Guidaanit Marzo2014
Guidaanit Marzo2014
Guidaanit Marzo2014
Sostenibilità in edilizia
Linee guida introduttive, certificazione
e protocolli di sostenibilità
Certificazione energetica
Legge 9/14, DL 63/13, DPR 75/13 e Linee Guida
Nazionali per la Certificazione energetica
Classificazione acustica
Sintesi delle norme UNI 11367 e UNI 11444
LE GUIDE ANIT
ANIT, Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico, pubblica periodicamente sintesi, guide e
manuali sulle tematiche legate all’efficienza energetica e all’isolamento acustico degli edifici.
Gli argomenti trattati riguardano la legislazione, le norme tecniche di riferimento, le tecnologie costruttive, le
indicazioni di posa e molto altro.
I SOCI ANIT possono scaricare gratuitamente tutti i documenti, costantemente aggiornati, dal sito www.anit.it
ASSOCIARSI CONVIENE!
I soci ANIT ricevono:
Costante aggiornamento legislativo e normativo
Software per il calcolo delle prestazioni termiche e acustiche degli edifici
Abbonamento alla rivista Neo-Eubios
Un volume a scelta della collana ANIT “L’isolamento termico e acustico”
Sconti e convenzioni
… e molto altro!
INTRODUZIONE
La GUIDA ANIT sintetizza i contenuti della legislazione e delle norme tecniche sull’isolamento termico e acustico
degli edifici. La guida è strumento pratico messo a punto dallo staff tecnico di ANIT col fine di facilitare la
comprensione dei riferimenti legislativi e normativi per i tecnici che operano nel settore.
I Soci possono scaricare tutte le GUIDE dal sito e ricevono un volume ogni anno.
Volume 1 Volume 4
I materiali isolanti Muffa, condensa e ponti
Edizione 2013 termici
La “guida ANIT” sui Edizione 2014
materiali isolanti. La guida completa alla
Caratteristiche tecniche dei diagnosi igrotermica degli
materiali e 27 schede edifici.
esplicative. 170 pagine
192 pagine
Volume 2 Volume 5
Guida alla nuova Legge 10 Prestazioni estive degli
Edizione 2013 edifici
Una istantanea della Edizione 2011
situazione legislativa e Obblighi di legge,
normativa di isolamento caratteristiche dinamiche
termico del nostro Paese. dell'involucro, legame tra
320 pagine temperatura degli ambienti
interni e comfort estivo,
tecniche di misura in opera.
185 pagine
Volume 3 Volume 6
Manuale di acustica edilizia La classificazione acustica
Edizione 2013 delle unità immobiliari
Informazioni semplici e Edizione 2013
chiare per i tecnici che I contenuti della norma
vogliono approfondire il tecnica UNI 11367 che
tema dell’acustica edilizia. definisce la procedura per
Leggi, norme, metodi di classificare acusticamente
calcolo, indicazioni di posa e le unità immobiliari.
misurazioni fonometriche. 160 pagine
192 pagine
INDICE
1 SOSTENIBILITÀ IN EDILIZIA ..................................................................................... 4
1.1 INTRODUZIONE ..........................................................................................................................................................4
1.2 LA SOSTENIBILITÀ .......................................................................................................................................................4
1.3 LA SOSTENIBILITÀ APPLICATA ALL’EDILIZIA ................................................................................................................4
1.4 LA CERTIFICAZIONE DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DELL’EDIFICIO ..........................................................................5
1.5 I PROTOCOLLI DI SOSTENIBILITÀ ................................................................................................................................5
1.6 I MATERIALI SOSTENIBILI ............................................................................................................................................5
1 SOSTENIBILITÀ IN EDILIZIA
Linee guida introduttive, certificazione e protocolli di sostenibililità
1.1 INTRODUZIONE
In questo capitolo viene introdotto il tema della sostenibilità applicata all’edilizia.
È possibile approfondire questa tematica consultando la “GUIDA ANIT ALLA SOSTENIBILITÀ”. Il documento può
essere scaricato dai soci ANIT dal sito www.anit.it
1.2 LA SOSTENIBILITÀ
Per sostenibilità si intende “la capacità dell'umanità di rispondere alle esigenze del presente senza
pregiudicare la capacità delle future generazioni di rispondere alle loro necessità".
I tre principali ambiti in cui la sostenibilità è comunemente suddivisa sono ambientale, economico e sociale.
La Dimensione Ambientale è la capacità di mantenere la qualità e riproducibilità delle risorse naturali.
Viene valutata attraverso parametri che permettono di governare al meglio i vari aspetti di riduzione dei
consumi e degli impatti ambientali.
La Dimensione Economica riguarda la capacità di generare reddito e lavoro e viene valutata attraverso
parametri che permettono di governare al meglio i vari aspetti di riduzione dei costi che vanno a
sommarsi per creare il costo complessivo durante l'intero ciclo di vita dell'edificio.
La Dimensione Sociale considera la capacità di garantire condizioni di benessere e qualità della vita,
equamente distribuite per classi e genere. Viene ulteriormente suddivisa in requisiti più specifici che
permettono di governare al meglio i parametri che caratterizzano il comfort e il benessere dell'utente.
Ad oggi, la dimensione ambientale è quella più studiata e sviluppata ed esistono sistemi e strumenti per
valutarla. Più complesse sono invece le modalità di valutazione della dimensione economica e soprattutto di
quella sociale.
Lo sviluppo sostenibile applicato all’edilizia comporta che la prestazione e la funzionalità richiesta all’edificio sia
ottenuta con il minimo impatto ambientale negativo, incoraggiando nel contempo il miglioramento economico,
sociale e culturale a livello locale, regionale e globale.
Tale certificazione non deve essere confusa con la certificazione energetica, per la quale si rimanda al
successivo capitolo di questa GUIDA.
Protocolli come l’americano LEED, l’inglese BREEAM o il giapponese CASBEE sono metodi qualitativi.
In Italia il quadro dei protocolli di valutazione della costruzione sostenibile è piuttosto frammentato.
Attualmente si sono affermati il protocollo ITACA a livello pubblico/regionale e il protocollo LEED sul mercato
privato di respiro internazionale.
Entrambi i protocolli sono basati su un sistema a punteggio con un elenco di requisiti a cui è assegnato un
giudizio di valutazione. Il punteggio globale definisce la sostenibilità ambientale dell’edificio.
