attiva del DNA

A livello di ciascuna forcella i filamenti parentali del DNA si separano e vengono sintetizzati due
filamenti figli
Origini di replicazione
Sono caratterizzate da una particolare seq nt

Siti di legame per la proteina


iniziatrice
3 sequenze di 13 nucleotidi
allineati in tandem

Sequenza consenso

OriC
(l’origine di replicazione di E. coli)

Ha una lunghezza di 245 pb

Contiene 3 sequenze uguali di 13 nucleotidi allineati in


tandem

Contiene 4 siti di legame per la proteina iniziatrice


(DnaA)
COMPLESSO ENZIMATICO
DNA polimerasi III
filamento guida
(sintesi veloce)
sul filamento guida Elicasi

DNA parentale
stampo del
filamento guida
RNA
RNA primasi
stampo del filamento primer
ritardato

Primosoma
Frammento di Okazaki
DNA polimerasi III Proteine morsetto Topoisomerasi
sul filamento scorrevole
ritardato

Proteine che legano il DNA a singolo


filamento
Svolgimento del DNA: le elicasi
Il processo replicativo del DNA prevede che i filamenti della doppia elica vengano slegati e
distanziati.
Questo implica che la doppia elica debba subire uno srotolamento.
Lo srotolamento dipende dall’enzima elicasi che utilizza una molecola di ATP per ogni giro di
elica svolto
Le elicasi catalizzano lo svolgimento del DNA parentale davanti alla forcella di replicazione.

Movimento della forcella di


replicazione

elicasi
Proteine che
legano il DNA

I filamenti nucleotidici separati vengono stabilizzati dalle proteine che legano il


DNA a singolo filamento
Le TOPOISOMERASI

DNA lineare
Stampo di DNA
circolare
saldato
covalentemente DNA superavvolto

Esistono 2 tipi di topoisomeasi:

Topoisomerasi di tipo I: Topoisomerasi di tipo II:

tagliano tagliano simultaneamente


solo un filamento di DNA entrambi i filamenti di DNA
FORCELLA REPLICATIVA
Forcella di replicazione

Replicazione Bidirezionale Sul DNA che si replica si distinguono


delle biforcazioni a Y dette forcelle di
replicazione
In questi punti la macchina replicatrice si
sta muovendo lungo il DNA,
aprendo i due filamenti della doppia elica
e utilizzando ciascun filamento parentale
come stampo per formare un nuovo
RNA DNA stampo nuovo DNA
filamento figlio

Replicazione bidirezionale:
ad ogni origine di replicazione si formano
due forcelle replicative che scorrono in
direzioni opposte rispetto all’origine
aprendo man mano il DNA
Macchina Replicatrice

filamento guida DNA polimerasi III


(sintesi veloce) sul filamento guida

Topoisomerasi
DNA parentale
stampo del
filamento guida Elicasi
RNA
primasi
stampo del filamento RNA
primer
ritardato
Proteine che legano il DNA a singolo
filamento

Primosoma

Frammento di
Okazaki DNA-polimerasi: che sintetizza il nuovo
DNA polimerasi III
sul filamento DNA usando come stampo uno dei due
ritardato
filamenti originali

Una volta legata a una origine di replicazione la proteina iniziatrice comincia ad aprire la doppia
elica, attirando un altro gruppo di proteine che costituiscono il complesso enzimatico deputato
alla replicazione del DNA
POLIMERASI

I procarioti possiedono 5 tipi di DNA polimerasi:

DNA polimerasi I: implicata nella riparazione del DNA e nella rimozione degli inneschi dei
frammenti di Okazaki.

DNA polimerasi II: indotta da danni al DNA per riparazione incline all'errore.

DNA polimerasi III: l'enzima principale per la replicazione, con attività polimerasica 5'->3'
ed esonucleasica 3'->5‘(proofreading). Attiva sia nella sintesi del filamento leading, sia in
quella dei frammenti di Okazaki.

