Il Compressore Centrifugo
Il Compressore Centrifugo
Il Compressore Centrifugo
Fig. 5.1
Fig. 5.2
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F. Gamma Corso di Motori per Aeromobili
La girante può essere a singolo o doppio ingresso: in tal caso il disco rotorico è palettato
su entrambe le facce. Quest’ultima configurazione è stata impiegata soprattutto nei primi
motori aeronautici per sopperire alla relativamente bassa portata del compressore
centrifugo per un dato ingombro assiale.
Nelle macchine ad alto rapporto di compressione è opportuno che le pale siano curvate
all’indietro, anziché radiali, per limitare le perdite.
Per molto tempo i progettisti furono costretti a progettare palettature radiali perché quelle
curve non sopportavano gli sforzi prodotti dalle forze centrifughe e tendevano a piegarsi.
Poiché nessun lavoro viene effettuato sull’aria nel diffusore, l’energia assorbita dal
compressore sarà data dalle condizioni dell’aria all’ingresso ed all’uscita della girante.
u=U+W
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(slip)
Fig. 5.3
Dapprima si assumerà che l’aria in ingresso alla girante sia diretta assialmente
( u1 ⊥ U1 ⇒ u1t = 0 ) , così che il flusso di momento angolare entrante sia nullo ( mut r1 = 0 )
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Per favorire l’ingresso dell’aria, il bordo di attacco della palettatura è curvato nel senso di
rotazione di un angolo α (inducer).
In condizioni ideali, i triangoli di velocità sono come mostrato in Fig. 5.3 ed all’uscita dalla
girante la componente in direzione tangenziale della velocità assoluta ut 2 è uguale alla
velocità tangenziale U 2 : cioè in condizioni ideali il flusso segue esattamente il profilo delle
palette.
In realtà nel canale tra due palette si stabilisce un gradiente di pressione trasversale
dovuto all’analogia di comportamento tra le due facce delle palette con le due facce di un
profilo alare e questo comporta che la velocità relativa di uscita dalla girante non sia
radiale ma deviata all’indietro di un certo angolo.
Si è trovato che lo slip factor è molto influenzato dal numero dei canali, cioè dal numero di
pale ed una sua formulazione che bene si accorda con i risultati sperimentali è la
seguente:
0.63π
σ = 1−
n
∆h0 = U 2ut2 = U 22
∆h0 = σ U 22
A causa di varie forme di attrito che l’aria incontra nell’attraversare i vari componenti del
compressore, il lavoro reale che deve essere fornito al compressore è maggiore di quello
ideale e si può tenere conto di questo attraverso un power input factor ψ , per cui si ha:
σ = 0.9
ψ = 1.035 ÷ 1.04
T03' − T01
ηc =
T03 − T01
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si ha:
(03S=03’)
T03' T −T
= 1 + ηc 03 01
T01 T01
Il rapporto di compressione vale dunque:
γ γ
p03 T03' γ −1 ηcψσ U 22 γ −1
= = 1 +
p01 T01 C pT01
Fig. 5.4
Fig. 5.5
In Fig. 5.5 è mostrato l’effetto della curvatura del bordo di uscita della palettatura di un
compressore centrifugo, nel caso ideale di zero slip.
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1.4 Considerazioni
γ γ
p03 T03' γ −1 ηcψσ U 22 γ −1
= = 1 +
p01 T01 C pT01
• σ invece è un limite alla capacità di lavoro del compressore e deve essere il più
grande possibile.
Chiaramente quanto più ut2 si avvicina a U 2 tanto più lo scambio energetico di un
compressore di una determinata taglia è elevato.
Sfortunatamente un aumento di σ attraverso un aumento del numero dei canali (per
guidare meglio il flusso e diminuire lo scorrimento) provoca una diminuzione dell’area
effettiva di passaggio, a parità di sezione di ingresso.
Perciò per mantenere costante la portata occorre aumentare la velocità di ingresso e
questo causa un aumento delle perdite per attrito e quindi di ψ .
Ogni aumento di U 2 è favorevole, ma essa è limitata dagli sforzi centrifughi che provoca.
Per giranti a singolo ingresso in lega leggera U 2 è limitata a circa 460 m s , che consente
rapporti di compressione di circa 4:1.