I protocolli di valutazione della sostenibilità attualmente disponibili consentono di definire il primo aspetto e
risultano carenti sul secondo. Questo perché la valutazione di sostenibilità di un prodotto può risultare molto
complessa in quanto si riferisce al suo intero ciclo di vita, dalla materia prima alla dismissione del prodotto
finito.
Diventa quindi molto difficile indicare se uno specifico materiale è sostenibile o meno e risulta semplicistica e
scorretta la diretta equazione “materiale naturale = materiale sostenibile.”
Prima occorre definire cosa si intende per “sostenibile” stabilendo un criterio o una soglia di valori che consenta
di valutare univocamente l’impatto che quel prodotto ha sull’ambiente.
ANIT ha realizzato GUIDE specifiche sull’argomento in collaborazione con le aziende associate che hanno
partecipato al gruppo di lavoro sulla sostenibilità in edilizia.
Le GUIDE riportano le schede tecniche dei materiali delle aziende che hanno aderito all’iniziativa in cui sono
riportati e specificati i dati di impatto ambientale, le applicazioni e le soluzioni tecnologiche possibili e la
rispondenza di quel prodotto ai criteri dei protocolli ITACA e LEED.
2.1 INTRODUZIONE
In materia di efficienza energetica la Comunità Europea ha indicato ai Paesi membri la strada da percorrere con
la Direttiva 2002/91/CE “Rendimento energetico nell’edilizia” detta anche EPBD, ovvero Energy Performance
Buildings Directive successivamente aggiornata con la Direttiva 2010/31/UE (detta anche EPBD2) in vigore dal 9
luglio 2010.
L’Italia introduce nel proprio regolamento nazionale le indicazioni delle due direttive attraverso il DLgs 192/05
(di recepimento della direttiva 2002/91) e il Decreto Legge 63/13 (di recepimento della direttiva 2010/31)
convertito in legge il 3 agosto 2013 dalla Legge 90/13.
Il quadro legislativo italiano inoltre dal 2007 ad oggi si è arricchito di una serie di provvedimenti che hanno
modificato, integrato e attuato le disposizioni previste dai testi di recepimento.
In questo capitolo presentiamo una guida semplificata alla comprensione delle regole attualmente in vigore.
Il documento è il primo dei decreti attuativi del DLgs 192/05 che introduce
un nuovo quadro di disposizioni obbligatorie in sostituzione alle indicazioni
“transitorie” dell’Allegato I del DLgs 192/05.
10 lug 11 lug DM 26/06/09 “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli
2009 2009 edifici”. Il decreto attuativo del DLgs 192/05 definisce le metodologie per
la predisposizione dell’Attestato di certificazione energetica.
18 giu 9 lug Direttiva 2010/31/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19
2010 2010 maggio 2010 sulla prestazione energetica nell’edilizia (refusione).
La direttiva aggiorna e integra i contenuti della Direttiva 2002/91/CE (che
Dir.europea
viene abrogata con effetto dal 1 febbraio 2012) obbligando gli Stati
membri ad aggiornare i propri recepimenti nazionali.
28 mar 29 mar DLgs 28/2011 “Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione
2011 2011 dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva
abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE”.
il documento modifica le regole sugli obblighi previsti per la copertura
energetica da fonti rinnovabili (Art.11 e All.3) e per la certificazione
energetica in sede di compravendita e locazione (Art. 13).
13 dic 28 dic DM 22/11/12 “Modifica del decreto 26 giugno 2009, recante: «Linee guida
2012 2012 nazionali per la certificazione energetica degli edifici”.
Il decreto modifica le Linee Guida Nazionali e in particolare annulla la
possibilità di autodichiarare l’edificio in classe G.
25 gen 26 gen DM 22/11/12 “Modifica dell’Allegato A del DLgs 192/05 recante
2013 2013 attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico
nell’edilizia”.
Il decreto modifica l'Allegato A del DLgs 192/2005 "Ulteriori definizioni".
5 giu 6 giu DL 63/2013 “Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva
2013 2013 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010,
sulla prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle procedure Recepimento
d'infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni Dir.europea
in materia di coesione sociale”.
Con il Decreto viene recepita la Direttiva Europea 31/2010/UE. Il
documento contiene le modifiche all DLgs 192/05 e la proroga degli
incentivi fiscali.
27 giu 28 giu DPR 74/13 “Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia
2013 2013 di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli
impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per
la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, a norma
dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del DLgs 192/05”
27 giu 12 lug DPR 75/13 “Regolamento recante disciplina dei criteri di accreditamento
2013 2013 per assicurare la qualificazione e l'indipendenza degli esperti e degli
organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici, a norma
dell'articolo 4, comma 1, lettera c), del DLgs 192/05”
3 ago 4 ago Legge 90/13 “Conversione, con modificazioni, del decreto-legge 4 giugno
2013 2013 2013, n. 63”
LE ESCLUSIONI
Secondo l’Art. 3 del DLgs 192/05 modificato dalla Legge 90/13, sono esclusi dall’applicazione del decreto le
seguenti categorie di edifici:
gli edifici ricadenti nell'ambito della disciplina della parte seconda e dell'articolo 136, comma 1, lettere
b) e c), del Dlgs 22 gennaio 2004, n. 42, recante il codice dei beni culturali e del paesaggio solo nel caso
in cui il rispetto delle prescrizioni implichi un'alterazione sostanziale del loro carattere o aspetto, con
particolare riferimento ai profili storici, artistici e paesaggistici. E fatto salvo le disposizioni concernenti:
a) l'attestazione della prestazione energetica degli edifici; b) l'esercizio, la manutenzione e le ispezioni
degli impianti tecnici.
gli edifici industriali e artigianali quando gli ambienti sono riscaldati per esigenze del processo produttivo
o utilizzando reflui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili;
gli edifici rurali non residenziali sprovvisti di impianti di climatizzazione;
i fabbricati isolati con una superficie utile totale inferiore a 50 metri quadrati;
gli edifici che risultano non compresi nelle categorie di edifici classificati sulla base della destinazione
d'uso di cui all'articolo 3 del DPR 412/93, il cui utilizzo standard non prevede l'installazione e l'impiego di
sistemi tecnici, quali box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi, strutture stagionali a
protezione degli impianti sportivi, fatto salvo le porzioni eventualmente adibite ad uffici e assimilabili,
purché scorporabili ai fini della valutazione di efficienza energetica;
gli edifici adibiti a luoghi di culto e allo svolgimento di attività religiose.