DNA polimerasi IV e DNA polimerasi V: coinvolte nella riparazione incline all'errore


Reazione di allungamento della catena di DNA catalizzata dalla
polimerasi

I nucleotidi entrano inizialmente come


nucleotidi trifosfati ricchi di energia,
apportando in questo modo l’energia
necessaria per la polimerizzazione.
Infatti l’idrolisi di un legame fosfoanidride
nel nucleoside trifosfato, con liberazione
del pirofosfato Ppi, rende disponibile
l’energia e la DNA polimerasi vi accoppia
la condensazione, legando il monomero
nucleotidico alla catena in crescita.
Il pirofosfato viene idrolizzato
ulteriormente a fosfato inorganico Pi, il che
rende la reazione del tutto irreversibile
La forcella replicativa è asimmetrica
Il meccanismo di polimerizzazione 5’3’ pone un problema alla forcella replicativa.

Lo scheletro Z-P di ogni


filamento ha una sua
direzionalità,
dovuta al modo in cui ogni
residuo di zucchero si lega al
successivo, e che nella doppia
elica i due filamenti decorrono
con polarità opposte

un filamento viene sintetizzato su


uno stampo che va da 3’ a 5’
l’altro filamento si forma su uno
stampo che va in verso opposto,
da 5’ a 3’.
Frammenti di Okazaki
frammento di Okazaki

filamenti di DNA
sintetizzati più
di recente

stampo del
stampo del filamento
filamento leader
ritardato

Filamento lento o ritardato:


sintetizzato in modo discontinuo
Filamento guida o leader: cresce
senza interruzioni

In realtà il filamento di DNA che deve allungarsi all’estremità 5’ viene sintetizzato in modo discontinuo, in
brevi tronconi successivi dalla DNA polimerasi che si muove all’indietro rispetto alla forcella,
quindi in direzione 5’-3’ per ogni troncone
Questi pezzi detti frammenti di Okazaki, vengono ricuciti in seguito formando un filamento nuovo continuo
PRIMASI e PRIMER
Macchina Replicatrice

DNA polimerasi III


filamento guida sul filamento guida
(sintesi veloce)

Topoisomerasi
DNA parentale
stampo del
filamento guida Elicasi
RNA
primasi
stampo del filamento RNA
primer
ritardato
Proteine che legano il DNA a singolo
filamento

Primosoma

Frammento di
Okazaki
DNA polimerasi III
sul filamento
ritardato
Replicazione del DNA

Filamento guida: l’innesco serve solo per cominciare la sintesi all’origine di replicazione
Filamento lento: la sintesi di DNA è discontinua perciò sono continuamente necessari nuovi
inneschi

Quando alla forcella replicativa si espone un nuovo tratto di basi libere, vengono
sintetizzati nuovi inneschi a RNA disseminati lungo il filamento lento; la DNA
polimerasi aggiunge un deossiribonucleotide all’estemità 3’ di questo innesco, dando
inizio a un filamento di DNA e allungandolo finchè non si imbatte nell’innesco a RNA
successivo
Rimozione del primer e unione dei frammenti di Okazaki
Per trasformare in un filamento continuo tutti i frammenti separati costruiti sul filamento
lento, intervengono altri 3 enzimi:

Interruzione fra i frammenti di Okazaki

RNA primer

1. Nucleasi: degrada gli inneschi a


RNA

Rimozione dell’RNA da parte


1. Polimerasi riparativa: Polimerasi I
dell’esonucleasi 5’-3’
sostituisce DNA all’RNA, usando Riempimento dell’interruzione con DNA
come innesco il frammento di
Okazaki adiacente

2. DNA ligasi: unisce il P in 5’ di


un frammento con l’OH in 3’ del DNA ligasi Unione dei frammenti di DNA
seguente. Richiede ATP o NADH
REPLICAZIONE NEGLI
EUCARIOTI
Replicazione negli eucarioti

I principi generali che sono alla base del processo di duplicazione del DNA
sono rispettati anche per la cellula eucariotica, ma nascono alcune
problematiche da risolvere:

1. Dimensione dei cromosomi


2. Presenza dei nucleosomi
3. Telomeri
1. Dimensione dei cromosomi
I cromosomi presentano una lunghezza ragguardevole:

REPLICONI

Cromosoma di E.coli: 2X106 bp


Cromosoma 1 umano: 2,5X109 bp
Velocità di duplicazione negli eucarioti è 10 volte inferiore che nei procarioti

Stratagemma: l’apertura della doppia elica avviene in più punti detti REPLICONI,
lungo il cromosoma

In ciascun replicone le forcelle di replicazione procedono allontanandosi in direzione opposta l’una


dall’altra; in tal modo ogni forcella incontrerà le forcelle adiacenti
2. Presenza dei nucleosomi
Durante la replicazione possiamo considerare gli istoni come divisi in 2 categorie: quelli che
costituivano i vecchi ottameri ed istoni di nuova sintesi.

3 ipotesi:

1. conservativo: gli ottameri vecchi


conservano la loro identità, così
ottameri nuovi e vecchi si distribuiscono
in modo casuale fra i due doppi
filamenti (più accreditata)

2. semiconservativo: ogni ottamero è


costituito da un tetramero vecchio e da
uno nuovo

3. dispersivo: gli ottameri sono costituiti da


istoni vecchi e nuovi a caso
3. Presenza dei Telomeri
Sono sequenze di DNA alle estremità dei cromosomi e consistono in
sequenze ripetute di DNA a semplice sequenza.
Nell’uomo la sequenza ripetuta è AGGGTT.

cinetocore
bolla di replicazione

sequenza
centromerica

sequenza di origine
della replicazione

sequenza
telomerica
cromosomi figli in cellule
separate
Il problema della replicazione alla fine dei cromosomi
Fine del cromosoma

1° filamento
2° filamento

Replicazione

1° filamento

e
2° filamento
Rimozione dell’RNA primer e ligazione dei
frammenti

La rimozione del primer accorcia


la parte terminale del cromosoma

RNA primer
DNA neosintetizzato

Quando la forcella replicativa raggiunge l’estremità del cromosoma la macchina replicatrice incontra una
difficoltà nella sintesi del filamento lento: non c’è posto per collocare l’innesco a RNA necessario x iniziare
l’ultimo frammento di Okazaki, proprio in cima alla molecola lineare di DNA. Ogni volta che una molecola di
DNA si replica potrebbe andarne perduto un pezzetto dall’estremità.
La telomerasi
Nei procarioti il problema non esiste perchè la molecola di DNA è circolare.
Negli eucarioti il problema si risolve grazie a speciali sequenze terminali, incorporate nei
telomeri. Queste sequenze ripetitive telomeriche richiamano al cromosoma un enzima
chiamato telomersi, che aggiunge copie multiple della stessa sequenza di DNA in fondo al
cromosoma, producendo un tratto di DNA supplementare e consentendo di completare il
filamento lento

RNA stampo

DNA

La Telomerasi contiene una breve sequenza di RNA


che utilizza come stampo per sintetizzare la
sequenza di DNA al terminale 3’ nucleotide
Flusso dell’Informazione Genica
DNA RNA PROTEINE

Citoplasma
Nucleo

Traduzione
GENOTIPO (informazione ereditaria
contenuta nel DNA)

SINTESI PROTEICA

FENOTIPO (caratteristiche specifiche


dell’organismo)
DOGMA CENTRALE
della BIOLOGIA

Le informazioni genetiche sono


prima trasferite dal DNA a una
molecola di RNA (trascrizione) e
poi dall’RNA a una proteina
(traduzione).

Il genotipo presente a livello di


DNA si esprime nella proteine,
che determinano il fenotipo.
Quale dei 2 filamenti viene trascritto?

ELICA SENSO
Filamento uguale all’mRNA ma non 5’ ATG 3’
partecipa alla trascrizione

ELICA ANTISENSO
Filamento stampo: complementare 3’ TAC 5’
all’mRNA
è quello su cui lavora l’RNA pol

5’ AUG 3’
mRNA
Le “parole” più brevi dell’ RNA che rappresentano gli aminoacidi sono le
triplette di basi: CODONI.

