8 Riarrangiamenti
8 Riarrangiamenti
8 Riarrangiamenti
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Dimostrazione. Ricordiamo che
Z ∞ Z ∞Z
µ({x : f (x) > t})ν(dt) = χ{f >t} (x)µ(dx)ν(dt)
0 0 Ω
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5. Se f : R+ → R+ è una funzione non decrescente, allora (Φ◦|f |)∗ = Φ◦f
(cioè (Φ ◦ |f |)∗ = Φ(f ∗ (x)))
6. Il riordinamento preserva l’ordine, cioè supponiamo che f e g siano
due funzioni non negative di Rn , nulle all’infinito, e supponiamo ul-
teriormente che f (x) ≤ g(x) ∀x ∈ Rn , allora i loro riordinamenti
soddisfano f ∗ (x) ≤ g ∗ (x) ∀x ∈ Rn .
(Questo segue immediatamente dal fatto che la diseguaglianza f (x) ≤
g(x) ∀x è equivalente a dire che gli insiemi di livello di g contengono
gli insiemi di livello di f )
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ogni B0,r è un sopra livello di f , infatti esiste una funzione continua r(t) t.c
{x : f (x) > t} = B0,r(t) . R
Questo implica che per ogni insieme misurabile C FC (t) := χ{f >t} (x)χC (x)dx
è una funzione continua di t.
Ora fissiamo s > 0 per il quale vale (7) e prendiamo C = {x : g(x) > s}.
Da (6) segue che FCR(t) ≤ FC ∗ (t). R
Dalla (7) abbiamo FC (t)dt = FC ∗ (t)dt e quindi FC (t) = FC ∗ (t) per
q.o t > 0, ma per la continuità di FC e di FC ∗ possiamo concludere che
FC (t) = FC ∗ (t) ∀t > 0 .
Questo implica che per ogni r > 0 sia C ⊂ B0,r e C ∗ ⊂ B0,r , o altrimenti
C ⊃ B0,r e C ∗ ⊃ B0,r .
Cosı̀ C = C ∗ .
Quindi g = g ∗ .
k f ∗ − g ∗ k2 ≤ k f − g k2 (9)
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e con le stesse lettere indichiamo anche gli insiemi corrispondenti. Per la
regolarità della misura esterna di Lebesgue esiste una sequenza di insiemi
aperti Fk con F ⊂ Fk ⊂ Fk−1 per ogni k e limk→∞ L1 (Fk ) = L1 (F ). In
particolare tutti gli Fk hanno misura finita. Allo stesso modo scegliamo gli
insiemi Gk e Hk . Il teorema di convegenza dominata mostra che
chiaramente
lim I(Fk∗ , G∗k , Hk∗ ) = I(F ∗ , G∗ , H ∗ ).
k→∞
E’ quindi sufficiente dimostrare il lemma nel caso in cui F, G, H sono insiemi
aperti di misura finita.
Ora, ogni sottoinsieme aperto F della retta reale è unione disgiunta di
intervalli numerabili.(?) Indichiamo questi intervalli con I1 , I2 , ... dove la
numerazione è scelta in modo tale che L1 (Ik+1 ) ≤ L1 (Ik ). Se poniamo
m
[
Fm = Ik
k=1
abbiamo che
∞
X
lim L1 (Fm ) = L1 (Ik ) = L(F )
k→∞
k=1
e, per il teorema di convergenza monotona abbiamo che
e che
∗
lim I(Fm , G∗m , Hm
∗
) = I(F ∗ , G∗ , H ∗ ).
m→∞
Quindi è sufficiente dimostrare il lemma per funzioni F , G, H che sono fun-
zioni caratteristiche delle unioni finite disgiunte di intervalli aperti. Quindi
possiamo scrivere
Xk
F (x) = fj (x − aj )
j=1
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Vogliamo mostrare che I(F, G, H) è più grande se uniamo ogni famiglia di
intervalli in uno, che poi centriamo nell’origine. A tal fine consideriamo la
famiglia di funzioni Ft (x), Gt (x), Ht (x) dove fj (x − aj ) è stata sostituita
con fj (x − taj ), 0 ≤ t ≤ 1, etc. Ora,
Z Z
Ijkl (t) = f j (x − ta)gk (x − y − tb)hl (y − tc)dxdy =
ZR ZR
fj (x)gk (x − y)hl (y + (a − b − c)t)dxdy =
R R Z
ujk (y)hl (y + (a − b − c)t)dy.
R
R
uj,k (y) = fj (x)gk (x − y)dx è una funzione simmetrica decrescente. E’
facile vedere che Ijkl (t) è non decrescente per t che varia tra 1 e 0. Quindi
I(Ft , Gt , Ht ) è non decrescente per t che varia tra 1 e 0 (in sostanza questo
è il teorema (2.1)). Appena t inizia a decrescere gli intervalli associati con
Ft , Gt e Ht iniziano a muoversi lungo una retta verso l’origine, non appe-
na i due intervalli associati alla stessa funzione si toccano interrompiamo il
processo e lo ridefiniamo con questi due intervalli uniti in un unico inter-
vallo. Ripetendo questo processo un numero finito di volte alla fine rimar-
remo eventualmente con tre intervalli, ognuno dei quali centrato nell’origine.
Chiaramente questo processo non modifica la misura totale di questi insiemi
e I(F, G, H) non è stato diminuito. Questo dimostra il lemma.
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Osservazione 3. Ogni insieme F ∗e , e quindi ogni funzione f ∗e è misurabile,
infatti si può far vedere che F ∗1 può essere pensato come il grafico di una
funzione m di Rn−1 cosı̀ definita:
Z
1
m(x2 , ..., xn ) := χ∗1 (x1 , x2 , ...xn )dx1
2 R F
La funzione m è misurabile dato che per la definizione di riordinamento si
ha:
Z
1
m(x2 , ..., xn ) = m(x
b 2 , ..., xn ) := χF (x1 , x2 , ...xn )dx1
2 R
em
b è misurabile per il teorema di Fubini.