Secondo l’Art. 3 del DLgs 192/05 modificato dalla Legge 90/13, gli adempimenti legati alla (sola) predisposizione
e consegna della relazione tecnica non sono dovuti:
in caso di mera sostituzione del generatore di calore dell’impianto di climatizzazione avente potenza
inferiore alla soglia prevista dall’articolo 5, comma 2, lettera g) del regolamento di cui al decreto del
Ministro dello sviluppo economico 22 gennaio 2008, n. 37.
Nota:
per tutti i casi non espressamente citati nel DLgs 192/05 e s.m.i. è necessario valutare se con l’intervento si
rientra in una o più delle 6 casistiche citate dal decreto (vd. il capitolo “VERIFICHE DA RISPETTARE”).
Ad esempio se per un cambio di destinazione d’uso (caso che non viene mai citato direttamente dal decreto) si
interviene su una struttura dell’involucro o sugli impianti, è necessario adempiere agli obblighi previsti per
queste singole casistiche.
“una variante sostanziale in corso d’opera può essere considerata come un intervento di ristrutturazione o
manutenzione straordinaria di un edificio esistente, e per tanto deve essere presentata una relazione tecnica
coerente con le nuove norme, ma solo relativamente a quanto sostanzialmente modificato”.
Alla fine del processo edilizio e contestualmente alla dichiarazione di fine lavori, l’Art. del DLgs 192/05
modificato dalla Legge 90/13, il direttore dei lavori assevera la conformità delle opere realizzate rispetto al
progetto e alle sue eventuali varianti, ed alla relazione tecnica, nonché l’attestato di qualificazione energetica
dell’edificio come realizzato.
La dichiarazione di fine lavori è inefficace a qualsiasi titolo se la stessa non è accompagnata da tale
documentazione asseverata. Di seguito lo schema temporale dei tre passaggi:
Nota:
la progettazione di un edificio a energia quasi zero parte dallo studio integrato del sistema edificio-impianto. Per
ottimizzare il processo di progettazione è utile impostare l’analisi in tre passaggi: 1) la scelta di soluzioni per la
riduzione dei fabbisogni energetici dell’involucro; con un “guscio” efficiente si può mantenere un alto livello di
comfort interno con fabbisogni limitati, 2) lo studio di soluzioni impiantistiche efficienti per l’ottimizzazione e la
gestione dei carichi termici lungo l’interno anno e 3) lo studio delle modalità di copertura parziale o totale dei
fabbisogni in gioco da fonti rinnovabili.
Nota:
l’obbligo di validazione da parte del CTI riguarda solo i software che applicano le
UNI/TS 11300 ovvero dedicati al calcolo del fabbisogno energetico degli edifici
Non è prevista alcuna validazione da parte del CTI invece per i software dedicati ad
altri argomenti come ad esempio la verifica della trasmittanza termica, dei
fenomeni di condensazione o dell’analisi dei ponti termici.
SIMULAZIONE DINAMICA
Il DPR 59/09 Art. 4, comma 27, punto o) specifica che per gli edifici di nuova costruzione del settore terziario con
volumetria maggiore di 10.000 m3, è confermato l’obbligo d’adozione di opportuni modelli di simulazione che
tengano conto dell'influenza dei fenomeni dinamici. L’obbligo decade nel caso si possa dimostrare la scarsa
rilevanza di tali fenomeni.
ampliamenti con un
edifici di nuova costruzione e volume > 20% del volume dell’edificio
impianti in essi contenuti stesso
(Art.3 comma 2, b)
SCHEMA DELLE VERIFICHE (DPR 59/09 Art. 4) Incrociando il tipo d’intervento (colonne) con la classificazione
dell’edificio (righe) si ottiene l’elenco completo delle prescrizione da rispettare
In questo caso è prescritta l’adozione di un recuperatore di calore ogni qual volta la portata totale di
ricambio (G) e il numero di ore di funzionamento (M) del sistema di ventilazione, siano superiori ai valori
limite riportati nella seguente tabella (DPR 412/93 Art.5, comma 13 e Allegato C):
G M
Portata totale d’aria Numero di ore annue di funzionamento
3
m /h da 1400 a 2100 gradi giorno oltre 2100 gradi giorno
2.000 4.000 2.700
5.000 2.000 1.200
10.000 1.600 1.000
30.000 1.200 800
60.000 1.000 700
Edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena, e caserme
TABELLA 1.1 EPi limite (valori in kWh/m² anno) – Limiti di legge 2006
Zona climatica
A B C D E F
<600 900 901 1400 1401 2100 2101 3000 >3000
601 GG
GG GG GG GG GG GG GG GG GG
≤0.2 10 10 15 15 25 25 40 40 55 55
TABELLA 1.2 EPi limite dal 1 gennaio 2008 (valori in kWh/m² anno) – Limiti di legge
Zona climatica
A B C D E F
<600 900 901 1400 1401 2100 2101 3000 >3000
601 GG
GG GG GG GG GG GG GG GG GG
≤0.2 9.5 9.5 14 14 23 23 37 37 52 52
TABELLA 1.3 EPi limite dal 1 gennaio 2010 (valori in kWh/m² anno) – Limiti di legge
Zona climatica
A B C D E F
<600 900 901 1400 1401 2100 2101 3000 >3000
601 GG
GG GG GG GG GG GG GG GG GG
≤0.2 8.5 8.5 12.8 12.8 21.3 21.3 34 34 46.8 46.8
≥0.9 11 11 17 17 23 23 30 30 41 41
TABELLA 1. 5 EPi limite dal 1 gennaio 2008 (valori in kWh/m3 anno) – Limiti di legge
Zona climatica
A B C D E F
<600 900 901 1400 1401 2100 2101 3000 >3000
601 GG
GG GG GG GG GG GG GG GG GG
≤0.2 2.5 2.5 4.5 4.5 6.5 6.5 10.5 10.5 14.5 14.5
≥0.9 9 9 14 14 20 20 26 26 36 36
TABELLA 1. 6 EPi limite dal 1 gennaio 2010 (valori in kWh/m3 anno) – Limiti di legge
Zona climatica
A B C D E F
<600 900 901 1400 1401 2100 2101 3000 >3000
601 GG
GG GG GG GG GG GG GG GG GG
≤0.2 2 2 3.6 3.6 6 6 9.6 9.6 12.7 12.7
3 CERTIFICAZIONE ENERGETICA
Legge 9/14, DL 63/13, DPR 75/13 e Linee Guida Nazionali per la Certificazione
energetica degli edifici in attuazione del DLgs 192/05
3.1 INTRODUZIONE
La certificazione energetica degli edifici è uno strumento voluto dalla Direttiva 2002/91/CE e prescritto dal DLgs
192/05 per introdurre il parametro “efficienza energetica” come nuovo valore del mercato edilizio e per
sensibilizzare tutti gli attori del processo edilizio e in particolare l’utente finale in riferimento alle problematiche
energetico-ambientali.