Il passaggio di informazioni dal gene alla proteina si basa su un


codice di triplette: CODICE GENETICO.

Il primo codone venne decifrato nel 1961 dal biologo


americano Marshall Nirenberg:

Sintetizzò una molecola di RNA artificiale unendo in sequenza nucleotidi identici


(contenenti tutti U); mise poi il poli-U in una provetta contenente ribosomi e altre
sostanze necessarie alla sintesi proteica. Il poli-U venne così tradotto in un
polipeptide contenente un unico tipo di aminoacido: la fenilalanina (Phe).
IL CODICE GENETICO
TRASCRIZIONE

DNA  mRNA
La trascrizione del DNA avviene nel nucleo delle cellule.
Come nella duplicazione i due filamenti di DNA devono essere prima separati
in corrispondenza della sequenza da trascrivere.

I nucleotidi della nuova molecola di RNA si appaiono per omologia al filamento


stampo di DNA formando legami idrogeno;
nell’RNA abbiamo però al posto della T la U che si appaia con la A.

I singoli nucleotidi verranno poi uniti dall’enzima RNA-polimerasi.


RNA polimerasi

Enzima responsabile della sintesi di RNA.


Catalizza la polimerizzazione di ribonucleotidi-5’-trifosfato diretta da uno stampo di DNA.
La RNApol di E. coli è un enzima complesso composto da catene polipeptidiche multiple.
L’enzima intatto consiste di 5 subunità:

2 subunità 
’
1 subunità   

1 subunità ’ 

1 subunità 

La subunità  è attaccata in modo debole e può essere dissociata dalle altre


subunità che costituiscono il nucleo della polimerasi
PROMOTORE e TERMINATORE
Nei procarioti

Esistono siti di inizio e di fine trascrizione


La sequenza di DNA cui si lega la RNA polimerasi per iniziare la trascrizione di un
gene si chiama PROMOTORE.

Promotore procariotico

Contiene due serie di sequenze che sono simili in una varietà di geni.
Queste sequenze comuni contengono 6 nt ciascuna e si trovano
approssimativamente 10 e 35 basi a monte del sito di inizio della trascrizione e sono
chiamate elementi –10 e –35, dalla loro posizione relativa al sito di inizio della
trascrizione, che è definito come la posizione +1.
PROMOTORE e TERMINATORE
Nei procarioti

DNA

RNA
La sintesi di RNA continua fino a che la
polimerasi incontra un segnale di termine
Formazione della struttura a  l’RNA è rilasciato dalla polimerasi e l’enzima
stelo ed ansa si dissocia dal suo stampo di DNA.
Dissociazione dell’RNA dallo
 Il tipo più semplice e comune di segale di
stampo di DNA
termine in E.coli è una serie di CG ripetute
seguite da una sequenza di AAAAAA

DNA
STEP della TRASCRIZIONE GENICA:

 L’RNA-polimerasi riconosce il segnale di inizio della trascrizione:


PROMOTORE posta all’inizio del gene.

 L’RNA-pol si lega al promotore e le due eliche di DNA si separano nel


punto in cui si è legato l’enzima; l’RNA-pol lega i nucleotidi complementari al
DNA stampo producendo il filamento di RNA.

 Man mano che la polimerasi avanza e l’elica di RNA si allunga, l’RNA si


stacca dal suo stampo e la parte di doppia elica di DNA che è già stata
trascritta si richiude.