Definizione 6. Definiamo la simmetrizzazione di Schwarz di insiemi e fun-
zioni analogamente alla simmetrizzazione di Steiner, però invece di sostituire
(ρf ) con il suo riordinamento simmetrico decrescente 1-dimensionale, questa
volta sostituiamo (ρf ) per ogni valore di x1 con il suo (n − 1)-dimensionale
riordinamento fatto rispetto le variabili (x2 , ...xn ).
Teorema 4.1. Siano f, g, h funzioni non negative di Rn . Allora definendo
Z Z
I(f, g, h) := f (x)g(x − y)h(y)dxdy
Rn Rn
si ha
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Dimostrazione. COMPATTEZZA Assumiamo per semplicità che L2 (F ) =
1. Con un semplice argomento di approssimazione e usando il teorema
di convergenza monotona è sufficiente provare il Rteorema solo sugli insie-
mi limitati. Se F 6= F ∗ allora L2 (F ∩ F ∗ ) = χF χ∗F = P < 1. Noi
vorremmo trovare un Rriordinamento d’assi e1 tale che, con F1 := F ∗e1 e
χ1 := χF1 , l’integrale χ1 χ∗F = P + δ con δ > 0. Per trovare un tale e1
poniamoRA = χ∗F (1 − χF ) e B = (1 − χ∗F )χ R F e consideriamo la convoluzione
C(x) = A(x − y)B(−y)dy. Dato che C = (1 − P ) , C è una funzione 2
non nulla, inoltre c’è qualche x 6= 0 tale che C(x) > 0 e cosı̀ poniamo
e1 = x/|x|. Ora è semplice, usando la definizione di Simmetrizzazione di
Steiner, mostrare che la simmetrizzazione rispetto a e1 ha l’effetto desider-
ato con δ ≥ C(x).(???)
Denotiamo con δ 1 > 0 l’estremo superiore di tutti i δ, visto che non ci inter-
essa provare che δ 1 può essere raggiunto, ci accontentiamo del miglioramento
δ1 ≥ 12 δ 1 che certamente può essere raggiunto con un opportuna scelta di
∗
R
e1 , cosı̀ otteniamo χ1 χF = P + δ 1 .
Ora eseguiamo una simmetrizzazione di Steiner parallela all’asse x1 , e in
seguitoR una parallela all’asse x2 , queste certamente non diminuiscono il val-
ore di χ1 χ∗F . Dopo queste due simmetrizzazioni l’insieme F1 giace tra una
certa funzione simmetrica decrescente e non negativa x2 = S1 (x1 ), e la sua
riflessa x2 = −S1 (x1 ).
Fatto questo ripetiamo R il processo, cioè cerchiamo un asse e2 cosicchè, con
χ2 := χF2 , abbiamo χ2 χ∗F = P + δ 1 + +δ 2 e δ2 ≥ 21 δ 2 , dove δ 2 > 0 è
il maggiore di tutti i possibili incrementi. A questa simmetrizzazione ne
seguono, come prima, due in due assi coordinati dando luogo ad una nuova
funzione simmetrica decrescente x2 = S2 (x1 ).
Questo processo viene ripetuto indefinitamente dando luogo ad una sequen-
za di insiemi F1 , F2 , F3 , ... e di funzioni S1 , S2 , S3 , ... che delimitano questi
insiemi. Notiamo che visto che F è limitata è contenuta in una qualche palla
centrata B, quindi per le proprietà del riordinamento (vi) tutte le funzioni
Fj sono contenute nella stessa palla e quindi le funzioni Sj sono uniforme-
mente limitate e Rhanno supporto in un intervallo fissato.
Affermiamo che χj χ∗F converge ad 1.
Per
R dimostrare l’affermazione supponiamo che sia vero il contrario, cioè che
χj χ∗F → Q < 1. Possiamo scegliere una sottosuccessione, dalla succes-
sione di funzioni Sj , che continueremo a denotare con Sj , tale che le Sj
convergano puntualmente ad una qualche funzione simmetrica decrescente
S.[ Tale sottosuccessione possiamo trovarla per il principio di selezione di
Helly, infatti visto che le Sj sono uniformemente limitate e hanno supporto
su un intervallo fissato, possiamo trovare una sottosuccessione che converge
in tutti i punti razionali x1 6= 0, dato che sono numerabili, e visto che le Sj
sono simmetriche decrescenti convergono anche per gli x1 irrazionali.] La
sottosuccessione trovata converge necessariamente a S in L1 (R1 )per la con-
vergenza dominata e quindi, se W denotano l’insieme che giace tra S e −S
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abbiamo
Z Z
χW χ∗F = lim χJ χ∗F = Q,
j→∞
R
mentre χW = 1.
Per ottenere una contraddizione notiamo, per prima cosa, che per la con-
voluzione usata all’inizio c’è un δ > 0 e un asse Re tali che W∗ := W ∗e , che
insieme alla funzione caratteristica χW∗ soddisfa χW∗ χ∗F > Q + δ. In altre
parole, usando le convergenze indicate, possiamo trovare un intero J tale
che FJ soddisfa due condizioni:
Sia FJ∗ := FJ∗e . Dal teorema (??) abbiamo che k χFJ∗ − χW ∗ k2 < δ/4.
Usando la disuguaglianza triangolare e la disuguaglianza di Schwarz possi-
amo concludere che χFJ∗ χ∗F > Q + 3δ/4. Questo implica che il massimo
R