Nelle pagine che seguono è proposta una guida sugli obblighi e sulle modalità di applicazione legati a questo
strumento.
Art. 6 (sostituito)
(Attestato di prestazione energetica, rilascio e affissione)
1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, l'attestato di prestazione
energetica degli edifici è rilasciato per gli edifici o le unità immobiliari costruiti, venduti o locati ad un nuovo
locatario e per gli edifici indicati al comma 6. Gli edifici di nuova costruzione e quelli sottoposti a
ristrutturazioni importanti, sono dotati di un attestato di prestazione energetica prima del rilascio del
certificato di agibilità. Nel caso di nuovo edificio, l’attestato è prodotto a cura del costruttore, sia esso
committente della costruzione o società di costruzione che opera direttamente. Nel caso di attestazione della
prestazione degli edifici esistenti, ove previsto dal presente decreto, l’attestato è prodotto a cura del
proprietario dell’immobile.
2. Nel caso di vendita, di trasferimento di immobili a titolo gratuito o di nuova locazione di edifici o unità
immobiliari, ove l’edificio o l’unità non ne sia già dotato, il proprietario è tenuto a produrre l’attestato di
prestazione energetica di cui al comma 1. In tutti i casi, il proprietario deve rendere disponibile l’attestato di
prestazione energetica al potenziale acquirente o al nuovo locatario all’avvio delle rispettive trattative e
consegnarlo alla fine delle medesime; in caso di vendita o locazione di un edificio prima della sua costruzione,
il venditore o locatario fornisce evidenza della futura prestazione energetica dell’edificio e produce l’attestato
di prestazione energetica entro quindici giorni dalla richiesta di rilascio del certificato di agibilità.
3. Nei contratti di compravendita immobiliare, negli atti di trasferimento di immobili a titolo oneroso e nei
nuovi contratti di locazione di edifici o di singole unità immobiliari soggetti a registrazione è inserita apposita
clausola con la quale l'acquirente o il conduttore dichiarano di aver ricevuto le informazioni e la
documentazione, comprensiva dell'attestato, in ordine alla attestazione della prestazione energetica degli
edifici; copia dell'attestato di prestazione energetica deve essere altresì allegata al contratto, tranne che nei
casi di locazione di singole unità immobiliari. In caso di omessa dichiarazione o allegazione, se dovuta, le parti
sono soggette al pagamento, in solido e in parti uguali, della sanzione amministrativa pecuniaria da euro
3.000 a euro 18.000; la sanzione e' da euro 1.000 a euro 4.000 per i contratti di locazione di singole unità
immobiliari e, se la durata della locazione non eccede i tre anni, essa è ridotta alla metà.
Il pagamento della sanzione amministrativa non esenta comunque dall'obbligo di presentare la dichiarazione
SCHEMA RIASSUNTIVO
Proponiamo uno schema riassuntivo per meglio comprendere gli obblighi della certificazione segnalando che è
necessario distinguere tra:
obbligo di dotazione o produzione dell’APE
obbligo di consegna dell’APE il cui adempimento va documentato con l’inserimento in atto di apposita
clausola con la quale l’acquirente o il conduttore dichiarano di aver ricevuto la documentazione
obbligo di allegazione l’APE al contratto
obbligo di informazione dell’APE il cui adempimento va documentato con l’inserimento in atto di
apposita clausola con la quale l’acquirente o il conduttore dichiarano di aver ricevuto le informazioni
INFORMAZIONE
ALLEGAZIONE
DOTAZIONE o
Sanzioni
PRODUZIONE
CONSEGNA
per omessa
dichiarazione o
allegazione
*
Edifici di nuova costruzione
(comma 1)
Edifici sottoposti a
ristrutturazione importante (comma 1)
Vendita o compravendita
(comma 2) (commi 2 e 3) (comma 3) (commi 2, 3 e 8)
Trasferimento a titolo Da 3.000 a 18.000€
oneroso (comma 3) (comma 3) (comma 3) (comma 3)
Trasferimento a titolo
gratuito (comma 2) (comma 2) (comma 2)
Locazione di edifici
** Da 3.000 a 18.000€
(comma 2) (commi 2 e 3) (comma 3) (commi 2, 3 e 8) (comma 3)
Locazione di singole unità ** Da 1.000 a 4.000€
immobiliari (comma 2) (commi 2 e 3) (commi 2, 3 e 8) (comma 3)
Edifici utilizzati da pubbliche
amministrazioni e aperti al
***
(comma 6) (commi 6 e 7)
pubblico
Contratti, nuovi o rinnovati,
relativi alla gestione degli
impianti termici o di
climatizzazione degli edifici
(comma 9)
pubblici, o nei quali figura
come committente un
soggetto pubblico
Note:
* Secondo il comma 10 l’obbligo di dotazione viene meno ove sia già disponibile un attestato in corso di
validità, rilasciato conformemente alla direttiva 2002/91/CE
** Ad eccezione delle locazioni degli edifici residenziali utilizzati meno di quattro mesi all'anno (comma 8)
*** Secondo il comma 7 per gli edifici aperti al pubblico, con superficie utile totale superiore a 500 m 2, per i
quali sia stato prodotto l’APE secondo quanto previsto ai commi 1 e 2 è fatto obbligo di affiggere con
evidenza tale attestato all’ingresso dell’edificio o in altro luogo chiaramente visibile al pubblico
APPLICAZIONE
Si applica per le Regioni o Provincie autonome che non abbiano provveduto ad adottare propri
provvedimenti in applicazione della Direttiva 2002/91/CE.
Le Regioni o Provincie autonome che alla data del presente decreto abbiano già provveduto al recepimento
della Direttiva 2002/91/CE adottano misure atte a favorire un ravvicinamento dei propri provvedimenti a
quello nazionale.
CONTROLLI
Regioni e Provincie autonome sono gli enti predisposti ai controlli della qualità del servizio di certificazione
energetica. I controlli sono prioritariamente orientati alle classi energetiche più efficienti e comprendono
tipicamente:
a. accertamento documentale degli attestati di certificazione energetica includendo in esso anche la
verifica del rispetto delle procedure
b. valutazione di congruità e coerenza dei dati di progetto o di diagnosi con la metodologia di calcolo e di
dati espressi
c. ispezioni delle opere o dell’edificio.