 La trascrizione prosegue finché l’enzima non incontra una particolare


sequenza di basi azotate chiamata TERMINATORE; questa sequenza
segnala la fine del gene, quindi la polimerasi si stacca dal DNA e libera la
molecola di DNA.
La reazione di allungamento

filamento di DNA stampo


catena di RNA
in crescita

ribonucleotidi trifosfati

direzione di crescita 5’-3’


Differenze tra procarioti ed eucarioti: Promotore eucariotico
Le sequenze più comuni nei promotori eucariotici sono le seguenti:

TATA box
si trova a –25-30 e assomiglia all’elemento
–10 dei procarioti

CAAT box
si trova a –80

GC box
(sequenze consenso GGGCGG)

L’espressione dei geni eucariotici è controllata soprattutto a livello dell’inizio della


trascrizione da proteine che si legano a sequenze regolatici specifiche e che modulano
l’attività della RNA pol
Esistono specifici fattori di trascrizione che riconoscono specificamente queste sequenze e
le legano stimolando la trascrizione
Differenze tra procarioti ed eucarioti

Negli eucarioti il meccanismo della trascrizione è simile ai procarioti ma il macchinario è


più complesso.

- Negli eucarioti ci sono 3 tipi di RNA polimerasi (enzimi complessi costituiti da 8-14 subunità):
RNA polimerasi I: sintetizza rRNA
RNA polimerasi II: sintetizza mRNA (proteine)
RNA polimerasi III: sintetizza rRNA e tRNA
Funzioni diverse  Riconoscono promotori diversi

- L’ RNA polimerasi II degli eucarioti per iniziare la trascrizione necessita di proteine di


inizio che devono legarsi al promotore prima che si possa legare l’enzima

- La RNA pol II è coadiuvata da una serie di proteine denominate Fattori di Trascrizione


per l’ RNA pol II: TFIIA – TFIIB – TFIID – TFIIE – TFIIF – TFIIH
Controllo della trascrizione

Interazione di proteine regolatrici con sequenze specifiche di DNA

Le sequenze regolatrici sono chiamate elementi di controllo che possono agire da


attivatori o da inibitori della trascrizione

Enhancer:

sequenze regolatrici poste molto più lontano dal sito di inizio della trascrizione.
Come i promotori, gli enhancer funzionano legando fattori di trascrizione che
regolano poi la RNA pol.
Una funzione degli enhancer è quella di regolare l’espressione tessuto-specifica di
alcuni particolari geni nei tipi cellulari appropriati:
l’enhancer può essere attivo in alcuni tipi di cellule ed in altri no.
Maturazione dell’RNA
La maturazione dell'mRNA è una serie di processi chimici che
trasformano una molecola di pre-mRNA (trascritto primario) in mRNA .

La maturazione dell'mRNA differisce molto tra gli eucarioti ed i procarioti.

 L'mRNA procariotico è già maturo dopo la trascrizione e non


richiede di essere controllato, tranne che in alcuni casi.
 Il pre-mRNA eucariotico invece richiede diversi passaggi.

Le tappe della maturazione sono:


1. Splicing;
2. Metilazione;
3. Capping;
4. Poli-A.
Splicing

E’ il processo mediante il quale il pre-mRNA viene modificato per la


rimozione di alcuni tratti di sequenze non codificanti chiamate introni; i
tratti restanti che includono le sequenze per la codifica
delle proteine sono chiamati esoni.
Lo splicing è praticato di solito da complessi RNA-proteina
chiamati spliceosomi.
Capping

Aggiunta di un "cappuccio" di 7-metil guanosina al residuo 5’-terminale della


catena.
Questa modificazione è importante per:
o riconoscimento e l'aggancio appropriato dell'mRNA al ribosoma
o altri processi essenziali, come lo splicing ed il trasporto
o rende più stabile l'mRNA

Poliadenilazione

E’ il legame covalente di un filamento di adenina ad una molecola di mRNA.


La coda di poli-A all'estremità 3' terminale aiuta la stabilità dell'mRNA,
proteggendolo dalle esonucleasi.
É importante per:
o la terminazione della trascrizione
o il trasporto dell'mRNA fuori dal nucleo cellulare e la traduzione

Questa reazione è catalizzata dalla poli-A polimerasi.