Velocità più elevate possono essere impiegate con materiali più costosi quali il titanio, che
consentono di raggiungere rapporti di compressione superiori a 8:1.
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Per giranti a doppio ingresso, le velocità devono essere più basse perché gli sforzi sul
disco rotorico sono maggiori.
• Grado di reazione
1.5 Il diffusore
E’ necessario pertanto progettare il diffusore in modo che solo una piccola parte della
temperatura di ristagno all’uscita del compressore sia dovuta ad energia cinetica.
Solitamente la velocità all’uscita del compressore è nell’intorno dei 90 m/s.
Se è troppo piccolo, si ha un diffusore lungo, con aumento di peso e di perdite per attrito.
Si è trovato sperimentalmente che si hanno ottimi comportamenti con valori di circa 7°,
sebbene, nel caso di diffusori con un basso rapporto lunghezza/larghezza (o raggio)
possono essere adottati valori doppi dell’angolo senza incorrere in consistenti perdite di
pressione di ristagno.
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Fig. 5.7
Fig. 5.9
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Ne consegue che sia ut che ur diminuiscono all’aumentare del raggio, cioè attraversando
il diffusore non palettato, quindi anche la risultante u diminuisce e questo è indice di un
processo di diffusione nella porzione non palettata.
per cui le linee di flusso formano un angolo costante con la direzione radiale e danno
luogo ad una spirale logaritmica.
u2 r2 = u1r1
E’ evidente che la direzione del flusso all’uscita del diffusore non palettato dipende dalla
portata e dal rapporto di compressione e quindi in condizioni al di fuori di quelle di progetto
vi saranno delle perdite di efficienza. Negli impianti fissi possono essere adottati diffusori
palettati a geometria variabile, in modo da correggere l’angolo di ingresso al variare delle
condizioni di funzionamento.
Si noti che, per ragioni di stabilità del flusso, è opportuno che il numero dei canali del
diffusore sia apprezzabilmente inferiore al numero dei canali della girante.
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Fig. 5.10
Fig. 5.11
E’ noto che se la velocità relativa tra un fluido comprimibile ed un corpo solido raggiunge
la velocità del suono, si verificano fenomeni di distacco di vena con presenza di vortici
che provocano dei ricircoli che dissipano energia e causano considerevoli perdite di
pressione di ristagno.
Questi fenomeni non si avvertono quando il fluido è un liquido, cioè incomprimibile, per cui
si ritiene che essi siano dovuti alle variazioni di densità indotte nel gas da variazioni di
pressione. Di conseguenza questi fenomeni sono conosciuti come effetti di comprimibilità.
Nelle turbine a gas aeronautiche si cerca di ottenere le massime portate con compressori
di piccole dimensioni e questo porta a raggiungere velocità dell’aria molto elevate.
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E’ di estrema importanza che il numero di Mach in certi punti non superi valori oltre i quali
le perdite aumentano molto rapidamente per la formazione di onde d’urto.
Questo valore critico del numero di Mach deve essere sufficientemente inferiore all’unità,
se calcolato rispetto alla velocità media del fluido, perché lungo una superficie curva il
fluido può raggiungere una velocità relativa maggiore di quella media. Generalmente si
cerca di fare in modo che il Mach non superi 0.8.
Quanto detto assume particolare importanza all’ingresso della girante del compressore,
dove la velocità relativa w può raggiungere valori vicini alla velocità del suono, specie
all’apice (tip) delle palette dell’inducer.
Le cose poi possono peggiorare in quota dove la temperatura è inferiore ed il Mach
relativo aumenta.
Per ridurre il Mach relativo all’ingresso del compressore si installano delle palettature fisse
(prewhirl) che deviano il flusso di un certo angolo, così da ridurre la velocità relativa w1
senza variare apprezzabilmente la portata
Fig. 5.12
Un ulteriore vantaggio del prewhirl è che aumentando l’angolo tra la velocità relativa w1 e
la velocità tangenziale U1, consente di ridurre la curvatura dell’inducer.
Sfortunatamente però questo metodo riduce la capacità di lavoro del compressore, perché
l’aria acquista una componente tangenziale che riduce lo scambio energetico di una
quantità pari a U1ut1.
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