INDIPENDENZA E IMPARZIALITÀ
In base all’articolo 4 comma 1 del DLgs 192/05, l’atto di certificazione energetica assume valenza di atto
pubblico ai sensi dell’art. 481 del codice penale con responsabilità diretta del tecnico abilitato che sottoscrive
il documento. All’atto di sottoscrizione dell’attestato di certificazione energetica, i tecnici abilitati dichiarano
l’assenza di conflitto di interessi, per cui:
nel caso di certificazione di edifici di nuova costruzione: il non coinvolgimento diretto o indiretto nel
processo di progettazione e realizzazione dell'edificio o con i produttori dei materiali e dei
componenti in esso incorporati nonché rispetto ai vantaggi che possano derivarne al richiedente, che
in ogni caso non deve essere ne' il coniuge ne' un parente fino al quarto grado;
nel caso di certificazione di edifici esistenti: il coinvolgimento diretto o indiretto con i produttori dei
materiali e dei componenti in esso incorporati nonché rispetto ai vantaggi che possano derivarne al
richiedente, che in ogni caso non deve essere ne' coniuge ne' parente fino al quarto grado.
Esclusioni: per gli edifici già dotati di attestato di certificazione energetica, sottoposti ad adeguamenti
impiantistici, compresa sostituzione del generatore di calore. L’eventuale aggiornamento dell’attestato di
certificazione energetica può essere predisposto anche da un tecnico abilitato dell’impresa di costruzione o
installatrice incaricata dei predetti adeguamenti.
Il DL 145/13 stabilisce che qualora il tecnico abilitato sia dipendente e operi per conto di enti pubblici ovvero
di organismi di diritto pubblico operanti nel settore dell'energia e dell'edilizia, il requisito di indipendenza di
cui al comma 1 si intende superato dalle finalità istituzionali di perseguimento di obiettivi di interesse
pubblico proprie di tali enti e organismi
Per chi ha già frequentato un corso: Il DL 145/13 convertito in legge con la Legge 9/14 introduce la possibilità
per le Regioni di riconoscere, quali soggetti certificatori, tutti coloro che dimostrino di essere in possesso di
un attestato di frequenza, con superamento dell'esame finale, di uno specifico corso di formazione per la
certificazione energetica degli edifici, attivato precedentemente alla data di entrata in vigore del DPR 75/13
e comunque conforme ai contenuti minimi definiti .
Secondo il DPR 75/13 quindi i tecnici abilitati come “Soggetto certificatore” devono rispondere ad almeno uno
dei requisiti elencati ai punti A e B dello schema seguente (Art. 2 comma 3 e 4):
Diploma di perito industriale nei settori: Diploma di geometra Diploma di perito agrario o agrotecnico
edilizia, elettrotecnica, meccanica,
termotecnica, aeronautica, energia
nucleare, metallurgia, navalmeccanica,
metalmeccanica.
0,50 EPi (limite 2010) ≤ CLASSE Bi < 0,75 EPi (limite 2010)
0,75 EPi (limite 2010) ≤ CLASSE Ci < 1,00 EPi (limite 2010)
1,00 EPi (limite 2010) ≤ CLASSE Di < 1,25 EPi (limite 2010)
1,25 EPi (limite 2010) ≤ CLASSE Ei < 1,75 EPi (limite 2010)
1,75 EPi (limite 2010) ≤ CLASSE Fi < 2,50 EPi (limite 2010)
CLASSE Gi ≥ 2,50 EPi (limite 2010)
0,25 EPi (limite 2010) + 9 kWh/m2anno ≤ CLASSE Agl <0,50 EPi (limite 2010) + 9 kWh/m2anno
0,50 EPi (limite 2010) + 9 kWh/m2anno ≤ CLASSE Bgl <0,75 EPi (limite 2010) + 12 kWh/m2anno
0,75 EPi (limite 2010) + 12 kWh/m2anno ≤ CLASSE Cgl <1,00 EPi (limite 2010) + 18 kWh/m2anno
1,00 EPi (limite 2010) + 18 kWh/m2anno ≤ CLASSE Dgl <1,25 EPi (limite 2010) + 21 kWh/m2anno
1,25 EPi (limite 2010) + 21 kWh/m2anno ≤ CLASSE Egl <1,75 EPi (limite 2010) + 24 kWh/m2anno
1,75 EPi (limite 2010) + 24 kWh/m2anno ≤ CLASSE Fgl <2,50 EPi (limite 2010) + 30 kWh/m2anno
CLASSE Ggl ≥2,50 EPi (limite 2010) + 30 kWh/m2anno
4.1 INTRODUZIONE
Gli edifici di nuova costruzione devono essere caratterizzati da specifiche prestazioni di isolamento ai rumori. I
limiti da rispettare sono indicati nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 dicembre 1997
“Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici” (Gazzetta Ufficiale - Serie generale n. 297) e
riguardano:
Isolamento dai rumori aerei tra differenti unità immobiliari
Isolamento dai rumori provenienti dall’esterno (isolamento di facciata)
Isolamento dai rumori da calpestio
Isolamento dai rumori degli impianti a funzionamento continuo e discontinuo
Tempo di riverberazione di aule scolastiche e palestre
DEFINIZIONI
Componenti degli Il Decreto definisce limiti per i requisiti acustici passivi dei componenti degli edifici.
edifici Sono considerati componenti degli edifici le partizioni verticali (pareti) e le
partizioni orizzontali (solai).
Ambienti abitativi Il Decreto è stato emanato per contenere l’inquinamento da rumore all’interno
degli ambienti abitativi. Secondo l’Art.2 comma 1 lettera b) della L. 447/1995, è
ambiente abitativo: “ogni ambiente interno ad un edificio destinato alla
permanenza di persone o di comunità ed utilizzato per le diverse attività umane,
fatta eccezione per gli ambienti destinati ad attività produttive per i quali resta
ferma la disciplina di cui al DLgs 15 agosto 1991, n. 277, salvo per quanto concerne
l'immissione di rumore da sorgenti sonore esterne ai locali in cui si svolgono le
attività produttive”.
DESCRITTORI
Potere fonoisolante La capacità di una partizione realizzata in opera di limitare il passaggio di rumori
apparente aerei (voci, TV, radio, ecc.) è definita dal descrittore indice di potere fonoisolante
R’w apparente (R’w). Il parametro indica in sostanza “quanti dB è in grado di eliminare la
partizione”. Pertanto più il valore di R’w è alto, migliore è la prestazione di
isolamento.