Metilazione

1. Il cap 5’ viene metilato sull’azoto in posizione 7

2. I primi 2 nucleotidi dell’mRNA vengono


metilati sul carbonio del ribosio in posizione 2’

Funzione: conferisce al messaggero ulteriore stabilità


Trasporto dell’mRNA al citoplasma

proteine
citoplasmatiche
ribosoma che legano RNA

CITOSOL CITOSOL
poro nucleare
scambio delle
proteine

mRNA NUCLEO NUCLEO

particella proteina che lega


NRP il poli-A

La sintesi e la maturazione dell’mRNA eucariotico avvengono all’interno del nucleo.


L’mRNA maturo viene riconosciuto da determinate proteine di trasporto, che lo discriminano da
RNA non maturi o danneggiati o frammenti di RNA o introni excisi e lo traghettano
selettivamente verso il citosol attraverso i pori nucleari
TRADUZIONE
Il trasferimento dell’informazione dal DNA alle proteine

CELLULA PROCARIOTICA

CELLULA EUCARIOTICA
La traduzione

Avviene nel citoplasma delle cellule.

È la conversione dal linguaggio degli acidi nucleici a quello delle


proteine e richiede l’intervento di diverse molecole:
• mRNA che porta le istruzioni per la proteina
• RNA di trasporto (tRNA) che agisce da “interprete”
• Ribosomi: organuli in cui avviene la sintesi proteica
• Enzimi e fattori proteici
• ATP e amminoacidi
IL CODICE GENETICO

mRNA: 4 tipi di nucleotidi proteine: 20 tipi di aminoacidi

La traduzione non può avvenire facendo corrispondere direttamente 1 nt dell’RNA a 1 aa della pt.
Almeno 3 nt devono essere usati per codificare ciascun aa

nt per codoni
codone
1 4
2 42=16
3 43=64
Diversi tipi di RNA

•RNA informazionali che vengono trascritti a partire dai geni e quindi codificano
per le sequenze amminoacidiche delle proteine: mRNA

•RNA funzionali che non vengono tradotti in polipeptidi ma svolgono la loro


funzione come RNA: tRNA e rRNA
Ribosomi

La traduzione avviene nei ribosomi.


I ribosomi sono costituiti da due subunità (una grande ed una piccola), ciascuna formata
da proteine e rRNA (RNA ribosomiale).
Nella subunità minore è presente il sito di legame per l’mRNA;
In quella maggiore i siti di legame per i tRNA.

Sito A: ospita il tRNA che porta con


se l’aa da aggiungere alla catena.

Sito P: ospita il tRNA a cui è legata


la catena polipeptidica in crescita.

Sito E: ospita il tRNA in uscita.


RNA transfer (tRNA)

l’aminoacido si estremità 3’
attacca qui
Tutti i tRNA hanno la sequenza CCA in 3’ e
estremità 5’ gli aa sono attaccati covalentemente al
ribosio dell’adenosina terminale

ansa T I tRNA sono lunghi più o meno 70-80 nt


e hanno una caratteristica
struttura a trifoglio
ansa D prodotta dall’accoppiamento complementare
di basi fra regioni diverse della molecola.
nucleotidi
modificati
ansa
dell’anticodone

anticodon

Lo stampo di mRNA viene riconosciuto dall’ansa dell’anticodone, posta all’altra estremità del
tRNA ripiegato, che si lega al codon appropriato per appaiamento complementare delle basi
RNA transfert (tRNA)
adattatori che allineano ciascun aa con il codon corrispondente sullo stampo di
mRNA
Durante la traduzione…
L’anticodone del tRNA riconosce il codone dell’mRNA per omologia tra le
basi.
Attacco degli aa ai tRNA

La struttura del legame aminoacil-tRNA:


L’estremità COOH dell’aminoacido forma un legame estere con il 3’OH libero del ribosio
dell’adenosina terminale che fa parte del (CCA).

Mediato da un gruppo di enzimi chiamati aminoacil-tRNA-sintasi.