Isolamento acustico di L’indice di isolamento acustico di facciata (D2m,nTw) caratterizza la capacità di
facciata partizione di abbattere i rumori aerei provenienti dall’esterno. Anche in questo caso
D2m,nTw il parametro indica in sostanza “quanti dB” è in grado di eliminare la facciata. Alti
valori di D2m,nTw indicano migliori prestazioni di isolamento.
Livello di rumore di L’indice di livello di rumore di calpestio (L’nw) caratterizza la capacità di un solaio di
calpestio di solai abbattere i rumori impattivi. Si valuta azionando una macchina per il calpestio sul
normalizzato solaio da analizzare e misurando il livello di rumore percepito nell’ambiente
L’nw disturbato (in genere l’ambiente sottostante). Di conseguenza più basso è il livello
di rumore misurato migliori sono le prestazioni di isolamento del solaio.
Livello di rumore degli Il livello di rumore di impianti a funzionamento discontinuo è caratterizzato dal
impianti a descrittore livello massimo di pressione sonora ponderata A misurata con costante
funzionamento di tempo slow (LASmax). Si valuta in sostanza misurando il “picco massimo” di rumore
discontinuo emesso da un impianto. Il DPCM considera impianti a funzionamento discontinuo:
LASmax ascensori, scarichi idraulici, bagni, servizi igienici e rubinetteria.
Livello di rumore degli Il livello di rumore di impianti a funzionamento continuo è definito dal descrittore
impianti a livello equivalente di pressione sonora ponderata A (LAeq). Si valuta misurando il
funzionamento “livello costante” di rumore emesso dall’impianto. Il DPCM considera impianti a
continuo funzionamento continuo gli impianti di riscaldamento, aerazione e
LAeq condizionamento.
Tempo di Il tempo di riverberazione (T60) è il tempo necessario perché un suono decada di 60
riverberazione dB all’interno di un locale. Il parametro varia con la frequenza considerata.
T60
VALORI LIMITE
Di seguito i valori limite da rispettare in opera
Parametri [dB]
.Categorie di ambienti abitativi
R’w D2m,nT,w L’nw LASmax LAeq
Edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura
55 45 58 35 25
e assimilabili
Edifici adibiti a residenze, alberghi, pensioni ed
50 40 63 35 35
attività assimilabili
Edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i
50 48 58 35 25
livelli e assimilabili
Edifici adibiti ad uffici, attività ricreative o di
50 42 55 35 35
culto, attività commerciali o assimilabili
Tempo di riverberazione (T60)
Il DPCM richiama quanto riportato nella Circ. Min. LL. PP. n. 3150 del 22/05/1967 “Criteri di valutazione e
collaudo dei requisiti acustici negli edifici scolastici”:
“La media dei tempi di riverberazione misurati alle frequenze 250 - 500 - 1000 - 2000 Hz, non deve
superare 1,2 sec. ad aula arredata, con la presenza di due persone al massimo. Nelle palestre la media
dei tempi di riverberazione (qualora non debbano essere utilizzate come auditorio) non deve superare 2,2
sec”.
Norme locali: Regolamenti edilizi o leggi regionali possono imporre valori più restrittivi.
ENTRATA IN VIGORE
Il Decreto è entrato in vigore il giorno 20 febbraio 1998, dopo 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale (22 dicembre 1997).
Per gli edifici realizzati precedentemente a tale data vanno applicate eventuali prescrizioni riportate
all’interno di normative locali (Regolamenti edilizi, ecc.).
Rientrano nell’applicazione del Decreto tutti gli edifici per i quali sia stata rilasciata Concessione Edilizia (o
altra autorizzazione prevista) dopo il 20 febbraio 1998 (cfr. Circ. Min. Ambiente del 9 marzo 1999 scaricabile
dal sito www.anit.it).
Facciata I limiti D2m,nT,w sono valori minimi consentiti, riguardano i singoli ambienti abitativi
D2m,nTw (non l’intera facciata della U.I.) e non dipendono dal rumore esterno all’edificio
(qualsiasi ambiente abitativo residenziale in Italia deve possedere un isolamento di
facciata pari almeno a 40 dB).
Anche le falde dei tetti dei sottotetti abitabili devono quindi rispettare i limiti del
DPCM 5-12-1997.
I limiti di rumore degli impianti a funzionamento continuo non sono chiari. Poco
sopra alla tabella il DPCM indica che il livello LAeq degli impianti a funzionamento
continuo non deve superare 25 dB(A) indipendentemente dalla destinazione d’uso
degli ambienti considerati. In merito a quali valori vadano applicati sono stati
espressi pareri discordanti su due circolari ministeriali:
Il Ministero dell’Ambiente in una circolare del 9/03/1999 sembra far riferimento ai
valori riportati nel paragrafo suddetto.
Il Consiglio Superiore del Lavori Pubblici in una circolare del 27/05/2003 fa
riferimento ai valori riportati in tabella.
I testi delle Circolari possono essere scaricati dal sito www.anit.it
La Circolare può essere scaricata dal sito www.anit.it nella sezione “Leggi e norme”
Si raccomanda di verificare eventuali ulteriori prescrizioni riportate nelle leggi regionali e nei regolamenti
edilizi dei Comuni. Ad esempio la L.R. n° 13 del 2001 della Regione Lombardia, all’art. 7 comma 1 indica che:
I progetti relativi ad interventi sul patrimonio edilizio esistente che ne modifichino le caratteristiche acustiche
devono essere corredati da dichiarazione del progettista che attesti il rispetto dei requisiti acustici stabiliti dal
DPCM 5-12-1997 e dai regolamenti comunali.
Dal sito www.anit.it è possibile scaricare i testi di alcune leggi regionali che trattano il tema dell’acustica
edilizia.
Una analisi più approfondita di questo argomento è riportata in una specifica “GUIDA ANIT” sul sito
www.anit.it
Per il calcolo del rumore degli impianti è stata pubblicata nel 2009 la norma UNI EN 12354-5. Il metodo di
calcolo però richiede dati di ingresso difficilmente reperibili. Attualmente per la progettazione del rumore da
impianti ci si basa prevalentemente su indicazioni di corretta posa in opera dei sistemi costruttivi.
POSA IN OPERA
La posa in opera dei sistemi costruttivi deve eseguire le indicazioni riportate nel progetto acustico
preliminare. Le nome UNI 11516 e UNI 11296 forniscono indicazioni generali per la posa di sistemi di
pavimentazione galleggiante e serramenti.
MISURE IN CANTIERE
Rumori aerei Per la misura del potere fonoisolante apparente (R’w) nel DPCM si fa riferimento alla
R’w norma EN ISO 140-5: 1996. Tale norma però riguarda la misurazione in opera
dell’isolamento acustico delle facciate. Attualmente il riferimento normativo
corretto per misurare in opera R’ è la norma: UNI EN ISO 140–4: Misurazioni in
opera dell'isolamento acustico per via aerea tra ambienti
Facciata Per la definizione dell’isolamento acustico di facciata il DPCM non fornisce
D2m,nTw riferimenti normativi. Vengono inserite una serie di indicazioni per effettuare le
misurazioni (tipologia e posizione della sorgente esterna, numero minimo di misure
da effettuare, ecc.).
Attualmente il riferimento normativo per misurare in opera D2mnT è la norma UNI EN
ISO 140–5: Misurazioni in opera dell'isolamento acustico per via aerea degli
elementi di facciata e delle facciate.
Calpestio Per la definizione del livello di rumore di calpestio il DPCM richiama la norma EN ISO
L’nw 140-6: 1996. Tale norma però riguarda la misurazione in laboratorio dell'isolamento
dal rumore di calpestio di solai. Attualmente il riferimento normativo per misurare
in opera L’n è la norma UNI EN ISO 140–7: Misurazione in opera dell'isolamento dal
rumore di calpestio di solai.
Impianti a Per la misura del rumore da impianti il DPCM non richiama alcuna norma tecnica.
funzionamento Indica solo che “le misure di livello sonoro devono essere eseguite nell'ambiente nel
discontinuo e quale il livello di rumore è più elevato. Tale ambiente deve essere diverso da quello
continuo in cui il rumore si origina”.
LASmax Per l’esecuzione dei rilievi ci si può riferire a quanto riportato nel D.M. 16/03/98
LAeq “tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico” e nelle norme
tecniche:
UNI 8199/1998 “Collaudo acustico degli impianti di climatizzazione e ventilazione –
Linee guida contrattuali e modalità di misurazione”;
UNI EN ISO 10052/2005 “Misurazioni in opera dell'isolamento acustico per via
aerea, del rumore da calpestio e della rumorosità degli impianti - Metodo di
controllo”;
UNI EN ISO 16032/2005 “Misurazione del livello di pressione sonora di impianti
tecnici in edifici – Metodo tecnico progettuale”.
Altre indicazioni in merito alle tecniche di misura sono riportate nella Circolare del
Consiglio Superiore dei LL.PP. del 27/05/2003 scaricabile dal sito www.anit.it .
Tempo di Per la misura in opera del tempo di riverbero il DPCM fa riferimento alla norma ISO
riverberazione 3382: 1975. La norma riguardava la rilevazione negli auditori ed è stata ritirata. I
T60 riferimenti normativi aggiornati sono:
UNI EN ISO 3382-1:2009 Misurazione dei parametri acustici degli ambienti - Parte 1:
Sale da spettacolo
UNI EN ISO 3382-2:2008 Misurazione dei parametri acustici degli ambienti - Parte 2:
Tempo di riverberazione negli ambienti ordinari
Calcolo indici di Per il calcolo degli indici di valutazione R’w, D2mnTw e L’nw il DPCM richiama le
valutazione indicazioni riportate nella norma UNI 8270: 1987, parte 7. Tale norma è stata ritirata
e sostituita dalle:
UNI EN ISO 717–1: Valutazione dell'isolamento acustico in edifici e di elementi di
edificio. Isolamento di rumori aerei (per R’w e D2mnTw).
UNI EN ISO 717–2: Valutazione dell'isolamento acustico in edifici e di elementi di
edificio. Isolamento dai rumori di calpestio (per L’nw).
Si segnala che il metodo di calcolo descritto in UNI 8270 è quasi analogo a quello
delle UNI EN ISO 717.
beneficio dell'acquirente e con effetto dalla data di ultimazione dei lavori a copertura
dei danni materiali e diretti all'immobile, compresi i danni ai terzi, cui sia tenuto ai
sensi dell'articolo 1669 del codice civile, derivanti da rovina totale o parziale oppure
da gravi difetti costruttivi delle opere, per vizio del suolo o per difetto della
costruzione, e comunque manifestatisi successivamente alla stipula del contratto
definitivo di compravendita o di assegnazione.
Contenziosi in Tribunale
Nel caso vi sia il sospetto che i requisiti acustici non siano stati rispettati è consigliabile procedere interpellando
in primo luogo il costruttore stesso, il quale dovrebbe fornire tutte le relative informazioni in merito.
Successivamente è possibile procedere realizzando delle misurazioni fonometriche. Perché le stesse abbiano
valore legale dovranno essere realizzate da un tecnico competente in acustica ambientale.
5.1 INTRODUZIONE
Nel mese di luglio 2010 è stata emanata la norma tecnica UNI 11367 dal titolo “Classificazione acustica delle
unità immobiliari – Procedura di valutazione e verifica in opera”. Il documento spiega come determinare la
classe acustica di una unità immobiliare esistente sulla base dei risultati di misure fonometriche eseguite
sull’edificio.
Successivamente la norma Norma UNI 11444, pubblicata nel 2012, ha fornito ulteriori indicazioni per la
classificazione acustica delle unità immobiliari in edifici con caratteristiche non seriali.
Attualmente la UNI 11367 e la UNI 11444 non sono richiamate in alcun documento legislativo. Pertanto
l’applicazione delle classi acustiche è volontaria. Il rispetto di una specifica classe acustica diventa obbligatorio
solo se previsto dalle condizioni contrattuali.
Di seguito si riporta una breve descrizione degli aspetti principali trattati nelle due norme. I documenti completi
possono essere acquistati su www.uni.com.
I soci ANIT possono usufruire di particolari sconti per l’acquisto delle norme tecniche. Eventuali promozioni sono
riportate sul sito www.anit.it
VALORI LIMITE
Di seguito i valori limite delle classi acustiche.
Le ultime due colonne a destra indicano i limiti di isolamento ai rumori aerei e al calpestio per le partizioni
orizzontali e verticali tra camere d’albergo.
Indici di valutazione Alberghi
Classe
.
I limiti della tabella sono validi per tutte le destinazioni d’uso ad eccezione di ospedali e scuole. Per queste
tipologie di edifici la norma propone nell’Appendice A alcuni valori di riferimento per definire costruzioni con
prestazioni acustiche “di base” o “superiori”.