Ognuno di essi riconosce il tRNA corretto a cui deve essere attaccato l’aa.

aminoacido

RNAt
specifico

aminoacil-RNAt
sintetasi
La traduzione: il processo di sintesi proteica

La molecola di mRNA trascritta dal DNA è più lunga del vero e proprio messaggio
da tradurre e sequenze di nucleotidi presenti alle due estremità del messaggero non
fanno parte del messaggio ma aiutano l’mRNA ad attaccarsi al ribosoma.

• L’mRNA si lega alla


subunità minore del
ribosoma; uno speciale tRNA
di partenza si lega al codone
specifico (codone d’inizio); il
tRNA di partenza trasporta
l’amminoacido Met
(metionina).

• La subunità maggiore si
lega a quella piccola
formando il ribosoma
funzionale; il tRNA di
partenza si colloca nel sito P
della subunità maggiore.
La traduzione: il processo di sintesi proteica

Gli mRNA sono letti in direzione 5’-3’

Le proteine sono sintetizzate dall’N-term al C-term

aminoacido
RNAt

anticodone

RNAm

codone
La traduzione: organizzazione mRNA
La traduzione non inizia semplicemente all’estremità 5’ dell’mRNA, ma in siti di inizio specifici.
Le porzioni terminali 5’ degli mRNA procariotici ed eucariotici sono pertanto sequenze non
codificanti, chiamate 5’UTR. Tutti gli mRNA terminano con seq 3’UTR

mRNA procariotico
Siti multipli di inizio della traduzione
UTR proteina 1 proteina 2 proteina 3 UTR

mRNA eucariotico
Singolo sito di inizio della traduzione
UTR proteina 1 UTR

mRNA procariotici: codificano polipeptidi multipli e si chiamano policistronici


mRNA eucariotici sono monocistronici
Traduzione negli eucarioti

Più complicato e richiede almeno 10 fattori di inizio della Subunità 40S


traduzione
Attacco dei fattori
1.Una serie di fattori di inizio riconosce il di inizio
5’cap dell’mRNA e lo porta al ribosoma RNAm

2.Subunità minore + metionil tRNA + fattori:


scorrono sull’mRNA per identificare il
codone di inizio AUG Scorrimento

3.Raggiunto l’AUG di inizio, viene idrolizzato


il GTP

4.Rilasciati i fattori di inizio


Subunità 60S
5.La subunità maggiore si lega a quella
minore per formare il complesso di inizio
Produzione di una proteina matura funzionale

Una volta che il dominio proteico emerge dal ribosoma,


forma una struttura compatta che contiene la maggior parte
della struttura secondaria finale (a eliche e b foglietti)
allineata più o meno nel modo giusto.
Questa struttura è chiamata
globulo fuso

Il completamento del ripiegamento della proteina è molto più


lento e porta ad aggiustamenti di catene laterali che alla fine
formano la struttura terziaria corretta ed avviene quando il
ribosoma rilascia l’estremità C-terminale della proteina.
Chaperone molecolari

Aiutano a guidare il ripiegamento di molte proteine. Agiscono sulle proteine dopo


che sono state completamente sintetizzate e ne impediscono l’aggregazione
fornendo loro un ambiente favorevole in cui tentare di ripiegarsi.
Ubiquitinizzazione e Proteosoma

Le proteine che non riescono a ripiegarsi o ad assemblarsi in modo appropriato


vengono marcate in modo specifico per la distruzione tramite l’attacco covalente di
copie multiple di una piccola proteina chiamata ubiquitina.

Sulle proteine così marcate agisce il proteasoma: l’apparato finale di distruzione delle
proteine negli eucarioti
CONTROLLO DELL’ESPRESSIONE DEI GENI NEGLI EUCARIOTI

In un organismo tutte le cellule contengono lo stesso DNA, ma le differenze tra le


diverse cellule differenziate dipende da un sofisticato controllo dell’espressione genica

Proteine housekeeping

Proteine specifiche di ciascun tipo cellulare

Quasi tutte le cellule specializzate di un


organismo pluricellulare hanno la capacità di
modificare il quadro di espressone genica in
risposta a messaggi extracellulari.

Tuttavia ogni tipo di cellula risponde a suo


modo allo stesso segnale extracellulare

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