DEFINIZIONI
Di seguito alcune delle definizioni riportate nella norma tecnica
Ambienti abitativi Porzioni di unità immobiliare completamente delimitate destinate al soggiorno e
alla permanenza di persone per lo svolgimento di attività e funzioni caratterizzanti
la destinazione d’uso.
Ambienti accessori o Parti di unità immobiliare con funzione diversa da quella abitativa. Sono considerati
di ambienti di servizio i corridoi, le scale interne, i depositi e i servizi igienici
servizio
Ambienti Le rilevazioni fonometriche possono essere realizzate solo in locali di dimensioni
acusticamente sufficienti a consentire l’allestimento di misurazioni in conformità ai procedimenti
verificabili di prova descritti nelle norme tecniche di riferimento.
Impianti a La verifica del rumore degli impianti (Lic, Lid) considera in sostanza la misura del
funzionamento disturbo generato dagli impianti più rumorosi esterni all’unità immobiliare in
discontinuo e esame.
continuo Negli alberghi la verifica degli impianti considera i rumori generati in unità
Lid immobiliari differenti e gli impianti sanitari di camere contigue. Non sono
Lic considerati gli impianti a servizio della stessa camera.
La classe acustica di uno specifico descrittore si ottiene mediando i valori utili pertinenti con le relazioni
matematiche indicate di seguito.
Valori medi: R’w, D2m,nT,w, DnT,w Valori medi: L’nw, Lic, Lid
n Xi n Yi
10 10
10 10
X r 10 log i 1
Yr 10 log i 1
n n
dove:
Xi , Yi valore utile di un determinato requisito di uno specifico elemento tecnico/impianto
n è il numero di elementi tecnici/impianti coinvolti
Dalle classi dei singoli descrittori si ricava la classe acustica globale dell’unità immobiliare associando ad ogni
descrittore un coefficiente (cfr. tabella seguente) e calcolando la media aritmetica.
Prestazioni fino a 5 dB (o Prestazioni per più di 5 dB
Classe I II III IV dBA) peggiori rispetto alla (o dBA) peggiori rispetto
classe IV alla classe IV
Coefficiente 1 2 3 4 5 10
Il valor medio arrotondato all’intero più vicino determina la classe acustica globale.
Nell’attestato di classificazione devono essere riportate, oltre alla classe acustica globale, anche le
caratteristiche di tutti i descrittori, come indicato nella tabella che segue.
Unità immobiliare UI …
Classe D2m,nT,w R’w L’nw Lic Lid
III III II IV NP III
La seconda tabella in particolare correla, seppur molto qualitativamente, l’efficacia dell’isolamento di facciata
con il clima acustico esterno.
APPENDICI
La norma comprende 10 appendici, normative e informative. Di particolare importanza le parti G e H che
analizzano il tema del campionamento. Nel caso in un edificio vi siano più elementi tecnici identici tra loro, la
norma propone un metodo per limitare le misure ad alcuni elementi campione ed estendere i risultati,
opportunamente corretti, agli altri elementi. Di seguito si riporta un elenco sintetico delle Appendici.
Rumori da calpestio
I solai più critici sono valutati in base a:
Finitura superficiale (ad es. pavimento in ceramica e battiscopa ceramico)
Tipologia dell’ambiente (ad es. difficoltà nel realizzare massetti galleggianti)
Trasmissioni laterali (ad es. presenza di cavedi passanti o adiacenza con vani scala)
Colui che esegue la classificazione deve quindi individuare gli elementi tecnici maggiormente critici e valutare
quali sono le U.I. caratterizzate dal maggior numero di questi elementi. Poi dovrà eseguire la classificazione
acustica, completa, di queste unità immobiliari.
La norma specifica che è comunque necessario classificare almeno il 10% delle U.I. presenti nell’immobile.
Tale valore dovrà essere maggiore o uguale a 2 unità in un immobile con 4 appartamenti, ed a 3 unità per
sistemi edilizi fino a 30 unità immobiliari.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Il tecnico che esegue la classificazione può valutare l’opportunità di estendere i dati ricavati dalle U.I.
classificate alle altre U.I.
Una nota della norma evidenzia che attualmente: non è possibile fornire criteri affidabili per l’estensione dei
valori di classificazione acustica così determinati al resto del complesso edilizio.
I risultati delle misurazioni però possono costituire una base utile a stimare la classe delle altre UI e si può
supporre che, in assenza di difetti, la classe delle altre U.I. non sia peggiore di quella determinata per le UI
selezionate.
6.1 INTRODUZIONE
Di seguito proponiamo uno stralcio della Guida ANIT dedicata al tema delle
detrazioni per la riqualificazione energetica.
Il documento completo è disponibile sul sito ANIT per i soci.
* per interventi relativi a parti comuni degli edifici condominiali di cui agli articoli 1117 e 1117–bis del codice
civile o che interessino tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio.
comma 344 forniture e pose in opera degli elementi dell’involucro e degli impianti e gli oneri
professionali. Nel caso di generatori di calore a biomasse vanno garantiti anche i punti
riportati al comma 347.
INTERVENTI SULL’INVOLUCRO Detrazione max 60.000 €
-
calcolo della trasmittanza prima e dopo l’intervento
-
verifica che Udopo intervento < Ulim
Assev.
-
nel caso di sostituzione di infissi l’asseverazione può essere sostituita da una
certificaz. del produttore che attesti rispetto dei requisiti min. corredata da
certificaz. conformità dei componenti
Sono comprese le spese per opere provvisionali e oneri professionali.
comma 345 Inoltre per interventi su elementi opachi:
- fornitura e messa in opera di materiale coibente e materiali ordinari, per il
miglioramento delle caratteristiche termiche
- demolizione e ricostruzione dell’elemento costruttivo
Per quanto riguarda la sostituzione di infissi:
Spese
comma 346 degli impianti solari termici organicamente collegati alle utenze e per gli oneri
professionali.
ANIT, Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico, ha tra gli obiettivi generali la diffusione, la
promozione e lo sviluppo dell'isolamento termico ed acustico nell'edilizia e nell'industria come mezzo per
salvaguardare l'ambiente e il benessere delle persone.
ANIT
diffonde la corretta informazione sull'isolamento termico e acustico degli edifici
promuove la normativa legislativa e tecnica
raccoglie, verifica e diffonde le informazioni scientifiche relative all'isolamento termico ed acustico
promuove ricerche e studi di carattere tecnico, normativo, economico e di mercato.
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www.anit.it
Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico
www.anit.it
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